Re: Elvis Presley: l’Extra Terrestre
Il primo amore di Elvis
(1^ parte)
In concomitanza con l’ultimo vano tentativo di indurre Sam Phillips ad accorgersi di lui, Elvis decise nel gennaio del 1954 di iniziare a frequentare la chiesa “Assembly of God” dislocata a McLemore Avenue a sud di Memphis, recandovisi a volte con la sua Lincoln ed a volte servendosi di uno dei tre autobus, che aveva la fermata proprio davanti a casa sua, che raccoglievano ogni domenica mattina i fedeli che non avevano l’auto. Della Assembly of God facevano parte un coro di cento elementi con a capo il già famoso James Blackwood ed un quartetto denominato “The Songfellows” il cui leader era Cecil Blackwood, nipote di James.
I due gruppi si alternavano con trasporto ed efficacia rendendo le funzioni religiose estremamente piacevoli ed interessanti. Inutile dire che Elvis girava attorno alle due formazioni al fine di cogliere l’occasione per unirsi a loro. Ma le probabilità di poterne fare parte, vuoi per la loro impenetrabilità, vuoi per la vocazione alla timidezza di Elvis, erano piuttosto remote. In compenso, però, ebbe modo di conoscere una bella e brava ragazza di nome Dixie Locke che frequentava lo stesso suo corso seminaristico per l’approfondimento del Libro Sacro della Bibbia. E fu durante questa frequentazione che i due si intercettarono per finire poi per incontrarsi alla pista di pattinaggio del “Rainbow Rollerdrome” nella zona periferica del sud-est di Memphis. Sia per Elvis che per Dixie rappresentò la prima esperienza d’amore. “Era un ragazzo molto diverso dagli altri, tanto da non passare inosservato” ebbe a dire Dixie anni dopo al suo intervistatore, “era decisamente bello, con una capigliatura folta lunga bionda e ribelle, vestiva stravagante secondo la moda “hillbilly” dell’epoca e dai modi accattivanti. Ne rimasi affascinata dalla sua compostezza mentre seguiva le lezioni e dalla sua eleganza espressiva. I nostri sguardi si incrociarono in più circostanze ed ogni volta provavo un sentimento sempre più forte da togliermi il fiato. Mi innamorai di lui ancor prima di parlarvici. Constatando che lui indugiava nel proporsi, mi venne spontaneo fare il primo passo. Infatti, durante una chiacchierata in chiesa tra amiche, sapendolo nei pressi, feci in modo di attirare la sua attenzione mentre concordavo con le amiche di vederci il successivo sabato sera alla pista di pattinaggio. Naturalmente non vidi l’ora che arrivasse quel sabato, non per la sola curiosità ma per appurare se aveva raccolto il mio anelito. E quando finalmente quella sera arrivò, mi venne un tuffo al cuore nel constatare che lui era già lì, con i pattini ai piedi, appoggiato alla sbarra, con un’aria disinvolta e apparentemente distratta. Vestiva un completo nero da torero con due bande laterali rosa pallido sui pantaloni ed una camicia bianca dalla tessitura sgargiante. Nel vedermi, lui non si mosse, anche se i suoi malcelati sussulti lo costrinsero a girare più volte su se stesso, riuscendo a tenersi ben saldo alla sbarra. Non mi ci volle molto a capire che non sapeva pattinare. Provai una indicibile tenerezza e, non pensandoci due volte, mi staccai dalle mie amiche per avvicinarmi a lui con il pretesto di averlo già visto in seminario. Naturalmente ci presentammo, nonostante ognuno di noi già sapesse il nome dell’altro. Ricordo che Elvis fu talmente felice della mia iniziativa che mi propose con un garbato invito di andare a bere con lui una coca cola al bar della pista. Ci sedemmo e parlammo, parlammo tantissimo quel sabato sera da non dare più importanza alcuna alle sessioni di pattinaggio cui io dovevo partecipare. Avrei voluto, nonostante le conseguenze che mi aspettavano da parte dei miei, che la serata non finisse mai. Non esisteva nessuno al mondo al di fuori di noi due in quei magici momenti. Nonostante non avessi mai fatto così tardi prima di quella sera e sebbene fossi al mio primo appuntamento d’amore, accettai senza indugio di recarmi al non lontano Drive-in nella cui Lincoln di Elvis avvenne il primo innocente ed indimenticabile bacio. E fu proprio così che iniziò il nostro meraviglioso rapporto”. Questi i ricordi di Dixie. E quali sarebbero stati invece quelli di Elvis? Occorre dire che Elvis Presley, durante la settimana che precedette quell’incontro, non fece altro che pensare a quella ragazza che gli procurava già da tempo una indescrivibile sofferenza interiore, sino ad allora sconosciuta, che lo faceva stare male ma che nel contempo lo rendeva straordinariamente vivo. Diverse erano state le notti insonni pensando a quella ragazza. Realizzava che il suo cuore gli batteva forte in petto ogni volta che i loro occhi si incrociavano e lui, incapace di reggerne l’intensità, finiva per abbassare per prima lo sguardo . Quegli sguardi gli procuravano uno strano malessere e gli trasmettevano sensazioni mai provate. Tutto questo succedeva per la prima volta; e con lei. Aveva scoperto, inoltre, di essere estremamente geloso, specie quando la vedeva intrattenersi a parlare con i vari ragazzi del corso e nonostante facesse di tutto per attirare l’attenzione, aveva l’impressione che lei non si accorgesse di lui. Ed Elvis per questo soffriva, soffriva così tanto da sanguinargli il cuore. Ogni qualvolta che si trovava in questo stato di atroce sublimazione, gli veniva spontaneo ed indispensabile attaccarsi alla sua chitarra per dare vita a struggenti canzoni molto simili a quella che sarebbe poi stata una delle sue più stupende creazioni interpretative quale “Love me tender”, già latente nel profondo del suo animo, per esprimere le sue più dolci sensazioni d’amore.
Durante tali esibizioni, per le straordinarie emozioni che provava, riusciva a tirar fuori il meglio dalla sua voce, che gli risultò più bella, arrendevole, modulata, carezzevole, nonché dolce e potente. Se Sam, egli pensava, avesse potuto sentirlo in quei magici momenti di alta ispirazione emotiva, forse non sarebbe rimasto indifferente. Come non era rimasta indifferente sua madre Gladys mentre era un pomeriggio in cucina e suo figlio in camera da letto, che si deliziava e la deliziava con quelle canzoni che sprigionavano un particolare stato d’animo che non poteva significare che l’amore era finalmente arrivato per il suo figliolo. Gladys era così felice di questa sua intuizione che non resistette dal chiederglielo con quel tatto che solo una mamma può avere nei confronti di un figlio. Ed Elvis, quasi infastidito dalla precoce scoperta di sua madre, finì per dirle che si sbagliava, ma che se gli fosse capitato di conoscere una ragazza che faceva per lui, lei sarebbe stata ovviamente la prima a saperlo. Elvis, per la verità, dovette mentire per non doverle poi dare un dispiacere nel caso le cose non fossero andate per il giusto verso. Il suo interesse, comunque, per quella ragazza diventò così forte, così prepotente, da indurlo a trascurare, seppure momentaneamente, le sue regolari capatine alla Sun Records. (continua)
Per intanto ai miei cari amici lettori del Forum di Grazie Elvis, ma non solo del Forum di Grazie Elvis, auguro un mondo di bene e di gratificanti soddisfazioni per l'intero rotondo anno 2008.......da trascorrere sempre di più e felicemente con il nostro amato idolo. E di questa fine d'anno? Il mio auspicio è.................................. che non abbia mai fine.
Gondar.
Ultima Modifica di Gondar : 19-01-2008 13:01
|