Re: Intervista a SHAUN NIELSEN
D. Nel Marzo 1974 iniziasti ad andare on the road con lui. Com’era?
SN. Divertente. Non eravamo mai preparati a tanta eccitazione quanto quella per i concerti di Elvis. I cordoni della sicurezza venivano letteralmente rotti dalle donne che volevano salire sul palco. Ricordo che ci fu una volta in cui una donna si è buttata a terra e le sue gambe tremavano. Mentre andavamo via, chiesi ad una guardia cosa fosse successo e mi disse che questa donna era talmente eccitata che era saltata giù dalla gradinata, rompendosi entrambe le gambe. Provai un misto di emozioni. Mi dispiaceva per lei, ma, allo stesso tempo mi sentivo invidioso, perché non mi era mai capitato di trovare niente di più eccitante del cadere dalla gradinata! Ricordo un posto dove Elvis lanciò una sciarpa ad una signora e lei se la mise al collo e fece l’errore di legarsela. C’era una donna che ne teneva un lato e dall’altra un’altra, e praticamente la stavano strozzando. Elvis dovette buttarne una per ognuna, salvandole la vita. C’erano volte in cui urlavano talmente tanto che non si riusciva a sentir cantare Elvis. Non potevi sentire, non riuscivamo a sentire quello che facevamo. Ricordo un incidente dove una ragazza aveva oltrepassato la vigilanza. Io stavo cantando. Le tesi mano per farla salire e continuai a cantare. I suoi piedi cercavano di andare dall’altra parte per cercare di raggiungere Elvis. Praticamente la trattenevo continuando a cantare, fino a che un vigilante non venne a prenderla. Era divertente e sempre molto eccitante.
D. Per parlare di cose serie, ho sentito che c’era gelosia verso i Voice, perchè eravate in una posizione privilegiata.
SN. E’ vero. ce n’era molta. Specialmente quelli come Lamar Fike che sapevano che noi avevamo l’opportunità di trovare canzoni per lui. Se faceva una canzone, per l’autore c’era un milione di dollari di royalties. Oltre al fatto che c’erano due persone pagate direttamente da Elvis, io e James Burton. Questo dava fastidio anche al Colonnello. Poi c’erano altre gelosie….. Cose che ritengo normali, ma non ovvie. L’unico che era ovvio era Charlie! (ride).
D. Nel marzo 1975 avete avuto una session a Hollywood alla RCA, dove incise T-R-O-U-B-L-E.
SN. Lo ricordo. Gli piaceva quella canzone e una volta registrata la ascoltò tutta la notte. Infatti, io andai dietro uno degli speakers e mi addormentai sul pavimento! La suonò un centinaio di volte. Ma ci volle un po’ per farla bene come la voleva lui. Questo è interessante, perché è stato detto che, negli ultimi anni, odiava il rock ‘n roll.Invece questa canzone, gli piaceva veramente. A quel punto della sua carriera, se non gli piaceva una canzone, la rifiutava. Non dava molto spazio a quello che voleva la RCA. Non potevano più imporgli niente. Infatti, dovevano recapitargli le basi sul luogo dove si trovava, per metterlo nella condizione di aver voglia di farlo. Quella canzone gli piaceva davvero.
D. Una delle canzoni di questa sessione “Bringing It Back” arriva dai Voice.
SN. Sì questa è una di quelle che abitualmente suonavo per lui al pianoforte. Fu scritta da Greg Gordon, che, per un breve periodo, è stato un membro dei Voice. La cosa strana è che Ernst, nel suo libro, scrive che il pianista era Greg. Non so da chi è stato detto, perché Greg suonava la chitarra. E’ stato membro dei Voice per un breve periodo, e quella volta, aveva una ragazza molto religiosa, che non voleva che cantasse con noi. Ogni volta che cercava lavoro per il gruppo, veniva a fare le prove e diceva che se ne andava. Poi tornava sempre. Così gli dissi: “Questo è lavoro: se vuoi fare parte dei Voice va bene, ma se devi fare un andirivieni, perché prima lasci e poi ritorni, finisce che mi rompi le scatole! Dobbiamo smetterla con questa situazione. Così decise di lasciare definitivamente, se ne andò e non cercò di tornare. Adesso sembra divertente, ma fu così che smise di far parte del gruppo, anche se capisco i problemi con la sua ragazza.
D. Secondo le mie informazioni, i Voice si erano divisi tra l’Agosto e Dicembre 1975
SN, Sì Elvis si fermò dal fare tours per un periodo. La volta precedente l’avevo lasciato e metà tour, perché ero davvero disgustato di tutto. Ero disgustato per alcuni problemi all’interno del gruppo. Pensavo che il Colonnello ci trattava come bestie e di certo non lo apprezzavo. Ero stanco di tutto questo. Così scrissi ad Elvis una lettera e la diedi a Richy. Elvis disse che se non mi avessero fatto tornare indietro, non avrebbe rispettato l’ingaggio. Così dissi: “Bene, tornerò, ma lo faccio solo per i soldi” Fu Red a chiamarmi e gli chiesi “Vuole ricomporre il gruppo?” e lui rispose “No, vuole solo te”. Così decisi quanto volevo per tornare. Tornai a $ 2.500 la settimana più le spese. Dissi: Tornerò solo a queste condizioni!
D. Nel febbraio 1976, Elvis fece una session di registrazione a Graceland, ma tu non c’eri. Perché?
SN. Stavo cantando al Chattanooga Choo Choo. Il colonnello era ben felice di non farci sapere quando ci sarebbe stata una session. Ero sotto contratto e mi avrebbero potuto citare in giudizio. Avrei voluto, davvero, esserci a quella session, ma era impossibile. Credevo in quella giornata…… Elvis ed io avevamo parlato di incidere Danny Boy e credo volesse fare Danny Boy come avevamo fatto Soflty As I Leave You, con lui nel parlato e io nel cantato. Invece l’ha incisa da solo.
D. Però eri presente alla session di Ottobre 1976, che credo sarebbe dovuta durare più a lungo, di quanto è durata.
SN. Questo era lui. Se non era nello spirito, non registrava. Ci fu una session dove c’eravamo tutti, ma lui non si fece vedere.
Ce ne fu una dove stavamo per registrare al racquetball, aveva preparato tutto, ma non si fece vedere.
D. Cosa ci dici di Fire Down Below?
SN. E’ stata una canzone dove ho messo la mia voce, in modo tale che la band avesse una traccia vocale. Non ha mai fatto niente per farla.
D. Qual’è la storia dietro O’ sole mio/It’s now or Never?
SN. Allora una sera eravamo seduti a Graceland e si scherzava su quale era stato il disco più venduto. Stavamo facendo delle supposizioni ed Elvis disse: “Era una canzone che mia mamma amava cantare per me con un Victrola (ride), una melodia “italiana di Enrico Caruso” E io dissi “Intendi…..” e iniziai con “O Sole Mio”. E lui “la conosci?” così risposi “Sì, mia madre amava cantarmela con un Victrola!” (ride). Allora Elvis disse: “Bene, la canteresti anche per me, ma non con un Victrola! (ride). Così iniziai a cantarla e lui disse “Grande!!”. Senza dirmi niente, la prima volta che eravamo on stage, in tour, arrivò e la tirò fuori dal suo cappello! Aveva già deciso che voleva che la facessi. Credevo di morire, perché non avevo idea che avrebbe fatto una cosa simile. Chiesi a James: “Dammi la chiave” (ride), così lui lo fece e io la feci come io sapevo farla. Ad Elvis piacque così tanto, che poi la facevamo spesso (ride). Ecco come è andata.
D. Un’altra canzone che iniziò a fare è “Unchained Melody”, ma quella della fine, è la tua voce che fa il falsetto alto.
SN. Sì mi chiese di andare in studio e fare la sovraincisione. Infatti, quando la faceva, io tenevo la nota alta, ma loro non avevano il mio microfono. Per quanto ne so, questa è l’unica canzone della sua carriera, dove qualcuno abbia fatto la parte finale al suo posto.
D. Ho letto che spesso, durante i concerti degli ultimi anni, quando era tanto stanco, che c’era uno dei coristi che faceva le note alte per lui.
SN. Allora, non è successo così spesso. In prevalenza le faceva lui, anche se ne ho fatte pure io e Ed Enoch. Però, ripeto, la maggior parte delle volte le faceva lui. Voleva assicurasi che ci fosse qualcuno a farlo, al posto suo. Ma quando cantava “Hurt” era così fantastico. Persino alla fine……. A Cincinanti, quando appariva terribile, e probabilmente lui si sentiva terribile, la sua voce era magnifica.
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