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Vecchio 02-12-2008, 09:11
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da Comunità Montana Esino Frasassi


“Da allora la società divenne più aperta e libera”. Per dirla con le parole di Giampiero Mughini il ’68 fu ‘Sex Revolution’. Una svolta di costume epocale che l’istrionico giornalista e scrittore ha ripercorso nell’omonimo volume, presentato ad Arcevia nel corso dell’ultimo incontro della riuscitissima rassegna ‘Nel cuore del libro…parole d’autore’, ideata dal Sistema Bibliotecario Locale della Comunità Montana Esino-Frasassi.

La sua ironia e le sue provocazioni, la sua mimica inconfondibile e le sue pose inimitabili hanno deliziato la folta platea quanto le sue riflessioni: “La rivoluzione della società venne dalla pillola contraccettiva ma anche dalla ‘500, che ridusse le distanze fra gl’italiani. Come accadde pure nelle Marche, che per la sua gente, il suo cibo e la sua natura sono solito definire l’Eldorado d’Italia”. Brillantemente introdotto da Cecchetelli, direttrice dell’ente promotore dell’evento, dal sindaco Purgatori e dal moderatore Girolimini, Mughini ha rimarcato l’importanza della musica: “La sex rivolution partì dal rock’n’roll di Elvis Presley. La sua figura fu più incisiva di un intellettuale, i suoi ritmi scatenati restituirono dignità ed orgoglio alla fisicità,sino ad allora umiliata, soprattutto nelle donne”.

Sul rapporto tra il ’68 ed il divertimento il suo giudizio è stato critico e netto: “Non fu una passeggiata per Piperno, per chi ‘scoprì’ la prigione o,peggio ancora,perse la vita. Lo è stato semmai per le nuove sensibilità estetiche e culturali, per la libertà sessuale e l’idea rivoluzionaria di un confronto paritario fra i due sessi. I nostalgici, che sostengono tesi opposte, mentono”. Inevitabile il parallelo fra il nostro ’68 ed il maggio francese, che, per motivi di studio, Mughini visse in presa diretta: “Per 3 settimane il paese si fermò. E se , a suo modo, fu un divertimento, il merito fu della polizia francese, composta da specialisti che affrontarono la protesta con lucidità, a differenza di quanto accadde in Italia. Poi, una volta terminata la colazione, come ebbe a dire De Gaulle, il paese tornò alla routine quotidiana con senso di responsabilità”.


Lo stesso principio che, se fosse stato genitore, Mughini avrebbe raccomandato a sua figlia nell’uso del corpo. Che oggi è “così esibito da pin up in bikini o dalle reduci dall’Isola delle nullità per diventare star”. Ma qui, come ha affermato l’ospite-mattatore, si aprirebbe un altro discorso con premesse opposte e riflessioni contraddittorie: furono pregiudizi soltanto quelli verso la fisicità presessantottina oppure sono tornati, sotto mentite spoglie, nei confronti delle “sciacquette” che hanno piena consapevolezza della loro ostentazione corporea ?
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