Discussione: Reportage da Graceland
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Vecchio 27-02-2011, 13:35
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Reportage da Graceland

Decido di rimanere per aspettare il suo ritorno e quando finalmente apre la porta mi sorprende di nuovo. Il suo viso è ancora più pallido di come lo ricordavo, ha lo sguardo allucinato e le occhiaie sembrano due solchi profondissimi. E’ mezzo intontito e questa volta non ce la fa a cambiarsi da solo. I suoi amici lo aiutano ad indossare il pigiama e poi si allontanano per farlo riposare. Dannazione, dov’è Ginger? Quella ragazza non c’è mai quando lui ne ha bisogno. Sul comodino ci sono delle pillole. Ne ingoia qualcuna e poi si stende aspettando che il sonno sopraggiunga. A guardare il soffitto adesso non è l’idolo delle folle che ha appena lasciato il palco, ma un introverso ragazzo di provincia a cui sua madre proibiva di andare a giocare con gli altri bambini vicino al torrente, che nelle foto di scuola era sempre quello all’angolo più lontano, che non ha mai avuto degli amici fino a quando non ha preso in mano una chitarra. E’ vero, da più di vent’anni è l’oggetto del desiderio di tutte le donne e qualcuno è arrivato a definirlo addirittura “sacerdote del sesso”, eppure l’unica cosa che chiede, in fondo, è un po’ di compagnia, una donna che lo ascolti e si prenda cura di lui.
In uno dei romanzi di Agatha Christie, l’assassino si rivela al lettore semplicemente pronunciando le parole:«Feci quello che dovevo fare» entrando nella stanza del delitto. Anch’io temo di fare altrettanto se dico che quando sono uscita da quella camera da letto, anche se in verità erano passati solo pochi minuti, in cuor mio sembrava essere trascorsa una notte intera. Stavo per andarmene mentre Elvis era nel dormiveglia, ma poi non ho resistito alla tentazione. E così ho fatto l’unica che potessi fare per quell’uomo così solo. Ho preso la sua mano tra le mie e gli ho cantato una ninnananna per farlo addormentare. Durante il suo sonno agitato molte volte ha cercato una presenza accanto a lui ed io l’ho rassicurato. «Sta tranquillo, non me ne vado, resterò fino a quando non aprirai di nuovo gli occhi. Non ti abbandonerò, sarò qui vicino a te a proteggerti e a coccolarti». Non erano queste, forse, le parole che ha sempre sperato di sentirsi dire dalle donne che sono state al suo fianco? Chissà in quante sono riuscite a mantenere la promessa…. Almeno per questa volta, il problema è risolto: non me la sento proprio di deluderlo, è troppo fragile e indifeso.«Qualunque siano i tuoi incubi, io li scaccerò via», gli sussurro ogni tanto all’orecchio e lui riesce a riposare sereno almeno per qualche ora. Nel frattempo, l’aereo arriva a destinazione e qualcuno sta per entrare nella stanza. Ormai Elvis è quasi completamente sveglio, quindi sono libera di andarmene attraverso l’uscita secondaria. Quando metto piede a terra ho la sensazione di avere appena fatto il viaggio più lungo della mia vita, come se fossi rimasta sospesa per aria e nel tempo per più di trent’anni. E questa sensazione, ad essere sincera, non mi dispiace affatto.

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