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D. Come siete arrivati a “If I Can Dream”?
SB. Mano a mano che lo show proseguiva, il Colonnello, naturalmente, vedeva i suoi problemi che aumentavano. Devo dire in tutta onestà che, secondo me, in qualsiasi momento Parker avrebbe potuto togliermi la spina e sbarazzarsi di me. Bastava un attimo per farmi licenziare. Credo fermamente che, tanto odiava il fatto che io mi fossi intromesso tra lui ed Elvis, tanto rispettava il fatto che questo special sarebbe stato qualcosa di diverso.
Tutto quello che faceva erano questi confronti personali, da cui derivava che se gli piacevo il mio nome era B I N D E L, mentre quando mi chiamava BINDER significava che qualcosa non gli andava bene. Poi quando aveva dei problemi su cui discutere, convocava in riunione con Elvis e me.
Certamente ormai aveva capito che non sarebbe stato quello show natalizio tradizionale con canzoni tipo “I Believe”. Lui l’ avrebbe voluto, ma aveva perso la sua battaglia, pur se era riuscito a spuntare di mettere una canzone natalizia, almeno alla fine. Così un giorno ci chiamò in quel piccolo atrio dei servizi igienici che lui aveva fatto diventare il suo ufficio. Aveva due agenti della William Morris, che vestiti con un’uniforme stavano piantonati fuori da questo “bagno” che lui insisteva nel definirlo suo ufficio.
Una volta entrati disse “Binder, ho saputo che non hai intenzione di mettere nessuna canzone natalizia, nemmeno alla fine”.
Ed io “Giusto”
E lui “Bene! Elvis vuole che nello show ci sia una canzone natalizia. Vero Elvis?”
Elvis teneva la testa bassa e disse “Si, signore”
Allora io dissi “Bene. Se Elvis vuole inserire una canzone natalizia, nello show allora la metteremo”.
Non avevo nessuna intenzione di imprecare e quindi siamo usciti dall’ufficio di Parker, pensando che ormai la cosa era definitiva, ma Elvis, dandomi un pizzicotto, disse: “Ignora quello che ha detto, non dobbiamo preoccuparci di quello che vuole lui”.
E’ stato il momento in cui ho capito quale fosse la filosofia di Elvis.
Una sera, mentre stavamo provando, c’era un televisore acceso nell’altra stanza e tutto ad un tratto ci fu un gran silenzio. E io ho detto “Credo che sia stato assassinato Bob Kennedy”.
Tutti ci siamo precipitati nella stanza dove c’era la tv e ne abbiamo avuto la conferma. Praticamente abbiamo passato tutta la notte a parlare dell’assassinio di Bob e John Kennedy.
A me piaceva molto Elvis. Ritengo che sia stato una delle persone più carine, gentili e nello stesso tempo divertenti, che io abbia mai conosciuto.
Può non aver ricevuto un’educazione da college, ma sicuramente era perspicace e preparato. In quei momenti di pura onestà, Elvis stava dicendo cose che pensavo sarebbe stato bello poter inserire nello special.
Così decisi di andare da Earl Brown, (nostro compositore di canzoni e arrangiatore dei cori) e da Billy Goldenberg e proposi loro di fare un trucco. Avevo letto un articolo che diceva che nella seconda guerra mondiale, tutti gli artisti tedeschi camuffavano il loro lavori, in modo tale, che essendo troppo astratto, i nazisti non avrebbero potuto capire il loro messaggio nascosto.
Così parlando con Earl e Billy, dissi “Se facessimo un discorso non riusciremmo a oltrepassare il Colonnello, ma se lo mettiamo sotto forma di canzone, non verrà mai a sapere cosa abbiamo fatto”.
Chiesi loro di andare a casa e scrivere una canzone che avesse lo spirito di ciò che avevo sentito dire da Elvis in persona, e cioè che siamo stati creati tutti uguali, che tutti meritiamo di camminare mano nella mano come fratelli e così via.
Una mattina, molto presto, ho ricevuto la telefonata di Earl Brown che mi diceva: “Credo che ci siamo. Penso tu abbia la canzone che volevi”. Ci siamo trovati tutti nello studio, per ascoltarla. Billy Goldenberg era al pianoforte ed Earl cantava la canzone scritta da loro “If I Can Dream”. Allora io dissi “OK. Aspettiamo che Elvis arrivi e gliela facciamo ascoltare”. Il Colonnello Parker stava già passando sul mio corpo e diceva “Non avrete mica intenzione di usare questa come ultima canzone dello show?”. Non risposi e aspettai l’arrivo di Elvis, per portarlo subito nella stanza del piano. Nel contempo, il Colonnello era nell’altra stanza con Tom Diskin e altri della RCA. Li sentivo brontolare, disapprovando quello che stavamo facendo.
Abbiamo suonato “If I Can Dream” per Elvis ed lui l’ha ascoltata attentamente. Poi disse “Suonala di nuovo”. Poi aggiunse “Devo abituarmi!” Quando Elvis doveva prendere una decisione su una canzone, non voleva decidere in fretta. Voleva assorbirla e ascoltarla ripetutamente. Billy e Earl l’hanno fatta almeno tre o quattro volte. Alla fine, Elvis mi ha guardato e ha detto “Ok la facciamo” e io “Ok la faremo” e immediatamente sono state avviate tutte le pratiche per i diritti d’autore e per la RCA. A quel punto tutti si sono resi conto che la canzone avrebbe fatto parte dello special, che piacesse o no.
Ma la cosa ancora più grande è che quando Billy Goldenberg ha saputo che Elvis l’avrebbe cantata, è andato al piano. Ha preso una matita e una gomma e ha cancellato il suo nome dal foglio dove era scritta la canzone, perché, in realtà era stato solo Earl Brown a scriverla. Questo gesto, probabilmente, a Goldenberg è costato milioni di dollari in diritti d’autore, ma nella squadra la prima cosa era l’integrità e io sono ancora molto legato a queste persone.
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