Discussione: "Hound dog" il film
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Vecchio 27-01-2007, 13:43
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Predefinito Re: "Hound dog" il film

(25 gennaio, 2007) Corriere della Sera LA PELLICOLA E il racconto dello stupro di Dakota fa discutere il Sundance film festival
PARK CITY - «Lo stupro è una forma di guerra e sopruso estremo e la vittima di questo tipo di violenza psicologica e fisica resterà per sempre segnata dalla esperienza criminale subita. Spero che il mio film sappia toccare le corde sensibili più forti e consapevoli di tante persone. Perché quando vai al cinema e vedi una storia vera, che riproduce con coraggio in tutto il suo orrore la realtà e la cronaca, puoi sentirti meno solo e più forte nel mondo». La regista Deborah Kampmeier ha presentato con queste parole al Sundance Festival il suo film Hounddog con la tredicenne attrice Dakota Fanning, che nel film è una bimba segnata da uno stupro e, prima ancora, vittima di abusi familiari. La sequenza della violenza alla bimba non è esplicita: si vedono i volti di Dakota e del violentatore, un sedicenne, che in una complessa storia di relazioni familiari e sociali, nel più puritano e repressivo Sud degli Usa anni ' 50, esprimono l' orrore subito o consumato. La ragazzina protagonista, cresciuta nella promiscuità di una famiglia povera, sogna di incontrare Elvis Presley (il titolo del film è quello di una canzone eseguita da Elvis nei suoi concerti) e, senza alcuna consapevolezza di ciò che sta facendo, imita le mosse sexy di «Elvis the Pelvis», scatenando reazioni maschili incontrollate e aprendo le porte di un mondo dark nel quale sprofonderà. La proiezione del film al Sundance ha riacceso un dibattito: è lecito raccontare una storia come quella di Hounddog, definita da alcuni pornografia infantile? Attaccato preventivamente dalla Christian Film & Television Commission, il film non mostra sullo schermo nudità o atti fisici diretti: tutto è traslato e quando i ragazzi chiedono alla giovanissima protagonista di denudarsi, lo spettatore ne vede solo il volto e il mutare dell' espressione. È una di queste scene che mostra l' infantile sensualità della protagonista e, contrapposta, la violenza del desiderio maschile di stuprare questa innocenza. Il dibattito resta aperto mentre, citando i continui casi di stupro riportati dai giornali, la replica di chi difende il film è: «A Hollywood viene concessa sullo schermo ogni forma di violenza, carneficina, sparatoria, ma nessuno perdona chi ha il coraggio di togliere la maschera alla più violenta delle sopraffazioni fisiche e psicologiche: lo stupro». Grassi Giovanna
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