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hurt
14-11-2006, 10:47
Di seguito troverete una raccolta di storie, legate alla vita di Elvis, che sembra non siano riportate sulle varie biografie, che possiamo aver letto. Queste storir ci permettono di conoscere, comportamenti, abitudini, paure e gioie del nostro mito e ci fanno anche capire che, dietro il grande artista, è stato un bambino, un uomo e un padre come tutti gli uomini al mondo.

Poiché le storie sono ben 62, per il momento posto le prime 15.



STORIE SONOSCIUTE DIETRO LA LEGGENDA







Gone But Never Forgotten!




STORIA # 1



Detto da…………. MYRNA SMITH

Quando Elvis era a Las Vegas nei momenti in cui non si esibiva esibirsi, andava a giocare d’azzardo al Casinò. Nessuno lo poteva trattenere. Ma se si trovava a Las Vegas per lavoro, la cosa era diversa. L’hotel era invaso dai suoi fans.
Ricordo un giorno, in occasione di uno dei suoi ingaggi, scese, da solo, dal suo appartamento con l’ascensore. Improvvisamente vidi un’orda di persone accalcarsi vicino all’ascensore. Non avevo idea di cosa stesse succedendo, ma poi mi accorsi che Elvis era uscito dall’hotel, salito su un taxi e andato in un negozio di armi per acquistare delle pistole. Quando era lì per lavoro, aveva sempre un gran desiderio di evasione e, in qualche modo cercava di confondersi tra la gente.

STORIA #2

Quando Elvis celebrò il suo 39° compleanno, l’8 gennaio 1974, l’intera città di Memphis fece una grande festa e organizzò una parata per il suo cittadino più famoso. Centinaia di persone sfilarono sull’Elvis Presley Boulevard, capitanato dai sindaci di Memphis e Tupelo, Mississipi. La banda della Humes High School ha dato il supporto musicale alla manifestazione. Vicino a Graceland, la banda ha eseguito una versione jazz di “Happy Birthday”. Elvis ha ascoltato la musica e l’eccitazione che arrivava dalla strada, così uscì di casa. Ha assistito alle esecuzioni della banda e al saluto che questa gli ha fatto. Entrambi i sindaci hanno percorso il viale e hanno fatto i loro auguri personali al RE. Elvis non riusciva a credere che i sindaci potessero essere diventati partecipi di qualcosa di cosi insignificante, come una parata per il suo compleanno e avessero organizzato tutto questo per lui.

STORIA #3

Una stazione radio di Jacksonville, Florida creò un contesto per promuovere lo spettacolo di Elvis del 25 Aprile 1975 al Veterans Memorial Coliseum. Il DJ aveva una decina di biglietti per lo spettacolo e voleva regalarli tramite una gara alla radio. Se colui che chiamava avesse dato la risposta esatta su Elvis e la sua carriera, avrebbe vinto il biglietto. Le telefonate arrivavano, anche da molto lontano e il centralino saltò completamente. La stazione radio dovette cancellare la gara telefonica e finire, dando i biglietti agli ascoltatori che si fossero presentati personalmente alla radio.
Per ottenere i biglietti, gli unici requisiti richiesti a coloro che si presentavano erano:dovevano indossare un paio di scarpe di camoscio blu o arrivare con un cane da caccia.

STORIA #4

Nel 1970, Elvis frequentava il ristorante Four Flames, che si trovava a 10 minuti da Graceland. Elvis, di solito, andava là, non tanto per mangiare, ma per rilassarsi e godere l’atmosfera del posto. Mentre sorseggiava un frappè alla vaniglia o una soda, Elvis guardava la gente divertirsi. Una volta, ordinò anche la cena e mangiò per due ore. Indipendentemente da quello che aveva ordinato, il proprietario non gli permise di pagare. Qualche volta Elvis e il proprietario del ristorante avevano dei piccoli battibecchi, in merito al pagamento, ma alla fine Elvis perdeva sempre. Non gli è mai stato concesso di pagare.
Per ricambiare, Elvis lasciava una mancia di $ 100, alla cameriera.

STORIA #5


Nel 1939, quando Elvis aveva 4 anni, si prese una sculacciata dal padre e decise di scappare di casa. Si impacchettò 2 panini e, appena i suoi genitori, andarono a letto, sgattaiolò fuori dalla porta. Elvis era lì, solo, aveva freddo e paura, ma siccome aveva tutta l’intenzione di dare una lezione ai suoi genitori, si avviò comunque, lungo la strada buia. 15 minuti più tardi, sentì avvicinarsi una macchina. Si spostò, sperando di non essere visto. Quando il camionicino iniziò a rallentare e si fermò vicino a lui, si accorse che il rumore gli era familiare. Era il camion di suo padre. Elvis si mangiò uno dei panini, durante il breve percorso a casa. Gladys lo apettava fuori dalla porta, manifestando la sua preoccupazione con le mani che tremavano. Gladys ringraziò Dio che suo figlio fosse sano e salvo e di nuovo tra le sue braccia e portò Elvis in casa.
Ricevette un altro sculaccione da suo padre, ma questa volta, invece di scappare via, Elvis abbracciò e baciò i suoi genitori.

STORIA #6

Elvis commise il suo primo peccato, quando aveva 4 o 5 anni. Rubò due bottiglie di coca cola vuote dal portico del suo vicino. Quando sua madre gli chiese dove le avesse prese, Elvis ammise di avere prelevate dal portico della casa di Mr. Harris, senza autorizzazione. Gladys lo prese per mano e lo accompagnò a casa degli Harris.
Nonostante, per lui, fosse imbarazzante dover rendere le bottiglie, lo divenne ancora di più quando Gladys lo informò che doveva confessare il suo peccato, in chiesa, la domenica successiva. Voleva dargli una lezione sul furto, che non avrebbe mai dimenticato.
Quando arrivò la domenica, Elvis disse di stare male, ma appena Vernon gli mostrò una cinghia, guarì immediatamente.
Quando arrivò il momento cruciale, Gladys spinse Elvis davanti all’altare e gli ordinò di confessare il suo furto, davanti a tutta la congregazione della Assembly of God.
Con le lacrime che riempivano i suoi occhi azzurri e la testa bassa, Elvis confessò sottovoce il suo errore e poi corse fuori dalla chiesa, piangendo.
Non ha mai più toccato niente senza permesso. Fu una lezione che imparò per sempre.

STORIA #7

Quando Elvis aveva solo pochi mesi, per aiutare la famiglia, Gladys si trovò obbligata a trovare un lavoro. Trovò il misero lavoro, di raccogliere il cotone presso la Tupelo Garment Factory. Gladys non poteva permettersi di lasciare solo Elvis e non voleva lasciarlo con una baby sitter, così lo mise in una coperta e lo portò con sé.
Dopo aver camminato nel campo per oltre un miglio, Gladys aveva raccolto 2 sacchi.
Uno fu usato per metterci il cotone raccolto; il secondo fu usato per portare suo figlio.
Elvis rimaneva nel sacco mentre Gladys toglieva i fiocchi di cotone dalle piante. Ogni volta che si spostava verso i filari delle piante, si tirava vicino il figlio.
Quando Elvis necessitava di essere cambiato, Gladys smetteva di raccogliere e si dedicava a suo figlio. Quando aveva fame, smetteva di lavorare e gli dava da mangiare fino a che non era sazio. Gladys continuò a portare Elvis con sé, nei campi di cotone, fino a quando diventato abbastanza grande, fu necessario dedicargli tutta l’ attenzione.

STORIA #8

Qualche settimana prima che Priscilla partorisse, lei ed Elvis dovevano decidere che nome dare al primo figlio.
I 4 nomi maschili scelti erano, Vernon, Aron, Thomas e John. Elvis suggerì Vernon per ricordare il padre, ma Priscilla non ne era molto entusiasta. Così scelse Aron, il secondo nome di Elvis, ed entrambi furono d’accordo di tenere quel nome in stand by. Thomas sarebbe stato per il Colonnello, e John era stato scelto perché era un nome forte.
Alla fine Elvis e Priscilla decisero per John Baron Presley. Baron era una combinazione fatta da Elvis, tra il suo secondo nome Aron e quello del fratello gemello Garon.
I tre nomi femminili scelti erano, Gladys, Josephine e Lisa. Gladys fu una selta di Priscilla in onore della mamma di Elvis.
Elvis non stava bene, pensando che non poteva includere ed onorare sua nonna paterna Minnie Mae, ma a nessuno dei due piaceva il nome Minnie. Priscilla allora pensò a Josephine in onore del suo fratellastro Joseph Beaulieu.
Alla fine i Presley decisero per Lisa. Lisa Marie era il nome scelto da Elvis e Anita Wood quando parlavano di avere un bambino negli anni 50.
Quando Priscilla partorì una bambina, Elvis decise di aggiungere quel nome.
Si disse che il nome Marie era stato dato in onore della moglie di Parker, ma non era così. Marie era il secondo nome di Anita Wood ed Elvis volle che sua figlia lo portasse, come secondo nome, in onore del suo amore per lei, ma anche perché era un nome che gli piaceva molto.



STORIA #9


Quando, il 1° Settembre 1976, a Memphis, lo sceriffo della contea di Shelby, Gene Barksdale, regalò ad Elvis un distintivo di sostituto sceriffo, ma Elvis insistette per avere un vero distintivo da sceriffo, con tutti i poteri e l’autorità che questo comportava.
Lo sceriffo Barksdale non voleva darglielo, perché Elvis era, prima di tutto, un semplice civile. Quando gli fu rifiutato questo distintivo, Elvis si arrabbiò. Maltrattò Barksdale, dicendo che avrebbe votato contro di lui alle prossime elezioni. Lo sceriffo sapeva che se Elvis avesse fatto divulgato la notizia, non sarebbe stato rieletto.
Una volta che tutto fu chiarito, naturalmente Elvis ottenne il distintivo di sceriffo con tutti i relativi poteri.

hurt
14-11-2006, 10:48
STORIA #10


Un bambino di 10 anni di nome Donald Wilso, improvvisamente,aveva perso tutta la sua famiglia in un terribile incidente automobilistico. Dopo il funerale, il tribunale lo affidò a sua nonna. Poco tempo dopo, Donald soffrì di un collasso nervoso e li fu diagnosticatola necessità di trapiantare un rene artificiale. Sua nonna non sapeva cosa fare e come aiutare suo nipote, molto malato. L’unica cosa che lo tirava su, era la sua collezione di dischi di Elvis Presley. Un giorno, mentre Donald suonava a tutto volume, sua nonna andò in soggiorno e scrisse una lettera al cantante. Spiegò il problema di Donald, nonché la sua passione per lui. Quando Elvis ricevette la lettera, si sedette e scrisse, al ragazzo, alcune parole di incoraggiamento. Fece un pacchetto, includendo parecchie sue foto e gli ultimi dischi e un cartoncino. Disse ad ognuna delle sue segretarie di scrivere qualcosa che potesse dimostrare al ragazzo, che tutti si preoccupavano per lui.
Elvis, in persona,portò il pacchetto all’ufficio postale e lo spedì.
Quando la nonna di Donald portò il pacco nella camera del nipote, il ragazzo scoppiò a piangere dalla gioia. Meravigliato trovò le foto, i dischi e le dediche. Dopo aver letto la lettera di Elvis, Donald scoprì che la sua adorata nonna aveva scritto al suo cantante preferito. Corse verso di lei e l’abbracciò, piangendo e ringraziandola.
Dopo l’arrivo del pacco di Elvis, Donald iniziò a stare meglio e sia lui che sua nonna sentirono che il miglioramento era dovuto ad Elvis ed all’amore che lui gli aveva dimostrato.


STORIA #11



Poichè Elvis e Priscilla avevano due religioni diverse, decisero che Lisa non sarebbe stata battezzata. Volevano che fosse lei stessa a decidere, da adulta. Poco tempo dopo la morte di Elvis, Priscilla divenne membro della chiesa di Scientology. Fa parte di quella branca di Hollywood, chiamato The Celebrity Center, dove regna la discrezione e il rispetto della privacy.
Quando Lisa Marie aveva 16 anni, seguì le orme della madre e divenne, anche lei, membro della chiesa di Scientology L. Hubbarbs. Lo è ancora oggi, così come i suoi due bambini.


STORIA #12



Quando Lisa Marie nacque, nonno Vernon era estasiato. Era la prima femmina, in famiglia, dopo tanto tempo e non avrebbe potuto essere più felice.
Quando, per Vernon, arrivò il momento di tenere in braccio sua nipote, Elvis scoppiò dalle risate. Vernon non teneva in braccio un bambino da più di 30 anni, e aveva paura. Ogni volta che Elvis o Priscilla gliela lasciavano tenere, Vernon era molto titubante.
La teneva, la guardava, e poi incominciava a tremare in modo incontrollato. Aveva paura di farla cadere e farle male. Quando dava la bambina a qualcun altro, le ginocchia di Vernon cedevano e mani e braccia tremavano
l tempo massimo che Vernon teneva in braccio Lisa Marie era di 5 minuti. Riteneva che la bambina fosse troppo piccola e fragile e non voleva essere il responsabile, se le fosse successo qualcosa. Con la crescita di Lisa Marie, Vernon aveva smaltito questa paura e ogni giorno giocava con la nipotina, la prima femmina della famiglia Presley.


STORIA #13



Quando Lisa Marie aveva 4 anni, a Graceland fece prendere un enorme spavento a tutti.
In quel periodo, Elvis era in tour, ed era partito da 2 giorni.
Vernon era stato nominato baby sitter fino a che Priscilla non fosse venuta a prenderla.
Elvis e Priscilla erano separati e Priscilla abitava a Bel Air.
La minitura femminile di Elvis era entrata nel bagno e si era chiusa dentro. Vernon non riusciva a farla uscire. Aveva il terrore che si facesse male o che, involontariamente prendesse delle pillole, pensando fossero caramelle.
Chiamò i vigili del fuoco. Mentre aspettava che arrivassero, cercò di aprire la porta facendo passare una carta di credito, in modo tale da poter aprire la porta, ma senza risultati.
Quando finalmente arrivarono i vigili del fuoco, Vernon era in lacrime. Il comandante dei vigili del fuoco tentò di sbloccare la serratura e poi chiese una forcina. Dopo averla girata e rigirata, finalmente la serratura si sbloccò e la porta si aprì.
Agli occhi di un Vernon sconvolto, si presentò una Lisa Marie tranquillamente seduta sulla tazza con le braccia incrociate sul petto e con un’espressione arrabbiatissima.
Quando Vernon le chiese di uscire, la bambina si uscì dal bagno, sempre con le braccia incrociate.
Passando davanti a Vernon, gli diede un’occhiataccia da arrabbiata ed entrò nella sua stanza, sbattendo la porta.


STORIA #14



Quando a Lisa Marie uscì il primo dentino, Elvis si autonominò il mago dei denti. Le spiegò che se metteva il dentino sotto il cuscino, poiché era magico, durante la notte, il suo dente si sarebbe trasformato in denaro. Per non dimenticarlo, immediatamente, Lisa Marie salì di corsa in camera e mise, subito, il dentino sotto il suo cuscino.
La mattina dopo, si svegliò e, sotto il cuscino, trovò una banconota da $ 5. Lisa Marie corse saltellando per tutta Graceland, mostrando a tutti la banconota. Quando, parecchie ore dopo, Elvis si svegliò, la bambina gli fece vedere la magia del suo dentino magico si era avverata.
Elvis le fece mille feste e si mise a giocare, a lungo, con lei.
Quando Lisa chiamò la mamma per raccontarle tutto, Priscilla rimase sconvolta.
Lei aveva istruito Elvis, che per il dente di un bambino, la magia dovesse esseredi 50 cents!!


STORIA #15



Elvis, sin da quand’era giovanissimo, era ossessionato dall’igiene, dai germi e dai batteri. Era particolarmente restio ad usare le posate degli altri. Così, ovunque andasse, aveva il suo kit di posate personali.
Gladys stessa era in imbarazzo per il comportamento di Elvis. Gli spiegò che la gente avrebbe potuto pensare che era pazzo, se, quando veniva invitato a casa degli altri, si portava dietro le sue posate personali. Elvis spiegò che non gli interessava,perché per quanto gli altri lavassero le stoviglie, comunque non avrebbero potuto eliminare tutti i germi e gli odori. Disse a sua madre, che non doveva preoccuparsi di quello che pensava la gente, ma di quello che sentiva suo figlio. Il cuore di Gladys si sciolse.
L’ossessione accompagnò Elvis per tutta la vita.
Quando beveva in tazzine dove avevano bevuto gli altri, beveva dal bordo opposto alla impugnatura, assicurandosi che altri non avessero usato lo stesso metodo.
Inoltre, non divideva mai il suo cibo e non permetteva a nessuno di prendere qualcosa dal suo piatto.

MISSCLAWDY
14-11-2006, 10:51
Molto belle Hurt!!!! Alcune le sapevo, altre no!! Grazie !

Lisa
14-11-2006, 11:09
Bravissima Hurt!!!! :) :) Ottimo lavoro, come sempre!!! :-P
Per ora mi limito a ringraziarti, ma poi con calma andrò a leggermele tutte e, volendo, si potrà anche commentarne qualcuna. :smile:

LISA

silvia
14-11-2006, 11:38
Grazie Hurt...:-+ :-+ :-+
Ero A Conoscenza Solo Di Una...ma Le Altre No.....favolose!!!:-+
Archiviero' Questi Tesori Nella Cartella Elvis Del Mio Pc Che Ormai Sta Diventando Di Proporzioni....mega!!!!:) :)
bel Lavoro Complimenti!!

hurt
14-11-2006, 11:43
Vi ringrazio di averle apprezzate ma, come dicevo sono 62, e le devo postare gradualmente. Quindi 62-15 = 47 ancora da postare !!!! (giusto il conto') :) :) :)

tania
14-11-2006, 13:15
grazie hurt per queste chicche!!

Sciamano
14-11-2006, 13:19
Thanks very very much Hurt:-\ reliquie Egiziane di inistimabile valore... alcune le conosco altre mi sono nuove....

Clint Reno
14-11-2006, 14:33
Grazie per averle postate Hurt, ottimo lavoro! :-+
Ciao

matteo
14-11-2006, 17:28
grazie Hurt! Bel lavoro!
http://www.elvismyhappiness.com/ipb/html/emoticons/zfete_ola.gif

hurt
14-11-2006, 18:38
Ecco un'altra serie !!!!

STORIA #16


Nel 1942, Elvis fu coinvolto nella sua prima lite, a scuola.
Quando arrivò a casa aveva un gran livido all’occhio sinistro.
Gladys diede un’occhiata alle botte e ai vestiti stracciati e chiamò Vernon. Elvis raccontò dello scontro e di come aveva perso. Vernon gli insegnò di colpire più forte e non permettere a nessuno di dargli pugni, e soprattutto di non perdere.
Gladys era inorridita per quello che sentiva dire da suo marito.
Vernon le chiarì che nessuno dei suoi figli avrebbe mai dovuto essere picchiato e che Elvis doveva imparare a proteggersi.
Mentre i suoi genitori discutevano, Elvis uscì e iniziò a boxare con le ombre. Suo padre aveva ragione: lui era un Presley, uno che sapeva combattere, un sopravissuto e doveva vincere!!
La volta successiva Elvis,senza nessun timore, affrontò un ragazzo più grande. Si ricordò dell’enorme livido all’occhio, causato dai pugni dei ragazzi e, così, cominciò a darne altrettanti, mettendo il ragazzo KO. Tutto orgoglioso di essere il vincitore campione raccontò al padre la sua vittoria.
Gladys era molto arrabbiata con il marito, che aveva insegnato al figlio a combattere, ma Vernon ne fu orgoglioso. Si congratulò con Elvis e poi gli diede dei soldi per andare al cinema.


STORIA #17

Nel 1944, Vernon insegnò ad Elvis a guidare la macchina. Vernon, seduto sul sedile del passeggero in una Ford del 1934, dava istruzioni al figlio.
Elvis amava guidare; ad un certo punto quando suo padre gli chiese se gli sarebbe piaciuto fare un giro, Elvis, illuminandosi, raggiunse la macchina di corsa.
I vicini trovavano piuttosto azzardato, permettergli di guidare a quella giovane età. Riusciva a malapena a vedere sopra il cruscotto, perciò era divertente vedere il giovane Presley dietro il volante. Per poter arrivare all’acceleratore e ai pedali, Elvis doveva portare il sedile tutto in avanti, sedersi sul bordo, e allungare le gambe il più possibile. Ogni voltai che la grande vecchia Ford sembrava andasse senza il guidatore, i vicini sapevano che, alla guida, c’era Elvis.

STORIA #18

Raccontato da George Klein

C’era un sindaco a Memphis che adorava Elvis e, in qualche modo, voleva fargli onore. C’erano molti fans che gli dicevano, “Perché non chiami qualcosa con il nome di Elvis?” Alla fine decisero di rinominare la Highway 51 South, che porta a Graceland, come Elvis Presley Boulevard”. Mi chiesero di chiedere ad Elvis cosa ne pensasse di quest’idea. Elvis disse: “Guarda, non voglio essere io a decidere, perché ogni decisione potrebbe non essere quella giusta. Se dico di sì, può sembrare che ho un grande ego; se dico di no, può sembrare che voglio snobbare o che non mi fa piacere che venga fatto. In qualsiasi modo, io non vinco. – Dì loro, solamente, che, se danno il mio nome alla via, ne sarò felice, lusingato ed estremamente onorato. Ma allo stesso modo, se non lo faranno, non mi preoccuperò, non mi arrabbierò, non mi deluderanno”
Così, raccontai loro tutto quello che mi aveva detto Elvis e crearono l’Elvis Presley Boulevard.

STORIA #19

Teenagers in difficoltà

I capi di polizia, sia di Los Angeles che di Memphis aiutarono parecchie persone, in situazioni diverse. Si dice che, nel 1970, Elvis abbia occasionalmente aiutato alcuni adolescenti che avevano problemi con la legge, spesso pagando le loro cauzioni. Tuttavia, prima che i poliziotti lasciassero andare i giovani, per un paio d’ore, Elvis parlava con loro della vita, della legge, dei limiti e che si doveva rispettare le regole. Leggeva i loro rapporti e faceva loro capire in cosa avevano sbagliato e quello che potevano e dovevano fare per essere cittadini migliori, in futuro. Una volta, successe che alcuni di questi ragazzi si ritrovarono con le orecchie talmente piene delle sue parole, che sia affrettarono a ringraziarlo, per averli fatti uscire e corsero fuori il più velocemente possibile.

STORIA #20

Il Re le inviò dei fiori

Una giovane signora che si chiamava Peggy Thompson, da molti anni era una fan accanita di Elvis Presley. Nel 1970, questa signora acquistò il biglietto per uno dei suoi shows vicino alla sua città. Avrebbe assistito ad un suo concerto, per la prima volta.
Sfortunatamente, si ammalò e fu costretta ad andare in ospedale. A peggiorare le cose, l’ospedale era disponibile per l’intervento, proprio il giorno del concerto di Elvis.
Non essendo in grado di posticipare la data dell’intervento, Peggy fu costretta a rinunciare.
Elvis venne a sapere del problema di Peggy da un altro fan, che si era incontrato con uno dei componenti del suo entourage. Elvis decise di inviare a Peggy una dozzina di rose a gambo lungo, legate con una delle sue sciarpe blu. Quando arrivarono i fiori, Peggy si trovava, ancora, nel reparto di terapia intensiva. Quando uscì da quel reparto, vedendo il meraviglioso mazzo, vide anche la sciarpa blu, con scritto il nome di Elvis, non riusciva a credere che fosse stato proprio il Re ad inviarle i fiori.!! Peggy si rese conto di quanto Elvis avesse cura delle numerose persone sfortunate, ammalate, bisognose e di come si attivasse affinché queste persone potessero sentirsi meglio con il suo amore e gentilezza.
STORIA #21

RACCONTATO DA DAVID STANLEY

Elvis aveva un jet che gli permetteva di spostarsi per gli show. Ci furono minacce che l’aereo sarebbe stato bombardato, insieme ad altri.
Uscimmo dall’hotel di Long Island (New York) per andare a suonare al Nassau Coliseum e un ragazzo puntò un temperino a serramanico verso Elvis. Grazie alla luce del sole, vidi il riflesso della lama. La teneva giù, nascosta dalla sua parte. Elvis ed io stavamo camminando insieme, e il ragazzo si muoveva esattamente come ci muovevamo noi. Così, crossando Elvis, saltai addosso al ragazzo e lo afferrai da dietro e prendendolo per i capelli, lo bloccai, contro il muro. Tenni la pistola puntata sulla gola fino a che non ci raggiunsero gli altri e me lo tolsero dalle mani. Scappammo velocissimi… credo sia stata la peggior esperienza, che io abbia mai vissuto. Altre volte, alcuni ragazzi hanno cercato di spintonare Elvis, ma erano solo dei boyfriends gelosi, mariti gelosi e alle volte qualche donna fanatica.

STORIA #22
RACCONTATO DA SAM THOMPSON

Ci furono poche reali minacce verso Elvis - minacce che derivassero da volontà di fargli del male – ma esistevano i pericoli derivanti dall’amore che i fans avevano per lui. Tutti volevano un pezzo di lui, ma c’erano milioni di fans e un solo Elvis.
Ho recuperato Elvis da Hotels e luoghi dove i fans lo tiravano letteralmente per i capelli.
Non volevano ferirlo, ma volevano un pezzetto di lui.
Dopo ogni spettacolo, si ritrovava con i graffi sulle mani e era costretto a coprirsi di cerotti. Se vedi le sue foto durante e dopo gli spettacoli, gli vedi sempre cerotti.
La gente, lo graffiava involontariamente, quando riusciva a toccarlo o voleva prendere le sciarpe. In qualche posto nel Midwest, ho preso e portato fuori con la forza, una signora che aveva raggiunto Elvis e lo aveva notevolmente graffiato.
Mentre la portavo fuori, eccitata, lei urlava alle sue amiche “Guardate, ho la pelle di Elvis”. Era allucinante.

STORIA #23

Denise Sanchez, una ragazzina di 8 anni di Santa Fè, New Mexico, era una grande fan di Elvis da quando aveva 4 anni. Dopo le vacanze di Natale del 1971, le venne diagnosticato un cancro. Doveva esserle amputata una gamba e una parte dell’anca, per bloccare l’estensione del cancro. In brevissimo tempo, il cancro arrivò ai polmoni. I medici smisero di farle la chemioterapia a cui si stava sottoponendo, stabilendo che non c’era più niente da fare.
Parecchi mesi dopo, la madre di Denise, Trudi, scoprì che Elvis si sarebbe esibito ad Albunquerque il 19 Aprile 1972. La signora Sanchez riuscì ad avere 2 biglietti. La figlia fremeva dalla gioia.
Il giorno del concerto era vicino, quando Denise ebbe una ricaduta e venne data la terribile notizia, che nelle sue condizioni non poteva affrontare 65 miglia per vedere ELvis. La ragazza pianse per parecchi giorni e pregò sua madre di portarla, comunque allo show, perché voleva vedere Elvis in persona prima di morire. Alla fine sua madre e il medico decisero di accontentarla.
Due giorni prima dello spettacolo, la Signora Sanchez venne chiamata dal giornale locale che voleva scrivere la storia di Denise. Trudi andò al Albuquerque Journal e parlò con la giornalista Grace Marie Prather. La Signora Prather organizzò un incontro con il Colonnello Parker, nel primo pomeriggio del giorno dello show. Parlarono, a lungo, con Parker delle condizioni di Denise e del suo desiderio di vedere Elvis. Parker chiese loro di andare all’Hilton Hotel alle 4 e avrebbe valutato cosa poteva fare. Trudi portò all’appuntamento, le sue figlie Denise e Paula, nonché due loro amiche, Emma e Blinda Cantu. Anche la giornalista andò per poter documentare l’incontro. Il Colonnello le istruì di essere presenti allo spettacolo alle 5, così Denise avrebbe potuto incontrare Elvis dopo il concerto.
Tutto il gruppo guidò fino al Tingley Coliseum e per loro, erano stati riservati posti speciali. Denise, per tutto lo spettacolo, era in fremito, ansiosa che finisse la performance, per poter incontrare il suo idolo. Durante l’intervallo, il gruppo delle Sanchez fu invitato nella dressing room di Elvis. Denise era in ansia e aveva paura della reazione di Elvis, per la sua gamba e l’anca mancanti, e la testa senza capelli. Elvis guardò la bambina e si inginocchiò davanti a lei, e la baciò sulle guance. Disse a Denise che era molto carina, Trudi iniziò a piangere. Non riusciva a credere quanto Elvis fosse tenero con sua figlia e vide quanto lui la faceva sentire felice e viva. Denise, timidamente, srotolò un poster del Re e gli chiese un autografo. Elvis lo firmò: “To Denise – Love You, Elvis Presley” Denise gli chiese di cantare una canzone per, al suo rientro sul palco. Quando iniziò la seconda parte del concerto, Elvis dedicò la prima canzone “You Gave Me A Mountain”, a Denise. Spiegò a tutto il pubblico, “Questa canzone è per una bambina molto speciale che ho appena incontrato nel backstage – Denise.
Denise era emozionata e pianse durante tutta la canzone.
Quando Denise tornò a casa, disse alla madre di non pensare di lavarle il viso e quindi togliere i baci di Elvis. Tre giorni dopo, non si era ancora lavata il viso. Al quarto giorno, finalmente sua madre la obbligò a lavarsi il viso.
Elvis, per un breve momento ha reso la sua vita più bella, con questa sua dimostrazione d’amore per aiutarla, farla sentire meglio e alleviare il suo dolore.

hurt
14-11-2006, 18:41
STORIA #24

ALLE VOLTE, I CONCERTI ERANO ALLARMANTI

RACCONTATO DA MAE AXTON

Le ragazze cercavano di salire sul palco per avvicinarlo, specialmente quando gettava le sue sciarpe. A Oklahoma City, una sera, vidi una ragazza che era talmente eccitata, che saltò giù dalla galleria. Si poteva ammazzare, ma le persone sotto la afferrarono, evitando che cadesse. In quei concerti , alle volte c’era da aver paura.

SHAUN NIELSEN

Una volta Elvis gettò una sciarpa ad una signora e la signora fece l’errore di metterselo al collo. Improvvisamente, una donna da una parte e un’altra dall’altra, insieme tiravano la sciarpa, soffocando, letteralmentem la donna in mezzo.! Elvis urlò “Ecco tieni ! Prendi questa ! Prendila! E lanciò sciarpe alle donne che erano ai lati di questa signora. Credo che la signora abbia pensato di morire soffocata, lì di fronte a noi, e solo perché le altre si erano impuntate di avere quella sciarpa.

STORIA #25

Durante il film Kid Galahad, nel gennaio del 1961, gli amici di Elvis ordinarono una sedia da regista, fatta apposta, per fargli uno scherzo. La sedia riportava “Elvis Presley” stampato sul retro; la presentarono alla star il primo giorno di ciack, a metà novembre. Elvis si girò verso la squadra, il direttore e il produttore e chiese “Mr Presley? Perché così formale?” Il direttore Phil Karlson disse : “Solo il meglio per la nostra star!”
Elvis odiava le formalità. Voleva essere trattato come un ragazzo qualsiasi e la sedia aveva distrutto l’illusione. Il giorno dopo una sedia nuova sostituì quella formale. Il tessuto di un rosso sgargiante aveva stampato “SEMPLICEMENTE ELVIS” Elvis scoppiò in una grande risata e sprofondò nella sedia.


STORIA #26

Nel 1969 , Elvis diede un assegno da $ 1.000 ad una coppia dell’Arkansas.
Il denaro avrebbe permesso alla coppia di rimettersi in piedi, dopo tutta una serie di disgrazie. James Bullock, a 34 anni, venne ricoverato in ospedale, con seri problemi a causa di un incidente stradale che aveva subito. La sua macchina venne rubata nel parcheggio dell’ospedale. Fu costretto a chiamare un taxi e pagare una tariffa che sicuramente non poteva permettersi. Per completare il quadro, lo stesso anno, Bullock perse un braccio ed una gamba in un incidente con il trattore. La moglie fu costretta a fare la donna delle pulizie, per andare avanti. Tutto il denaro che guadagnava serviva a pagare fatture e le avanzava poco per comprare qualcosa da mangiare. Si trovavano in difficoltà finanziare molto serie. Un giornale locale scoprì la situazione della coppia e scrisse un breve articolo su di loro. Capitò che Elvis lesse la storia e dopo aver letto di queste tragedie, compilò un assegno. Incaricò uno dei suoi uomini di andare dalla coppia e consegnare l’assegno. I Bullocks videro in Elvis un angelo mandato da Dio. Riuscirono ad incassare l’assegno e furono in grado di pagare l’affitto , per qualche mese furono in grado di mangiare di più


STORIA #27


Il 25 Giugno 1973, un campo estivo di Holden, Louisiana fu completamente svuotato da dei ladri.
Avevano rubato tutto ciò che era appoggiato in terra. Un giornale locale ne fece un articolo e così fecero parecchi altri giornali importanti. Quando Elvis lesse la storia nel Cincinnati Post del 28 Giugno 1973, rimase scioccato della totale mancanza di rispetto dei ladri che si arrabbiò moltissimo. Lo stesso giorno, ordinò nuove attrezzature in un negozio sportivo di Golden, dando l’incarico di consegnare direttamenteal campo. Alla fine lo ha completamente rifornito capovolgendo una situazione così tragica.

STORIA #28


Durante una pausa sul set di Loving You, Elvis autorizzò la co-protagonista Dolores Hart, a fargli i riccioli. Elvis era sempre stato molto curioso di vedere come stava con I capelli mossi o ricci e permise a Dolore di farglielo.
Cinque minuti dopo, il regista Hal Kante entrò nel camerino della Hart e scoppò a ridere. L’immagine che gli si presentava davanti era Elvis, con i bigodini rosa su tutta la testa. Kanter rise così tanto e così a lungo che cominciò ad avere i crampi allo stomaco. Dovette uscire perché non riusciva a reggere la vista di Elvis in quelle condizioni. Hal Wallis chiese a Kanter perché ridesse in quel modo. Wallis vide la Hart che velocissimamente toglieva i bigodini dalla testa di Elvis. Elvis non riusciva a credere a tanta sfortuna: sia il produttore che il regista lo avevano visto con i bigodini!!
Fu riluttante a tornare sul set e quando lo fece, vide tutti due Kanter e Wallis che nascondevano i loro risolini. Elvis girò la scena con la Hart e, appena finito, scappò nel suo camerino.


STORIA #29


Mentre Elvis girava “Live A Little, Love A Little” a Los Angeles, nell’aprile del 1968, due vecchie signore iniziarono a girargli intorno. Quando Elvis si trovò sulla loro strada, lo spinsero così forte da buttarlo a terra. A quel punto Elvis capì che quelle donne erano lì per il suo co-protagonista, Rudy Valee. Disteso per terra, Elvis vide le due donne fare un salto pazzesco per avere l’autografo di Valee, prima che potesse arrivare alla macchina. Elvis raggiunse il suo famoso co-protagonista e gli chiese cosa avesse di così importante, da interessare, in quel modo, quelle signore. Vallee rispose “Sex appeal, caro ragazzo”. Elvis si allontanò ridendo.


STORIA #30


Durante l’ultimo anno di scuola alla L.C. Humes High School, nel 1953, L’insegnante di storia di Elvis era la Sig.ra Mildred Scrivener. Un giorno, vide Elvis mangiare una mela in classe. Ciò era inusuale, perchè la scuola aveva un regolamento rigido, in quanto non si poteva mangiare se non nella cafeteria. La Sig.ra Scrivener non obbligò Elvis a smettere di mangiare la mela, ma gliela lasciò finire. Sapeva che veniva da una famiglia molto povera, e suppose che non aveva soldi per comprasi il pranzo al bar. Non se la sentiva di farlo smettere di mangiare, anche se sapeva che stava infrangendo le regole.
Il giorno dopo, la Sig.ra Scrivener trovò una mela rossa lucida, sulla cattedra. Sapeva che era di Elvis. Era il suo modo per ringraziarla.

STORIA #31

Da giovane, Elvis voleva una bicicletta, ma i suoi genitori non potevano affrontare una spesa di
$ 55. Inoltre, Gladys non voleva che avesse una bicicletta perché aveva paura che si facesse male. Facendo un sacco di economia e risparmiando su tutto, nel 1948, finalmente, Vernon e Gladys furono in grado di acquistare una bicicletta al figlio. Elvis non li avrebbe mai ringraziati abbastanza. Peccato che la sua felicità durò poco, perché cadde dalla bicicletta e non riusciva più muovere il braccio. Vernon e Gladys lo portarono all’ospedale dove le notizie erano cattive. Elvis aveva rotto l’ulna. I Presley non sapevano cosa fosse l’ulna e pensarono al peggio. Si calmarono quando il medico spiegò che il loro figlio aveva rotto il braccio. Avrebbe dovuto portare il gesso per due mesi.
Il giorno dopo, Gladys ordinò a Vernon di rivendere la bici e usare i soldi per pagare i medici. Elvis rimase in silenzio, sapendo che la sua preziosa bici era stata venduta ad uno dei suoi migliori amici

polomb
14-11-2006, 19:55
Hurt sei grande!

hurt
14-11-2006, 21:07
STORIA #32

In certe occasioni, Elvis permetteva ad alcuni fans, di aspettare nel viale di Graceland, per poi entrare in casa. Una sera del 1963, disse ad uno dei suoi uomini di invitare tutte le ragazze che c’erano sul viale. Rimase molto sorpreso quando vide che stavano entrando ben 150 ragazze.
Elvis scelse le sue 10 preferite e disse ai suoi uomini di scegliere le loro e divertirsi. Ogni uomo aveva a disposizione 10 ragazze. Ognuno ebbe il tempo di vivere la notte.
Da quel momento, la parola “party” divenne un argomento di conversazione. Elvis avrebbe parlato di quel party e sia lui che i suoi amici, ricordandolo, ululavano come lupi .

STORIA #33

Durante un party, Elvis desiderava ardentemente burro di noccioline. Quando si accorse che non riusciva a trovarne in casa, chiede ad un ragazzo di andare giù in negozio a comprargli un cartone delle sue caramelle preferite. Il ragazzo accettò, ansioso di soddisfare Elvis. Elvis gli diede $ 10 e gli disse dove andare. Il ragazzo corse nel negozio, acquistò le caramelle, e tornò indietro. Non voleva far aspettare Elvis. Elvis strappò il cartone per aprilo, prese due pacchetti di burro di noccioline per sé e distribuì il resto tra i suoi ospiti. Dopo aver divorato le caramelle, Elvis si avvicinò al ragazzo e gli chiese “Mi dai il resto, per favore?”


STORIA #34

Durante un party, Elvis stava parlando con delle ragazze, quando notò una ragazza seduta da sola che piangeva. Si scusò con il suo harem adorante e raggiunse l’ospite triste. Si sedette vicino, la circondò con le sue braccia, e la lasciò piangere sulla sua spalla. Le chiese di spiegargli cosa stesse succedendo, prima di allagare tutta la stanza. Tra un singhiozzo e l’altro, la ragazza gli spiegò che era infelice perché il giorno dopo compiva 27anni. Divertito del motivo della disperazione, Elvis rise. L’abbracciò, stringendola e disse “Honey, non preoccuparti. Ne uscirai, crescendo” Esplose in un eccesso di risate, tanto che la ragazza iniziò a ridere insieme a lui. Baciò Elvis e lo ringraziò per averla fatta stare meglio

STORIA #35

Nell’Ottobre 1963, il giorno precedente all’inizio delle riprese per Kissin’ Cousins, Elvis era con la sua co- protagonista Yvonne Craig. La invitò a cena, e lei felice accettò. Poi decisero di andare a casa di Elvis a guardare la televisione. Elvis si addormentò mentre guardavano un vecchio film e Yvonne decise di andarsene. Non volendo disturbarlo, lo coprì con uan coperta, spense la tv e la luce e si avviò alla porta. Appena spenta la luce, Yvonne si ricordò che Elvis odiava il buio. Tornò indietro. Dopo aver riacceso la luce, uscì, chiudendo piano la porta. Quando si girò per andarsene, vide 5 macchine della polizia davanti alla casa. Poliziotti, pistole in mano, puntavano le armi verso di lei. Yvonne aveva attivato un allarme silenzioso. Il sergente di guardia le chiese chi era e che cosa faceva lì. I poliziotti suonarono il campanello e svegliarono Elvis. Verificarono la storia di Yvonne e la lasciarono andare. Elvis rideva di lei per essersi messa in quella situazione e la chiamò stupido uccellino. La mattina dopo sul set, Elvis piombò nel camerino e le chiese se non avrebbe più disattivato allarmi. Yvonne gli rispose di stare zitto ed uscire: era abbastanza imbarazzata e non voleva ricordare l’incidente. Nonostante fosse piuttosto arrabbiata con Elvis, alla fine della scena passeggiarono mano nella mano fino al suo camerino.

STORIA #36

RACCONTATO DA SAM THOMPSON

Una volta mia sorella Linda, mia moglie Louise ed io andammo con Elvis a vedere il vecchio Cicle G Ranch nel Mississipi e stavamo tornando a Memphis nell’Elvis’ Stutz Bearcat. Verso Highway 51. passammo vicino ad un ragazzino di colore, che poteva avere 10/11 anni. Era estate, faceva caldo . con un’aria intrisa di polvere. Il ragazzino era ricoperto dalla polvere, seduto vicino uno stand di angurie. C’era l’entourage con noi, circa 4/5 macchine e Elvis era davanti a tutti, con noi. Elvis accostò e naturalmente, dietro di lui, tutti accostarono. Uscimmo tutti – Red e tutti. Si guardavano intorno. Questo ragazzino, non dimenticherò mai il suo viso, sono sicuro che sapesse chi era Elvis , ma non voleva farglielo capire. Era un bussinessman. Si sedette e aspettò che Elvis si avvicinasse.Fu Elvis da dover iniziare la conversazione “Quanto costano ile angurie?” Venne definito un prezzo. Il ragazzino era convinto e non voleva abbassare il suo rpezzo. Così Elvis si girò e disse “Prendiamo tutto lo stand. Pagalo” E’ stata l’unica volta che il’espressione del ragazzino crolò di colpo. Elvis prese un’anguria, la migliore e la mise nella sua macchina. Poi partì e lasciò tutto l’entourage lì a saldare. Elvis acquistò tutto lo stand di angurie, prese tutti quei cocomeri e se li portò a Memphis.

STORIA #37


RACCONTATO CHERYLE JOHNSON

Ancora una volta, Elvis si trovò costretto a cancellare alcuni shows, questa volta al Sahara Tahoe (Statelie, Nevada9 il 4 maggio 1973. Annullò 4 giorni prima, perché fu detto, che era ammalato.

JAMES BURTON (Musicista) . Registrammo “Are You Sincere” nella casa di Palm Springs. Avevamo un vecchio camion preso a Los Angeles. Elvis registrò bene il disco nella sua sala da pranzo, per tutto il tempo in pigiama e vestaglia. Abbiamo fatto un paio di canzoni in più, ma solo quella divenne una hit.

ALEX LOGAN – La casa di Palm Spring era diversa. Le stanze erano tappezzate di rosso e nero, e il tappeto era prevalentemente rosso, Ricordo che Elvis aveva un grandissimo letto rotondo e un copriletto rosso, Un giorno entrai nella stanza, e lui era a letto da solo. Lo presi in giro chiedendogli se sapeva da che parte del letto alzarsi. Elvis aveva un pulsante che controllava tutte le luci, tutti i suoni, e il sistema di sicurezza. Ha dovuto persino mettere delle sbarre alle finestre perché la gente avrebbe guardato dalle fessure e cercato di entrare. Gli stavano costruendo un camera da letto che potesse avere una veduta completa di tutta la vallata, ma dopo che lui e Priscilla si lasciarono, non l’ha mai completata. Non ha nemmeno più messo il tappeto, solo ci si sedeva in quella stanza. Abbiamo fatto una stanza dei giochi per Lisa Marie. Ci volle circa un anno e mezzo per finirla. Lì si svolse la festa del suo 4° compleanno.

CHARLIE HODGE - Elvis amava stare disteso sul bordo della piscina, ma non voleva abbronzarsi il corpo, solo il viso, così indossava la vestaglia. Teneva un ventaglio elettrico per farsi fresco. Mangiava bistecche cotte in padella e purè di patate, fatte in cucina, ma adorava fare la griglia di bistecche vicino alla piscina e fare gli hot dog per Lisa Marie.

continua

polomb
14-11-2006, 21:10
Mitica Hurt!

silvia
15-11-2006, 08:07
:-\ :-\


http://img299.imageshack.us/img299/6164/phsset4ru5.jpg (http://imageshack.us)




STORIA #25


Durante il film Kid Galahad, nel gennaio del 1961, gli amici di Elvis ordinarono una sedia da regista, fatta apposta, per fargli uno scherzo. La sedia riportava “Elvis Presley” stampato sul retro; la presentarono alla star il primo giorno di ciack, a metà novembre. Elvis si girò verso la squadra, il direttore e il produttore e chiese “Mr Presley? Perché così formale?” Il direttore Phil Karlson disse : “Solo il meglio per la nostra star!”
Elvis odiava le formalità. Voleva essere trattato come un ragazzo qualsiasi e la sedia aveva distrutto l’illusione. Il giorno dopo una sedia nuova sostituì quella formale. Il tessuto di un rosso sgargiante aveva stampato “SEMPLICEMENTE ELVIS” Elvis scoppiò in una grande risata e sprofondò nella sedia.

stany
15-11-2006, 12:33
Grazie Hurt, è d'avvero bello leggere questi episodi della vita di Elvis!

Stany!

hurt
15-11-2006, 14:51
Continua STORIA #38

Nel film Girl Happy, Elvis impersonava Rusy Wells, capo di una band. I membri della sua band erano Andy, Wilbur e Doc, interpretato da GAry Crosby, Joby Baker e Jummy Hawkins. Rusty Wells e i suoi Combo suonavano, sia al Clubb 77 che al Sandbar Club a Fort Laudedale, Florida.
Nella scena dove al band suona “Starting Tonight”, incidentalmente Elvis colpì Jimmy Hawkins sulla bocca. Jimmy rischiò di perdere un dente e fu portato immediatamente dal dentista.
Elvis si sentì, terribilmente male, per quell’incidente e, più volte, si scusò con Hawkins. Da quella volta il regista fece in modo che i membri della band fossero abbastanza distanziati tra loro, per evitare di farsi male.


STORIA #39




RACCONTATO DA SHAUN NIELSEN
La prima volta che entrai a far parte del gruppo, quello che sarebbe diventato “Voice”, per incontrare Elvis, ci portarono a Las Vegas.
In quel periodo, Tom Jones aveva alcuni problemi con i suoi coristi e noi saremmo stati una specie di regalo, da parte di Elvis per Tom.
Fummo messi in un bellissimo Hotel, a spese di Elvis, e poi, quella sera, ci portò nella sua stanza per cantare per Tom. Tutto questo gli costò un sacco di soldi. Cantammo e ricordo che, Tom Jones, Bobbie Gentry e Elvis Presley, stavano giusto lì, davanti a noi . Tom disse ad Elvis che aveva appena firmato un contratto con The Blossoms, e se fosse recesso, si sarebbe trovato in guai giudiziari, perciò non pensava di poterci ingaggiare. Subito dopo, Elvis ci chiamò nella sua suite e, nella sua camera da letto, restammo un bel po’ a chiacchierare, seduti per terra.
Elvis disse “Bene, capisco che probabilmente siete arrabbiati e delusi, perciò ho stilato questo piccolo contratto” ….. Era stato scritto sui fogli di carta igienica!
La prima riga diceva: “Per l’importo di centomila dollari ….” avremmo viaggiato, cantato lavorato per lui e scritto canzoni, per le sue case discografiche.
Elvis disse: “Vi interessa?” Non appena ci fummo ripresi, la nostra risposta fu: “Certo ! Ci piacerebbe moltissimo”.
Eravamo nel 1973. Quei 100.000 $ di allora, oggi corrispondono a 250.00/300.000 $.
Dopo aver firmato il contratto con noi, Elvis andò al telefono e chiamò suo padre.
Disse: “Papà, voglio che tu sappia, che finalmente, ho un gruppo tutto mio” Queste furono le sue parole.
Praticamente eravamo lì, per viaggiare con lui e cantare, quando ne aveva voglia.
Alle volte, ci mandava l’aereo a Nashville, solo per portarci a Memphis e andare al cinema insieme! E, alle volte, dopo il cinema, tornavamo a Graceland e cantavamo tutta la notte. Praticamente, questo era il nostro lavoro.
Per 2/3 anni, abbiamo, anche, aperto il suo show all’Hilton di Las Vegas.


STORIA #40

Sul set di Loving You, nel 1957 Elvis si trovò vittima di una fatalità rischiosa.
Aveva appena finito di girare una scena e andava avanti e indietro, sul set, quando uno strano istinto gli disse di spostarsi.
Tre secondi dopo, crollò tutta la struttura luci. Se Elvis non si fosse spostato, un attimo prima, sarebbe rimasto completamente schiacciato.
Poiché, lo studio non voleva rischiare altri incidenti, con il suo giovane attore, da milioni di dollari, venne ordinato ad un macchinista di stare a portata di mano di Elvis, per assicurarsi che non gli succedesse niente.
Il regista e il produttore presero il controllo della squadra e definirono tutte le attrezzature. Per prendere queste precauzioni, si perse un giorno intero di riprese, ma era meglio perdere un giorno di lavoro, piuttosto che il Re del Rock ‘n Roll.

STORIA #41

Nel marzo del 1967, Elvis girava il film “Clambake”. Mentre Dan Greenway lo stava truccando, un componente della squadra lanciò un petardo nella roulette. Immediatamente scoppiò una gara di petardi. Elvis lanciò un petardo sotto la sedia di uno di loro. Ma, avendo sbagliato mira, il petardo volo più alto. Il tipo era seduto, quindi il petardo fece un buco nei suoi pantaloni.
Elvis rideva così tanto che non si accorse che una delle sue guardie del corpo, che era dietro a lui, ne aveva lanciato uno enorme verso il suo fondoschiena. A quel punto, Elvis entrò, velocissimo, nel suo camerino e recuperò i suoi fuochi d’artificio. La battaglia con i petardi, continuò parecchi giorni. Il set sembrava e risuonava come in un film di guerra. Persino il regista Artur Nadel si fece coinvolgere, tanto da presentarsi sul set con un elmetto militare, per proteggersi. I fondoschiena erano bollenti e le dita ustionate, ma nel contempo veniva girata anche qualche scena del film. Tutti erano di pessimo umore e si vede.

STORIA #42


Il 16 Giugno 1966, Elvis iniziò il suo nuovo film “Double Trouble” con Annette Day.
Quando fu assunta, la Day aveva solo 18 anni ed era nervosa visto che sarebbe stato il suo primo film, ed inoltre avrebbe incontrato e lavorato con Elvis Presley.
Con la sua solita voglia di giocare, Elvis decise di fare uno scherzo alla Day.
Prese un avvoltoio di gomma dal magazzino e se lo mise sul braccio. Andò dalla Day e le chiese se le sarebbe piaciuto vedere il suo nuovo beniamino. Le piazzò davanti al viso l’avvoltoio, facendola urlare. La Day fece un salto all’ indiero, cercando di allontanarsi dall’uccello. Le ci vollero 10 minuti per tornare in sé. Elvis, tra una risata e l’altra, iniziò a scusarsi. Quando, finalmente, lei lo perdonò. Elvis le disse che non aveva mai visto nessuno strabuzzare gli occhi in quel modo.
Nel giro di pochi minuti entrambi ridevano a crepapelle.

hurt
15-11-2006, 14:51
STORIA #43


raccontato da dr. george nichopoulos

Sfortunatamente Elvis pensava che affinché qualcosa facesse più effetto, doveva essere iniettato. Ecco perché, gli davamo decongestionanti tramite iniezioni. Elvis aveva il terrore di andare sul palco, ritrovarsi con cedimenti della voce e non essere in grado di portare avanti lo show come sapeva fare lui. Anche se si fosse sentito perfettamente in forma prima di salire sul palco, riteneva che qualcosa, tipo un’iniezione, lo avrebbe protetto da qualcosa di negativo che poteva succedere. Non so se gli sia successo in qualche show, oppure cosa possa essere accaduto prima, ma, ogni volta, era difficile evitare di fargli queste iniezioni.
Ogni volta che Elvis si faceva fare un’iniezione (da uno dei bodyguards) tutti pensavano che fosse una specie di narcotico o cose simili, ma non era vero. Faceva iniezioni per alcune allergie che aveva e iniezioni di vitamina B-12 (era una di quelle persone che ritenevano che la vitamina B-12 lo avrebbe aiutato). Dopo l’iniezione, si sentiva meglio; Che questa l’aiutasse veramente o no, io non lo so.

raccontato da BECKY HARTLEY


Prima di cantare voleva farsi le iniezioni e cose del genere. Il Sig. Presley aveva scritto una lettera, ad un medico, perché si chiedeva come mai le iniezioni di vitamina B-12 costassero così tanto e più esattamente quali erano gli effetti. Il medico rispose e spiegò che, naturalmente, non poteva divulgare tale informazione.
Vernon voleva sapere e capire.

STORIA #44

Alla metà del 1970, Elvis venne a sapere, da un amico, la storia di un ragazzo che era quasi cieco. Il ragazzo necessitava di un intervento molto delicato per riacquistare la vista e la sua famiglia non aveva denaro a sufficienza per pagare l’ospedale.
Elvis contattò l’ospedale, fissò una data per l’intervento e assunse il miglior chirurgo oculistico di Memphis, per fare questo rischioso intervento.
Elvis non volle chiamare lui stesso la famiglia del ragazzo, ma incaricò l’ospedale di informarla che qualcuno aveva predisposto il tutto e pagato l’intervento.
Il ragazzo e la sua famiglia erano in estasi per questa bella notizia inaspettata.
L’intervento riuscì con successo ed il ragazzo riprese completamente la vista. Tutto l’ospedale venne completamente pagato, come pure il medico, prima ancora che il ragazzo fosse ricoverato e nessuno dello staff si è mai lasciato sfuggire chi fosse il benefattore. La famiglia non ha mai saputo chi abbia fatto il miracolo. Elvis era estremamente felice di sapere che la sua ricchezza poteva aiutare tanta gente.


STORIA #45


raccontato da SHAUN NIELSEN

Elvis è venuto parecchie volte alla Convention dei National Quartet di Nashville. Lo trattenevano nel backstage e lui aspettava fino a che tutti fossero sul palco, per ridurre al minimo la confusione. Lo tenevano quasi nascosto. Gli chiedevamo sempre se voleva essere presentato, e talvolta usciva e faceva qualche cenno di saluto e rientrava nel backstage. Quando veniva, era sempre un grande evento.

raccontato da JAMES BLACKWOOD

Quando poteva, Elvis era sempre presente alla convention. Mi ricordo una volta che mi cadde lo sguardo e lui era nel backstage. L’auditorium era stracarico di gente, tipo
4-5.000 persone. Quando Elvis arrivava sul palco, sembrava che milioni di occhi uscissero dalle orbite. Elvis aveva un grande amore per la musica gospel. I Grammys che ha vinto sono stati tutti per i suoi album gospels, e furono dei best-sellers. Mi è stato detto che, originariamente, Elvis ha copiato il suo stile da Jake Hess, che cantava con i quartetti degli Imperials e degli Statements. Come me, è stato cresciuto nella Chiesa Pentecostale


STORIA #46


Nell’Ottobre del 1974, Elvis sponsorizzò una ragazza, di nome Wardee Anderson, per la maratona ciclistica annuale, in favore dell’Associazione Diabetici della California. Wardee aveva contattato Elvis nella casa di Bel Air e gli aveva chiesto di sponsorizzarla. Gli piaceva l’idea che si corresse in bicicletta per i soldi e così le disse che le avrebbe pagato $ 5 per ogni miglio. In quei giorni, la media che veniva pagata era 25 o 50 cents a miglio. Per qualcuno pagare $ 5 a miglio era impensabile. Alla fine della gara di beneficenza Wardee aveva fatto 28 miglia. Elvis compilò subito un assegno di $ 140 e con orgoglio lo diede alla ragazza. Il contributo e la partecipazione di Elvis permise di raggiungere $ 7.000 in più rispetto ai previsti $ 50.000



STORIA #47


Nonostante Elvis andasse raramente nei bar, una delle ragazze che frequentava, gli chiese di portarla in un bar. Poiché non voleva deluderla, Elvis la portò. Si sedettero ad un tavolo, in un angolo, per avere un po’ di privacy. Elvis ordinò una soda per lui, mentre la ragazza chiese un martini. Sentì due uomini che facevano degli apprezzamenti su di lei e chiese loro di scusarsi con la ragazza. Questi si misero a ridere, affermando che non l’avrebbero mai fatto una cosa simile. Elvis chiese loro di allontanarsi e quando questi si rifiutarono, afferrò uno di loro e gli diede un pugno. Poi afferrò l’altro e fece la stessa cosa. Fatto questo, Elvis impose ai due di scusarsi con la ragazza. Poi la aiutò a mettersi il cappotto e uscirono dal bar. Così tornarono a casa per godersi un po’ di tranquillità.


STORIA #48


Il 26 Marzo 176, Elvis e il suo elettricista andarono nel negozio di materiale elettrico per comprare un nuovo lampadario per Graceland. Mentre stavano guidando sulla statale, videro un camion capovolto. Elvis fermò la macchina e corse a vedere cos’ era successo. Chiese ad un ufficiale della polizia presente sul posto, se poteva essere d’aiuto, e l’uomo si girò e gridò “Sì!! Togli la tua dannata macchina dalla strada!” Elvis prese il suo distintivo di sceriffo e lo mostrò al poliziotto, ma l’ufficiale non ne fu colpito. Disse “Bello, ma adesso spostati!” Offeso dall’arroganza e maleducazione del poliziotto, Elvis arrabbiato, prese la macchina e tornò a casa. Il giorno dopo, lo stesso poliziotto andò a Graceland per scusarsi con Elvis. Dopo aver saputo del fatto, lo sceriffo lo aveva obbligato ad andare a scusarsi. Quando Elvis venne a sapere che il poliziotto era in corridoio, si rifiutò di incontrarlo. Il poliziotto rimase scioccato dal comportamento di Elvis. Tornato alla stazione di polizia, raccontò allo sceriffo, quanto successo. Fu sospeso, senza paga.

hurt
16-11-2006, 20:26
Continua

Ero indeciso se inserire le storie che seguono perchè si riferiscono ai problemi di Elvis con le droghe. Poi ho deciso di inserirle perché, dal Dott. Nick fino a Sonny, parlano di quello che fecero per controllare le assunzioni di Elvis, ma non parlano delle LORO assunzioni di droghe. Sono l’unico che trova strano tutto questo??
Che cosa ha fatto Elvis, cosa hanno fatto tutti, ma nessuno sembra abbia la voglia di parlarne.

Hummm …… E’ forse il tipico caso del cane colpevole di essere il primo ad abbaiare?

STORIA #49

raccontato da :


Dr. George Nichopoulos

Elvis era capace chiamare altri medici ed ottenere medicine extra. Ho dovuto fare in modo, di avere la massima collaborazione, da parte di chiunque fosse intorno a lui, in modo tale da limitare questi extra che assumeva. Mi sono trovato costretto a far prendere coscienza del fatto che, se non avessimo tenuto la situazione sotto controllo, la cosa, non solo, avrebbe avuto degli effetti su Elvis, ma anche sul loro lavoro. Se Elvis non lavorava, anche loro non avrebbero lavorato.
Alcuni possono pensare che volevamo fargli un favore, tacendogli ciò che stava accadendo, invece i ragazzi stavano male per lui e per loro stessi. Avevamo adottato una sorta di rotazione: quando i piloti si mettevano in volo, mi chiamavano; quando qualcuno doveva andare all’aeroporto per Elvis, mi informavano. Alle volte ritiravano una spedizione di medicine e la portavano nel mio ufficio.
Il fatto è che se lui si metteva in testa, di avere qualcosa, gli era facile procurarselo. Nascondeva le droghe ovunque. Nel periodo di maggiore malattia nel 1973, mentre era in ospedale, Joe Esposito ed io andammo nella sua stanza e rovistammo dappertutto. Aveva 3 bottiglie (di medicine) con migliaia di capsule dentro ognuna di loro: in una c’era Dexedrina, nella seconda c’era Seconal e la terza conteneva del sedativi. Un migliaio di capsule in ogni bottiglia Le abbiamo buttate via tutte. Questa era una cosa sporadica. C’erano volte in cui, quando tutto andava bene, e non prendeva niente, periodi in cui era totalmente libero dalle droghe.

SONNY WEST

Elvis era molto determinato nelle cose di cui era convinto. Se si fosse messo in testa che doveva uscire dalle droghe e non prenderne più (Se realmente ha mai pensato di farlo) lo avrebbe fatto e non avrebbe preso più, una pillola. Quello che intendo, è che avrebbe potuto farlo, esattamente come ha fatto altre cose; doveva solo convincersene.

DR FOREST TENNAT JR. (esperto sugli abusi delle droghe)

Penso che Elvis Presley, avesse pochissima conoscenza di quello che gli stavano facendo le sue medicine, o perché le stesse prendendo. Quando arrivi ad avere un tuo problema con la droga, facendo miscugli oppure non sai perché prendi le tue medicine, e non ammetti, con te stesso, che lo stai facendo, allora vuol dire che hai il problema. Questo è quanto che è successo ad Elvis.

STORIA #50

raccontato da:

LINDA THOMPSON

La vita con Elvis non era tutta rose e fiori. C’era parecchio male al cuore ed era evidente un comportamento autodistruttivo. Per me, era molto difficile vedere l’uomo che tanto amavo, distruggersi in quel modo.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Elvis cercava sempre le scorciatoie, tipo “Devo assolutamente dimagrire velocemente!” Credo nel Novembre del 1973, trovò questo medico in California che propose, ad Elvis, di fargli un trattamento di agopuntura…. ma glielo faceva con le siringhe. Usava degli anestetici locali, un po’ di Novocaina, un po’ di Demedrol, e vitamina B-12, Naturalmente Elvis, dopo si sentiva in grande forma. E’ così che, la malattia è iniziata. C’era così tanto cortisone e Demerol, in quelle iniezioni che divenne dipendente al Demerol. Da quanto cortisone gli era stato iniettato, sembrava Cushingoid: il viso e le mani gonfi, il suo corpo sovrappeso,. Era talmente sedato, quando tornò a Memphis, che fu portato fuori dall’aereo a braccio. Chiamai, immediatamente, un’ambulanza. C’erano tutta una serie di effetti collaterali, la sua ulcera stava sanguinando a causa del cortisone, e per alleviare i dolori doveva prendere delle medicine. Ha avuto un momento veramente difficile: era vicino alla morte. Lo feci ricoverare all’ospedale e chiamai due specialisti per disintossicarlo. Quella è stata la prima volta che ho dovuto disintossicarlo, ma ho sempre pensato che questa situazione di overdose, fosse stata una cosa accidentale. Mentre era in ospedale, abbiamo dovuto chiudere, in cassaforte, la sua cartella clinica. Tutti volevano vedere quello che c’era scritto. Gli addetti all’accettazione, i tecnici di laboratorio vendevano il suo sangue e le sue urine. Era pazzesco!! Abbiamo dovuto evitare di registrare un sacco di cose, in quanto era difficile mantenere il segreto. Non sapevamo quanto fosse dipendente, così abbiamo fatto un trattamento con una medicina tipo il Demerol. Avevamo interrotto il Demerol e davamo un dosaggio, a scendere, di Metadone. Cominciò a sentirsi meglio. Elvis era molto dispiaciuto, di quanto successo, cercò di comportarsi bene e promise che non lo avrebbe fatto più.

MARY ANN MOBLEY

In qualche modo Elvis è stato vittima della sua fama, ma credo che i medici gli abbiano dato qualsiasi cosa chiedesse.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Ho preso vera coscienza del fatto che Elvis usava droghe sempre più pesantemente, dopo l’incidente dell’agopuntura. Pensavo che se era stato così facile arrivare a quel punto, allora significava che era una facile esca, per tutti coloro che volevano giocare con lui. Era un ingenuo riguardo i dottori, per molte cose. Appena ripresosi, dall’esperienza dell’agopuntura e ricominciò a lavorare, mi accorsi che girava tutto lo stato per cercare qualcosa contro il dolore, cosa che non avrebbe dovuto fare.
Questo successe, dopo che si comprò l’aereo personale e quindi gli divenne facile.

STORIA #51


RACCONTATO DA:

DR GEORGE NICHOPOULOS

In occasione di un ricovero in ospedale qualche dottore, gli aveva spedito per posta alcune medicine “che l’avrebbero fatto sentire meglio”. Non eravamo in grado di identificarle, perché erano di produzione locale. Elvis non avrebbe dovuto prenderle, e quindi, le buttammo via.
Una volta un medico venne a trovarlo e gli diede delle medicine, senza informarmi. Chiamai il medico e gli chiesi che cosa gli stava dando. Disse che era solo placebo, di non preoccuparsi, non c’era niente in quelle pillole. La bottiglia aveva il sigillo di fabbrica. Era vero.

DR FOREST TENNAT JR. (esperto sugli abusi delle droghe)
Ogni specialista di medicina interna e in generale, tutti i medici praticanti negli Stati Uniti, hanno, nelle loro cartelle, qualche paziente come Elvis Presley. I medici lo sanno e, francamente, sanno che sta nel loro buon senso, gestire queste cose. Dottori come me cercano di capire cosa si possa fare con loro, ma è un grande impegno ed è molto faticoso. I casi Elvis Presley, sono routine nell’ambito di un certo ramo della medicina.
I sondaggi nazionali dimostrano che il 90% delle medicine prescritte da un medico vengono prese, così come sono prescritte. Tuttavia, i medici sanno che esistono quei pazienti, anche se pochi – pari al 5% di coloro che prendono queste sostanze - che non usano il dosaggio prescritto. Hanno questa azione compulsiva di prenderne sempre di più.
Risulta che, noi non abbiamo il potere di toglierli dalle medicine o non siamo in grado convincerli a non passare da un medico, all’altro o da un pronto soccorso, all’altro. Prendono le medicine in forma compulsiva e rifiutano di andare in psicoterapia oppure, con quel metodo ritengono di aver fallito.
C’è una differenza tra la dipendenza controllata e quella incontrollata. Quello che riscontriamo nelle persone che prendono una medicina tanto compulsivamente da creare dipendenza è che, è molto meglio aver la dipendenza medica piuttosto che avere una dipendenza incontrollata. In altre parole è il male minore.

SONNY WEST

C’erano volte in cui si svegliava nel bel mezzo della notte e assumeva cose. Ecco perchè, c’era sempre qualcuno di noi a vegliarlo, così non lo avrebbe fatto o, magari dimenticandosi di averlo fatto, accidentalmente poteva riprenderle. Ci sono state un paio di volte in cui Elvis andò quasi in overdose, ma venne salvato.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Abbiamo avuto una discussione e io gli dissi che non riuscivo ad aver fiducia in lui, visto che continuava a prendersi le medicine da solo. Non lo accusavo di sovradosarsi e di prenderne deliberatamente troppe, ma la gente che era con lui, alle volte lo vedeva allontanarsi e prendere qualcosa e poco dopo era mezzo addormentato. Ricordo che si era svegliato ed era andato in bagno a prendersi una pillola, tanto per essere sicuro di riuscire a dormire di nuovo….. e non ne aveva bisogno. Questo è successo quella volta in cui, ci furono un sacco problemi in un tour. Dissi “Fai tenere a me le tue medicine e mi chiami, se hai bisogno di me”. Per questa cosa mi sono tormentato di domande. Sarebbe stato più facile darle tutte a lui e dirgli: “Eccole, sei tu che le vuoi prendere” Per un periodo è andata veramente bene, poi è ritornato al punto di partenza e mi disse “Hey, sono adulto. Sono un uomo cresciuto. Perché non posso tenere le mie medicine?” Tutti lo fanno. Perché devi farmi da baby sitter?” e io risposi “Abbiamo provato in altri modi e abbiamo visto cosa è successo. Questo è l’unico modo che ho per potermi fidare”. Si arrivava a questo, e sembrava lo capisse.

hurt
16-11-2006, 20:31
STORIA #52

RACCONTATO DA:

CHERYL JOHNSON

In Agosto Elvis si sarebbe di nuovo esibito all’Hilton di Las Vegas, e annullò due spettacoli. Dissero che era perché aveva l’influenza, ma molti fans iniziarono a preoccuparsi per lui.

ED PARKER

Una volta all’Hilton, Elvis chiese ai ragazzi di stare tranquilli a tavola, ma loro niente.
Elvis prese la sua pistola e sparò 5-6 volte in aria. Fece dei buchi al soffitto, ma attirò la loro attenzione! Era un suo modo di liberarsi. Alcune persone cercarono di farlo apparire come qualcos’altro, non era così.
Un’altra volta Elvis chiese ai ragazzi di spegnere la tv perché c’era Robert Goulet in onda. Non lo fecero, così salì al piano superiore e sparò alla tv. Certi dicono che fosse un vizioso – un pazzo, ma non lo era. Era un suo modo strano di attirare l’attenzione.

FRED FRIEDRICK

Elvis sparò alla sua Ferrari. Era successo qualcosa – uscita di strada o bloccata, cose simili insomma, così lui le sparò. Disse: “L’ho uccisa”.
Qualcuno andò a prendere la macchina e la riportò a casa.
Elvis disse: “Riporta quella dannata cosa dove l’ho lasciata. E’ morta!”

STORIA #53

RACCONTATO DA :

PAUL DOUGHER

Eravamo ottimi amici, ma nel tempo era diventato un problema vederlo. E ci ho rinunciato. Potevi chiamarlo e chiedere di passartelo al telefono. Ho sempre potuto parlargli al telefono o incontralo sul viale. Gli facevano sapere che c’ero e lui diceva “fatelo salire”. Più avanti, con così tanta gente che cercava di servirlo, penso che abbia desiderato maggiormente di stare per suo conto, isolandosi. Quando chiamavo, rispondeva Charlie Hodge oppure Joe Esposito. Dicevano: “E’ occupato adesso” Probabilmente non volevano fargli sapere che ero io al telefono. Alla fine ci ho rinunciato e lo vedevo solo quando veniva a trovarmi lui. Quando mi veniva vicino, gli dicevo “Ho cercato di parlare con te” e lui “Digli chi sei” e io gli spiegavo “Questo non sempre aiuta!”

EDDI FADAL

La Memphis Mafia lo isolava. Avevano paura che qualcun altro avrebbe invaso il loro territorio , così facevano di tutto per tenere lontano chiunque. Intorno ad Elvis, c’era un cerchio invalicabile e non credo che Elvis se ne fosse reso conto. C’era un sacco di gente che chiamava e voleva parlare con lui, perché aveva in corso dei business con Elvis. Alcuni erano artisti importanti e tecnici di registrazione che Elvis voleva vedere, ma non era possibile by passare il gruppo.

GEORGE KLEIN

Elvis sapeva che alcuni di noi, come Red West ed io, non eravamo là per i soldi o per godere della sua fama – Eravamo con lui da prima che diventasse famoso. Certamente siamo arrivati sino in cima con lui, ma non eravamo Johnny-come-lately. Eravamo amici suoi quando non era nessuno e lui non l’ha mai dimenticato.

STORIA #54

RACCONTATO DA :

MYRNA SMITH

Probabilmente, a Jerry i cambiamenti di Elvis erano più evidenti, che a me. Mi rendevo conto che certe sere, quando arrivava sul palco, non era lui; praticamente era come se non si fosse svegliato del tutto. Dormiva tutto il giorno e non si alzava fino al tardo pomeriggio. In quel momento faceva colazione e poi si preparava per lo show. Talvolta arrivava che era ancora mezzo addormentato. Anche quando camminava sul palco sembrava semi addormentato. Però faceva il suo spettacolo, perché lo conosceva perfettamente. Durante lo show, comunque si fosse presentato all’inizio, si svegliava completamente. Alcune volte, in cui io ero a conoscenza che stava attraversando un periodo difficile, lo aiutavo a tirar fuori se stesso! Guardava verso di noi, per trovare l’ispirazione. Se guardi i suoi spettacoli, ti accorgi che, spesso, guarda verso di noi, con quegli occhi imploranti. Dovevamo dargli la spinta. Dovevamo creare confusione, in modo tale che si caricasse per andare avanti, c’era qualcosa che doveva superare con se stesso. Alle volte, glielo vedevo, e capivo quanta paura avesse, perché aveva gli occhi vitrei e non era sveglio del tutto. Per me era evidente e pensavo “Adesso cade”.

RONNIE TUTT

Verso la fine, ho visto grossi cambiamenti in Elvis.
C’erano sere in cui avevo la sensazione che fosse stanco e talmente giù, che ritenevo opportuno aumentare la forza dei colpi sulla batteria, battere più forte di quanto facessi normalmente.
C’erano volte in cui, nella mia mente, gli dicevo “Dai, alzati. Vai avanti!” cioè quelle cose che lui avrebbe detto a me. Alle volte gli davo i miei segnali e lui li capiva, ma c’erano alcune sere che sembrava completamente assente, veramente a terra. Ci sono state anche, alcune sere, in cui, vuoi la gente del pubblico era troppo educata, o troppo intimorita o troppo conservativa, o qualsiasi altra cosa, ma quel pubblico non dava il normale riscontro, o almeno quello a cui eravamo abituati. Elvis si sentiva amareggiato, incapace, inutile e camminava avanti e indietro dicendo “Che vada tutto all’inferno” Quello che intendo, è che lui faceva il suo spettacolo - e in questo senso ha sempre rispettato il suo pubblico – ma certamente non se la sentiva di tornare sul palco, fare dei bis o piuttosto di lavorare ancora di più.


TONY BROWN

La band includeva una sezione ritmica, con circa 20 coristi e 12 trombe. Era un grande gruppo. Eravamo seduti nella dressing room e si parlava della situazione. “Perchè qualcuno non affronta Elvis?” “Ce lo ritroveremo che crolla” “Speriamo di poterlo aiutare” Rivolgendoci a Ronnie Tutt, gli dicevamo “Tu lo conosci bene, perché non gli parli??” Però, tutti noi sapevamo che si limitava ad una speranza, visto che Elvis era circondato da quella cerchia di persone, sai, tutti quelli così chiamati amici e tutte quei bodyguards. Se tu ti azzardavi a chiedere “Posso stare 5 minuti da solo con Elvis?” la risposta sarebbe stata “Assolutamente no!!!” Probabilmente pensavano che tu volessi parlare con Elvis, per chiedergli una Cadillac o cose del genere. Se riuscivi ad avere 5 minuti con lui, li avresti visti aprire la porta, ogni minuto, per controllare cosa succedeva. Era assolutamente irreale pensare di passare mezz’ora, da solo con Elvis, per potergli dire: Elvis, amico, potresti seguire un programma che ti permetta di ripulirti e perdere peso. Amico, ti sentiresti molto meglio” Questo tipo di conversazioni non potevano esserci, perché se ti trovavi vicino ad Elvis, lui stesso manteneva un controllo della conversazione, con argomenti futili.

STORIA #55

RACCONTATO DA:

LARRY NIX

La seconda volta che Elvis venne a Stax, (10 - 15 Dicembre 1973), era molto su con il morale. Aveva la figlia con sé e c’era la sua ragazza (Linda Thompson). Assunsero una ragazza per rispondere al telefono. Dovevamo tenere una linea sempre aperta, in modo tale che il Colonnello potesse sempre mettersi in contatto con lui. Una delle cose che mi colpì, fu quando Elvis si girò verso uno dei suoi ragazzi e disse “Hey, Hey, stasera è lunedì sera, vero?” E il ragazzo “Sì” e boom! Tutti sparirono. Non più di 15 minuti dopo, il tipo tornò con un grande vecchio televisore, con tante etichette attaccate. Elvis aveva mandato qualcuno a comprarlo e fatto portare in studio per vedere la partita di football del lunedì. Quando partirono, lasciarono lì quella tv che era servita solo per guardare, una partita, una volta.
Un’altra cosa che mi sorprendeva era che quando un autore, registrava una canzone su un nastro, io dovevo trasferirlo sul disco. Elvis voleva verificare tutte le canzoni sul disco. Forse era perché era più facile ascoltare dei pezzi, in un disco, piuttosto che riavvolgere la cassetta. Non so. Mi portavano la canzone, io facevo l’acetato, che poi lo portavano in studio dove facevano le incisioni. Elvis l’ ascoltava, e la faceva. La canzone doveva essere fatta, identica alla demo. Questo mi lasciava sbalordito. Non c’era immaginazione, nessun “fate un po’ così, qui” Felton Travis era il produttore, ma tutta la produzione era già stata fatta sulle demo. Dovevano limitarsi a copiarla.
La figlia di ELvis stava lì con lui quando cantava. La maggior parte delle volte, alle 10 o 11, si addormentava, così lui la prendeva e la portava a letto. Posso dire che lei era tutto per Elvis. Niente altro aveva importaza. Si prendeva molta cura di lei.

hurt
16-11-2006, 20:34
STORIA #56
RACCONTATO DA:

DAVID BRIGGS

Elvis amava e adorava Lisa Marie. La piccola lo sapeva bene. Era pazzo di lei. Voleva che tutti fossero molto gentili con lei e non voleva, assolutamente, che lei sapesse dei problemi che lui aveva. Era protettivo, come tutti i papà. Per quanto ho potuto vedere, era la cosa più importante della sua vita.

LINDA THOMPSON

Elvis era un genitore estremamente adorabile. Sono stata con Lisa da quando aveva 4 anni fino a quando ne aveva quasi 9. Ogni estate Elvis ed io avevamo Lisa da noi. Ogni Natale veniva e stava con noi. Abbiamo passato molto tempo insieme. Elvis le dava quella cosa che è vitale per un figlio ricevere da un genitore, e che inequivocabilmente si chiama amore. Lei sapeva, senza ombra di dubbio, che suo padre la adorava. Elvis non sempre aveva ragione. Non sempre, era severo come avrebbe dovuto essere e non sempre era indulgente come avrebbe dovuto, ma era sempre, sempre amorevole come era giusto che fosse. In ogni momento, Elvis faceva sapere a Lisa Marie quanto l’amasse. Non aveva esitazioni, o ritrosia a dirle “Il tuo papà ti ama così tanto” e, mentre glielo dichiarava, aveva le lacrime agli occhi. Sai, Lisa era solo una bambina, assorbiva tutto questo. Sapeva che suo padre la adorava. Elvis con lei rideva, le manifestava fisicamente il suo amore, e queste sono cose molto importanti. Era, veramente, molto amorevole, un meraviglioso genitore che adorava sua figlia.

STORIA #57

RACCONTATO DA

GEORGE KLEIN

Barbara Streisand venne nel backstage, all’Hilton, con Jon Peters per vedere Elvis. Volevano dargli una parte importante nel loro film “È Nata Una Stella” A Elvis piaceva l’idea e anche a Joe Esposito e Jerry Schilling. Al tempo, nel gruppo, io ero marginale. Non ero là con lui, ogni giorno, ma davo il mio piccolo contributo. Dissi “Sì, bella idea” Poi girò la trattativa a Parker e finirono a parlare di soldi. Il Colonnello Parker disse alla Streisand “Lo faremo a tot milioni anticipati e il 50% dell’incasso del film.”

SHAUN NIELSEN

Le richieste economiche, fatte dal Colonnello per far partecipare Elvis al film “È Nata Una Stella” erano talmente alte, che credo che la Steisand non fosse in grado di affrontarle. Non ho mai capito perché Elvis non abbia mai detto “Colonnello, queste sono cose che io voglio fare. Ora se vuoi continuare bene, se non vuoi, vai per la tua strada. Io lo faccio” Credo, però, che essendo con il Colonnello da molti anni, Elvis avesse paura ad andare avanti da solo.

EDDIE FADAL

Elvis voleva fare qualcosa di importante. Voleva fare un film e diventare come Marlon Brando. Sapeva tutti i dialoghi a memoria di The Wild One, incredibile. Solo ascoltando un po’ di volte, era in grado di ripeterlo quasi a memoria. Riusciva a recitare a memoria quel monologo del film Patton. Gli piaceva molto.

STORIA #58

A Graceland, Elvis aveva una libreria con 250 libri circa, molti di essi erano sulle religioni e sull’occulto. Alcuni di questi erano:

01. The Bible
02. The Face Of Jesus - Frank O. Adams
03. The Prophet - Kahlil Gibran
04. Autobiography Of A Yogi - Paramahansa Yogananda
05. The Secret Teachings Of All Ages - Manly P. Hall.
06. Sun Signs - Linda Goodman
07. Cheiro's Book Of Numbers
08. The Masters - Anne Besant
09. Only Love - Sri Daya Mata
10. The Infinite Way - Joel Goldsmith
11. The Secret Doctrine - Helena P. Blavatsky

Quando viaggiava si portava dietro due bauli pieni di libri. Molti di questi gli erano stati consigliati da Larry Geller. Dopo che il Colonnello era riuscito a interrompere l’influenza di Geller su Elvis, questi due bauli e il loro contenuto, furono bruciati.
Altre persone che incoraggiarono Elvis a leggere, furono l’attrice Donna Douglas e l’istruttore di arti marziali Ed Parker, il giornalista May Mann e il mentore Larry Geller. L’istruttore di arti marziali Kang Rhee incoraggiò Elvis a leggere molti libri sulle arti marziali.
STORIA #59

Una mattina del 1974, Elvis chiamò Schilling Lincoln-Mercury e gli disse di preparare la showroom per lui. Disse al concessionario, Percy Kidd, che sarebbe sceso entro 20 minuti. Elvis era di buon umore e voleva comprare le macchine Lincoln Continental Mark IV, per i suoi amici. Quando il gruppo arrivò dal concessionario, Elvis disse ad ognuno di scegliersi la macchina che voleva. Quel giorno, acquistò 7 macchine. Quando chiese il conto, firmò un assegno e non si mise assolutamente a trattare. Quando il gruppo tornò a Graceland con le loro macchine nuove, Vernon ad Elvis chiese la ricevuta. Verificando che non l’aveva, Vernon si mise a sbraitare con il figlio. Aveva pagato le macchine a prezzo pieno e anche le tasse. Vernon gli disse di tornare dal concessionario e farsi fare uno sconto, visto che aveva comprato così tante macchine in una volta sola. Quando Elvis disse a Kidd che gli spettava uno sconto per 7 macchine, l’uomo si rifiutò, dicendo che l’affare era fatto ed era troppo tardi per fare lo sconto. Kidd sapeva che Elvis era in grado ci pagare il prezzo pieno e sapeva anche, che, in quel modo ci avrebbe guadagnato un’ altissima provvisione.
Scortato dalla polizia, Elvis tornò dal concessionario alle 3 del pomeriggio per rendere le macchine. Il concessionario era sconvolto, perché in questo modo aveva perso una grossa vendita. Più tardi, Elvis andò da Foxgate Lincol dove comprò le 7 macchine, con uno sconto di $ 1.500. Visto che, il concessionario Dewayne Curtis non era in possesso delle macchine colorate che Elvis voleva, chiamò Percy Kidd e fece una trattativa segreta per Elvis. Schilling Lincol-Mercury era il proprietario della Foxgate Lincoln.

STORIA #60

RACCONTATO DA

GEORGE KLEIN

Elvis non ha mai perso la sua voglia di vivere, amava la vita. Amava i tours, ma aveva messo su peso e sapeva che non era nella forma migliore, anche se si sa non si può essere al meglio ogni sera – è impossibile - e anche lui era un esser umano. Anche se stava male, Elvis doveva esserci ed esibirsi davanti a 15.000 persone. Annullava i concerti, solo quando era molto ammalato. Molte volte, saliva sul palco malato come un cane, con un pessimo raddreddore o l’influenza o un’infiammazione alla gola. Odiava deludere i suoi fans, perché li amava.

LARRY STRICKLAND

Per me era solo un ragazzo semplice e gentile. Era sempre Elvis, ma non recitava la parte di Elvis. Era molto alla mano, aveva la sua parte di uomo molto normale. C’era un momento dello spettacolo dove lui amava cantare un paio di canzoni con la tonalità di basso. Sarebbe sceso di un’ottava e il mio lavoro era di armonizzare e cantare con lui. Se di fondo, nessuno avesse guardato me, tutti avrebbero pensato che era Elvis a fare quelle note così basse. Eravamo arrivati a farlo benissimo insieme. Durante la canzone, non lasciava trapelare al pubblico che non fosse lui; ma ogni sera dopo la nostra canzone, Elvis veniva verso di me e faceva sapere alla gente che non era lui quel basso. Avrebbe potuto continuare, e il pubblico non l’avrebbe mai saputo. Era un uomo vero, onesto, che amava la musica e chiunque avesse talento musicale.

BEN WEISMAN

L’ultima sera della stagione di Las Vegas, Elvis mi invitò ad una delle sue feste. Salii al piano superiore e me ne stavo seduto tranquillo. Io non amo molto le feste. Verso le 6 del mattino, venne verso di me e mi disse di andare con lui. Disse “Ben, come mai sei così tranquillo?” Dissi “Non ho molto da dire” E lui, “Quante canzoni tue ho inciso?” “57” e lui “57!!” Mi abbracciò, e facendomi alzare in piedi, davanti a tutti disse “Voglio che tutti voi conosciate Ben Weisman che ha scritto canzoni per me più di ogni altro autore: cinquanta sette. Voglio dirlo, per onorare quest’uomo” Ci fu un grande applauso, e mi accompagnò al pianoforte. Disse “Ben, voglio che tu ascolti questa canzone. Si chiama “Softly As I Leave You” Parla di un uomo che sta per morire” Eravamo nel 1976, circa un anno prima che morisse. C’era qualcosa che non andava e lui lo sapeva.

hurt
16-11-2006, 20:35
STORIA #61

RACCONTATO DA

EDDIE FADAL

Elvis si sentiva in colpa se deludeva i suoi fans. Li amava veramente e se tu lavoravi per lui e offendevi i suoi fans, era rischioso e potevi essere licenziato.

MYRNA SMITH

A causa delle pillole che prendeva, Elvis si arrabbiava facilmente. Tutti i ragazzi, per un motivo o per l’altro, erano stati licenziati, ma di solito venivano ri-assunti – come penso sarebbe successo a Red e Sonny. Non sarebbe stato irreversibile, li avrebbe richiamati: erano i suoi amici. L’ho visto arrabbiato un paio di volte. Quando sentì del libro di Red e Sonny e dell’altro si arrabbiò, ma soprattutto gli fece molto male. Non voleva che Lisa leggesse quella roba. Loro dicono che lo scopo era un ultimo tentativo di aiutarlo, ma Elvis disse che si sentiva tradito.

LARRY GELLER

Scoprimmo del libro Elvis What Happened, alla fine del 1976. Ha distrutto Elvis. Non riesco a dirti il dolore che questo gli ha creato. Questa cosa era l’esplosione sensazionale (e controversa) di un’icona. Mesi più tardi, Elvis l’avrebbe allontanata dai suoi pensieri. Forse pensava che non sarebbe uscita – forse era solo il suo rifiuto. Ma io sapevo che sarebbe uscita; tutti noi lo sapevamo.

BILL E. BURK

Poco dopo il licenziamento, Red ed Elvis parlarono al telefono e Elvis espresse il suo dispiacere per l’uscita del libro. Elvis sapeva cosa stava succedendo, ma non disse mai “Non farlo”. Si limitò ad esprimere il suo dispiacere. Verso la fine della telefonata Elvis disse a Red: “Fai quello che devi fare”

LINDA THOMPSON

Un giorno dissi a me stessa “Posso stare qui per sempre, e posso invecchiare oppure morire perché sono esausta, per cercare di accudire questa persona. Alla fine dipende da lui. Lui è l’unico che deve avere cura di se stesso. Non posso farlo per lui.” Così alla fine mi sono decisa “Non voglio fare questa vita per il resto della mia vita”

GEORGE KLEIN

Non credo che Elvs sapesse veramente quanto fosse malato. Credo che nessuno lo sapesse. Sapevamo che non era in buona salute, che non stava bene, ma non avevamo la minima idea che fosse ammalato così tanto.

STORIA #62

Si disse che, il giorno in cui Elvis Presley morì, la RCA Records si trovava sull’orlo della bancarotta. Da parecchi mesi, la società aveva difficoltà finanziarie e sembrava non ci fossero vie d’uscita.
I dipendenti raccontarono che avevano già avviato le pratiche per dichiarare il fallimento e le ultime carte erano già pronte, quando ricevettero la telefonata che informava della morte di Elvis Presley.
L’esecutivo andò a rovistare tutti i loro file e trovarono una polizza assicurativa su Elvis di $ 2.5 Milioni. Con quel denaro, la RCA fu in grado di pagare molti dei loro debiti e trattare per rimanere nel business. Alcuni giorni più tardi, la società ricevette ordini di dischi di Elvis Presley per oltre $ 4 Milioni! La RCA distrusse tutte le carte relative alla richiesta di fallimento.
Nel corso di quell’anno guadagnarono $ 25 milioni.
Frank Sinatra si esibiva all’Alpine Music Theater di East Troy, Wisconsin, alla fine di agosto del 1977. Durante la seconda parte del suo spettacolo, Sinatra cantò alcune delle canzoni più popolari di Elvis e disse al pubblico “Signore e Signori, abbiamo perso un amico. Oggi abbiamo perso un grande amico! Ciao Elvis!”
Poi chiese tutti un momento di silenzio per ricordare l’ultimo grande Re del Rock ‘n Roll.

Come molti sanno, quando Elvis morì, suo padre ebbe un grave attacco di cuore. Era il suo secondo infarto. Vernon era sconvolto e completamente distrutto per la perdita del suo unico figlio. Adesso era rimasto solo al mondo. Nell’agosto del 1978, un doloroso anno dopo la morte di Elvis, Vernon ordinò una decorazione floreale speciale, per la tomba di suo figlio. Il messaggio sul nastro rosso diceva “E’ passato un anno, da quando ci hai lasciato, figlio mio. Ancora non riesco a crederci. Mi manchi terribilmente. Ti amo tanto – Papà”
Vernon andava sulla la tomba, nel Meditation Gardens, per mettere ordine sulla lapide di Elvis. Usava il bastone e si muoveva a piccoli passi. Era molto determinato ad andare ad onorare la tomba di suo figlio, anche se ciò gli costava fatica e dolore. Dopo aver messo i fiori sulla tomba di Elvis, Vernon piangeva lacrime amare. Non avrebbe mai pensato di sopravvivere a suo figlio. Vernon si inginocchiava sulla lapide, tenendosi sulle barre che circondano la tomba, e piangeva tutto il suo dolore. Poi lentamente si alzava e piano piano tornava a casa. Sapeva che suo figlio ormai se n’era andato – andato per sempre.


F I N E

Sciamano
17-11-2006, 08:38
Hurt, lo sai di essere fantastica!!!:-+ grazie di quasto immenso contributo di tutto il tuo impegno dato

Neko
17-11-2006, 13:38
grazie 1000 Hurt.... ma anche di più.... facciamo 999.999.999.999,9999999999991 volte grazie...

françois
17-11-2006, 13:53
Fantastico tuute belle queste storie, le ultime un po tristi.

hurt
17-11-2006, 14:44
Hai ragione François!

D'altra parte ELVIS era molto triste :-(:-(:-( :-(

Reggae79
18-11-2006, 11:34
Ti faccio i miei più sinceri complimenti per questo tuo magnifico lavoro. E' veramente bello leggere così tanti aneddoti tutti insieme...grande!

valep
18-11-2006, 18:53
Sempre grande, Hurt! Faccio una proposta ai gestori del sito: aprire una sezione, tra i menu, dedicata a questi aneddoti.

Clint Reno
18-11-2006, 19:16
Confermo quanto già detto precedentemente: ottimo lavoro! :smile:

Clint Reno
11-01-2007, 20:21
Durante una pausa sul set di Loving You, Elvis autorizzò la co-protagonista Dolores Hart, a fargli i riccioli. Elvis era sempre stato molto curioso di vedere come stava con I capelli mossi o ricci e permise a Dolore di farglielo.
Cinque minuti dopo, il regista Hal Kante entrò nel camerino della Hart e scoppò a ridere. L’immagine che gli si presentava davanti era Elvis, con i bigodini rosa su tutta la testa. Kanter rise così tanto e così a lungo che cominciò ad avere i crampi allo stomaco. Dovette uscire perché non riusciva a reggere la vista di Elvis in quelle condizioni. Hal Wallis chiese a Kanter perché ridesse in quel modo. Wallis vide la Hart che velocissimamente toglieva i bigodini dalla testa di Elvis. Elvis non riusciva a credere a tanta sfortuna: sia il produttore che il regista lo avevano visto con i bigodini!!
Fu riluttante a tornare sul set e quando lo fece, vide tutti due Kanter e Wallis che nascondevano i loro risolini. Elvis girò la scena con la Hart e, appena finito, scappò nel suo camerino.


Ho appena trovato delle rarissime foto che documentano l'evento! :)
Eccole!

http://img444.imageshack.us/img444/5517/copyofep04ak8.jpg

http://img444.imageshack.us/img444/9136/ep04jl4.jpg

http://img444.imageshack.us/img444/783/elvis3lm0.jpg

hurt
11-01-2007, 20:26
GRANDEEEEEEEEEE IMPERDIBILE ANGELO !!!!!!!!!!!!!!! :smile::smile:

:-P:-+:) STRATOSFERICO !!!!! :-\:|:-) :-+

Clint Reno
12-01-2007, 06:29
:-) :-) :-) :-)

Lisa
12-01-2007, 10:17
Grande Angelo!!!!!! :)
Certo che Elvis aveva certe idee a volte.... :-P :-)

LISA

hurt
17-01-2007, 19:08
STORIE RACCONTATE DALLA MEMPHIS MAFIA

Negli anni 60, Elvis passava molto tempo con i suoi fans ai cancelli di Graceland. Concedeva autografi, posava per le foto e baciava tutte le ragazze, a cui firmava l’autografo.
Una volta arrivò un uomo e gli disse: “Elvis io non voglio un bacio da te, ma solo un autografo!
Elvis guardò lo sbruffone e fece un occhiolino alle ragazze prima di dire “Ragazze questo giovanotto non sa cosa si sta perdendo. Diteglielo!” Le ragazze, come risposta, cominciarono a scalpitare. Prima che l’uomo se ne andasse, Elvis gridò “Hey sei sicuro che non vuoi un bacio? Ne ho ancora molti a disposizione!” Vedendo la faccia del ragazzo che scappava via, Elvis si fece una sonora risata.


Quando Elvis aveva 3 anni, i capelli gli erano arrivati alle spalle. Gladys lo fece sedere, gli mise un asciugamano sulle spalle e glieli tagliò. Quando sua madre tagliò il primo ciuffo Elvis scoppiò a piangere. Finito il taglio, Gladys mise i preziosi riccioli biondi di suo figlio in una scatola e li nascose per conservarli.
20 anni più tardi Elvis subì un altro memorabile taglio di capelli, dall’esercito degli Stati Uniti. Il taglio di capelli come da regolamento gli creava notevole disappunto: i capelli lunghi erano parte della sua identità. Gladys era preoccupata per la possibile reazione di suo figlio. Sapeva che i suoi capelli gli sarebbero mancati, così gli spedì la vecchia scatola che conteneva i suoi riccioli biondi.
Elvis non riuscì a capire il significato del regalo, fino a che non lesse il biglietto che lo accompagnava. Elvis rise e pianse leggendo una lettera commovente che gli spiegava il significato dei capelli. Il mattino seguente Elvis chiamò Gladys a Graceland e la ringraziò. Le disse che l’amava molto di più di quello che poteva immaginarsi e che le mancava terribilmente.


All’inizio del 1956 Elvis stava guidando una Cadillac nuova su una strada di Memphis quando un ragazzino gli corse dietro a piedi, seguendo la macchina per parecchi isolati. Un poliziotto notando il ragazzo che rincorreva la macchina, pensò che fosse stata rubata e che, quindi, rincorresse il ladro. Attivò la sirena e corse dietro a loro.
Parecchi metri più avanti entrambe le macchine e il “corridore” arrivarono allo stop. Il poliziotto multò entrambi di $ 25. Né Elvis né l’inseguitore capivano il perchè della multa, ma il ragazzo insisteva per pagare lui. Disse che era colpa sua se erano stati multati e che, visto che questo gli aveva dato la possibilità di incontrare il suo idolo, era suo compito pagare i $ 50.
Quando Elvis sentì il motivo per cui il ragazzo lo inseguiva, prese le due multe e si prese carico del pagamento. Il ragazzo tornò a casa facendosi 2 miglia a piedi, ma trionfante di aver potuto incontrare Elvis.


Elvis trovava affascinante farsi intervistare. Gli piacevano le domande ma non sempre riusciva a capire dove si volesse arrivare.
Negli ultimi anni Elvis si ricordava spesso di un intervistatore del 5 Agosto 1956. Luther Voltz Jr che lavorara per il Miami Herald. Voltz chiese ad Elvis come la pensava su Estes Kefauver e Adiai Stevenson alla Convention Democratica Nazionale, sul disastro dell’Andrea Doria, e Pablo Casalas il più grande violoncellista del mondo.
Elvis raccontò ai suoi amici che non avendo mai sentito parlare di queste cose e queste persone (al di là del sapere solo un pochino di politica e degli avvenimenti correnti), rispose al giornalista che avrebbe tenuto per sé le sue opinioni perché non avrebbe mai voluto essere etichettato. La risposta fu brillante e Voltz girò sui tacchi e se ne andò.
Elvis si divertiva sempre a raccontare questa storia su come aveva gestito la domanda del giornalista, dando una risposta che non era una stata risposta.


Nel 1956 un adolescente piuttosto robusto, saltò il muro di Graceland tenendo, sotto il braccio, una collezione completa di dischi di Elvis. Voleva che Elvis autografasse tutti questi albums ed era determinato ad oltrepassare le guardie e arrivare fino alla porta della tenuta.
Una volta arrivato alla porta, parlò con una delle guardie del corpo e chiamarono Elvis. Quando vide il robusto ragazzo e seppe che si era arrampicato sui 5 piedi del muro di cinta, scoppiò a ridere.
Non riusciva a capire come questo ragazzo così grasso avesse potuto fare ciò che nessun altro era stato in grado di fare. Elvis amava molto la perseveranza degli adolescenti e glielo disse. Firmò tutta la collezione e gli chiese di aspettare.
Quell’adolescente era Lamar Fike che diventò sia amico che membro dell’entourage.


In una scena di Jailhouse Rock, la parte di Elvis prevede che, sul palco, canti “Young and Beautiful” al club La Florit quando un ubriaco, interpretato da Frank Kreig inizia a interromperlo. Elvis si arrabbia, salta dal palco e rompe la chitarra sul tavolo dello sfottitore. Esce dal club e l’attrice Judy Tyler lo segue correndo, Mentre corre, la Tyler mette la mano su una porta a vento, in vetro. Il vetro si ruppe in mille pezzi e rimasero parecchi pezzi penzolanti sull’infisso. Elvis si rese conto che la porta stava per oscillare nuovamente e afferrò la Tyler allontanandola dalla zona.
L’incidente avvenne in modo talmente veloce che l’attrice era confusa e intontita. Il suo braccio sanguinante fu subito suturato e fu in grado di tornare a lavorare. Ringraziò Elvis per averle salvato la vita.


Verso la metà degli anni’70 un coppia voleva sposarsi, nel giro di poche settimane e nel frattempo vennero a sapere che Elvis si sarebbe esibito nella loro città. Entrambi erano grandi fan di Elvis e avevano giurato che qualora Elvis fosse capitato dalle loro parti, sarebbero andati a vederlo. Acquistarono i biglietti e pianificarono i dettagli del loro matrimonio. Il giorno del matrimonio, con una bella cerimonia, la coppia fece la promessa d’amore. Subito dopo si tenne il ricevimento. Verso sera uno dei parenti chiese com’era stato lo show di Elvis. La sposa ricordandosi improvvisamente che lo spettacolo sarebbe stato la sera stessa, si rovesciò addosso lo champagne. Avevano dimenticato Elvis !!!! La sposa iniziò a piangere e lo sposino cercò di consolarla. Se solo avesse dato uno sguardo al biglietto e visto la data, avrebbero potuto spostare il matrimonio!!!!
Il marito le promise di portarla allo spettacolo della sera successiva. La sera dopo si misero i vestiti da cerimonia del matrimonio e andarono allo spettacolo.
Charlie Hodge, uno dei più cari e vecchi amici di Elvis, vide la coppia che si avvicinava. Raccontarono a Charlie la loro storia che andò a riferirla ad Elvis
La coppia prese posto, aspettando ansiosamente l’apparizione di Elvis. Quando iniziò la “2001: A Space Odyssey la sposa stava per svenire.
Durante lo spettacolo, Elvis fermò di cantare, guardò verso il pubblico e chiese dov’erano gli sposini. Sotto shock, la coppia saltò sulla sedia. Elvis guardò lo sposo e disse: Non avevate nient’altro da fare stasera?” E lo sposo : “Assolutamente no!”
Elvis diede istruzioni per vedere la coppia nel backstage. Alla fine dello spettacolo, gli sposi furono scortati nel camerino privato, dove Charlie Hodge li presentò ad Elvis.
Alla nuova coppia Elvis fece il suo regalo di nozze personale: una Cadillac e un assegno di $ 10.000 dicendo loro che era molto lusingato del fatto che per vedere lui, avevano pensato di spostare la data delle nozze.


Un giorno, Linda Thompson, chiese ad Elvis di accompagnarla al Mc Donalds che si trovava al 4237 dell’Elvis Presley Boulevard di Memphis. Disse che era stanca stufa che non uscivano mai assieme.
La Thompson fece una scommessa con Elvis che nessuno l’avrebbe riconosciuto e si sarebbe potuto rilassare. Elvis volle crederci, ma andò in modo diverso.
Così definita la scommessa, Elvis si avviò in macchina e parcheggiò in un parcheggio nomale. Linda entrò nel ristorante al braccio di Elvis. Si avvicinò il cameriere e fecero l’ordinazione. Elvis si sentiva bene e gli piaceva la serata quindi diede ragione a Linda.
Un po’ di tempo dopo un uomo si avvicinò al loro tavolo, guardò Elvis, e disse che era stanco e stufo di uomini che cercavano di assomigliare ad Elvis Presley, aggiungendo che c’era solo un re. Scioccato per il fatto che l’uomo lo riteneva un impersonator, Elvis gli disse che lui era veramente Elvis Presley.
L’uomo non voleva credergli e disse che gli faceva pena se pensava veramente di essere Elvis. Non riuscendo a convincere l’uomo, si girò verso Linda che seguiva la scena divertendosi e disse Okay, adesso basta. Basta giocare!”
Quando Elvis le disse di smettere di scherzare e ammettere chi era, lei disse “Vuoi finirla con questa stronzata, Bob!” Così l’uomo soddisfatto se ne andò.
Elvis era totalmente sconvolto, ma Linda iniziò a ridere e disse “Vedi, te l’avevo detto, che non avresti avuto problemi ad uscire. Tu sei solo prigioniero di te stesso”. Dopo quella volta Elvis e Linda uscirono spesso assieme, da soli.


Tommy Milham di Mobile Alabama, era una grandissimo fan di Elvis. Quando venne a sapere che si sarebbe esibito nella sua città, il 29 aprile 1976 al Municipal Auditorium, andò direttamente alla biglietteria e rimase in fila per prendere i posti di fronte. Mentre aspettava pazientemente, vide Elvis all’esterno, vicino alla sua limousine. Era estasiato nel vedere il suo idolo e lo chiamò. Elvis attirato vide il suo fan in fila in attesa di comprare i biglietto per il suo concerto, lentamente si avviò verso Milham. Visto che l’uomo era l’ultimo della fila, Elvis ebbe la possibilità di andare da lui senza causare troppo caos. Milham gli chiese un autografo, ma poiché nessuno aveva una penna Elvis gli regalò la sua sciarpa. Milham molto coraggiosamente chiese ad Elvis di dargli il suo anello di diamanti. Scrollando le spalle, Elvis si tolse l’anello e lo diede a Milham passandoglielo con una discreta stretta di mano. Elvis disse che doveva andare e tornò alla macchina. Milham non riuscì ad ottenere i posti di fronte, ma in 5^ fila. Andando a casa si fermò da un gioielliere e scopri che l’anello valeva $ 2.000.


All’inizio degli anni ’60, Elvis acquistò un mynah parlante (è un uccellodella famiglia dei pappagalli, piùsimile ad uno stornello ) e venne messo nella cucina di Graceland, in una grande gabbia. All’uccello piaceva parlare ogniqualvolta qualcuno era al telefono e memorizzò parte delle conversazioni, ripetendole in continuazione.
Un giorno Elvis ed alcuni suoi amici stavano pranzando in cucina. Elvis era a metà del suo panino quando l’uccello si mise ad urlare con quella sua voce gracchiante, “Elvis non c’è…… Elvis è in riunione …… Elvis non può venire al telefono…… Elvis dorme…… Sorry, Elvis è occupato.”
Quando l’uccello improvvisamente si fermò. Elvis scoppiò a ridere, e poiché si stava quasi soffocando con il boccone, fu costretto a sputarlo per prendere aria. Rideva così tanto che cadde dalla sedia e disteso per terra si teneva lo stomaco.
Quello che trovava esilarante era che l’uccello non solo si ricordava le scuse per chi telefonava, ma che sapesse metterle in sequenza. Elvis non ha mai dimenticato questa storia, che divenne una della sue preferite.

hurt
17-01-2007, 19:09
Un giorno, all’inizio degli anni 60, Elvis stava girovagando intorno a Memphis, insieme al suo amico Eddie Fadal, quando si ricordò che doveva fare una telefonata importante. Cercò una moneta nelle tasche, ma non ne aveva nessuna. Anche Fadel non aveva monetine.
Un uomo passò vicino a loro e quando vide i due uomini rovistare nelle tasche, prese una delle sue e la diede ad Elvis.
Finita la telefonata, Elvis chiese a Fadel di seguire l’uomo, farsi dare nome e indirizzo, in modo tale da potergli mandare un biglietto di ringraziamento.
Tre settimane dopo, l’uomo ricevette la lettera. Elvis gli scriveva che poiché voleva ripagare la sua cortesia, gli aveva estinto l’ipoteca sulla casa. Logicamente l’uomo rimase senza parole.
Quando lo raccontò alla sua famiglia e agli amici, nessuno gli credette. Per poter dimostrare che stava dicendo la verità, mostrava la lettera di Elvis e l’atto di estinzione dell’ipoteca, mettendo tutti a tacere.



All’età di 3 anni, Lisa Marie aveva imparato le parole della nuova canzone di Elvis “Sweet Caroline” e la cantava a suo padre. Elvis le disse che voleva registrarla: Lisa cantò scatenata, mimando alcuni movimenti che Elvis faceva sul palco.
Elvis amava la sua piccola voce e pensava che, un giorno, sarebbe diventata una grande cantante …. Lisa Marie imparava le parole delle canzoni di Elvis, suonando i dischi del padre in un giradischi portatile. Quando l’aveva completamente imparata, correva nella stanza di suo papà, gli prendeva la mano e diceva: “Papà siediti. Voglio cantarti la tua ultima canzone!” Lei la cantava come sapeva fare facendolo ridere e piangere nello stesso tempo. Amava sapere che a sua figlia piacessero le sue canzoni così tanto, da fare in modo di impararle.

Clint Reno
18-01-2007, 16:59
:)...Ora penserai "ecco, anche stavolta è arrivato puntuale quel rompic... di Angelo che deve correggermi!!!" :) :)
Volevo solo dirti 2 cose... la prima è che nell'interessantissimo aneddoto che riguarda Lamar Fike c'è un piccolo errore nella data, Elvis ha acquistato Graceland nel 1957.



Nel 1956 un adolescente piuttosto robusto, saltò il muro di Graceland...



La seconda è... CONTINUA COSI', INFINITE GRAZIE PER IL TUO PREZIOSISSIMO LAVORO CHE STAI SVOLGENDO PER TUTTI NOI!!! :-\ :-+

hurt
18-01-2007, 17:12
Volevo solo dirti 2 cose... la prima è che nell'interessantissimo aneddoto che riguarda Lamar Fike c'è un piccolo errore nella data, Elvis ha acquistato Graceland nel 1957.



Angelo non sei rompino, ma sono io che, pur avendo riletto prima di postare non mi sono accorta dell' errore di battitura :-D:-D

Infatti Elvis ha comprato Graceland nel marzo 1957 !!!!

Per la seconda nota, ti ringrazio ....... io continuo a tradurre quello che trovo nel mare di Internet e a postare sul forum ..... omettendo le date ... perchè due errori in una settimana sono troppi:):):):):):)

janette
18-01-2007, 21:01
Ciao amici !
leggendo la vita di Elvis da bimbo mi è venuto tanto freddo!!!
il nostro grande Amore meriterebbe un oscar grande come la mole antoleniana che abbiamo a Torino.Adesso le accendo una candela e prego per lui !!! Grazie per i vostri pensieri su forum ,scusatemi ma in questo momento vorrei essere a Memphis ,sento il profumo dei fior ii del graceland love a tutti i fan. janet Grande Elvis !!! Quanto Ci Manchi!!! Love forever.

françois
19-01-2007, 07:28
Complimenti grazie per le informazione che ci dai.

Lisa
19-01-2007, 17:43
Ormai si rischia di diventare ripetitivi a forza di dire "Grazie, Hurt!" :) , ma è il minimo che si possa dire davanti a tutto il lavoro che stai facendo per il nostro forum!!!
Continua così, che vai alla grande!!
Grazie infinite!! :-P :)

LISA

giulia98
27-06-2007, 09:41
Le Altre Quando Le Metti? Ciaoooooooooooo

hurt
19-10-2007, 11:08
Raccontato da Lamar Fike nel suo libro "ON ELVIS PRESLEY BOULEVARD; LAMAR FIKE: AN UNCOMMON JOURNEY" che uscirà nel 2008.

******************

Quando, all’inizio, mi trasferii a Graceland, dormivo, con lui, nello stesso letto, perché soffriva di incubi e di sonnambulismo e durante la fase di sonnambulismo, io dovevo accendere la luce.
Se qualcuno dormiva con lui non si metteva a camminare nel sonno evitando di buttarsi dalla finestra del secondo piano.


******************

Ci sono voci che Elvis abbia avuto una storia con Marilyn Monroe. In realtà, sono io che ho incontrato Marilyn. Lei lo aveva invitato ad una festa, ma Elvis mi mandò da lei e presentarle le sue scuse per non poter essere presente. Quindi non è Elvis che l’ha incontrata, ma io.
Abbiamo chiacchierato insieme per mezz’ora, perché lei aveva bisogno di parlare e mentre lo faceva ti guardava dritto negli occhi.

******************

Nel 1958, Elvis ed io eravamo stati invitati ad una festa a casa di Nat King Cole, festa alla quale era invitato anche Rock Hudson.
Raccontai ad Elvis che Rock era gay, ma Elvis non ci credette.
Ad un certo punto vidi che Rock aveva iniziato a parlare con Elvis ed erano seduti vicini, sul divano. Nel bel mezzo della conversazione Rock, quando mise una mano sulla gamba di Elvis, lui saltò dal divano, come se avesse preso fuoco!!!!!!:)
Si avvicinò a me e disse “Vuoi sapere una cosa? Avevi ragione, Rock è gay!”

******************

Una sera tardi, io ed Elvis stavamo seduti da soli a chiaccherare ed Elvis mi chiese “Mi immagini come un signore anziano”. Feci una breve pausa e dissi: “No”. Sono state parole profetiche.

guitarman
19-10-2007, 11:26
quante parolacce gli avrà detto marylin???

deliziosa
19-10-2007, 16:13
Raccontato da Lamar Fike nel suo libro "ON ELVIS PRESLEY BOULEVARD; LAMAR FIKE: AN UNCOMMON JOURNEY" che uscirà nel 2008.

******************





Nel 1958, Elvis ed io eravamo stati invitati ad una festa a casa di Nat King Cole, festa alla quale era invitato anche Rock Hudson.
Raccontai ad Elvis che Rock era gay, ma Elvis non ci credette.
Ad un certo punto vidi che Rock aveva iniziato a parlare con Elvis ed erano seduti vicini, sul divano. Nel bel mezzo della conversazione Rock, quando mise una mano sulla gamba di Elvis, lui saltò dal divano, come se avesse preso fuoco!!!!!!:)
Si avvicinò a me e disse “Vuoi sapere una cosa? Avevi ragione, Rock è gay!”




:-px:-px:-px

silvia '78
23-10-2007, 23:34
..nel ringraziarti hurt di ciò che ci hai donato..ti chiedo: nn ce ne sono +??!!:-ix :-qx :-brav

hurt
24-10-2007, 06:41
..nel ringraziarti hurt di ciò che ci hai donato..ti chiedo: nn ce ne sono +??!!:-ix :-qx :-brav

Questo è un bel malloppo :-prr:-prr,che avevo trovato tutto insieme, ma prometto che mano a mano che ne trovo, ti assicuro che le traduco e le posto:-rock:-ge

hurt
24-10-2007, 09:43
Storia 63

Nel 1960, Rusty un bambino di 5 anni che era ricoverato in ospedale, perchè ammalato di poliomelite, incontrò Elvis che, a sua volta, era stato ricoverato per essersi rotto un dito giocando a football e stava aspettando il medico nella sala d’aspetto della clinica. In sala d’aspetto Elvis fece conoscenza con la famiglia di Rusty e, per alleviarei la loro sofferenza, decise di pagare il ricovero del ragazzo. In seguito, Elvis scrisse una lettera a Rusty aggiornandolo sui progressi del dito rotto e esprimendogli il suo augurio che stesse meglio. Diventato adolescente Rusty morì, ma sua madre ancora conserva la lettera di Elvis e il ricordo del tempo che Elvis ha dedicato a suo figlio.

Storia 64

Tony aveva 10 anni ed era sotto terapia per il cancro a Memphis. Doveva tornare a casa sua in Florida, quando Elvis venne a conoscenza della sua storia. Elvis gli inviò una lettera e delle foto, ma quello che maggiormente ricorda la madre di Tony è che durante la malattia fino alla sua morte, suo figlio riceveva lunghissime telefonate da Elvis, che riuscivano al illuminare le giornate di Tony.

Storia 65

Una ragazza indiana e la famiglia erano stati coinvolti in un incidente di macchina, mentre erano diretti ad un concerto di Elvis a Russwood Park. Elvis andò a trovarla all’ospedale e la consolò, dandole coraggio per lottare a stare meglio.

Storia 66

Karen, una ragazzina affetta da paralisi celebrale che divenne fan di Elvis, grazie alla sua infermiera Lena Canada. Karen ed Elvis divennero amici di penna fino alla morte di lei, avvenuta nel 1963. La Sig.ra Canada scrisse un libro sull’amicizia tra Karen ed Elvis. Il libro diede l’ispirazione al film del 1980 “Touche By Love” nel quale l’attrice Diane Lane interpreta Karen e Debora Raffin interpreta Lena.

Storia 67

Due ragazze inglesi poverissime, fans di Elvis, che vivevano da poco in USA, si trovarono in enormi difficoltà con tutta la famiglia, a causa della morte inaspettata del padre. Elvis venne a sapere la loro tragedia e, senza fare scalpore, organizzò il funerale, il trasporto della salma in Inghilterra e il loro ritorno in USA. In seguito, quando vollero pagare il loro debito con Elvis, lui era molto commosso e con voce tremante, rifiutando il denaro, disse che non c’era nessun debito da pagare e non dovevano rendergli niente e che le loro buone intenzioni valevano più di qualsiasi somma di denaro. (questa storia è raccontata dalle due protagoniste, ormai avanti con gli anni, anche nel DVD The Definitive Collection)

sivel08
24-10-2007, 10:00
Grazie Hurt, sapevo che il nostro Elvis era un uomo molto generoso ma leggendo queste cose, che ignoravo, mi commuovo davvero.
Grazie mille Hurt, sei sempre grande!!!! :-brav:-brav:-brav:-brav:-brav

perlanera
24-10-2007, 10:43
GRAZIE DI CUORE HURT PER AVER POSTATO QUESTE STORIE KE PARLANO DELLA VITA DI ELVIS. CONOSCO E AMO ELVIS DA 25 ANNI, MA SOLO ATTRAVERSO QUELLO KE HAI SCRITTO TU LO STO' CONOSCENDO VERAMENTE. SAPEVO GIA' KE ERA UN'UOMO BUONO, PERCHE' GLI OCCHI SONO LO SPECCHIO DELL'ANIMA, E I SUOI OCCHI ERANO DOLCI COME QUELLI DI UN ORSACCHIOTTO. RILEGGENDO QUELLO KE HAI SCRITTO , HO PIANTO TANTO, SOPRATTUTTO QUANDO PARLI DELL'ANNO DELLA SUA MORTE. NON RIESCO A CREDERE CHE NON CI SIA PIU'... E PENSO CHE SE AVESE AVUTO VICINO LE PERSONE GIUSTE, FORSE SAREBBE ANCORA VIVO
NON SO DIRTI QUANTO TI SONO GRATA DI AVERMI FATTO CONOSCERE TUTTE QUESTE COSE SU ELVIS, SAPERE KE ERA RIMASTO COI PIEDI PER TERRA, KE VOLEVA ESSERE TRATTATO COME UN'UOMO NORMALE, KE AIUTAVA KI AVEVA BISOGNO SENZA FARSI PUBBLICITA' E SENZA ASPETTARSI NULLA IN CAMBIO, E' SEMPLICEMENTE FANTASTICO.. NON CI SARA' MAI PIU' UN'ARTISTA COME LUI, KE NON SNOBBAVA I FANS, E KE SOPRATTUTTO ERA UN 'UOMO UMILE.
MI DISPIACE TANTO PER QUELLO KE GLI E' SUCCESSO, PERCHE' MERITAVA DI VEDERE CRESCERE LA SUA BAMBINA, DI CONOSCERE I SUOI NIPOTI... INSOMMA.. DI DIVENTARE "VECCHIO". MA FORSE DIO AVEVA UN'ALTRO PROGETTO PER LUI: DI AVERE UN'ANGELO IN PIU' IN CIELO KE VEGLIASSE SULLA TERRA.....
CIAO ELVIS,SARAI
SEMPRE NEI NOSTRI
CUORI.......

silvia '78
24-10-2007, 13:52
perlanera.... quello che hai detto è bellissimo e condivido tutto!!è fantastico ma nello stesso tempo...strano, notare come altre (tantissime) persone nutrano i tuoi stessi sentimenti,pensieri e idee ed emozioni circa la stessa persona..ELVIS!!che ci unisce ancora dopo 30 anni e continuerà a farlo penso x sempre.xke i miti nn muoiono mai!!
..e grazie ancora hurt!! :-zx :-qx

askme
24-10-2007, 16:30
Grazie Hurt per queste news che ci dai la possibilità di leggere.

hurt
08-12-2007, 09:02
NR. 68

T. G. Sheppard è un cantante country che ha avuto alcuni successi negli anni 80 e 90. Questa è una storia che riguarda lui ed Elvis, ricavata da un’intervista

Incontrai Elvis quando avevo 16 anni. Avevo sempre sognato di poterlo incontrare e in qualche modo, avevo sempre saputo che saremmo diventati amici. Non so come sia successo, suppongo il destino. Credo molto al destino. Una sera tardi mi trovavo a Memphis, Elvis mi trovò e diventammo amici, mi portò a casa sua, mi fece vedere Graceland e da quella volta siamo rimasti amici per molti molti anni. Credeva nelle mie capacità di perfomer. Ai miei esordi, la mia prima canzone Devil In The Bottle era una delle sue preferite. Gliela sentivo cantare girando per casa o al Memphian Theatre. Sentire qualcuno come Elvis che cantava una delle mie canzoni mi faceva impazzire. Mi ha sempre fatto impazzire. Elvis mi regalò il mio primo pullman per fare i tours. Disse “Hai bisogno di un pullman per andare a fare i tour” Io risposi “Ho capito, Elvis, ma non ho una band. Mi limito ad andare in macchina con un chitarrista” E lui “Io voglio che tu abbia un pullman” Così mandò J.D. Sumner in North Carolina, con un assegno in bianco! Aveva solo firmato l’assegno, dicendo “Compra un pullman a T.G.” Questa è una storia fantastica su quanto Elvis fosse generoso.


NR. 69

Questa è una storia che riguarda una scena mentre Elvis fa karate. Uno dei ragazzi nella clip è Bill “Superfoot” Wallance, un campione di karate degli anni ’70. Fallace era una figura predominante delle arti marziali tanto che il giornale Black Belt, la bibbia sull’argomento, lo nominò, in sette anni, 3 volte nel suo Hall Of Fame, due volte come “Concorrente dell’anno” e una volta “Uomo dell’anno”. Questa storia è tratta dal suo sito.

Nel 1973 Wallace, la cui istruzione include una laurea (1971) in educazione fisica, ottenuta dall Ball State University ed un master (1976) in cinesologia (studio dei movimenti dell’uomo) ottenuta dalla Memphis State University, soffriva di quella che viene considerata la malattia di fine carriera. Tuttavia, uno degli amici di Fallace, l’ultimo Elvis Presley, da un agopunturista di Los Angeles per far fare un trattamento al campione di karate al Graceland Manor. Un anno dopo, Fallace divenne professionista battendo il campione PKA, peso medio, al secondo round con un knock out al West German Bernd Grothe in Los Angeles


NR. 70

Nel maggio del 1957, sul set di Jailhouse Rock, Elvis partecipò come giudice, ad un concorso di bellezza. La vincitrice del concorso avrebbe ottenuto una particina nel film. Parteciparono dozzine di ragazze di tutte le fattezze e misure e di varie etnie. Alla fine della settimana, Elvis aveva scelto 4 finaliste: Linda Williams, Toni DiClementey, Ivette Mimieux e Darlene Owens. Alle quattro ragazze venne chiesto di mettersi un costume da bagno e fare la sfilata davanti al re del rock ‘n roll. Alla fine Elvis scelse Linda Williams, quale vincitrice. Nei titoli di coda del film Linda Williams è indicata come “la ragazza in costume da bagno”.

hurt
27-12-2007, 15:10
NR. 71


Agli inizi degli anni ’60, Elvis passava molto tempo ai cancelli di Graceland con I suoi fans. Firmava autografi, posava per le foto e baciava ogni ragazza a cui faceva qualche dedica. Una volta, un uomo andò da Elvis e disse “Elvis io da te non voglio un bacio, ma solo un autografo!” Elvis guardò lo spiritoso e, facendo l’occhiolino alle ragazze, disse “Signore, questo ragazzo non sa cosa si perde. Diteglielo voi!” Le ragazze impazzirono. Prima che l’uomo se ne andasse, Elvis gli gridò “Hey, sei sicuro che non vuoi un bacio? Ne ho ancora parecchi disponibili!”, scoppiando in una enorme risata, mentre il ragazzo scappava via sconvolto. Le ragazze sentendo che Elvis aveva ancora una buona scorta di baci, si misero in fila aspettando il loro turno per averne uno.


NR. 72


Mentre Elvis tornava dalle manovre invernali, un suo fan ruppe la barriera della Polizia Militare, per salutarlo. Quando Elvis vide i suoi fans, saltò giù dal camion e corse verso di loro. Si fermò a parlare con loro e firmò autografi. Per questo comportamento, Elvis avrebbe potuto essere denunciato alla Corte Marziale ed essere messo in prigione per essere stato così carino con i suoi fans. Il suo dovere di soldato era di tenere la folla lontano dalle barricate, perché nessun civile era autorizzato ad entrare nella base. Quando arrivò il suo ufficiale di comando, Elvis gli lanciò un’occhiata e disse “Spero lei capisca signore! Fortunatamente per Elvis, il comandante capì la situazione, ma, in ogni caso, il comandante lo ammonì di non fare più cose simili, altrimenti sarebbe stato punito come prevede il regolamento militare. Elvis salutò il suo comandante assicurandogli che non sarebbe più successo.


NR. 73


Sabato 27 luglio 1974, Elvis acquistò per Mencie Person, cassiera in una banca, una Cadillac Eldorado bianco e oro. Elvis si trovava al Madison Cadillac al nr. 341 Union Ave di Memphis, per comprare una macchina per sé, quando vide la donna che guardava la vetrina. Si fermò a parlare con lei e venne a sapere che era il suo compleanno e il suo festeggiamento era esprimere qualche desiderio, sognando di possedere un giorno, quella bella macchina. Elvis disse alla sig.ra Person di entrare nel negozio con lui e poi le chiese di scegliere quella che era la macchina dei suoi sogni. Dopo che lei aveva scelto la El Dorado, Elvis si scusò e allontanandosi, andò in uno degli uffici sul retro. Quando tornò consegnò alla donna un mazzo di chiavi e disse “Buon Compleanno, la Cadillac è tua!” La signora Person iniziò ad urlare e saltare. Non riusciva a credere che Elvis, un totale estraneo alla sua vita, avesse comprato una macchina da $ 11.500 per lei. La donna corse verso di lui e lo abbracciò quasi a strozzarlo. Elvis era estasiato nel vedere l’eccitazione della donna. Provava sempre un immenso piacere nel sapere che altri potevano godere della sua fortuna.



NR. 74


Per interpretare il film Love Me Tender Elvis avrebbe dovuto prendere lezioni di equitazione, ma sia al produttore che al regista, disse che lui già sapeva cavalcare e avrebbe potuto girare le scene senza sembrare uno stupido. Un scena prevedeva che Elvis dovesse andare a cavallo attraverso prati e alberi. Quando venne girata la scena di prova e andò bene, il regista decise di girare la take vera. Elvis salì sul cavallo e lo guidò verso il prato che aveva di fronte, tutto andò bene, fino a che non si trovò vicino a degli alberi. Il suo cavallo si fermò, ascoltò l’ordine e cominciò a correre dritto verso gli alberi, facendo sì che Elvis venisse colpito. Elvis cadde e rotolò per 2 volte fino a fermarsi parecchi piedi più avanti. Elvis si rialzò lentamente e scosse la testa. Quando fece il primo passo, perse l’equilibrio. Piano piano andò nel suo camerino, togliendo la polvere dai vestiti. Era talmente imbarazzato per essere stato battuto dal cavallo che si infilò nella scuderia, senza farsi più vedere. Il giorno dopo,quando si trovò davanti il cavallo, lo guardò dritto negli occhi e lo sgridò. Il cavallo lo annusò e con la testa lo spinse via. Elvis non si era accorto che c’era due testimoni chem mentre rimproverava il cavallo lo stavano guardando. Questi, vedendo la scena, scoppiarono a ridere e tornati sul set, raccontarono a tutti quello che avevano visto. Quel giorno, Elvis venne preso molto in giro da tutti.

Walkalone
19-02-2008, 13:13
Credo che potrebbero presto farlo santo, dopo queste leggende metropolitane

valep
19-02-2008, 15:51
Ciao! Perchè pensi che sono leggende metropolitane?

Walkalone
19-02-2008, 15:59
Trovo sia molto bello leggere queste cose, una lettura senza dubbio appassionante, ma niente di questo è stato mai confermato. Trovo perciò strano che nel mondo Elvis, sia dia credito solo alle belle cose che lo riguardano ed a chi racconta episodi che ne esaltano la persona, mentre si va contro a chi con lui viveva fianco a fianco per il semplice motivo che raccontano di una ltro Elvis..diciamo quello del lato oscuro. Secondo me vanno prese inc onsiderazione entrambe le cose, entrambe le voci, togliendola Tara sia nel primo caso che nel secondo. Ma è solo un mio modo di vedere le cose.

valep
19-02-2008, 16:05
Molte di queste storie riportate, sono state raccontate direttamente da coloro che vivevano vicino ad Elvis o hanno lavorato con Elvis. Quindi le fonti direi che sono molto attendibili!
Personalmente non è che si va contro coloro che hanno raccontato solo delle cose "negative"...è il modo in cui è stato fatto.
E' dimostrato che Elvis ha fatto molto per il prossimo, che ha passato la vita ad aiutare le persone (in tanti modi). Ma sentire a distanza di 30 anni ancora, alcuni della MM che raccontano particolari intimi e personali, lo trovo VERGOGNOSO! Non perchè il tema è Elvis, ma perchè è un'offesa alla persona. Sono convinto che certi particolari intimi e personali brutti, ma anche belli, non debbano essere rivelati, a maggior ragione quando una persona non c'è piu'.