Discussione: Una giornata a Tupelo
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Vecchio 28-03-2011, 07:40
Ariadne Ariadne Non in Linea
Elvis Big Fans
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Ecco il seguito del mio racconto....


Il nostro tavolo fortunatamente è molto vicino al palco, perciò la visuale è ottima. Dopo un’attesa che ci è sembrata interminabile Elvis fa la sua apparizione, suscitando un boato senza fine. Da quel preciso momento le urla e gli applausi si susseguono incessanti, arrivando addirittura a coprire la musica. Delle prime due canzoni riusciamo ad afferrare ben poco. Sarà perché è lo spettacolo di mezzanotte, ma il pubblico ci sembra particolarmente scatenato. Elvis indossa una delle sue jumpsuits bianche, con una fascia in vita le cui estremità ricadono sulla coscia sinistra frustandolo mentre si muove . La tuta aderente mette in evidenza il suo fisico asciutto e ben proporzionato, e certe sue pose sono terribilmente sexy . La mia amica ha lo sguardo trasognato e ogni volta che il cantante si gira nella nostra direzione manda gridolini di piacere. La donna seduta al tavolo vicino al nostro mi si avvicina all’orecchio e confessa:«E’ l’uomo più bello che io abbia mai visto!» . Il concerto è cominciato da almeno quindici minuti, ma io ancora non riesco a concentrarmi sull’articolo che dovrò scrivere domani. In fondo, sono qui per lavoro. Il problema è che lo spettacolo a cui sto assistendo è molto diverso da quello che, bene o male, mi aspettavo. Prima di venire a Las Vegas mi ero informata. La band che Elvis ha messo su è straordinaria. A suonare con lui ci sono musicisti di altissimo livello, forse i migliori in circolazione, e l’orchestra dell’International diretta da Joe Guecio conferisce all’insieme pienezza e un tocco di classe. Le canzoni della scaletta sono tutte grandi successi, non solo del passato ma anche del presente. La voce del cantante è a tratti roca, a tratti dolce e sensuale, a tratti potente. Tutte le recensioni che ho letto finora hanno colto perfettamente nel segno: gli spettacoli di Elvis sono momenti esaltanti di grande musica che, probabilmente, non saranno mai eguagliati. Inoltre, lui si sta rivelando un’eccezionale animale da palcoscenico. Sa come tenere fissa l’attenzione su di sé e sa come mandare il pubblico in delirio. Bè, me ne comincio a rendere conto. Tra una canzone e l’altra cammina sul palco con la sua tipica andatura dinoccolata. Sembra una tigre in cerca di una preda. Fa qualcuno dei suoi irresistibili sorrisi, si inumidisce le labbra con la lingua e strizza l’occhio alle spettatrici più vicine. Durante l’esecuzione di “Love Me Tender” bacia, com’è sua abitudine, tutte le fortunate che riescono a raggiungerlo e con qualcuna si lascia anche andare a commenti piccanti. Più passa il tempo più rimango esterrefatta. “Bridge Over Troubled Water” e “You Don’t Have to Say You Love Me“ sono cantate con una partecipazione a tratti commoventi. “I Just Can’t Help Believin’ ” è di una bellezza indescrivibile, mentre i pezzi squisitamente rock ti fanno sentire dentro un’energia che non avresti mai creduto di avere. Ma tutto questo, sebbene non passi mai in secondo piano, è comunque affiancato da un fenomeno parallelo che si va verificando. E’ come se ci fosse uno show dentro allo show. Man mano che il concerto va avanti, le donne sono sempre più sfacciate. Alcune di loro salgono sui tavoli e lanciano indumenti intimi sul palco. Altre si mettono le mani nei capelli e urlano ripetutamente “Elvis!”, “Elvis!”, come un invito a farle godere sempre di più . Il momento culminante arriva quando il cantante comincia a cantare “Polk salad Annie”. Con le gambe allargate, il bacino rivolto in avanti e il fremito convulso di tutto il suo corpo egli sembra concedersi in un amplesso prolungato che si arresta soltanto quando sopraggiunge il completo sfinimento . Alla fine della canzone, la mia amica ha gli occhi sbarrati e la bocca aperta dalla quale non esce un fiato. Come del resto molte delle donne presenti, evidentemente appagate dall’esibizione. Quando lo spettacolo volge al termine e Elvis comincia a cantare “Can’t Help Falling in Love”, ho un’unica certezza: quello tra il cantante e il suo pubblico è un vero e proprio rapporto d’amore, che non si fa mancare assolutamente nulla. Le donne gli appartengono e lui è dentro di loro. Non andrà mai via.
Il giorno dopo, sul tardi, mi presento in redazione un po’ preoccupata. Il direttore si aspettava di ricevere il mio pezzo già qualche ora fa, ma io sono costretta a confessargli che non l’ho ancora scritto. E’ tutto solo nella mia testa. Perché? Gli spiego le motivazioni della mia titubanza e poi gli chiedo a bruciapelo:«Capisce, capo? Di cosa devo parlare: di musica o di sesso?». Lui mi guarda con la sua faccia rubiconda e, mentre si sfrega le mani dondolandosi sulla poltrona, risponde: «Ma di tutte e due le cose, mia cara. Di tutte e due le cose….».
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