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hurt
15-01-2007, 11:05
Estratti dal nuovo libro di Jerry Schilling "Me and a Guy Named Elvis: My lifelong Friendship with Elvis Presley”


“Conservo teneri ricordi. I bei momenti in cui Elvis era al culmine, quando era bellissimo e dava il meglio di sé. Ma ci sono certi ricordi che, ogni volta, mi fanno rabbrividire. Quei ricordi hanno spesso innescato un incubo, facendomi passare notti insonni”

“Red faceva già parte dell’entourage. Avevano l’abitudine di giocare a football nei fine settimana nel campo della Humes High School. Anche se Elvis prendeva il gioco sul serio Red mi raccomandò di non giocare duro, di non buttare mai Elvis a terra. Farlo sempre vincere. Queste erano le regole se volevo far parte della squadra”

“Nel momento in cui lo incontrai, mi resi conto che in Elvis c’era qualcosa di speciale. Era come se fosse nato per essere famoso. E anche Elvis pensava che la fama fosse il suo destino”.

“Elvis si riufiutava di suonare a casa la sua musica, “Chi ha messo su questa m…a?” gridò una volta quando, a Graceland, un invitato mise sul giradischi All Shook Up “ ricorda Schilling “Elvis era orgoglioso del suo lavoro ma per lui era il suo lavoro. Con la sua musica viveva fuori casa e non aveva bisogno di sentirla in casa sua!”

“ Il tribunale aveva assegnato a Priscilla la custodia di Lisa Marie, ma Elvis pensava che sua figlia sarebbe cresciuta molto meglio in una piccola città come Memphis, come era stato per lui, piuttosto che in una grande città come Los Angeles.
“Il mio peggior ricordo, ed il giorno peggiore della mia vita credo sia stato il giorno in cui Priscilla prese Lisa Marie, e se ne andarono da Graceland. L’immagine di quel giorno ancora mi ossessiona."

“Il 9 Ottobre 1973, dopo 5 anni di matrimonio Elvis e Priscilla erano divorziati. Fu Elvis a scegliere il divorzio, fu un gesto per salvare Priscilla da ogni imbarazzo, in quanto madre di sua figlia, Lisa Marie, che aveva solo 4 anni.”

“Per tutti noi fu un giorno molto triste. Ricordo Elvis, in piedi nella camera di Lisa Marie, in silenzio guardare Alberta (la cuoca di Graceland) che aiutava Priscilla a mettere i vestiti e i giocattoli di Lisa, nelle varie valigie….. Elvis non diceva niente, ma si vedeva il dolore nei suoi occhi”

“Improvvisamente, urlò a me e Joe (Esposito) di aiutare Priscilla a mettere i bagagli in macchina. Elvis non era in grado di portare fuori le valigie, da sè”

“Non consapevole di quanto stesse succedendo ai suoi genitori nella sua camera da letto, Lisa Marie giocava tranquilla e felice, insieme alla sua bambinaia, in giardino."

“Al fine di risparmiare a Lisa il dolore della loro separazione, Elvis e Priscilla le avevano detto che sarebbe andata via, con sua mamma, a Los Angeles, per una vacanza e lì avrebbe iniziato la scuola. Mi si ruppe il cuore vedere Elvis, un uomo che aveva tutto, improvvisamente perdere la persona più importante della sua vita: sua figlia”.

“Lisa era più importante della sua stessa vita e ora gli sarebbe stata portata via”

“Elvis era incredibilmente ingenuo sulle procedure del divorzio, perché mai nessuno aveva divorziato nella famiglia Presley. Inoltre non riusciva a capire perché Priscilla non era felice di essere sposata con lui. Dopo tutto lui le aveva regalato il mondo intero su un piatto d’argento, ma soprattutto non riusciva a capire perché Priscilla aveva bisogno di portare via Lisa dalla casa nella quale era cresciuta e dalla sua amata Graceland”

“Dopo giorni di discussioni, Priscilla lo convinse che Lisa sarebbe stata più felice con un genitore costante, piuttosto che uno che, per la maggior parte dell’anno, era sempre in viaggio. Con rammarico Elvis dovette ammettere che il suo stile di vita non era appropriato per crescere un figlio nella sua città.”

“Elvis stava in piedi guardando Priscilla che caricava la sua Mercedes blue. Priscilla piangeva e tremava!” scrive Schilling “Elvis prese Priscilla tra le sue braccia, la baciò dolcemente sulla bocca e disse “Cilla, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, ma veramente qualsiasi cosa, fammelo sapere”.

Fino all’ultimo, Elvis rimase composto, ma quando arrivò il momento di dare l’ultimo saluto a sua figlia, Elvis crollò e non appena abbracciò la sua amata Lisa scoppiò a piangere. La tenne stretta a lungo, dicendole a bassa voce “Fai la brava, Button-head (testolina)” (Button-head era il nomignolo che usava per Lisa) “Verrai a trovarmi spesso” disse Elvis cercando di rimandare indietro le lacrime. Poi cercando di mascherare la sua disperazione Elvis insisteva dicendole “Dì alla mamma che ti insegni ad usare il telefono, così puoi chiamarmi ogni giorno, okay”.

“Lisa Marie è sempre stata un bambina molto percettiva. Si rese conto che non era il solito saluto. Normalmente, Elvis diceva “Button-head vado via per lavoro. Cosa vuoi che il papà ti porti questa volta?”

Quel giorno era diverso e Lisa l’aveva capito. Lo guardò negli occhi e gli chiese “Stai piangendo, papà?” A quel punto, Elvis diede a Priscilla un’occhiata che di quelle che uccidono, poi consegnò Lisa alle braccia di sua mamma, girò i tacchi, e rientrò in casa, senza voltarsi.
Avevo già visto quello sguardo negli occhi di Elvis. E’ uno sguardo che, quando ci penso, mi fa, ancora, venire i brividi alla schiena…….. è uno sguardo di dolore, rabbia, disperazione e sofferenza.”

“Per il resto del giorno, fino alle 4 della mattina Elvis rimase chiuso nella sua camera. Non voleva mangiare e parlare con nessuno”.

“Noi eravamo molto preoccupati: Pensammo che forse si era preso un mucchio di quelle pillole per dormire. Di tanto in tanto, Joe ed io andavamo controllare e ascoltare dalla porta.
Una volta lo sentii imprecare, un’altra volta urlare, ma il più delle volte lo sentivo solo singhiozzare.”

“Adesso so che quel giorno fu l’inizio della fine per l’Elvis che avevo conosciuto e amato”

Nota in calce: Per quanto riguarda la mia personale esperienza ho sempre visto Elvis disponibile a parlare con me, quando avevo problemi. Mi ha sempre trattato come se fossimo uguali. Elvis era una persona molto profonda. Con me ammetteva le insicurezze che erano le stesse che avevo anche io. Mi disse che, per lui, le cose non erano poi, così diverse….. sicuramente il successo, la fama e il denaro gli avevano dato la possibilità di avere cose belle e comprarsi quello che voleva, ma non ha mai smesso di avere dubbi e paure.

Elvis era una persona che si prendeva molta cura di te. Ricordo che una volta ebbi un incidente in macchina (era il periodo in cui girava Frankie and Johnny).. Ero piuttosto massacrato, ma niente di serio. Quella sera ebbi difficoltà ad addormentarmi. In qualche modo, Elvis lo capì ed entrò nella mia stanza e stette con me a parlare, fino a che non mi addormentai.

Clint Reno
15-01-2007, 14:41
Thank you!!! Peccato che questi libri non vengono mai tradotti in italiano!

Sciamano
15-01-2007, 15:30
Estratti dal nuovo libro di Jerry Schilling "Me and a Guy Named Elvis: My lifelong Friendship with Elvis Presley”


“Conservo teneri ricordi. I bei momenti in cui Elvis era al culmine, quando era bellissimo e dava il meglio di sé. Ma ci sono certi ricordi che, ogni volta, mi fanno rabbrividire. Quei ricordi hanno spesso innescato un incubo, facendomi passare notti insonni”

“Red faceva già parte dell’entourage. Avevano l’abitudine di giocare a football nei fine settimana nel campo della Humes High School. Anche se Elvis prendeva il gioco sul serio Red mi raccomandò di non giocare duro, di non buttare mai Elvis a terra. Farlo sempre vincere. Queste erano le regole se volevo far parte della squadra”

“Nel momento in cui lo incontrai, mi resi conto che in Elvis c’era qualcosa di speciale. Era come se fosse nato per essere famoso. E anche Elvis pensava che la fama fosse il suo destino”.

“Elvis si riufiutava di suonare a casa la sua musica, “Chi ha messo su questa m…a?” gridò una volta quando, a Graceland, un invitato mise sul giradischi All Shook Up “ ricorda Schilling “Elvis era orgoglioso del suo lavoro ma per lui era il suo lavoro. Con la sua musica viveva fuori casa e non aveva bisogno di sentirla in casa sua!”

“ Il tribunale aveva assegnato a Priscilla la custodia di Lisa Marie, ma Elvis pensava che sua figlia sarebbe cresciuta molto meglio in una piccola città come Memphis, come era stato per lui, piuttosto che in una grande città come Los Angeles.
“Il mio peggior ricordo, ed il giorno peggiore della mia vita credo sia stato il giorno in cui Priscilla prese Lisa Marie, e se ne andarono da Graceland. L’immagine di quel giorno ancora mi ossessiona."

“Il 9 Ottobre 1973, dopo 5 anni di matrimonio Elvis e Priscilla erano divorziati. Fu Elvis a scegliere il divorzio, fu un gesto per salvare Priscilla da ogni imbarazzo, in quanto madre di sua figlia, Lisa Marie, che aveva solo 4 anni.”

“Per tutti noi fu un giorno molto triste. Ricordo Elvis, in piedi nella camera di Lisa Marie, in silenzio guardare Alberta (la cuoca di Graceland) che aiutava Priscilla a mettere i vestiti e i giocattoli di Lisa, nelle varie valigie….. Elvis non diceva niente, ma si vedeva il dolore nei suoi occhi”

“Improvvisamente, urlò a me e Joe (Esposito) di aiutare Priscilla a mettere i bagagli in macchina. Elvis non era in grado di portare fuori le valigie, da sè”

“Non consapevole di quanto stesse succedendo ai suoi genitori nella sua camera da letto, Lisa Marie giocava tranquilla e felice, insieme alla sua bambinaia, in giardino."

“Al fine di risparmiare a Lisa il dolore della loro separazione, Elvis e Priscilla le avevano detto che sarebbe andata via, con sua mamma, a Los Angeles, per una vacanza e lì avrebbe iniziato la scuola. Mi si ruppe il cuore vedere Elvis, un uomo che aveva tutto, improvvisamente perdere la persona più importante della sua vita: sua figlia”.

“Lisa era più importante della sua stessa vita e ora gli sarebbe stata portata via”

“Elvis era incredibilmente ingenuo sulle procedure del divorzio, perché mai nessuno aveva divorziato nella famiglia Presley. Inoltre non riusciva a capire perché Priscilla non era felice di essere sposata con lui. Dopo tutto lui le aveva regalato il mondo intero su un piatto d’argento, ma soprattutto non riusciva a capire perché Priscilla aveva bisogno di portare via Lisa dalla casa nella quale era cresciuta e dalla sua amata Graceland”

“Dopo giorni di discussioni, Priscilla lo convinse che Lisa sarebbe stata più felice con un genitore costante, piuttosto che uno che, per la maggior parte dell’anno, era sempre in viaggio. Con rammarico Elvis dovette ammettere che il suo stile di vita non era appropriato per crescere un figlio nella sua città.”

“Elvis stava in piedi guardando Priscilla che caricava la sua Mercedes blue. Priscilla piangeva e tremava!” scrive Schilling “Elvis prese Priscilla tra le sue braccia, la baciò dolcemente sulla bocca e disse “Cilla, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, ma veramente qualsiasi cosa, fammelo sapere”.

Fino all’ultimo, Elvis rimase composto, ma quando arrivò il momento di dare l’ultimo saluto a sua figlia, Elvis crollò e non appena abbracciò la sua amata Lisa scoppiò a piangere. La tenne stretta a lungo, dicendole a bassa voce “Fai la brava, Button-head (testolina)” (Button-head era il nomignolo che usava per Lisa) “Verrai a trovarmi spesso” disse Elvis cercando di rimandare indietro le lacrime. Poi cercando di mascherare la sua disperazione Elvis insisteva dicendole “Dì alla mamma che ti insegni ad usare il telefono, così puoi chiamarmi ogni giorno, okay”.

“Lisa Marie è sempre stata un bambina molto percettiva. Si rese conto che non era il solito saluto. Normalmente, Elvis diceva “Button-head vado via per lavoro. Cosa vuoi che il papà ti porti questa volta?”

Quel giorno era diverso e Lisa l’aveva capito. Lo guardò negli occhi e gli chiese “Stai piangendo, papà?” A quel punto, Elvis diede a Priscilla un’occhiata che di quelle che uccidono, poi consegnò Lisa alle braccia di sua mamma, girò i tacchi, e rientrò in casa, senza voltarsi.
Avevo già visto quello sguardo negli occhi di Elvis. E’ uno sguardo che, quando ci penso, mi fa, ancora, venire i brividi alla schiena…….. è uno sguardo di dolore, rabbia, disperazione e sofferenza.”

“Per il resto del giorno, fino alle 4 della mattina Elvis rimase chiuso nella sua camera. Non voleva mangiare e parlare con nessuno”.

“Noi eravamo molto preoccupati: Pensammo che forse si era preso un mucchio di quelle pillole per dormire. Di tanto in tanto, Joe ed io andavamo controllare e ascoltare dalla porta.
Una volta lo sentii imprecare, un’altra volta urlare, ma il più delle volte lo sentivo solo singhiozzare.”

“Adesso so che quel giorno fu l’inizio della fine per l’Elvis che avevo conosciuto e amato”

Nota in calce: Per quanto riguarda la mia personale esperienza ho sempre visto Elvis disponibile a parlare con me, quando avevo problemi. Mi ha sempre trattato come se fossimo uguali. Elvis era una persona molto profonda. Con me ammetteva le insicurezze che erano le stesse che avevo anche io. Mi disse che, per lui, le cose non erano poi, così diverse….. sicuramente il successo, la fama e il denaro gli avevano dato la possibilità di avere cose belle e comprarsi quello che voleva, ma non ha mai smesso di avere dubbi e paure.

Elvis era una persona che si prendeva molta cura di te. Ricordo che una volta ebbi un incidente in macchina (era il periodo in cui girava Frankie and Johnny).. Ero piuttosto massacrato, ma niente di serio. Quella sera ebbi difficoltà ad addormentarmi. In qualche modo, Elvis lo capì ed entrò nella mia stanza e stette con me a parlare, fino a che non mi addormentai.






fantastico Hurt, grazie del tuo lavoro per avere tradotto questo scritto, davvero commovente per dire da brivido in certi giri di parole...

Lisa
15-01-2007, 17:53
Ottimo lavoro, Hurt! Superlativo come sempre!! :)
Concordo con Angelo nel dire che è un vero peccato non poter avere libri come questo in lingua italiana!! :?

LISA

MISSCLAWDY
16-01-2007, 18:11
Grazie Hurt delle anticipazioni!! Il libro mi sta arrivando, non vedo 'ora di leggerlo...!!! :smile:

giulia98
27-06-2007, 10:05
DAVVERO TANTE GRAZIE HURT!!!L'IMMAGINE CHE VIENE FUORI DA QUESTO SCRITTO E' UN ELVIS PADRE DAVVERO SOFFERENTE.ANCHE IO HO UNA FIGLIA E POSSO CAPIRLO!!!DIO! DEVE ESSERE STATO TERRIBILE VEDERLA ANDARE VIA!!!
GRAZIE HURT SEI COME SEMPRE UN GRANDE!!!!

askme
27-06-2007, 18:02
Ottimo lavoro, Hurt! Superlativo come sempre!! :)
Concordo con Angelo nel dire che è un vero peccato non poter avere libri come questo in lingua italiana!! :?

LISA


Niente da aggiungere, grazie Hurt.
:-brav:-brav:-brav:-brav

nicky86
01-07-2007, 18:59
mi sono commossa ...grazie hurt!

nicky86
01-07-2007, 19:00
[quote=Lisa;26471]Ottimo lavoro, Hurt! Superlativo come sempre!! :)
Concordo con Angelo nel dire che è un vero peccato non poter avere libri come questo in lingua italiana!! :?

quoto!

gabby
01-07-2007, 19:19
Grazie hurt...come sempre sei gentilissima a condividere queste cose con noi!:-brav:-brav:-brav

Giusy49
01-07-2007, 19:36
ho acquistato il libro a "shopelvis", non vedo l'ora che arrivi................................

carmen
03-10-2008, 18:47
Estratti dal nuovo libro di Jerry Schilling "Me and a Guy Named Elvis: My lifelong Friendship with Elvis Presley”


“Conservo teneri ricordi. I bei momenti in cui Elvis era al culmine, quando era bellissimo e dava il meglio di sé. Ma ci sono certi ricordi che, ogni volta, mi fanno rabbrividire. Quei ricordi hanno spesso innescato un incubo, facendomi passare notti insonni”

“Red faceva già parte dell’entourage. Avevano l’abitudine di giocare a football nei fine settimana nel campo della Humes High School. Anche se Elvis prendeva il gioco sul serio Red mi raccomandò di non giocare duro, di non buttare mai Elvis a terra. Farlo sempre vincere. Queste erano le regole se volevo far parte della squadra”

“Nel momento in cui lo incontrai, mi resi conto che in Elvis c’era qualcosa di speciale. Era come se fosse nato per essere famoso. E anche Elvis pensava che la fama fosse il suo destino”.

“Elvis si riufiutava di suonare a casa la sua musica, “Chi ha messo su questa m…a?” gridò una volta quando, a Graceland, un invitato mise sul giradischi All Shook Up “ ricorda Schilling “Elvis era orgoglioso del suo lavoro ma per lui era il suo lavoro. Con la sua musica viveva fuori casa e non aveva bisogno di sentirla in casa sua!”

“ Il tribunale aveva assegnato a Priscilla la custodia di Lisa Marie, ma Elvis pensava che sua figlia sarebbe cresciuta molto meglio in una piccola città come Memphis, come era stato per lui, piuttosto che in una grande città come Los Angeles.
“Il mio peggior ricordo, ed il giorno peggiore della mia vita credo sia stato il giorno in cui Priscilla prese Lisa Marie, e se ne andarono da Graceland. L’immagine di quel giorno ancora mi ossessiona."

“Il 9 Ottobre 1973, dopo 5 anni di matrimonio Elvis e Priscilla erano divorziati. Fu Elvis a scegliere il divorzio, fu un gesto per salvare Priscilla da ogni imbarazzo, in quanto madre di sua figlia, Lisa Marie, che aveva solo 4 anni.”

“Per tutti noi fu un giorno molto triste. Ricordo Elvis, in piedi nella camera di Lisa Marie, in silenzio guardare Alberta (la cuoca di Graceland) che aiutava Priscilla a mettere i vestiti e i giocattoli di Lisa, nelle varie valigie….. Elvis non diceva niente, ma si vedeva il dolore nei suoi occhi”

“Improvvisamente, urlò a me e Joe (Esposito) di aiutare Priscilla a mettere i bagagli in macchina. Elvis non era in grado di portare fuori le valigie, da sè”

“Non consapevole di quanto stesse succedendo ai suoi genitori nella sua camera da letto, Lisa Marie giocava tranquilla e felice, insieme alla sua bambinaia, in giardino."

“Al fine di risparmiare a Lisa il dolore della loro separazione, Elvis e Priscilla le avevano detto che sarebbe andata via, con sua mamma, a Los Angeles, per una vacanza e lì avrebbe iniziato la scuola. Mi si ruppe il cuore vedere Elvis, un uomo che aveva tutto, improvvisamente perdere la persona più importante della sua vita: sua figlia”.

“Lisa era più importante della sua stessa vita e ora gli sarebbe stata portata via”

“Elvis era incredibilmente ingenuo sulle procedure del divorzio, perché mai nessuno aveva divorziato nella famiglia Presley. Inoltre non riusciva a capire perché Priscilla non era felice di essere sposata con lui. Dopo tutto lui le aveva regalato il mondo intero su un piatto d’argento, ma soprattutto non riusciva a capire perché Priscilla aveva bisogno di portare via Lisa dalla casa nella quale era cresciuta e dalla sua amata Graceland”

“Dopo giorni di discussioni, Priscilla lo convinse che Lisa sarebbe stata più felice con un genitore costante, piuttosto che uno che, per la maggior parte dell’anno, era sempre in viaggio. Con rammarico Elvis dovette ammettere che il suo stile di vita non era appropriato per crescere un figlio nella sua città.”

“Elvis stava in piedi guardando Priscilla che caricava la sua Mercedes blue. Priscilla piangeva e tremava!” scrive Schilling “Elvis prese Priscilla tra le sue braccia, la baciò dolcemente sulla bocca e disse “Cilla, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, ma veramente qualsiasi cosa, fammelo sapere”.

Fino all’ultimo, Elvis rimase composto, ma quando arrivò il momento di dare l’ultimo saluto a sua figlia, Elvis crollò e non appena abbracciò la sua amata Lisa scoppiò a piangere. La tenne stretta a lungo, dicendole a bassa voce “Fai la brava, Button-head (testolina)” (Button-head era il nomignolo che usava per Lisa) “Verrai a trovarmi spesso” disse Elvis cercando di rimandare indietro le lacrime. Poi cercando di mascherare la sua disperazione Elvis insisteva dicendole “Dì alla mamma che ti insegni ad usare il telefono, così puoi chiamarmi ogni giorno, okay”.

“Lisa Marie è sempre stata un bambina molto percettiva. Si rese conto che non era il solito saluto. Normalmente, Elvis diceva “Button-head vado via per lavoro. Cosa vuoi che il papà ti porti questa volta?”

Quel giorno era diverso e Lisa l’aveva capito. Lo guardò negli occhi e gli chiese “Stai piangendo, papà?” A quel punto, Elvis diede a Priscilla un’occhiata che di quelle che uccidono, poi consegnò Lisa alle braccia di sua mamma, girò i tacchi, e rientrò in casa, senza voltarsi.
Avevo già visto quello sguardo negli occhi di Elvis. E’ uno sguardo che, quando ci penso, mi fa, ancora, venire i brividi alla schiena…….. è uno sguardo di dolore, rabbia, disperazione e sofferenza.”

“Per il resto del giorno, fino alle 4 della mattina Elvis rimase chiuso nella sua camera. Non voleva mangiare e parlare con nessuno”.

“Noi eravamo molto preoccupati: Pensammo che forse si era preso un mucchio di quelle pillole per dormire. Di tanto in tanto, Joe ed io andavamo controllare e ascoltare dalla porta.
Una volta lo sentii imprecare, un’altra volta urlare, ma il più delle volte lo sentivo solo singhiozzare.”

“Adesso so che quel giorno fu l’inizio della fine per l’Elvis che avevo conosciuto e amato”

Nota in calce: Per quanto riguarda la mia personale esperienza ho sempre visto Elvis disponibile a parlare con me, quando avevo problemi. Mi ha sempre trattato come se fossimo uguali. Elvis era una persona molto profonda. Con me ammetteva le insicurezze che erano le stesse che avevo anche io. Mi disse che, per lui, le cose non erano poi, così diverse….. sicuramente il successo, la fama e il denaro gli avevano dato la possibilità di avere cose belle e comprarsi quello che voleva, ma non ha mai smesso di avere dubbi e paure.

Elvis era una persona che si prendeva molta cura di te. Ricordo che una volta ebbi un incidente in macchina (era il periodo in cui girava Frankie and Johnny).. Ero piuttosto massacrato, ma niente di serio. Quella sera ebbi difficoltà ad addormentarmi. In qualche modo, Elvis lo capì ed entrò nella mia stanza e stette con me a parlare, fino a che non mi addormentai.





Ho evidenziato gli stati d'animo di entrambi ....di Priscilla e di Elvis...... per sottolineare quello che più mi ha fatto riflettere su quanto si amassero!!!!! è stata una sofferenza intensa per tutti e due!!!!:-ex:-ex:-ex

hurt
03-10-2008, 18:55
Il libro (unico) di Jerry Schilling è tra quelli che preferisco!!!

tania
03-10-2008, 18:59
già e quando riusciro fra un paio d'anni a finirlo potrò apprezzarlo anch'io....:-fis:-fis:-)

gracemonic
03-10-2008, 22:17
Estratti dal nuovo libro di Jerry Schilling "Me and a Guy Named Elvis: My lifelong Friendship with Elvis Presley”

Grazie Hurt, che bel racconto, passerei delle ore e ore a continuare a leggere.