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Omaggio di Elvis Presley al nuovo Presidente degli Stati Uniti D´America

Novembre 7, 2008 at 4:15 pm | In Attualità, Canzone del Giorno, Editoriali & Commenti, Musica, Politica, Spettacoli |

Di Antonio Sidari
Il 20 gennaio 2009, dopo il giuramento, il 44° Presidente degli Stati Uniti
D´America Barack Obama si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca
accollandosi così le speranze di tutti gli Americani per una rinascita di
tutta la nazione.
La conoscenza del suo padre nero assente derivò principalmente dalle storie
della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: “Che
mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me - che era
nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte - non ci feci
neppure caso.” Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali
sulla sua eredità multiculturale. Obama scrive sul suo utilizzo di
marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per “togliermi dalla testa
la domanda su chi fossi.”
Solo a vent´anni capì “il potere della tradizione religiosa afro-americana
nello spronare cambiamenti sociali”. Disse: « Fu a causa di queste nuove
comprensioni, cioè che l’impegno religioso non richiedeva di sospendere il
pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o
sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui
finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of
Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una
rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma
inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo
spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a
scoprire la Sua verità. »
Elvis Presley il più famoso cantante bianco dalla voce nera americano
crebbe in mezzo ai neri e grazie anche a loro scaturì in lui sin da piccolo
la passione per la musica gospel e la sua idea che tutti gli uomini sono
uguali davanti a Dio indipendentemente dal colore della pelle. Elvis ebbe
tanti amici neri nella sua lunga carriera e non molti sanno che non poche
volte aiutò per quanto gli fosse possibile artisti e amici neri caduti in
disgrazia e povertà.
Elvis Presley e Barack Obama hanno molte cose in comune e sono sicuro che
se Elvis fosse ancora vivo gli avrebbe dedicato “If I Can Dream” una
canzone che Elvis cantò nel 1968 contraddicendo alle imposizioni del suo
manager che voleva impedirgli di cavalcare l´onda della ribellione e del
cambiamento sociale di quegli anni.
Obama nel suo discorso di qualche giorno fa, dopo la vittoria su McCain, ha
raccontato di una donna nera di 106 anni che nella sua lunga vita ha visto
di tutto depressione, guerra, razzismo e in un epoca come la sua dove la
voce delle donne era ignorata lei si è alzata in piedi ed ha chiesto di
votare esclamando la frase: “Yes, we can!”
Io non so con certezza se questo nuovo e giovane presidente riuscirà
nell´intento di ridare dignità e sicurezza al popolo americano, in
particolare agli strati sociali più degradati, togliendo ricchezza a chi ne
ha in abbondanza, ma di sicuro è un uomo come tanti che si è fatto da solo
e che crede nello sviluppo umano a tutti i livelli ed è per questo che
tramite Elvis Presley gli dedico questa canzone:
If I Can Dream (Se posso sognare)

Da qualche parte devono esserci luci ardenti più luminose
Destinate ad essere uccelli che volano più in alto in un cielo più blu
Se posso sognare un mondo migliore
Dove tutti i miei fratelli camminano mano nella mano
Dimmi perché, oh perché, oh perché il mio sogno non si può avverare, oh
perchè
Ci potrà essere pace e comprensione un giorno
Forti venti di speranza che soffieranno via
Ogni dubbio e timore
Se posso sognare un sole più caldo
Dove la speranza continua a splendere su ognuno
Dimmi perché, oh perché, oh perché questo sole non appare
Siamo smarriti in una nuvola
Colma di pioggia
Siamo intrappolati in un mondo
Agitato dal dolore
Ma finchè un uomo
Avrà la forza di sognare
Potrà redimere la sua anima e volare
Nel profondo del mio cuore c´è un fremente dubbio
Eppure sono sicuro che in qualche modo la risposta arriverà
Là fuori nel buio c´è una candela che mi chiama
Finchè potrò pensare, finchè potrò parlare
Finchè potrò stare in piedi, finchè potrò camminare
Finchè potrò sognare, per favore lascia che il mio sogno
Si avveri, adesso
Lascia che si avveri adesso
Oh sì
Pubblicato da Paolo Esposito
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