Visualizza messaggio singolo
  #2  
Vecchio 28-03-2007, 19:33
hurt hurt Non in Linea
Elvis Golden Fans
 
Data Registrazione: 03 2006
Locazione: a casa mia
Messaggi: 12.666
Predefinito Re: Intervista A Larry Geller

D. Durante la sua ricerca spirituale, perché non affrontò il tema dell’aumento dell’uso di farmaci?

LG. Ho sempre parlato di Elvis in termini entusiastici, era una persona fantastica e si batteva per aiutare gli altri. Il suo talento e ciò che ha lasciato, hanno lasciato un’impronta come nessun altro. Certo aveva difetti e ha fatto errori, ma era un essere umano. La sua vulnerabilità e la sua umanità si sono aggiunti al suo fascino e bellezza.
Divento critico solo quando si parla della parte oscura: il suo corpo e quello che ci buttava dentro.
Se solo si fosse preso cura di se stesso come si prendeva cura degli altri!! Se l’avesse fatto, probabilmente sarebbe qui con noi oggi. Mangiava cibo non salutare e non rispettava le regole della nutrizione. Per molti anni negò la sua dipendenza dalle pillole che sono servite solo a farlo peggiorare, fino a far subire, al suo corpo, un colpo duro, iniziando a soffrire davvero, tanto da di pagarne il prezzo finale.
Non si può dire che Elvis barcolasse nel buio, e non fosse al corrente. Era consapevole, leggeva un sacco di libri nutrizionali, io stesso gliene portai molto nel corso degli anni. Discutevamo molto della dieta e della salute. Aveva un manuale medico con la lista di tutti i farmaci e dei loro effetti terribili, e lo leggeva.
Ma c’erano, al lavoro, molte energie che lo abbattevano. Prima di tutto e soprattutto la sua dipendenza, e il fatto schiacciante di essere Elvis - superman – con la sua immagine pubblica. Si deve ricordare che parliamo i giorni antecedenti a quelli in cui la celebrità inizia a rendere di dominio pubblico, l’abuso di sostanze. Parliamo di giorni antecedenti le Cliniche Betty Ford, e non c’erano molti luoghi dove cercare aiuto, e dobbiamo riflettere anche solo sull’effetto del disonore e dell’imbarazzo.
Secondo me, chi peggiorò la situazione furono i suoi medici, e la mancanza di vera attenzione genuina. Persino il suo manager se n’era accorto e non ha fatto assolutamente nulla. Ero là e sono testimone di una spregevole negligenza, di un’incapacità e di altri vari sentimenti, del fatto che non è mai stato fatto niente di serio e tutto andava bene. Lui era Elvis no? Elvis corrispondeva a compensi economici. Negli ultimi sei mesi di vita, stava iniziando a svegliarsi da un sonno profondo, riguardo a queste cose e molto altro.
Stava emergendo una nuova visione della sua vita, il suo attegiamento mostrava segni di rinnovamento. Parlava con me di cambiare la sua vita dentro e fuori. Da un nuovo management, fino a ridurre considerevolmente i nostro gruppo, niente tour per un anno, andare alle Hawaii e riposare, buttare via i farmaci, mangiare in modo bilanciato, una dieta appropriata, esercizio e meditazione, per tornare e rientrare nel cinema, trovando ruoli drammatici.
Due realtà opposte che erano a loro parallele, la vita e la morte.
La salute di Elvis precipitò rapidamente, persino la sua prospettiva era positiva, avendo sempre eccellenti idee per modificare e ristabilire la sua vita e la sua carriera.
In cima al mondo, appollaiato sul Monte Everest guardardando giù, Elvis sorvegliava il paesaggio; sapeva la verità dura e amara: che era in gioco tutta la sua vita.
Nonostante una storia turbolenta che aveva in corso con la giovane Ginger Alden,la preoccupazione per un libro che stava uscendo, i problemi fisici che rodevano e distruggevano le sue forze, fino ad una dozzina di altre difficoltà e problemi che costantemente roteavano nella sua testa, Elvis era determinato ad andare avanti, costasse quel che costasse e non importa dove lo avrebbe portato.

Aveva paura e sapeva, senza ombra di dubbio, che doveva essere fatto.

Parecchie volte disse che nel settembre del 1977, avrebbe finalmente sbattuto fuori il Col. Parker e sarebbero iniziate altri cambiamenti.
Disse la stessa cosa a suo padre e Charlie Hodge.
Non so cosa disse a Billy Smith, ma so che gli accennò qualcosa di tutto questo.
Come pure del fatto che in un concerto a Memphis avrebbe parlato al pubblico della sua salute e di tutte quelle dannate pillole.
Per me, la vera tragedia è che Elvis ha aspettato.
Si stava trovando di fronte a situazioni orribili e stava cercando prepararsi per affrontarle.
Era esitante, nervoso e davanti all’ignoto, ma se solo avesse agito invece di aspettare… chissà?

D. Scoprendo i segreti del misticismo, Elvis pensava di essere lui stesso un guru per la sua generazione?

LG. Elvis è rimasto sempre Elvis. E’ sempre rimasto legato al suo passato, le sue radici e non ha mai cercato di essere quello che non era. Pensava, profondamente che aveva molto da offrire al mondo, ma è stato sempre estremamente attento a non fare morali o influenzare il pubblico con la sua filosofia personale e religiosa.
Si considerava benedetto e, per un periodo, non sapeva dove l’avrebbe portato il destino. Pensava che Dio gli aveva dato questo grande dono che era la sua voce da usare come strumento per raggiungere la gente e ispirarla.

In un certo senso, Elvis era come un bambino piccolo, che voleva piacere a tutti ed essere tutto per tutti.
Nell’ultimissimo periodo della sua vita, cercava di pensare al modo per poter espandere e aumentare il suo impatto con il mondo: producendo film ispirati, dedicandosi maggiormente alla beneficenza., ecc.
Prima di ogni spettacolo e ogni sera, Elvis pregava, chiedendo a Dio di guidarlo nella sua vita, poiché si è sempre preoccupato che il suo ego non lo avrebbe aiutato a prendere la strada giusta.
Ecco, nella sua umiltà, questo era il modo in cui la vedeva.

D. Elvis era vanitoso quando non era davanti al pubblico?

LG. Elvis era molto cosciente del suo aspetto e sapeva che aveva il viso di Re David.
Io, nei miei primi anni di parrucchiere, ho avuto intorno a me alcune delle più grandi star di Hollywood e posso dirti con certezza: Elvis non era minimamente vanitoso o concentrato su se stesso più degli altri.
Naturalmente sapeva che era ammirato dagli uomini e desiderato dalle donne, non solo per il suo talento, ma anche per la sua straordinaria bellezza, e sarebbe stato difficile per lui, non pensarlo.
Elvis tradiva la sua immagine, così per dire, quando era con noi – ma non è mai stato preso dal suo aspetto.

TLC Larry Geller
Rispondi Citando