Re: Steve Binder Racconta Il Comeback ‘68
D. Togliere la parte della session improvvisata?
SB. La session improvvisata per me è quello che abbiamo definito la ricchezza dello show. La prima volta che ho capito che era sul nastro. Era un momento in cui Elvis non immaginava che ci fossero telecamere che lo riprendevano. Era concentrato nel suo mondo, stava vivendo un momento della sua vita, con Scotty e DJ, su un fac-simile di ring della boxe e il pubblico intorno. Era semplicemente vivo! Così quando stavo preparando il montaggio dello spettacolo, ho detto “Questo è lo show” Ho dovuto raccogliere parecchio materiale, ma quando ho terminato sono andato dritto alla NBC e ho detto “Ecco qui, è pronto, ma c’è un problema” E loro “Quale?” “Per la prima serata della Singer, voi volevate 60 minuti, ma qui ce ne sono 90, perciò è necessario acquistare un’altra mezz’ora, perché io non sono riuscito a fare uno show che durasse meno di 90 minuti”. Naturalmente, per quanto riconoscessero che io ero un pazzo, il fatto che lo special fosse con un solo artista e senza ospiti, mi rimandarono indietro, imponendomi di tagliare mezz’ora di spettacolo. Cosa che ho dovuto fare e ho usato le parti della session improvvisata, come passaggi interni ed esterni alla produzione vera e propria.
Poi quando Elvis è morto, qualche genio della NBC ha detto “OK, mandiamo in onda un tributo ad Elvis Presley. Prendiamo lo special delle Hawaii e quello del ’68, li mettiamo assieme e lo facciamo diventare un grande show. Come ospite chiameremo Ann-Margret”. Perciò chiunque sia andato in archivio, senza sapere niente, ha preso il nastro di 90 minuti, facendo risultare un tributo che è durato tre ore, ma mandando in onda tutti i 90 minuti, che avevo preparato inizialmente. Alla fine le outtakes sono diventante più importanti dello stesso show, Quello è Elvis e fa vedere che non era solo la macchina del Colonnello, ma dimostra che lui era speciale e fantastico. Credo che, inizialmente, abbia accettato di farlo, perché ci ha creduto. In quel momento aveva perso la fiducia in se stesso e aveva paura.
Me lo ha anche detto che pensava che non avrebbe più avuto un suo pubblico, perché, per fare quei film, era stato lontano dal palco del troppi anni. E gradualmente l’ho visto recuperare energia, eccitazione, fiducia, soprattutto dietro le quinte.
Addirittura, al momento di salire su quel ring e fare il suo show, non se la sentiva di uscire, non ne aveva la forza. Ricordo che Joe Esposito mi chiamò nel camerino e mi disse che Elvis era in crisi, che non voleva uscire e fare la parte improvvisata. Così entrai nella sala trucco e lui fece uscire la truccatrice.
Mi disse “Steve, non posso farlo”
E io “Come non puoi farlo?
E lui “Non so cosa dire. Non so cosa fare”
E io “Elvis vai. Io sono felice anche se esci, saluti e dici solo ciao e poi te ne vai………. ma devi uscire …a questo punto non ti puoi fermare. C’è un pubblico che sta aspettando te! Qui ci sono tutti i tuoi amici e tu devi uscire”.
Quando è uscito era spaventato da morire. Al primo numero era incerto. La sua gola era secca. E io vedevo tutte queste cose. Poi piano piano,è esplosa quella fantastica sicurezza e fiducia che gli correva lungo tutto il corpo e, alla fine, abbiamo quell’attacco di Memories, di cui c’era una traccia e lui canta dal vivo sopra la traccia. Ci eravamo messi d’accordo su un gesto della mano per farmi capire quando avesse finito con l’improvvisazione, così avrei fatto partire la traccia strumentale di Memories. Invece in entrambe le improvvisazioni, non mi hai dato il segnale e così ho dovuto intuire quale fosse il momento di farla partire.
D. Sul palco era come un tigre in gabbia
SB. Direi di sì. La cosa grande di Elvis è che era un istinto naturale e non ha mai pensato di essere un grande musicista, nonostante molti grandi musicisti lo ritengono tale. Anche se può sembrare strano, tendeva sempre a sminuirsi. Quando doveva uscire per il segmento delle improvvisazioni, credo che avesse un tale miscuglio di curiosità e paura, tanta paura, che nel momento in cui è uscito e ha realizzato l’atmosfera, ha pensato “Hey, non piace solo a loro, ma piace anche a questi ragazzi e anche a me piace!”
D. E il Colonnello come l’ha presa?
SB. Beh l’idea della parte improvvisata è stata un’ispirazione, non appena l’ho ascoltato nel suo camerino alla NBC. Era qualcosa di mai sentito, anche perché era stato lontano tutto il lungo periodo dei films.
Il cast era formato da centinaia di persone. Ci si doveva alzare presto per iniziare le prove e alla fine della giornata, quando tutti se ne andavano, Elvis andava nel suo camerino, tutti i ragazzi lo seguivano e iniziavano a rilassarsi. Il loro modo di rilassarsi era suonare. Quelli erano momenti che avevi voglia di guardare dal buco della serratura e potevi vedere cose che ti facevano rabbrividire. Mai avresti immaginato di vedere cose simili. Era molto meglio di quello che si faceva sul palco. Avevo pensato di prendere una cinepresa e filmare quello che vedevo, ma il Colonnello Parker disse “Lui non te lo permetterebbe, niente riprese, niente foto”. Così ho cercato di immaginare come farlo. E il Colonnello mi disse: “Okay, ti dirò io cosa fare. Dato che io ho il controllo totale, questa cosa non può far parte dello show senza la mia approvazione, ma ti autorizzo a ricrearlo sul palco”. L’idea è nata così, ma anche se ho cercato di ricreare lo scenario non era magnifico come quello che io avevo visto nel camerino.
D. Com’è stata veramente la storia della confusione con i biglietti, dove nessuno si è presentato e aveve dovuto racimolare gente dal Bob’s Big Boy?
SB. Io ero andato dal Colonnello Parker e quando mi è stato dato l’ok, ho deciso che avremmo avuto due gruppi di spettatori ed in totale avremmo invitato 250/300 persone, per cui ho fatto stampare i biglietti. Credimi che avremmo potuto vendere quei biglietti a $ 1.000 ciascuno. Il pubblico avrebbe visto Elvis Presley per un’ora o due mentre improvvisava canzoni, parlava e qualsiasi altra cosa che non era mai stata vista. Così sono andato dal Colonnello per chiedergli quanti biglietti volesse avere per i suoi amici, la sua famiglia, la RCA o chi volesse lui. La sua risposta è stata “Bindel, tu non capisci come lavora il colonnello! Io non voglio qualche biglietto. Ma se tu invece vuoi i fans di Elvis di Memphis, quelli che si strappano i capelli e che urlano e piangono, allora io voglio tutti i biglietti. E se tu mi dai tutti i biglietti, significa TUTTI e quindi, tu non ne hai nessuno, la NBC non ne ha nessuno, la Singer nemmeno.”
Così sono andato alla NBC, da Bob Finkel e dagli sponsor, spiegando quello che mi aveva detto il Colonnello e aggiungendo “Dateli tutti al Colonnello e avremo un pubblico”.
Non avevo tenuto in considerazione la mia sensazione di non dover credere al Colonnello, nemmeno quando ha detto che avrebbe fatto qualcosa. E infatti l’ha fatto. Di solito cerco di proteggermi le spalle, cercando di calcolare in anticipo quello che può capitare. In questo caso non l’ho fatto. Avevo convinto tutti a dare tutti i biglietti al Colonnello per entrambi gli spettacoli e così era stato fatto. Lui ha aperto la sua valigetta e vi ha messo tutti i biglietti. Io mi aspettavo gli aerei che arrivavano da Memphis con tutte queste donne che urlavano e tutta la massa dei fans di Elvis.
Passati due giorni da quando i biglietti erano stati dati al Colonnello, una sera, mentre stavo uscendo, il bigliettaio della NBC mi disse “Hey Steve, hai bisogno di biglietti per Elvis?” ed io “Ma cosa dici?” e così mi sono accorto che sulla scrivania della guardiola c’era una pila di biglietti per lo spettacolo di Elvis Presley. E’ stato il primo segnale che ho avuto per capire che ci saremmo trovati di fronte ad un grosso problema, ma molto grosso, se non fossimo riusciti a trovare una soluzione.
Così la mattina dopo sono arrivato prestissimo e ho aspettato di vedere, fuori alla NBC, la fila dei fans di Johnny Carson, ma erano troppi rispetto ai biglietti. Così ho iniziato a chiedere chi di loro avrebbe voluto vedere Elvis Presley. Nessuno!!
Oltrepassati i cancelli, tutti erano pronti per gli ultimi ritocchi all’organizzazione dello staff e del palco e iniziare a girare, quando il capo della sezione relazioni pubbliche si avvicina a me e mi dice “Steve abbiamo un grosso problema”. Fuori ci sono pochissime persone. I biglietti non sono stati distribuiti, non li ha ricevuti nessuno”. Ero nel panico più totale. Abbiamo iniziato a chiamare alcuni nostri amici delle radio locali chiedendo di promuovere lo spettacolo alla radio. Abbiamo mandato qualcuno al Bobìs Big Boy chiedendo ai clienti del ristorante, che stavano mangiando i loro hamburgers e bevevano la loro birra, di venire a vedere Elvis Presley. Facendo così siamo riusciti a racimolare un po’ di gente, che con l’ aggiunta di familiari e amici dei dipendenti della NBC, hanno formato il pubblico previsto.
D. Questo special come ha cambiato la tua vita?
SB. Sicuramente nel corso degli anni, mi ha fatto un immense piacere sentire la gente che dice che io sono colui che ha prodotto e diretto Elvis nello special del ’68. Ma in realtà non è così. Io ho cercato di vivere la mia vita e se qualcuno mi chiede qual’ è il progetto che ho fatto e che preferisco è sempre il prossimo. Per essere onesto devo dire che dopo aver diretto Elvis Presley mi è andata molto meglio. Non avrei mai pensato che sarebbe diventato la leggenda che è diventata. Ho semplicemente cercato di dare il 100% di quello che potevo dare.
D. Ci sono ancora tanti filmati dello special che non sono stati pubblicati e c’è la possibilità che in futuro si possano vedere?
SB. Per quanto riguarda il materiale non ancora pubblicato, credo che, con molta probabilità, la Elvis Presley Estate abbia esaminato il materiale in tutti i dettagli. Hanno preso tutto ciò che poteva avere dei collegamenti con Elvis. L’unica cosa è che quando ho ripreso le parti improvvisate, ho filmato per due ore e, di queste, credo sia stata trasmessa solo un’ora. La storia divertente dietro a tutto questo ho ricevuto una telefonata da gente di New York che detiene gli specials della RCA e da un signore che si chiama Jose Razkoff, che per un periodo è stato un dirigente della Elvis Presley Estate. Queste persone mi hanno detto che stavano trattando con la RCA per poter fare un altro show tributo ad Elvis Presley. Mi hanno chiesto se so qualcosa. Ho detto loro che sono le outtakes di Elvis Presley più incredibili che possano esistere. Naturalmente loro non capivano di cosa stessi parlando e, in seguito, ho ricevuto da loro una lettera che mi autorizzava a darle. Quindi ho preso i due master e li ho dati a loro. A quanto pare li hanno visti e mi hanno chiamato per chiedermi se per caso ritenevo che potessero interessare a qualcuno. Al che ho risposto di farli vedere a qualche fan di Elvis e così avrebbero avuto la risposta. L’hanno venduto alla HBO e ho sentito che è stato fatto per un milione di dollari, solo per i diritti di mandarlo in onda. Ad oggi per il network della HBO, è ancora lo special che ha avuto più successo. Gli hanno dato il nuovo titolo “One Night With You” e credo sia riferito solo alla take 1. Credo ci sia anche una take 2, dove sono ripetute le stesse canzoni un sacco di volte, ma sono senz’altro una diversa dall’altra perché era tutto improvvisato. Quando Elvis ripeteva la stessa canzone, la faceva sempre in modo diverso.
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