Discussione: The Death Of Gladys
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Vecchio 14-08-2007, 06:57
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Ge712 The Death Of Gladys

Oggi ricorre l'anniversario di un avvenimento che ha segnato, per sempre, la vita di Elvis: la morte di sua madre Gladys.

Ecco la traduzione, dell'ultimo capitolo del libro ELVIS AND GLADYS di Eliane Dundy (a cui si è rifatto anche Guralnick per la mitica biografia)



LA MORTE DI GLADYS

Red West ricorda l’ultima volta che andò a trovare Gladys a Graceland. Era Febbraio del 1958. Come descrive in Elvis, What Happened?, Elvis era ad Hollywood e “Io e la signora Presley stavamo seduti e chiacchieravamo….. Sapevo che c’era qualcosa che non andava in lei. Non potevo giurarlo, ma lo percepivo dal modo in cui parlava. Dio mio, questa donna sapeva che stava per morire. Non ha mai detto niente in tal senso, ma il modo in cui parlava era come se fosse tutto finito……….. Quando mi alzai per salutarla, mi richiamò e disse quello che le avevo sentito centinaia di volte…….. “Vigila sul mio ragazzo!” Questa volta però lo disse in modo diverso, era una specie di, non so, una sorta di suono definitivo, nella sua voce, come se fosse l’ultima vota che me l’avrebbe detto”.
La percezione di Red su Gladys coincide assolutamente con lo stato mentale che, inevitabilmente, accompagna l’attacco dell’epatite, una delle malattie più insidiose e subdole, che poi avrebbe portato Gladys, alla morte.
L’epatite è una parola di copertura che viene usata per definire qualsiasi danno al fegato, provocata da una varietà di agenti tossici, da quello per un’infezione viralem all’alcool, anestetici, droghe o altra categoria definita veleno. Entrando più in profondità sulla sua patologia e consultandomi con specialisti di questo campo, si rimane sorpresi non solo per la molteplicità di varianti, di questa malattia molto comune, ma soprattutto per l’estrema difficoltà di diagnosticarne una qualunque di esse. Per esempio, una delle sue forme più serie, meglio conosciuta come epatite cronica attiva (aggressiva), nonostante spesso risulti un attacco al fegato e/o cirrosi, nella maggior parte dei casi, non è evidente l’alcolismo. Perciò se chi ne soffre, non lo dice al medico, questo può protrarsi per mesi o anni, prima che il medico possa accorgersi di eventuali danni al fegato. A prescindere dalla tipologia di problema al fegato, i sintomi sono sempre gli stessi, clinicamente descritti come malessere, apatia, debolezza, sonnolenza, nausea, scompensi addominali, mal di testa e suscettibilità.
Chiunque abbia avuto l’epatite sa che il termine malessere è un termine laico che intende una depressione ben specifica, che vista la sua intensità è quasi vicina al suicidio.

Nel caso specifico di Gladys, quello che successe fu che, non solo la sua intera famiglia, ma ora anche in lei la depressione aumentava con l’aumento dell’ansia per Elvis e il servizio militare. Le visite del Dr. Evans a Graceland erano frustranti, non essendo stato informato di un indizio di vitale importanza che riguardava lei e la sua famiglia e che veniva tenuto segreto: la predisposizione verso l’etilismo. Anche se lui l’aveva sospettato e le aveva fatto fare degli esami del sangue, per valutare il funzionamento del fegato ed i risultati erano irrilevanti.
Nonostante il grande sconforto in cui Gladys si trovava, per i 60 giorni, in cui Elvis girava il film, tornò caparbiamente a Graceland. Lo sforzo di essere sempre ben vestita, incombeva su di lei e, appariva vestita principalmente con quel suo nuovo cappotto rosa, che Elvis le aveva comprato quel Natale. Pur se la strada che percorreva fosse dalla camera da letto alla cucina e ritorno, vedeva che questo faceva passare i giorni e a causa della nausea che aumentava, doveva farsi aiutare nei lavori domestici, sempre di più
Quella Gladys stava inconsciamente, cercando di morire. Una visita all’ospedale, per lei non significava migliorare la sua vita, ma indebolirla. Non aveva importanza quanto si sentisse male, significava essere egoista e rendere pubbliche le sue fragilità, proprio quando Elvis non necessitava di essere turbato da ulteriori preoccupazioni. Lui, al contrario, aveva bisogno di ricordare quell’illusione infantile, che era la sua forza.
Il Dr. Evans era convinto che la sua malattia fosse provocata dai calcoli. Riteneva che questi provocassero il continuo gonfiore e spiegò a Lilian, che, se non venivano seguiti e curati, potevano provocare un cancro. Gladys necessitava di essere portata urgentemente all’ospedale. Ma lei, ancora una volta, rimandò. Al limite, insistette lui, sarebbe stato importante che quelli che le stavano intorno, si assicurassero che prendesse le medicine che lui le aveva prescritto e che avrebbero potuto sciogliere i calcoli. Ma quando Gladys aveva bevuto, si dimenticava di prendere i farmaci. Quanto le costasse sottomettersi alla malattia, è evidente nelle fotografie scattate con Vernon ed Elvis, al momento del suo reclutamento.
L’intrusione di macchine fotografiche e stampa, in quel momento, fu una delle cose di cui lei ne risentì profondamente. Chiaramente arrabbiata dietro una smorfia e un’espressione di sopportazione, pur collaborando, rifiuta di sorridere alla gente e di guardare dentro la macchina fotografica. In una fotografia è seduta, fissando nel vuoto, rifiutandosi di partecipare al bacio di Elvis; in un’altra, sta in piedi ma non fa alcuno sforzo per nascondere il fatto che è solo per compiacere ad Elvis, tenendogli la mano, dietro la schiena. Quella su cui non c’è alcun dubbio, è l’ultima foto di quell’infelice momento, in cui è totalmente a terra, dove il viso è ormai gonfio, come se avesse pianto e con profonde occhiaie sotto gli occhi.
A questo punto si è completamente dissociata da chiunque, incluso Elvis, che sta seduto vicino a lei, chiusa in un dolore che nessun anestetico avrebbe potuto alleviare. Miracolosamente,in quelle prime ore del mattino di quel lunedì, 24 marzo, quando Elvis arriva nel luogo di reclutamento, accompagnato dai suoi genitori, Gladys, che si intravede nei filmati, appare un donna ricca di dignità. Vestita con un nuovo soprabito primaverile in onore di questa importante occasione pubblica, Gladys, mentre entra nell’edificio, appare gentile ma attenta testimone del suo giuramento e sembra non faccia nessuno sforzo. Il gonfiore del suo viso è magicamente scomparso, rivelando la massima delicatezza dei suoi lineamenti.
Tra i suoi amici raccolti per salutarlo, che come riferisce la stampa sono Patsy Presley, Judy Spreckles, Janet Hall, Bonnuie Underwood, Cliff Gleaves, Lamar Fike e Anita Woos (definita semplicemente come “artista di Memphis” nonostante fosse la fidanzata di Elvis già dal mese di luglio dell’anno prima) Gladys guarda Elvis e i suoi compagni che salgono sul pullmann, che li porterà al Kennedy Hospital per i controlli. Solo in questo momento la vediamo che discretamente, si asciuga le poche lacrime che le scendono. Solo poco dopo avrà il crollo.
Elvis arriva a Fort Chafee, Arkansans di Elvis, per ricevere le istruzioni, fare gli esami fisici, i test di attitudine e il taglio dei capelli. Il Colonnello Parker rimase presente per 3 giorni, assicurandosi la presenza dei media, affinché venga reso pubblico qualsiasi centimetro del corpo di Elvis, le sue azioni e reazioni, Tutto viene filmato fino al momento in cui Elvis e gli altri verranno definitivamente spediti, dal Maggiore Schultern a Fort Hood.
Durante il periodo a Fort Hood Elvis è apprezzato per il suo comportamento, per il modo di presentarsi di fronte ai superiori, manifestando sempre un’educazione congenita, modestia, senso dell’humor e una gran senso del dovere, impegnandosi sempre fisicamente negli addestramenti, nelle lunghe marce. Fuori dalla base, con i suoi amici, invece esprimeva quanto odiasse l’arma. Di grande aiuto fu il fatto che, quando era fuori servizio, poteva ricevere visite. Il disk jockey Eddie Fadal, gli aprì la sua casa e sua moglie cucinava per Elvis e i suoi amici, inclusa Anita Wood, che lo andava a trovare ogni fine settimana.
Elvis, insieme ai suoi genitori, andò alla prima del film King Creole.
Ciò che Gladys vide all’inizio del film, guardando la famiglia Fischer, il figlio Danny (Elvis), sua sorella e il padre, un uomo a pezzi, sempre avvilito per la morte della moglie, avvenuta un anno prima, sembrava una fredda premonizione che doveva averle gelato il sangue.
La popolarità di Elvis continuava ad aumentare. Non era più il ragazzo cattivo, ma il bravo ragazzo diventato eroe per essere il più grande simbolo della democrazia americana. A questo punto Elvis stesso diventò più ottimista: aveva una ragazza, di cui probabilmente era innamorato (molto diversa da Gladys, perché bionda, piccola, con ambizioni di far carriera), i soldi della RCA, della merchandising, dei films. Aveva dimostrato a se stesso di essere un buon soldato e un attore promettente e aveva la benevolenza di tutti. Con la sua fede in Dio, ogni cosa sembrava andasse per il verso giusto ………. Non era quello che diceva sempre la mamma? Diceva spesso. Ed aveva fiducia di riuscire a risolvere il problema per la situazione in cui si trovava sua mamma, oggi così lontana dalla splendida forma che di lei aveva sempre conosciuto, standole vicina e prendendosi cura di lei.
Dopo l’addestramento di base, tutti i soldati di Fort Hood aveva il permesso per vivere fuori dalla base. Elvis prima affittò una roulotte e poi una casa più comoda, con 3 camere da letto, nelle vicinanze di Killeen.
Una settimana dopo essere tornato alla base, alla fine di giugno, venne raggiunto da Gladys, Vernon, Minnie Mae e Lamar Fike. Con meno di 2 mesi di vita davanto, Gladys era stata portata a 400 miglia di distanza in una calda e rovente estate del Texas, così lei ed Elvis potevano stare insieme. Cosa può esserci di più confuso e imbarazzante di una madre e suo figlio che ragionano solo con le loro emozioni?
Per gli ultimi pochi mesi, ritirandosi sempre di più nel perimetro della sua camera da letto, Gladys, aveva in comune con gli altri malati di epatite, tutti i sintomi della malattia, lasciadosi andare in morbide fantasie sulla sua morte. La sua fede le aveva promesso la pace eterna, la libertà dalla sofferenza e il benvenuto tra le braccia di Gesù…..
Ora, per la prima volta, Gladys si trovava in un nuovo ambiente, la confusione di una città che era una base militare. Ma Elvis era nuovamente nella sua sfera. Lo shock del cambiamento aveva ancora una volta avvallato le sue sensazioni. Per il momento, le sue dolci fantasie erano state accantonate, e il suo spirito combatteva contro il suo destino. Iniziò ad arrabbiarsi con quella casa in affitto, dove, goffamente, cercava di trovare la strada in mezzo a mobili che, improvvisamente, facevano di tutto peri farla inciampare, si infuriava con quella strana cucina, dove non c’era niente di ciò che avrebbe dovuto esserci e che, logcamente, non riusciva a trovare. Così come degli effetti di famiglia che avevano portato, non c’era nulla di quelli che lei voleva.
Sfogava la sua rabbia su Vernon oppure, per un altro verso, implementava la sua ansia per Elvis. Nessuno e niente veniva risparmiato dall’ irascibilità di questa donna morente che continuava a combattere per la sua vita. Poi, si sentiva piena di rimorsi e si rimproverava, per ciò che causava e per il dolore che provava e tornava a bere, per nuovamente ritrovarsi nella salvezza dell’oblio.

L’inizio della fine arrivò la prima settimana di Agosto. Questo è il momento in cui le condizioni di Gladys erano diventate sufficientemente serie, da richiedere l’immediato intervento di un medico.
Anche se la sua pelle era diventata gialla per l’itterizia, il medico locale non fu in grado di determinare la causa della sua malattia. Telefonarono al suo medico personale, ma lui non poteva curarla perché non poteva esercitare fuori dalla giurisdizione del Tennessee. Gladys doveva tornare a Memphis, quanto prima. Una giornata intera andò persa, perché Gladys rifiutava l’aereo ed Elvis, per poterla accompagnare, a casa, in treno, tentò di ottenere un permesso per il fine settimana, ma senza successo. Venerdì 8 agosto Elvis accompagnò in macchina i suoi genitori a Fort Worth e li mise sul treno, per Memphis.
Immediatamente, subito dopo il loro arrivo a casa, alle 14.00 del sabato, Gladys si trovava nell’ambulatorio del suo medico, e nel tardo pomeriggio venne portata al Methodist Hospital.
Furono coinvolti quattro specialisti, ma a parte trarre la logica conclusione che fosse un’epatite, non riuscirono ad accordarsi sulla causa che l’aveva scatenata.
Da quel momento, la stampa emetteva dei resoconti giornalieri su Gladys. La sua età veniva indicata come 42, la sua malattia era definita “itterizia e disturbi alimentari” e la sua condizione “molto malata, ma non in pericolo”.
Passarono il sabato e il lunedì e i bollettini la definivano sempre più grave.
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