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hurt 19-03-2007 06:31

Re: Notizie da Internet
 
Londra Con un concerto al Madison Square Garden di New York per amici, vip, parenti e fan sir Elton John festeggerà, il prossimo 25 marzo, il suo sessantesimo compleanno . Per loccasione la pop star batterà anche un record: arriverà, primo artista nella storia, alla sua esibizione numero 60 presso la prestigiosa sala della Grande Mela. I biglietti sono già in prevendita e costano dai 70 ai 256 dollari. Reginald Kenneth Dwight, in arte Elton John, è nato il 25 marzo 1947 a Pinner, un sobborgo di Londra. Appassionato di musica e pianoforte inizia a suonare alletà di tre anni, vincendo a undici una borsa di studio alla Royal Academy of Music di Londra. Il padre, pilota della Royal Air Force e trombettista per hobby, cerca di impedire al figlio di ascoltare i dischi di Elvis Presley e Buddy Holly che la moglie Sheila acquista ogni settimana. Ma visto che il signor Dwight è per lo più lontano da casa, il piccolo Reginald ha comunque lopportunità di passare le sue giornate tra i vinili.

Nel 1960, a tredici anni non ancora compiuti, forma il primo gruppo, i Corvettes (dal nome di una popolare schiuma da barba). Sette anni dopo incontra grazie a un annuncio il compositore di testi Bernie Taupin. E a quel punto che il cantante decide di farsi chiamare Elton Hercules John prendendo a prestito i nomi di due amici musicisti, Elton Dean e John Baldry. Il primo album del duo, Empty Sky, esce nel 1969 e non ottiene unaccoglienza molto positiva.

Ma le cose cambiano quando la giovane star pubblica l'album che porta il suo nome Elton John (1970), che grazie allhit Your song lo catapulta subito in classifica facendogli guadagnare, sulla stampa statunitense, lappellativo di 'nuovo messia del rock'. A metà anni 70, Elton è una vera e propria star: recita nel film Tommy ricavato dallomonima opera rock degli Who, il suo nome appare nella 'Walk of Fame' di Hollywood e John Lennon lo raggiunge sul palco del Madison Square Garden di New York per un grande concerto.

La sua notorietà inizia tuttavia a declinare dopo la separazione professionale da Taupin, avvenuta nel 1976 in seguito alluscita del doppio album Blue Moves. Nel 1979, dopo uninterruzione durata due anni, Elton torna in tour diventando la prima rockstar europea a suonare in Unione Sovietica. Nel frattempo, Taupin torna a collaborare con lui per lalbum 21 at 33.

Dopo unoperazione alla gola per un tumore benigno nel 1987, Elton, ancora non totalmente riabilitato, decide comunque di intraprendere un tour che lo porterà a suonare in Australia con la Melbourne Symphony Orchestra. Nel 1988 si disfa del suo guardaroba e di tutti gli oggetti accumulati in anni di sfrenato shopping, ripulendo la sua immagine. Poi, superato un difficile periodo legato alleccesso di droghe, Elton ritorna con Reg strikes back, un album che lo riporta nelle posizioni alte delle classifiche. Inizia un lungo tour e si impegna a raccogliere fondi per la lotta al virus dellHiv, costituendo la Elton John Aids Foundation. Ritornato al lavoro a pieno ritmo, nel 1994 compone in collaborazione con Tim Rice la colonna sonora del film Disney Il Re Leone. Lanno successivo pubblica il suo miglior disco degli anni 90, Made in England, in bilico tra orchestrazioni e pezzi rock. Nel 1997 canta e incide in memoria dellamica Lady Diana un vecchio classico rivisto e corretto per l'occasione, Candle in the wind, lanno successivo è nominato Sir. Tra pochi giorni, fra le soprese che Sir Elton ha voluto fare ai suoi fans in occasione del suo 60esimo compleanno, ci sarà anche la pubblicazione di un cd/dvd dal titolo Rocket man - The definite hits.

stany 19-03-2007 21:18

Re: Notizie da Internet
 
PAZZI:

http://www.xtm.it/DettaglioUltimissi...timissima=2516

guitarman 19-03-2007 22:54

Re: Notizie da Internet
 
mi fossi trovato io la band avrebbe fatto la fine del busto in porcellana.

Juliemoon 20-03-2007 11:59

Re: Notizie da Internet
 
"..il cantante della band britannica, a tre quarti dello show ha scaraventato a terra un busto in porcellana di Elvis Presley.."

Certo che alle volte non puoi proprio evitare di pensare che la stupidità umana è sconfinata.

gabby 20-03-2007 12:03

Re: Notizie da Internet
 
Questa è quella che chiamerei "INVIDIA" il tizio sa che non arriverà mai al livello di Elvis....se rompere un suo busto gli da soddisfazione allora ben venga....sarà l'unica della sua vita....neanche lo conosco questo gruppo!!!:-? :-? :-?

guitarman 28-03-2007 16:13

Re: Articoli
 
anche se è un articolo vecchi almeno qualcuno scrve qlcs di carino su elvis e la sua musica...





A 25 ANNI DALLA MORTE UNA GRANDE RACCOLTA DI SUCCESSI: ELV1S #1 CHARTS HITS

Giusto nel caso ci fosse ancora qualche dubbio, una persona che ascoltasse questo album dovrebbe archiviare per sempre la questione del significato musicale, dell'impatto culturale, e del compimento artistico di Elvis. Da Heartbreak Hotel a Suspicious Minds", da Hound Dog a Crying in the Chapel, l'album Elvis #1 charts hits rivela una moltitudine di inclinazioni, una varietà di stili, e una portata emotiva che rende inutile ogni tentativo di catalogazione musicale.http://www.fbesta.it/oblo/mixer/images/elvis.gif
"A chi assomigli musicalmente?" venne chiesto ad Elvis quando per la prima volta mise piede nei famosi studi della "Sun recording" all'età di 18 anni. "Non assomiglio a nessuno" replicò. E la risposta all'inevitabile domanda che seguì: "Quale tipo di musica suoni?" fu semplicemente: "Suono tutti i generi". E proprio questo fece la sua fortuna. Come tanti grandi attori e cantanti, Elvis possedeva inconsciamente la capacità di imitare chiunque ammirasse: cantanti country & western come Hank Snow, artisti rhythm and blues come Jackie Wilson, performers di quartetti gospel come Jake Hess. Ma alla fine è risultata un'impronta musicale differente da tutte le altre, sia cantasse una ballata 'tremolante' come Love Me Tender o un rock energico come Hard Headed Woman. E un grande complimento gli venne rivolto direttamente da Jake Hess, leader del gruppo gospel 'The Statesman', il preferito di Elvis: "Ha il dono di diventare un tutt'uno con la canzone, sembra viva ogni parola di essa"
Ai non più giovani alcune di queste canzoni potrebbero suonare familiari, ma risulterebbe difficile richiamare alla mente l'immediatezza del loro primo impatto; parte del piacere che provano nell'ascoltarle deriva di sicuro dalla memoria, ma penso che, se potessero accantonare per un momento il contesto in cui queste furono apprezzate per la prima volta, considerandole nella loro essenzialità (come accade per me), la freschezza, la vera emotività, il semplice divertimento di queste proromperebbe senza dubbio. Elvis Presley incoraggiò l'inizio di una rivoluzione; credeva fermamente nel sogno democratico, e noi dobbiamo continuare ad essere coinvolti nel medesimo impegno, sforzandoci incessantemente di raggiungere ciò che lui ha sempre rincorso ed in un certo senso anche rappresentato, questa convinzione nella libertà e nelle infinite possibilità che la sua musica simboleggia.

Federico Andreoletti e Costanza Capraio, Liceo Scientifico SEVERI, Milano

Juliemoon 28-03-2007 16:48

Re: Articoli
 
Quote:

guitarman (Messaggio 33139)
Ai non più giovani alcune di queste canzoni potrebbero suonare familiari, ma risulterebbe difficile richiamare alla mente l'immediatezza del loro primo impatto; parte del piacere che provano nell'ascoltarle deriva di sicuro dalla memoria, ma penso che, se potessero accantonare per un momento il contesto in cui queste furono apprezzate per la prima volta, considerandole nella loro essenzialità (come accade per me), la freschezza, la vera emotività, il semplice divertimento di queste proromperebbe senza dubbio.

Bellino quest'articolo, soprattutto trovo molto bella e molto vera questa frase :-+

tigerman90 28-03-2007 16:49

Re: Articoli
 
molto bello questo articolo

ciaoooooooooooooooo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!:-) :-) :-)

Clint Reno 28-03-2007 18:16

Re: Articoli
 
Quote:

tigerman90 (Messaggio 33141)
molto bello questo articolo

ciaoooooooooooooooo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!:-) :-) :-)

Vero, bell'articolo!!!
Ciao Filippoooooo! Chi si rilegge!!! Fatti vivo più spesso sul forum! :-\

hurt 28-03-2007 19:08

Re: Articoli
 
Quote:

guitarman (Messaggio 33139)
Elvis Presley incoraggiò l'inizio di una rivoluzione; credeva fermamente nel sogno democratico, e noi dobbiamo continuare ad essere coinvolti nel medesimo impegno, sforzandoci incessantemente di raggiungere ciò che lui ha sempre rincorso ed in un certo senso anche rappresentato, questa convinzione nella libertà e nelle infinite possibilità che la sua musica simboleggia.


Federico Andreoletti e Costanza Capraio, Liceo Scientifico SEVERI, Milano

Bellissima la chiusura dell'articolo:-+ :-+ :-+

Non importa se ha 5 anni, fa sempre piacere leggere recensioni di questo tipo.

Chissà se Federico Andreoletti a Costanza Capraio sono leggono questo forum:-\ :-\ :-\

Sarebbe bello, se facessero parte della comunità GE:-P :-P :-P , vero????

tigerman90 28-03-2007 21:48

Re: Articoli
 
:-) :-) :-) :-) :-D ok

tigerman90 28-03-2007 21:49

Re: Articoli
 
ho sbagliato l'ultima faccina

hurt 30-03-2007 06:34

Re: Articoli
 
Compie 30 anni la saga cinematografica di Guerre Stellari e le poste statunitensi - che nei giorni scorsi avevano già annunciato la loro partecipazione alle celebrazioni con varie iniziative - emetteranno il 25 maggio (giorno dell'anniversario del primo film della serie) un foglietto con ben 15 francobolli da 41 centesimi.


A segnalarlo è il sito filatelico specializzato "vaccari news", secondo il quale è possibile che il foglietto possa insidiare il primato di vendite detenuto dal francobollo da 29 centesimi dedicato ad Elvis Presley: uscito nel 1993, questo francobollo ha registrato una vendita di oltre 124 milioni di esemplari.



I francobolli di Guerre Stellari mostrano praticamente tutti i personaggi più famosi della saga. Le poste USA hanno anche attivato un concorso fra i fans della serie di film di George Lucas e "travestiranno" numerose cassette postali come il famoso "droide R2-D2", che nella versione italiana del primo film del 1977 venne ribattezzato "C1-P8" .
(ANSA)

hurt 31-03-2007 07:05

Re: Articoli
 
Elvis Presley A 30 anni dalla morte, Q lo incorona la voce del secolo.

Ernesto Assante racconta il mito del rock'n'roll

Lezioni a 33 giri:

Domenica 1 aprile all'Auditorium: Elvis 56

di Giorgio Casari

Rimane il re del rock'n'roll, Elvis Presley. A trent'anni dalla sua morte, avvenuta il 16 agosto del 1977, la rivista specializzata Q lo ha appena incoronato il miglior cantante di tutti i tempi. La "voce" per antonomasia, insomma, davanti a nomi quali Aretha Franklin (seconda), Frank Sinatra (terzo), Otis Redding e, a sorpresa, John Lennon ("non tecnicamente brillante, ma espressivo"). Un merito che si lega, secondo la giuria di Q (composta da giornalisti specializzati e musicisti), al fatto di aver reso sensuale, eccitante, qualsiasi genere abbia incrociato. Un ottimo modo, insomma, per cominciare le celebrazioni del trentennale, che culmineranno ad agosto con i raduni di Graceland, a Memphis, la casa-museo che aveva riempito di ogni cimelio, ancora da vivo.

http://www.kwmusica.kataweb.it/kwmus...idImage=103845 Elvis scomparve il 16 agosto del 1977, a 42 anni, ufficialmente per aritmia cardiaca. In realtà era schiavo da anni di droghe e antidepressivi, ma soprattutto del suo mito. Un mito che ancora oggi sopravvive, e che proprio nel '77 il punk non aveva minimamente scalfito: i Sex Pistols dicevano ai loro primi concerti "amiamo Elvis, odiamo tutti gli altri".
Un mito che lo aveva riportato in tv nel 1968, a cantare tutto vestito di pelle nera come Marlon Brando ne Il selvaggio e con il ciuffo eternamente ribelle, per mostrare a chi amava i Beatles che lui era meglio. Risultato, milioni di spettatori. Il suo concerto alle Hawaii, trasmesso via satellite il 14 gennaio 1973, assistettero almeno un miliardo di persone. Più di quelle davanti alla tv per lo sbarco sulla Luna del 1969.

Aveva inciso il suo primo singolo il 5 luglio del 1954 - That's All Right

per una piccola etichetta indipendente, la Sun Records di Sam Phillips. Phillips stava dando forma a quella generazione di star del rock'n'roll che avrebbe annoverato fra le sue fila Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Johnny Cash e lo stesso Elvis. La sua ossessione era "trovare un bianco che cantasse come un nero" e in quel giovane camionista aveva trovato un interprete pressoché perfetto. Fino alla sua chiamata alle armi, nel '58, Presley sorprese gli ascoltatori con uno stile viscerale, capace di singhiozzare e di essere intensamente poetico, di rivedere country e blues innescando grandi sussulti ritmici.

I Sessanta e soprattutto i Settanta avrebbero annacquato la sua carica espressiva dirompente, portandolo verso un timbro da cantante confidenziale, sempre più vicino, ironia della sorte, a quel Frank Sinatra (non a caso soprannominato 'The Voice', la voce) al quale era spesso stato contrapposto e del quale si era sempre dichiarato estimatore. In questa classifica il titolo di voce del secolo scorso passa quindi di mano, e ci sentiamo di essere d'accordo con chi l'ha compilata.

Clint Reno 31-03-2007 14:02

Re: Articoli
 
Quote:

hurt (Messaggio 33455)
In realtà era schiavo da anni di droghe e antidepressivi, ma soprattutto del suo mito.

Vero! Sante parole... soprattutto del suo mito!

hurt 04-04-2007 06:29

Re: Articoli
 
Dvd Elvis Presley, The ’68 Comeback Special DVD, 2005

Scritto il 3 Aprile, 2007 in Recensioni Dvd Musicali
Se stai cercando guai…sei capitato nel posto giusto” (da “Tiger Man”)
http://www.livecity.it/wp-content/up...7/04/elvis.jpgUna frase simile sentita uscire dalla smorfia di Elvis è un’esperienza che redime, sconquassa e fa esclamare convinti “oh yeah!”. (una frase simile, poi, la si pronuncia indossando non solo una giacca di pelle nera, ma anzi, vestendo un intero completo di pelle nera, calzante come un guanto.) Il redentore degli anni ’50, per essere ancora l’indiscutibile sciamano, anzi, l’incontestabile Re, con l’arrivo del ’68, doveva prima di tutto redimere se stesso. Ed è ciò che fece col suo “ritorno”.
Però stiamo attenti, lo show televisivo che la NBC cucì su Elvis non significò rinnegare il passato prossimo (24 film di discutibile fattura) per riabilitare quello remoto (la nascita del rock n roll). Anzi, fu una perfetta fusione delle due esperienze con la risultante del Re più in forma che si sia visto dai tempi di “Heartbreak Hotel”: da una parte l’autentico maestro nella più congeniale veste di rockstar che incendia le mutande delle fanciulle in platea; dall’altra il divertito attore musicale nel ruolo dell’ex galeotto che rimorchia la squinzia in un bordello - sincero e ironico tributo alla sua recente e prolifica esperienza di attore a Hollywood.
L’intenzione iniziale del Colonnello Parker era ben diversa: Elvis avrebbe intonato canti natalizi per le famiglie cristiane d’America. Fortunatamente il ’68 aveva scosso anche i network americani, lasciando il Colonnello nel ruolo di manager a suo modo capace, ma anacronistico per impartire decisioni definitive. La fiducia che Elvis diede al regista Steve Binder e agli scrittori dello show venne premiata con la creazione di uno spettacolo talmente azzeccato da diventare, nell’immaginario collettivo, uno dei documenti principi dell’icona Elvis (forse non a caso, chi vi scrive, nella sua camera ha proprio un poster di Elvis nella mise di pelle di cui sopra).
L’idea di riportare il Re al suo pubblico, non solo usando lo strumento che l’aveva reso grande in così larga scala (la televisione), ma anche il pubblico in scena, fu abbastanza improvvisa, tanto che la produzione fu costretta in grande velocità ad arruolare il numero sufficiente di persone da far sedere intorno al palchetto centrale. Vennero chiamati i parenti di chi lavorava nello studio, nonché ragazzi nel fast-food di fronte che si stavano mangiando un cheesburger. Il risultato è splendido e l’audience è assolutamente sincera: ci sono ragazzi quasi disincantati ma comunque sorpresi se non addirittura inebetiti nel vedere a pochi metri Elvis in persona che canta, balla, si inginocchia, chiude gli occhi, suda… e poi altri invece totalmente infervorati e adoranti, in lacrime isteriche da fan.
Altra sorpresa “in fieri” fu quella del momento dedicato ai “vecchi amici”, ovvero quando Elvis, nel suo palchetto catartico, si siede e con la chitarra, accompagnato dai vecchi compagni degli esordi di Memphis quali Scotty Moore e DJ Fontana, ripropone classici come “Blues Suede Shoes”, “That’s Alright” e “Heartbreak Hotel”. Momento che sarebbe dovuto durare neanche dieci minuti ma che si spinse ben oltre diventando forse il fulcro di tutto lo show: Elvis scherza coi compagni, ironizza sulla sua smorfia, canta e suona divertito mentre la band lo asseconda. Ai loro piedi il giovane pubblico assiste seduto a terra come in una festa confidenziale.
Le parti “preconfezionate” dello special non hanno ovviamente questa genuinità, comunque l’impatto emotivo è indiscutibile di fronte a brani come “Memories” – scritta da Mac Davies e inseguito assurta ad evergreen per le numerosissime rivisitazioni - o quando, a conclusione del programma, indossando un elegante abito bianco, canta “If I Can Dream”: song che il solito Colonnello aveva definito “non adatta a Elvis” e che invece si dimostrò la perfetta conclusione per il ritorno sulle scene del Re.
Ricordando l’evento Chris Beard (tra gli scrittori dello special) confermò appropriatamente “Era commosso perché era l’ultima canzone dello spettacolo, secondo me, non voleva finire”. E la storia ha scritto che Elvis non ha mai finito.
Vacho Varela

guitarman 04-04-2007 07:33

Re: Articoli
 
uao!!!!!perfetta recensione,ottima!!!!!

hurt 05-04-2007 06:44

Re: Articoli
 
http://www.rockol.it/vetrina-4362/El...LTIMATE-GOSPEL






Elvis Presley

In una delle note riportate nel booklet di questo disco viene riportata una frase di Gladys Presley, madre di Elvis, la quale afferma che, fin da piccolissimo, il figlio amava la musica gospel che si cantava in chiesa e pur non sapendo le parole cercava di intonare la melodia con la voce. La conferma arrivò poi in futuro quando Elvis, nel corso della sua carriera, pubblicò ben quattro dischi gospel a carattere religioso: nel 1957 un EP di quattro canzoni dal titolo “Peace in the Valley”; al ritorno dal servizio militare (1960) un tributo ai suoi quartetti da chiesa favoriti “His Hand in Mine”, supportato ai cori dei Jordanaires; “How Great Thou Art” nel 1966 e nel 1972 “He Touched Me”.
“Elvis ultimate gospel” raccoglie tutti i brani gospel incisi dall’artista di Memphis, venticinque episodi tratti dalle registrazioni originali e rimasterizzati con la nuova tecnologia DSD.

TRACKLIST:
“How great thou art”
“So high”
“Amazing grace”
“Crying in the chapel”
“You’ll never walk alone”
“Swing down sweet chariot”
“In my father’s house”
“Milky white way”
“His hand in mine”
“I believe in the man in the sky”
“Where could I go but to the Lord”
“If the Lord wasn’t walking by my side”
“Run on”
“He touched me”
“Bosom of Abraham”
“Lead me, guide me”
“Joshua fit the battle”
“If we never meet again”
“I, John”
“Reach out to Jesus”
“Who am I?”
“Help me”
“An evening prayer”
“Take my hand, precious Lord”
“(there’ll be) Peace in the valley (for me)”

Clint Reno 05-04-2007 06:59

Re: Articoli
 
Questi sono articoli!!! :-\

hurt 06-04-2007 06:28

Re: Notizie da Internet
 
SPETTACOLI & CULTURA

Si intitola "33 dischi senza i quali non si può vivere" il libro di Gino Castaldo e Ernesto Assante

Dai Beatles agli U2: una lista per raccontare l'epoca d'oro del rock e non soloI migliori album della nostra vita viaggio in cinquant'anni di musica

di RITA CELI



http://www.repubblica.it/2007/04/sez...8197_49380.jpg

ROMA - Il titolo del libro può suonare eccessivo ma 33 dischi senza i quali non si può vivere (Einaudi, 13,50 euro, in libreria dal 10 aprile) di Ernesto Assante e Gino Castaldo non è solo una lista di album, tutti in vinile e a 33 giri, ma è il racconto appassionato e motivato di un'epoca, da Elvis Presley agli U2. Critiche e proteste sono già messe in conto dagli autori, perché la scelta è, ovviamente, arbitraria ma i criteri che hanno portato ai 33 titoli (più un singolo, Imagine di John Lennon) sono precisi: si tratta di dischi di "incomparabile bellezza", opere straordinarie che hanno segnato profondamente la storia della musica, gettando le basi per quello che sarebbe venuto dopo. In altre parole, sono i cd che oggi non dovrebbero mancare in una discoteca che voglia colpire al cuore con le perle della musica degli ultimi 50 anni.

Non sono "i" migliori album, ma sono "dischi senza i quali è impossibile vivere" scrivono gli autori nell'introduzione, "e sono talmente pochi che potrebbero essere portati con noi sull'isola deserta per garantirci una gradevole sopravvivenza dopo un terribile naufragio". Solo un caso li posiziona tra 1956 (con Ella Fitzgerald e Elvis Presley) e il 1994 (l'anno di Grace di Jeff Buckley), preceduto da Achtung Baby degli U2 (1991) e Le nuvole (1990) dell'unico italiano in lista, Fabrizio De André.



La maggior parte degli album raccontati nel libro sono stati realizzati negli anni Sessanta - dai Beatles ai Rolling Stones, Bob Dylan e Jimi Hendrix, da James Brown ai Velvet Underground - e soprattutto durante i 70, decennio che si apre con Led Zeppelin IV, Who's Next degli Who, e ancora Bob Marley, Brian Eno, Pink Floyd, per chiudersi con London Calling dei Clash. Una breve coda negli anni 80 per citare Graceland di Paul Simon o Born in the Usa di Bruce Springsteen.

Assante e Castaldo ammettono con rammarico che in questa loro lista "i dischi nati nell'era del cd sono realmente pochi" perché negli ultimi 15 anni gli album "hanno iniziato prima a perdere valore e poi a perdere senso". "La musica, che all'inizio del secolo si era materializzata diventando disco, sta cominciando a smaterializzarsi di nuovo, fisicamente inesistente" proseguono. "Se fino a quindici anni fa potevamo identificare la musica e il supporto, oggi la musica trasformata in un bit non occupa alcuno spazio fisico". Ma a questa rivoluzione "assoluta e totale" nel modo di fruire la musica non corrisponde una creatività in grado di sbalordire, come invece è accaduto con ognuno dei 33 dischi analizzati nel libro.

Come Revolver dei Beatles: "In quel periodo poteva capitare che un album cambiasse completamente il corso della musica pop, e Revolver fu uno di questi". Oppure Highway 61 Revisited di Bob Dylan: "Agli inizi degli anni '60 le canzoni di Dylan caddero come una pioggia di folgorazioni poetiche su un mondo in attesa messianica. Con lui il rock'n'roll impara a parlare una nuova lingua". Oppure London Calling dei Clash: "Ci sono dischi che funzionano da spartiacque, e London Calling è un'importante boa messa a galleggiare nella tempesta del tempo. Non è possibile capire cosa sia accaduto al rock nel passaggio tra gli anni 70 e 80 se non ci si immerge completamente nel caleidoscopio di suoni di questo album".

Del disco scelto per Fabrizio De André scrivono: "E' un incipit memorabile, forse tra i più belli mai immaginati". O ancora, parlando di Marvin Gaye: "Difficile immaginare il soul senza What's Going On. Perché è un capolavoro, il vertice della creatività e dell'arte di questo artista, ma soprattutto perché è il disco che consente alla definizione di soul music di compiersi". Pagina dopo pagina ogni album viene raccontato, scoperto, analizzato fino a svelare le motivazioni della scelta. Anche per maestri come i Pink Floyd: "Dopo aver scoperto cosa c'era in quella misteriosa faccia scura della Luna, il rock non è stato più lo stesso, ha assunto dimensioni colossali, è diventato altro da sé".

Naturalmente ognuno è libero di condividere o criticare le scelte di Assante e Castaldo che, per proseguire il gioco con un sondaggio per Repubblica.it, hanno allungato la lista a 50 titoli: ancora una volta molti saranno scontenti, ma è solo un gioco.

(5 aprile 2007)

guitarman 06-04-2007 15:09

Re: Notizie da Internet
 
Elvis ‘The King’ statue returns to public view at the Las Vegas Hilton

http://www.bloggingvegas.com/uploads/elvis1.jpgElvis Presley’s life-size bronze statue, which stood in the Las Vegas Hilton Hotel lobby for oh, so many years, is back in public view. First dedicated in 1978, the somewhat ungainly pose of Elvis, guitar slung over his shoulder and holding a microphone in his left hand, was re-dedicated June 21.

But it wasn’t inside the hotel. This time, Elvis the Pelvis has been kicked outdoors to a garden area, standing atop a pedestal with embedded spotlights. A new bronze plaque at the rock ‘n’ roll idol’s feet reads:

ELVIS: “THE KING” OF LAS VEGAS
An eight-year exclusive run
in the Las Vegas Hilton Showroom
837 consecutive sold-out performances
entertained some 2.5 million people
enough to fill the Rose Bowl 25 times over!
LAS VEGAS’ ALL-TIME FAVORITE, AND SUCCESSFUL PERFORMER



Elvis Presley’s Las Vegas connection was given a boost by his 1964 film “Viva Las Vegas!” opposite Ann-Margret, who drove him wild before Elvis could drive his racing car in the first Las Vegas Grand Prix.
Those were delirious days for the rock performer and fans. But now, the fame and recognition are ebbing. And his bronze statue is now outdoors where it inevitably will be bombed by birds of all feathers, and where many a mutt could lift a leg to leave a liquid signature.
Such is the nature of fame, a bird with paper wings.



June 22, 2006

ki mastica inglese puòraccontarci quello ke è stato scritto,io c faccio un macello con l'inglese :-)

Lisa 06-04-2007 15:43

Re: Notizie da Internet
 
Ecco Enzo! :-+


La stuatua in bronzo di Elvis Presley a grandezza naturale, che per anni si è retta nell'atrio dell'Hilton Hotel di Las Vegas, è tornata alla vista del pubblico.
Inaugurata per la prima volta nel 1978, la posa un po' sgraziata di Elvis, con la chitarra imbracata sulla spalla e il microfono nella mano sinistra, è stata re-inaugurata il 21 Giugno.
Ma non era all'interno dell'hotel.
Questa volta Elvis The Pelvis è stato posizionato nel giardino esterno sopra ad un piedistallo.
Sulla nuova placca in bronzo si legge:
ELVIS IL RE DI LAS VEGAS:
una corsa durata 8 anni consecutivi nella Showroom dell'Hilton Hotel
837 concerti che hanno fatto il "tutto esaurito"
intrattenendo circa 2.5 milioni di persone
L'ARTISTA PREFERITO E CHE HA AVUTO PIU' SUCCESSO A LAS VEGAS.

Il primo legame di Elvis Presley con Las Vegas fu nel 1964 per il film "Viva Las Vegas" insieme ad Ann-Margret, che lo fece impazzire prima che si mettesse alla guida della sua auto da corsa nel primo Gran Premio di Las Vegas.
Quelli furono giorni di delirio per la stella del rock e i suoi fans.
Ma ora la fama e il riconoscimento stanno calando...E ora questa statua è fuori dalle porte, dove sarà bombardato da uccelli di tutte le razze e dove uno stupido cane potrà alzare la zampa per lasciarci la sua firma in forma liquida. :?
Questo è il prezzo della fama!

LISA

gabby 06-04-2007 15:48

Re: Notizie da Internet
 
Eh che cavolo, questo articolo è partito bene ed è finito malissimo, xò magari è la stessa delusione del giornalista del fatto che l'abbiano messa fruoi? Mah, fatto sta che forse è anche meglio xchè può essere ammirata meglio nn credete? magri lo hanno fatto proprio x questo!:? :? :?

hurt 13-04-2007 07:01

Re: Articoli
 
http://www.teknemedia.net/esposizion...5fe5039f49.jpg

Susanne Bürner - 50 000 000 can't be wrong

Supportico Lopez 32

Sede Via Supportico Lopez, 32, Napoli 80137
Altre informazioni Tel +39 081 445759 | info@supporticolopez.com | http://www.supporticolopez.com

http://www.teknemedia.net/imago/map.gif Mappa

Data di apertura venerdì 13 aprile 2007
Data di chiusura venerdì 25 maggio 2007
Orari:
martedì/venerdì 15.00/19.00 Gli artisti correlati Susanne Bürner

Comunicato della mostra : Susanne Bürner - 50 000 000 can't be wrong

Molto del lavoro di Susanne Bürner è sugli spazi vuoti, sugli spazi fuori dalla cornice principale che costituiscono la parte superflua di una proiezione, per il protagonista dei video così come per gli spettatori, per le loro emozioni ed esperienze.
Alcuni dei suoi video sono su gruppi di persone la cui attenzione è focalizzata su qualcosa che è fuori da loro stessi, qualcosa che, allo stesso tempo, resta invisibile allo spettatore. Già nel video finistère (2005) il soggetto sono i fans. Ma il gruppo di spettatori è isolato dal contesto originale ed è posto su uno sfondo neutro. Così l’attenzione dello spettatore del video è focalizzata sugli ammiratori, solitamente marginali nella sua percezione, che esprimono, attraverso mimica e gestualità, le loro forti aspettative e la loro proiezione nella star.
Allo stesso tempo lo spettatore del video si trova esso stesso in una posizione di aspettativa, diventando così un doppio del fan.
Il video in mostra 50 000 000 CAN’T BE WRONG ripropone il tema dei fans ma pone l’enfasi sulla relazione tra la star e i suoi ammiratori concentrandosi su una singola “superstar”: Elvis Presley.
Qui, Elvis, definisce se stesso attraverso i suoi ammiratori, che costituiscono il suo ambiente e la sua immagine in negativo e la Bürner tenta di approfondire proprio l’aspetto che riguarda la definizione di una persona attraverso il suo riflesso negli altri.
Oltre i Beatles, Elvis è stata una delle più grandi star di culto di tutti i tempi. Diversamente da altri artisti dopo di lui, Elvis era capace di ipnotizzare ed eccitare il pubblico attraverso delle esibizioni dal vivo sensazionali. Il video utilizza proprio questi momenti e, sebbene siano tutti tratti esclusivamente da documentari su Elvis, il suo nome non è mai menzionato.
Il risultato finale sono solo fans. L’oggetto del loro desiderio è invisibile. Alcune volte tracce di Elvis sono cancellate digitalmente. I cartelloni con i messaggi e le scritte degli ammiratori appaiono vuoti. Il soggetto reale del video rimane invisibile, si può percepire solo attraverso la reazione dei suoi “seguaci” ed è riflesso nelle espressioni di desiderio dei loro volti che attraversano diversi decenni del secolo scorso.
Il titolo del video è tratto da una compilation di brani di Elvis dal 1959, a cui molti altri gruppi hanno fatto riferimento, diventando una delle raccolte di maggiore successo e più influenti nella storia della musica.

Music: Steven Trafford
Special Effects: Julia Pfeiffer, Aleksander Cigale
6:24 min., b/w, sound
Il video 50 000 000 CAN’T BE WRONG è stato realizzato con il sostegno del Senato di Berlino.

Si ringrazia Giti Nourbakhsch - Berlino
La mostra è realizzata con il supporto di Enrico Fornello - Prato

Susanne Bürner

Born in Ellwangen/Jagst, Germany 1970
1993 - 1998 Media Arts at the Hochschule für Gestaltung, Karlsruhe (Diploma)


One Person Exhibitions (selected)

2007 “50.000.000 can’t be wrong”, Supportico Lopez, Naples
2005 “finistère”, Galerie Giti Nourbakhsch, Berlin
“songs from out there”, Sassa Trülzsch, Berlin
2002 “Dissolve”, Galerie Giti Nourbakhsch, Berlin
2001 Galerie Borgmann Nathusius, Cologne (with Gary Ward)
2000 “Fotografie”, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe (with Barbara Trautmann and Günther Förg)
Galerie K & S, Berlin (with Daniel Roth)
1999 “Trees”, Graduate Studios UCLA Culver City, Los Angeles, USA
“Trees”, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe (with Candida Höfer)
1997 Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe


Group Exhibitions (selected)

2007 "I´m a Future Melancholic", tank.tv, Tate Modern, London
2006 “Nicht weit vom Stamm”, Galerie Konrad Fischer, Düsseldorf
Domaine Olivier de Serres, Ardèche, France
Busan Biennale, Busan, Korea
GASC, Gimhae, Korea
tank.tv, ICA London
“artists make videos”, Goethe Institut, Amman, Jordanien
Film Festival Max Ophüls Prize, Saarbrücken (screening “Lux 1: Where are we going?” & screening “Lux 2: Can you see me?”))
2005 “A Haunting”, Castlefield Gallery, Manchester
„Rencontres Internationales Paris/Berlin #9“, Jeu de Paume, Paris (a.o.)
“One Night Screening. Video Art From 4 Countries”, Beirut Humanities Buildings (Goethe Institut) Beirut
“placements”, Galerie Store 52°31’52”13°22’55”, Berlin (curated by Andrew Cannon)
“acid rain”, Glasbox, Paris (curated by Vincent Honoré)
“Videonale 10”, Kunstmuseum Bonn
“Radiodays”, CTP de Appel Amsterdam
2004 „KURZDAVORDANACH“, Photographische Sammlung/SK Stiftung Kultur, Cologne (curated by
Wilhelm Schürmann)
„Rencontres Internationales Paris/Berlin #8“, Grande Halle de la Villette, Paris
“Missing Time”, Hong Kong Art Centre, Hong Kong (video program curated by Laurent Grasso)
„playlist“, Palais de Tokyo, Paris
“Zwischenwelten”, HfBK Dresden, Oktogon
2003 „Géographies #3“, Chantal Crousel, Paris
Schmidt-Rottluff sholarship holders exhibit, Kunsthalle Düsseldorf
“Hot, Blue & Righteous”, Galerie Giti Nourbakhsch
Akademie Schloss Solitude, Stuttgart
“Passages”, Le musée de Valence, art 3, Le Bel Image, Valence
2002 “Golden Week”, Kodama Gallery, Osaka, Japan & side 2, Tokyo, curated by Eva Svennung
(Toasting Agency)
“A Need of Realism”, Solitude in Schloss Ujazdowski, Warszawa, Poland
2001 “Papier”, Galerie Borgmann Nathusius, Cologne
“Not At Home”, Römerstr. 2, Stuttgart, curated by Gary Ward and Susanne Bürner
“Circles No. 5”, Montana Sacra, ZKM Karlsruhe, curated by Christoph Keller
“CamoShow”, Museum Wiesbaden, curated by Alexis Vaillant and Léonor Nuridsan
1999 “Insight Out”, Kunstraum Innsbruck, Austria, Kunsthaus Hamburg,
Kunsthaus Baselland, Switzerland, (catalogue)
1998 Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe
“Gang Bang”, Galerie Margit Haupt, Karlsruhe, curated by Christoph Keller



Grants & Residencies

2006 Residency Villa Arson, Nice
2004 Grant Stiftung Kunstfonds, Bonn
2002 Art 3, Residency of Baden-Wurttemberg and Region Rhône-Alpes in Valence, France
Karl Schmidt-Rottluff Grant
2000 - 2001 Residency at Akademie Schloss Solitude, Stuttgart
1998 - 1999 Visiting Scholar Graduate Program Fine Arts, UCLA Los Angeles, California, USA
(Grant Studienstiftung des deutschen Volkes)
1997 - 1999 Grant Studienstiftung des deutschen Volkes, Bonn



Publications

„Fog Book“, Revolver Frankfurt, 2003
„Susanne Bürner“, Karl-Schmidt-Rotluff Förderungsstiftung, Berlin 2003
„Vanishing Points“, Art 3, Valence & Revolver Frankfurt
Jednoczensnie (simultaniously), Zamek Ujazdowski, Warschau & Revolver, Frankfurt (with Daniel Roth, Gregor Sander and Gary Ward)
The Window, Revolver Frankfurt

Articles

2005
Vincent Honoré on Susanne Bürner, contemporary 21, issue 71/ video, pp. 34 – 37

2004
Dominic Eichler on Susanne Bürner, Frieze art Fair Yearbook 04/05

2003
Catherine Francblin, “geographies #3”, art press #298, p. 84
Marie de Brugerolle, “passages at art3 (review)”, artpress, # 292, July-August, pp. 76-77
Eva Svennung, “Susanne aime Smoke Gets in Your Eyes”, in: “Vanishing Points. Susanne Bürner”, art3, Valence & Revolver, Frankfurt a.M.
Johan Hartle, “Image Events”, in: “Vanishing Points. Susanne Bürner”, art3, Valence & Revolver, Frankfurt a.M.

2002
Miriam Bers on Susanne Bürner, tema celeste, issue 93, Sept.-Oct., p. 100

Inaugurazione venerdì 13 aprile 2007 dalle 19.00 alle 22.00

13 aprile - 25 maggio 2007

SUPPORTICO LOPEZ 32
Via Supportico Lopez 32 (Trav. di Via Vergini)
80137 Napoli Italia
Tel./Fax 081 445759
info@supporticolopez.com
http://www.supporticolopez.com

Clint Reno 15-04-2007 08:45

Re: Notizie da Internet
 
IL “PRINCIPE DI SAVOIA”
Le bizzarre gesta di un giovane dal bell’aspetto mettono a subbuglio il centro di Udine.

Curioso episodio di cronaca l’altro giorno a Udine. Un giovane di 35 anni, elegantemente vestito e dai modi compiti, ha provocato una certa animazione, aggirandosi per le vie del centro seguito da un piccolo drappello di accompagnatori che lo apostrofava ad alta voce con titoli quali “principe”, “altezza”, “altezza reale”.

La comparsa, fin dalle prime ore del mattino, dell’insolito drappello non è passata inosservata e ben presto una piccola folla di curiosi e sfaccendati si è radunata attorno a quello che alcuni presentavano come “l’erede al trono d’Italia”. Incalzato dalle domande dei cronisti subito accorsi, il protagonista della chiassata ha affermato di chiamarsi Emanuele Filiberto di Savoia, di aver vissuto molti anni all’estero e di essere venuto in città per promuovere una sua associazione.

Si è inseguito saputo che a tal fine, godendo evidentemente di una certa disponibilità economica, aveva addirittura affittato il Salone del castello per un convegno dall’ambizioso titolo “I giovani risorsa del terzo millennio”.

La prima tappa del bizzarro pellegrinaggio è stata la statua equestre di Vittorio Emanuele II che si trova all’interno dei giardini Ricasoli e che il Filiberto vorrebbe fosse spostata in piazza Libertà, davanti al municipio (perentoria, in tal senso, la sua richiesta al Comune: “dobbiamo dire al sindaco o a chi compete questa decisione, di rimettere la statua al suo posto”).

In precedenza il gruppo era stato al centro di un inusuale ricevimento all’interno della sede della Provincia di Udine. A sorpresa il presidente dell’ente, Marzio Strassoldo, forse memore del passato nobiliare o perchè colpito dalle credenziali del giovanotto, gli ha aperto le porte di Palazzo Belgrado, inventando per l’occasione un “Comitato d’onore” e intrattenendolo con una serie di orazioni di circostanza che, per la verità, il Filiberto è parso ascoltare senza grandi entusiasmi.

Controllata a distanza con una certa bonomia da un paio di guardie municipali, la pittoresca brigata (che nel frattempo aveva assunto uno spiccato carattere femminile) si è quindi diretta verso il centro di Udine, attraversandolo tutto fino a giungere in piazza San Giacomo. Dove il “principe” si è intrattenuto per circa un’ora attorniato da un rumoroso gruppo di giovani studentesse delle scuole medie che lo avevano riconosciuto come il protagonista di alcune comparsate televisive.

Tra gridolini, coretti e richieste di autografi si è fatta l’ora del pranzo (debitamente consumato in un locale poco distante).

Nel pomeriggio, dopo il “convegno” in Castello, il giovane ha inanellato l’ultimo successo riuscendo a farsi ricevere dal magnifico rettore dell’ateneo friulano, Furio Honsell, che lo ha ascoltato con molta cortesia, dando mostra di accogliere per buona la promessa della creazione di una borsa di studio dedicata “allo studio della famiglia reale”. È stata l’ultima impresa del Filiberto, prima di dileguarsi senza lasciare traccia.

Non è la prima volta che a Udine accadono episodi di questo tenore. Nell’aprile del 1925 una giovane che si spacciava per la sorella minore della zarina di Russia, riuscì a farsi ricevere in diversi salotti e a farsi mantenere per oltre una settimana da un avvocato di fede monarchica, prima che un fonogramma da Roma ricordasse che la famiglia dello zar era stata sterminata dai bolscevichi nel 1918.

Nel dicembre del 1947 un vecchio vestito di rosso convinse una ventina di liceali a seguirlo per alcuni chilometri alla ricerca della propria slitta e delle renne che la trainavano. Fu tradito dalla fluente barba bianca posticcia che si staccò per l’umidità.

Il 16 settembre 1977, infine, un quarantenne piuttosto appesantito, con vistose basette e una giacca di jeans con le frange e che affermava di chiamarsi Elvis Presley fu protagonista di un improvvisato concerto rock in piazza Primo Maggio. Sparì nel nulla prima che si potesse accertare che il vero Presley era deceduto un mese prima.
In tutti questi casi, tuttavia, la notizia non aveva occupato più di un trafiletto in cronaca. Stupisce constatare che le gesta del “principe di Savoia”, invece, hanno occupato le prime pagine delle nostre gazzette e hanno goduto di ampi servizi nei nostri telegiornali regionali.

Per fortuna ora la normalità è stata ripristinata e il traffico delle carrozze ha ripreso a scorrere regolare.



http://www.nuovofriuli.com/read.asp?code=2007.0406.02

hurt 19-04-2007 06:35

Re: Notizie da Internet
 
Edizioni, le canzoni di Lieber&Stoller (Presley, Drifters) alla Sony/ATV

Mentre il mercato del disco ristagna, il business delle edizioni musicali al contrario è in fermento, oggi che la proprietà dei copyright (i diritti di sfruttamento delle canzoni) è di nuovo più importante di quella dei “master”, le registrazioni sonore che molti hanno imparato a procurarsi gratis su Internet. Sony/ATV, la società legata alla multinazionale nipponica di cui è socio (almeno per qualche tempo ancora) Michael Jackson, ha fatto da questo punto di vista un investimento sicuramente redditizio: staccando un congruo assegno (si dice da otto cifre) si è assicurata il catalogo dei leggendari Jerry Lieber e Mike Stoller, autori (il primo come paroliere, il secondo come compositore musicale) di innumerevoli successi ed evergreen per conto di Elvis Presley (“Jailhouse rock”, “Hound dog”) e di un piccole plotone di artisti r&b della prima ora, molti dei quali legati all’etichetta Atlantic: Coasters (“Yakety yak”, “Charlie Brown”), Drifters (“On broadway”), Clovers (“Love potion no. 9”) e tanti altri, tutti saccheggiatissimi, tuttora, da cinema e pubblicità.
I due ex titolari, che dal 1987 sono inclusi nella Rock and Roll Hall of Fame e che condividono una “stella” sul famoso Walk of Fame di Hollywood, continueranno a ricevere la quota di royalty che spetta loro come autori dei brani, ma per il resto sarà Sony/ATV a godere dei frutti del repertorio: “Un dono divino”, ha commentato entusiasta il neopresidente della società Marty Bandier, mentre Jackson ha diramato un comunicato stampa per ricordare come Lieber & Stoller abbiano “definito un’era, e l’elenco degli artisti che hanno inciso le loro canzoni assomiglia a un almanacco del rock and roll”.

Da Rockol (18 Apr 2007)

hurt 21-04-2007 00:29

Re: Notizie da Internet
 
Musica: Ritorno di Bublé in un disco pieno di emozioni

20 aprile 2007 alle 10:07 — Fonte: repubblica.itvoteWidget(299620, 0) voti
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‘Sono un osservatore sullo stato dell’amore’: con queste parole il crooner Michael Bublé ha presentato il suo ultimo lavoro discografico dal titolo ‘Call me irresponsible’, che in Italia uscirà venerdì 27 aprile.
Un album nel quale Bublé ha voluto lasciare spazio ai sentimenti e alle emozioni, sotto tutti i punti di vista, anche in fase di registrazione. ‘Ho voluto incidere molte canzoni dal vivo in studio perche’ credo che spesso l’assenza di errori e la ricerca della perfezione assoluta tolgano spazio alle emozionì. Così, come è successo per ‘Always On My Mind’ — che alcuni critici inglesi hanno definito la miglior versione mai incisa, addirittura superiore a quella di Elvis Presley — ‘sono entrato in studio, ho chiuso gli occhi, ho pensato ai miei amori, alle sofferenze, al senso di colpa e ho cantato’.
‘Call me irresponsible’ contiene 13 brani, 11 grandi classici del passato di compositori del calibro di Leonard Cohen, Eric Clapton, Cy Coleman e Gamble and Huff oltre a due canzoni originali scritte da Bublé, tra cui il singolo d’esordio ‘Everything’ e il brano ‘Lost’. ‘Volevo che questo fosse un album che facesse trasparire una crescita, ma anche che fosse in qualche modo innovativo. In questo senso ho scelto i pezzi’. Così si va da ‘The Best is yet to come’, resa famosa da Sinatra e dalla Fitzgerald a ‘I’m your man’ di Leonard Cohen definita ‘disperata, dark, sexy’. Anche troppo per Bublé che racconta di una telefonata con lo stesso Cohen che per lui, canadese, è ‘paragonabile a Dio’.
‘L’ho ringraziato — spiega l’italocanadese — per aver scritto un pezzo così bello, gli ho detto che lo avevo registrato e che avrei voluto farglielo ascoltare e lui mi ha detto ‘fantastico’. Poi ho aggiunto che avrei voluto aprirci i concerti anche se il pezzo è talmente sexy che alcuni uomini mi potrebbero tirare sul palco le mutande…‘. Importante infine per il cantante l’allegra salsa ‘It had better be tonight (meglio stasera) dove, spiega Buble’, ‘canto ben quattro parole in italiano. Io sono contento ma mio nonno e’ molto arrabbiato perché sono solo quattrò.

guitarman 21-04-2007 11:10

Re: Notizie da Internet
 
QUANDO C'ERA ELVIS...
di Gianluca Marras

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http://erewhon.ticonuno.it/2002/spec...ese_dragon.jpgpotrebbe iniziare così un racconto, ricco di ricordi.


Nell'agosto del 1977 moriva Elvis Presley.


A poco più di un mese dalle celebrazioni in suo onore, abbiamo già dimenticato, o forse attendiamo una nuova occasione per ricordare il Re del Rock'n'Roll.


Finite le celebrazioni, ancora una volta si sono spenti i riflettori su uno dei personaggi più affascinanti della storia della musica e il post anniversario è tutto per i nostalgici, o per coloro che amano le atmosfere più intense.


E allora come non lasciarsi trasportare dalla ricerca di indizi sulla sua morte? Quanti, in fondo, sperano di trovare tante prove che Elvis sia ancora vivo? C'è chi tutti questi indizi li ha messi in rete, e chi invece li ha esposti in un museo tutt'altro che virtuale.


In fondo come non giustificare tanto rumore intorno a colui che ha rivoluzionato la musica?


I più attenti agli aspetti economici, dicono che Elvis, dopo la sua morte, abbia generato un giro d'affari notevolmente superiore a quello di quando era in vita. Intorno al suo personaggio ruota un universo di oggettistica, che spazia dal più classico cartonato a grandezzanaturale (curioso che molti abbiano misure differenti), fino al termometro e al monopoli. Per coloro che della morte di Elvis sono convinti esiste persino l'Elvis Detector, che avvisa se il suo spirito si aggira nei dintorni …ovvio niente scettici!


John Lennon affermò che "prima di Elvis non c'era nulla", e poco importa se al suo primo concorso canoro Elvis arrivò secondo, e importa ancora meno se qualcuno, a distanza di anni, ha fatto diventare Elvis il simbolo dei mali d'America.

Quello che ancora affascina, soprattutto chi di Elvis ha sempre sentito parlare ma era troppo piccolo negli anni '70, sono le storie che parlano di lui. Pochi fogli di carta, siano essi il certificato di nascita, il referto della polizia che intervenne dopo la sua morte, o le pagine scritte a mano da Elvis stesso, divenute poi oggetto di studio per i grafologi, vengono letti con la stessa velocità di un avvincente romanzo giallo.




Quando c'era Elvis...
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Possiamo fare qualche domanda, Elvis?


Cosa pensava Elvis di se stesso? C'è qualcosa che non avrebbe rifatto?


Come si rilassava il re del Rock'n'Roll?


Le risposte direttamente dalla voce di PresleyLe leggende urbane assumono contorni sempre più reali, come quella sulla quarta Harley Davidson esposta a Graceland.


E a cavallo di quella Harley immaginiamo Elvis con indosso uno dei suoi imprevedibili e sgargianti costumi di scena, dimenticandoci che se davvero fosse vivo non li indosserebbe.


La ricerca di qualcosa che ci avvicini a Elvis continua, nella speranza di capire un po' di più il fenomeno Rock'n'Roll.


Lo inseguiamo sui set cinematografici dei suoi film, giudicati forse mediocri da molti, ma la cui colonna sonora era certamente di effetto.


Lo ammiriamo in compagnia di tutte le donne che sono comparse in quelle pellicole, e che qualche fan ha pensato bene di presentarci.


Il palcoscenico era il luogo dove Elvis si esprimeva al meglio, e liberava tutta la sua energia. Chi ha avuto il privilegio di assistere ad un suo spettacolo dal vivo, lo racconta così...
Ma c'è anche un intero sito dedicato ai suoi concerti, con notizie di ogni genere.

E dopo aver sbirciato in ogni angolo della carriera di Elvis, riusciamo solo a immaginare cosa hanno provato le migliaia di persone che avevano acquistato il biglietto per il concerto del 17 agosto a Portland, prima tappa della tournée che non iniziò mai.


Un piccolo viaggio, alla cui conclusione si arriva con un po' di amaro in bocca.


E' realistico pensare che Elvis sia davvero morto, e ci sentiamo in diritto di ascoltare le parole pronunciate dal padre per ringraziare quanti avevano partecipato al dolore della famiglia.


Anche se, in fondo in fondo…





hurt 26-04-2007 01:35

Re: Notizie da Internet
 
fino al 25.IV.2007
Susanne Bürner
Napoli, Supportico Lopez
Un video che indaga sulla periferia dell’evento. Raccontando un artista attraverso la sfrenata passione dei suoi fan. Un modo per farci riflettere su quello che di solito non vediamo: le emozioni degli spettatori…

http://www.exibart.it/foto/51269.jpg pubblicato martedì 24 aprile 2007
Nel piccolo e suggestivo spazio di Supportico Lopez, project space curato da Gigiotto Del Vecchio e Stefania Palumbo, infilato nel cuore di uno dei quartieri più caratteristici e difficili di Napoli, la Sanità, arriva 50.000.000 can’t be wrong, video della giovane artista berlinese Susanne Bürner, realizzato lo scorso anno con il sostegno del Senato di Berlino.
La Bürner, come già nel suo precedente Finistère, esposto a Berlino nel 2005 e alla Tate Modern di Londra in collettiva lo scorso gennaio, torna a lavorare sugli spazi al di fuori dalla cornice principale, sulla “periferia dell’evento”, come suggerisce lo stesso Del Vecchio. Per indagare ciò che, nell’enfasi dell’evento e del suo racconto mediatico, solitamente nessuno nota: le emozioni degli spettatori. Per fare ciò, necessariamente, l’oggetto dell’ammirazione, qui come nel suo lavoro precedente, rimane fuori dall’inquadratura, perché davvero l’attenzione dello spettatore possa spostarsi dal centro alla periferia e concentrarsi su di essa.
In 50.000.000 can’t be wrong l’oggetto della devozione dei fan è un personaggio ben preciso, un artista, la cui identità, però, non è mai apertamente svelata. Che poi si tratti di Elvis Presley può apparire chiaro solo agli occhi più attenti da una serie di indizi disseminati qua e là nel filmato. Ma la Bürner si premura di cancellare dai cartelli e dagli striscioni qualsiasi scritta, trasformandoli in uno stuolo di lenzuoli bianchi. Anche l’ultima inquadratura che si sposta lentamente dal pubblico verso il palco si interrompe prima che possa apparire la figura dell’artista.
Così il video assume una doppia valenza. Oltre a descrivere da vicino le emozioni del pubblico dei fan, diventa un modo per raccontare anche lo stesso artista, attraverso le reazioni da lui suscitate nel suo pubblico.
http://www.exibart.it/foto/51268.jpg
E in effetti è impossibile non pensare alla straordinaria grandezza del personaggio, pur non sapendo di chi si tratta, alla sua capacità magnetica di stregare folle oceaniche di pubblico mentre si osservano, inquadrate in primissimo piano e non di contorno o di sfondo come al solito, le urla, i pianti, il delirio dei fan, in special modo delle donne, la loro assoluta devozione.
Il video, della durata di 6 minuti e 24 secondi, composto da immagini di repertorio in bianco e nero, racconta, in sequenza cronologica, tutta la carriera di Elvis attraverso questo metodo speculare, dagli anni Cinquanta ai Settanta, assumendo così anche la valenza di racconto di un’epoca. Ma, durante la proiezione, si fa presto ad accorgersi che qualcosa stride. L’assedio dei paparazzi, la polizia, la ressa, insieme alla musica incalzante e vagamente inquietante composta da Steven Trafford, contribuiscono a determinare un’atmosfera pesante, che si cala come un velo sullo spettacolo dell’entusiasmo collettivo. Il video, in sostanza, non si limita a raccontare i fatti dal punto di vista degli spettatori, ma ci spinge a svolgere una profonda riflessione sull’origine e la manifestazione delle emozioni e, in fondo, sui complessi meccanismi della mente umana.

andrea nastri
mostra visitata il 20 aprile 2007

hurt 26-04-2007 08:15

Re: Articoli
 
Ho sempre immaginato un duetto come questo, ritenendo che sarebbe stato il TOP dei TOP

Da AGI NEWS

PER CELINE DION UN DUETTO CON ... ELVIS PRESLEY


Celine Dion sara' protagonista di un duetto decisamente eccezionale questa sera nella trasmissione televisiva 'American Idol': grazie all'uso della tecnologia, la cantante di 'My heart will go on' cantera' infatti insieme a Elvis Presley. La Dion cantera' cosi' un grande successo del re del rock'n'roll, 'If I can dream' in una puntata speciale del programma grazie alla quale si raccoglieranno fondi da destinare in beneficenza per i poveri di Africa e America. La Dion si e' detta molto 'eccitata' dall'idea di poter duettare, se pure chiaramente in modo virtuale, con Elvis. (AGI) - Los Angeles, 25 apr. -

guitarman 26-04-2007 08:18

Re: Articoli
 
ke bel modo di fare beneficenza,un duetto da urlo direi!!!!:-brav

françois 26-04-2007 08:22

Re: Articoli
 
Hai capito, la Celine Dione che duetta con Elvis per beneficienza, se ci fosse ancora sarebbe fiero di farlo per beneficienza.

hurt 26-04-2007 08:34

Re: Articoli
 
E pensare che Parke le aveva messo gli occhi adosso per farle da manager:?:?:?:?:?:?

La perdita di Elvis :ang::ang::ang: è servita anche a salvare Celine Dion!!!!!!!!

françois 26-04-2007 08:44

Re: Articoli
 
Questo si infilava dapertutto, pure con la Celin Dion.

Juliemoon 26-04-2007 10:11

Re: Articoli
 
Che duetto!

Bellissimo, peccato nn riuscire a vedere il risultato, mi piacerebbe proprio ascoltarli! :-P

askme 26-04-2007 14:39

Re: Articoli
 
Io ho sempre detto che bisognerebbe ucciderlo di nuovo il (parker).

ROCK 26-04-2007 14:54

Re: Articoli
 
Hurt complimenti per gli articoli, beh direi che sarebbe un duetto sensazionale

Clint Reno 26-04-2007 15:20

Re: Articoli
 
:-\

guitarman 26-04-2007 15:29

Re: Articoli
 
siiiiiiiiiii,gradevolissimo......wow....

ROCK 26-04-2007 15:43

Re: Articoli
 
Cavoli è magnifico, da pelle d' oca:-brav :-brav :-brav :-brav


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