Re: Alanna Nash - The Colonel
D: Come è stato scoperto il fatto dell’omicidio successo in Olanda quando Parker aveva 20 anni e la sua successive fuga in America? Ti saresti mai aspettata che nel suo passato ci fosse qualcosa di così sinistro e oscuro? Quello che intendo dire, come hai fatto a far combaciare tutto questo con il suo arruolamento nell’esercito, è un fatto che danneggia molto Parker. Ne è emerso un profilo psicologico inaspettato?
AN: Prima di tutto, voglio essere chiara, dicendo che non ci sono prove inconfutabili, del fatto che lui abbia commesso questo omicidio. Nel profondo del mio cuore, credo l’abbia fatto. Certamente il modo in cui ha vissuto la sua vita, nel corso degli anni, suggerisce un segreto di una certa gravità. In altre parole, se non è mai tornato in Olanda, qualcosa di grave c’è stato. E’ ridicolo credere che suo problema fosse solo una clandestinità. Nel corso degli anni, ha avuto molte opportunità per regolarizzare il tutto, e una volta che è diventato famoso, avrebbe potuto intervenire ed ottenere un passaporto, solo con una telefonata,. Tuttavia, come hai letto nel libro, un reporter olandese di nome Dirk Vellenga, che ha scritto il primo libro serio sul Colonnello, ricevette una nota anonima che indicava Parker come un assassino, e addirittura dava indicazioni sul crimine. Dirk non poteva scriverlo sul suo libro, perché le leggi della stampa lo vietavano, finchè il Colonnello era ancora vivo. Ma quando Parker morì, Dirk lo scrisse sul giornale olandese Breda, La nipote olandese di Parker, Maria Dons-Maas, nel periodo della sua amicizia con Angelo Somers e Hanneke Neutkens, diede una copia di questo articolo, che era apparso la settimana prima che io andassi in Olanda.
All’inizio, Maria non ci credeva e non riusciva a immaginare, che fosse vero. E anche io non gli ho dato molta credibilità, anche perché sembrava che Dirk non fornisse tanti dettagli, sebbene, sapesse come si fossero svolti i fatti. Poi tramite una persona meravigliosa, che lavora nell’esercito, di nome Dick Biele, ho trovato i registri dell’esercito che definivano Parker come uno psicopatico. Quando queste schede mi arrivarono via fax, non riuscivo a credere ai miei occhi. Veramente, ero completamente sbalordita. Questi nuovi documenti mi hanno fatto vedere tutta la storia di Elvis, sotto una nuova luce, e immediatamente, ho capito che Parker era molto più dell’ uomo sleale, che avevo immaginato. Non so dirti se è nato così o lo sia diventato dopo un periodo di pazzia, certo è che qualcosa gli ha fatto perdere il senso della realtà e certamente, potrebbe essere l’effetto di un omicidio accidentale.
Da quando Maria ha firmato un modulo che, mi permetteva di attingere a documenti riservati, li ho sempre spediti anche a lei e mi disse “Credo che adesso sia necessario ottenre il rapporto della polizia del 1929, relativo all’omicidio di Anna Van Den Enden’s. Delegai avvocati, in Olanda, affinché andassero in tribunale, per mio conto e potessero leggerli. E Maria, a cui devo molto, si chiarì le idee su tutta la questione. Era attonita. Mi dispiace che il Colonnello si sia estraniato dalla sua famiglia olandese, perché lei è un tesoro. Sono arrivata a volerle molto bene.
D. Visti I suoi collegamenti con la gente del governo (tipo LBJ), perchè pensi che non abbia mai cercato di ottenere la cittadinanza Americana? Questo sembra convincere, ancora di più, sulla sua partecipazione all’omicidio. Tuttavia l’evidenza è strettamente circostanziale, pensi che fosse evidente a sufficenza, tanto da giustificare i mancati tentativi?
AN: penso che qualsiasi fosse il segreto, era talmente spaventoso, che non poteva rischiare di uscire allo scoperto. E’ stato dietro le quinte, per tutta la sua vita. Questo è uno dei motivi per cui nelle sue tasse, aveva il numero del fisco e non ha mai adottato il figlio di sua moglie. Se fosse uscito allo scoperto, avrebbero procurato prove.
Io sono la persona più sbagliata a cui chiederlo, sebbene alcuni esperti mi abbiano confermato che ce n’erano, ma, come hai detto tu, è tutto circostanziale. Ah, un’altra cosa: Lamar Fike, un paio di anni fa, mi ha raccontato che negli anni 80 o perlomeno, quando stava aiutando Albert Goldman, per il libro, andò, in Olanda, dalla sorella più vecchia di Parker e disse: “Parliamo di quell’omicidio” e lei rispose “Noi non parliamo di questo”.
Credo che questo sia molto significativo. Sicuramente, la famiglia era consapevole della possibilità che ne fosse coinvolto. Quando ho intervistato la nipote olandese di Parker, Ad van Kuijk, Jr, sapeva tutto, ma disse che non credeva fosse vero, se non come incidente. Come ho detto prima, penso che sia andata in questo modo: o lui aveva dei forti sentimenti verso questa donna, che era sposata, e in un momento di perdita della ragione, durante una discussione l’ha colpita in testa, oppure è successo durante una rapina. In ogni caso, ritengo che l’abbia fatto e preso dal panico è scappato, grazie all’aiuto di un suo zio che viveva a Rotterdam e lavorava nell’industria navale. Penso che, tutto questo, gli abbia sconvolto la psiche e l’abbia fatto diventare un uomo molto strano e schivo. Se noti non sembra abbia nulla di enfatico nel suo corpo e sembra incapace di manifestare grandi emozioni.
D. Pensi che un giorno, possa essere fatto un film sul tuo libro? Sembra fatto apposta….
AN: Lo spero, sono d’accordo con te. Grazie per avermelo detto.
D. Per finire, qual’è l’oggetto del tuo prossimo libro? Qualche altro argomento legato al rock ‘n roll?
AN: Attualmente sto cercando delle vecchie foto sul rock ‘n roll, scattate da Lew Allen, che era un fotografo di prima qualità, e che scattò alcune foto, veramente molto interessanti, ad Elvis e Buddy Holly, in mezzo ad altre persone, alla fine degli anni 50 . Vedremo cosa ne viene fuori.
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