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Vecchio 26-07-2006, 16:34
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Intervista A Myrna Smith

D. Ti ricordi qualcosa?
R. Non vorrai sentire cose di questo tipo. Non vuoi sentirle, ma quando parlerai con Jerry Schilling, chiedi a lui. A Jerry piaceva una delle assistenti di volo, quando era il mio compagno. Ma ho scoperto tutto.

D. Ok ne parlerò con Jerry. Cosa mi dici di Elvis a Graceland?
R. Aveva uno dei primissimi televisori a schermo grande, ma non era uno schermo. Hai presente quegli schermi per vedere il cinema a casa, era qualcosa del genere. Ne era molto orgoglioso. L’aveva messo nella Jungle Room.
Per il suo 40esimo compleanno, eravamo in un posto dove c’era tanta neve. Credo fosse Vale. Non voleva festeggiare il suo compleanno. E all’inizio fu così. Noi pensavamo che avrebbe festeggiato. Linda voleva fare una torta per tutti. Credevo che rimurginasse sui suoi 40 anni, e così disse ai ragazzi di lasciarlo solo, non voleva condividere e celebrare quell giorno. Così Jerry ed io, come tutti noi, avevamo il nostro appartamento. Ricevemmo una chiamata da Elvis che chiedeva a Jerry di salire da lui. Andammo, c’erano lui e Lida ed era il suo compleanno. Aveva deciso di passarlo solo con alcune persone, ma eravamo solo noi quattro. Iniziò a raccontarmi delle storie. Mi chiese se avevo mai visto il film “Across 110th Street”, io non l’avevo mai visto, mentre lui l’aveva visto almeno 50 volte. Mi ricordo di avergli detto no, e lui iniziò a raccontarmi tutto perfino i dialoghi. Si trattenne con me tanto a lungo da raccontarmi la sotria così com’era nel film. Ma ci siamo divertiti. Lui rise molto quella sera e lo vedevo spensierato, a non pensai più che fosse cos’ preoccupato del fatto che stava invecchiando. Perché suppongo che quando sei stato un sex symbol, è una cosa a cui pensi. Ma doveva pensare più a quello che gli stava succedendo, piuttosto che a una cosa come questa. Abbiamo ballato tutta la notte. Linda fece una torta e credo abbia avuto un bel compleanno per i suoi 40 anni. Questo è l’ultimo che mi ricordo di aver festeggiato con lui.

D. Allo show di Indianapolis, fu l’ultima volta che lo vedesti?
R. Sì

D. Scherzava ancora molto?
R. Ogni volta che stava con me, non so come gli altri reagivano, ma stava sempre vicino a me, per ma maggior parte del tempo. Se non se la sentiva di chiaccherare, parlava con me. Quando stavo a casa sua a Beverly Hills, si vestiva e scendeva. Lui né fumava né beveva, ma con me lo faceva, se fumava, fumava le mia stessa marca, le Tarryton. E poteva furmare tutto il pacchetto in un’ora e se si versava da bere, avrebbe potuto bere una bottiglia intera. Ecco perché credo che non bevesse, perché aveva questo tipo di personalità. La volta che iniziava ….. ecco aveva questo atteggiamento. Prendi un drink, e lui non beveva assoltamente. Non era un bevitore. Gli piaceva fumare il sigaro, ma non fumava sigarette, e non gli dava fastidio se lo facevi in sua presenza. Non era una di quelle persone asfissianti.

D. Gli piaceva la carne ben cotta.
R. Elvis mangiava sempre tanto, se c’era gente. Credo che era talmente tanto abituato a mangiare da solo che era un insicuro sul galateo a tavola. Per cui mangiava tanto, quando era con qualcuno. Gli piaceva il cibo ben fatto. Bruciato.

D. Joe Esposito, come svolgeva i suoi incarichi?
R. Joe Esposito era il road manager. Ma era anche un assistente personale di Elvis perché Joe teneva il blocchetto degli assegni. E qualchevolta Elvis si sentiva generoso e chiedeva a Joe. Elvis non portava soldi consè. Ricordo una volta che mi chiese una moneta. Una moneta! E disse a Joe “Vai a prendere il blocchetto degli assegni” Joe lo fece e lui gli disse “Fai un assegno alle ragazze per 1.000 dollari” Ecco, Elvis era fatto così. Joe doveva controllare queste cose, il suo compito era che doveva trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Perché il Colonnello lo dirigeva, ma Joe faceva in modo di relazionare il Colonnello ed essere certo che Elvis facesse le cose quando loro pensavano dovesse farle. Elvis amava dormire fino a quando stava per iniziare lo spettacolo. Perciò qualche volta, quando scendeva, non era ancora del tutto sveglio. Così Joe doveva mettersi d’impegno per farlo alzare. Aveva molti doveri e li eseguiva.

D. Che ricordi hai del Colonnello?
R. Ricordo che il Colonnello Parker, all’inizio non mi piaceva perché dovevo correre ello spogliatoio, Elvis era già nel suo e nessun’altro avrebbe dovuto essere ancora giù. Lui stava uscendo dallo spogliatoio di Elvis ed io dissi “Buonasera” e lui passò dritto senza dire assolutamente niente. Pensai che probabilmente non mi aveva sentito. Perciò cercai di farlo ancora un paio di volte, gli ero vicino “Salve Colonello”. E mi accorsi che lo faceva deliberatamente. Amava farti sentire inferiore a lui. L’ho visto trattare la gente in modo da farli latrare come cani. LA volta successiva gli sono passata vicino e non ho detto niente. Così dopo 4 volte, lui mi guardò per vedere se lo salutavo e io continuai a camminare come se non l’avessi visto. E credo che abbia recepito il messaggio, perché la volta successiva nel momento in cui gira la testa mi disse “Buonasera” Gli feci credere di non averlo sentito. Lui ripetè “Buonasera” “Buonasera colonnello” Da quella volta mi rivolse la parola.
Dopo la morte di Elvis, lui e la sua signora chiamarono Jerry e me. Andammo a cena con lui, nella sua suite, il suo attico a Wilshire. Avevo iniziato a lavorare per Tom Jones. Mi chiamò appena arrivata a Las Vegas. Venne allo spettacolo di Tom Jones e mi portò fuori a cena. Trovai che lui ed il staff erano burloni. Amava ingannare la gente, verificare quanto terrorizzasse la gente. Ma se tu non eri impaurito, allora diceva “Bene, questo non vuole i miei scherzi”

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