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Ariadne 10-03-2011 08:09

Una giornata a Tupelo
 
Oggi sarà una giornata speciale. Abbiamo deciso di fare un tuffo nel passato, e, come se non bastasse, non nel nostro, ma in quello di un’altra persona. Il taxi ci aspetta davanti all’ingresso dell’hotel e noi ci sentiamo come chi sta per compiere un viaggio dentro al viaggio. Venire a Memphis, infatti, non ci è bastato. Non possiamo cercare di capire la vita di un uomo se non torniamo alle sue radici, alle origini della sua storia. Tupelo, città natale di Elvis, dal punto di vista fisico è abbastanza vicina: basta un’ora e mezza in autostrada per raggiungerla. Idealmente, invece, è lontanissima. Il confine tra Mississippi e Tennessee, a quel tempo, deve aver rappresentato il passaggio tra due mondi, e due destini, profondamente diversi. Noi stiamo per rifare al contrario un cammino che ha cambiato profondamente l’esistenza non solo di una povera famiglia di provincia, ma anche, ci permettiamo di dirlo, dell’umanità intera. Chissà cosa scopriremo. Chissà cosa succederà….

munny 10-03-2011 11:42

Re: Una giornata a Tupelo
 
bene ariadne pronti per un'altro viaggio!! ora il tempo di arrivare e poi ci tufferemo in questo altro bellissimo racconto!

Nella 10-03-2011 11:48

Re: Una giornata a Tupelo
 
Quote:

Ariadne (Messaggio 113865)
Oggi sarà una giornata speciale. Abbiamo deciso di fare un tuffo nel passato, e, come se non bastasse, non nel nostro, ma in quello di un’altra persona. Il taxi ci aspetta davanti all’ingresso dell’hotel e noi ci sentiamo come chi sta per compiere un viaggio dentro al viaggio. Venire a Memphis, infatti, non ci è bastato. Non possiamo cercare di capire la vita di un uomo se non torniamo alle sue radici, alle origini della sua storia. Tupelo, città natale di Elvis, dal punto di vista fisico è abbastanza vicina: basta un’ora e mezza in autostrada per raggiungerla. Idealmente, invece, è lontanissima. Il confine tra Mississippi e Tennessee, a quel tempo, deve aver rappresentato il passaggio tra due mondi, e due destini, profondamente diversi. Noi stiamo per rifare al contrario un cammino che ha cambiato profondamente l’esistenza non solo di una povera famiglia di provincia, ma anche, ci permettiamo di dirlo, dell’umanità intera. Chissà cosa scopriremo. Chissà cosa succederà….

...sono qui in prima fila Ariadne! :-ge

Nella 11-03-2011 17:27

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ciao Ariadne e il tuo racconto? :-xx

:-7x :-4x :-7x :-ge:-rock

Ariadne 11-03-2011 17:52

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ciao Nella, che ti dicevo in un' altra occasione a proposito delle anime "sintonizzate" tra loro? Ancora una volta siamo in sintonia. Tu mi chiedi di proseguire il mio racconto e io ti accontento.....



Guardando fuori dal finestrino non vediamo altro che una fila ininterrotta di boschi. Ogni tanto c’è un cartello che indica la vicinanza di qualche centro abitato e un distributore di benzina. Nient’altro. Abbiamo la possibilità di constatare con i nostri occhi che in certe zone degli Stati Uniti la densità di popolazione è piuttosto scarsa. Il traffico è pressoché assente. Per km e km ci siamo solo noi sulla strada e questo conferisce al viaggio un carattere ancora più surreale. C’è poco a distrarre la nostra attenzione, così ci immergiamo completamente nei nostri pensieri. E facciamo una considerazione: due persone che abitano dall’altra parte del pianeta si trovano su un taxi diretto in una sperduta cittadina del Mississippi solo perché circa 60 anni fa da qui è partito per Memphis un bambino con una valigia piena di sogni. La vita, a volte, unisce le persone per vie completamente inaspettate. Non è troppo difficile immaginare cosa può aver provato quel bambino durante il viaggio. Sicuramente aveva grandi speranze per il futuro, un po’ di paura per le incognite che avrebbe dovuto affrontare, e anche, perché no, qualche rimpianto per il mondo che si lasciava alle spalle. Quello che non riusciamo a mettere a fuoco, invece, è il nostro stato d’animo. Cosa stiamo andando a cercare :-3? Cosa ci aspettiamo di trovare :-3? Forse vogliamo raggiungere il luogo in cui la magia ha avuto inizio per poterne essere messi a parte anche noi. O forse vogliamo semplicemente capire quanti dei sogni di Elvis sono anche i nostri per poterli realizzare, come ha fatto lui….

Ariadne 12-03-2011 16:10

Re: Una giornata a Tupelo
 
La Tupelo di oggi è molto diversa da quella degli anni ’40. Perciò chi viene qui sperando di immergersi nella stessa atmosfera nella quale Elvis è vissuto rimane inevitabilmente deluso. Si possono vedere vecchie foto del paese e si può leggere qualche notizia di carattere storico in una delle tante guide a disposizione dei turisti, ma è impossibile per noi oggi anche solo immaginare l’assoluta povertà in cui erano immersi i piccoli centri della provincia americana nel periodo successivo alla Grande Depressione. In quegli anni, inoltre, negli Stati del Sud, e quindi anche nel Mississippi, era ancora fortemente radicata una realtà che per fortuna la nostra epoca si sta lasciando alle spalle: la segregazione razziale e, di conseguenza, la difficile convivenza tra la comunità bianca e quella di colore. Come è stato vissuto tutto questo da un Elvis bambino? Quale influenza ha avuto l’entroterra economico e culturale di Tupelo su di lui? Difficile dirlo, perché il mondo in cui siamo cresciuti è troppo diverso dal suo. Sappiamo, però, che ad Elvis capitava spesso di frequentare, più o meno di nascosto, il quartiere in cui vivevano i neri e che i canti di questi ultimi nelle assemblee domenicali erano per lui fonte di grande attrazione. Come sappiamo, del resto, che il cantante è sempre rimasto legato in maniera molto forte al suo passato. «La mia mamma ha lavorato come una schiava per tutta la vita perché ci fosse abbastanza da mangiare sulla tavola, e mi diceva sempre: “Tesoro, ricordati le tue origini, la sofferenza e il dolore che abbiamo provato!”. Questo è impresso nella mia anima. Io lo so com’è quando non hai soldi, cibo, vestiti. Mi piace aiutare la gente e questo è il motivo per cui Dio mi ha messo nella posizione in cui mi trovo». :-1:-1

Ariadne 13-03-2011 12:34

Re: Una giornata a Tupelo
 
La Elvis Presley’s Birthplace di Tupelo è un omaggio della città al più illustre dei suoi abitanti. La principale attrazione, ovviamente, è la riproduzione abbastanza fedele della casa in cui egli ha abitato da piccolo insieme ai suoi genitori. Una casa modestissima, come ce ne erano tante all’epoca, composta da due soli ambienti e priva di servizi igienici. L’arredamento che troviamo al suo interno è quello tipico delle abitazioni povere di allora: semplice e prettamente funzionale. Con un bonus aggiunto: due simpatiche vecchiette che assomigliano tantissimo alle giocatrici di bridge di St. Mary Meade amiche di Miss Marple. Sono le custodi della casa, che passano il tempo a sferruzzare e a fare i soliti pettegolezzi di paese. Ti accolgono con un sorriso affabile, ma si dimostrano inflessibili nel divieto di scattare fotografie. Per fortuna, dalla porta di servizio entra un arzillo vecchietto che, con l'aria dispettosa di un monello, ci fa mettere in posa per qualche foto ricordo...:-prr


http://img23.imageshack.us/img23/979...emphis1566.jpg
http://img535.imageshack.us/img535/4...emphis1528.jpg
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Ariadne 14-03-2011 08:29

Re: Una giornata a Tupelo
 
Sedendoci sull’altalena che c’è nel patio, ci sembra di tornare indietro nel tempo. Dondoliamo per un po’ e poi la luce proveniente dalla finestra attira la nostra attenzione. Sbirciamo dentro casa e vediamo un commovente quadretto familiare. Gladys sta piangendo: suo marito è in prigione per aver falsificato un assegno e lei non sa come tirare avanti da sola. Suo figlio di tre anni cerca di consolarla. «Su su piccolina» le dice, accarezzandole affettuosamente la testa. E’ l’inizio di una storia che vedrà Elvis sostituirsi progressivamente alla figura del padre fino a diventare lui, di fatto, il capofamiglia. Sopportando il peso delle responsabilità che aveva deciso di accollarsi grazie alla sua incrollabile fiducia in un futuro migliore. Non è stato forse proprio lui, qualche anno più tardi, a rassicurare Vernon dicendo:«Un giorno le cose andranno diversamente per noi!»?. Quale fosse l’origine di questa intima certezza non è dato sapere. Magari dipendeva dal fatto che sentiva di essere un predestinato. In fondo, era sopravvissuto al fratello gemello e, quando era ancora molto piccolo, la loro casa fu risparmiata da un tornado che spazzò la città di Tupelo, uccidendo più di 200 persone e demolendo la chiesa dall’altra parte della strada. Noi sappiamo che un segno di predestinazione si verificò anche durante il servizio militare: Joe racconta che una notte d’inverno Elvis e il suo sergente si addormentarono nella jeep accesa per scaldarsi con il calore del motore. Sopra la jeep era stato steso un telo, così dopo un po’ cominciarono ad arrivare dei gas di scarico che avrebbero potuto essere letali. Ma fortunatamente un vento improvviso fece volare via il telo salvando la vita dei due soldati.
Sta di fatto che Elvis continuò a coltivare i suoi sogni con una determinazione e una tenacia straordinarie delle quali si accorse anche Sam Phillips quando cominciò a frequentare il cantante. Il discografico, infatti, vide in lui un ragazzo insicuro, ma al tempo stesso estremamente paziente nel perseguire un successo che i suoi coetanei potevano solo sognare; una persona mossa da un’ardente ambizione, anche se incapace di esprimerla a parole. Quanto lontano questa ambizione lo abbia portato tutto il mondo ne è testimone, ma forse non tutti si rendono conto di ciò che egli ha dovuto dare in cambio del suo successo. Fanno riflettere a questo proposito, le parole di Little Richard :«Ha avuto quello che voleva e ha perso quello che aveva». Elvis è sempre stato consapevole di questa verità e non ha mai mancato di mettere in discussione le sue scelte: «Suppongo che la cosa più importante nella vita di una persona sia la felicità. Non cose materiali. Perché puoi avere macchine, puoi avere soldi, puoi avere una casa meravigliosa. Puoi avere tutto. Ma se non sei felice, che cosa hai guadagnato?».
Il momento di fare bilanci, comunque, è ancora lontano. Noi qui ora vediamo soltanto un bambino che sogna ad occhi aperti e siamo felici di accompagnarlo per la strada che ha deciso di intraprendere….


http://img638.imageshack.us/img638/1...emphis1534.jpg
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barbie 14-03-2011 14:50

Re: Una giornata a Tupelo
 
ciao ariadne!!!mi mancavano le tue bellissime foto!!ogni volta me le guardo con le lacrime nel pensare che eri li con lui(elvis)!!nella sua casa!!carina la casa di tupelo,mi piacerebbe abitarci!!!grazie ancora una volta per avermi fatto sognare!!!barbie:-ge:-1:-7x:-4x

Nella 14-03-2011 20:36

Re: Una giornata a Tupelo
 
Quote:

Ariadne (Messaggio 113891)
La Elvis Presley’s Birthplace di Tupelo è un omaggio della città al più illustre dei suoi abitanti. La principale attrazione, ovviamente, è la riproduzione abbastanza fedele della casa in cui egli ha abitato da piccolo insieme ai suoi genitori. Una casa modestissima, come ce ne erano tante all’epoca, composta da due soli ambienti e priva di servizi igienici. L’arredamento che troviamo al suo interno è quello tipico delle abitazioni povere di allora: semplice e prettamente funzionale. Con un bonus aggiunto: due simpatiche vecchiette che assomigliano tantissimo alle giocatrici di bridge di St. Mary Meade amiche di Miss Marple. Sono le custodi della casa, che passano il tempo a sferruzzare e a fare i soliti pettegolezzi di paese. Ti accolgono con un sorriso affabile, ma si dimostrano inflessibili nel divieto di scattare fotografie. Per fortuna, dalla porta di servizio entra un arzillo vecchietto che, con l'aria dispettosa di un monello, ci fa mettere in posa per qualche foto ricordo...:-prr


http://img23.imageshack.us/img23/979...emphis1566.jpg
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...finalmente sono riuscita, grazie a te Ariadne, a sapere che questa casetta è una replica e anche tutto quello che c'è dentro, ho visto parecchie fotografie del arredamento, quindi non imaginavo che era vietato scattarle.
Il tuo racconto è bellissimo come tutti tuoi racconti, commovente e minuziosamente descriptivo, una combinazione perfetta per che la idea ci arrivi come se anche noi stessi saremo stati li! :-1:-1:-1:-4x

Ariadne 15-03-2011 10:33

Re: Una giornata a Tupelo
 
Nella piazzetta dedicata ad Elvis c’è una fontana in cui sono indicati, anno per anno, alcuni dei momenti più significativi della sua esistenza terrena. C’è ovviamente il riferimento al suo matrimonio, alla nascita della figlia e ai suoi successi come cantante. Tutte cose fondamentali, ma a nostro avviso un po’ scontate. La vita di un uomo non si può spiegare limitandosi a citare gli avvenimenti esteriori che l’hanno caratterizzata. E’ come se di un medico si dicesse solo: «Si è laureato a…Ha esercitato nell’ospedale di…..Ha ricevuto questo riconoscimento….E’ andato in pensione il….». No, troppo riduttivo. Se lui stesso potesse raccontarci la sua storia, sceglierebbe altre cose da dire, come per esempio: «Ho sentito di avere questa vocazione quando…Il primo paziente che ho curato era….Il giorno che abbiamo avuto quell’emergenza…Dover dire al mio amico che aveva contratto…». Insomma, ricorderebbe le cose che hanno caratterizzato giorno dopo giorno la sua professione e per le quali davvero egli può dire di essere un dottore. Per Elvis, e per ciascuno di noi, vale lo stesso discorso. Chi per descrivere se stesso userebbe frasi come: «Ho frequentato questa scuola….ho abitato a…..Ho lavorato in un….»? Questo è un curriculum, una presentazione. Ma noi non siamo queste cose, solamente queste cose, per fortuna….Cos’è che veramente ci ha reso la persona che siamo? Cosa di tutto quello che abbiamo vissuto è rimasto scolpito nel nostro cuore? Cosa ci ha spinto a fare quello che abbiamo fatto? Cosa ci interessa veramente e cosa non smetteremo mai di cercare?
Di Elvis sappiamo tutto, e in fondo, niente. Sappiamo che ha avuto decine, o forse centinaia, di donne, ma non sappiamo quando ha dato il primo bacio, o quando ha fatto l’amore per la prima volta. Sappiamo che aveva paura di rimanere da solo con se stesso, ma non sappiamo il perché. Sappiamo che ha avuto tutto quello che poteva desiderare, ma non sappiamo in che misura ne ha goduto veramente. Sappiamo che erano in molti a stimarlo, ma non sappiamo se lui è riuscito mai a sentirsi pienamente soddisfatto di se stesso. Sappiamo che erano in molti ad amarlo , ma non sappiamo se lui si è sentito mai veramente amato come ne aveva bisogno.
Se avesse potuto scegliere lui cosa scrivere sui tasselli di questa fontana, noi oggi cosa vi leggeremmo? Non smetteremo mai di domandarcelo…..


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Ariadne 16-03-2011 09:25

Re: Una giornata a Tupelo
 
Più avanti nella Elvis Presley Birthplace c'è una chiesetta che a quanto pare è quella originale frequentata da Elvis e dai suoi genitori quando vivevano a Tupelo. Al suo interno è possibile vedere due video. In uno si racconta della passione che il cantante aveva fin da piccolissimo per il gospel :-7x e nell'altro si vedono le varie fasi del trasloco della chiesa dal luogo in cui si trovava originariamente fino alla Birthplace e del suo successivo resturo. L'ambiente è piccolissimo e rimanda davvero ad un'atmosfera d'altri tempi!


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Ariadne 17-03-2011 10:53

Re: Una giornata a Tupelo
 
Vicino la vecchia chiesetta c’è una cappella costruita dopo la morte di Elvis con le donazioni di amici e fan. In essa avrebbe dovuto essere conservata una Bibbia del cantante gentilmente donata da Vernon alla città di Tupelo, ma noi non l’abbiamo trovata. Al suo posto, sul leggio, c’è sì una copia del testo sacro, ma una copia del tutto anonima e la cosa ci è dispiaciuta parecchio. Purtroppo, non siamo riusciti a capire perché quanto pubblicizzato sulle guide non corrispondesse a realtà.
Seduti su uno dei banchi di fronte alle vetrate istoriate abbiamo pensato a tante cose. Cose relative alla religiosità di Elvis. La nostra non è stata una riflessione sistematica, ci siamo limitati a mettere a fuoco dei ricordi. C’è tornato in mente, per esempio, ciò che egli ha dichiarato in un’intervista rilasciata agli inizi della sua carriera:«Credo che tutto ciò che c’è di buono a questo mondo venga da Dio… Non credo che potrei cantare in questo modo se Dio non l’avesse voluto. Canto per volere di Dio, non per il mio». E questo comportava degli obblighi, come confessò agli amici: doveva comportarsi bene, altrimenti Dio si sarebbe ripreso tutto. Quindi la nostra mente si è soffermata sugli anni ’60, quando il cantante sentì il bisogno di prendere le distanze dalla sua vita da star, abbandonando passatempi e divertimenti mondani per dedicarsi alla filosofia e alla meditazione. Ai suoi amici leggeva spesso la Bibbia, di cui conosceva molti passi a memoria, e passava gran parte del suo tempo a confrontare sistemi religiosi e spiritualità diverse, in una ricerca personale che lo portasse a scoprire il vero volto di Dio. Infine, abbiamo pensato agli ultimi anni della sua vita, quando Elvis, prostrato, si rivolgeva a Dio per chiedere forza e a Lui lanciava appelli accorati:«Aiutami Signore a superare tutto questo. Sono così stanco di tutto ciò. Credo che vorrei dormire per sempre….Fammi vedere una strada per uscire da questi problemi…». Tutti questi voli pindarici, non hanno fatto altro che confermare in noi una certezza. Il rapporto di Elvis con Dio era tutt’altro che sereno: il cantante era troppo poco introspettivo per speculazioni di carattere metafisico che gli fornissero certezze assolute. Ma era un rapporto sincero, che forse trovava la sua piena realizzazione solo nella musica. Il coinvolgimento di Elvis durante l’esecuzione di brani gospel colpisce profondamente: mentre canta egli sembra riuscire a trovare l’Onnipotente e a comunicare con Lui. Ed è una grande lezione per tutti, non solo di umiltà ma anche di fede, quella che un giorno, durante un concerto, Elvis ha dato. A delle donne che urlavano “Elvis tu sei il re!”, egli, serio, ha risposto:«No, l’unico re è Gesù Cristo».


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Ariadne 18-03-2011 08:20

Re: Una giornata a Tupelo
 
Non poteva mancare nella Birthplace un piccolo museo con annesso negozio di souvenir. La prima parte della mostra è dedicata alla Tupelo degli anni 30-50. Sono esposti plastici che mostrano le case di allora, monete e banconote circolanti all'epoca, i giochi tipici dei bambini e altri oggetti in uso a quel tempo. Con una punta di orgoglio, possiamo dire di aver avuto durante questa visita una guida d'eccezione. Mentre gesticolava facendosi prendere dall'enfasi del racconto, incespicando nelle parole ogni tanto, Elvis stesso ci ha mostrato la sua vita a Tupelo e ci ha indicato i suoi affetti nelle vecchie foto sbiadite appese qua e là. Con una punta di comprensibile commozione.


«Sono stato allevato in una modesta ma graziosa casetta e questo è tutto.....Mia madre mi ha sempre insegnato come comportarmi, ad avere buone maniere........a lavorare duramente, a non arrendermi mai, e a farmi da solo.....Mi portava a tutte le riunioni in chiesa ogni domenica per essere sicura che non facessi mai qualcosa di sbagliato».

«Mio padre non ha mai guadagnato molto denaro, ma io non ricordo di aver mai desiderato qualcosa che lui non abbia cercato di procurare per me».

«Noi siamo stati sempre felici finchè siamo stati insieme».

«Non provo vergogna per le mie origini».


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Ariadne 19-03-2011 08:13

Re: Una giornata a Tupelo
 
«Portavo gli occhiali, non avevo accompagnamento musicale, però vinsi, mi pare che arrivai al quinto posto. Lo stesso giorno le presi, mia madre me le diede per qualcosa-non mi ricordo, forse una stupidaggine che aveva a che fare con le giostre. Quello annientò del tutto il mio ego». E’ così che in un’ intervista del 1972 Elvis ha liquidato la sua partecipazione, nel lontano 1945, il 3 Ottobre per la precisione, al Concorso per bambini indetto all’interno della Mississippi-Alabama-Fair and Dairy Show che si teneva al centro di Tupelo. Ma noi conosciamo i suoi giochetti e non ci caschiamo più. Il cantante riusciva sempre a distogliere l’attenzione dei suoi ascoltatori da alcuni fatti particolari della sua vita per non tradire i suoi veri sentimenti in proposito. Era un modo per proteggere la sua intimità. Quando tornò a fare concerti dal vivo nel 1969, parlando degli inizi della sua carriera raccontò spesso ai giornalisti di essere stato richiamato da Sam Philips alla Sun circa un anno dopo che era stato sentito per la prima volta, glissandoci sopra come se fosse stato un evento del tutto casuale. Se qualcuno avesse fatto caso al lampo che gli attraversava lo sguardo mentre parlava, però, si sarebbe accorto che esso tradiva un’altra versione della storia. Elvis era palesemente orgoglioso del fatto che la sua perseveranza era stata premiata, che aveva dovuto aspettare tanto, ma ce l’aveva fatta: alla fine lo avevano richiamato. Non ci resta difficile credere che anche il bambino magro ed imbronciato che appare sulle foto scattate quel giorno alla fiera fosse pieno di orgoglio per la sua esibizione. Vincendo la sua timidezza, si è presentato sul palco davanti a tutte quelle persone, è salito su una sedia per poter arrivare al microfono e ha cantato “Old shep”, un successo di R. Foley, facendo finta di suonare la chitarra che non aveva. Magari alla fine ha anche fatto un inchino per ringraziare degli applausi e mentre nessuno lo vedeva, ne siamo convinti, gli è scappato un piccolo sorriso. Lo stesso che gli abbiamo visto stampato mille volte sul viso dopo aver assaporato la gigantesca ondata di affetto proveniente dai suoi fan. Tutti sono lì solo per lui, tutti urlano il suo nome, tutti vogliono sentirlo cantare, tutti impazziscono quando appare: Elvis Presley è il padrone del mondo. Egli stesso, in un’occasione, ha confessato: «E’dura andare in tournée, ma sono felice solo due volte al giorno: quando salgo sul palco».


Scusate per le foto sfuocate, ma non siamo proprio riusciti a fare di meglio in quest'occasione...

http://img96.imageshack.us/img96/376...emphis1497.jpg
http://img21.imageshack.us/img21/864...emphis1494.jpg
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Ariadne 20-03-2011 14:13

Re: Una giornata a Tupelo
 
Continuando a visitare il museo ad un certo punto ci si imbatte in una serie di omaggi ad Elvis di origine varia. Eccone alcuni esempi.....:-pp:-pp


http://img233.imageshack.us/img233/9...emphis1515.jpg
http://img202.imageshack.us/img202/6...emphis1505.jpg
http://img848.imageshack.us/img848/6...emphis1506.jpg
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Ariadne 21-03-2011 07:40

Re: Una giornata a Tupelo
 
Buongiorno e buna settimana a tutti!!

Quelle che invio oggi sono foto relative alla parte del museo di Tupelo dedicata agli abiti di Elvis. Spero di fare la gioia di BARBIE......

Mentre le scattevamo, Elvis in persona ci parlava dell'evoluzione del suo look nel tempo, a partire dal suo traferimento a Memphis: «Non ero nessuno, un piccolo ragazzo di paese in una grande città, senza un soldo in tasca, non troppo bravo a scuola, timido per natura...e gli altri ragazzi portavano capelli corti da militare. Io cercavo un look più da grande, volevo essere diverso. Per far questo portavo i miei capelli (lunghi), la maglia nera e i pantaloni. Non pensate che non sia stato preso in giro dai miei amici. In silenzio, ho sopportato. Suppongo di aver sempre saputo che se vuoi spiccare in mezzo alla folla devi essere diverso».



http://img820.imageshack.us/img820/2...emphis1520.jpg
http://img141.imageshack.us/img141/3...emphis1503.jpg
http://img23.imageshack.us/img23/244...emphis1504.jpg
http://img219.imageshack.us/img219/2...emphis1516.jpg
http://img829.imageshack.us/img829/8...emphis1517.jpg
http://img855.imageshack.us/img855/2...emphis1518.jpg
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barbie 21-03-2011 14:31

Re: Una giornata a Tupelo
 
ciao ariadne!!grazie ancora una volta!!bellissimi i vestiti di elvis,in particolare quello nero con gli strass!che look che aveva elvis!!grazie ancora!!un abbraccio ate e a tutti!!!:-ge:-1:-7x:-4x

Nella 21-03-2011 17:31

Re: Una giornata a Tupelo
 
Quote:

Ariadne (Messaggio 113951)
Buongiorno e buna settimana a tutti!!

Quelle che invio oggi sono foto relative alla parte del museo di Tupelo dedicata agli abiti di Elvis. Spero di fare la gioia di BARBIE......

Mentre le scattevamo, Elvis in persona ci parlava dell'evoluzione del suo look nel tempo, a partire dal suo traferimento a Memphis: «Non ero nessuno, un piccolo ragazzo di paese in una grande città, senza un soldo in tasca, non troppo bravo a scuola, timido per natura...e gli altri ragazzi portavano capelli corti da militare. Io cercavo un look più da grande, volevo essere diverso. Per far questo portavo i miei capelli (lunghi), la maglia nera e i pantaloni. Non pensate che non sia stato preso in giro dai miei amici. In silenzio, ho sopportato. Suppongo di aver sempre saputo che se vuoi spiccare in mezzo alla folla devi essere diverso».



http://img820.imageshack.us/img820/2...emphis1520.jpg
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http://img864.imageshack.us/img864/8...emphis1519.jpg

«Non ero nessuno, un piccolo ragazzo di paese in una grande città, senza un soldo in tasca, non troppo bravo a scuola, timido per natura...e gli altri ragazzi portavano capelli corti da militare. Io cercavo un look più da grande, volevo essere diverso. Per far questo portavo i miei capelli (lunghi), la maglia nera e i pantaloni. Non pensate che non sia stato preso in giro dai miei amici. In silenzio, ho sopportato. Suppongo di aver sempre saputo che se vuoi spiccare in mezzo alla folla devi essere diverso».
GENIALE!!! :-1 :-1 :-1 :-4x

Ariadne 22-03-2011 07:49

Re: Una giornata a Tupelo
 
L’ultima area del museo è dedicata ai ricordi personali di Janelle McComb, amica della famiglia Presley e autrice della poesia che Elvis regalò a Lisa Marie per il suo terzo compleanno. Secondo il racconto della stessa Janelle, il cantante rimase così colpito dalla composizione da bagnare con le proprie lacrime lo scritto. Provando ad asciugarlo, la macchia d’inchiostro si allargò ancora di più e così si scusò con lei:«Mrs. McComb, temo di aver rovinato il suo lavoro». Ma la poetessa rispose:«No, tutt’altro:queste lacrime un giorno avranno un grande valore!». Sicuramente lo hanno per Lisa. Non possiamo fare a meno di pensare a ciò che Priscilla ha confessato di aver provato quando scoprì di essere incinta: rimase delusa, perché vedeva la gravidanza come un ostacolo alla realizzazione dei loro sogni. «In quelle condizioni, sapevo che tutti i progetti di viaggio avrebbero dovuto essere rimandati……Io volevo veramente passare almeno un anno da sola con Elvis senza responsabilità né obblighi». Per questo prima di sposarsi aveva pensato di prendere la pillola, ma il futuro marito si era opposto categoricamente alla cosa. Quando annunciò ad Elvis di essere in stato interessante, pensò che in lui affiorasse la sua stessa confusione, «invece rimase estasiato….e sentì immediatamente il bisogno di dirlo a tutti». Per sua stessa ammissione, la donna valutò la possibilità di abortire abbandonando però, alla fine, tale proposito. Elvis «non fece nessun commento, solo un sorriso di approvazione; mi teneva stretta tra le sue braccia mentre piangevo». La notizia del lieto evento divenne presto di pubblico dominio. «Questa è la cosa più importante che mi sia capitata» annunciò Elvis ai giornalisti, vincendo una volta tanto il suo naturale riserbo. «Quando Priscilla mi ha dato la notizia in un primo momento non riuscivo neppure a muovermi. Poi ho cominciato a capire che quello era il vero significato del matrimonio». Dette da un uomo che si è sempre mostrato recalcitrante all’idea di sposarsi e che sette mesi dopo le nozze ha proposto alla moglie incinta di vivere separati per un po’ allo scopo di fare chiarezza nei loro sentimenti, queste parole sono particolarmente illuminanti. E rimandano alla disperazione che il cantante ha provato una volta venuto a sapere che, dopo l’effettiva separazione da Priscilla avvenuta agli inizi degli anni ’70, la sua ex moglie era andata a vivere con il suo amante. Non riusciva proprio a darsi pace. Mike Stone era alla base di tutti i suoi problemi e ora stava cercando di prendergli anche la figlia. Era stato lui, infatti, a convincere Priscilla a limitare le visite di Lisa al padre, con la scusa che Las Vegas non fosse un ambiente adatto per una bambina di 5 anni. E questo Elvis non poteva proprio perdonarglielo. Forse Stone aveva ragione, obiettò Red una volta, ma il cantante gli si rivoltò contro. Possibile che nessuno capiva? Come poteva lui accettare che la piccola Lisa dormisse nello stesso letto con la madre e il suo nuovo compagno? Sebbene nel corso degli anni le abitudini di vita di Elvis e le sue condizioni di salute gli abbiano impedito di assumersi pienamente le sue responsabilità di padre (sembra che Lisa durante i suoi soggiorni a Graceland rimanesse per delle ore seduta sulle scale ad aspettare che Elvis si svegliasse per passare un po’ di tempo con lui), il rapporto con sua figlia non ha mai smesso di essere magico. «Erano estatici insieme», ha rivelato Jerry Schilling. E anche se Priscilla ha sempre rimproverato al suo ex marito di limitarsi a viziare Lisa con concessioni e regali, mentre a lei era riservato il compito ingrato di imporre regole e divieti (insomma a quanto pare spetta unicamente a lei il merito di aver educato), noi sappiamo che questo è vero solo in parte. Elvis ha lasciato molto in eredità a sua figlia semplicemente attraverso la sua testimonianza di vita. E Lisa, ce lo auguriamo di cuore, non dimenticherà mai le parole pronunciate da suo padre durante un’intervista del 1962. Al giornalista che gli chiedeva quale lezione avrebbe impartito a suo figlio qualora ne avesse avuto uno, Elvis rispose:«Credo che per me la cosa principale sarebbe trasmettergli il rispetto per i sentimenti altrui… qualsiasi cosa che gli impedisca di indurirsi dentro….(che possa) fare di te un essere umano migliore». :-1:-1:-1


http://img15.imageshack.us/img15/471...emphis1527.jpg
http://img543.imageshack.us/img543/3...emphis1522.jpg
http://img16.imageshack.us/img16/649...emphis1524.jpg


Paradise 22-03-2011 12:04

Re: Una giornata a Tupelo
 
Cara Ariadne,
i miei complimenti per quello che scrivi e come lo scrivi non sono mai abbastanza!!!!!
Le tue parole sono gli specchi che riflettono una vita, quella di Elvis,che se pur nota, non finisce mai di ammaliarci; le stesse, ci manifestano chiaramente la grande passione che hai per lui.
Credimi, a volte non servono le immagini; cominciando a leggere i tuoi scritti è come se aprissimo un sipario di velluto rosso….ed ecco il “film” comincia…. E non mancano certo le sensazioni forti. Tutte,senza vergogna. Per cui di dico : Grazie!
Un caro saluto,Paradise.

Ariadne 23-03-2011 08:00

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ci avviamo ormai alla conclusione della nostra visita. L’unica cosa che ci rimane da fotografare è la chiave della città a forma di chitarra che il 3 Settembre del 1956 venne offerta ad Elvis durante il suo ritorno trionfale a Tupelo. Ma ecco che arriva un guardiano e ci proibisce lo scatto. All’inizio crediamo di aver capito male: forse intendeva dire “no flash”. E invece no, il suo era proprio un “no foto”. Lo stesso divieto incontrato all’interno della casetta!! MAH!! Il nostro inglese è troppo scarso per metterci a chiedere spiegazioni, anche perché non ci interessa più di tanto: ormai le nostre fotografie le abbiamo scattate. Peccato solo per la chiave! La fissiamo per un po’ e così ci appaiono davanti agli occhi le immagini di quel giorno straordinario, così importante per la famiglia Presley. Il sogno si era realizzato: il denaro era arrivato e insieme ad esso anche la fama, il successo. Non potevano chiedere di più al destino. Gladys, in verità, appare un po’ in imbarazzo, mentre Vernon è al settimo cielo. Elvis scherza a proposito del fatto che per la prima volta non dovrà trovare un modo per entrare alla fiera senza pagare. Si è persa la spettacolare parata in suo onore, ma riesce a godersi pienamente gli omaggi, gli applausi e le urla. «Cosa provi riguardo a tutto questo immenso rispetto, tornare a casa dopo tutti questi anno e vedere che tutti escono (per la strada) e vengono a vederti? Gli chiede un giornalista e lui confessa:«E’ una sensazione stupenda. Una cosa che volevo da molto». I concerti che fece furono incredibili. La cosa che colpisce di più è l’enormità della folla presente e l’isteria collettiva. Elvis sembra quasi un puntino che a malapena si scorge in mezzo ad un mare di gente in delirio. Che effetto possono fare su un essere umano esperienze come questa? Come riescono a cambiargli la vita? Certi pensieri ci lasciano sopraffatti :-2. Abbiamo bisogno di sederci e approfittiamo del primo appoggio disponibile. Ripercorriamo mentalmente tutto il tragitto fatto finora all’interno del museo e poi la nostra mente va oltre, molto più lontano…Dove, direte voi. Bè, ecco……..

Ariadne 23-03-2011 20:30

Re: Una giornata a Tupelo
 
PERDONO A TUTTI!! :-xx
La data del ritorno di Elvis a Tupelo è stata scritta male. la data giusta è il 26 Settembre, come del resto tutti saprete.
Alla prossima....

Ariadne 24-03-2011 07:33

Re: Una giornata a Tupelo
 
Riguardo alla capacità di Elvis di incantare e trascinare le folle tutti sanno che, soprattutto negli anni cinquanta, il suo nome bastava a mobilitare un numero impressionante di persone e a dar vita a manifestazioni di delirio di massa. Significativa è la testimonianza di DJ Fontana a proposito del concerto a Dallas dell’11 ottobre del 1956. Non appena Elvis apparve, salutando la folla dal sedile posteriore mentre faceva il giro del campo da football su una cadillac decappottabile, si alzò un acuto, assordante lamento simile ad una scossa di terremoto, mentre tutt’intorno risuonavano grida di estasi che non accennavano a spegnersi. «Sembrava di essere in guerra laggiù» ricordò in seguito il batterista. «Fu quello che mi fece pensare: stavamo facendo il giro del campo sul sedile posteriore della Cadillac e l’unica cosa che vediamo sono migliaia di flash. Pensavo tra me: ”Mai fatto questo, ragazzo?”. Salii sul palco, mi guardai attorno e pensai: ”Questo ragazzo attira più gente dei giocatori di football. Un uomo solo e questo posto è pieno di gente”». Dopo la lunga assenza legata alla naia in Germania, le cose non erano affatto cambiate. Il tragitto in treno fino a Miami per registrare lo show televisivo con Frank Sinatra, nel Marzo del 1960, fu per Scotty Moore semplicemente incredibile.«Le uniche cose a cui posso associarlo», disse, «sono le letture sul rientro a Springfield della bara di Lincoln o i filmini su Roosvelt quando trasportarono la sua salma fuori dalla Georgia. Ad ogni villaggio e a ogni stazione, non potete immaginare, c’erano file interminabili di persone. Pur sapendo che il Colonnello aveva messo le mani avanti, avvertendo dovunque del loro arrivo, fu comunque una cosa da brividi, per tutta la durata del percorso». Se si fa un balzo nel tempo e si pensa al lungo e impressionante corteo di gente che accompagnò la salma del cantante nel suo tragitto verso il cimitero di Forrest Hills a Memphis il 18 Agosto 1977, si può capire come negli anni il fascino esercitato da Elvis sui suoi fan non sia mai venuto meno, nonostante lo scandalo legato al consumo di droghe.
Delle ragioni del carisma di Elvis abbiamo già parlato in altre occasioni in questo forum, perciò non ci ripetiamo. Ci teniamo, invece, a ricordare le parole di Joe Esposito:«Per la maggior parte era un uomo davvero umile. Ma era pienamente consapevole di quel suo dono unico e ha trascorso gran parte della sua vita cercando i regni della spiritualità per capire perché era stato scelto per essere “Elvis Presley”. Per tutta la vita si è chiesto: “Perché io?”». Insomma Elvis, in mezzo ad un mare di inganni e di apparenze, sentiva di avere uno scopo nella vita, una missione che gli era stata affidata e che, se ci pensiamo bene, lui cercò di portare a termine in vari modi. Condividendo le ricchezze che aveva ottenuto con gli altri, in particolare con i più bisognosi, per esempio, oppure regalando un po’ di spensieratezza alla gente attraverso le sue esibizioni. Ma, soprattutto, cercando di infondere negli animi delle persone l’amore per Dio attraverso la musica gospel. Se teniamo presente tutte queste cose, il contrasto tra la grandezza del mito e la fragilità dell’uomo in lui non stupisce più. In fondo, è il contrasto presente in tutti noi, tra la grandezza di ciò che siamo chiamati a realizzare come figli di Dio e le nostre piccole e grandi paure di esseri umani. L’importante è non lasciarsi travolgere dagli eventi, rimanendo sempre padroni di noi stessi e della nostra vita. Senza dimenticare mai qual è il motivo per cui siamo al mondo. Una sfida che nonostante tutto ha vinto anche Elvis, ed è per questo che può essere considerato un grande uomo, non soltanto per il successo e la fama che ha raggiunto. Uscendo dal museo non abbiamo più dubbi: la persona che stiamo inseguendo (per poterla conoscere veramente) è sempre stata incompresa dai più e ingiustamente sottovalutata!!!!

Ariadne 25-03-2011 07:45

Re: Una giornata a Tupelo
 
Nel locale adiacente al museo c'è il negozio di souvenirs. Per uscire fuori si deve passare per la biglietteria. Decidiamo di lasciare la nostra firma sul registro delle visite e notiamo che da un pò di mesi gli unici italiani ad essere passati da queste parti siamo noi. Seppure ce ne sono stati altri, non hanno lasciato traccia del loro passaggio. In mezzo a gente proveniente da ogni parte del globo (penisola scandinava, Giappone, Australia...) siamo fieri di scrivere a caratteri cubitali ITALIA, e poi lasciamo la Birthplace per andare a mangiare un boccone, perchè nel frattempo è arrivata ora di pranzo. Abbiamo la fortuna di entrare nello stesso fast food dove sembra andasse sempre anche Elvis durante le fugaci visite a Tupelo con gli amici o le fidanzate. Nel locale c'è anche una foto che lo ritrae seduto proprio nel posto dove fanno sedere anche noi (è un privilegio riservato a tutti i fan di Elvis che arrivano a Tupelo!!!!).
Il cibo non è granchè, ma il locale è folcloristico.

:-rock:-rock:-rock

http://img28.imageshack.us/img28/417...emphis1573.jpg
http://img816.imageshack.us/img816/1...emphis1567.jpg
http://img806.imageshack.us/img806/4...emphis1568.jpg
http://img14.imageshack.us/img14/126...emphis1569.jpg
http://img291.imageshack.us/img291/8...emphis1570.jpg
http://img853.imageshack.us/img853/3...emphis1572.jpg

Ariadne 25-03-2011 19:00

Re: Una giornata a Tupelo
 
Dopopranzo abbiamo fatto un breve giro della città in auto, fermandoci davanti al negozio in cui Elvis ha acquistato la sua prima chitarra e davanti alle scuole da lui frequentate, che oggi ovviamente sono molto diverse da allora. A questo proposito, confrontando le mie foto con quelle postate da Lisa ho notato un'incongruenza. Noi non abbiamo visto la scuola che, invece, lei indica come quella frequentata da Elvis. Purtroppo, non sappiamo come risolvere il mistero :-3. La nostra guida a Tupelo ci ha chiaramente detto che quelle che abbiamo fotografato noi erano la scuola elementare e la scuola media in cui ha studiato Elvis, ma di più non sappiamo :-3:-3.
Se per caso a Lisa capita di leggere questo post le lancio un messaggio:
AIUTACI A CHIARIRE LA FACCENDA PER FAVORE!!!!! GRAZIE!!!


http://img263.imageshack.us/img263/5297/img2154w.jpg
http://img715.imageshack.us/img715/7563/img2136nt.jpg
http://img863.imageshack.us/img863/4916/img2146w.jpg
http://img13.imageshack.us/img13/8974/img2149c.jpg

Ariadne 26-03-2011 07:25

Re: Una giornata a Tupelo
 
Il tempo fugge, diceva Cicerone e aveva ragione. Ci sono altre cose da vedere a Tupelo, ma ormai un’idea della città ce la siamo fatta, perciò decidiamo di dedicare il poco tempo che ancora abbiamo a disposizione alla visita del museo delle automobili, con la sua straordinaria collezione di auto d’epoca. Prima, però, facciamo un salto in quello che probabilmente è l’ente del turismo per la città di Tupelo, dove ci fanno vedere un video incentrato sulla storia della città, sulle caratteristiche del territorio e, ovviamente, sulle tracce della presenza di Elvis a Tupelo. Le pareti sono tappezzate di vecchie foto, con annesse didascalie, che attirano a lungo l’attenzione di mio marito. Seduta in un angolo per riposare un po’, non posso non buttare ripetutamente lo sguardo sulla jumpsuit di Elvis che è conservata nella teca che ho di fronte. Che poi è una delle jumpsuits da lui usate durante le riprese del “That’s the way it is”. Ad un certo punto, qualcuno mi scuote energicamente e io sembro tornare da un altro mondo. «Sbrigati, hanno cominciato a far entrare, dobbiamo metterci in fila». E’ la mia amica che parla. E’ una fan sfegatata di Elvis e quando le ho chiesto di accompagnarmi a Las Vegas è letteralmente impazzita. «Vedremo uno dei suoi favolosi concerti, ti rendi conto :-1x? Tutti ne parlano e dicono che sono strepitosi. Non smetterò mai di ringraziarti per questa straordinaria possibilità». Già, tutto è successo perché il giornale per cui lavoro, un periodico di attualità e cultura, ha deciso che non poteva non pubblicare un articolo su quello che è stato definito l’evento dell’anno, cioè il ritorno di Elvis sul palco. Le sue esibizioni live mancavano da tempo e sembra che riscuotano il consenso incondizionato di pubblico e di critica. Facendo ogni volta il tutto esaurito. Il mio direttore è stato chiaro al riguardo:«Voglio che tu sia presente ad uno dei suoi spettacoli e riferisca ai nostri lettori l’atmosfera che vi si respira. Se poi ci scappa qualche scoop, ancora meglio. Qualsiasi cosa possa far aumentare le vendite. Mi raccomando, tieni gli occhi ben aperti». Lui sa come mi piace lavorare, perciò niente posto riservato per la stampa. Mi mette in mano due biglietti qualsiasi: da una posizione anonima avrò maggiore libertà di osservazione. E così eccomi qua con la mia amica, che non sta più nella pelle all’idea che tra poco vedrà il suo idolo in carne e ossa :-2x:-2x. Come tutti quelli che mi circondano, del resto. L’atrio dell’International Hotel è strapieno di gente e l’elettricità è nell’aria. La tensione si può quasi tagliare con il coltello. Le porte si aprono e l’impressionante fiume umano si riversa in quella che è stata definita la sala spettacoli più grande del mondo. Cosa ci aspetta?


http://img831.imageshack.us/img831/4...emphis1581.jpg
http://img541.imageshack.us/img541/2...emphis1580.jpg


Lisa 26-03-2011 12:25

Re: Una giornata a Tupelo
 
Quote:

Ariadne (Messaggio 113974)
Dopopranzo abbiamo fatto un breve giro della città in auto, fermandoci davanti al negozio in cui Elvis ha acquistato la sua prima chitarra e davanti alle scuole da lui frequentate, che oggi ovviamente sono molto diverse da allora. A questo proposito, confrontando le mie foto con quelle postate da Lisa ho notato un'incongruenza. Noi non abbiamo visto la scuola che, invece, lei indica come quella frequentata da Elvis. Purtroppo, non sappiamo come risolvere il mistero :-3. La nostra guida a Tupelo ci ha chiaramente detto che quelle che abbiamo fotografato noi erano la scuola elementare e la scuola media in cui ha studiato Elvis, ma di più non sappiamo :-3:-3.
Se per caso a Lisa capita di leggere questo post le lancio un messaggio:
AIUTACI A CHIARIRE LA FACCENDA PER FAVORE!!!!! GRAZIE!!!


http://img263.imageshack.us/img263/5297/img2154w.jpg
http://img715.imageshack.us/img715/7563/img2136nt.jpg
http://img863.imageshack.us/img863/4916/img2146w.jpg
http://img13.imageshack.us/img13/8974/img2149c.jpg

Ariadne, per capire di cosa stai parlando, mi dovresti indicare il messaggio in cui ho postato queste foto della scuola... :-3
Se ho postato qualche foto, era sicuramente della Humes High School di Memphis ...Non mi sembra di aver postato altro relativo alle scuole frequentate da Elvis...

LISA

Ariadne 26-03-2011 14:17

Re: Una giornata a Tupelo
 
Queste sono le immagini da te postate nel capitolo "Tupelo", tra i reportage sui luoghi USA legati ad Elvis.
Come puoi vedere da te questa scuola è diversa da quelle che ho fotografato io.

LA SCUOLA

IERI



http://img6.imageshack.us/img6/8184/tupeloschool.jpg http://img684.imageshack.us/img684/6...highschool.jpg


OGGI


http://img231.imageshack.us/img231/4923/file4569.jpg

Lisa 26-03-2011 15:34

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ariadne, non ho postato io quelle immagini: il post relativo alla scuola è stato fatto da un'altra persona e non so dirti quali siano state le fonti che ha usato.
Mi spiace non poterti aiutare nel risolvere l'enigma...
Farò cmq alcuni controlli e ti farò sapere, se trovo qualcosa...:-pp

LISA

Ariadne 26-03-2011 17:33

Re: Una giornata a Tupelo
 
E' vero, Lisa. Scorrendo velocemente le immagini non avevo notato che quelle foto in particolare sono state postate da Hurt. Allora ovviamente la mia richiesta di aiuto si estende anche a lei (se per caso ogni tanto sbircia ancora nel forum. E' un pò che non si va viva...). Comunque, se neanche tu sai sbrogliare questa matassa la vedo dura...:-ix

GRAZIE INFINITE per l'attenzione che sempre rivolgi a me, ma farei meglio a dire a tutti noi!! :-ge:-ge:-ge

Lisa 27-03-2011 15:40

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ariadne, la foto che hai postato tu, si riferisce alla Lawhon School, mentre quelle postate da Hurt sono riferite alla Milam Junior High School. :-pp

http://www.tupelo.net/things/detail.aspx?cat=1&id=15

Dal link postato qui sopra:
Lawhon Elementary School, the first school Elvis attended
Milam Jr. High, last school Elvis attended before moving to Memphis.

http://img684.imageshack.us/img684/6...highschool.jpg

Questa è una foto di Elvis alla Milam School di Tupelo.

LISA

Ariadne 27-03-2011 20:42

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ciao Lisa, grazie!
Sto facendo delle ricerche anch'io e ti metto a parte dei miei risultati.
Sul libro di Guralnick si fa riferimento soltanto a due scuole:
1) Nel 1941 Elvis si iscrisse alla East Tupelo Consolidated che oggi si chiama Lawhon Elementary School ed è una delle due che abbiamo visto noi (come anche tu hai confermato);
2) Nel 1946, invece, Elvis si iscrisse alla Milam Jr. High, l'ultima scuola prima di trasferirsi a Memphis, che è quella riportata da Hurt (come anche tu hai confermato).
Rimane il problema dell'altra scuola che abbiamo fotografato noi. Di quale si tratta? Ce ne è stata davvero una terza, visto che per un pò i Presley si sono traferiti a Biloxi? Quando l'avrebbe dovuta frequentare Elvis? Accidenti per non aver scritto il suo nome quando eravamo là così da poterlo sapere oggi!!!
Sto cercando su internet le foto di tutte le scuole di Tupelo per confrontarle con quella della scuola rimasta. Non è per niente facile, ma continuerò ad insistere. L'argomento, in fondo, è poco rilevante (non è che ci cambia la vita risolvere questo piccolo mistero) ma è diventata una questione di principio.
Perciò, facciamo che per il momento l'argomento si conclude qua. Se poi riesco a scoprire qualcosa di nuovo nei prossimi giorni ve lo farò senz'altro sapere.
Te l'ho già detto grazie, vero? SEI MITICA!!!!!!!! :-9x :-1

Ariadne 28-03-2011 07:40

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ecco il seguito del mio racconto....


Il nostro tavolo fortunatamente è molto vicino al palco, perciò la visuale è ottima. Dopo un’attesa che ci è sembrata interminabile Elvis fa la sua apparizione, suscitando un boato senza fine. Da quel preciso momento le urla e gli applausi si susseguono incessanti, arrivando addirittura a coprire la musica. Delle prime due canzoni riusciamo ad afferrare ben poco. Sarà perché è lo spettacolo di mezzanotte, ma il pubblico ci sembra particolarmente scatenato. Elvis indossa una delle sue jumpsuits bianche, con una fascia in vita le cui estremità ricadono sulla coscia sinistra frustandolo mentre si muove :-am3. La tuta aderente mette in evidenza il suo fisico asciutto e ben proporzionato, e certe sue pose sono terribilmente sexy :-9. La mia amica ha lo sguardo trasognato e ogni volta che il cantante si gira nella nostra direzione manda gridolini di piacere. La donna seduta al tavolo vicino al nostro mi si avvicina all’orecchio e confessa:«E’ l’uomo più bello che io abbia mai visto!» :-wb. Il concerto è cominciato da almeno quindici minuti, ma io ancora non riesco a concentrarmi sull’articolo che dovrò scrivere domani. In fondo, sono qui per lavoro. Il problema è che lo spettacolo a cui sto assistendo è molto diverso da quello che, bene o male, mi aspettavo. Prima di venire a Las Vegas mi ero informata. La band che Elvis ha messo su è straordinaria. A suonare con lui ci sono musicisti di altissimo livello, forse i migliori in circolazione, e l’orchestra dell’International diretta da Joe Guecio conferisce all’insieme pienezza e un tocco di classe. Le canzoni della scaletta sono tutte grandi successi, non solo del passato ma anche del presente. La voce del cantante è a tratti roca, a tratti dolce e sensuale, a tratti potente. Tutte le recensioni che ho letto finora hanno colto perfettamente nel segno: gli spettacoli di Elvis sono momenti esaltanti di grande musica che, probabilmente, non saranno mai eguagliati. Inoltre, lui si sta rivelando un’eccezionale animale da palcoscenico. Sa come tenere fissa l’attenzione su di sé e sa come mandare il pubblico in delirio. Bè, me ne comincio a rendere conto. Tra una canzone e l’altra cammina sul palco con la sua tipica andatura dinoccolata. Sembra una tigre in cerca di una preda. Fa qualcuno dei suoi irresistibili sorrisi, si inumidisce le labbra con la lingua e strizza l’occhio alle spettatrici più vicine. Durante l’esecuzione di “Love Me Tender” bacia, com’è sua abitudine, tutte le fortunate che riescono a raggiungerlo e con qualcuna si lascia anche andare a commenti piccanti. Più passa il tempo più rimango esterrefatta. “Bridge Over Troubled Water” e “You Don’t Have to Say You Love Me“ sono cantate con una partecipazione a tratti commoventi. “I Just Can’t Help Believin’ ” è di una bellezza indescrivibile, mentre i pezzi squisitamente rock ti fanno sentire dentro un’energia che non avresti mai creduto di avere. Ma tutto questo, sebbene non passi mai in secondo piano, è comunque affiancato da un fenomeno parallelo che si va verificando. E’ come se ci fosse uno show dentro allo show. Man mano che il concerto va avanti, le donne sono sempre più sfacciate. Alcune di loro salgono sui tavoli e lanciano indumenti intimi sul palco. Altre si mettono le mani nei capelli e urlano ripetutamente “Elvis!”, “Elvis!”, come un invito a farle godere sempre di più :-2. Il momento culminante arriva quando il cantante comincia a cantare “Polk salad Annie”. Con le gambe allargate, il bacino rivolto in avanti e il fremito convulso di tutto il suo corpo egli sembra concedersi in un amplesso prolungato che si arresta soltanto quando sopraggiunge il completo sfinimento :-2:-2. Alla fine della canzone, la mia amica ha gli occhi sbarrati e la bocca aperta dalla quale non esce un fiato. Come del resto molte delle donne presenti, evidentemente appagate dall’esibizione. Quando lo spettacolo volge al termine e Elvis comincia a cantare “Can’t Help Falling in Love”, ho un’unica certezza: quello tra il cantante e il suo pubblico è un vero e proprio rapporto d’amore, che non si fa mancare assolutamente nulla. Le donne gli appartengono e lui è dentro di loro. Non andrà mai via.
Il giorno dopo, sul tardi, mi presento in redazione un po’ preoccupata. Il direttore si aspettava di ricevere il mio pezzo già qualche ora fa, ma io sono costretta a confessargli che non l’ho ancora scritto. E’ tutto solo nella mia testa. Perché? Gli spiego le motivazioni della mia titubanza e poi gli chiedo a bruciapelo:«Capisce, capo? Di cosa devo parlare: di musica o di sesso?». Lui mi guarda con la sua faccia rubiconda e, mentre si sfrega le mani dondolandosi sulla poltrona, risponde: «Ma di tutte e due le cose, mia cara. Di tutte e due le cose….».

concy 28-03-2011 23:04

Re: Una giornata a Tupelo
 
che bella!...e che bello questo dorum!

Ariadne 29-03-2011 07:55

Re: Una giornata a Tupelo
 
GRAZIE CONCY, mi fa piacere che i miei racconti ti piacciano :-1x!




CARA PARADISE, non ti ho ringraziato prima per le cose carinissime che mi hai scritto qualche giorno fa perchè mi sono riservata di farlo a questo punto del racconto, in un modo un pò particolare.
Ti dedico tutte le foto scattate all'interno del Museo delle automobili di Tupelo. Il mio vuol essere un umile omaggio alla tua grande passione. Tu sicuramente potrai apprezzare queste auto molto più di quanto possa fare io o tutti quelli che non hanno la tua stessa cultura automobilistica.
Un abbraccio caloroso a te e a tutti i miei lettori. Vi assicuro che ce la sto mettendo tutta per cercare di trasmettervi la magia del mio viaggio....
:-ge:-ge:-ge:-ge:-ge

Lisa 29-03-2011 12:21

Re: Una giornata a Tupelo
 
Quote:

Ariadne (Messaggio 113986)
Ciao Lisa, grazie!
Sto facendo delle ricerche anch'io e ti metto a parte dei miei risultati.
Sul libro di Guralnick si fa riferimento soltanto a due scuole:
1) Nel 1941 Elvis si iscrisse alla East Tupelo Consolidated che oggi si chiama Lawhon Elementary School ed è una delle due che abbiamo visto noi (come anche tu hai confermato);
2) Nel 1946, invece, Elvis si iscrisse alla Milam Jr. High, l'ultima scuola prima di trasferirsi a Memphis, che è quella riportata da Hurt (come anche tu hai confermato).
Rimane il problema dell'altra scuola che abbiamo fotografato noi. Di quale si tratta? Ce ne è stata davvero una terza, visto che per un pò i Presley si sono traferiti a Biloxi? Quando l'avrebbe dovuta frequentare Elvis? Accidenti per non aver scritto il suo nome quando eravamo là così da poterlo sapere oggi!!!
Sto cercando su internet le foto di tutte le scuole di Tupelo per confrontarle con quella della scuola rimasta. Non è per niente facile, ma continuerò ad insistere. L'argomento, in fondo, è poco rilevante (non è che ci cambia la vita risolvere questo piccolo mistero) ma è diventata una questione di principio.
Perciò, facciamo che per il momento l'argomento si conclude qua. Se poi riesco a scoprire qualcosa di nuovo nei prossimi giorni ve lo farò senz'altro sapere.
Te l'ho già detto grazie, vero? SEI MITICA!!!!!!!! :-9x :-1

Ariadne, vedremo di riuscire a risolvere anche l'ultimo enigma. Appena ho un attimo di tempo, mi ci metto con calma e vedo di darti risposte.:-pp

Grazie a te per la partecipazione e per tutto quello che stai postando! :-9x:-4x

LISA

Ariadne 29-03-2011 14:08

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ecco la prima serie di foto del museo :-pp


http://img861.imageshack.us/img861/5...emphis1636.jpg
http://img687.imageshack.us/img687/1...emphis1595.jpg
http://img840.imageshack.us/img840/9...emphis1596.jpg
http://img6.imageshack.us/img6/1869/...emphis1601.jpg
http://img5.imageshack.us/img5/1558/...emphis1621.jpg
http://img864.imageshack.us/img864/9...emphis1625.jpg

concy 29-03-2011 15:28

Re: Una giornata a Tupelo
 
bellissime!!!!

Paradise 29-03-2011 15:56

Re: Una giornata a Tupelo
 
Ciao Ariadne, ho visionato le tue fotografie e ti ringrazio perchè sono veramente belle.
Mi sembra che siano tutte vetture dell'inizio del '900 fino agli anni '20/'30.
Mi pare che la quarta foto sia di una Cadillac perchè monta sul cofano, sopra il radiatore, il caratteristico tappo alato del quale avevo postato la storia, tipico fino agli anni '26/'28.
Posso comunque sbagliarmi.
Sicuramente, questa tappa al museo non me la perderò, se mai verrà il tempo anche per me di "inseguire il sogno" !!!
Ciao:-4x


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