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Vecchio 20-07-2006, 21:10
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Intervista A Ronnietutt

INT. Tu sei rientrato nel Luglio 1970, e a quel tempo il repertorio era più rivolto a ballate. Hai notato la differenza?

RT. Onestamente non ricordo. Alcune cose sono vaghe, altre sono molto chiare. Non ricordo niente del repertorio di quel momento. So solo che riceveva molta pressione per incidere un sacco di canzoni da un sacco dei suoi portaborse, quelli che lo circondavano. Tutti avevano qualcosa da proporre e cercavano in continuazioni di convincerlo ad incidere le loro canzoni. Non erano necessariamente delle canzoni giuste per lui. Ma naturalmente, lui aveva l’ultima parola,, perciò gli doveva piacere, altrimenti non l’avrebbe fatta. Noi cercavamo, continuamente, di spingerlo a fare più rock’n’roll, ma nel corso degli anni, era più interessato a fare cose di grande sound. Gli piaceva l’emozione che provocava.

INT. Nell’agosto 1970 la MGM ha filmato molti concerti di Las Vegas per il film TTWII. Le telecamere gli davano fastidio?

RT. No, non penso. Penso che avesse una specie di premonizione del tipo……. Che sarebbe stato grande avere una documentazione di cosa stava facendo, ad un certo punto della sua vita. Era abbastanza lungimirante nel fare due documentari, invece di cercare di fare quegli stupidi films che ha fatto, e per i quali era imbarazzato. Penso che fosse molto serio per diventare attore, ma non ne ha avuta l’occasione.

INT. Parlava di questo?

RT: Oh si. Stavamo studiando Karate, e una volta ci parlò di qualcosa, tipo un thriller internazionale di Bruce Lee, dove tutti noi avremmo fatto parte del cast. Sai, come un ragazzino e il suo gruppo, come Bruce Lee con i suoi ragazzi, che andavano a questo grande torneo. Era rimasto molto impressionato da quel film. Parlava di voler fare un film sul karate, e stava per iniziare a scrivere la sceneggiatura. Sfortunatamente non è mai diventato realtà e non è mai stato realizzato, ma penso che fosse una grande idea. Eravamo coinvolti un bel po’.

INT. C’era una grande differenza tra suonare a Las Vegas e suonare in modo itinerante?

RT Grande grande differenza. Tutta la differenza del mondo. Lui tollerava, e solo tollerava, di suonare a Las Vegas. Il primo anno è stato grande, e poi è diventato molto noioso. Era come un animale in gabbia. Perché aveva questo tetto sulla testa, e, sai era come “il principe nella torre”. Per lui era molto difficile fare tutto ciò. Era troppo uno spirito libero per essere incatenato in un posto e fare due spettacoli a notte. E’ stato molto difficile per tutti noi.

INT. Perché si è sentito così tanto incastrato?

RT. Beh, si trattava solo di una diceria, ma torniamo di nuovo sul Colonnello. All’incirca verso gli ultimi anni si sentiva dire che il Colonnello aveva accumulato enormi debiti di gioco a Vegas, e che manipolava Elvis in continuazione per ritornarci ancora ed ancora. Nell’ultimo anno e negli ultimi due, che abbiamo suonato a Vegas, sapevo che Elvis insisteva nel dire che avrebbe fatto solo uno spettacolo a sera. Il che era realistico e sarebbe stato quello che avrebbe dovuto fare dall’inizio per tutti quegli anni.

INT. Come si possono confrontare il suonare a Vegas e il suonare negli stadi?

RT. C’era una grande differenza nella reazione. Se ci pensi: facevamo il dinner-show in questa grandissima stanza, mentre sbattevano i piatti, i camerieri riempivano bicchieri e gli ospiti sorseggiavano la loro minestra e mangiavano le loro bistecche, con una gran confusione e lui che cantava con tutto il suo cuore, cercando di raggiungere queste persone. Il secondo spettacolo era un po’ più su, perché tutti se n’erano andati. Le persone sedute erano pronte per essere intrattenute. C’era un miglior feeling, ma non può essere paragonato alle più grandi arene degli Stati Uniti, dove migliaia di persone avevano pagato e stavano sedute tutte insieme, guardando ogni movimento che facevamo. Puoi immaginare la differenza di riscontro da parte della gente.

INT. Prima di questa intervista, abbiamo discusso dell’ Opening Night dell’agosto 1974, dove fece una scaletta completamente diversa, appariva infastidito con il feedback e il giorno dopo tornò al vecchio format. Pensi che la reazione sarebbe stata diversa che avesse fatto questo negli stadi?

RT E’ possibile, ma sai, lui era un uomo che agiva d’impeto. Avrebbe potuto tentare di nuovo e se non gli piaceva, era andata. Quando succedevano queste cose, diventava molto impaziente.
In un certo senso era molto sicuro di sé, ma allo stesso tempo, per altre cose era molto insicuro, quasi come un bambino.

INT. Il 3 marzo 1974 Elvis fece due spettacoli all’Houston Astronome, entrambi senza l’orchestra….

RT E’ stato molto insolito, perché c’erano 45.000 persone ad ogni spettacolo. Eravamo su un palco che girava molto lentamente. Non doveva girare completamente, era solo leggermente roteante. Era uno strano palco, così affinché il suono fosse appropriato e adeguato, eravamo in plexiglas. Quello che successe fu che provammo l’effetto di ogni singolo strumento con il plexiglas,. A Elvis non piacque. Così dopo poche canzoni disse “buttate questo plexiglas fuori di qui!” Così lo tolsero e solo alcuni rimasero con il plexiglas: Lui ritornò e rimase in piedi. Era giusto di fronte a me e si dimenticò di girarsi verso il pubblico. Così abbiamo fatto il nostro concerto, quasi come una prova.. Non abbiamo potuto notare se fossero meno di 45.000 persone, perché non potevamo vederle. Sembravano minuscole formiche. Elvis fece un movimento e si poteva sentire un "wooosh" solo due secondi e mezzo dopo. Parlo della reazione del pubblico. Questo fu talmente divertente per Elvis, che iniziò a cantarci su (ride). Ecco com’era, aveva un grande senso dell’umorismo. Questa fu la cosa più simpatica, ma non appena partiva la musica e incontrava il riscontro della gente, nient’altro aveva importanza. Avremmo potuto essere su Marte, (ride).

INT. Ci sono altri concerti che ti vengono in mente?

RT Ce n’è qualcuno. Ce n’è uno, che abbiamo fatto per il Capodanno al Pontiac Silverdome, per la festa di Capodanno. C’erano 80.000 persone. Ancora una volta eravamo a cerchio, ma era pieno di gente. Come prima cosa, giù c’erano sedie dappertutto, fino a che potevi vederne. Era piuttosto eccitante. E ricordo una notte a Buffalo, N.Y. dove i fans si precipitarono sul palco alla fine dello spettacolo. Erano così eccitati che arrivarono giusto davanti. Era allarmante. Divertente e strano, ma nello stesso tempo preoccupante. Parlando in termini di qualità e di consistenza dei concerti, ricordo momenti alti alti, e momenti bassi bassi.
Nel sud degli Stati Uniti, la gente era molto più gentile, per cui potevano anche permetterci di apparire non tanto entusiasti, rispetto a quella di altre zone del paese. Se il pubblico non si divertiva, la prendeva sul personale. Perciò si girò verso di me verso la metà dello spettacolo, e disse (a voce bassa) “Lasciamo l’infermo fuori di qui, Ronnie”. Ed è quello che fece. Quindi ci sarebbe stato di nuovo, il “'Can’t Help Falling In Love' and "Elvis has left the building" (ride). Così quelli erano i momenti bassi bassi …. C’erano sere in cui usciva e sembrava non essere pronto ad iniziare, ma c’erano sere che erano tremendamente “alte”, perché ogni cosa andava bene, lui si sentiva grande, il pubblico rispondeva, e la gente lo prendeva come il concerto della sua vita.
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