bobvee
23-02-2007, 09:24
Sto incidendo alcuni brani degli anni '50 e mi sono trovato ad aver a che fare con un qualcosa che ormai è solo uno stupendo ricordo, per l'umanità, ovvero la semplicità e la purezza di quel periodo musicale. Nessuna volgarità, nessuna eccentricità, nessun estremismo: solo una certa ribellione alle regole puritane e all'inerzia di un certo tipo di mentalità del tempo. Jerry Lee Lewis, per aver portato all'altare una adolescente, della quale peraltro era innamoratissimo, fu cacciato malamente dal Regno Unito: forse le sue "Great balls of fire" erano troppo per quel tempo!.
Elvis Presley ancheggiava e si dimenava sul palco, ma quando finì in televisione fu tagliato clamorosamente... ed alcune correnti religiose e un rigurgito di Ku-Klux-Clan avevano pubblicamente fatto briciole dei suoi dischi in vinile.
Little Richard, più o meno nascostamente gay, dopo aver dato al gospel una fortissima personalissima ed unica venatura rabbiosa, era riuscito nell'intento di dare fuoco, con l'alcool, a qualche pianoforte.
E potrei continuare... ma oggi?
Il genere musicale di oggi, figlio di cotanta purezza e semplicità, è un "stupefacente" intreccio di ibridi dominato dal dio denaro: interessi miliardari, multinazionali in manovra, personaggi costruiti al computer, meteore di bassa qualità proposte come idoli dei teen ager, il tutto condito da cocaina, gossip e globalizzazione portati allo spasimo.
Siamo passati attraverso vari universi musicali, dai carismatici Beatles ai Rolling Stones, dove ancora si poteva succhiare la linfa di un rock genuino e spontaneo, e poi tutta la generazione degli anni '70, Deep Purple, Genesis, Jetro Tull, Credence, fino agli U2 e al pop della classe 1980.
Poi è svanito tutto, sono rimasti solo i grandi concerti delle vecchie star, per il resto un mondo di video clip sfornati giornalmente e ritagliati a tavolino con sapienza mediatica ed informatica.
Concludo:abbiamo perso quella purezza e quella semplicità, e anche se ci sono i Robbie Williams e i Michael Bublè in giro, vedo un futuro sempre più dominato da interessi prettamente affaristici.
E ciò mi rattrista e mi crea una certa nostalgia degli anni in cui Elvis intonava "That's when your heartaches begin" per la mamma...
Ciao
Elvis Presley ancheggiava e si dimenava sul palco, ma quando finì in televisione fu tagliato clamorosamente... ed alcune correnti religiose e un rigurgito di Ku-Klux-Clan avevano pubblicamente fatto briciole dei suoi dischi in vinile.
Little Richard, più o meno nascostamente gay, dopo aver dato al gospel una fortissima personalissima ed unica venatura rabbiosa, era riuscito nell'intento di dare fuoco, con l'alcool, a qualche pianoforte.
E potrei continuare... ma oggi?
Il genere musicale di oggi, figlio di cotanta purezza e semplicità, è un "stupefacente" intreccio di ibridi dominato dal dio denaro: interessi miliardari, multinazionali in manovra, personaggi costruiti al computer, meteore di bassa qualità proposte come idoli dei teen ager, il tutto condito da cocaina, gossip e globalizzazione portati allo spasimo.
Siamo passati attraverso vari universi musicali, dai carismatici Beatles ai Rolling Stones, dove ancora si poteva succhiare la linfa di un rock genuino e spontaneo, e poi tutta la generazione degli anni '70, Deep Purple, Genesis, Jetro Tull, Credence, fino agli U2 e al pop della classe 1980.
Poi è svanito tutto, sono rimasti solo i grandi concerti delle vecchie star, per il resto un mondo di video clip sfornati giornalmente e ritagliati a tavolino con sapienza mediatica ed informatica.
Concludo:abbiamo perso quella purezza e quella semplicità, e anche se ci sono i Robbie Williams e i Michael Bublè in giro, vedo un futuro sempre più dominato da interessi prettamente affaristici.
E ciò mi rattrista e mi crea una certa nostalgia degli anni in cui Elvis intonava "That's when your heartaches begin" per la mamma...
Ciao