Discussione: Testimonianze
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Vecchio 27-10-2007, 16:47
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Testimonianze

ELVIS STAVA MOLTO MALE

Come raccontato da

GEORGE KLEIN – Elvis non ha mai perso la sua voglia di vivere; amava la vita. Gli piaceva fare i tours, ma era aumentato di peso e sapeva che non si mostrava nella forma migliore. Inoltre non si può essere ogni sera in forma. Elvis era un essere umano e anche se non stava bene, comunque, doveva presentarsi davanti a 15000 persone ed esibirsi. Annullava un concerto solo quando stava malissimo o si sentiva a pezzi. Molte volte è salito sul palco che stava da cani, con un gran raffreddore o una pessima influenza o con un forte mal di gola. Amava i suoi fans e non sopportava di deluderli


LARRY GELLER – In marzo o aprile del 1977, eravamo nella camera da letto di Elvis – io e lui- seduti per terra. C’erano due grandi pile dei suoi libri preferiti, oltre un centinaio, e stavamo guardando un libro. Chiacchieravamo ed, ad un certo punto, Elvis si alzò e disse “Vieni con me un momento”. Mentre ci stavamo avvicinando al salotto, Elvis si fermò davanti alla porta e si mise di fronte a me. Mi mise un bracico sulla spalla e disse “Lawrence, i fans conoscono Elvis, ma non conoscono me. Non hanno idea di quale sia la verità. Se non racconti loro la storia, la mia storia la mondo, non la sparanno mai. Non conosceranno mai la verità. Voglio saperlo adesso. Sei con me? Farai qualcosa?” In quel momento, nella mia mente, immaginai che avremmo scritto un libro insieme, per replicare al libro delle sue guardie del corpo.

CHERYLE JOHNSON – Ad un certo punto tutti avevano voglia dire: “Non vedi che non sta bene? E’ stanco. Ci sono troppi impegni per lui” . Il pubblico accusò il Colonnello dei problemi fisici di Elvis, per il sovraccarico di lavoro


LARRY GELLER – Verso la fine di Marzo 1977 eravamo a Baton Rouge. Elvis stava terribilmente male. Io ero nella mia stanza e alle 7 del mattino suonò il mio telefono. Elvis mi voleva nella sua stanza. Entrai ed Elvis era seduto, appoggiato alla testata del letto. Iniziò a scuotere la testa e disse “Lawrence, sto male. Non mi sento bene. C’è qualcosa che non va. Non riesco a dormire e stasera devo stare sul palco”. Nel pomeriggio si sentiva massacrato e cancellò il tour. Quando faceva queste cose, sapevo di dovergli dire qualcosa che non amava ascoltare. Nessuno gli diceva la verità. Tutti cercavano solo di calmarlo, facendo gli ossequiosi. Ero sicuro che nella testa di Elvis c’era l’ossessione un libro che, ormai, stava per uscire (Elvis, What’s Happened). Quanto ci penso, mi metto a piangere. Mi chiudo in me stesso. Andammo in bagno. Due uomini adulti stavano lì insieme, piangendo e con lacrime che scendevano sul viso. Dissi “Elvis ti voglio bene, ma voglio dirti la verità perché hai diritto di conoscerla” Mi disse “Cosa penserà di me la mia piccola quando crescerà?. Cosa penserà di suo padre?” Dissi “Aspetta, Elvis, cosa diavolo stai dicendo? Cosa intendi quanto dici cosa penserà di suo padre? Tu sarai qui con lei. Lei sarà al tuo fianco e saprà la verità!. Lui mi disse “E i miei fans rimarranno miei fans. Non crederanno alle bugie. Più di tutto mi preoccupano mia figlia e mio padre. Il libro farà loro molto male. I fans non ci crederanno” Elvis entrò in ospedale il giorno dopo, ma non permise ai medici di fare altri esami, anche se avrebbe dovuto. Elvis sapeva che la fine era vicina. Non c’è alcun dubbio.
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