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Vecchio 20-07-2006, 20:09
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Intervista A Ronnietutt

INT. Che cosa pensi ti abbia fatto ottenere il lavoro?

R.T. Per prima cosa, penso che sia stata la mia preparazione, avendo fatto un sacco di R&B a Memphis, suonando con tutte le più grandi bands ritmiche. Tutta questa mia esperienza è stata senz’altro positiva. Ma più di questo – perché il batterista di Mototown era molto bravo – non è stato solo un fatto di esperienza, ma un qualcosa legato al rapporto. E’ stato un fatto di percezione, guardando i suoi occhi, e tutto quello che faceva. Io emulavo e accentuavo tutto quello che lui faceva istintivamente. Ogni movimento, quasi come un esaltante spogliarellista! Ah, quanto amavo tutto questo! Ed ecco perché non aveva importanza, che fosse un grande quello che doveva suonare con lui, non era questo a farlo felice – nel corso degli anni, qualche altro batterista, per ragioni diverse, si è trovato a suonare. E con lui hanno suonato grandi batteristi, Larry Londin incluso.

INT. I musicisti della sezione ritmica di Elvis, venivano da background diversi. Come ti sei “relazionato”?

RT . C’è stato un legame immediato. Era un qualcosa legato all’energia. La differenza degli stili musicali ne ha fatto un contrasto interessante. Non so come descriverlo, ma è stato così.

INT. Ti ricordi la Opening Night?

RT. Oh, Non la dimenticherò mai! E’ stata la cosa più importante che io abbia mai fatto, ovviamente. Tutto sarebbe stato registrato. Lì la RCA aveva ne ha fatto un prodotto a parte, che fa parte dell’album From Memphis to Vegas/From Vegas to Memphis.

INT. La RCA ha preparato quelle registrazioni più avanti, nel corso del mese, ma com’è stata la Notte di Apertura?

RT L’energia era incredibile! Era come un gatto uscito di gabbia. Come un grande gatto, una pantera. Elvis aveva così tanta energia e forza. Era una cosa splendida. Sfortunatamente, non è mai stato trasmessa. Non sono mai riusciti a catturare quel tipo di energia che aveva l’uomo. Per questo motivo, noi siamo scesi ad ascoltarle. Non potevamo aspettare fino alla fine dello show per andare giù ed ascoltare le tracce. Più tardi, eravamo così scoraggiati, quando abbiamo scoperto che il colonnello, in quelle tracce, aveva fatto una gran confusione. Hanno messo la voce di Elvis come il 70% del suono e la parte ritmica più bassa. Elvis ne sapeva abbastanza di produzione per capirlo, e i suoi dischi, in verità, non trasmettevano il potere e l’energia che aveva sentito dentro di sé. Lui stava in piedi di fronte a me, tutto il tempo, in modo tale da poter catturare la forza e l’energia della batteria. Anche quando abbiamo registrato in studio, toglieva il microfono dall’asta, si spostava e stava in piedi di fronte a me. Stava in mezzo a tutti i musicisti. Quando faceva queste cose, era veramente un purista.

INT. Pensi ad Elvis come ad un musicista?

RT. Non avevo molto rispetto per la sua musicalità, intendo come persona che suona uno strumento, ma avevo molto rispetto di lui come cantante. Aveva una voce molto potente, ed molto ritmo. Persino mentre preparavamo questo nuovo progetto,l’ ELVIS THE CONCERT, ho imparato a fidarmi molto più del suo ritmo e di come sentiva la musica, che di qualsiasi altra cosa. Perché non possiamo sentire…. Sto ascoltando una monotraccia del mix televisivo, e talvolta senti la folla che sovrasta la musica. Perciò mi fido sempre di più della sua voce, ed ho acquisito persino un maggiore rispetto per l’ abilità che aveva di avere feeling con la musica.

INT. Tu non sei tornato al secondo Las Vegas nel febbraio 970 e sei stato rimpiazzato da Bob Lanning. Perché?

RT. Questo è stato perché il Colonnello non ce l’ha fatto sapere. Non ci aveva informato che Elvis sarebbe tornato. Una delle prime cose che ho fatto, dopo l’Agosto del ’69, è stata di sfruttare l’offerta che mi era stata fatta, con l’opportunità di suonare allo Show di Andy Williams da Los Angeles. E’ stato un contratto di un anno con l’orchestra di Mike Post. Avevo un accordo verbale con loro. Su raccomandazione di Jerry Scheff, dovevo sostituire un grande batterista che si chiamava Jim Gordon,. Il Colonello Parker non ha mai detto una parola circa un ritorno a Vegas. Per tutto quello che ne sapevamo, è stata cosa di una volta. La cosa interessante su questo fatto è che Elvis si aspettava sempre le stesse persone. Una volta capito che gli piaceva quello che facevi, ti rispettava, Elvis non aveva motivi di credere che non saresti rimasto sempre con lui. Cose del genere facevano parte dei giochi che faceva il suo manager.

INT. La seconda biografia scritta da Peter Guralnick informa che voi non riuscivate ad arrivare ad un accordo economico con l’ufficio del Colonnello.

RT Non è assolutamente vero. Assolutamente. Era puramente una questione legata alle cose che ti ho appena raccontato. Se ci avessero detto: “Ritorneremo qui a Febbraio”, avremmo preparato qualcosa. Ma non ce l’hanno mai fatto sapere, ed è per questo che Glen D. ha lasciato il gruppo. Aspettavano fino all’ultimo minuto. Il Colonnello salvaguardava l’immagine di Elvis molto intesamente ed attentamente. Anche nelle foto, la maggior parte di noi venivamo sempre oscurati. Lo stesso vale per quanto riguardava il contattarci per suonare. Facevamo trattative individuali, non venivamo mai considerati parte dell’entourage di Elvis.
Ecco il motivo per cui Glen D. ha lasciato dopo parecchi anni. Si è stancato di stare ad aspettare. Io credo anche che il colonnello avrebbe aspettato fino all’ultimo minuto per informarci, sperando che non avremmo accettato il lavoro, così avrebbe potuto dire a Elvis: “oh, non erano disponibili”. Immagino cosa si sarebbe mormorato, tipo:Non era disponibile, voleva troppi soldi” o qualcosa del genere. Se avevamo un buon rapporto con Elvis: bene: Se non l’avevano andava bene lo stesso. Una volta Jerry Scheff doveva lasciare il paese per andare in Canada. Abbiamo dovuto prendere Emory Gordy affinché suonasse per un certo periodo. Naturalmente, quando ritenne opportuno, al suo ritorno, Jerry era il benvenuto ma anche lì il Colonnello cercò di separarci. Se dovessi leggere oltre, penso che fosse a causa dei problemi avuti con Scotty. Scotty, al tempo, era il manager di Elvis, e credo che il Colonnello risentisse di chiunque avesse influenza su Elvis. Voleva essere in grado di controllarlo.

INT. In quel periodo, divenne cosa comune, la citazione di merito dei musicisti, sugli albums, ma per quelli di Elvis non è stato così. Ne avete mai discusso?

RT Ci era stato detto che il Colonnello non lo voleva. Lui nominava solo i cantanti, perché la loro associazione lo prevedeva nel contratto. L’AFFM, la nostra associazione, non l’ha mai richiesto. Pertanto, siccome non era necessario, il Colonello non lo faceva. Così nessuno avrebbe saputo che suonavamo con Elvis, salvo quando Elvis ci presentava sul palco, oppure nel disco, o nel film. Sotto questo aspetto è molto triste.

INT. E’ interessante notare che nelle mie precedenti interviste ai musicisti di Elvis, nessuno ha avuto qualcosa di buono da dire del Colonnello.

RT La cosa bella che posso dire sul Colonnello è che lui ha sempre fatto quello che ha detto, che fosse per te o per me. Se noi ci trovavano a lavorare solo per pochi giorni, ed avevamo un contratto di un mese ed Elvis era malato e aveva qualche problema o altro, il Colonnello non avrebbe mai detto: “Bene, adesso che è ammalato, potremo fare uno sconto, vi pagheremo per quanto fatto.” Non ci sono dubbi su questo. Era sempre “Questo è il vostro assegno per l’intero contratto”. In questo senso, quando prendeva accordi con le associazioni o accordi contrattuali, era un uomo d’onore. E questa è la cosa migliore che posso dire di lui.
Ma d’altra parte, era anche un uomo difficile, nel senso che…… posso contare sulle dita della mano le volte che mi ha detto “ciao”. Scendevamo nello stesso atrio dell’albergo, e lui camminava alla tua destra, ma non ti vedeva. Scherzavamo su questo dicendo: “i batteristi sono roba da due soldi” Quando guardi le vecchie foto e rivivi tutte le esperienze, forse il suo problema, stava lì…. Forse pensava che ci fosse una sola star, ed è vero. Abbiamo sempre riso sul fatto che Elvis avrebbe potuto fare uno show con 10 scimmie, e la gente sarebbe venuta per vedere lo spettacolo. Ma c’era altra gente che la vedeva in un altro modo e diceva: “Siete, voi ragazzi, a dare grande valore al suono e al feeling che lui ha” Questi concetti sono lontani dal concetto dell’uomo d’affari. Solo i musicisti e coloro che veramente apprezzano e se ne intendono, possono capire questo tipo di cose.
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