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Vecchio 29-08-2006, 14:41
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Predefinito Re: Intervista A Jerry Schilling

George Klein, l’amico di vecchia data di Elvis, ha detto:” Jerry aveva un intuito che molte persone non hanno. Era uno dei pochi che, ad Elvis, diceva la verità. Credo che guardi le cose con un’angolazione diversa perché ha passato con Elvis molto tempo di qualità ed Elvis rispettava la sua opinione su molte cose.”

Kevin Kane presidente della Memphis Convention and Visitors Bureau, ha detto: “Questo libro ci mostra Elvis come un ragazzo normale che era un vero amico. Ci sono storie che non si sono mai sentite prima”.

Schilling aveva un anno quando la madre morì a 27 anni, di febbre reumatica e visse, principalmente, con i suoi nonni fino a 12 anni e poi si trasferì insieme a suo padre. Jerry e il suo fratello maggiore, Billy Ray Schilling, primo Capo della polizia e Sceriffo di Shelby, sono stati lontani per molto tempo.

“Avevo dei sogni” dice Schilling “Uno di questi era di frequentale la Humes High, prima che di incontrare Elvis. La banda marciava lungo la Leath Street, suonando una parata natalizia. Questa era la cosa più eccitante che avessi visto nella mia vita. Ricordo quelle uniformi bianche e arancio.”

Schilling che frequentava la Holy Names, che si trovava a poca distanza dalla casa dei nonni, amava anche ascoltare il deejay Dewey Phillips che suonava rock and roll nella trasmissione radio “Red, Hot and Blue”. “Era quel suono eccitante che era pericoloso e quindi, vietato”.

Una sera, Phillips presentò una canzone incisa da un ragazzo che si chiamava Elvis Presley e che frequentava la Humes. “Oggi, tutti hanno un CD. Quella volta, che non conoscevo nessuno a Memphis, Tenn. che possedesse un disco. Ma, pensa, un ragazzo che vive sulla via in fondo alla mia? E’ stato eccitante.”

Phillips metteva il disco That’ All right (MAma) sempre più spesso e poi intervistò Elvis. “la leggera balbuzie, non so se era James Deanish o Brando. Quella volta è successo che ho detto una piccola preghiera: Vorrei poter incontrare quel ragazzo.”

La preghiera di Schilling fu esaudita alcuni giorni dopo quando Red West, un altro giocatore di football alla Humes, chiese a Schilling se voleva giocare a football con lui e altri ragazzi più grandi, nel Guthrie Park. “Ascoltavo tutto quello che diceva Re, Era l’eroe. Gli altri ragazzi erano anonimi. Fino alla consultazione”.

La cosa interessante … e questa prima impressione mi è rimasta per lungo tempo…. Era che Elvis, non era facilmente avvicinabile. Aveva questa specie di distacco e inoltre aveva quello sguardo negli occhi e forse un piccolo sorriso. Pensai a James Dean, quello a cui non vuoi avvicinarti per dargli una pacca sulla spalla, cose del genere.

“La gente fa films dischi e inizia ad acquisire quell’immagine di star. Elvis aveva questo nel 1954. Io, invece, avevo 19 anni e nessun disco in classifica”

10 anni dopo, Schilling andò a lavorare per Elvis, anziché finire il suo primo semestre al college e diventare insegnante di storia. Ha lavorato per lui per 11 anni. Ed è stato un portatore della bara al suo funerale nel 1977.

D. Che cosa ha convinto Schilling a scrivere un libro su Elvis?
JS: “Non ho mai detto che non l’avrei mai fatto, ma ce ne sono talmente tanti. Dopo che Elvis ci ha lasciato, per me era importante continuare la mia vita, per quanto difficile visto che lui c’ era sempre stato, lì per me. Dopo la sua morte, per due anni non ho mai concesso interviste. All’inizio era troppo difficile.”

Schilling decise di scrivere un libro 2 anni f
JS:“Il mio scopo era di raccontare l’aspetto umano. Esiste questa grande icona e per molti aspetti è una buona cosa, ma la parte umana, personale, sensibile, dell’ amico Elvis si è persa in questa immensa immagine. Ho deciso di scrivere la mia vita insieme al mio amico, secondo il mio punto di vista.”

D. Un’immagine forte del libro, è quando Schilling vede Elvis con una maschera di ossigeno camminando a braccetto con suo padre, Vernon Presely, a Graceland.
JS: “Io avevo 21, 22 anni. Lo conoscevo da 10 anni. Avevano giocato a football e andavamo al cinema ogni sera. Al parco dei divertimenti …. I salti dalle macchine con il viso sporco di fuliggine…. Non mi era mai capitato di vedere Elvis in altro modo, se non quello di un grande. Ero qui a Graceland da solo e vedo Vernon ed Elvis scendere dalle scale. Vernon teneva ad Elvis questa maschera di ossigeno. Sembrava così malato. Vernon appariva così preoccupato. Più tardi ho scoperto che, poco prima, era stato all’ospedale una settimana per fare degli esami e delle radiografie. Si accorse che ero scioccato. Si tolse la maschera e con un sorriso disse, “Ragazzo, questo smog della California raggiungerà anche te.”

Elvis non diceva mai a Schilling che cosa c’era che non andava.
J.S“Quando stava male, non voleva mai farlo sapere, Voleva che si prestassero cure agli altri, chiunque fosse”.

La parte umana di Elvis, nella storia scritta da Schilling, viene evidenziata in quella volta che si sono ubriacati a Las Vegas.
JS:“Era divertente, in un modo adorabile. Rideva, Rideva così tanto che è caduto più volte per terra. Se avessi dovuto scegliere un ubriaco tra i presenti, avrei scelto Elvis Presley”

Ma Elvis beveva raramente, dice Schilling.
JS: “Le due o tre volte che l’ho visto e io avevo partecipato insieme a lui, non riusciva a reggere il male postumo. Penso che fosse importante il fatto di aver visto cosa succedeva ad alcune persone….non della famiglia… ma parenti. Non ne ha mai parlato, ma lo capivo.

Il libro “Me and a Guy Named Elvis” non è un libro sinistro o malizioso.
JS: “E’ vero, ci sono alcune altre situazioni che avrei potuto mettere, alcune scene che avrebbero catturato l’attenzione. Puoi sempre andare da un estremo all’altro, io invece volevo che la gente conoscesse il mio amico come lo conoscevo io, dove giorno dopo giorno, in cui

c’era una base d’amore, paura, tentazione, generosità, con tutte queste cose. Questo sarebbe potuto essere bello se avessi parlato dell’icona, ma io ho scelto di parlare della sua parte umana.

Schilling e sua moglie Cindy, vivono ancora nella casa, che Elvis gli comprò nel 1974, sopra la collina del Sunset Boulevard. Dopo avergli dato la casa, Elvis disse: “Jerry, tua madre morì quando avevi un anno. Non hai mai avuto una casa. Voglio essere quello che ten e dà una.”

D. Schilling era il miglior amico di Elvis?


JS: No, ma sicuramente ero uno di loro!
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