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Vecchio 28-04-2007, 11:13
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Interviste A Charlie Hodge

D. Eri anche a Parigi?

CH. Sì. Lamar Fike mi chiamò e mi disse che Elvis avrebbe avuto 15 gg di licenza. “Puoi prenderteli anche tu, Charles?” e io “Penso di sì. Vedo” Così chiesi al sergente un permesso. Gli spiegai che Elvis mi voleva con sé a Parigi. Ci fermammo in un’altra città, per un paio di giorni e poi prendemmo il treno per Parigi. Quando arrivammo, andammo a vedere un ragazzo che seguiva la musica di Elvis, il pubblicitario Freddy Bienstock. Insomma prima di andare a letto, alle prime ore del mattino, ci portò a vedere Parigi dall’alto. A tutti i costi voleva che la vedessimo. Noi eravamo enormemente stanchi e faceva anche freddo. Stavamo all’Hotel Prince De Galles. Abbiamo frequenato diversi clubs: il Lido de Paris, il Moulin Rouge. C’era un piccolo locale dietro il Lido, che si chiamava Bantu, era in una strada secondaria. Era il posto dove si trovavano tutti gli artisti per fare i loro spettacoli. Ci andammo e arrivò un ragazzo dicendo che c’era la giornalista Dorothy Kilgallan che voleva fare un’intervista ad Elvis. Allora Elvis disse: “Charlie, tu, Lamar e Rex andate là e vediamo cosa succede. Lei disse: “Ho saputo che arriva Elvis Presley” I ragazzi dissero “Davvero? Quando è stato” Sai com’è, lo proteggevano. Così quando lei uscì, uscimmo anche noi e poi ci mettemmo tranquillamente seduti.
Ci fu una volta che, uno dei soldati chiaccherava con una ragazza o almeno era quello che pensava lui. Infatti, uno che aveva appena fatto uno spettacolo, arrivò e disse “Elvis, quel soldato non parla con una ragazza. Quello è un travestito” Così Elvis lo raggiunse “Hey, Ace” chiamava tutti Ace in quel periodo ” quella non è una ragazza, quella con cui stai prendendo un drink è un uomo” E il soldato “Davvero Elvis?” “Sì, non crearci…….. alzati e vattene” Elvis tornò al suo posto e si sedette. Il ragazzo si alzo e se ne andò.
C’è stata un’altra cosa. Una sera uscimmo, per andare a vedere uno spettacolo. Si fermò un ragazzo e disse “Gee, vorrei dirti” Elvis era sempre vestito con l’uniforme quando usciva “Volevo dirti che è bello vedere un ragazzo che sta nell’esercito e che fa il soldato per il suo paese. E lui “Penso sia splendido” “Grazie” e disse il suo nome “il mio nome è questo e questo” Ed Elvis “Bene, il mio nome è Elvis Presley” E il ragazzo lo prese per mano e lo portò sotto la luce, dicendo “Dio mio, sei tu?” Ci siamo divertiti un sacco.

D. Ti ricordi altre cose di Parigi?

CH. Ci fu una volta quando era là Rex Mansfield,un buon amico di Elvis. Aveva sposato la segretaria di Elvis. Lui, Elvis ed io cantavamo gospel insieme e Rex era tenore e io facevo il baritono. Alle volte Elvis faceva il tenore e io facevo da primo. Stavamo n macchina seduti dietro e facevamo Beyond The Reef. Andavamo avanti e indietro dalla Torre Eiffel all’Arc de Triomphe, cantando tutto il tempo, praticamente le stesse canzoni tutto il tempo. Il fatto è che avevamo fatto la prenotazione al Lido. Elvis fermò la macchina e disse: “Lamar vai a cancellare la prenotazione. Noi stiamo qui e continuiamo a cantare”. Così continuammo ad andare su e giù cantando tutta la notte. Però ci piaceva fare cose di questo tipo.

D. Cosa significava essere con Elvis agli Champs Elisées. E’ vero che avete visto passare Mario Lanza?

CH. Non ricordo. No. Ma ricordo che stavamo in un piccolo hotel appena fuori dagli Champs Elisées. Si chiamava Prince de Galles. Era giusto dietro l’angolo, un posto carina. Dissero ad Elvis: “Adesso Elvis puoi andare a passeggiare per Parigi. Perchè non è nella natura dei Parigini di importunare le celebrità. Così andammo a fare una passeggiata e mentre camminavamo per gli Champs Elysées, sembrava stesse passando Charles De Gaulle, perché tutta la gente era addosso ad Elvis. Letteralmente, ci mettemmo a correre fino al teatro, comprammo i biglietti, entrammo, chiamammo un taxi che arrivò sul retro. Attraversammo il teatro, per uscire dal retro e tornammo in hotel. Così è finita la nostra passeggiata a Parigi.

D. Chi erano gli idoli di Elvis?
CH. Elvis amava tutta la musica e aveva un sacco di albums, di vari artisti del Country, del Pop e del Gospel. Ascoltava spesso Mario Lanza. Anche a Memphis, da giovane, Elvis andava in un posto che si chiamava Blues Alley e passava ore ad ascoltare cantanti blues. Teneva anche musica sinfonica. Apprezzava vari generi e stili musicali, anche se adorava il Gospel di JD Sumner e gli Stamps Quartet. JD ed io, per 40 anni, siamo stati grandi amici. Spesso, JD permetteva ad Elvis di entrare dalla porta sul retro, per sentir cantare i Blackwood Brothers. In quei giorni Elvis era molto povero e non poteva affrontare una spesa per vedere il gruppo, così JD lo lasciava entrare. Elvis non ha mai dimenticato quello che JD fece per lui.
D. Da chi è stato musicalmente influenzato?
CH. Ne rimarrete sorpresi, ma Elvis aveva certi suoni che usava come, quella che lui chiamava il suo Billy Eckstein, la voce di “Fame and Fortune”. Amava la voce di Mario Lanza e riusciva a cantare alto come Mario Lanza. Elvis arrivava a 3 ottave, il che è fantastico per un cantante non addestrato. Lasciami dire che Elvis, nella sua vita, non ha mai preso lezioni di canto. Tuttavia, la nota più alta che Lanza abbia mai fatto era la C e io ho sentito spesso Elvis farlo sul palco.
D. Qual’era l’album preferito di Elvis?
CH Penso che Elvis avesse una gamma di album da scegliere, ma credo cadesse sempre nel Gospel.
D. Tu sei apparso in parecchi films?
CH. Ero in Clambake e facevo il barbiere. Brevissimamente su Carro, dov’ero un messicano nella scena in cui Elvis entra in città. In Stay Away Joe, ricordo uno dei momenti più divertenti, in cui c’è una scena nel film dove, nella casa, è in corso una lite. Elvis guarda fuori dalla porta, dove io sto con la band. La camera sta riprendendo Elvis dalla parte sinistra ed Elvis dice: Ragazzi volete suonare qualcosa, qui c’è un po’ di confusione” Entrambi siamo scoppiati a ridere ed era una cosa non prevista nella sceneggiatura. Il motivo per cui siamo scoppiati a ridere in quel modo è che faceva molto freddo e il naso di Elvis stava colando.
In un’altra scena, in cui Elvis sta per essere inseguito da sua madre, Elvis la prende e scoppia a ridere. Era successo che io e Joe Esposito eravamo inginocchiati per terra, fuori dalla camera. Joe disse “Hey Charlie afferra Elvis tra le gambe” E io “ No, fallo tu” Elvis si accorse e scoppiò a ridere.

D. Quali sono i films che pensi gli siano veramente piaciuti, al suo ritorno dal militare?

CH. Beh, ricordo una volta in “Charro”, che fu uno dei film in cui non cantava, ed eravamo in studio. Stavano preparando la scena ed Elvis era in piedi, fuori dal porticato. Lo raggiunsi e mi disse : “Charlie, sto iniziando a pensarla come questo personaggio” Il desiderio più profondo di Elvis era recitare in qualche parte seria e invece gli avevano fatto fare sono musicals di serie B.

D. Ti ha mai detto che genere di film voleva fare?

CH. Non si può dire una cosa del genere. Come chiunque altro avrebbe dovuto leggere la sceneggiatura e valutare se era buona. Invece, prima che arrivasse a lui, tutto doveva passare attraverso il colonnello,. Infatti, ti dirò. Ho fatto il film di Dick Clark, con Kurt Russel. E, nel film, Shelley Winters interpretava sua madre. Lei disse che aveva visto il provino di Elvis e sentito Hal Wallis che disse al Colonnello Parker: “Colonnello, noi pensiamo che Elvis possa davvero fare film serio. Attenzione parliamo di Hal Wallis, il produttore. Si suppone che il Colonnello disse: “Beh, sono questi musicals che ci fanno fare i soldi. Quindi continueremo con questi”. Elvis non venne mai consultato per questo. Ecco quello che mi disse Shelley Winters, mentre giravamo il film.

D. Qual’era la co-protagonista preferita di Elvis tra Ann-Margret e Shelley Fabares?

CH. Penso che fosse Shelley Fabares. Li ho visti iniziare alcune scene dove Elvis doveva cantare. Nella canzone c’era una P (Puppet In A String). E quando lui faceva la P nella canzone, si scompigliavano i capelli di lei…… e iniziavano a ridere. Norman Taurog, il regista preferito di Elvis, li mandò a casa. Disse “Gireremo domani, andate a casa” Tornarono il giorno dopo e finalmente riuscirono a fare la scema. Amava girare con Shelley. Gli è piaciuto anche girare il film con la figlia di Frank Sinatra, Nancy, si divertì moltissimo.
Si divertiva molto anche con Bill Bixby. Prendevano le biciclette e si allontanavano dal set. Ere un modo per rilassarsi mentre si aspettava di rientrare sul set. Alle volte ci volevano 45 minuti o un’ora prima di riprendere a girare una scena che poteva durare anche solo 3 minuti.

D. In quei periodi, tu e gli altri ragazzi uscivate?

CH. Ricordo una volta che Red West ci parlò di un club,,, che più tardi è diventato famoso, il Palombino Club e facevano un sacco di film. La prima sera che ci siamo andati, e o 3 ragazzi che si picchiavano. Diciamo “oh oh, c’è una lite” e così siamo andati via.
Più avanti c’era un altro posto dove avevamo l’abitudine di andare che si chiamava Red Velvet e di cui conoscevamo i proprietari. Elvis non ci andava, ma i ragazzi sì. Era un posto per rilassarsi e potevano sentirsi al sicuro. Come ho detto il Palomino era alla moda. E quando divenne più moderno, cominciò ad essere frequentato da grandi stars che suonavano. Infatti, è la che incontrai James Burton. Ci andavo spesso. James, che in quel periodo lavorava con Ricky Nelson, arrivò e si sedette. Glen D. Hardin anche era là a suonare il piano. Così andò bene perché quando per Elvis arrivò il momento di andare a Vegas. Ricordo che Lamar Fike molto preoccupato, disse “Chi può prendere Elvis come chitarrista, visto che Scotty Moore non suona più?” Io dissi “James Burton” e lui “Bravo hai ragione”.
Dovevo andare a Reno e Las Vegas e Lake Tahoe per lavorare all’Harrah Club, per le prove di uno show. Quella volta non lo capivo. Quando, per Elvis, arrivò il momento di tornare a Vegas, aumentai l’esperienza nei nostri shows. Parlavamo di quello che dovevamo fare e di tutto. La mia esperienza on the road con Jummy Wakely mi insegnò ciò di cui, più tardi, avrei avuto bisogno di fare per Elvis. Come ho detto ad altre persone…. Dio mi ci ha messo…. Lui mi ha permesso di fare ciò che volevo fare quando iniziai in un quartetto gospel. Poi mi ha messo dove voleva mettermi. Il servizio militare e poi Hollywood con Elvis, poi con Wakely in Nevada, ho imparato tutto quello che mi sarebbe servito per Elvis.
“Come si può finire uno show cosi?” chiese Elvis un giorno durante le prove “ E io dissi “Sarebbe bello e diverso se tu lo finissi con una ballata come “Can’t Help Falling In Love” e poi con un’uscita hard rock, improvvisata. In questo modo non capiranno mai che hai finito il concerto con una ballata” “E’ vero, va bene, è diversa” disse Elvis “Can’t Help Falling In Love” divenne la sua firma, quella con cui finiva e non la cambiò mai. Ricordavo che Jimmy Wakely, qualche volta, chiudeva con una ballata simile. Era bello ed ora è parte di Elvis.

Priscilla e Lisa

D. Puoi raccontarci del Circe G Ranch?

CH. Elvis l’aveva voluto per lui e Priscilla e insieme, andavano molto a cavallo. A Graceland c’erano solo 13 acri. Così cominciò a cercare un posto e trovarono questo, di 165 acri, che era confinante e il proprietario voleva venderlo. Così Elvis lo acquistò, ci mise i suoi cavalli, avendo così a disposizione 165 acri per correre. Loro avevano anche del bestiame incluso nella vendita. Il ragazzo che seguiva il bestiame, alla fine, fece un recinto tra la roulotte di Elvis e il resto della fattoria. Così, Elvis vendette tutto il bestiame.E’ stata un periodo in cui ci siamo divertiti molto ed Elvis adorava stare all’aperto. Indossava una vecchia grande giacca, una di quelle western e il suo cappello da cowboy. Andava nella stalla ed ad ogni cavallo aveva dato un nome. Diceva “di papà” non “di Vernon”. Così mise Daddys, Priscillas, Mine. Non mise il suo nome….. scrisse Mine.
Quando arrivammo, all’inizio, c’era un posto dove tenere il cavallo, ma Evis disse “Ne costruiamo uno nuovo” ed io “No Elvis, la stalla è a posto, l’unica cosa di cui ha bisogno è essere ridipinta e se la fai bianca diventa bella” E così fece, permettendosi, così, di risparmiare altri soldi, cosa che sia io che Joe cercavamo di fare, visto che sapevamo bene, quanto la gente facesse di tutto, pur di fargli spendere soldi.
Anche quelle volte in cui, conoscendo Elvis, avrebbe comprato Cadillacs a tutti. …….Una volta andò e comprò splendide Cadillac e altro. Tornò a casa, mi chiamò nella sua stanza e disse: Ho comprato una macchina a Steve come regalo di matrimonio. Voleva una Cadillac. Cosa ne pensi?” Risposi “Elvis, con il suo stipendio, non è in grado di affrontare il costo dell’assicurazione che c’è, su una macchina così. Ed Elvis “Pensavo proprio a questo. Volevo prendergli una Pontiac o qualcosa di simile” ed io “Sarebbe molto meglio” Così gli regalò una Pontiac.
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