Re: 15/08/2007 Larry King Con Priscilla A Graceland
KING: L’hai raccontato molte volte, ma come hai conosciuto Elvis?
P. PRESLEY: Oh, Dio mio.
KING: Eri una ragazzina sveglia .
P. PRESLEY: Sì. Questo è certo, ma è passato molto tempo. Quando avevo 14 anni, l’ho raccontato molte volte, penso che la gente sia stanca di sentirlo. Ma lo farò.
KING: Dai fallo, brevemente.
P. PRESLEY: OK. L’ho incontrato quando avevo 14 anni. Ero in Germania e anche lui era stato mandato in Germania. Fui invitata a casa sua. Ero all’Eagle Club, un posto dove anadavano le famiglie dei militari, per pranzare e stare insieme. Stavo scrivendo delle lettere ai miei amici, che mi mancavano molto. C’era un ragazzo con sua moglie. Mi presentò e mi chiese che facessi lì e quanto mi sarei fermata.
Dio mio, ero lì da solo 3 settimane. Mi chiese se mi piaceva Elvis e se mi andava di incontrarlo. Dissi di sì. Sto raccontando molto velocemente, per andare avanti.
Dissi che dovevo chiederlo ai miei genitori, mai immaginando che l’avrei incontrato. E…
KING. Ti sei innamorata a 14 anni? Oppure è stato a 14 anni che……..
P. PRESLEY: Era difficile non innamorarsi. Sai, quando ho conosciuto Elvis, era un Elvis molto molto diverso.
Era vulnerabile, gli mancava moltissimo casa sua. Gli mancava Graceland, Aveva appena perso sua mamma. Soldato, distrutto visto anche che non era riuscito mai a piangere per la perdita di sua mamma. Poi, si trovava anche in un paese straniero e incapace di……….
KING: Una bella storia, però. Ecco qui ci sono qui alcune cose. Cos’è questo?
P. PRESLEY: Allora, questo è il suo portafoglio. Questo è quello che teneva con sé.
KING: Un portafoglio di una volta.
P. PRESLEY: Non lo teneva in tasca, ma lo teneva nel suo kit nero. Sì, ora è di vecchio stile.
KING: Nel suo cosa?
P. PRESLEY: Parliamo di 30 anni fa.
KING: Lo teneva nel suo cosa?
P. PRESLEY: Oggi è una cosa superata. Lo teneva nel kit che portava con sè, per avere, con sè tutte le cose personali.
KING: E questo è portafoglio vero?
P. PRESLEY: Sì questo è quello reale, dove teneva le sue tessere. Aveva una foto di lui con sua figlia. Era venuto un fotografo in casa e queste erano le nostre foto personali. E i distintivi, sia quello della polizia che della narcotici, sceriffo e del distretto di polizia…..
KING: Teneva anche soldi?
P. PRESLEY: Elvis difficilmente aveva soldi. Era difficile che tenesse soldi con sè.
KING: Mi prendi in giro?
P. PRESLEY: No. No. Aveva sempre qualcuno intorno a lui.
KING: Cosa sono questi occhiali?
P. PRESLEY: Gli occhiali, questi sono gli occhiali con il suo marchio. Hanno “TCB” ai lati. Al tempo andava in una boutique che si chiamava Optique Boutique, dove si fece fare tutti i suoi occhiali.
KING: Qui?
P. PRESLEY: No, a Los Angeles, sul Sunset Boulevard. Quello era il suo marchio...
KING: Sono occhiali da sole.
P. PRESLEY: Sì sono da sole. Ne aveva molti, in diversi colori.
KING: Li metteva anche sul palco?
P. PRESLEY: Sì, sempre.
KING: Cos’è questo ciondolo?
P. PRESLEY: Questo è un regalo che gli ho fatto, credo, nel 1967. Arriva dal suo gioiellere preferito, Harry Levitch. E’ un calendario, con dietro incisa la data del suo compleanno, con ai lati, rubini e diamanti. Sai, amava avere molta luce. Amava i gioielli e indossarli. Era prevalentemente uno che dava. Adorava fare regali più che riceverli. Questo e un altro (NON DECIFRABILE).
KING: Questo biglietto significa qualcosa?
P. PRESLEY: Sì, è il primo biglietto che ha fatto anche con Lisa. Il nostro biglietto era Elvis, Priscilla e questo è “Elvis, Priscilla e Lisa”. Perciò significa molto.
KING: Era già nata?
P. PRESLEY: Sì era appena nata ed era il suo primo anno. Quindi questo è il biglietto, che ha spedito a tutti I fans.
KING: Abbiamo una domanda inviataci via mail da Wayne in Santa Fe, New Mexico: "Cosa ti manca di più di Elvis?"
P. PRESLEY: Oh, cavoli. Cosa c’è che non manca. Elvis incarnava il fascino, il carisma, ma credo mi manchi la sua risata. Elvis aveva la risata più contagiosa che io conosca….. una volta che Iniziava a ridere, era finita. E alle volte era incontrollabile e non riusciva a fermarsi. E rideva anche per le cose più stupide. Aveva un grande senso dell’umorismo. Adorava divertirsi e giocare.
KING: Lo ami ancora.
P. PRESLEY: Sì è naturale. Quello che intendo è che era impossibile non amarlo.
KING: Lo amavi il giorno che avete divorziato?
P. PRESLEY: Assolutamente. Assolutamente. Io non ho divorziato perché non lo amavo. Sai, alle volte la gente cresce in modo separato e con diversi stili di vita. Era uno stile di vita, che per una donna era molto difficile da vivere. Molto difficile.
KING: Ne sono sicuro.
P. PRESLEY: Non è stato perchè non ci tenevo a lui o non lo amavo. Caso mai, lo amavo molto di più di quanto io stessa immaginassi, ma è stata una decisione molto difficile da prendere. E lui è rimasto sempre parte della mia vita ed era come se non fossimo divorziati.
KING: L’hai visto lavorare molto?
P. PRESLEY: Sì. Lo vedevo lavorare.
KING: Intendo quando eravate sposati, andavi a Vegas...
P. PRESLEY: Sì, sono andata a Vegas e ai suoi spettacoli. Quella volta, alle mogli non era tanto concesso. Quando Elvis lavorava, non gli piaceva doversi preoccupare della gente o di me che arrivavo. Era dura. Era difficile farne parte.
KING: E lui lavorava molto.
P. PRESLEY: Dio mio, se ha lavorato duro!
KING: Adesso torniamo indietro e diamo uno sguardo all’eredità di Elvis Presley: l’evento del 30° anniversario della sua morte. Siamo qui a Graceland, con Priscilla.
Rimanete con noi.
(INIZIA VIDEO CLIP)
UOMO NON IDENTIFICATO: E ha iniziato a instigare le ragazze con quel suo modo di muoversi e saltare e dominare su tutto il palco, capisci cosa intendo?
UOMO NON IDENTIFICATO: Giusto. E tu pensi che questo sia sbagliato?
UOMO NON IDENTIFICATO: Beh è qualcosa di pazzesco.
(FINE VIDEO CLIP)
(INIZIO VIDEO CLIP)
E. PRESLEY (CANTA): One, two, three, four. We've got to patch it up baby, patch it up, baby. Sing it, George. We can patch it up, baby. Patch it up with a whole lot of love.
(FINE VIDEO CLIP)
(BREAK PUBBLICITARIO)
(INIZIO VIDEO CLIP)
E. PRESLEY (CANTA): You ain't nothing but a hound dog, crying all the time. You ain't nothing but a hound dog, crying all the time. Well, you ain't never caught a rabbit and you ain't no friend of mine. Well, they said you was high class, well, that was just a lie. You know, they said you was...
(FINE VIDEO CLIP)
KING: Siamo di nuovo qui a Graceland.
C’è una folla incredibile qui, per l’evento del 30° anniversario della morte di Elvis. E noi siamo qui con la sua ex-moglie e vedova Priscilla.
Suppongo tu sia entrambe le cose, giusto?
P. PRESLEY: Oddio, non ci ho mai pensato! Non so……….
KING: Lo sei.
P. PRESLEY: Non lo so… -- (INCOMPRENSIBILE).
KING: Lo dico io ed è quello che penso. Giusto 3 decadi dalla sua morte.
Perché persiste la sua influenza….. anzi cresce?
P. PRESLEY: Quello che penso maggiormente, è che Elvis ha dato tanto. Non solo il suo talento, ma la sua passione, la sua compassione, la sua generosità. Non so se rivedremo mai più, qualcosa di simile. E sta aumentando. Ora abbiamo bambini di 6, 7, 8, 9 anni fino ai 13 che stanno scoprendo chi è Elvis, e si sta ampliando.
La nostra tipologia di visitatori di oggi sono ragazzi giovani. Quindi, ovviamente, lui aveva ed ha qualcosa a cui sicuramente la gente si aggrappa.
KING: Questo posto si ingrandirà, vero? Intendo che aggiungerete hotels, giusto?
P. PRESLEY: Sì. Sì. Abbiamo grandi progetti per poter espandere e renderlo molto migliore per i visitatori. Infatti abbiamo…… sono molto eccitata per quello che succederà.
KING: L’ha acquistata una grande società, è questo…..
P. PRESLEY: Sì è in società con noi e di base…………..
KING: E tu la conservi, giusto?
P. PRESLEY: Sì. Assolutamente.
KING: Così finanziariamente...
P. PRESLEY: Sentivamo sempre il desiderio di sviluppare dei progetti e questo ci ha dato le risorse per farlo. Per lungo tempo, siamo stati una società privata e se l’abbiamo fatto, è stato per poter attuare i progetti.
KING: Sembrerebbe sbalorditivo. E’ difficile riassumere l’impatto di Elvis Presley, ma se si guarda e si ascolta, qui c’è il senso di un’ eredità incredibile.
Guarda.
(INIZIA VIDEO TAPE)
E. PRESLEY (CANTA): Well, since my baby left me, well, I found a new place to dwell, well, it's down the end of Lonely Street at Heartbreak Hotel.
And I've been so lonely baby...
I'll be so lonely I could die.
KING: Elvis Aaron Presley è cresciuto con il gospel e il blues.
E. PRESLEY (CANTA): You tell me where does I go to the lord?
KING: E’ partito quasi come interprete country e poi ha fatto esplodere le porte, della rivoluzione del rock ‘n roll.
(telecamera): Quindi ha realizzato la sua grandezza?
MARLON BRANDO: Certo. Ritengo che tu possa vederlo, chiunque lo capisce vedendolo esibirsi. Sì
E. PRESLEY (CANTA): You ain't never caught a rabbit and you ain't no friend of mine.
BONO: Elvis Presley è il big bang del rock and roll. Tutto è arrivato da lì.
E. PRESLEY (CANTA): A one night hard man (ph).
KING: E’ difficile catalogare il suo sound.
E. PRESLEY (CANTA): Is what I'm now...
KING: Il suo modo di stare sul palco – il sudore, le rotazioni, il sesso, impossibile da controllare
JOHN LENNON: Sai, quando eravamo ancora a Liverpool, andavamo a vedere quei film con Elvis e altri e quando lui arrivava sullo schermo, tutte gridavano. Così pensavamo…… questo è un bel lavoro.
KING: La sua influenza sulla musica e la cultura originali, resistono.
BILL CLINTON, PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI (CANTA): you know I can be found...
E’ tutto quello che so fare.
E. PRESLEY (CANTA): Sitting home all alone.
We're caught in a trap. I can't walk out...
KING: James Brown ha dichiarato che lui non era un amico di Elvis. Era suo fratello.
Bob Dylan ha detto che ascoltare Elvis per la prima volta è stato come uscire di prigione.
E. PRESLEY (CANTA): Let's rock. Everybody, let's rock.
KING: Si stima che Elvis Presley abbia venduto più di un miliardo di dischi. E’ più di chiunque altro e vende ancora, canta ancora, vive ancora.
E. PRESLEY (CANTA): I'm just a hunk, a hunk of burning love. I'm just a hunk, a hunk of burning love.
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