Re: Sonny West - Agosto 2007
D. Joe Esposito viene spesso definito la spia del Colonnello Parker. Sembra che abbia guadagnato soldi sia da Elvis che da Parker, alimentando il gossip su Elvis (e sulle vostre vite private) che poi andava a riferire anche il Colonnello.
Pensavate di avere una spia in mezzo a voi?
SW. No. Non lo sapevamo e non penso che ci fosse molto da dire su di noi, da poter riportare al Colonnello. Più che altro erano cose che riguardavano Elvis perché quando peggiorò, chi interessava al Colonnello era Elvis, non noi
D. Larry Geller ci ha raccontato la storia del Colonnello secondo cui, nella camera dell’hotel prima di un concerto, vedendo Elvis semi-incosciente, Parker avrebbe detto “Adesso ascoltami bene. La sola cosa conta è che quell’uomo sia sul palco stasera! Mi hai sentito? Non mi interessa niente altro”. Hai anche tu storie simili. E’ possibile che il Colonnello fosse così incurante?
SW. Come prima cosa lasciami dire che non do credibilità a niente di quello che racconta Geller, in quanto ho sentito troppe falsità che gli sono state attribuite. Come Joe Esposito, anche a lui piace rivedere la storia. Non è vero quello che racconta che è stato con noi per quasi 13 anni, perché è rimasto circa tre anni e mezzo, in totale e questo include anche l’ultimo anno, quando noi ce n’eravamo già andati. Il lavoro gliel’aveva dato Sal Orifice e non Alana Fortas, come dichiara lui. Detto questo è chiaro che non credo a quello che dice del Colonnello, visto che non c’era amore tra i due uomini.
D. C’eri nel settembre del 1973, quando Elvis licenziò il Colonnello? Elvis ti confidò quali erano i suoi piani o circa il suo desiderio di andare oltremare?
SW. Sì erò là. L’incidente che portò a questa situazione fu il licenziamento di un cameriere che, durante le pause tra i concerti, portava i pasti ad Elvis nella sua suite. Il cameriere raccontò ad Elvis di essere stato licenziato e questo fece arrabbiare Elvis moltissimo. Non so quale sia stata la motivazione che il cameriere diede ad Elvis circa il licenziamento, ma sicuramente creò un grosso attrito tra Elvis e il Colonnello.
Quella sera Elvis salì sul palco e durante lo show parlò molto male di Barron Hilton e di altra gente dell’hotel, rimproverandoli per il licenziamento del cameriere.
Il Colonnello non era presente, ma qualcuno lo informò della cosa e, appena saliti, lui si presentò nella suite di Elvis. Era visibilmente molto arrabbiato e andò nella camera di Elvis per parlare con lui. Da fuori noi potevamo sentire entrambi che urlavano. Non riuscivamo a sentire tutte le parole, ma non passò molto tempo prima che il Colonnello uscisse sbattendo la porta e urlando che avrebbe indetto una conferenza per la mattina dopo, per annunciare la fine della loro collaborazione. Elvis gli urlò che andava benone e che, anzi, la conferenza l’avrebbe indetta lui la notte stessa. (erano circa le 2 di notte). Il Colonnello, a quel punto urlò che avrebbe fatto i calcoli di quanto Elvis gli doveva e che, il giorno dopo, avrebbe mandato la fattura ad Elvis e Mr. Presley. Poi se ne andò.
Non ricordo che Elvis sia uscito dalla sua stanza, dopo che tutto era finito, ma ricordo la discussione tra noi ragazzi, su quanto era appena successo e le possibili ripercussioni che ci sarebbero state. Così come uscì una lista di nuovi potenziali managers per Elvis.
Io non volli nominare nessuno, ma uno dei ragazzi pensava che tra Elvis e il Colonnello fosse veramente finita. Gli dissi che non ci credevo, anzi che ero più sicuro che una volta sbollita la cosa tutto sarebbe tornato come prima. Devo ammettere, però, che la cosa andò più alla lunga di quello che pensavo, perché passarono due settimane prima che Elvis mi chiedesse di chiamare il Colonnello nel suo ufficio agli MGM Studios. Quando Elvis prese la telefonata, io lasciai la stanza per andarmi a risposare, visto che nelle ultime due settimane non avevo dormito molto. Quando mi alzai, Elvis mi informò che tutto era rientrato.
D. Molti fans rimproverano il Colonnello Parker di aver portato Elvis alla morte, facendolo lavorare troppo,. Hai letto il libro di Alanna Nash “Elvis and The Colonel”? Cosa ne pensi?
SW. Non ho letto il libro e ho anche rifiutato il suo invito ad essere intervistato per farlo. Ripeto, i fans possono solo fare congetture per conto loro o leggere il libro di qualcuno o le affermazioni come questa e crederci.
La verità è che il Colonnello fece lavorare molto Elvis perché (e loro questo non lo vogliono sentire) più tempo Elvis aveva tra i tour, più era a rischio di quello che poteva capitare nel periodo tra i due tours.
Qualche volta nessuno aveva la certezza che fosse in grado di affrontare un tour. Iniziammo a fare tours più lunghi, con periodi di pausa più lunghi, ma come ho detto, questo metodo non andava bene. Andavano meglio periodi di pausa brevi, ma non troppo. Era l’unico modo per evitare che Elvis avesse il tempo materiale per entrare in confusione.
D. Secondo te il Colonnello aveva bisogno di Elvis per foraggiare la sua passione per il gioco d’azzardo?
SW. No. Il Colonnello era pieno di soldi e le sue perdite sono state descritte, da molti, in modo esagerato. Perse un sacco di soldi, ma non più di quello che poteva permettersi di perdere. Il Colonnello teneva sempre sotto controllo quello che poteva permettersi di perdere o vincere. Credimi, io ero lì con lui un sacco di volte.
D. Alla fine il Colonnello si prendeva più della metà delle entrate di Elvis, il che significa che Elvis doveva per forza fare i tours. Visto che la maggior parte dei manager prendono il 10-15%, come si può giustificare questa cosa?
Sw. Innanzittutto io e quasi tutti gli altri non sapevano quali fossero gli accordi contrattuali tra Elvis e il Colonnello, che peraltro erano svariati. Uno era la percentuale sulle vendite dei dischi e dei films, uno era sulle concessioni che venivano vendute, cosa che avveniva tramite una società che il Colonnello aveva fondato, dove lui ed Elvis si dividevano gli utili al 50/50.
Qui negli USA i manager personali prendono il 25%, gli agenti il 10-15%. Ricorda che la prevalenza dei managers hanno più di un cliente e si prendono una percentuale da tutti loro. Il Colonnello rifiutò di gestire molti altri artisti, che lo volevano come manager, dicendo che lui aveva tempo solo per Elvis, a cui dedicava il 100% del suo tempo sia per il management che per lapromozione.
La morte di Elvis Presley
D. Sonny, guardando indietro a questi 30 anni, se Elvis non fosse morto nel 1977, quanto diversa sarebbe la tua vita oggi?
SW. E’ una domanda molto interessante. Non sono sicuro di conoscere la risposta. Anzi sono sicuro di non conoscere la risposta, ma posso solo ipotizzarla. Mi piacerebbe pensare che avremmo raggiunto il nostro scopo e che lui fosse riuscito a vincere la sua battaglia. In questo modo saremmo tornati con lui per tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno di noi, Magari avrebbe ripreso a fare qualche film, ma questa volta scegliendo lui cosa interpretare, senza vincoli di contratto. So di averlo detto tante volte e che la gente si sarà stancata di sentirmelo dire, la adoravo lavorare per Elvis e amavo il business del cinema e sarebbe perfetto riuscire a far combaciare le due cose.
D. E ancora, se Elvis non fosse morto nel 1977, oggi quanto diversa sarebbe l’opinione del mondo sulla sua leggenda?
SW. Questa è un’altra domanda interessante. Se Elvis oggi fosse ancora vivo, non sono così sicuro che sarebbe stato grande come la leggenda che è. Io credo che una leggenda diventi ancora più grande, se è creata dall’inizio. Però sarebbe ancora la leggenda di tutte le leggende, in quanto non credo che ci sia stato nessun intrattenitore grande come lui.
D. Queste due domande creano i presupposti per altre importante domande. La prima è: perché Elvis Presley è morto?
SE. Non so perché è morto. Sicuramente non penso che avrebbe dovuto morire. So che dentro di sè aveva ancora delle cose che voleva fare, come tour nel mondo o andare in posti dei quali aveva solo letto o sentito parlare. Lui parlava spesso del fascino delle culture diverse e dei modi di vivere di altri popoli, molto diversi dai nostri.
D. Seconda domanda. Doveva morire?
SW. Qui ti rispondo in modo determinato NO! Perchè dovrebbe morire così presto una persona con così tanto talento e che ha ancora così tanto da offrire al mondo musicale e al cinema. Se è vero il detto “Solo il buono muore giovane” è vero, allora Elvis lo impersona.
D. Terza domanda. Pensi che prima di morire Elvis avesse coscienza della sua importanza culturale nel mondo?
SE. Elvis sapeva che aveva qualcosa di speciale per essere chi e che cosa era. Ma non sapeva cosa e perché. Io, però, sono sicuro, come gli altri, che non si sarebbe mai aspettato che questo fosse talmente schiacciante da durare per così tanto tempo e senza una fine all’orizzonte. E’ qualcosa di veramente speciale e unico.
D. I fans odiano il Dr. Nick rimproverandogli spesso di essere la causa della morte di Elvis. Cosa provi verso il Dr. Nick e, secondo te, sono giustificate queste opinioni dei fans?
SW. So cosa significa essere odiati da alcuni fans, credimi.
Non credo che l’odio sia giustificato verso di me e non credo che sia giustificato verso il Dr. Nick. Il Dr. Nick non è un uomo cattivo e nemmeno un cattivo dottore. Di fatto è un uomo premuroso e anche un medico premuroso. E’ stato dimostrato che il Dr. Nick ha prescritto farmaci in eccesso anche a persone che non erano ricche o famose e questo dimostra che non l’ha fatto a scopo di lucro. E’ stato un conforto per i suoi pazienti e abbiamo ragione quando diciamo che non doveva farlo e visto che come medico ne aveva la possibilità, non doveva compiacere ai suoi pazienti.
Elvis sapeva essere molto persuasivo quando voleva qualcosa di sbagliato, il Dr. Nick avrebbe dovuto dirgli di no. Ma quella volta, c’era un sacco di gente che, sin dall’inizio, avrebbe dovuto dire di no ad Elvis, ma era difficile, così come lo è stato per il Dr. Nick.
Avrebbe dovuto essere Elvis a dire di NO alle sue voglie morbose, che lo stavano distruggendo. Questa è la battaglia che doveva vincere.
A questo mondo ci sono tante persone che hanno un desiderio morboso, per cose diverse e ci saranno sempre. Devono essere continuamente contrastati e combattuti e si deve rimanere sempre in guardia. Non sto né difendendo né condannando il Dr. Nick, sto dicendo solo quello che penso.
D. Cosa c’è da dire degli altri medici quali il Dr. Ghanem e Dr. Flash? Non erano bravi medici?
SW. Dr. Ghanem e Dr. Flash erano pessimi medici. Davano ad Elvis tutto quello che voleva e quando lo voleva. Entrambi erano a Las Vegas. Il Dr. Ghanem per un periodo ha saputo ingannare anche qualcuno di noi, ma poi si è rivelato essere come gli altri dottori che si facevano comprare.
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