Discussione: Viaggio a Memphis
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Vecchio 03-06-2009, 20:02
marianna marianna Non in Linea
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Predefinito Re: Viaggio a Memphis

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Con immensa tristezza dico: SONO TORNATA!!
Mai nella mia lunga vita mi era capitato di piangere perché mi lasciavo un posto alle spalle, ma questo è successo quando l’aereo è decollato dall’aeroporto di Memphis, per dare inizio alla via del ritorno. Le lacrime sono scese da sole sorprendendo anche me, visto che, caratterialmente, sono tutt’altro che una piagnona e sono ben poche le cose e soprattutto le persone che riescono a commuovermi.
Comunque, a parte le mie emotività personali, do il via al racconto della mia esperienza a Graceland e a Memphis, cercando di non dilungarmi troppo per non annoiarvi.
Sicuramente, di tutta la giornata, per me il momento più bello era dalle 7.30 alle 8.30 del mattino per l’accesso al Meditation Garden. Il primo giorno, appena ho attraversato il cancello, il cuore ha iniziato quel battito tipico di quando si vive una grande emozione. La “stradina” che porta al Meditation obbliga il passaggio davanti alla casa ed è inevitabile fermarsi a guardarla in tutta la sua maestosità. La maestosità della casa, non ha niente a che vedere con quanto si legge in giro, circa la grandezza, perché non è così grande come si pensa, anzi……… La maestosità della casa è il “toccare con mano” ciò che si è sempre visto in foto e sentire Elvis ovunque.
L’ho visto scendere ai cancelli per gli autografi, cavalcare o mentre scende dalla macchina ed entrare in casa.
Trovarmi davanti la tomba di Elvis, avvolta nel silenzio più totale rotto solo dal rumore della fontana, è stata un’emozione che non si può descrivere a parole. Qualcosa di misto tra l’incredulità di essere lì e la consapevolezza di trovarmi vicino a lui.
In mezzo al grande silenzio e l’immensa quiete che avvolge tutta Graceland (con grande rispetto da parte di chiunque sia presente che sia la security o i visitatori), il Meditation Garden è un’oasi di pace e soprattutto di riflessione, per tutto ciò che ha riguardato Elvis e la sua vita.
Senza nemmeno rendermene conto, in quella mezz’ora, con la memoria, ho ripercorso gli ultimi anni della sua vita e non ho potuto non pensare: ORA RIPOSI IN PACE!!!
Questa considerazione si è ripetuto ogni mattina fino a venerdì scorso. Io non avrei mai lasciato quel posto. Sarei stata lì tutto il giorno a pregare e in sua compagnia.
Visitare la casa è stato altrettanto emozionante e, secondo me, ovunque si sente la presenza di Elvis.
Hanno ragione coloro che dicono che si sentiva nell’aria quanto stava arrivando, perché all’interno della casa, sembra di vederlo scendere la scala. Io l’ho immaginato in cucina mentre beve il caffè, nella sala della tv seduto sulla sua poltrona preferita, nella jungle mentre si rilassa, ma soprattutto nella stanza del racquet ball la mattina del 16 agosto, dopo la sua ultima partita, mentre per l’ultima volta canta al pianoforte. Quest’ immagine è stata di una tristezza infinita, non solo perché 7 ore dopo non ci sarebbe stato più, ma principalmente perché per me è lacerante immaginare quella che fu la sua sofferenza fisica e psicologica degli ultimi anni e soprattutto nel 76 e 77.
Il pensiero che mi ha accompagnato sia durante i tour, che la mattina nel Meditation Garden è la certezza che Elvis oggi sta bene e mai come ora, lì, a casa sua è presente ovunque.
Sicuramente tutto è determinato dalla mia autosuggestione e soprattutto dal gran bene che gli voglio, ma ho percepito la sua presenza, per tutta la settimana, in ogni passo che ho fatto e in ogni persona che ho incontrato con cui ho potuto parlare di lui.
Credo di poter interpretare anche il pensiero di Tania, quando dico che ci siamo sentite accompagnate da lui per tutto il periodo che sono rimasta a Memphis.
Elvis ci ha accompagnato a Tupelo, dove bisogna dare onore e merito ai fans hanno fatto e stanno facendo un gran bel lavoro, per raccontare i suoi primi 12 anni, poi a Nashville, il cui centro turistico, potrebbe essere a rischio per due turiste sprovvedute come eravamo noi.
Per non parlare poi della pericolosissima zona dove si trova il museo della Stax (in cui di Elvis non c’è assolutamente niente).
Invece si è rifiutato di venire a Las Vegas e ha fatto bene, visto che all’Hilton di lui è rimasta solo la statua (brutta) all’esterno e all’interno 4 misere slot machines e un salottino (per fortuna fumatori) in cui sono appese alcune foto.
Per il resto tutto ciò che riguarda Elvis è stato smantellato dai nuovi proprietari.
Quindi non c’è più la show room e quella che era la sua suite al 30° piano dell’Hilton è diventato un mega appartamento per gli ospiti danarosi.
Era meglio se rimanevamo un giorno in più a Memphis e lasciavamo perdere Las Vegas. Saremmo rimaste con Elvis di più e ci saremmo risparmiate una grande delusione.

Il nostro albergo era a 30 metri da Graceland e, dalla nostra terrazza, potevamo vedere la coda del Lisa Marie, il muro di recinzione, gli alberi del parco e di notte vedevano le luci che la illuminano. Meglio di così non potevamo scegliere. Siamo andate a Memphis per Elvis e lo avevamo vicino di giorno e di notte!!!

Mi rendo conto di essermi dilungata troppo, ma ci sarebbero talmente tante cose da raccontare che non basterebbero 30 pagine.
Tra l’altro c’è il rischio che le parole riducano il valore di quelle che sono le reali sensazioni ed emozioni che si provano dentro e fuori Graceland, perché bisogna esserci per capire veramente.
Quindi preferisco rispondere ad eventuali vostre domande, ove mi è possibile rispondere e, quanto prima, postare alcune foto che sicuramente spiegano meglio di me!
Ne ho fatte oltre 1.700, senza considerare quelle che ha scattato Tania.
Potete immaginare il lavoro che ho a controllarle una per una, riordinarle, catalogarle e scegliere le migliori per sul forum e condividerle con voi. Ma prima o poi, prometto che lo faccio.

Per concludere dico solo che un pezzo di me è rimasto là!

Un salutissimo a tutti!!
credo che sia un emozione difficile da trasmettere a parole ma hai dato chiaramente l'idea di come ci si possa sentire...io posso solo immaginare da quello che hai raccontato che sembra di entrare in un altra dimensione che è ben lontana da quella che è la realtà che viviamo quotidianamente nelle nostre città...è come immergersi in un sogno e poi doversi svegliare quando si fa rientro a casa...credo che io proverei questo e mi piacerebbe davvero poterlo vivere...ma dato che non posso per varie ragioni aspetto altri tuoi racconti, così potrò viverlo grazie a te....
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