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Clint Reno 29-07-2007 08:16

Re: Notizie da Internet
 
Quote:

hurt (Messaggio 47665)
ARTE E CULTURA A PICCOLE DOSI

Pescara - Oltre ottocento visitatori hanno ammirato la mostra 'Viaggio nel mondo degli occhiali' proveniente dalla Galleria Guglielmo Tabacchi e in esposizione a Pescara nel Palazzo Imperato dell’Ottica Barberini.

La mostra ha suscitato molti consensi tra i collezionisti e gli appassionati degli occhiali che non hanno voluto perdere l’occasione di osservare i rari pezzi di antiquariato esposti e gli occhiali appartenuti a personaggi famosi dal calibro di Elvis Presley, Elton John e Madonna.

Ecco le foto! :-\
http://www.grazielvis.it/forum/showt...680&highlight=

hurt 29-07-2007 08:47

Re: Notizie da Internet
 
Grazie Angelo:-brav

Non solo non avevo collegato le due notizie internet, ma mi era anche sfuggito che avevo postato queste bellissime foto:?:?:?:?:?:?

HAnno fatto sicuramente un bel lavoro :-brav

hurt 02-08-2007 08:03

Re: Notizie da Internet
 
Dalla rivista GRAZIA




Che cosa hanno in comune Madonna, Marilyn Monroe, Francis Ford Coppola e un’altra dozzina di celebrità?

http://grazia.blog.it/wp-content/upl...donna_wine.jpg

Io direi il vino. Non sto diventando pazzo, non allarmatevi! Stando ai fatti sembra che le celebrità del del cinema, della musica, dell’arte e dello sport stiano sempre più abbracciando questo mondo tutto particolare. Madonna Louise Veronica Ciccone, una delle artiste femminili di maggior successo al mondo, è stampata sulle etichette di cinque varietà di vini: Pinot Grigio, Pinot Noir, Gewurztraminer, Cabernet Franc e Chardonnay. Il produttore è suo padre Tony Ciccone, proprietario della Ciccone Vineyard & Winery, che ha pensato bene di sfruttare l’immagine della popstar per creare un brand che è diventato molto popolare. Prezzo? Dai 25 ai 40 dollari!
Anche Marilyn Monroe, il ’sogno proibito’ per milioni di appassionati di cinema, la ritroviamo in etichetta, precisamente su una bottiglia di Merlot. Ben alt(r)i i prezzi in questo caso: una bottiglia di Marilyn Monroe Merlot del 2002 quota a partire dai 199,99 dollari.


Ma c’è chi va oltre e diventa celebrità/produttore. E’ il caso di Francis Ford Coppola, il regista che ci ha incantato un po’ tutti con Il Padrino, possiede la sua cantina dal nome Niebaum-Coppola Estate dove produce Merlot, Syrah, Cabernet e altro. E sembra che sia anche un esperto del settore:
Per non parlare poi dei golfisti che sembrano siano attirati dalla bevanda più degli altri. Greg Norman produce vino in Australia, mentre Ernie Els in Sud Africa. La lista è interminabile, vi elenco altre celebrità del vino giusto per avere un’idea: Sam Neill, protagonista di Un grido nella notte, Jerry Garcia dei mitici Grateful Dead, Dan Aykroyd dei Blues Brothers, Wayne Gretzky, il più forte giocatore di ice hockey di tutti i tempi. Mi viene l’affanno, ma continuo: Robert De Niro e Leonardo Di Caprio sono proprietari terrieri e dopo il botto avutosi con Sideways, il film sul vino californiano, sembra che la moda stia letteralmente esplodendo tra i big di Hollywood. Anche Bob Dylan ed Elvis Presley sono finiti in etichetta per semplici ragioni commerciali. Ciliegina sulla torta? Savanna Samson, la pornostar di Rocco Meats an American Angel in Paris, produce Sogno Uno, un vino molto italiano composto da Cesanese, Sangiovese e Montepulciano (per vedere una video intervista clicca qui) A ben vedere il vino è abbastanza trasversale, no?

Che altro dire? C’è chi di Coppola vede un film e chi preferisce berne un vino, no?

hurt 03-08-2007 07:22

Re: Notizie da Internet
 
Da IL SOLE 24 ORE


26 giugno 2007


http://img216.imageshack.us/img216/9...3959169id0.jpg


Dal Boogie-woogie al primo Elvis: Parigi celebra il rock'n'roll

di Francesco Prisco



Anno 1939. Mentre la follia omicida della Wehrmacht travolge l'Europa, in America i pianisti afroamericani Albert Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis cominciano la loro carriera discografica: è l'esplosione del fenomeno Boogie-woogie, musica da ballo prodotta da neri che incontra il favore del pubblico bianco. Anno 1959. Mentre lo scacchiere politico del Vecchio continente obbedisce alle ferree logiche della Guerra fredda, negli States precipita l'aereo privato che trasporta le rock star Buddy Holly, Ritchie Valens e Big Bopper. Il tutto mentre il "Re" Elvis Presley è in Germania a prestare il servizio militare, irrimediabilmente lontano dal suo ribellismo giovanile.

A questo ventennio ricco di cambiamenti musicali e – soprattutto – culturali è dedicata la mostra "Rock ‘n' roll 39-59", in corso alla Fondation Cartier di Parigi fino al 28 ottobre. Un allestimento senza precedenti che raccoglie dischi e oggetti d'epoca, documenti editi e inediti, foto d'arte e memorabilia: l'approccio non è storico, ma addirittura archeologico. E nessuno al mondo, in tema di rock, si è mai cimentato con un'operazione simile.

«Prima di Elvis c'era il nulla», diceva John Lennon. Affermazione per certi versi condivisibile, se consideriamo l'impatto rivoluzionario che Presley esercitò sulla cultura musicale (perfezionò un accattivante quanto originale "cocktail" di blues e country), sulla società (era pur sempre il bianco che cantava come un nero) e sull'economia (con lui i giovani cominciarono ad "esistere" come target per l'industria, pubblico cui destinare musica, cinema, libri e abbigliamento). Ma è pur vero che, in natura come nell'arte, nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma.

Ecco allora spuntare i debiti tutt'altro che trascurabili che la musica dell'incontrastato "Re" del Rock ‘n' roll ha nei confronti del Blues (ruvida esternazione di malinconia sepolcrale per chitarra e voce), del Country (prodotto dell'immaginario celtico e cristiano dei bianchi che abitavano gli Stati del Sud), dei Gospel battisti e delle innumerevoli musiche da ballo che tra gli anni Quaranta e i Cinquanta trascinavano in pista gente di ogni razza, religione e credo politico d'America. E' innanzitutto questo il territorio indagato dalla mostra della Fondation Cartier. Ma ci si spinge oltre: i vari Charlie Gillett, Peter Guralnick, David Halberstam, Greil Marcus, Florent Mazzoleni e Robert Palmer che hanno collaborato al progetto si spingono fino a ritroso sino all'esplosione del Boogie-woogie, quella variante pianistica del primo Jazz che per la prima volta lanciò un ideale ponte di collegamento tra la cultura afroamericana e il pubblico dei bianchi.

C'è insomma l'ampio e complesso immaginario che ha anticipato il 1954, l'anno del "Big bang" del Rock ‘n' roll, raccontato innanzitutto attraverso le fotografie di maestri del genere come Alfred Wertheimer, Bruce Davidson, Marion Post Wolcott, Ernest C. Whiters e William Eggleston. Mette quasi soggezione "Goin' Home", ritratto fotografico a firma di Wertheimer che ritrae un Elvis di ritorno a Memphis subito dopo aver registrato (siamo nel 1956) a New York il 45 giri "Hound dog"/"Don't be cruel". Come pure è emozionante trovarsi a due passi dalla prima chitarra acustica di Buddy Holly, personalizzata con nome e cognome proprio alla maniera di "the Pelvis". Tra i manifesti d'epoca spicca quello che nel '39 esaltava le performance di Jimmie Lucenford, scalmanato eroe dell'era swing tanto da poter essere considerato un rocker ante litteram, ma emoziona anche quello che nel '53 pubblicizzava uno show del countryman di Hank Williams, meglio noto come "Mr. Lovesick Blues", un gigante che avrebbe lasciato una lunga scia d'influenza nella musica popolare statunitense.

Ci sono i leggendari Juke-box Wurlitzer degli anni Quaranta, oggi preziosissimi giocattoli per collezionisti, ed una futuribile (per l'epoca) Cadillac, sogno di ogni teenager americano degli anni Cinquanta alle prese con il ballo di fine anno. In una piccola cabina è stato addirittura ricostruito uno studio d'incisione simile a quello della leggendaria Sun Records di Memphis, dove i vari Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash e ovviamente Elvis Presley mossero i primi passi. All'interno di essa si possono ascoltare stralci di prove in studio e rare interviste radiofoniche. Abbondano rarissimi dischi d'epoca, come il 78 giri in cui Elvis interpretava "You're a heartbreaker" (1955).

E' come se un pezzo della Memphis postbellica si fosse realmente trasferito a poche centinaia di metri dalla Senna. Basta dare un'occhiata in giro, respirare il profumo del vinile e sintonizzarsi sulla giusta lunghezza d'onda emozionale per sentire risuonare quel motivo conturbante: «Well, since my baby left me/ I found a new place to dwell/ It's down at the end of lonely street/ at Heartbreak Hotel». Come diceva qualcuno, il "Re" se n'è andato, ma non è stato dimenticato.

"Rock ‘n' roll 39-59", Parigi, Fondation Cartier
Dal 22 giugno al 28 ottobre 2007
Catalogo: Éditions Xavier Barral
Peri informazioni: +33 0142185650
http://fondation.cartier.com

hurt 03-08-2007 07:28

Re: Notizie da Internet
 
Si copia, si copia :)

L’erede di Sinatra ammalia New York

di Silvia Kramar - venerdì 03 agosto 2007, da New York

Ironico, gigione, seducente con le donne e maligno con i loro mariti. L’altra sera Michael Bublé, l’erede di Frank Sinatra, ha entusiasmato il pubblico del prestigioso Radio City Music Hall. Dove il «crooner» si è fatto accompagnare da quattordici incredibili musicisti, per intrattenere un pubblico di qualche anno più adulto del trentunenne cantante canadese con la voce d'oro. Una voce che, insieme alla sua classe di «entertainer</B>» vecchia maniera e di fenomeno musicale, ne ha fatto il nuovo re della tradizione musicale americana pre-rock.
Ascoltando Bublé, le signore in abiti lunghi, gli uomini in giacca e cravatta (come lui), un'aria da ufficio e abiti forse troppo sexy per le cinquantenni, gli americani tornano al tempo in cui Las Vegas, Atlantic City e il Radio City newyorchese offrivano la voce di quei Frank Sinatra, Dean Martin o Tony Bennet...
Certo, Bublé si giova della perfetta campagna pubblicitaria che i suoi due padrini, Paul Anca e David Foster hanno allestito già da qualche anno. Ma tutto questo non basterebbe a farne l'erede di Sinatra e Bennet.

Mercoledì Bublé ha flirtato con le donne, ricordando agli uomini che anche lui è fatto di testosterone.
Certo, quarant'anni fa Bennet o Sinatra non avrebbero mai osato camminare tra il pubblico e farsi baciare, rivelando poi sul palco, che una lady gli aveva accarezzato il sedere «mandandolo in brodo di giuggiole». Ma anche quando si atteggia a «bad boy», Bublé si fa perdonare, anzi piace forse di più. Basta che intoni un brano qualunque, magari del suo terzo album Call me irresponsible, salito al primo posto nella classifica pop americana, per ricordare a tutti che la sua voce, seppur giovane, non ha eguali nel mondo dello swing. Harry Connick Junior gli si avvicina, ma Bublé è unico.

Mercoledì sera, ad esempio, ha stuzzicato il pubblico femminile dedicando un brano alle donne che avevano tradito il marito con un uomo più giovane (alcune sono saltate in piedi alzando le mani), e poi cantando Me and Mrs. Jones, scritta nel 1972 da Billy Paul. Poi è stata la volta di una perfetta imitazione di Elvis Presley con That's all right

hurt 03-08-2007 07:30

Re: Articoli
 
Da Rockol

Una statua di Elvis ad Honolulu: ‘Era uno di noi’

Grazie ad una statua in bronzo, l’immagine di Elvis Presley non morirà mai alle Hawaii.
Elvis si esibì tre volte sull'arcipelago durante la sua carriera ma il concerto che tenne nel 1973 ad Honolulu, in diretta televisiva, fu un evento memorabile per gli abitanti di questa località.
La statua di dimensioni naturali raffigurante l’artista è stata installata nel luogo in cui si tenne lo show, nel Neil Blaisdell Center.
Durante l’inaugurazione il sindaco di Honolulu, Mufi Hanneman, ha dichiarato: “Non era originario di queste terre, ma lo abbiamo adottato come uno di noi”.


(02 Ago 2007)

guitarman 03-08-2007 07:35

Re: Notizie da Internet
 
Quote:

hurt (Messaggio 48137)
Si copia, si copia :)

L’erede di Sinatra ammalia New York

di Silvia Kramar - venerdì 03 agosto 2007, da New York

Ironico, gigione, seducente con le donne e maligno con i loro mariti. L’altra sera Michael Bublé, l’erede di Frank Sinatra, ha entusiasmato il pubblico del prestigioso Radio City Music Hall. Dove il «crooner» si è fatto accompagnare da quattordici incredibili musicisti, per intrattenere un pubblico di qualche anno più adulto del trentunenne cantante canadese con la voce d'oro. Una voce che, insieme alla sua classe di «entertainer</B>» vecchia maniera e di fenomeno musicale, ne ha fatto il nuovo re della tradizione musicale americana pre-rock.
Ascoltando Bublé, le signore in abiti lunghi, gli uomini in giacca e cravatta (come lui), un'aria da ufficio e abiti forse troppo sexy per le cinquantenni, gli americani tornano al tempo in cui Las Vegas, Atlantic City e il Radio City newyorchese offrivano la voce di quei Frank Sinatra, Dean Martin o Tony Bennet...
Certo, Bublé si giova della perfetta campagna pubblicitaria che i suoi due padrini, Paul Anca e David Foster hanno allestito già da qualche anno. Ma tutto questo non basterebbe a farne l'erede di Sinatra e Bennet.

Mercoledì Bublé ha flirtato con le donne, ricordando agli uomini che anche lui è fatto di testosterone.
Certo, quarant'anni fa Bennet o Sinatra non avrebbero mai osato camminare tra il pubblico e farsi baciare, rivelando poi sul palco, che una lady gli aveva accarezzato il sedere «mandandolo in brodo di giuggiole». Ma anche quando si atteggia a «bad boy», Bublé si fa perdonare, anzi piace forse di più. Basta che intoni un brano qualunque, magari del suo terzo album Call me irresponsible, salito al primo posto nella classifica pop americana, per ricordare a tutti che la sua voce, seppur giovane, non ha eguali nel mondo dello swing. Harry Connick Junior gli si avvicina, ma Bublé è unico.

Mercoledì sera, ad esempio, ha stuzzicato il pubblico femminile dedicando un brano alle donne che avevano tradito il marito con un uomo più giovane (alcune sono saltate in piedi alzando le mani), e poi cantando Me and Mrs. Jones, scritta nel 1972 da Billy Paul. Poi è stata la volta di una perfetta imitazione di Elvis Presley con That's all right

bublè è un bleff!!!!

hurt 03-08-2007 10:03

Re: Articoli
 
Musica: Festival Europeo Per Elvis Presley a 30 Anni Da Morte

Adnkronos - Mer 1 Ago - 16.48 Berlino, 1 ago. - (Adnkronos/Dpa) - Fervono grandi preparativi a Bad Nauheim, piccola localita' tedesca vicino a Francoforte dove Elvis Presley ha fatto il militare, per l'organizzazione della tre giorni di "European Elvis Festival" in ricordo dei 30 anni dalla morte del re del Rock 'n' Roll, il 16 agosto 1977 a Memphis.

Gli organizzatori hanno spiegato che il tributo canoro di tanti artisti al capostipite di uno stile che ha segnato un'epoca sara' durante un concerto rock che durera' tutta la notte del 16 agosto. Ma sono in programma anche tour guidati ai 'luoghi di Elvis' e verranno proiettati diversi suoi film. Dal 1958 al 1960 Presley ha indossato la divisa della Terza divisione corazzata Usa di stanza a Freiburg, ma viveva fuori della base militare, nelle vicinanze di Bad Nauheim.

hurt 04-08-2007 07:38

Re: Articoli
 
Elvis, a 30 anni dalla scomparsa - il business sbarca sul webhttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifhttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifhttp://adv.ilsole24ore.it/5/www.last...36366134363430 http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifhttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif

Cosa farebbe la musica pop senza gli anniversari? Elvis Presley morì il 16 agosto del 1977: oggi avrebbe 72 anni, e se fosse qui sarebbe una star molto probabilmente tirata dai lifting, e ancora in grado di catturare la sua parte di folle, vista l'imperante gerontocrazia nel settore. Nessuna famiglia di una star scomparsa è stata così abile come la sua a coltivarne la memoria, la storia, la statura di precursore del rock'n'roll, la figura di sex symbol nel cinema e sul palco.
Graceland, la sua residenza di Memphis, con il giardino nel quale è stato sepolto, è una sorta di Disneyland che con il tempo ha visto assottigliarsi un poco le file dei visitatori: ma non in questa stagione. In questi giorni, sotto un caldo terrificante, sono tornate ad allungarsi le file dei pullman che portano i curiosi in gita per la villa e nello shopping center dove tutto è marchiato Elvis - dai calzini ai pigiami alla carta igienica - , e la moquette della casa-museo torna ad esser calpestata da migliaia di piedi.
La ricorrenza tonda della morte è il sale della ripresa di interesse. La Sony-BMG ci ha investito pesantemente, dagli Stati Uniti fino alla Cina (dove il cofanetto "Elvis in the Movies" viene venduto a 100 euro nel mercato degli appassionati), dalla Polonia all'Inghilterra dove sta per cominciare una campagna destinata a riportare the Pelvis nella classifica dei singoli. Informa Billboard, a questo proposito, che per la prima volta sarà possibile scaricare da Internet i singoli del re del rock.

hurt 04-08-2007 07:44

Re: Articoli
 
“Elvis: Viva Las Vegas”, per celebrare il Re http://www.rockstar.it/img/spacer.gifhttp://www.rockstar.it/img/spacer.gif
http://www.rockstar.it/news/img/rockstar_ago07_L.jpg I


l prossimo 16 Agosto ricorrerà il 30° anniversario della morte di Elvis Presley, avvenuta nella sua Graceland.
Per l'occasione arriveranno nei negozi una serie di uscite discografiche, dalle canzoni dei film (‘Elvis And The Movies'), alla classica raccolta con 52 canzoni (‘Elvis: The King') fino alla più interessante, quella che raccoglie le esibizioni realizzate durante il periodo passato a Las Vegas in occasione del suo ritorno sulle scene dopo la parentesi hollywoodiana: “Elvis: Viva Las Vegas” conterrà 15 brani registrati dal vivo durante i primi anni nella Città del Peccato più la title track che arriva direttamente dalla colonna sonora del film omonimo.
Sul numero di Agosto di Rockstar è presente un lungo e approfondito articolo sulla vita di Elvis Presley, siamo andati in pellegrinaggio a Memphis a vagare nelle stanze di Graceland incontrando centinaia di fan venuti ad onorare il Re, intervistando amici, colleghi e persone che hanno lavorato nello staff di Elvis.
Per chi fosse interessato a ‘vedere' la storia di Presley non dovrebbe perdersi il documentario che andrà in onda questa sera alle 20:00 su Discovery Civilisation: “Elvis: The Complete Story” è un lungo viaggio attraverso fotografie e racconti, filmati storici ed esibizioni, è il giusto filmato per chi si avvicina a Presley per la prima volta.

Di seguito un estratto dall'articolo presente su Rockstar di Agosto

SULLE TRACCE DI ELVIS
di Andrea Morandi

«Non dirmelo, scommetto che sei qui per andare a trovare Elvis» sorride il poliziotto dell'aeroporto di Memphis sfogliando il passaporto.
L'estate del trentesimo anniversario della morte del Re è già iniziata e la cittadina del Tennessee si prepara ad essere invasa da una pacifica folla di pellegrini in visita al loro beniamino. È così ogni anno, aumenta per le ricorrenze rotonde come questa: tre decenni dopo la fine di Elvis, colpito da un attacco cardiaco nel bagno di Graceland il 16 agosto 1977, a quarantadue anni compiuti.
Memphis è divisa tra la sua eredità, quasi completamente bianca, e quella nera del blues, cresciuto nella via principale di Beale Street, dove oggi si alternano band di ogni tipo. Camminando per la città, la presenza di Elvis è ovunque: ci sono i negozi che vendono i suoi vestiti, i ristoranti che cucinano i suoi piatti preferiti, la statua davanti all'Orpheum Theatre, e poi i luoghi reali, come Lansky, dove Elvis comperava gli abiti, o Schwab, la merceria dove si vendevano i 45 giri, o, appena fuori, i leggendari studi della Sun Records, dove iniziò l'ascesa con la prima incisione.
Ma Memphis, meno di un milione di abitanti sulle rive del Mississippi e un passato glorioso nell'economia rurale degli Stati Uniti, non è solo Elvis: ci sono anche B.B. King e Memphis Minnie, gli studi della Stax e Soulville, il fiume dov'è morto Jeff Buckley e la casa dov'è nata Aretha Franklin, il museo del cotone e il motel dove è stato ucciso Martin Luther King.
Un grande passato, ma un piccolo presente. «Ultimamente in città hanno chiuso molti negozi, la crisi economica si fa sentire qui nel Sud - dice il tassista di colore con un sorriso amaro - il Presidente Bush non ha fatto molto per noi».
Alla domanda se sia mai stato a Graceland, scuote la testa, dice no e alza le spalle come se la cosa, in fondo, non lo riguardasse da vicino. Probabilmente è così. Anche se Elvis, a inizio carriera, venne definito come il bianco più nero mai esistito.

hurt 04-08-2007 07:58

Re: Articoli
 
Da Rockstar

http://www.rockstar.it/recensioni/0177.jpg

ELVIS PRESLEY - MEMORIES - THE '68 COMEBACK SPECIAL
[RCA/BMG]

Il resoconto completo dello speciale televisivo della NBC e il primo unplugged della storia. Il re è tornato.

Genere: Rock

Titoli:
Trouble/Guitar Man • Heartbreak Hotel • Hound Dog • All Shook Up • Can't Help Falling In Love • Jailhouse Rock • Don't Be Cruel • Blue Suede Shoes • Love Me Tender • Baby What You Want Me To Do • Trouble/Guitar Man • Gospel Medley • Memories • A Little Less Conversation • Road Medley • If I Can Dream CD2 When It Rains It Really Pource • Lawdy Miss Clawdy • Baby What You Want Me To Do • That's Allright • Heartbreak Hotel • Love Me • Baby What you Want Me To Do • Lawdy Miss Clawdy • Are You Lonesome Tonight? • When My Blue Moon Turns To Gold Again • Blue Christmas • Trying To Get To you • One Night • Baby What You Want Me To Do • One Night • Memories • If I Can Dream

Voto: n.d
Recensito il: 03/99

Quando Elvis registrò per la rete televisiva NBC "The '68 Comeback Special", la sua carriera si trovava a un punto fermo. I suoi film non facevano più da traino ai singoli tratti dalle colonne sonore e la sua fama era in costante calo. Il giovane direttore del progetto per la NBC, Steve Binder, portò Elvis un pomeriggio sul Sunset Boulevard di Los Angeles dove nessuno lo riconobbe, tantomeno i teenagers che lo urtavano per sbaglio. Elvis capì allora che l'occasione televisiva era ideale per tornare nel mondo del rock'n'roll, quel mondo che lui aveva contribuito a creare che ora l'aveva dimenticato. Sottoposto ad una cura dimagrante, abbronzato dopo una vacanza alle Hawaii, Presley si presentò negli studi della NBC in forma smagliante. Le riprese durarono dal 20 al 30 giugno 1968 e lo show fu mandato in onda nelle feste natalizie dello stesso anno. Di seguito venne pubblicato un LP che documentava solo una piccola parte delle registrazioni di Elvis. Dopo trent'anni, le incisioni complete tornano alla luce in tutto il loro splendore. "Memories - The '68 Comeback Special" (CD doppio) comprende gli "Stand Up" show registrati nell'Arena degli studios con orchestra, coro e un gruppo rock e includono tra molti inediti una "A Little Less Conversation" che manda a letto tutti i gruppi di new-country. Ma è con il secondo CD di Memories e con Tiger Man che Elvis sconvolge ancora oggi. Vestito di pelle nera, sexy come Jim Morrison, Elvis, accompagnato da pochi strumenti, si lancia nelle prime canzoni della sua carriera con una rabbia incredibile. Falsetti, sospiri da letto disfatto, ruggiti da animale, vibrati da angelo e fischi di contentezza dopo un pezzo riuscito: la voce di Elvis è una forza della natura come un temporale d'estate che ti mette addosso frenesia e strane voglie. Tiger Man spiega perché chiunque abbia fatto rock - dai Led Zeppelin agli U2 fino a Jon Spencer - venera Elvis come un Dio
GIULIO BRUSATI

guitarman 04-08-2007 08:22

Re: Articoli
 
Quote:

hurt (Messaggio 48237)
Da Rockstar

http://www.rockstar.it/recensioni/0177.jpg

ELVIS PRESLEY - MEMORIES - THE '68 COMEBACK SPECIAL
[RCA/BMG]

Il resoconto completo dello speciale televisivo della NBC e il primo unplugged della storia. Il re è tornato.

Genere: Rock

Titoli:
Trouble/Guitar Man • Heartbreak Hotel • Hound Dog • All Shook Up • Can't Help Falling In Love • Jailhouse Rock • Don't Be Cruel • Blue Suede Shoes • Love Me Tender • Baby What You Want Me To Do • Trouble/Guitar Man • Gospel Medley • Memories • A Little Less Conversation • Road Medley • If I Can Dream CD2 When It Rains It Really Pource • Lawdy Miss Clawdy • Baby What You Want Me To Do • That's Allright • Heartbreak Hotel • Love Me • Baby What you Want Me To Do • Lawdy Miss Clawdy • Are You Lonesome Tonight? • When My Blue Moon Turns To Gold Again • Blue Christmas • Trying To Get To you • One Night • Baby What You Want Me To Do • One Night • Memories • If I Can Dream

Voto: n.d
Recensito il: 03/99

Quando Elvis registrò per la rete televisiva NBC "The '68 Comeback Special", la sua carriera si trovava a un punto fermo. I suoi film non facevano più da traino ai singoli tratti dalle colonne sonore e la sua fama era in costante calo. Il giovane direttore del progetto per la NBC, Steve Binder, portò Elvis un pomeriggio sul Sunset Boulevard di Los Angeles dove nessuno lo riconobbe, tantomeno i teenagers che lo urtavano per sbaglio. Elvis capì allora che l'occasione televisiva era ideale per tornare nel mondo del rock'n'roll, quel mondo che lui aveva contribuito a creare che ora l'aveva dimenticato. Sottoposto ad una cura dimagrante, abbronzato dopo una vacanza alle Hawaii, Presley si presentò negli studi della NBC in forma smagliante. Le riprese durarono dal 20 al 30 giugno 1968 e lo show fu mandato in onda nelle feste natalizie dello stesso anno. Di seguito venne pubblicato un LP che documentava solo una piccola parte delle registrazioni di Elvis. Dopo trent'anni, le incisioni complete tornano alla luce in tutto il loro splendore. "Memories - The '68 Comeback Special" (CD doppio) comprende gli "Stand Up" show registrati nell'Arena degli studios con orchestra, coro e un gruppo rock e includono tra molti inediti una "A Little Less Conversation" che manda a letto tutti i gruppi di new-country. Ma è con il secondo CD di Memories e con Tiger Man che Elvis sconvolge ancora oggi. Vestito di pelle nera, sexy come Jim Morrison, Elvis, accompagnato da pochi strumenti, si lancia nelle prime canzoni della sua carriera con una rabbia incredibile. Falsetti, sospiri da letto disfatto, ruggiti da animale, vibrati da angelo e fischi di contentezza dopo un pezzo riuscito: la voce di Elvis è una forza della natura come un temporale d'estate che ti mette addosso frenesia e strane voglie. Tiger Man spiega perché chiunque abbia fatto rock - dai Led Zeppelin agli U2 fino a Jon Spencer - venera Elvis come un Dio

GIULIO BRUSATI


direi assolutamente divino!

ho cercato in tutte le edicole sia raro ke rock star,niente,tutto esaurito...c'è solo il rolling stone :-)

hurt 04-08-2007 08:37

Re: Articoli
 
Il servizio dedicato ad Elvis su Raro era nel numero di Luglio, per cui è difficilissmo trovarlo, tanto che ho stampato le pagine pubblicate sul Forum da Clint Reno.

Invece quello di Rock Star è sul numero di Agosto e, ad esempio da me, deve ancora arrivare.
Piantonerò all'edicola, per assicurarmelo:-)

hurt 05-08-2007 07:35

Re: Articoli
 
Da MUsicalnews - Pubblicato il 04/08/2007 alle 15:46:42

Studio Universal omaggia Elvis Presley di Massimo Giuliano

http://www.musicalnews.com/img_art/4082007154642.jpg



Per ricordare il Re del Rock’n’Roll, Studio Universal (Sky) gli dedica un Focus esclusivo prodotto dal Canale e una rassegna con 4 tra i più celebri film da lui interpretati. Si comincia lunedì 6 agosto.

Voce dolce e prorompente, carisma indiscutibile e un ciuffo che ha fatto storia. Oggi, a 30 anni dalla sua scomparsa, Elvis Presley è ancora l’incontrastato Re del Rock’n’Roll. Non solo "The Pelvis", ma soprattutto un talento che ha lasciato il segno. Per ricordarlo, Studio Universal (Sky) gli dedica un Focus esclusivo prodotto dal Canale e una rassegna con 4 tra i più celebri film da lui interpretati. L’appuntamento è ogni lunedì di agosto alle 21.

I titoli che andranno in onda sono molto interessanti e coprono l'arco di un decennio. Si comincia il 6 agosto con "Il delinquente del Rock’n’Roll" (1957) di Richard Thorpe, interpretato assieme a Dean Jones. Il 13 agosto sarà la volta di "Pugno proibito" (1962) per la regia di Phil Karlson, con un giovane Charles Bronson, mentre il 20 agosto toccherà a "Viva Las Vegas" (1964) di George Sidney, con Ann-Margret. Il 27 agosto gran finale con "Frankie e Johnny" (1966) di Frederick De Cordova, interpretato assieme a Donna Douglas. Queste pellicole rappresentano qualcosa in più dei nostrani "musicarelli": senza nulla togliere ai divi italiani degli anni '60, qui c'era Elvis...

Clint Reno 06-08-2007 07:09

Re: Articoli
 
2007-08-05 21:12
ELVIS 30 ANNI DOPO: GRACELAND INVASA, ONDATA DI DVD
(di Marco Bardazzi)

http://www.ansa.it/webimages/mida/me...3d31a6ba37.jpg

WASHINGTON - La Elvis-mania non è certo più quella di un tempo, ma il mito sembra resistere abbastanza bene. A 30 anni dalla morte di 'The King', Graceland è pronta a ospitare il più grande show della sua storia e l'America è invasa da un' ondata di Dvd con i film e i concerti di Elvis Presley. Per le nuove generazioni di americani, Elvis è un personaggio lontano, ma non troppo.

Dopo tutto lo hanno visto cantare solo pochi mesi fa in Tv ad 'American Idol', programma-cult degli under 30, grazie a uno speciale proiettore che ha fatto comparire un Elvis virtuale al fianco di Celine Dion in carne e ossa, per un duetto sulle note di 'If I Can Dream'. E non ci sono certo solo i baby-boomers tra le migliaia di persone che hanno comprato biglietti in anticipo per la 'Elvis Week', una kermesse che dall'11 al 19 agosto porterà decine di migliaia di persone a Graceland e negli altri luoghi di Memphis dedicati al cantante e attore americano. Eppure tutto sembrava finito la mattina del 17 agosto 1977 a Graceland, quando Elvis fu trovato riverso sul pavimento del bagno della sua villa. Trasportato al Baptist Memorial Hospital, vi fu dichiarato morto nelle ore successive.

La causa ufficiale era un attacco cardiaco, ma il decesso era l'esito di anni di declino, alimentati da pillole antidepressive e droghe varie. Elvis, grasso e sfigurato, trascorreva ormai da tempo gran parte delle giornate a letto. A 42 anni sembrava solo una pallida copia del giovane molleggiato e dal ritmo incontenibile che aveva fatto impazzire il mondo negli anni '50 e '60, diventando uno dei giganti della cultura popolare del XX secolo. Il giorno dopo la morte avrebbe dovuto tornare sul palco, per un concerto in Maine, ma nessuno può dire se ce l'avrebbe fatta. Il decesso però non cancellò il mito: come per Marylin o Jfk, la scomparsa prematura innescò non solo una serie di teorie cospirative (non sono pochi gli americani ancora oggi convinti che Elvis sia vivo e nascosto da qualche parte), ma anche un'eredita duratura. Graceland, la villa coloniale comprata da Presley nel 1957 per soli 100 mila dollari, divenne un'attrazione da 600 mila visitatori l'anno.

Ed Elvis si trasformò in un marchio planetario. La CKX di Manhattan, la società che dal 2005 controlla Graceland e tutti i proventi legati a Elvis, ha in serbo progetti che puntano a fare di 'The King' un'icona anche per le prossime generazioni, in modo da evitare che l'invecchiamento dei fans faccia ingiallire anche il loro idolo. Un progetto da 250 milioni di dollari prevede di realizzare in tre anni a Graceland un 'visitor center' da 7.400 metri quadrati, un mega hotel e un museo high tech dove le nuove tecnologie permettano di assistere a concerti virtuali di Elvis.

Che quest'ultima idea funzioni, lo dimostra non solo il successo del duetto televisivo con la Dion, ma il tutto esaurito che ha già fatto registrare un concerto virtuale di Elvis in programma nell'ambito della settimana di celebrazioni a Memphis: gli organizzatori hanno dovuto organizzarne un secondo, per far fronte alla richiesta di biglietti. Il mercato dei prodotti di Elvis è a sua volta ancora florido. Paramount e Warner Home hanno appena lanciato una riedizione del trentennale di una ventina di film e concerti di Presley, compresi cofanetti ed edizioni speciali rimasterizzate di titoli come 'Viva Las Vegas', 'Blue Hawaii' e 'Easy Come, Easy Go'.

marco.bardazzi@ansa.it.


http://www.ansa.it/opencms/export/si...127004679.html

hurt 06-08-2007 07:36

Re: Notizie da Internet
 
Blues sotto le stelle – 2007 sabato 04 agosto 2007

http://www.rete5.tv/images/stories/C...ga-quartet.jpg


L'Aquila - Blues sotto le stelle, alla sua ottava edizione, è uno degli appuntamenti più attesi dell’estate aquilana: un evento di grande rilievo culturale nella cornice di un monumento esclusivo. Arte, musica e spettacolo insieme per ricreare quell’atmosfera magica nell’antico Borgo della Rivera che riacquista così la funzione di aggregazione sociale che ha avuto nel corso dei secoli.
La promozione di luoghi d’arte, unita a forme diversificate di spettacolo, ha portato in questi ultimi anni un forte incremento del turismo culturale: si pensi ai numerosi luoghi d’arte, edifici monumentali e centri storici che ogni anno ospitano le grandi star della musica jazz, etnica, rock internazionale (il depliant che riporta il programma del festival è sempre corredato da notizie storiche sulla Fontana delle 99 cannelle).
L’originalità delle scelte musicali che hanno da sempre contraddistinto questo festival sono legate soprattutto alla continua contaminazione che la musica afroamericana ha operato sull’Occidente: il blues non solo quindi come genere musicale, ma custode ed artefice di forti emozioni, stati d’animo, modi di vivere, una grande cultura da scoprire nei suoi molteplici aspetti
La musica blues, ha assunto una sua precisa connotazione e struttura all’inizio del novecento, sviluppando le proprie radici principalmente lungo il corso del fiume Mississippi ed estendendosi poi con caratteristiche diverse negli altri Stati del Nord-America, ma è nella seconda metà del secolo, nel dopoguerra, che mostra la sua grande energia e vitalità, trasformandosi rapidamente e assumendo le caratteristiche e i colori di varie culture e contesti sociali.
Il blues ha avuto un ruolo rilevante nell’integrazione del popolo nero, nell’evoluzione del costume e nella rivoluzione culturale degli anni “60: dal rock’n’roll di Jerry Lee Lewis ed Elvis Presley, attraverso i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan e successivamente il punk, l’hip pop, il rap, tutte derivazioni ed evoluzioni di una cultura che ha radici molto lontane e che non accenna a fermarsi, rinnovandosi e riproducendosi in modi e circostanze differenti. Il festival in questi 8 anni ha narrato la storia del blues attraverso la voce dei musicisti che ne sono stati protagonisti negli anni migliori, che hanno saputo promuoverne e divulgarne l’emozione.
E’ da queste considerazioni che nasce la scelta artistica di voler evitare la ripetizione di programmi standard, così frequenti nella miriade di festival presenti nella nostra penisola, e voler differenziare “blues sotto le stelle” dell’Aquila proprio ricercando i musicisti di culto negli angoli più remoti dove il blues ha lasciato traccia, spaziando nelle contaminazioni, evoluzioni e provocazioni che sono l’essenza nell’anima blues.
L’edizione di quest’anno ci porta ad esplorare ulteriori territori musicali: il manouche iazz omaggio al mitico Django Reinhardt proposto dal gruppo olandese Tolga Quartet, le blues ballads del canadese John Campbelljohne la sua deliziosa pedal guitar, le incursioni heavy- metal- funk del newyorkese TM Stevens. L’evento più atteso è certamente la performance di Uli John Roth ex chitarrista degli Scorpions che, attraverso una rilettura della storia della musica, propone un excursus musicale dalle forme barocche di Antonio Vivaldi al rock-blues di Jimi Hendrix con ospiti molto attesi quali Graham Oliver (Saxon) e Nathaniel Peterson (Savoy Brown).
Una grande festa è prevista per l’ultima serata, un omaggio al Borgo della Rivera che a distanza di otto anni dalla prima edizione del festival appare notevolmente riqualificato. Alcuni edifici limitrofi sono stati restaurati e la nascita di nuove attività quali ristoranti ed alberghi lasciano presagire le potenzialità del luogo deciso a diventare centro di grandi avvenimenti culturali: di questa rinascita sicuramente “blues sotto le stelle” ne è stato promotore e protagonista. Sul palco una band dal sapore e tradizioni italiane, l’Officina Zoè con un ospite d’eccezione il percussionista africano (Mali) Baba Sissoko: la pizzica tarantata incontra i ritmi africani, il canto griko si fonde con la tradizione orale dei griot del Mali. Blues sotto le stelle unisce alla gradevoli serate di divertimento la conoscenza di una cultura in continuo mutamento, proponendo stili musicali e visioni diverse appartenenti però ad una radice comune: blues borderline, blues di confine.

hurt 06-08-2007 19:46

Re: Articoli
 
Quote:

Clint Reno (Messaggio 48310)
2007-08-05 21:12
ELVIS 30 ANNI DOPO: GRACELAND INVASA, ONDATA DI DVD
(di Marco Bardazzi)

http://www.ansa.it/webimages/mida/me...3d31a6ba37.jpg

WASHINGTON - La Elvis-mania non è certo più quella di un tempo, ma il mito sembra resistere abbastanza bene. A 30 anni dalla morte di 'The King', Graceland è pronta a ospitare il più grande show della sua storia e l'America è invasa da un' ondata di Dvd con i film e i concerti di Elvis Presley. Per le nuove generazioni di americani, Elvis è un personaggio lontano, ma non troppo.

Dopo tutto lo hanno visto cantare solo pochi mesi fa in Tv ad 'American Idol', programma-cult degli under 30, grazie a uno speciale proiettore che ha fatto comparire un Elvis virtuale al fianco di Celine Dion in carne e ossa, per un duetto sulle note di 'If I Can Dream'. E non ci sono certo solo i baby-boomers tra le migliaia di persone che hanno comprato biglietti in anticipo per la 'Elvis Week', una kermesse che dall'11 al 19 agosto porterà decine di migliaia di persone a Graceland e negli altri luoghi di Memphis dedicati al cantante e attore americano. Eppure tutto sembrava finito la mattina del 17 agosto 1977 a Graceland, quando Elvis fu trovato riverso sul pavimento del bagno della sua villa. Trasportato al Baptist Memorial Hospital, vi fu dichiarato morto nelle ore successive.

La causa ufficiale era un attacco cardiaco, ma il decesso era l'esito di anni di declino, alimentati da pillole antidepressive e droghe varie. Elvis, grasso e sfigurato, trascorreva ormai da tempo gran parte delle giornate a letto. A 42 anni sembrava solo una pallida copia del giovane molleggiato e dal ritmo incontenibile che aveva fatto impazzire il mondo negli anni '50 e '60, diventando uno dei giganti della cultura popolare del XX secolo. Il giorno dopo la morte avrebbe dovuto tornare sul palco, per un concerto in Maine, ma nessuno può dire se ce l'avrebbe fatta. Il decesso però non cancellò il mito: come per Marylin o Jfk, la scomparsa prematura innescò non solo una serie di teorie cospirative (non sono pochi gli americani ancora oggi convinti che Elvis sia vivo e nascosto da qualche parte), ma anche un'eredita duratura. Graceland, la villa coloniale comprata da Presley nel 1957 per soli 100 mila dollari, divenne un'attrazione da 600 mila visitatori l'anno.

Ed Elvis si trasformò in un marchio planetario. La CKX di Manhattan, la società che dal 2005 controlla Graceland e tutti i proventi legati a Elvis, ha in serbo progetti che puntano a fare di 'The King' un'icona anche per le prossime generazioni, in modo da evitare che l'invecchiamento dei fans faccia ingiallire anche il loro idolo. Un progetto da 250 milioni di dollari prevede di realizzare in tre anni a Graceland un 'visitor center' da 7.400 metri quadrati, un mega hotel e un museo high tech dove le nuove tecnologie permettano di assistere a concerti virtuali di Elvis.

Che quest'ultima idea funzioni, lo dimostra non solo il successo del duetto televisivo con la Dion, ma il tutto esaurito che ha già fatto registrare un concerto virtuale di Elvis in programma nell'ambito della settimana di celebrazioni a Memphis: gli organizzatori hanno dovuto organizzarne un secondo, per far fronte alla richiesta di biglietti. Il mercato dei prodotti di Elvis è a sua volta ancora florido. Paramount e Warner Home hanno appena lanciato una riedizione del trentennale di una ventina di film e concerti di Presley, compresi cofanetti ed edizioni speciali rimasterizzate di titoli come 'Viva Las Vegas', 'Blue Hawaii' e 'Easy Come, Easy Go'.

marco.bardazzi@ansa.it.


http://www.ansa.it/opencms/export/si...127004679.html


Questo articolo è presente anche sul Messaggero Veneto, di oggi :-brav:-brav:-brav

hurt 07-08-2007 07:16

Re: Notizie da Internet
 
E' morto Lee Hazlewood

http://www.indie-rock.it/img_upload/...eHazlewood.jpg


Lee Hazlewood è morto sabato nella sua abitazione di Las Vegas. Aveva 78 anni e stava combattendo una lunga malattia contro un cancro renale.

Hazlewood, nativo dell'Oklahoma, ha cominciato la sua carriera musicale nel 1953 come disc jockey in Arizona. E' stato fondamentale soprattutto per quella Nancy Sinatra, di cui ha scritto e prodotto interamente numerosi album. Lee era l'autore, per esempio, della celeberrima 'These Boots Are Made For Walking'.

Hazlewood ha anche avuto una più che discreta carriera solista, iniziata nel 1963 con 'Trouble Is A Lonesome Town', e il cui picco è stato raggiunto da 'Cowboy In Sweden' del 1970. Il suo ultimo LP, 'Cake Or Death', era uscito lo scorso anno.

Elvis Presley, Nick Cave, Primal Scream ('Some Velvet Morning', cantata da Kate Moss) e Courtney Love hanno tutti realizzato cover di sue canzoni.

data: 6-8-2007http://www.indie-rock.it/img/ghost.gif

hurt 08-08-2007 07:54

Re: Articoli
 
Dal Corriere Della Sera Alessandra Farkas 07 agosto 2007

http://www.corriere.it/Media/Foto/20...s--140x180.jpg
Elvis Presley con Ann Margret nel film «Viva Las Vegas» del 1964 (Ap)

L'ira dei fan su Internet: «Troppa mercificazione» Usa, rivive il mito di Elvis Presley
Al via le celebrazioni per il trentennale dalla morte di «The King». Cento show in programma a Graceland

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK — Libri, cofanetti cd e dvd, speciali tv, gare tra imitatori, mostre d'arte, fiere- mercato all'aperto, un musical acrobatico firmato Cirque du Soleil, due concerti virtuali col morto che canta (25 mila biglietti già tutti esauriti) e persino una Elvis-bambola parlante e una crociera prenotabile sul sito www.theelviscruise.com. A 30 anni dalla morte di «The King» (il 16 agosto), Graceland è pronta a ospitare il più grande show della sua storia, mentre l'America è invasa da un'orgia di prodotti che ripropongono Elvis Presley praticamente in tutte le salse. Inclusa quella di eroe del junk food, che dall'involucro arancione dei «Reese's candy» invita a vincere «premi istantanei», comperando tavolette ipercaloriche di ciocc olato al burro d'arachide.

Mentre 50 mila sfegatati (20 mila più dello scorso anno) si preparano a invadere Memphis per la «Elvis week» — una kermesse di oltre 100 Elvis- eventi dall'11 al 19 agosto — sulla blogosfera si è scatenata la rabbia dei fans, indignati dalla mercificazione senza fine del loro mito. Che nel 2006 — ci informa la bibbia finanziaria Forbes —è arrivato secondo, dopo Kurt Cobain dei Nirvana, nella graduatoria delle star morte «più redditizie». Nel mirino dei puristi è la Ckx Inc. di Manhattan, la società che dal 2005 controlla tutti i proventi legati a Elvis e ora annuncia un progetto da 250 milioni di dollari per realizzare sul posto, in tre anni, un «visitor center» da 7.400 metri quadrati (grande quanto 7 Graceland), un mega hotel per convegni da 500 stanze e un museo high-tech dove le nuove tecnologie permetteranno di assistere ai concerti virtuali di Elvis. Come quello che di recente ha consentito a Celine Dion di duettare con Presley, sul set di American Idol, il tv show targato, guarda caso, proprio Ckx.

Se riuscirà a privatizzare la compagnia (per cui è pronta a sborsare un miliardo e mezzo di dollari), la Ckx diventerà proprietaria unica di un impero di cui Lisa Marie Presley, unica erede del King, oggi controlla il 15%, oltre alla casa acquistata dal padre nel 1957 per soli 100 mila dollari. «Costruiremo casinò, condomini di lusso, villaggi vacanze», profetizza il suo presidente Robert Sillerman, che sta lavorando con il sindaco e le autorità di Memphis per restaurare strade e infrastrutture di quella che diventerebbe «la Elvis-town del futuro». Neppure Priscilla Presley, la vedova che nel 1982 dette legalmente il via al business legato all'immagine del suo ex, avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbe arrivati a tanto.

«La verità è che il povero Elvis è stato spremuto sia da vivo, sia da morto», punta il dito l'attrice Jan Shepard, sua coprotagonista in King Creole, che il prossimo 17 agosto parteciperà alla «Notte delle mille stelle», il galà in onore di Elvis organizzato a Graceland da dozzine di ex stelline apparse al suo fianco in ben 31 film, tutti bocciati dai critici. — furono concepiti soltanto per fargli vendere i dischi cui erano associati. Elvis aveva molto talento, ma Hollywood l'ha soppresso. Costringendolo a realizzare pellicole a formula che servivano a incassare tanti soldi e velocemente». Alla «riunione delle sue ragazze », com'è già stata ribattezzata, mancheranno alcune delle sue ex più famose. Ann Margret e Cybill Shepherd, sue compagne nella vita prima del matrimonio con Priscilla, oltre a Nancy Sinatra e Mary Tyler Moore che, secondo indiscrezioni, non avrebbero voluto legare il loro nome a una kermesse tanto commerciale.

hurt 08-08-2007 07:58

Re: Articoli
 
Da Rockol

I fan di Elvis protestano: troppa mercificazione a Graceland

Il 16 agosto la città di Memphis festeggerà il trentesimo anniversario della scomparsa di Elvis Presley, ma alcuni fan dell’artista si lamentano per l’eccessiva mercificazione della sua immagine.
Graceland, la storica residenza di Presley, offrirà infatti durante i giorni della celebrazione diversi show (tra cui due concerti virtuali del cantante) e moltissimi altri prodotti resi appetibili grazie alla fama di Elvis: merendine, bambole, abbigliamento e persino una crociera.
L’idea non è piaciuta a tutti: a pochi giorni dall’anniversario, infatti, molti fan rendono pubblico il loro disaccordo attraverso i siti ed i blog

hurt 08-08-2007 08:04

Re: Articoli
 
Sempre dal Corriere della Sera Elio Girompini 07 agosto 2007

La leggenda di Presley ancora in vita a 30 anni dalla morte ufficiale
«Elvis è vivo». Il mito del rock è immortale.
Complotti, alieni, Fbi, ritiro volontario sotto falsa identità: le teorie esposte da siti web, film e gadget. Per chi non si rassegna

Ma sarà poi vero? Insomma, il «re» è morto, e si giustificano allora le celebrazioni dei 30 anni dalla sua dipartita, oppure ha soltanto fatto in modo di sparire, nascondendosi magari dietro una falsa identità? Rassegnarsi alla perdita di un mito è difficile. Se poi si tratta di Presley per alcuni è stato, fin da subito, impossibile. Non ci hanno voluto credere, neppure di fronte all'evidenza. E hanno cominciato a esporre tesi disparate, dall'inclusione in un programma di protezione dell'Fbi all'intervento degli alieni.
http://www.corriere.it/Media/Foto/20...m--140x180.jpg(da Truthaboutelvis MySpace)

Così, ancora oggi non pochi credono che «Elvisè vivo». Un'affermazione ormai essa stessa parte dei miti del rock, riprodotta su T-shirt e spillette, rilanciata da fan club e siti web dedicati alla ricerca della «verità» sulla fine mai avvenuta della vita terrena di Elvis. La teoria curiosamente è speculare all'altra bizzarra diceria del rock, quella su Paul McCartney che sarebbe morto da un bel pezzo, come farebbe capire la foto di copertina di Abbey Road. E sarebbe stato sostituito da un sosia tanto somigliante da essere persino bravo come lui a cantare, suonare il basso e comporre canzoni.

http://www.corriere.it/Media/Foto/20...g--140x180.jpg(Internet)

LIBRI E GIORNALI - Ci credete? No, certo. Ma la leggenda di Elvis che sopravvive, sotto mentite spoglie, alla propria morte ufficiale è ormai a livello di credenza popolare negli Usa. Tanto che il cinema non perde occasione di appropriarsene con semplici citazioni o con trame che danno per imminente il ritorno del mito. Qualche volta ci si sono buttati anche i giornali, come il tabloid Usa Weekly World News nel 1990, con una foto di un «avvistamento» messa in prima pagina. Il libro più noto sul tema è di Bill Beeney e si basa su una presunta teoria scientifica espressa già nel titolo: «Il dna di Elvis prova che è vivo». Anche la moda dei concorsi per i sosia del re del rock 'n' roll (pure ripresa spesso nella parodia cinematografica) tradisce la voglia di (ri)vedere un Elvis in carne e ossa. Quest'anno, vista la ricorrenza, l'obbiettivo è di individuare finalmente l'alter ego «definitivo», ma si può già immaginare che nessuno degli adepti si rassegnerà neppure a questo verdetto e i concorsi continueranno.

http://www.corriere.it/Media/Foto/20...e--140x180.jpg(Internet)

INTERNET - In Rete si trovano pagine e pagine sul tema. La principale è proprio intitolata «Elvis is alive» ed espone tutte le argomentazioni a sostegno oltre a raccogliere le segnalazioni di «avvistamenti». Così come «Truthaboutelvis» (ha anche una pagina su MySpace) si propone di rintracciare tutti gli indizi che portino alla verità sulla vicenda. Il film maker Adam Muskiewicz ha avviato nel 2004 un film documentario (che presenta proprio in occasione del 30esimo anniversario della morte) sul mito di Elvis vivo, ascoltando vari testimoni, a favore e contro la tesi. Il suo sito, Elvis Wanted, prometteva addirittura una ricompensa di 3 milioni di dollari a chi avesse portato la prova definitiva dell'esistenza in vita di Elvis Presley. In homepage c'era, e c'è ancora, un'immagine ritoccata al computer di come potrebbe essere il viso del «re» oggi. Nessuno, ovviamente, è riuscito a vincere il premio. Il trailer del film mostra una sintesi delle interviste e, se volete, sul sito potete partecipare a un sondaggio sul tema: «Elvis è vivo? Sì, no, forse». Se per caso siete tra quelli che si preparano al «pellegrinaggio» dei fan a Memphis per la settimana di celebrazioni dedicate al re del rock e la visita a Graceland, potete anche programmare un'ulteriore tappa del vostro viaggio nel Missouri dove, a Wright City, c'è un piccolo museo che, indovinate, si chiama «Elvis is alive museum». Insomma, il mito non muore mai. E se per caso dovesse succedere, non credeteci.

hurt 08-08-2007 08:10

Re: Articoli
 
Da ANSA.IT 2007-08-07 16:14

PROSEGUE IL MITO DI ELVIS, VIVE IN ARGENTINA?

http://www.ansa.it/webimages/medium/...X_20070807.jpg

BUENOS AIRES - Molti pensano che la sua morte altro non abbia fatto che renderlo immortale. Per altri, semplicemente, un suo decesso non c'é mai stato. Il mito di Elvis Presley, alimentato da decenni di voci e congetture su una sua seconda vita in qualche angolo del mondo, ha ripreso vigore all'approssimarsi del trentennale della sua morte (16 agosto). Ed ora c'é chi giura che il 're del rock n'roll' risieda sotto mentite spoglie in Argentina. L'ultima edizione della versione latinoamericana della rivista Rolling Stone ha riaperto il 'caso': a Buenos Aires sono addirittura comparsi annunci sulle strade, attaccati ai pali della luce, in stile 'wanted', con tanto di foto segnaletica della rock star ritratta con l'aspetto che avrebbe oggi, all'età di 72 anni, e che invitano chiunque abbia delle informazioni a riguardo a riferirle in una pagina appositamente allestita su internet (elvisenargentina.blogspot.com). Ed è proposto un video con le dichiarazioni di 'testimoni', che confermerebbero la tesi secondo cui Presley si troverebbe sulle rive del Rio de la Plata. Ad esempio Jorge Daniel Garcia, che nel 1977 era un soldato, racconta che nella base militare di Palomar (provincia di Buenos Aires) arrivò proprio da Memphis un Boeing 747, il primo aereo di quel tipo che atterrava nel paese, e che c'era una limousine ad attendere un uomo.

La storia riportata da Rolling Stone è questa: dopo la morte ufficiale di Elvis, un uomo chiamato John Burrows, con una straordinaria somiglianza con il cantante nordamericano, fu notato mentre acquistava un biglietto aereo per Buenos Aires. Elvis, si dice, usava spesso quello pseudonimo per viaggiare e l'avrebbe usato per un viaggio alla Fbi di Washington. Fu proprio in quella circostanza che, come accertato grazie a diverse testimonianze attendibili, Presley incontrò in segreto il presidente degli Usa Richard Nixon, informandolo a riguardo della condotta illegale di altre celebrità dell'epoca e offrendo i propri servigi nella lotta contro la droga. Dopo anni di collaborazione con i servizi segreti, e vista l'importanza del suo contributo per sgominare bande mafiose, Elvis fu 'fatto sparire' per salvargli la vita, e venne trasferito - questa la novità mai evocata prima - in Argentina, "in una zona ad ovest nella provincia di Buenos Aires", dove risiederebbe da allora con una nuova identità. Secondo i sostenitori di questa tesi, Elvis non sarebbe quindi defunto nei giardini di Graceland, la sua dimora di Memphis divenuta un vero santuario del rock, come dichiarato ufficialmente, ma sarebbe il protagonista di uno dei piani per la protezione di testimoni più elaborato di tutti i tempi. Uno scrittore argentino, Jeronimo Burgues, sostiene che l'Fbi e la Cia, insieme alla Polizia di Buenos Aires, sono coinvolte nel "segreto meglio conservato della storia". A giorni dal 30/o anniversario della sua morte ufficiale per infarto, riaffiora così uno dei miti intramontabili della storia della musica. In passato, una Tv britannica si era occupata del caso-Presley, con un documentario che sosteneva la tesi di una morte 'fasulla' e del coinvolgimento dell'Fbi. Elvis, nel corso degli anni, è stato avvistato negli Usa, mentre acquistava una lattina di birra in un supermercato del Texas, a bordo di un'automobile in una strada di Seattle e mentre camminava in una cittadina dell'Illinois, ma anche in Europa, nel ristorante di un città tedesca. Tutte voci rimaste tali. Chissà se sarà così anche questa volta, o se The King comparirà per davvero, magari con un cappello da gaucho e un poncho di lana al posto del leggendario ciuffo e della consueta camicia sgargiante

hurt 09-08-2007 07:52

Re: Notizie da Internet
 
9/8/2007 (7:51) - IL PERSONAGGIO
MARINA VERNA
CORRISPONDENTE DA BERLINO

Quando Elvis il Rosso faceva impazzire la Ddr

http://www.lastampa.it/redazione/cms...an-reed02g.jpghttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif

L'americano che lasciò gli Usa per cantare l'Urss. Era l'orgoglio della nomenklatura dell'Est, Spielberg gli dedica un film

Dean Reed era bello come Robert Redford e ardente come Jane Fonda, cavalcava come John Wayne e cantava come Elvis Presley. Era nato in Colorado ma aveva scelto di vivere nella Germania dell’Est. Fu così che divenne «l’Elvis rosso», eroe di quella parte di mondo che stava al di là della cortina di ferro e a Sud del sogno americano. Mise la sua chitarra al servizio della lotta per la libertà e la giustizia sociale, si proclamò marxista, mescolò rivoluzione e canzoni country, si illuse e disilluse. Una vita da film. E adesso, a vent’anni dalla sua morte, ce ne sono addirittura due: il documentario «Der rote Elvis» del giovane regista tedesco Leopold Gruen, appena arrivato nelle sale della Germania, e il lungometraggio americano cui sta lavorando Spielberg, con Tom Hanks nella parte del protagonista.

Nei primi Anni 60 Dean Reed è un bel ragazzo con un gran ciuffo e una voce modesta - giudizio dei discografici - che tenta di sfondare come cantante ma non ci riesce. Dopo i primi flop, la sua etichetta lo spedisce in Sud America. Altro pubblico, e ben altro successo: la voce languida e il colpo d’anca elettrizzano il pubblico femminile. Reed riempie gli stadi del Cile e dell’Argentina, li fa piangere cantando «Venceremos» e vende dischi a milioni. Scopre però anche la povertà e l’ingiustizia sociale, ne è turbato e cambia la direzione della sua vita: sceglie l’impegno politico e diventa comunista perché «non basta cantare qualche bella canzone, occorre partecipare attivamente alla lotta per la pace mondiale e la liberazione nazionale». E dunque: protesta contro la politica imperialista della sua patria, partecipa come delegato al Congresso per la Pace Mondiale di Helsinki, va in tournée in Urss, appoggia la candidatura di Salvador Allende e la lotta dell’Olp di Arafat. Si fa fotografare in Libano con chitarra e Kalashnikov, si fa arrestare a Santiago per aver marciato sotto l’ambasciata americana con una bandiera a stelle e strisce e un secchio d’acqua «per ripulirla del sangue dei civili uccisi in Vietnam».

Da Berlino alla Mongolia c’è una fetta di mondo che lo adora, mentre in America lo bollano come traditore e opportunista. Nel 1972 - in piena Guerra Fredda - decide di andare a vivere nella Ddr. Si è innamorato di un’attrice tedesca, aspetta da lei un figlio e la segue nella sua patria. E’ un romantico un po’ ingenuo, ma è anche un uomo che vuole il successo. E ha capito che lì lo avrà. Increduli di un tale colpo d’immagine, i vertici del partito gli fanno ponti d’oro: villa sul lago, libertà di viaggiare, film, dischi, concerti. Il primo single dell’etichetta Ddr Amiga ha in copertina una sua foto con cappello da cowboy sullo sfondo di una cascata, sul retro una frase incisiva: «L’arte, la canzone - devono essere sempre armi».

Il rovescio della medaglia è la strumentalizzazione: Reed deve alzare il pugno nel Giorno della Solidarietà, cantare alle Feste della Gioventù, collaborare con la Stasi. E’ ostaggio del potere che lo vizia. Quando nel ’76 il cantautore Wolf Biermann, dopo un concerto a Colonia, non può più rientrare a Berlino Est - espulso dalla Ddr «per aver violato i doveri di cittadino» - e decine di artisti firmano una lettera di protesta al governo, lui si tiene al coperto. Continua a cantare la libertà e la fratellanza socialista mentre i dissidenti vanno in carcere e perdono il lavoro.

Arrivano gli Anni 80 e la sua stella declina: il regime non gli ha permesso di evolvere, lui è cristallizzato in canzoni ormai fuori del tempo, lo invitano sempre meno, e c’è sempre meno gente ad ascoltarlo. La Stasi lo tiene d’occhio, da quando ha avuto un battibecco con il poliziotto che lo ha fermato per eccesso di velocità: «Perché avete lasciato andare la grande berlina nera che mi ha superato a 160 all’ora? Questo è uno Stato fascista. Comincio ad averne abbastanza anch’io come la maggior parte dei 17 milioni che abitano questo Paese».

Reed ha nostalgia della sua America, vorrebbe tornarci e fare il senatore del Colorado. Ha chiaramente perso il senso della realtà. «Non ci piace che la nostra gente vada all’estero a parlar male di noi», dice nel documentario di Gruen un vecchio amico che potrebbe aiutarlo ma non lo fa. Deen ha ormai 46 anni e non vede più prospettive: triste, depresso, dopo un ennesimo litigio con la moglie prepara una borsa ed esce di casa. «Vado da chi mi vuole bene», le dice. Lo ritroveranno qualche giorno dopo, il 31 agosto ’86, cadavere sulla riva di un lago. Si è ucciso, ma per la Stasi è un «tragico incidente». Per altri, è un complotto dei servizi segreti americani, sovietici e tedesco-orientali. Una leggenda che solo l’apertura degli archivi segreti ha sfatato: nel dossier «Dean Reed» c’era una lettera d’addio di 15 pagine.

hurt 09-08-2007 07:57

Re: Articoli
 
Dal TGCOM (notizia pubblicata anche sul Messaggero Veneto di ieri 8/08/2007)

Elvis Presley? Vive in Argentina

Finta morte del rocker: si riapre caso

Da quel 16 agosto 1977, data della morte "ufficiale" di Elvis Presley, non si sono mai placate le leggende metropolitane sul fatto che "the king" non sia defunto ma viva sotto altra identità, nascosto da qualche parte del pianeta. Ora in Argentina si riapre il caso. Testimoni giurano di aver visto Elvis a Buenos Aires. Sono addirittura comparsi annunci sulle strade con il presunto rocker, che oggi avrebbe 72 anni.

A far sognare i milioni di fan che "the king" vanta ancora in mezzo mondo, è l'edizione latinoamericana della rivista Rolling Stone. A pochi giorni dal trentennale della morte (16 agosto), il magazine racconta che dopo la scomparsa ufficiale di Elvis, un uomo chiamato John Burrows, con una straordinaria somiglianza con il cantante americano, fu notato mentre acquistava un biglietto aereo per Buenos Aires. Elvis, si dice, avrebbe usato quello pseudonimo per un viaggio alla Fbi di Washington. Fu proprio in quella circostanza che, come accertato grazie a diverse testimonianze attendibili, Presley incontrò in segreto il presidente degli Usa Richard Nixon, informandolo sulla condotta illegale di altre celebrità dell'epoca e offrendo i propri servigi nella lotta contro la droga. Dopo anni di collaborazione con i servizi segreti, e vista l'importanza del suo contributo per sgominare bande mafiose, Elvis fu "fatto sparire" per salvargli la vita, e venne trasferito in Argentina, ''in una zona ad ovest nella provincia di Buenos Aires'', dove risiederebbe da allora con una nuova identità.

Come storia per un best-seller o un film sembra perfetta. Resta da verificare se - come afferma lo scrittore argentino Jeronimo Burgues - si tratta davvero del "segreto meglio conservato della storia" oppure dell'ennesima suggestiva invenzione tesa ad alimentare un mito che non si è mai spento. Elvis, nel corso degli anni, è stato "avvistato" negli Usa, mentre acquistava una lattina di birra in un supermercato del Texas, a bordo di un'automobile in una strada di Seattle e mentre camminava in una cittadina dell'Illinois, ma anche in Europa, nel ristorante di un città tedesca. C'è da giurare che gli appassionati del cantante di "Love me tender" per poter rivedere la loro leggenda ancora in carne ed ossa (seppure con qualche ruga da ultrasettantenne) farebbero carte false. Appuntamento allora a Graceland, il 16 agosto, per il più grande Presley-show di tutti i tempi. Chissà che proprio in quell'occasione, a trent'anni dalla sua scomparsa, il grande Elvis torni fra i vivi con un ultimo, straordinario coup de theatre... Improbabile, ma i fan sperano ancora.

hurt 09-08-2007 08:03

Re: Notizie da Internet
 
“Piedigrotta 2007”, Brian Ferry e Napoli rendono omaggio a Elvis Presley

sabato 1 settembre – “’O Sole mio forever”, Salone Margherita

venerdì 7 settembre – “Concerto per Piedigrotta”, Piazza del Plebiscito

Con La Festa di Piedigrotta 2007, Napoli rende un doppio omaggio al “re del rock and roll”, Elvis Presley.

da sabato 1 settembre

A Elvis Presley, alla sua versione di "It's now or never" e di "Surrender", alle sue sonorità melodiche è dedicata un'importante sezione della mostra "'O sole mio forever", una rassegna storico-virtuale curata dalla Fondazione Bideri che si terrà, dal 1° settembre, presso il Salone Margherita, storico tempio del cafè chantant riaperto per l'occasione.
Gli spartiti originali della traduzione americana del classico di Capurro-Di Capua, le differenti copertine delle edizioni a 45 giri, le lettere di autorizzazione dell'adattamento saranno esposte insieme a foto e memorabilia di “The Pelvis”, scomparso il 16 agosto di trent'anni fa.

venerdì 7 settembre

E proprio "It's now or never" e "Surrender" (che in origine erano, rispettivamente “’O Sole mio“ e "Torna a Surriento") sono le due canzoni scelte da Brian Ferry, la voce dei Roxy Music, per partecipare al "Concerto per Piedigrotta" che il 7 settembre, in piazza del Plebiscito, lo vedrà protagonista con Massimo Ranieri ed altri divi della musica italiana ed internazionale per omaggiare il grande repertorio classico napoletano.
“Piedigrotta 2007” è sostenuta dalla Regione Campania, organizzata dall'Ente Provinciale per il Turismo di Napoli, con la collaborazione del Comune e della Provincia di Napoli.

Per tutte le informazioni: www.festadipiedigrotta.it - www.eptnapoli.info
Fonte: Ufficio stampa MIGNARDI PROMOPRESSAGENCY

hurt 12-08-2007 08:06

Re: Articoli
 
Da Musik.link

Elvis, a 30 anni dalla morte invasione a Graceland
Grande show a Memphis e ristampa di dvd per l’anniversario

2007-08-06 - Il tempo non corrode il mito del Re del Rock’n’Roll. Trent'anni dopo la morte di Elvis Presley, Graceland, la sua residenza, è pronta ad ospitare il più grande show della sua storia, mentre gli Stati Uniti sono invasi da un’ondata di dvd con i suoi film e concerti.
Anche le giovani generazioni conoscono Elvis, grazie anche al programma “American Idol” durante il quale pochi mesi fa grazie a uno speciale proiettore ha cantato al fianco di Celine Dion “If I can dream”.
Migliaia di persone hanno comprato i biglietti per La Settimana di Elvis (Elvis Week), che dall’11 al 19 porterà i fan a Graceland e negli altri luoghi di Memphis significativi nella vita di Presley, morto il 17 agosto del 1977 per un attacco cardiaco causato da anni di eccessi e di abusi di farmaci e droghe. A 42 anni Elvis era grasso e sfigurato e passava le sue giornate a letto, anche se il giorno dopo la sua morte avrebbe dovuto esibirsi nel Maine.
Oggi Elvis è un marchio planetario ma la CKX di Manhattan, la società che dal 2005 controlla Graceland e i proventi legati ad Elvis, vuole allargare e ringiovanire il mito per fare in modo che i proventi continuino ad affluire anche quando le vecchie generazioni non ci saranno più. Un progetto da 250 milioni di dollari per fare in tre anni di Graceland un centro visitatori da 7.400 metri quadrati, costruire un mega hotel e un museo ad alta tecnologia dove i fan potranno assistere ai concerti virtuali di Elvis. L’idea funziona perché i biglietti per il concerto virtuale che si terrà nella Elvis Week sono andati esauriti e la data è stata raddoppiata.
Sul fronte cinematografico invece, la Paramount e la Warner hanno appena lanciato la riedizione di una ventina di film e concerti in cofanetti ed edizioni speciali rimasterizzate.

KEYWORDS: eventi_cronaca , USA , rock

hurt 12-08-2007 08:09

Re: Articoli
 
L'ANNIVERSARIO / 30 ANNI FA

Memphis, 16 agosto 1977: Così il mondo impazzì per Elvis

Dalla foto rubata del Re nella bara alle polemiche sulle cause della morte: la fine di Presley fu un evento che sconvolse milioni di fans. E il pellegrinaggio a Graceland non si è mai fermato
di Ernesto de Pascale



http://qn.quotidiano.net/musica/2007.../38630-ele.JPG

Roma, 11 agosto 2007 - I giornalisti che furono spediti a «coprire» la morte di Elvis Presley quel 16 agosto 1977 non hanno ancora dimenticato. Erano centinaia e alcuni avevano seguito rivoluzioni, colpi di Stato, funerali di statisti e re, la guerra del Vietnam. Ancora oggi, dicono che i giorni della morte di Elvis e del funerale furono molto, molto peggio di tutto questo.

Tra trucchi piccoli e grandi, sgambetti e concorrenza spietata, il colpaccio del National Enquirer trova ancora oggi ampio spazio nelle antologie dedicate al giornalismo «giallo» che negli Usa sta per sensazionalistico.
Se il giornalismo americano è molto competitivo, quello del National Enquirer (che allora era ancora un quindicinale) è il più competitivo di tutti. Un'intera squadra di reporter fu caricata di peso su un aereo appositamente noleggiato in Florida dove aveva sede il periodico. Il mandato del direttore era semplice: «Non importa cosa mi portate, ma deve essere sensazionale. E non deve averlo nessun altro».

Ricorda uno dei reporter: «Sapevamo che avremmo dovuto scovare qualcosa di impossibile, perché c'erano tutti i giornali e tutte le tv del mondo e noi non saremmo usciti da quell’inferno non prima di una decina di giorni. Lo sapevamo così bene che già sull'aereo privato avevamo deciso di puntare tutto sulla foto del cantante nella bara».

Non si sa nemmeno oggi chi sia stato a scattare quell’immagine. Fonti dell'Enquirer giurano che fu opera di un cugino di Elvis. Ma l'impresa fu talmente eclatante e indispettì talmente il clan di Elvis che ancora oggi c'è chi pagherebbe qualsiasi cosa per mettere le mani sull'autore del colpaccio.
Comunque sia, armato di una Minox, una minuscola macchina fotografica da spia del costo di 300 dollari, «qualcuno» riuscì a rubare l'unica foto di Elvis nella bara.

La foto, tremenda per lo stato in cui era ormai il Re, sfatto dall'alcool e dalle pasticche, invano paludato in un completo color crema con camicia azzurra e cravatta a strisce, fu pagata all’epoca 75mila dollari. Il presidente nonché editore del settimanale Iain Calder si rifiuta di rivelare l'autore o confermare la cifra: «Sono segreti, no? L'importante è che quel numero stabilì il nostro record assoluto di vendite: sei milioni di copie».

Il giallo della foto si arricchì di un nuovo capitolo poco tempo dopo: sparì infatti dalla cassaforte dell'Enquirer. La polizia aprì un fascicolo e dipendenti del periodico vennero arrestati sul posto di lavoro.
Pare che avessero progettato di stampare migliaia di t-shirts con la tragica immagine. Un sintomo delle follie di quei giorni d'agosto.

Bob Kendall, direttore della Memphis Funeral Home, racconta di quel funerale definendolo «il più grandioso mai avuto da un privato cittadino negli Stati Uniti».
Le disposizioni del clan di Elvis erano precise, evidentemente dettate dal Re in persona: la bara doveva essere esattamente come quella della madre, che l’aveva voluta di rame. Non ce n'erano a Memphis e Kendall dovette farla arrivare in volo da Oklahoma City.

Il vero problema fu il corteo: volevano diciassette Cadillac bianche. Ma ce n'erano solo tre in tutta Memphis e dovette rastrellarle anche a centinaia di chilometri di distanza. Furono ore frenetiche, in cui Kendall non ebbe nemmeno il tempo di rispondere ai giornalisti che lo assediavano alla ricerca di ogni particolare. Tutto questo mentre ventimila persone, decine delle quali svenivano per il caldo, facevano pazientemente la coda, in lacrime per poter entrare a Graceland per versare l'ultimo tributo al Re.

Ci fu anche un altro episodio tragico e folle: alle prime ore del mattino di lunedì proprio davanti a Graceland, la grande residenza di Elvis dalle bianche colonne, un uomo investì in pieno la folla di fans che vegliavano. Due morti, un ferito grave. L'automobilista fu accusato di omicidio colposo e ubriachezza al volante.

Al cimitero, dove già erano in vendita ai cancelli gli «stickers» per l'automobile con la scritta «Elvis vive. Lunga vita al Re» (prezzo di un dollaro e primo esempio della commercializzazione del mito), ne successero di tutti i colori. Oltre 4500 corone e cuscini, molti a forma di chitarra, tutti inviati da fans adoranti furono spogliati completamente da ammiratori alla ricerca di un ricordo. Finiti i fiori, cominciarono a portarsi via zolle erbose e presto il camposanto si trasformò in un campo di battaglia.

Un altro effetto immediato fu la folle richiesta di dischi: alla Rca si lavorò per settimane 24 ore su 24 per far fronte alla domanda. L'amore e il desiderio dei fans di tenersi un ricordo (oggi in effetti ricercati e pagati prezzi folli) mise nei guai per mesi gli organizzatori della tournée che Elvis avrebbe dovuto cominciare proprio il giorno del suo funerale. Avevano 600mila dollari di biglietti da rimborsare, ma non ci fu un fan che restituì il prezioso tagliando.

Poi ci furono le controversie sulla morte stessa. Il decesso di Elvis fu ufficialmente attribuito ad «aritmia cardiaca» causata da «motivi indeterminati». Il medico George Nichopoulos dapprima negò che il Re avesse fatto uso eccessivo di vari medicinali. Ma due anni più tardi, Nichopoulos si vide sospesa la licenza per prescrizione eccessiva di farmaci.

Tre mesi dopo la morte, il medico legale ammise che nel corpo di Elvis era stata constatata la presenza di dieci diversi farmaci. Ma i familiari e il clan si opposero alla pubblicazione dei risultati dell'autopsia. Il road manager Joe Esposito, a capo dell'organizzazione per i concerti e le tournée di Elvis, ammette solo oggi che il clan e la famiglia riuscirono piuttosto bene a proteggere la memoria del Re: voci e illazioni tanti, fatti pochi.
Esposito ammette: «Erano farmaci in commercio. Niente di illegale. Tutti intorno a Elvis prendevano pasticche, pasticche per stare su e darci dentro, pasticche per andare a dormire. Era il ritmo della vita che conducevamo a costringerci a fare uso di certe sostanze. Certo, come tutti sanno, Elvis faceva tutto in eccesso. Ecco che cosa è successo. Certe volte penso che sia veramente un peccato, fosse successo oggi con la gente che dà alle pasticche molta meno importanza, visto il dilagare di ben altre cose, Elvis avrebbe avuto meno pressioni, forse avrebbe trovato aiuto».


Tupelo, Mississipi. È l'alba. Ma i parcheggi oltre il fiume sono pieni di automobili provenienti da tutti gli Stati dell'Unione. Centinaia di persone sono già pronte per il mesto pellegrinaggio in quella sorta di baracca dov’è nato il mito. Quel rudere, altrimenti, non meriterebbe uno sguardo. Fu costruita dal padre Vernon con le sue mani, con 180 dollari presi in prestito e con l'aiuto di qualche parente, a poche centinaia di metri dalla casa del nonno di Elvis. Ma la visita al luogo natale di un mito americano è importante per gli americani e la conferma di una delle filosofie dominanti in questo paese.

In questo luogo si può toccare con mano la squallida povertà in cui è nato e cresciuto un uomo divenuto nel giro di pochi anni famoso quanto un presidente. Grazie alle sue straordinarie doti, un po' di fortuna e tanta volontà di sfondare. L'arredamento della baracca sembra quello di certi film che raccontano la vita dei pionieri: in realtà molti pezzi, come la madia per la torta di mele, l'armadio e la stufa sono stati donati in seguito o restaurati. Non importa: per i pellegrini il luogo è mistico, come se si trattasse di una stalla di Betlemme. La media è di 35-40mila ‘pellegrini’ all'anno, ma questo è un anno speciale.

Infine, proprio dietro la casa natale, c’è la Elvis Presley Memorial Chaple, completata alla fine degli anni Settanta con i contributi di fans di tutto il mondo. Ospita dodici file di banchi, un pulpito donato dal decano delle congregazioni pentecostale padre Tilley e sul pulpito la Bibbia personale di Elvis, donata da suo padre.
Al centro un'enorme vetrina colorata che prende tutta una parete: mostra una figura vestita di bianco, le braccia protese verso una croce più in alto circondata da stelle e pianeti e sormontata da una corona. Una corona da Re.

hurt 13-08-2007 06:56

Re: Articoli
 
Dal CORRIERE DELLA SERA - Articoli agosto 2007

7 agosto, 2007

Corriere della Sera CARLO VERDONE «Una figura patinata Negli anni 70 era già roba d' antiquariato»
ROMA - Elvis? Per Carlo Verdone è «roba d' antiquariato». Il protagonista del Gallo cedrone, il suo film del ' 98, è un vitellone convinto d' essere il figlio segreto di Presley, «un millantatore nell' Italia del trasformismo». Carlo capisce l' icona Elvis: «Come Marilyn, facce che non moriranno mai. Però negli anni 70 a segnare il costume giovanile erano i Led Zeppelin, i capelli alla Robert Plant». Mentre Elvis col suo capello a ciuffo...«Era una musa del passato, le cose vanno dette. Negli ultimi anni faceva ridere, aveva un aspetto penoso dentro quelle tute che gli scoppiavano da tutte le parti. E sudava, sudava... Mi chiedevo: ma questo è stato il grande mito che ha venduto 500 milioni di dischi?». Questo per l' immagine. Musicalmente? «Lui ha sempre cantato in America con due eccezioni in Canada. L' Inghilterra è sempre stata avanti, l' America invece è la tradizione. Da sempre: dov' è la novità di Bruce Springsteen, grande, per carità, però...». E Bob Dylan? «Diverso, lui è un poeta. Diciamola tutta, furono i Beatles a sotterrare definitivamente Presley. Loro in giacca scura e camicia bianca, lui con le frange sembrava un cafone». Lo vogliamo buttare dalla torre. «Era dotato di una bella voce, io non mi sono mai sentito trascinato da lui, anche se un bianco che partiva dai gospel e dalla musica nera, era un punto di riferimento. Mi considero un esperto, è la verità, e trovo che Scott Walker era più bravo». Però gli italiani facevano il verso a Elvis: Little Tony, Bobby Solo, lo stesso Celentano nei movimenti...«Subito dopo il Festival di Sanremo mi precipitai al mercato di Porta Portese a comprare Una lacrima sul viso di Bobby Solo. Per me aveva la voce più calda di Elvis Presley. La figura patinata di Elvis era giusta per una certa America di fine anni ' 50 e ' 60, l' occhio azzurro, il ciuffo, il bacino, il Drive In. Cose che piacciono agli americani». Nel 1959 in casa Verdone va in soffitta il vecchio 78 giri e entra «uno splendido Schaub Lorenz a forma di mobiletto in grado di ascoltare i fantastici 45 giri. Finalmente con Elvis esce fuori una musica nuova che a noi ragazzi faceva battere il tempo col piede, non il solito Scarlatti che ascoltava mia madre con la cembalista polacca Wanda Landowska, di cui non ne potevo più. Il Gallo Cedrone è stato un film volutamente sgangherato, ha diviso, è stato discusso. Attraverso il vitellone raccontavo l' ultimo Elvis». Verdone, il mondo è pieno di pazzi che di notte vanno a cercare Elvis come se avessero la torcia magica ritenendolo ancora vivo...«Sono tutte fregnacce».
Cappelli Valerio

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12 agosto 2007

Tra qualche giorno si celebrerà il trentennale della morte
La Scozia litiga sulle origini di Elvis Presley
Il cognome è tipico dell'Aberdeenshire, ma ci sono pareri diversi su
chi fu l'antenato del re del rock che emigrò in America alcuni secoli fa

LONDRA - Mentre si danno gli ultimi ritocchi a Graceland in Tennessee, dove tra qualche giorno si celebrerà il trentennale della morte di Elvis Presley, in alcuni villaggi scozzesi dell'Aberdeenshire, lontanissimi da Memphis, infuria il dibattito sulle origini del re del rock and roll, che vanterebbe radici proprio nella terra di Paperon de' Paperoni. Resta da chiarire - ed è questo il centro della polemica - chi fosse l'antenato che salpò alla volta dell'America. Che gli avi di Elvis fossero scozzesi sembra fuor di dubbio, dato che il cognome è tipico dell'Aberdeenshire, nel nordest della Scozia. Ma i dettagli dividono. E se per la maggior parte degli scozzesi è sufficiente celebrare il legame tra Elvis e la loro patria (per il trentennale verrà anche presentato un Elvis Tartan, una stoffa quadrettata tipica, nei suoi colori preferiti, nero, celeste, rosa e oro), per altri, rivendicare la lontana parentela è un punto d'onore.

L'AVO FABBRO - Secondo la storia ufficiale Andrew Presley sposò Elspeth Leg il 27 agosto 1713 nella chiesa di Lonmay, nell'Aberdeenshire. Il loro decimo figlio, chiamato Andrew come il padre, imparò il mestiere di fabbro ed emigrò in America. Da lui discese Elvis Aaron Presley. Tutte balle, dice Jack Pressley (con due «s»), 91 anni, residente della vicina Fraserburgh: «Loro pensano all'Andrew sbagliato - dice, tirando fuori un lungo albero genealogico -. Fu un nipote di quell'Andrew sposatosi a Lonmay che andò in America, e non il figlio». Pressley e la sua famiglia da sempre dicono di essere imparentati con il re del rock and roll. Non è d'accordo Allan Morrison, autore del libro «The Presley Prophecy», che svelò le origini scozzesi del musicista.

SOMIGLIANZE - E se vari Pressley o Preseley dicono di essere parenti, e che il nome fu cambiato in America, c'è un 70enne, Jim Presley di Oldmeldrum, che non ha dubbi: «Sia io che mia sorella, che vive in America, ci siamo interessati da tempo a questa storia. Mia moglie ha sempre pensato che nostro figlio James somigliava a Elvis da giovane». Su una cosa però sono tutti d'accordo: il turismo locale, in una zona alquanto depressa, dovrebbe sfruttare di più questa «Elvis connection»: «Se qui fossimo in America - dice Morrison - ci sarebbero statue dappertutto e orde di turisti. Ma gli scozzesi non sono bravi a fare queste cose».

hurt 13-08-2007 06:59

Re: Articoli
 
MUSICA: 30 ANNI FA L'ADDIO A ELVIS PRESLEY, IL RE DEL ROCK'N'ROLL

Roma, 12 ago. - (Adnkronos) - A trent'anni dalla morte il re e' sempre sul trono. Elvis Presley, con oltre un milione di dischi venduti nel mondo e 131 dischi prodotti, tra album e singoli, mantiene ancora il primato di "The King of Rock'n'Roll", come venne soprannominato negli anni '50. La leggenda del rock mori' il 16 agosto del 1977 nella sua casa a Memphis, 'Graceland', per un'aritmia cardiaca. Ancora oggi la sua dimora e' meta dei continui pellegrinaggi dei fans e in vista dell'anniversario si prevede un maxi-raduno a Memphis e celebrazioni in tutto il mondo.


Elvis Aaron Presley nasce a Tupelo, nel Mississipi, in una famiglia molto povera, l'8 gennaio 1935. Aveva solo dieci anni quando per il suo compleanno riceve in regalo dalla madre una piccola chitarra trovata in un negozietto dell'usato, scocca cosi' l'amore per la musica, tanto che Elvis porta la chitarra anche a scuola intrattenendo i suoi compagni durante l'intervallo. La famiglia partecipa attivamente alla vita religiosa e nel corso delle funzioni il giovane Presley canta nel coro, sviluppando un sincero amore nei confronti del gospel.

A 13 anni si trasferisce con la famiglia a Memphis dove il suo interesse per la musica viene alimentato dai fermenti che caratterizzano la citta' e dall'assidua frequentazione della zona di cultura nera. Da ragazzino Elvis ascolta la radio fino a tardi, uno dei suoi programmi preferiti e' quello di un famoso dj locale, B.B. ''Blues Boy'' King, che trasmette dalla prima stazione radio nera. Ma la sua ambizione e' quella di far parte di un quartetto gospel come quello dei suoi beniamini: gli Statesmen, i Blackwoods, lo Stamps Quartet e i Sunshine Boys. Elvis va a vederli ogni volta che puo', facendo dei piccoli lavoretti per poter mettere da parte i soldi per il biglietto.

hurt 13-08-2007 07:26

Re: Articoli
 
Elvis, a 30 anni dalla morte il business nostalgia in crescita
sabato, 11 agosto 2007 1.00 http://i.today.reuters.com/images/spacer.gifdi Kevin Krolicki

DETROIT (Reuters) - Trent'anni fa, alla vigilia della sua improvvisa morte avvenuta a 42 anni a Graceland, un grasso Elvis Presley, farmacodipendente era involontariamente all'inizio di una nuova carriera.

Da metà anni Cinquanta, Elvis aveva registrato dozzine di canzoni, interpetando una trentina di film a Hollywood reinventandosi a Las Vegas come una sorta di supereroe americano in tenuta dorata.

Verso la fine, "The King" era l'ombra dell'uomo di spettacolo che aveva elettrizzato il pubblico e rivoluzionato la musica pop.

Ma la fase della sua carriera venuta dopo la sua morte è stata addirittura più consistente e continua a durare, con remix di canzoni meno conosciute come "Rubberneckin'" e "A Little Less Conversation" arrivate negli ultimi cinque anni al numero uno della classifica.

Mentre legioni di fan si radunano a Memphis, Tennessee, per il 30° anniversario della morte di Presley, avvenuta il 16 agosto 1977, è chiaro che Elvis sta ancora facendo affari.
"Ci stiamo preparando alla miglior Settimana di Elvis che abbiamo mai avuto", ha detto Todd Morgan, portavoce della Elvis Presley Enterprises, azienda di Memphis che gestisce le sue redditizie proprietà ed ha organizzato un calendario di eventi.

Per iniziare c'è l'Elvis Expo al centro convegni di Memphis che prevede esibizioni di membri della sua TCB Band e dell'ex moglie Priscilla, per le quali è già tutto esaurito.

L'evento principale sarà la vigilia a lume di candela a Graceland da mercoledì prossimo che sarà coperta dal vivo dalla all-Elvis-all-the-time Elvis Radio, emittente radio di Sirius Satellite. Si prevede che vi parteciperanno 50.000 fan.

Il colonnello Tom Parker, che fu manager attento di Presley, l'aveva previsto dopo la sua morte, la leggenda sarebbe sopravvissuta.
"Elvis non è morto. E' morto il corpo. Questo non cambia nulla", aveva detto 30 anni fa Parker, secondo quanto citato dai media.

La rivista Forbes indica Elvis come seconda dietro al leader dei Nirvana Kurt Cobain come star defunta che produce profitti, con una stima di 42 milioni di dollari tra accordi sui diritti fra 2005 e 2006.

Dall'apertura al pubblico nel 1982, Graceland, la casa riccamente ornata a Memphis di Elvis comprata per 100.000 dollari nel 1957, è diventata un'attrazione turistica che richiama circa 600.000 visitatori all'anno.

hurt 14-08-2007 06:39

Re: Notizie da Internet
 
Anche i Verdena rendono omaggio a Elvis con His Latest Flame

In occasione del trentennale dalla morte del più grande rocker di sempre, Elvis Presley i Verdena hanno deciso di riproporre una delle sue canzoni più apprezzate ovvero His Latest Flame.

http://www.musicalnews.com/img_art/13082007122218.jpg

In occasione del trentennale dalla morte del più grande rocker di sempre, Elvis Presley, avvenuta il 16 agosto del 1977 a 42 anni, i Verdena hanno deciso di riproporre una delle sue canzoni più apprezzate ovvero “His Latest Flame (Marie’s the Name), già precedentemente reinterpretato da grandi personaggi come Morrissey degli Smiths. Il pezzo è uno degli inediti contenuti nell’EP “Canos” brano tratto dall’album “Requiem”, uscito a fine giugno ed entrato direttamente al terzo posto nella classifica FIMI ai primi di luglio, restando nella “top ten” per ben un mese. Ricordiamo che i Verdena sono attualmente impegnati nel loro tour estivo

hurt 15-08-2007 08:09

Re: Articoli
 
NEWS 14/8/2007 http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifMARINELLA VENEGONIhttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif

http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifhttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif
http://img261.imageshack.us/img261/5185/immagineci4.jpg

Un sound contro il razzismohttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifhttp://www.lastampa.it/common/images/pixel.gifhttp://adv.ilsole24ore.it/5/www.last...36366134363430

Fra i misteri mai fino in fondo sondati che spiegano il successo di Elvis Presley e l’enorme influenza che la sua musica ebbe sulla cultura dell’epoca, c’è pure quello d’una effettiva quanto involontaria spinta rivoluzionaria che lui, semplice ragazzo del Tennessee, avrebbe dato alla politica dell’apartheid ancora imperante, a quei tempi, negli Stati Uniti del Sud. Proprio nella sua Memphis, appena qualche tempo prima che spuntasse la stella di Elvis, la censura aveva vietato Anna, prendi il fucile perché il copione prevedeva la presenza di un conducente nero di colore, con la motivazione: «Lo spettacolo non può essere rappresentato perché promuove l’uguaglianza tra le razze».

Erano regole sociali che parevano intoccabili, Presley cominciò a scompaginarle, pur inconsapevolmente. Niente come la musica, si sa, arriva subito dentro l’anima, saltando ogni mediazione: e a metà dei 50 l’apparizione dal nulla di quel bel ragazzo bianco, il suo modo di cantare e, insieme, di muoversi come un ossesso, unendo due esigenze che a lui parevano imprescindibili, scossero nel profondo il costume quotidiano e il consumo musicale dei bianchi, ben appesi alla tradizione separatista del country. Si aprivano orizzonti nuovi, si creava una progressiva accettazione della matrice nera del ritmo: non ancora dichiarata apertamente, e però carica di presagi. Non a caso, i primi cinque dischi del futuro re del rock per la Sun Records avevano su una facciata un country, e sull’altra un blues: gli adolescenti bianchi che cominciavano ad ascoltare Elvis, le ragazze che svenivano al suo passaggio, si aprivano al mondo di quegli altri giovani che con loro non avrebbero potuto condividere - fino alla metà dei 60 quando ci fu l’abolizione della segregazione razziale - né i banchi di scuola, né i posti al cinema o sull’autobus.

Questo risvolto sociologico del ruolo di Presley fa da sfondo a un romanzo epistolare uscito da Azimut qualche settimana fa e con lo stesso titolo della versione originale americana, The Year the Music Changed, di Diane Thomas. Ritrae un Elvis ancora sconosciuto alla gloria, che nella propria città si trova a proprio agio solo tra i bar e i caffè musicali di Beale Street, lo stradone colorato dove dominano gli swinganti giovanotti neri vestiti di abiti colorati ch’egli prende a modello, la via che ogni sera risuona dei ritmi e degli strappi sonori che il meglio degli artisti afroamericani, da B.B.King a Rufus Thomas, fa piovere sui marciapiedi affollati di gente di colore. A questo ragazzo, che incide con Sam Phillips That’s All Right Mama, scrive da Atlanta una educata lettera di complimenti l’adolescente Achsa: «Lei canta quella musica nuova che chiamano rock’n’roll, o rhytm’n’blues quando è un negro che canta». Gli pronostica un grande successo e, miracolo, Elvis risponde. Racconta alla fan i suoi progressi, le indecisioni, l’amore per la madre, l’assalto via via più imperioso delle fans, l’incontro con il famoso Colonnello che farà esplodere la sua carriera. Dall’altra parte del romanzo, c’è la ragazza - futura attrice di successo - complessata da una cicatrice e stretta dentro una inquietante coppia di genitori: il padre ottuso, è ossessionato dalla sfolgorante bellezza della moglie, che finirà in modo misterioso, portandosi dietro i propri segreti; ma Achsa saprà penetrarvi, scoprendo impensabili disagi razziali. L’autrice immagina di aver ricevuto dallo stesso Elvis un plico con le lettere, a pochi giorni dalla drammatica fine del re del rock; un modo inconsueto per conoscere una sfaccettatura di Elvis non consumata dall’uso, a trent’anni dalla morte.

hurt 19-08-2007 06:19

Re: Articoli
 
Da Pianeta rock sabato 18 agosto 2007

Elvis Presley: all'asta su ebay il pianoforte appartenuto al Re tra il 1957 e il 1969

http://www.pianetarock.it/news/images/elvis2.jpg
Ha ormai raggiunto i 250.000 dollari (circa 185.000 euro), l'asta su ebay che vede in vendita il pianoforte Knabe bianco, appartenuto ad Elvis Presley.
Il musicista lo acquistò nel 1957 a Memphis (Tennessee) e lo tenne nella sua ormai leggendaria villa di Graceland fino al 1969.
L'asta è stata aperta in occasione delle celebrazioni per il 30° anniversario dalla scomparsa di Elvis.

hurt 19-08-2007 06:30

Re: Articoli
 
Da Repubblica.it

Elvis: Mito ha fruttato 34,1 mln di euro Nel solo 2006

17 agosto 2007 alle 14:23

Quanto può valere un flacone vuoto di antistaminico Naldecon prescritto a Elvis Presley dal suo medico personale? Quasi 3.000 dollari.
E una foto? Quasi 10.000, circa 7.500 euro, se si tratta dell’ultima fotografia, una delle tante “ultime”, scattata al Re del Rock all’ingresso dell’ospedale, pare poco prima della morte. A tanto può arrivare il feticismo dei milioni di fan del leggendario Presley che, a trent’anni dalla scomparsa del cantautore, celebrata ieri, ancora vanno a caccia di gadeget passati per le mani della Leggenda. Se un flaconcino di antistaminico può passare di mano per 2.000 euro, non sorprende che un’arma placcata in oro arrivi anche a 28.000 dollari (20.882 euro). Ma i memorabilia targati Elvis sono solo la punta dell’iceberg di un giro d’affari in continua crescita: un’eredità che nel 2006 ha fruttato circa 34,1 milioni di euro.
Su CincoDias, quotidiano spagnolo, un lungo articolo costellato di cifre a sei zeri sintetizza l’evoluzione di questo incredibile buisness post mortem. Nel primo semestre del 2007, la Cky, compagnia che ha in gestione l’eredità del cantante, ha fatturato 26,1 milioni di dollari, circa 18,3 milioni di euro; mentre nel 2006, l’impero Elvis ha fruttato 48,8 milioni di dollari, 34,1 milioni di euro, confermando la leggenda di Memphis al sesto posto della classifica di artisti scomparsi “titolari” di grandi imperi economici (al primo posto il leader dei Nirvana, Kurt Cobain). Dietro questo impero ci sono prima di tutto le licenze e i diritti d’autore, circa 253, concessi per proprietà intellettuale di testi, gestione dell’immagine, programmi speciali televisivi e radiofonici per un ammontare di circa 13,7 milioni di dollari nel 2006 (9,5 milioni di euro).
Segue Graceland, la villa in cui il cantante morì e in cui oggi è sepolto, trasformata in una sorta di parco dei divertimenti tematico con museo, attrazioni varie e albergo per un giro d’affari che nel 2006 ha toccato i 35,081 milioni di dollari (24,6 milioni di euro) e una media di 556.000 visitatori l’anno.

hurt 19-08-2007 06:39

Re: Articoli
 
Da Repubblica.it 16 agosto 2007 alle 19:53

Trent’anni dopo Elvis mito rivive; business alle stelle

Un anniversario a suon di rock e di dollari.
La leggenda di Elvis Presley, trent’anni dopo la sua scomparsa, è ancora una miniera d’oro in gadget, cd, festival, tributi e diritti d’autore. Secondo la rivista Forbes, nella particolare classifica delle star defunte che fanno fare lauti affari agli eredi, ‘The King’ guadagna la seconda piazza dopo il leader dei Nirvana Kurt Kobain, con una stima di 42 milioni di dollari guadagnati tra il 2005 e il 2006. Granceland, la magione coloniale che è stata la sua ultima residenza, è un’attrazione da 600mila visitatori l’anno. Qui sono entrate nel vivo le celebrazioni ufficiali della ‘Elvis Week’ (la settimana di Elvis) con la veglia a lume di candela di 50 mila fan sulla tomba di Presley.
Un rito che si ripete ogni anno, ma questa è stata “la miglior Settimana di Elvis che abbiamo mai avuto”, ha dichiarato Todd Morgan, portavoce della Elvis Presley Enterprises, che ne gestisce i diritti e organizza il calendario di eventi. Tributi sono stati organizzati in tutto il mondo. In Germania, dove Presley fece il servizio militare nel 1958 come autista di jeep dell’esercito, un’associazione di fan organizza ogni anno un festival con imitatori dall’immancabile ciuffo brillantinato, che attira diecimila visitatori. “Elvis, trent’anni dopo sempre nei cuori dei fans”, scrivono i siti italiani dedicati alla leggenda del rock, che, come nel caso di ‘grazielvis.it’ dedicano la home page al trentesimo anniversario dalla scomparsa del re di Memphis.
Altri appassionati si sono dati appuntamento per la mostra “Elvis e’ vivo-remember the King”, a Bassano del Grappa fino al 19 agosto. Il business coinvolge non solo chi vuole ascoltarne ancora la voce calda o piangere sulla sua tomba. C’è una larga fetta di mercato composta da chi vuole essere come lui, sentirsi ‘The King’ almeno per quindici minuti nella vita. A Memphis, Images of the King, un concorso musicale dedicato agli ‘impersonator’ (gli interpreti), gestito dai coniugi Bobbie e Micheal Hoover è un fenomeno che va avanti da 21 anni. Le finali dell’edizione 2007 sono previste il 17 e il 18 agosto, con tanti finti-Elvis provenienti da Canada, Stati Uniti, Regno Unito e perfino giapponesi con gli occhi a mandorla. Fiutato l’affare, la Elvis Presley Enterprise, dopo aver snobbato a lungo gli ‘interpreti’, starebbe ora pensando di far a pagare i diritti d’autore a chi impersona Elvis, prima di salire sul palco e imbracciare una chitarra per cantare “Love me Tender”.

hurt 21-08-2007 06:45

Re: Notizie da Internet
 
Da Cultura News - 20-08-2007

L’ELVIS PRESLEY DELLA MARATONA SARA’ A ROMA PER TENTARE UN NUOVO RECORD.

Lo scorso aprile alla London Marathon, Ian Michael Sharman, un podista inglese di 27 anni è entrato nel Guinness dei primati grazie ad un’insolita prestazione. L’inglese infatti ha chiuso la prova di maratona in 2:57.03 correndo l’intera gara vestito da Elvis Presley e visti i tanti sosia di Elvis sparsi per il mondo che partecipano a gare di ogni tipo per aggiudicarsi la palma d’oro di “Re dei Re” è riuscito ad entrare con la sua impresa nel Guinness dei primati. Ian, visti i 30 anni dalla morte di Elvis Presley, ha deciso di ritoccare il suo record scegliendo la Maratona di Roma del 16 marzo 2008 come sede ufficiale per il tentativo: “Proverò a ritoccare il tempo fatto a Londra – dice Sharman – scendendo sotto le 2 ore e 45 minuti e se il pubblico di Roma mi sosterrà sono certo di farcela”. Ovviamente sulle strade di Roma correrà con indosso uno dei tanti vestiti simili a quelli di Elvis della sua collezione.



Da Yahoo Sport - Lun 20 Ago, 12:24 PM


Alla Maratona di Roma anche il sosia di Presley



http://d.yimg.com/eur.yimg.com/ng/sp...3867614776.jpg




Ian Michael Sharman e` uno dei tanti sosia di Elvis Presley, ma lui non canta, corre maratone. Lo scorso aprile alla London Marathon, Ian Michael Sharman, un podista inglese di 27 anni e` entrato nel Guinness dei primati grazie ad un’insolita prestazione, ha infatti chiuso la prova di maratona in 2:57.03 correndo l’intera gara vestito da Elvis Presley e visti i tanti sosia di Elvis sparsi per il mondo che partecipano a gare di ogni tipo per aggiudicarsi la palma d’oro di “Re dei Re” e` riuscito ad entrare con la sua impresa nel Guinness dei primati.
In occasione dei 30 anni dalla morte di Presley, Sharman ha deciso di ritoccare il suo record scegliendo la Maratona di Roma del 16 marzo 2008 come sede ufficiale per il tentativo: “Provero` a ritoccare il tempo fatto a Londra – ha dichiarato Sharman – scendendo sotto le 2 ore e 45 minuti e se il pubblico di Roma mi sosterra` sono certo di farcela” . Ovviamente sulle strade di Roma correra` con indosso uno dei tanti vestiti simili a quelli di Elvis della sua collezione.

hurt 22-08-2007 07:16

Re: Articoli
 
[Cult ] - 16/08/2007 (h.13.53)30 anni dalla morte di Elvis Presley

Grandi celebrazioni a Graceland per l'anniversario della scomparsa del re del Rock 'n' Roll

http://musica.lospettacolo.it/galler...l_Elvis_42.jpg

(AGM-LSP) A trent’anni esatti da quel tragico 16 agosto del 1977 in cui il grande Elvis Aaron Presley si spense per aritmia cardiaca, stroncato da un cocktail di farmaci e barbiturici, migliaia di suoi fan in tutto il mondo celebrano il suo mito. Centro di tutte le celebrazioni è naturalmente Graceland, la residenza del cantante che negli anni si è trasformata in un gigantesco mausoleo-museo visitato ogni anno da 600 mila persone, dove sono attese alcune decine di migliaia di fans provenienti da tutto il mondo per sfilare davanti alla tomba del re del rock ‘n’ roll. La grande veglia che si è svolta ieri sera a lume di candela è stata l’apice della Elvis Week, un’intera settimana di eventi dedicati al mito di Elvis organizzata a Memphis e dintorni dalla Elvis Presley Enterprises.

“Prima di Elvis non c’era niente” ha detto un giorno John Lennon e probabilmente aveva ragione. Eppure forse in pochi avrebbero scommesso su quel ragazzino originario di Tupelo, nel Mississipi, che a dieci ani strimpellava la chitarra regalatagli dalla madre. Dopo un infanzia trascorsa ad ascoltare la musica nera trasmessa dalle radio di Memphis il giovane Presley incomincia a lavorare svolgendo varie mansioni tra cui anche quella di camionista fino a quando un giorno non decide di entrare al “Memphis Recording Service" per incidere due brani, "My Happiness" e "That's when your heartaches begin", da portare come regalo a sua madre. Nel 1954 Elvis torna in sala di incisione e qui viene notato da Sam Phillips, proprietario della Sun Records. É l’inizio del mito, nel giro di due anni il giovane ragazzo di Memphis diventa il re del Rock ‘n’ Roll. Nel 1958 Presley viene chiamato per il servizio militare e spedito con i suoi commilitoni in Germania e durante questo periodo conosce Priscilla Beaulieu, che diventerà sua moglie e che dieci anni più tardi metterà a al mondo sua figlia Lisa Marie Presley.

Gli anni ’70 segnano la sua consacrazione definitiva davanti al pubblico mondiale con oltre un migliaio di performance dal vivo tenute negli Stati Uniti in poco più di sei anni fino all’apice della sua popolarità con il grandioso concerto alle Hawaii, Elvis: Aloha From Hawai, che venne trasmesso via satellite in tutto il mondo raccogliendo davanti alla tv, si stima, oltre un miliardo di spettatori. Dietro il personaggio pubblico però l’uomo stava incominciando a cedere sotto il peso dello stress eccessivo e preso Elvis si trova schiavo dei farmaci e della droga fino alla sua morte nel 1977. Una morte improvvisa cui ancora oggi molti fan non si rassegnano alimentando leggende che lo vorrebbero ancora vivo con una nuova identità.

Quello che è certo è che Elvis è ancora vivo nel cuore dei suoi fan come aveva previsto dopo la sua morte il suo manager, il colonnello Tom Parker: “Elvis non è morto. È morto il corpo. Questo non cambia nulla”. Una premonizione che a trent’anni di distanza si conferma in tutta la sua veridicità. Il successo raccolto da Elvis in vita è innegabile e a testimoniarlo basterebbe il miliardo di dischi venduti durante la sua carriera ma è altrettanto innegabile che il suo mito sia cresciuto a dismisura dopo la sua morte tanto da portare milioni di dollari nelle casse della società che gestisce l’immagine del cantante scomparso, 42 milioni di dollari tra il 2005 e il 2006 stando a quanto ha stimato la rivista specializzata Forbes. Forse è proprio vero: che Elvis sia morto o meno infondo non cambia nulla.

hurt 29-08-2007 08:48

Re: Notizie da Internet
 
Bruce Campbell: "Non sarò di nuovo Elvis"

L'attore non reciterà nel sequel di Bubba Ho-Tep. Opinioni divergenti sulla sceneggiatura dietro il gran rifiuto

http://img513.imageshack.us/img513/7...bahotepnv3.jpg

Cattive notizie per il fandom. Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi e una tra le star più amate del cinema horror, non reciterà nel sequel di Bubba Ho-Tep, attualmente in pre-produzione.
Lo ha annunciato lo stesso Campbell ai microfoni di Fangoria Radio, durante un'intervista registrata domenica scorsa. Dietro il rifiuto ci sarebbero divergenze inconciliabili con il regista Don Coscarelli riguardo alcuni punti della sceneggiatura. Divergenze che, secondo quanto avrebbe dichiarato Campbell, sembrerebbero essere quasi sfociate in lite: "vogliamo mantenere la nostra amicizia, ecco perché abbiamo preferito prendere strade diverse. E così, non faccio più parte del progetto".

Un vero peccato, perché sarà difficile trovare un attore protagonista tanto bravo quanto amato dagli appassionati di cinema horror. Lo stesso Coscarelli ammette di essere in grave difficoltà. Il progetto comunque sembra sarà portato a termine. Bubba Nosferatu and the curse of the She-Vampires, questo il titolo del film, dovrebbe uscire nel 2009, e per ora l'unico attore confermato è l'ottimo Paul Giamatti, già candidato all'Oscar per Cinderella Man.

La tanto contestata sceneggiatura, scritta da Coscarelli, Joe R. Lansdale e Stephen Romano, non sembra partire da un'idea tanto male, e narra le avventure di Elvis Presley nella Las Vegas degli anni '60, intento a combattere una banda di vampire capitanate da un malvagio manager, il colonnello Parker (Paul Giamatti). Un'idea folle a sufficienza per stimolare la penna di Lansdale & c, pronti trasformare le trovate più bislacche in un delirante divertissment farcito di humor e citazioni.

Campbell, nel corso dell'intervista, ha anche detto di ritenere poco probabile la realizzazione di un ipotetico Freddy vs Jason vs Ash (diventato una miniserie a fumetti della Wildstorm). Il chiacchierato remake di Evil Dead, a detta dell'attore, non si farà: i rumors sono bastati a far imbufalire il 90 per cento dei fan. Anche il quarto episodio della saga horror diretta da Sam Raimi non sarà realizzato. Lo stesso Raimi avrebbe ipotizzato: "forse potremo girarlo quando avremo 70 anni".

Insomma, per ora nessun horror tra le priorità di Campbell. Eppure siamo sicuri che molti fan terranno le dita incrociate nella speranza di un ripensamento del buon Bruce. Come non esultare nel vederlo di nuovo al cinema nei panni del Re del rock 'n roll, stavolta intento ad ammazzare vampire cantando "Viva Las Vegas"?

Autore: Enea Barbetta - Data: 29 agosto 2007 - Fonte: Fangoria

hurt 29-08-2007 08:50

Re: Notizie da Internet
 
"Piedigrotta 2007", Brian Ferry e Napoli rendono omaggio a Elvis Presley


Con La Festa di Piedigrotta 2007, Napoli rende un doppio omaggio al "re del rock and roll", Elvis Presley

da sabato 1 settembre A Elvis Presley, alla sua versione di "It's now or never" e di "Surrender", alle sue sonorità melodiche è dedicata un'importante sezione della mostra "'O sole mio forever", una rassegna storico virtuale curata dalla Fondazione Bideri che si terrà, dal 1° settembre, presso il Salone Margherita, storico tempio del cafè chantant riaperto per l'occasione.

Gli spartiti originali della traduzione americana del classico di Capurro-Di Capua, le differenti copertine delle edizioni a 45 giri, le lettere di autorizzazione dell'adattamento saranno esposte insieme a foto memorabilia
di "The Pelvis", scomparso il 16 agosto di trent'anni fa.

venerdì 7 settembre
E proprio "It's now or never" e "Surrender" (che in origine erano, rispettivamente "'O Sole mio" e "Torna a Surriento") sono le due canzoni scelte da Brian Ferry, la voce dei Roxy Music, per partecipare al "Concerto
per Piedigrotta" che il 7 settembre, in piazza del Plebiscito, lo vedrà protagonista con Massimo Ranieri ed altri divi della musica italiana ed internazionale per omaggiare il grande repertorio classico napoletano.
"Piedigrotta 2007" è sostenuta dalla Regione Campania, organizzata dall'Ente Provinciale per il Turismo di Napoli, con la collaborazione del Comune e della Provincia di Napoli.

hurt 30-08-2007 07:05

Re: Articoli
 
Da Rockol - 29 Ago 2007

Scaduti i diritti, di dominio pubblico le prime incisioni di Elvis

Effetto nostalgia, trent’anni dopo la morte del re del rock&roll: “My baby left me”, versione originale di Elvis Presley datata 1956, è riapparsa nella classifica inglese dei singoli più venduti posizionandosi al numero 19. Il fatto veramente nuovo, però, è che a pubblicare il supporto, acquistabile solo presso i negozi della catena HMV, non è la solita RCA (gruppo Sony BMG) ma la semisconosciuta Memphis Recording Service: il 1° gennaio scorso, infatti, sono scaduti i diritti cinquantennali previsti dalla legge e chiunque può pubblicare la canzone senza pagare royalty all’etichetta che ne deteneva il copyright o agli eredi del defunto artista.
Si tratta, finora, della conseguenza più eclatante e macroscopica del rifiuto opposto dal governo inglese a chi, industria discografica e comunità artistica in primis, chiede a gran voce una estensione dei termini di protezione almeno a settant’anni (vedi News). Joseph Pirzada, managing director della etichetta MRS, ha così potuto agire indisturbato, una volta procuratosi quattro o cinque bobine contenenti master originali e nastri di seconda generazione contenenti vecchie incisioni della rockstar diventate ormai di pubblico dominio. A novembre, ha spiegato, pubblicherà anche un album intitolato “Elvis Presley: The New York RCA Studio One complete series” che sta promuovendo attraverso i fan club e i siti web. Intanto anche la RCA, l’etichetta a cui Presley fu legato per tutta la carriera dopo le prime incisioni per la Sun Records, ha lanciato un programma di ripubblicazioni celebrative: la riedizione del singolo “Blue suede shoes” sembra a sua volta predestinata alla Top 20 britannica.

(29 Ago 2007)


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