Ho visto anch'io la fiction.
Conoscevo Rino Gaetano sin da piccolina. Mi sono fatta comprare dai miei il 45 giri di "Gianna" a suo tempo; sapevo che era morto giovane in un incidente stradale, ma non ho mai approfondito molto la sua vita e la sua carriera.
Ho voluto guardare la fiction per curiosità e cultura personale.
Mi ha rattristato molto vedere come un talento, vissuto bene e liberamente tra gli amici in allegria, fatto anche di sogni di successo, vada scemando e diventi quasi un incubo proprio con l'arrivo del successo stesso.
Ciò che sembra fonte di benessere e la realizzazione di un sogno - il successo - sembra che per la maggior parte degli artisti diventi poi un boomerang: tanto dà, ma altrettanto toglie!
Non si capisce se è la persona che ha avuto successo a cambiare senza rendersi conto, o se siano gli amici e i famigliari che le stanno attorno a cambiare il loro modo di vedere quella stessa persona quando diviene famosa...
Fatto è che tutto cambia...e il più delle volte, purtroppo, in peggio...
Rino Gaetano, forse anche per la sua morte prematura o per i suoi testi controcorrente, è diventato una sorta di "mito" (passatemi il termine) in Italia. Non ha ovviamente raggiunto la grandezza di un personaggio come Elvis o altri a livello internazionale, ma nel suo "piccolo" sembra si sia ritrovato anche lui a vivere quello stesso percorso e destino che accomuna la maggior parte degli artisti: pressioni dai poteri forti, vizi, conseguente perdita della creatività artistica e degli amici e degli affetti più cari e, di conseguenza, solitudine e depressione, che a sua volta porta ad aumentare il ricorso ai "vizi"...in una sorta di circolo vizioso.
Ripeto: ho guardato la fiction più per curiosità e cultura personale che per altro....ma è stata davvero fonte di riflessione, almeno per me.
Quindi per rispondere alla domanda iniziale di Hurt, dire che, almeno per quanto mi riguarda, meglio l'anonimato che il successo.
LISA