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Vecchio 18-04-2007, 14:07
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Intervista A Red West - Da non perdere

D. Credo che quando iniziò l’invasione britannica negli States, Elvis e tutti voi, abbiate fatto un passo indietro e vi siate chiesti: cosa sta succedendo, dobbiamo riprendere il nostro posto sul mercato, perché stanno arrivando tutti questi inglesi e si prendono i nostri soldi.

RW. No, Elvis ha sempre detto che c’è posto per tutti. Non se n’è mai preoccupato, e credo tutti sappiano quello che è successo quando i Beatles vennero a casa sua, a Bel Air. E’ stato uno dei momenti migliori e più divertenti che abbiamo avuto. Eravamo seduti, Ringo io e mio cugino giocavamo a biliardo. Ringo era un tipo solitario, gli altri ed Elvis stavano seduti, chiacchierarono tutta la notte e si divertirono.
L’unica cosa, quando era nell’esercito, si sentiva come se avesse le mani legate e faceva le cose di tutti, ma diceva: “Devo farlo, ma spero che si ricorderanno di me quando me ne andrò”. Però non ha mai augurato il male a nessuno o cose simili. Forse hai sentito dire che l’ha fatto, ma non crederci.

D. Penso che quando Elvis era negli studi cinematografici, il tuo compito di protettore che vigila sopra le sue spalle, era meno impegnativo di quando Elvis tornò a fare i concerti live. Inizialmente credo che proteggerlo sia stato relativamente facile, ma una volta in tour, credo sia diventato un incubo.

RW. Nei tour e nelle sue apparizioni in pubblico, eravamo sempre all’erta, ma nei films, giravamo i film con lui. Io ero presente in tutte le scene di scazzottate, che fosse stato per appoggiarlo e combatterlo o combattere qualcun altro. Era divertente, quella volta non ci preoccupavamo, forse andare e venire dagli studios, ma niente di più. Tutti eravamo coinvolti nei film e ci divertivano.

D. Beh credo che quando eravate a Los Angeles, guidando intorno a Beverly Hills e così via, non credo che nemmeno quella volta fosse inusuale vedere persone famose girare con limousines, così il fatto che Elvis Presley girasse per Bel Air, non faceva tanto effetto alla gente, oppure sì?

RW. No, anche se c’era sempre qualcuno che stava al cancello tutta la notte per aspettarlo e vederlo uscire. E appena lo vedevano saltavano sulla macchina e ci seguivano. Era tutta gente che gli voleva bene e non ci creavano veri problemi.

D. C’è niente che ha fatto di cui non vuoi parlare? Hai qualche cosa segreta che voi avete fatto e di cui nessuno sa realmente. Non sto parlando dell’altra cosa, sto parlando di cose normali

RW – quale altra cosa?

D. Come fare a sviare?

RW. Non ne parliamo. A dire il vero non so cosa rispondere. Elvis teneva in casa un tavolo per gioco d’azzardo e credo che la gente non sappia che giocavamo a dadi e un po’ d’azzardo. Ma non c’era niente di veramente strano.

D. Andavate a fare visita a qualcuno o a pescare, o c’era qualcosa che eravate in grado di fare, senza che nessuno vi vedesse. Ecco cosa intendevo.

RW. No. L’unica volta che siamo andati a pescare fu all’inizio della sua carriera. Gli piaceva farlo. Uscimmo con questa barca, suo cugino, la sua ragazza e altri e fu molto divertente. Pescammo, ricordo che presi un pescecane, lui prese un sacco di quei benita, qualcosa del genere. Ma fu all’inizio, fine anni 50 – 54/55.

D. C’e qualche ripresa cinematografica affascinante di Elvis, che fa i provini. Lo accompagnavi sempre quando lo faceva?

RW. No Credo che al tempo ero già nel corpo dei Marines. Doveva essere nel 56/57 quando lui fece il suo primo film. Non ricordo, non ricordo quei giorni per cui credo fosse così – con lui c’era suo cugino Gene – e la prima volta ad Hollywood doveva essere un’esperienza, io speravo di vederlo, ma ero partito per la Marina.

D. Ti manca il fatto di non esserci stato?

RW. No, penso che le cose siano andate nel modo in cui dovevano andare. Certo mi manca quella iniziale profonda trasformazione da Memphis al cinema. Mi mancano i primi 2 e avrei voluto esserci, perché ho visto i films. Fu veramente un periodo pazzo per Elvis perché era giovane e gli arrivava tutto questo. Se l’è gestito bene, ma venni a sapere che ci furono alcuni momenti piuttosto difficili in questi due primi films

D. Per parlare di Las Vegas….. credo che ci siano 3 categorie di fans, quelli degli anni ’50, quelli che amavano i suoi films, perché, che tu lo creda o no, alle nostre feste, suonavamo parecchia di quella musica e anche se, ad Elvis non piaceva, per noi era magica. Ma suppongo sia più facile collegarsi all’Elvis degli anni ’70, che, naturalmente è una combinazione di momenti molto felici, con un Elvis Presley carico nel suo ritorno al live, e momenti molto tristi. Ciò che voglio dire, è che ricordo parecchi anni fa, in una di quelle prime session, c’era un ragazzo dietro a me che disse “Non avrei mai creduto che Elvis Presley prendesse droghe, e il bastardo che gliele prescriveva avrebbe dovuto essere ammazzato”.
Ma per Elvis, la prevalenza della sua vita fu un’esperienza felice?

RW. Sì. E’ quello che dicevo prima. Voglio ricordare i momenti belli perché sono stati eccezionali. Io ero come un fratello, e lui mi era legato come ad un fratello, siamo cresciuti assieme, per un anno alla scuola superiore, fino ad un paio d’anni prima della sua morte. Ci furono tanti, tanti bei periodi.
Come ho detto, avevamo l’abitudine di andare a Biloxi, a pescare, di notte, facevamo quei giochi selvaggi con i fuochi d’artificio, il golf, cose pazze per strada, facevamo dei giochetti per rompere la noia. Guidavamo attraverso la campagna, per andare sopra un ponte. Facevamo queste piccole cose. Pensavano che avemmo dovuto cambiare vita e fare qualcosa di diverso. Tu dicevi: “Pensavo a quello che abbiamo fatto….! Riempiendogli la testa. Al che lui rispondeva: “Oh, va all’inferno” toglieva le scarpe e le buttava fuori dalla finestra nel fiume!!!
Cose così, cose stupide ma che servivano a rompere la monotonia. Ci divertivamo, erano cose folli.
Bill Black, il bassista, era una delle persone più pazze che io abbia mai incontrato.
I primi periodi, passavamo molto tempo sulla strada e sono ben lontani dall’essere considerati periodi bui, anche se i momenti brutti erano brutti davvero, ma abbiamo avuto talmente tanti bei momenti, da superare i brutti. E’ qualcosa che è successo. Adesso ne stiamo parlando e mi fa lo stesso effetto del desiderio di una sigaretta che ho adesso. Io ho un fratello che ha il vizio di giocare d’azzardo. Potrei entrare in questo argomento e dirti che la gente veniva da me e diceva:”Perché non fai qualcosa per fermarlo” Loro non sanno che ci ho provato. Non sanno che sono stato licenziato perché ho cercato di farlo, ma il suo fratellastro e uno dei membri dei gruppi che cantavano con lui, gli riportavano tutto. Quando lo venni a sapere, sfondai la porta con un calcio, gli pestai un piede e glielo ruppi e lui disse “Tu puoi fare quello che vuoi, ma io sto facendo il mio lavoro”.
Elvis, naturalmente, venne a saperlo, ma io me n’ero già andato. Ero con lui dai tempi della scuola, ma, verso la fine, le droghe presero il sopravvento e, in un certo senso, posso capirlo perché non aveva privacy, era annoiato della sua vita….. Fammi continuare……. Partì alla grande facendo apparizioni, poi entrò nel cinema e i film diventarono una noia terribile (te lo dico perché ne parlavamo), le canzoni erano terribili, le sceneggiature erano terribili.
Così andò a Vegas e invece di lavorare metti 5 notti alla settimana e avere due serate libere, oppure sei notti e 1 notte libera, e per un paio di settimane, come Frank Sinatra e chiunque altro, lavorava per 4 settimane, per 7 sere alla settimana e 2 show a notte. Il colonnello stava giù a giocare e a divertirsi.
Diceva: “OK voglio tornare on the road, voglio uscire da qui. I film sono diventati un peso, tutto è diventato un peso. Voglio tornare di fronte ad un pubblico, girare il paese, il mondo”. Il Colonnello cominciò a portarlo sempre nelle stese città. Ogni tour batteva Roinoke, Virginia, Atlanta, Georgia e così via. Lui voleva andare in Australia, in Germania, in qualunque posto che non fosse Roanoke, Virginia e Atlanta, Georgia. E invece niente! E perché il Colonnello faceva questo? Chiesi al Colonnello: “perchè non facciamo un tour in Europa. Perché non possiamo andare in Australia?”
Rispondeva sempre: “Non si riesce a gestire la sicurezza, è impossibile gestire la sicurezza”. Noi non sapevamo che fosse un alieno illegale e non potesse uscire dagli US.
Mi sono sempre meravigliato che non sia mai venuto in Germania, mentre stavamo là. Mandava sempre altre persone. Non ha mai lasciato gli Stati Uniti, una volta arrivato, non li ha più lasciati. E questo faceva soffrire Elvis. Se Elvis avesse potuto uscire e vedere voi e intrattenersi con voi o chiunque altro, sarebbe stato tutto diverso. Invece era prigioniero del suo stesso successo e, lasciamelo dire, il Colonnello l’ha tolto da dove si trovava, ma l’ha buttato dov’è ora.
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