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Vecchio 09-02-2008, 16:07
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Locazione: Vorrei dire Memphis....
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Predefinito Re: Sensazioni, emozioni e racconti sui luoghi di Elvis

Adesso viene la parte più difficile...Graceland...
Solo chi ama profondamente Elvis e la sua musica, può capire quello di cui sto parlando.
Mentre ero in aereo verso l'America, pensavo a quello che mi aveva portato fin lì....pensavo alla bambina di 6 anni che aveva scoperto Elvis, grazie all'autoradio di un amico del padre, con le vecchissime cassette super 8.....all'epoca non avevo idea di chi fosse, ma la sua voce mi era entrata nel cuore...
crescendo ho poi imparato a conoscere i luoghi in cui è vissuto....Graceland..il Tennesse...e da lì è nata la mia passione per l'America...
Un'America che spesso mi sciocca e a volte disgusta ( se penso alla pena di morte o alla politica imperialista di " certi" presidenti guerrafondai)...
ma un'America fatta anche di persone meravigliose, paesaggi e spazi sconfinati, artisti straordinari...
l'America del Re!!!!
Spesso quando mi trovo a raccontare del mio desiderio di tornare a Memphis, mi guardano allibiti....a volte credono che parli di Elvis come di un mistico e di Graceland come di un santuario...
queste persone non hanno capito niente...nè di me nè di quello che sento...
Elvis è stato la colonna sonora della mia vita...mi ha accompagnato nei momenti difficili e ha gioito con me in quelli felici..
la sua musica è prima di tutto la storia della mia vita, raccontata attraverso la sua voce....la sua casa e la sua città sono il luogo dove ritrovare tutto questo..
l'incontro con Elvis, è l'incontro con me stessa e le sensazioni di 30 anni di vita!
Questo prologo per spiegare meglio il mio stato d'animo all'ingresso di Graceland....
Il primo impatto non è stato dei migliori... il taxi mi ha lasciato davanti all'ingresso della biglietteria...una specie di Hangar (anche butttino direi), dove si susseguono fast food e negozi di souvenir...
Primo istinto... piangere....
non era ciò che cercavo ..non era quello che per anni avevo sognato e visto nelle fotografie:
dov'è il cancello con le note musicali?
la facciata coloniale in perfetto stile " via col vento"? Pensavo: " se hanno richiuso qui dentro il meditation garden, faccio i bagagli e me ne torno a casa!!!!"
Improvvisamente mi giro, guardo al dì là della strada e mi accorgo della cinta in mattoni rossi e del cancello...
tiro un sospiro di solievo...Graceland è lì dietro....
Salgo sulla navetta che attraversa la strada ed entra nei giardini....
finalmente...verde...tanto verde...una sensazione di pace e di tranquillità...un luogo familiare...
mi tornano alla mente i filmati di Elvis felice, che corre a cavallo o gioca in piscina....
sì ..sento la serenità della sua risata...
capisco.....questo era il nido dove potersi rifugiare...
dopo poco minuti la navetta mi lascia davanti all'ingresso....
Graceland è più piccola di come la immaginavo:
alta solo due piani...e lunga una quindicina di metri..
sulla facciata principale troneggiano le quattro immense colonne in stile pseudo corinzio, bellissime, alte...sorreggono un timpano candido....lo stile è tipicamente quello del sud, un coloniale riveduto....
bellissimo è anche il contrasto fra questo bianco e il color grigio nocciola della pietra simile al tufo che riveste interamente la facciata ..sembra un angolo di Inghilterra....nettamente in contrasto con tutte le altre costruzioni viste a Memphis..nettamente in contrasto con il proprio interno....
l'impatto con le stanze non è dei più felici....
per un attimo devo far mente locale e ricordare che lì il tempo si è fermato..che lo spazio segue la concezione degli anni 70...
i soffitti sono bassi e le pareti completamente tappezzate....troppo.....in alcuni ambienti mi manca l'aria...sono bui, piccoli e pieni di oggetti.....questa parte non mi piace, mi dà una sensazione claustrofobica...
come in tutto il resto dell' America ( persino sugli autobus) c'è l'aria condizionata..
mai il riciclo diretto...
come al solito non aprono mai le finestre...
i primi 10 minuti non sono confortanti....capisco che non si può arieggiare come in una casa normale, e che le le finestre sono volutamente schermate per far sì che la luce non danneggi nulla all'interno...ma ne risultano locali umidi...
la moquette sembra bagnata...e l'odore è quello delle case vecchie...l'odore di quando apri i vecchi bauli....un misto di polvere e muffa....
questo mi distrae...mi ci vuole un po' prima di realizzare che tutto quello che sto guardando fa parte del mito...
forse un po' per deformazione professionale, lo spazio che mi circonda mi infastidisce e mi distrae...
la visita alla casa è libera...
nessuno ti chiede di muoverti o di cambiare stanza....
una volta lì, puoi starci il tempo che desideri....
mi hanno anche dato un auricolare...ma non l' ho mai messo...conosco così bene la pianta della casa, che so esattamente dove mi trovo...ogni oggetto è familiare...ne conosco la storia e la provenienza...
a poco a poco tutto mi conquista....
entro nella cucina...e non so perchè immagino Elvis che si beve un caffè al bancone...la mia attenzione è catturata dal micronde....da noi ho visto il primo negli anni 90...
lui ce l'aveva già....sento quasi un senso di oprgoglio e di tenerezza....
vedo l'attenzione dei Elvis per i particolari...
non c'è niente da fare...era un'esteta in tutto....la stessa cura che metteva nel modo di vestirsi e presentarsi, la ritrovo nei piccoli dettagli della casa...
le lettere EP in ebano scuro appese sul muro candido...gli intarsi degli sgabelli del mobile bar nella jungle room...
in un angolo della sala da pranzo ci sono le foto della famiglia...( continua...)
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