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Vecchio 26-08-2006, 19:56
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Intervista A George Klein

D. Cosa ricordi del matrimonio di Elvis? Secondo te, fu costretto a farlo?

GK: Io ero una delle 14 persone presenti. Sì sposò nella suite Milton Prell dell’Aladin Hotel a Las Vegas. Durante tutto il periodo, non ho mai sentito dire che fosse stato costretto a farlo. Penso che Elvis ritenesse fosse arrivato il momento di sposarsi.

D. C’eri all’Opening Night di Las Vegas nel 1969?

GK: No, Elvis aveva chiesto sia a me che a tanti altri di andare a vederlo nella seconda sera dopo una prima serata, in cui era molto nervoso. La sera di apertura era solo ad invito per i media e per molte delle grandi star. Elvis era probabilmente il più grande intrattenitore che io abbia mai visto su un palco. Ci metteva veramente tutto in uno spettacolo. Era dinamico, elettrico, aveva carisma. Si relazionava con il pubblico, proprio non riuscivi a togliergli gli occhi di dosso. Diceva sempre, lo show deve essere offerto al pubblico, non può stare lì in piedi come una statua. L’aveva imparato dagli artisti di colore come Jackie Wilson e James Brown.

D. Negli anni 70, eri fuori dalla Memphis Mafia o lavoravi ancora con loro qualche volta?

GK: Non ho mai lasciato la Memphis Mafia, ma lavoravo anche in radio e televisione. Al tempo, ero la cosa più bollente di Memphis.

D. Perciò non hai assolutamente mai seguito Elvis nei suoi tours, in quel periodo?

GK: Avevo carta bianca per andare a Graceland e probabilmente vi andavo 3 o 4 volte alla settimana, quindi non ho mai perso i contatti con Elvis. Occasionalmente sono andato a qualche spettacolo con lui nei fine settimana o altro.


D. Visto che gli anni 70 passavano, quali furono i primi segni del declino fisico? Quando hai iniziato a renderti conto dello stato di salute di Elvis?

GK: Buona domanda. Non mi sono mai preoccupato fino a che lui non è andato in ospedale 2 o 3 volte. La prima volta che andò, ne uscì che era OK. Ci sono alcune robacce da dire sull’ospedale, di cui non ti posso parlare adesso, le troverai nel mio libro. Ma quando accadde che lui morì, fu un vero shock.

D. Dove ti trovavi quando hai saputo che Elvis era morto?

GK: Ho ricevuto una telefonata dalla radio WHBQ. Qualcuno disse che era arrivata voce che Elvis fosse morto. Dissi, non credeteci, è già stato detto altre volte. MA la cosa sembrava seria, perché tutte le altre radio iniziarono a parlarne e a commentare. Così, finalmente chiamai Graceland e mi rispose la compagna di Vernon, Sandy Chiesi se era vero, e lei rispose di sì, devi venire qui subito. Mi sentii come se qualcuno mi avesse pugnalato con un coltello ardente. Presi la mia macchina e andai velocissimo a Graceland. Entrai nel soggiorno e Mr. Presley mi abbracciò. Piangeva in modo incontrollabile. Disse: “George, l’ho perso. Ho perso mio figlio” Non lo dimenticherò mai. Ognuno abbracciava l’altro, piangevamo tutti, pregavamo che avvenisse qualche miracolo. Dopo circa un’ora, arrivo il Dr. Nick che ci diede la conferma.

D. Al funerale, un paio di giorni dopo, tu eri un portatore della bara. Puoi descriverci com’è stato?

GK Al momento del funerale, la cosa diventava realtà, ma noi ancora non volevamo crederci. La cerimonia ha avuto luogo nel soggiorno di Graceland. Ci saranno state 30 persone nella stanza. C’era Ann Margret, George Hamilton e naturalmente Priscilla, Ginger Alden e LindaThompson. E’ stato un funerale serio, tranquillo, emozionante. Poi iniziammo il nostro tragitto verso il cimitero. Io ero nella limousine nr. 6 con Charlie Hodge e Alan Fortas. Mentre guidavamo, la gente era su 4 o 5 file, lungo la strada per molte miglia. Piangevamo e ridevamo. Cercavamo di prepararci psicologicamente a non perdere il controllo. Andammo al mausoleo e il pastore fece un servizio di 10-15 minuti e poi abbiamo caricato la bara. Sono stato l’ultimo a toccarla, prima che fosse posata. Ricordo che la baciai. Poi quando coprirono tutto, ti sentivi strano e distrutto. Era finita. Era un momento in cui si provarono tutti i tipi di emozioni e sentimenti. Un po’ più tardi, alcuni ragazzi furono catturati perché avevano cercato di rubare la bara. Questo scosse tutti noi, soprattutto il padre di Elvis. Così Elvis fu spostato a Graceland vicino a sua madre. Per poterlo fare, Vernon diede un permesso speciale.

D. Tu stai scrivendo un libro. Che cosa puoi anticiparci?

GK: Il libro si chiama Elvis, il mio uomo migliore. Inizia parlando del primo giorno, che come ti ho detto è stato nel 1948 fino ad oggi. All’interno ci saranno storie che la gente non conosce e foto che la gente non ha mai visto. Potrete ascoltare totalmente la vera storia. Ho aspettato a farlo perché sono stati scritti tanti libri e storie su Elvis, dopo la sua morte e negli anni 80, e non volevo far parte di quel circo.

D. Per finire, George, hai messaggi per i fans australiani che vorranno leggere questo libro?

GK La mia sintonia con i fans australiani è stata grandiosa. Hanno continuato a supportarlo con un’energia tremenda. L’Australia è stata uno dei primi paesi ad essere presente quando morì e a portare avanti la sua eredità. L’Australia ha fatto quello special televisivo da Graceland quando stava per essere aperta la pubblico. Don Lane, penso sia stato l’anfitrione. Il boss del canale televisivo interessato era un enorme fan di Elvis e veramente ha spinto questa cosa.

D. Si, si tratta di Kerry Packer. E’ mancato l’anno scorso subito dopo Natale.

GK. Non lo sapevo, E’ stato un grande special, fatto veramente bene.

D. George Klein, grazie per averci dedicato il tuo tempo


GK: E’ stato un piacere Scott, grazie
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