Re: INtervista a Terry Blackwood-Imperials
D. Ho sentito un sacco di racconti per il fatto che, nella sua suite,cantavate Gospel tutta la sera.
Jim: (ride) Era letteralmente tutta la notte!
Terry: Lo facevamo dopo il secondo spettacolo, verso le 2.30 e, almeno una volta alla settimana, ci invitata nella sua suite e stavamo alzati tutta la notte. Stavamo alzati e cantavamo fino al sorgere del sole.
D. E facevate solo Gospel?
Entrambi annuiscono
D. Che tipo di canzoni gli piacevano?
Terry: Gli piacevano gli spirituals neri, specialmente The Golden Gate Quartet, Jimmy Jones. Amava tutte quelle canzoni vecchie (cantate con la voce da basso) “Father Long……” Ti ricordi……? Dice rivolto a Jim
Jim : (canta) Father along (ride)
Terry: La suonava in continuazione e anche molta della musica del vecchio quartetto di The Statesmen, The Blackwoods….. amava tutta quella musica.
D. Nel 1971, con lui a Nashville, avete inciso un album di canzoni Gospel contemporanee (He Touched Me) e credo che parecchie di quelle canzoni erano già state incise dagli Imperials.
Jim: Noi eravamo sempre più avanti del nostro tempo. Noi, come gruppo, gli Imperials, avevamo moltissima gente che non amava proprio tutto ciò che facevamo.
Terry: Altri cantanti! (ride)
Jim: Altri cantanti, sì.. ma Elvis ascoltò il nostro programma, ci pensò su e, visto che gli piacevano, incise tutte le canzoni che avevamo già inciso noi. Diede loro un tocco di qualità superiore e, queste canzoni, sono diventate sue.
D. A quel punto avevate già fatto molti concerti con lui, ma com’era lavorare con lui in studio?
Terry: Era divertente, perché se hai notato, di solito, quando siamo in studio, le persone che registrano stanno in piedi davanti al microfono, stretti al microfono e cantano. Elvis teneva il microfono in mano e andava su e giù per lo studio, facendo le mosse come se fosse sul palco! (ride) Credo che entrasse nella canzone. Non aveva l’abitudine di stare in piedi, lì con un microfono davanti alla facci. Doveva tenerlo in mano. Era sempre molto in movimento.
D. Tra quelle che avete cantato con lui, qual è la vostra canzone preferita?
Jim: E’ come dire “Quale dei tuoi figli preferisci?” Non è una bella domanda! (ride)
D. Ho letto che Elvis si infuriò, in studio, durante la session del 1971, perché era arrabbiato con le ragazze che non riuscivano a fare bene la loro parte. Voi eravate presenti? Vi ricordate cosa è successo?
Terry: Non lo ricordo per niente
Jim: L’ho già sentita questa storia e non ricordo che sia successo. Ma è vero che non c’eravamo sempre…. Alle volte andavamo in un secondo momento e, quando lui non c’era, sovra incidevamo. Ma non ricordo che sia successo…… Non era assolutamente il tipo di persona che si sarebbe arrabbiato ed esploso in studio, Non l’ha mai fatto. Anzi sarebbe rimasto lì fino a che non andava bene. Voleva ogni cosa perfetta e che fosse lui o le cantanti o i musicisti, tutti sarebbero rimasti fino a che non fosse perfetta. No, non che non abbia mai mostrato il suo carattere e non si sia mai arrabbiato, ma non da diventare una furia e scatenarsi contro qualcuno, in studio.
D. Che valutazione date alla voce di Elvis Presley?
Terry: Probabilmente potrebbe essere considerato un baritono, ma riusciva a raggiungere note che la maggior parte dei baritoni non riescono a raggiungere, così….
Jim: Aveva una scala ampia
Terry: Devi dire che la sua grande abilità derivava da un desiderio enorme di fare le canzoni come lui le voleva, Questo significa che poteva raggiungere anche note alte. Sentiva il desiderio, aveva la volontà di eccellere su ciò che era capace di fare. Spesso penso che è proprio quando parte l’adrenalina e la canzone si sta realmente gonfiando, che riesci ad avere quella capacità che normalmente non hai. Grazie al suo desiderio di eccellere e dare il meglio,riusciva ad avere un range tremendo. Ecco perché riusciva fare un sacco di cose che altre persone non riescono a fare.
D. Perché la vostra “società” con lui termina alla fine del 1971?
Jim: Come ho detto prima, c’erano problemi di impegni. Lui iniziò a lavorare moltissimo e aumentò i suoi impegni, e, di fatto, ci voleva. Ma noi non potevamo farlo. Lavoravamo anche con Jimmy Dean, il cantante country. Non era perché non lo volevamo, era perché non potevamo. Avevamo molti concerti con Jimmy, e altri nostri. Alle volte Elvis diventava un last minute e questo risolveva il problema.
Terry: Dovevi essere disponibile in ogni momento. Questo non necessariamente è sbagliato se è quello che tu vuoi fare e noi potevamo anche volerlo, ma c’erano anche altri impegni. Non era giusto cancellarli.
D. Poi, siete rimasti in contatto con lui?
Terry: Non molto, ma ti dirò, rimasi sconvolto a vederlo alcuni anni dopo. Era un po’ aumentato di peso, rispetto a quando lavoravamo con lui. Ne rimasi sorpreso, ma aveva ancora la sua voglia di fare. Stava invecchiando ed era più dura cantare tutte quelle canzoni….I suoi concerti gli richiedevano molto impegno. Cantare e saltare…. Richiedevano tanto. Diventava sempre più difficile.
D. Nel corso degli anni, è stato detto molto circa il suo abuso di droghe. Avete mai riscontrato che lo facesse?
Terry: Tutto quello che posso dire è: Non ho mai visto droghe, con i miei occhi. Eravamo con lui alle prove, ai concerti e occasionalmente nell’attico, fino al mattino, a cantare…… e non ho mai visto droghe. Perciò non posso dire se prendeva droghe o no. E non dico che non l’abbia fatto; non lo so, Se l’ha fatto, probabilmente erano pillole per permettergli di fare lo show che, fisicamente, non era in grado di fare senza qualche aiuto. Poi, probabilmente, doveva prendere una pillola per riabassare il tutto e poter andare a dormire. Quello che intendo è che se prendeva pillole, io non lo so.
Jim: Prendeva vitamina B quasi sempre. Il Dr. Nick gli dava la B-12. Almeno questo era quello che dicevano. Ma non l’ho mai visto fumare canne, prendere cocaina e cose del genere.
D. Guardandovi indietro, come vedete la vostra collaborazione con lui?
Jim: Come persona, è sempre stato molto gentile e rispettoso con noi. Parliamo di un ragazzo che era il Re del Rock ‘n Roll e ci ha reso parte di questo. Era una splendida persona. Ho un sacco di bei ricordi.
Terry: Bisogna pensare che quest’uomo che ha avuto tanti successi tremendi ed era conosciuto in tutto il mondo, dopo un concerto, ti invitava su da lui, nella sua suite per cantare e riveriva te e i tuoi gusti, perché era quello che amava. Quando non doveva esibirsi, ti mostrava quello che amava veramente e com’era il suo cuore. Questo significava cantare il Gospel, le canzoni con le quali era cresciuto. Ho sempre pensato quanto abbia dimostrato un enorme rispetto per noi, sempre. Il fatto che amasse ciò che noi facevamo e il voler far parte di quello che noi facevamo.
Jim:Per il fatto che non salivamo da lui dopo lo show, per lungo tempo ha pensato di averci offeso. Noi tornavamo al nostro hotel e andavamo a letto, mentre di sopra avveniva la festa. Siccome pensava di averci offesi, una sera, venne in camerino e disse “Ragazzi, ho fatto qualcosa che vi ha fatto arrabbiare?” E noi “No!” E lui disse “Allora perché non salite nella suite, dopo. Cantiamo, mangiamo e ci divertiamo, sapete……. Mi farebbe piacere se venite anche voi”. Così iniziammo ad andare da lui dopo lo show. Credeva veramente che ci fossimo offesi, ma noi non sapevamo che avremmo dovuto salire, perché era il suo spazio personale. Eppure ha voluto averci con lui. Questo era quello che gli faceva piacere.
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