Discussione: Reportage da Graceland
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Vecchio 14-02-2011, 09:36
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Reportage da Graceland

Tornati in casa troviamo il caos più totale. La jungle room è stata trasformata in una sala di registrazione, perché la RCA ha bisogno di un nuovo album di Elvis da pubblicare, ma lui non ha alcuna intenzione di recarsi agli Studios. La sua, lo capiamo bene, è una forma di protesta, l’unica, forse, che pensa gli sia rimasta. Molti attribuiscono l’apatia mostrata dal cantante negli ultimi tempi solo a motivi personali, di salute o di cuore. Ma noi sappiamo che non è vero. Almeno, non completamente. Elvis ha ottime ragioni per non voler più stare al gioco che gli hanno imposto. Da anni, ormai, critica il modo in cui vengono confezionati i suoi album, che, per la maggior parte, non hanno un principio ispiratore; sembrano, piuttosto, un insieme di canzoni assemblate a caso allo scopo di vendere qualche copia. La decisione presa dal Colonnello Parker di vendere il catalogo di Elvis alla casa discografica, poi, ha finito per aggravare la situazione, uccidendo lo spirito del più libero degli artisti. «Esistono un sacco di belle canzoni in giro, perché io non posso averle?». Certo, c’è Way Down, che può diventate l’occasione per esplorare nuove strade, ma ormai è troppo tardi. Il cantante è stanco, molto più stanco di quanto si possa immaginare. Così decide di abbandonarsi completamente a canzoni sentimentali e strappalacrime. Le Jungle room sessions daranno vita ad alcune delle più calde, appassionate e struggenti interpretazioni di Elvis e, alla luce dei fatti futuri, costituiranno il suo testamento spirituale. La scelta di canzoni malinconiche come ‘Solitarie’ o ‘It’s Easy for you’ appare a prima vista fortemente autobiografica, cioè legata alla situazione sentimentale di Elvis in questo periodo, ma, con uno spirito di osservazione più attento, ci si rende conto che il cantante ha sempre dimostrato, lungo tutto il corso della sua carriera, una forte predilezione per le ballate. Tra ‘Unchained melody’, una delle sue ultime registrazioni live, e ‘My happyness’, la sua prima registrazione ai Sun Studios, in fondo, non è stata percorsa molta strada. Le due canzoni appaiono, piuttosto, come le estremità di un cerchio che si chiude.
Le risate non mancano, come non mancano, alla fine, i risultati. Ma guardando Elvis non si può non accorgersi di quanto faccia fatica a concentrarsi. Ad un certo punto, addirittura, si alza e torna in camera sua. Ha un progetto in mente: stanare tutti gli spacciatori di Memphis. Meno male che Red riesce a persuaderlo dal compiere l’impresa! Quando tutte le apparecchiature vengono smantellate e il camion della RCA lascia Graceland rimane un silenzio assordante. Con le spalle curve e la figura appesantita Elvis sale le scale di servizio per raggiungere di nuovo il suo rifugio e, mentre la porta imbottita si chiude alle sue spalle, isolandolo dal resto del mondo, sentiamo un grande vuoto dentro. Incolmabile.

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