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Vecchio 30-05-2008, 12:12
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Sonny West - Agosto 2007

D. Dopo la morte di Elvis, come hai affrontato la vita?

SW. Per me, questa è una domanda molto personale. Ho perso qualcuno che amavo molto e passato la maggior parte della mia vita a proteggerlo dalle offese, intenzionali e non. L’ho messo prima della mia famiglia, passando il tempo con lui, invece che con mia moglie e mio figlio. Alle volte questo ha causato tensioni nel mio matrimonio ed è sopravissuto solo perché ho una donna che è rimasta sempre al mio fianco, nonostante tutto.
Voglio credere che se dovessi farlo di nuovo, passerei un po’ di più tempo con loro, quando Elvis non lavorava. Mi manca ancora, ogni giorno, e non passa giorno che non succeda qualcosa nella mia vita che non mi faccia pensare ad Elvis. Immaginare come potrebbe cantare lui una canzone che oggi è nella hit, quale potrebbe essere, oggi, il suo cantante preferito (credo Celine Dion) oppure quanto gli sarebbero piaciuti i film d’azione come Indipendence Day, Armageddon, Jurassic Park, ect.
Ha lasciato questo mondo troppo presto e il mondo è di colui a cui è appartenuto. Sono stato fortunato abbastanza per essere un amico intimo della stella più luminosa, di cui sia stato graziato il pianeta, nel campo dell’intrattenimento.
I fans non riusciranno mai a convincermi che ho agito male, cercando di aiutarlo a vivere. So dov’è oggi, e che conosce il mio cuore e i miei sentimenti per lui. Posso andare a dormire ogni notte e sapere che se non ero con lui negli ultimi 13 mesi della sua vita, è stato solo perché ho cercato di aiutarlo, non perché ho cercato di fargli del male.

D. Com’è che Elvis decise di licenziarvi dopo 20 anni?

SW. Disse a suo padre di darci denaro a sufficienza per vivere almeno 2 o 3 mesi, perché forse ci avrebbe riassunto, ma doveva dimostrarci che lui era il capo.
C’era anche Linda Thompson e ha detto che avrebbe dovuto darci $5.000, ma Vernon invece ci diede tre giorni di preavviso e solo una settimana di paga, dicendoci che doveva tagliare le spese. Questo non era assolutamente vero. Elvis riceveva un sacco di pressioni da varie persone dell’organizzazione che gli dicevano che noi stavamo creando continui problemi. Invece io credo che Elvis volesse la sua roba e senza averci intorno ad ostacolarne il traffico. Ci sentivamo feriti e così ne parlammo tra noi, decidendo che era l’unico modo per dargli una chance….. una chance.

D. C’è un episodio che vuoi raccontarci?

SW. Una volta, mentre cercavamo un tipo che sapevamo girava per casa, Red aprì bruscamente una porta. Il ragazzo era nascosto dietro la porta e così si ruppe un dito. Aveva molti dolori, ma Red gli disse che qualora fosse tornato non gli avrebbe rotto solo un dito. Il tipo si seccò ed Elvis se ne accorse. Alla fine, uno degli altri ragazzi gli raccontò perché non aveva preso le pillole, spiegandogli anche quello che noi avevamo fatto.
Ci convocò in riunione, per dirci che lui sapeva esattamente cosa stava succedendo e che voleva che la smettessimo. Ci disse anche che lui aveva tutto sotto controllo e che sapeva quello che faceva e che avrebbe potuto smettere quando voleva.

D. Dà l’impressione di uno che ne è dentro fino al collo

SW. Esatto, era una persona che negava di aver bisogno di aiuto. Elvis ci disse di tornare al nostro posto e Red rispose “Che cosa dici dei vecchi tempi quando non ne avevi bisogno?” ed Elvis replicò “Non esistono più i vecchi tempi”
In quel momento capii che le cose si mettevano male e tutto stava andando in discesa.
Allora Elvis disse: “Se non la smettete, dovrete cercarci un altro lavoro”.
Quindi non l’abbiamo fatto più, pur se prendevamo piccoli accorgimenti come svuotare le capsule dei farmaci, quando arrivavano, e riempirle con aspirina e cose simili. Sei mesi dopo fummo licenziati per ci rifiutammo di smetterla.

D. Quindi l’opportunità gli sarebbe arrivata sotto forma di un libro rivelatore?

SW. Decidemmo di scrivere il libro per raccontare come ormai fosse vincolato ai farmaci e che aveva bisogno di uscirne.
Così come era successo a Jerry Lee e Dean Martin, che ne sono usciti e hanno potuto raccontare la loro storia.
Quello che la gente non sa è che ci è stato offerto denaro per non scriverlo. Avremmo potuto accettarlo e infischiarcene. John O’ Grady, il detective privato di Elvis, che da 26 anni lavorava come investigatore della Narcotici di Los Angeles, ci propose di fare noi il prezzo. Ci chiamò all’Hotel Continental sul Sunset Boulevard, dove eravamo con Steve Dunlevey dello Star Magazine e con lui stavamo facendo le interviste per il libro. Steve mi disse che c’era una chiamata per me. Io pensai fosse mia moglie e, presi la comunicazione nella camera da letto. Al telefono c’era John che mi disse “Ti chiamo per conto di una persona che rappresento e di cui non voglio fare il nome. L’unica cosa che voglio dire è che questa particolare persona mi ha autorizzato a chiedervi di fare qualche proposta per non scrivere il libro” Io risposi “Qualche proposta? Assolutamente no John. Abbiamo firmato dei contratti ed abbiamo già iniziato”
John O’ Grady mi disse che non avevo capito bene, perché qualora fossimo recessi dal libro, non ci saremmo dovuti preoccupare di denunce, di soldi o altro. Bastava che noi facessimo un’offerta. Gli spiegai che eravamo in tre persone a fare il libro, che avevamo dei buoni motivi per farlo e che avrei dovuto parlarne con Red e Dave. Così rimanemmo d’accordo che avrebbe richiamato dopo 15 minuti.
Chiamai Red e Dave in camera e raccontai la conversazione con John O’Grady. Entrambi mi guardarono e Red disse: “Stai scherzando? Sappiamo da chi arriva tutto questo” e io risposi che, da parte mia, conoscevo bene quale fosse la mia decisione e i ragazzi furono d’accordo con me.

D. Questo racconto fa decadere il principio che avete scritto il libro per soldi

SW. Esatto. Anzi avremmo potuto fare più soldi. Se avessi accettato lui avrebbe pensato che poteva comprare anche noi come ha potuto comprare qualsiasi cosa. Se quel giorno avessimo accettato, probabilmente avremmo potuto prenderci un quarto di milione di dollari a testa o forse anche mezzo milione, ma non abbiamo mai tenuto in considerazione la cosa e non ne abbiamo più riparlato.

D. Che significato può avere e che differenza fa il fatto che il libro è uscito troppo tardi?

SW. Se tu sapessi quanta gente mi ha detto “Dio mio, se solo il libro fosse uscito un anno prima!”. La gente ci ha ringraziato dicendoci “Abbiamo potuto godere di Elvis grazie a voi”. Molti fans si sono arrabbiati per il libro, dicendo che il libro non era piaciuto, ma ora, dopo averlo riletto, mi dicono che hanno capito il motivo per cui l’abbiamo scritto.

D. Sicuramente è un libro molto più tenero rispetto a quello che poi è stato scritto da Goldman

SW. Questa è un’altra storia che va chiarita. Quando fui intervistato per quel libro, sembrava che sarebbe stato un buon approfondimento su Elvis ma io non c’entro niente. Sapevo che si stava uccidendo e che stava facendo del male alle persone che gli stavano intorno, quelle che gli volevano bene.
Alberto Goldman venne a casa mia e mi intervistò due volte, in conversazioni da tre/quattro ore per volta. Io gli dissi che se mi avesse chiesto cose di cui non volevo parlare, non gli avrei risposto. Lo avvisai che non volevo essere citato in modo errato e che non volevo che nulla andasse fuori dal contesto. Mi assicurò che avrebbe riportato le mie risposte esattamente come le avrei date e questo sarebbe stato corretto. Quando lo terminò, mi inviò persino una copia autografata da lui, che però non solo non lessi, ma la misi da parte, Quando iniziai a sentire quello che raccontava il libro, dissi “No, aspetta un momento” Andai alla pagina dell’indice e trovai il mio nome. Andai alle pagine indicate e lessi quello che Goldman aveva scritto. Ti assicuro che nei commenti negativi o riferimenti errati di quelle pagine, non c’è niente che è partito da me. Dopo aver letto i riferimenti del libro su citazioni di Lamar, chiamai Goldman e dissi: “Albert, voglio dirti una cosa. Mi avevi detto che saresti stato leale con me e che non avresti detto niente che usciva dal contesto, ma credo che tu abbia scritto il libro più orribile che si possa scrivere dell’ essere umano più meraviglioso che sia venuto al mondo. Non voglio più vederti o parlarti mai più!”

D. Parlaci della famosa conferenza stampa, che si vede nel film This Is Elvis

SW. La mattina dopo la morte di Elvis, su Good Morning America, nel programma, Geraldo Rivera e Steve Sunlewey parlava con Steve Hartman. Io ero a casa che guardavo il programma e questi due parlavano di Elvis, come se lo conoscessero. Di fatto Dunlevey sapeva solo quello che noi gli avevamo raccontato.
Quella notte non avevo dormito e la mattina dopo, guardando lo spettacolo Good Morning America con Dunleavy e Geraldo Rivera, che si attaccavano a vicenda, per poi fare commenti su Elvis, mi mandarono in bestia. Nessuno conosceva l’uomo. Dunleavy sapeva solo le cose che noi gli avevamo raccontato. Geraldo Rivera affermava che aveva incontrato Elvis parecchie volte (Nel suo libro “Exposing Myself” Geraldo afferma di aver incontrato Elvis una volta, nel backstage del Madison Square Garden e gli fece un’intervista di 10 minuti. Questo la dice lunga per definirlo un esperto di Elvis, non credi?)
I ragazzi facevano le loro argomentazioni, litigando e ad un certo punto, Rivera dichiarò di essere sicuro che “c’era chi filtrava le droghe, e che la cosa è normale nello show business, ma che definirlo DROGATO era una bugia”.

Cominciai ad arrabbiarmi con questa gente che bisticciavano tra loro senza conoscere come stavano le cose e chiamai un avvocato per organizzare una conferenza stampa nel suo ufficio, quello stesso pomeriggio. C’eravamo solo io e Dave, perché Red stava lavorando in una serie televisiva. E’ in quel filmato in cui io sono con quei capelli lunghi e si vede Dave che, alla domanda di un giornalista su cosa si poteva fare per proteggere di più Elvis, Dave risponde “Come si può proteggere uno da se stesso?”. Ed era quello che pensavamo a riguardo.
Da parte mia io dissi alcune cose su Dunlevey e Rivera, perché avevano citato che c’erano degli infiltrati per far passare le droghe e che noi l’avevamo definito un DROGATO. Nel nostro libro, noi non abbiamo MAI usato questo termine e quindi ero arrabbiatissimo. Dissi che a Good Morning America avremmo dovuto esserci noi anziché loro. Come risultato, la World News cancellò il tour organizzato per noi, per promuovere il libro. Dopo due anni fui io a promuovere il libro personalmente.
Un paio di anni dopo, Geraldo usò tutte le fonti e il suo potere investigativo, per una serie televisiva che si chiamava “20/20” per parlarne in una puntata. Red gli rispose che avremmo partecipato solo se lui si fosse scusato per averci dato dei bugiardi. Non successe e così non partecipammo alla trasmissione.
Per quanto ne so, lui non ha ancora capito che noi stavamo dicendo la verità e che sarebbe stato corretto scusarsi con noi per averci dato dei bugiardi.
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