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Vecchio 22-08-2007, 07:16
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[Cult ] - 16/08/2007 (h.13.53)30 anni dalla morte di Elvis Presley

Grandi celebrazioni a Graceland per l'anniversario della scomparsa del re del Rock 'n' Roll



(AGM-LSP) A trent’anni esatti da quel tragico 16 agosto del 1977 in cui il grande Elvis Aaron Presley si spense per aritmia cardiaca, stroncato da un cocktail di farmaci e barbiturici, migliaia di suoi fan in tutto il mondo celebrano il suo mito. Centro di tutte le celebrazioni è naturalmente Graceland, la residenza del cantante che negli anni si è trasformata in un gigantesco mausoleo-museo visitato ogni anno da 600 mila persone, dove sono attese alcune decine di migliaia di fans provenienti da tutto il mondo per sfilare davanti alla tomba del re del rock ‘n’ roll. La grande veglia che si è svolta ieri sera a lume di candela è stata l’apice della Elvis Week, un’intera settimana di eventi dedicati al mito di Elvis organizzata a Memphis e dintorni dalla Elvis Presley Enterprises.

“Prima di Elvis non c’era niente” ha detto un giorno John Lennon e probabilmente aveva ragione. Eppure forse in pochi avrebbero scommesso su quel ragazzino originario di Tupelo, nel Mississipi, che a dieci ani strimpellava la chitarra regalatagli dalla madre. Dopo un infanzia trascorsa ad ascoltare la musica nera trasmessa dalle radio di Memphis il giovane Presley incomincia a lavorare svolgendo varie mansioni tra cui anche quella di camionista fino a quando un giorno non decide di entrare al “Memphis Recording Service" per incidere due brani, "My Happiness" e "That's when your heartaches begin", da portare come regalo a sua madre. Nel 1954 Elvis torna in sala di incisione e qui viene notato da Sam Phillips, proprietario della Sun Records. É l’inizio del mito, nel giro di due anni il giovane ragazzo di Memphis diventa il re del Rock ‘n’ Roll. Nel 1958 Presley viene chiamato per il servizio militare e spedito con i suoi commilitoni in Germania e durante questo periodo conosce Priscilla Beaulieu, che diventerà sua moglie e che dieci anni più tardi metterà a al mondo sua figlia Lisa Marie Presley.

Gli anni ’70 segnano la sua consacrazione definitiva davanti al pubblico mondiale con oltre un migliaio di performance dal vivo tenute negli Stati Uniti in poco più di sei anni fino all’apice della sua popolarità con il grandioso concerto alle Hawaii, Elvis: Aloha From Hawai, che venne trasmesso via satellite in tutto il mondo raccogliendo davanti alla tv, si stima, oltre un miliardo di spettatori. Dietro il personaggio pubblico però l’uomo stava incominciando a cedere sotto il peso dello stress eccessivo e preso Elvis si trova schiavo dei farmaci e della droga fino alla sua morte nel 1977. Una morte improvvisa cui ancora oggi molti fan non si rassegnano alimentando leggende che lo vorrebbero ancora vivo con una nuova identità.

Quello che è certo è che Elvis è ancora vivo nel cuore dei suoi fan come aveva previsto dopo la sua morte il suo manager, il colonnello Tom Parker: “Elvis non è morto. È morto il corpo. Questo non cambia nulla”. Una premonizione che a trent’anni di distanza si conferma in tutta la sua veridicità. Il successo raccolto da Elvis in vita è innegabile e a testimoniarlo basterebbe il miliardo di dischi venduti durante la sua carriera ma è altrettanto innegabile che il suo mito sia cresciuto a dismisura dopo la sua morte tanto da portare milioni di dollari nelle casse della società che gestisce l’immagine del cantante scomparso, 42 milioni di dollari tra il 2005 e il 2006 stando a quanto ha stimato la rivista specializzata Forbes. Forse è proprio vero: che Elvis sia morto o meno infondo non cambia nulla.
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