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Vecchio 15-11-2008, 12:01
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Predefinito Re: ANALISI della CALLIGRAFIA di Elvis Presley

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Ecco qui un'altra analisi calligrafica

L'America celebra Elvis Presley (8.01.35-16.08.77) nel trentesimo anniversario della sua morte




Lo ricordiamo presentando due campioni di scrittura.




Nel primo emerge il suo aspetto passionale, legato alla grande generosità del sentimento (Curva, Larga tra lettere) e allo slancio estroversivo (Slanciata), che permettono alla personalità di cogliere anche telepaticamente (Pendente) le passioni umane (Sinuosa) e di esprimerle in modo originale (Disuguale metodicamente).
La combinazione Curva-Sinuosa-Larga tra lettere si presenta molto frequentemente nelle scritture dei musicisti, siano essi compositori o cantanti, in quanto segnala la dominanza del sentimento romantico (anche nel re del rock and roll).
Forti anche le doti di volontà, date dal radicamento nella sua unicità (Angoli A) e dalla sicurezza nell'espressione di ciò che sente vero per sé (Aste rette).



Nel secondo campione, che risale alla fine del 1970, la scrittura segnala, tramite la forte riduzione della larghezza tra lettere, che Elvis Presley è entrato in una fase involutiva legata alla diffidenza. La perdita della fluidità, dello slancio e dell'apertura mentale, inoltre, oltre che confermare l'impossibilità di affidarsi a quel movimento istintivo libero e generoso che lo caratterizzava in precedenza, è resa ancora più evidente dalla presenza di numerose stentatezze e contorsioni grafiche. Sono queste ultime che colpiscono maggiormente, considerato anche il fatto che in quel periodo Elvis aveva solo 35 anni.

È chiaro che prima di esprimersi in senso interpretativo psicodiagnostico andrebbe verificata l'integrità delle sue condizioni fisiche (magari scriveva con la mano ingessata?) e solo successivamente l'integrità delle condizioni psichiche (di cosa si faceva esattamente per ridursi così?)
Era partita bene questa analisi calligrafica: un bel resoconto, seppur breve, dei primi anni per poi passare a quello del 1970, dicendo che Elvis aveva perso in spontaneità e fiducia, facendo subentrare la diffidenza.
Questo mi fa pensare subito ad un evolversi di eventi della vita, che possono portare una persona a modificare il suo modo di porsi nei confronti del prossimo, diventando più chiuso e, quindi, più diffidente.
Perchè poi, nell'eventuale studio delle condizioni psichiche non si vuole solo tenere conto di questi aspetti, ma bisogna per forza metterci la domanda "di cosa si faceva esattamente?".
Se la pensava così, poteva dirlo fin dall'inizio, no???
Malgrado l'essere diventato diffidente già poteva giustificare di per sè il cambiamento calligrafico, chissà perchè, ma bisogna sempre mettere quel "puntino sulla I"...

LISA
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