Re: Intervista A Myrna Smith
D. C’è qualche regalo che per te è speciale?
R. C’è un piccolo borsellino d’oro che lui mi ha dato. E quando me l’ha dato era pieno di monetine d’argento, con inciso, all’interno, “con amore Elvis”. Mi è molto caro. Il motivo per cui mi ha regalato la macchina, una macchina che mi piaceva molto, ma non mi passò assoltamente per la testa che lo avrebbe fatto. Invece sì. Pensò di doverlo fare perché c’era stato un piccolo malinteso.
Fu quando alcune delle ragazze si allontanarono dal palco. Cioè, Kathy, Estelle e Sylvia. A me era già stata fatta la in confidenza che non ci sarebbero state, poiché avevo passato la serata precedente con Kathy e quindi ero al corrente di quello che stava succedendo. Mentre Sylvia ed Estelle non ne sapevano niente. Prima di uno spettacolo, si cercava sempre di non infastidire Elvis e quella volta gli era stato detto di non presentare Kathy, in modo imbarazzante. A quel punto lui decise di presentarci tutte, in modo imbarazzante. Così le ragazze se ne andarono, ma io rimasi lì. Elvis mi mise una anello al dito e parlammo sottovoce. Alla fine, io lo tenni perché c’ era uno spettacolo, in corso, durante io quale lui mi infilava l’anello e io me lo toglievo. Visto che in quel periodo stavo con Jerry Schilling, salii sull’aereo con lui e Lisa Marie. Mi tolsi l’anello e gli dissi, preferisco come sta addosso a te, e glielo misi al dito. I suoi occhi divennero pieni di sofferenza….. se Elvis ti faceva un regalo, non voleva averlo indietro. Non sapeva come chiedere scusa. Era difficile per lui dire: “Sapessi quanto mi dispiace per quello che ho fatto”. Dopo ha riempito le ragazze di regali, lo so per certo. E, la sera successiva ha preso quell’anello e l’ha buttato al pubblico.
Due settimane dopo, ero a casa e lui aveva comprato tutte quelle macchine. Credo 11, 12,14 macchine per tutti i ragazzi e per se stesso. Sentii chiedere a Jerry “Vieni Jerry, voglio farti una domanda” Jerry andò. E la domanda per Jerry era “Va bene se compro una macchina per Myrna? Jerry rispose, certo. Senza far parola, mi chiese se volevo andare con lui dal concessionario della Cadillac a prendere una macchina per suo padre. Io accettai. Così siamo andati e l’abbiamo presa. Comprò una grande Cadillac marrone per suo padre. Nel frattempo si era fatta sera. Il posto era stato chiuso e noi eravamo fuori. Accese le luci e girava guardando e chiedendomi qual’ era il mio colore preferito. E girò fino a che non trovo una El Dorado blu e disse “Questa è la tua macchina” In questi casi, cosa si può rispondere. Sei come un Cosa? Cosa? Il fatto era che sentiva in obbligo nei miei confronti. Se non avevo accettato l’anello dovevo accettare la macchina, sai com’è, lui sentiva l’esigenza di fare cose del genere. Per quello che mi riguarda, l’ho veramente apprezzato.
D. Elvis aveva un cuore tenero?
R. Molto tenero. Si sentiva in imbarazzo facilmente e altrettanto facilmente si sentiva ferito e molto triste. Ho visto persone fargli delle cose…. e, all’inizio si arrabbiava, molto. Poi gradualmente si calmava e dava nient’altro che amore. Per loro, ha comprato case incredibili e di un sacco di altre cose, praticamente di tutto.
D. Puoi parlarci del suo senso dell’umorismo?
R. Avevamo l’abitudine di chiamarlo squirrelly. Sapeva che a noi non piacevano le pistole e invece lui le amava molto. Ogni sera voleva venire nel nostro spogliatoio che si trovava proprio di fronte al suo. Tolto il vestito dello spettacolo, veniva nel nostro spogliatoio, soprattutto se aveva un vestito nuovo da farci vedere. E, immancabilmente estraeva la pistola per spaventarci, e iniziava a ridere. Ma amava soprattutto giocare con le pistole ad acqua. Ci avrebbe ucciso sul palco. Una volta tutti ci fornimmo di pistole ad acqua e a quel punto, lui arrivò con una più grande – una pistola ad acqua meccanica. Era così giocherellone.
D. Scherzavate molto nel backstage?
R. Non prima dello spettacolo. Per la maggior parte delle volte, l’avrebbe fatto sul palco. Ne faceva di cose sul palco! Ma anche noi gliele facevamo a lui, come prendere un nastro nero e metterlo sui denti e sorridergli guando rivolgeva lo sguardo verso di noi. Cose da farlo spanciare dalle risate. Prima di uno spettacolo, però era talmente nervoso, che non era disposto a giocare.
D. Riesci a ricordarle qualche scherzo fatto alle donne?
R. Oh a noi? Elvis ci teneva molto ad avere un feeling con noi e non ha mai permesso a nessuno di mancarci di rispetto, a parte lui. Ma sai, lui lo impostava assolutamente come un gioco. Se devo ricordare uno scherzo che ha fatto a me, ah si ecco. Non so se era uno scherzo o no. Mi ha portato a fare un giro con la sua Pantera gialla. Aveva queste piccole macchine sportive e mi chiese se mi sarebbe piaciuto fare un giro con lui. Era molto orgoglioso di questa piccola macchina. Una a due posti. Quindi salii in macchina con colui e lasciammo Graceland, attraversando le strade; credo che abbiamo fatto 130 miglia in un’ora. Io sapevo che cercava di spaventarmi e quindi io stavo lì seduta, cercando di mantenere la calma, ma sudavo. E lui mi guardava. Quando tornammo indietro, si fermò bloccandosi di colpo. Io uscii e mi chiese, “Ti è piaciuto?” Risposi “Sì perfetto” E siccome non mi aveva spaventato, prese una pistola e sparò alla macchina! Aveva sparato al cruscotto. Penso che si trattasse di una macchina costosa, vero?
D. Certo!
R. Poi ricordo quella volta a Vale, Colorado. Non potevamo uscire durante il giorno, così uscivamo di notte. Tutti i ragazzi erano là con le relative fidanzate. Dovevamo uscire di notte, ma logicamente non potevamo sciare. Mentre lui aveva qualcosa che sembrava una bici da sci noi prendemmo il coperchio di un bidone delle immondizie, piccole cose, e scivolavamo giù. Le strade erano state tutte ben appianate, pronte per il mattino seguente e noi, con il nostro gioco, le avevamo completamente stravolte. Arrivò la polizia o la sicurezza. Elvis aveva in testa questo berretto da sci, che copriva parte del suo viso e tutta la testa. La polizia disse: “hey ragazzi, non potete fare queste cose. Dovete andarvene !” Elvis si avvicinò e disse “Non sapete chi sono?” e I ragazzi “no, io non so chi sei tu”, “io sono Elvis Presley. Giuro!” e gli mostrò il viso dicendo “Ci stavamo solo divertendo” Poi risalì su una di quelle biciclette. Io stavo seduta dietro e lui guidava. Ad un certo quel punto siamo caduti sulla neve e la bici si ruppe. Fu divertente. Per fortuna, nessuno di noi si fece male. Era uno scavezzacollo. Guidava veloce, ma era un ottimo guidatore. Esponeva la sua piccola sirena, fermava la gente se erano in eccesso di velocità. Camminava fino alla loro macchina. Ti immagini cosa succedeva se mentre accostavi, Elvis Presley arrivava fino alla tua macchina e ti diceva “Se prometti che vai più piano, non ti faccio la multa”.
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