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tania
Ma, questo altruismo di Elvis non nasconde il terrore della solitudine... che i regali fossero un modo di "comprare" l'affetto degli altri per una insicurezza di base e disistima??
Tania
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Elvis non aveva autostima, aveva il terrore della solitudine, si sentiva molto solo ed è evidente che con i regali "comprasse" l'affetto degli altri.
Questo è senz'altro un errore..... ma, l'errore più grande è che, questo ha fatto comodo a tutti coloro che lo circondavano.
Voglio però aggiungere una cosa che ritengo molto importante..... non dimentichiamoci mai
- la velocità con cui tutto è iniziato
- i suoi 18 anni
- la perdita precoce, di un riferimento importantissimo come la madre
- il passaggio simultaneo da poverissimo a ricchissimo
- una vita nelle camere d'albergo e sui palchi, salvo qualche breve periodo a Graceland
- un percorso spirituale non solo ridicolizzato, ma soprattutto condannato
- un entourage poco leale, che per quanto lui si sia scelto, ha capito che dicendogli sempre di sì, otteneva quello che voleva
- donne propinate a volontà (non credo che ne avesse sempre voglia)
- tutto questo contornato una solitudine di fondo, che tutti hanno preferito chiamare noia.
Credo che chiunque di noi, al suo posto, non avrebbe capito il confine delle cose.
Vorrei aggiungere anche, che oggi abbiamo notevoli informazioni su quello che elabora il nostro cervello e la nostra psiche....e una delle professioni moderne, più redditizie è la psicoterapia
In quegli anni, o ti aiutavi da solo, con tutti i mezzi possibili, o non avevi termini di confronto, neanche per capre i tuoi errori e potevi trovarti ad essere sopraffatto da chiunque e qualunque cosa. Esattamente come è successo ad Elvis.
Comunque sia, Elvis non è stato poi tanto alieno.... queste sono cose che vediamo anche oggi.......... la corsa al successo e al denaro e contemporaneamente, un baratro di autodistruzione, non importa con che mezzo.
Spero di non essere stata logorroica, ma mi onora spiegare a voi giovani le differenze generazionali