Re: Testimonianze
RONNIE TUTT
D. Sembra che, dopo il divorzio, i concerti di Elvis siano andati più in discesa.
RT. Teneva questi lunghi monologhi. Credo che fosse alla ricerca di….. Era il tipo di persona che aveva bisogno di cose nuove. Aveva bisogno di essere ispirato per certe cose. E personalmente ritengo che il lavoro non gli stesse dando questo. Dal mio punto di vista, credo che a quel punto della sua vita avrebbe dovuto viaggiare. Avremmo dovuto fare quegli spettacoli dove li stiamo facendo adesso. Avrebbe dovuto girare tutta l’Europa, avrebbe dovuto andare in Asia, avrebbe dovuto girare il mondo. Nessun altro artista dei nostri tempi potrebbe andare in tutti i posti dove avrebbe potuto andare lui. Ciò che intendo, non c’era posto dove l’uomo non potesse andare. Non c’era posto dove non sarebbe stato il benvenuto. Penso che Elvis Presley sia conosciuto persino nelle zone più remote della Russia! Prova a pensarci. Secondo la mia opinione era fortemente depresso… , perché non riusciva ad esprimere se stesso…. Ma credo anche che sapesse che la sua depressione, fosse parte della sua frustrazione.
D. Forse un altro aspetto di lui, fu quella sua insicurezza che hai menzionato prima, tipo: “Piacerò?”
RT- Questo è vero. E’ assolutamente vero. Ma so per certo, che aveva la volontà di farlo. So che voleva andare,. Ma evidentemente, da qualche parte gli arrivavano informazioni sbagliate.
D. Suppongo che fu difficile da uno show di alto livello, come l’Aloha, passare dritto alla routine di Las Vegas. Deve essere stato deprimente.
RT. Anch’io lo penso. Ripeto. Era come un animale in gabbia, passare da una cosa di così elevata qualità, ad una cosa così povera solo per….. Lui aveva bisogno di andare avanti e indietro. Non poteva stare lì, fermo e fare quello che faceva. Perché è tornato là a Las Vegas? Qualcuno gli aveva detto che doveva farlo. E’ una vergogna!!!
Io so che esisteva un gruppo di management chiamato Management III e avevano Led Zeppelin ed altri, che lavoravano anche con Elvis.
Questi non avevano un controllo esclusivo, ma lavoravano con l’ufficio del Colonnello. Uno dei loro soci viaggiava con noi, e da lui sono venuto a sapere che stavano cercando di acquistare il suo contratto, dal Colonnello, perché avevano capito perfettamente quello che stava succedendo. Aveva bisogno di girare il mondo.
Aveva bisogno di cambiare completamente la mentalità di cui abbiamo parlato prima e, di conseguenza, penso….. e personalmente sento, che in qualche modo è morto di noia. Aveva molto poco per cui guardare avanti. L’ho visto anche nella sua vita. Ho cenato con lui. Ho visto la ragazza che era con lui. Era là giusto per una cavalcata. Secondo quanto ho notato, a lei non interessava niente di lui, ma è la mia opinione. Quando ti sei circondato da persone come quelle, allora ….. Lui non si rendeva conto di quanto fosse entrato in una depressione seria. Un’altra parte della tragedia è stata che è rimasto intrappolato nell’immagine che aveva creato. Non si poteva concedere di tenere il suo vero colore di capelli. L’avevano convinto a tingerseli nero inchiostro. E i suoi capelli erano bianchi come la neve, bianchi come la mia barba. Ma non gli è mai stato permesso!
D. Non gli è stato permesso?
RT. Da chi? Non so da chi. Forse quelli che lo hanno influenzato, dicendo: “hey, sembri più giovane così” Questa era la sua vera tragedia, perché doveva sempre apparire come Elvis Presley. Questo poi è stato accentuato da persone come i parrucchieri e quel tipo di gente. Si tingeva i capelli, si tingeva gli occhi. Avevo l’abitudine di guardarlo sempre, e il nero proprio colava sul viso. Lui lavorava sodo e sudava molto. E gli scendeva il nero sul viso. Sembrava, mascara di tipo economico, assomigliava ad Alic Cooper, veramente (ride). Allora andavo da Charlie Hodge “Charlie, che diavolo state mettendo negli occhi di quel ragazzo? Non vedi che gli sta scendendo tutto il nero sul viso?”
D. La gente spesso dice: “il senno di poi, non è senno”, ma guardando oggi, agli ultimi anni, non è difficile capire perché ha finito così il suo percorso. Secondo te, c’erano dei segnali che avrebbe potuto finire così male?
RT. Ho potuto solo vedere che era uno degli uomini più elastici che io abbia mai conosciuto. C’erano periodi in cui era fuori forma, che eravamo a due settimane dal tour e stavamo provando o qualcosa del genere, e abbiamo detto: “Come farà a rimettersi in sesto per il tour?” Sicuramente, due settimane più tardi allo show della prima sera, lui arrivava e appariva grande. Era come se fosse entrato in una cabina telefonica per indossare la sua “Uniforme di Elvis Presley”, come Superman. E’ stato grande e meraviglioso. Lo vedevo fare così, su e giù, così tante volte nel 1977 e quel CBS Special…. Non posso guardarlo. Non voglio guardarlo. E’ stata una delle cose peggiori, invece che una delle migliori, e i miei ricordi di lui, sono sempre al suo stato migliore. Preferisco non pensare alle cose brutte. Secondo me è che, ovviamente, era malato molto più seriamente di quello che si fosse capito, anche se io l’avevo capito. Perché devi sapere che lui non era uno che si lamentava. Non era il tipo di persona che diceva: “oh, non mi sento bene, non posso esibirmi”. Ricordo che andai a trovarlo prima dello show, e lui era seduto. Aveva uno asciugamano bagnato sugli occhi. Poi, più avanti, abbiamo capito che aveva qualche problema, c’erano…… talmente tante lampadine, tutta quella luce….. Faceva così male ai suoi occhi! Non avevamo una buona squadra per le luci. Avrebbero dovuto esserci quattro spot, e avrebbero dovuto essere diretti sul suo viso, per tutto il tempo. Non sapevano come distribuirle adeguatamente. Perciò aveva la luce costantemente diretta sulla faccia. Noi entravamo prima di lui agli spettacoli e vedevamo come i suoi occhi lacrimassero abbondantemente. Ti dispiaceva per lui, ma pensavi: “Hey, capita”. Ma come ho già detto, tutti eravamo concordi a dire che fosse più malato di quello che ognuno di noi sperasse che fosse, o che riuscisse veramente a capire quanto lo fosse. Ma pensi sempre: “Vedrai, starà bene, ne uscirà” perché lo ha fatto sempre. Ma non riusciva più a farlo. Lo aveva fatto già troppe volte.
D. Su qualche filmato da 8 mm che i fans hanno registrato durante i concerti, sembra che si sia appena svegliato
R.T. C’erano sere in cui con la grancassa dovevo fare WHOOOMM, più forte che potevo,!!. Sai come a dire: su dai! Dai! “ Queste sono le cose di cui non amo parlare. E’ una delle cose belle che facciamo adesso sono gli “Elvis the concert”, perché è tutto molto bello, non è fuori, appare perfetto e canta alla grande. Non ha mai cantato meglio, perché isolano la sua voce, così non ci sono sanguinamenti e eccessi, ed il tecnico del suono può stare seduto e limitarsi a mixare perfettamente la sua voce. Ogni volta fare è molto eccitante quello show. Non penso al 1977 o alle altre rare brutte occasioni. Mi vengono in mente, ora, perché ne stiamo parlando. Le cose alle quali mi collego sono i bei momenti. Uno dei miei momenti preferiti nell’Elvis the Concert è quando c’è quel pezzo meraviglioso “Sweet, Sweet Spirit” e guardo il suo viso. Ricordo quelle sere in cui guardavo il suo viso allo stesso modo. Sembrava un bambino.
MYRNA SMITH
D. Com’era Elvis negli ultimi due anni?
MS. Non so che cosa abbiano visto gli altri, ma quando era con noi non era mai depresso, perché lo facevamo ridere. Se io ero con lui e le altre ragazze non c’erano, non sembrava esserlo, certo poteva avere delle giornate che non era al massimo, come tutti noi. Ma non avevo idea che… voglio dire l’avevo visto all’ospedale con problemi al fegato, problemi di insonnia perché stava anche settimane intere senza dormire. Era tutto un circolo vizioso. Come succede a me. Vado a letto alle 5 del mattino. Ma non posso andare a letto prima delle tre perchè ormai è diventato il mio stile di vita. Ma ho imparato a non prendere niente per dormire. Vado a letto quando il mio corpo è finalmente stanco, perché so che prendendo medicine per dormire, sarei costretta a prendere quelle per svegliarti. E poi ti ritrovi a prendere medicine sempre. Così se non dormo, non dormo.
D. Non c’era l’aria condizionata a Rapid City?
MS. Non ricordo, non c’era?
D. Era un edificio nuovo.
MS. Ah sì!
D. Il trucco di Elvis era diventato tutto un pasticcio.
MS. Ma non si truccava --- ah sì era truccato perché lo filmavano, già è vero! Quando hanno girato quello special io ho visto un grande Elvis. Quando stai con una persona tanto tempo, non noti se è aumentato di peso. Inoltre l’avevo già visto ingrassato, perdendo peso più tardi. Era stato molto più pesante in precedenza, per cui quando lo vidi, lo ritenni favoloso. Jerry mi chiamò dopo aver fatto la registrazione e mi chiese:” Com’era Elvis?” Io risposi “E’ stato grande”. E poi quando ho visto lo show dopo la sua morte, ho detto “Dio mio, ma non mi era sembrato così” Ma sai, quando ami qualcuno io credo che lo vuoi vedere a posto. E così è stato.
TONY BROWN
D. Quando è stata l’ultima volta che l’hai visto?
TB: E’ stato a Indianapolis, il 26 giugno. Quella è stata l’ultima volta. In quel tour, successe qualcosa che non dimenticherò mai. Successe tre giorni prima, non ricordo in quale città. Camminavamo insieme sul palco. Elvis si stava preparando e noi uscivamo dalla dressing room, la band, le coriste, i musicisti, una grande folla, un sacco di gente, dove io sono uno di loro. Elvis si avviò verso la porta del retro. Naturalmente io non mi voltai, perché noi dovevamo proseguire, quando, ad un certo punto, Elvis mi chiamò. Mi fermai e mi voltai verso di lui e tornai indietro. Mi disse: “Tony, ah, non importa, niente” Per me invece fu un momento unico! Lui aveva scelto me. E quello fu il suo ultimo tour. Quello è stato l’ultimo attimo, personale che ho avuto con lui. Credo veramente che se fosse vissuto, saremo diventati buoni amici.
|