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Vecchio 30-08-2009, 13:20
dannyboy1 dannyboy1 Non in Linea
Junior Elvis Fans
 
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Predefinito Elvis a Parigi - Parte prima: l'arrivo.

Cari amici,


Voglio condividere con voi un articolo che ho letto su Elvis a Parigi. Ho tradotto e suddiviso questo articolo in sei piccole parti. La prima parte tratta dell'arrivo di Elvis, Charlie Hodge, Rex Mansfield e Lamar Fike a Parigi per la prima volta. La seconda parte narra dell'incontro di Elvis con la cantante americana Nancy Holloway. La terza parte riguarda il secondo ritorno di Elvis nella capitale francese...In taxi! La quarta e quinta parte parlano, rispettivamente, dell'incontro col gruppo Gospel 'Golden gate quartet' e dell'impressione che Elvis lascio' alla stampa francese e ai francesi stessi. La prossima volta pubblichero' la seconda parte.



Buona lettura e.. . Grazie (ancora) Elvis!


Elvis a Parigi – Parte prima: l’arrivo.


Elvis arrivo’ a Parigi in treno martedi’ 16 giugno 1959. Il primo disco “Heartbreak hotel” era gia’ arrivato nel 1956 e la sua prima foto nella rivista Paris Match il 29 settembre 1959. “Parigi minacciata dal Rock’n’Roll”, fu l’articolo in sei pagine per il “benvenuto” ad Elvis.
La sua prima visita a Parigi fu inizialmente anonima. Pochi fans ebbero l’occasione di incontrarlo. All’ultimo momento fu dato l’annuncio alla radio ed una notizia flash alla TV. In quell periodo solamente il 12% della popolazione francese aveva un televisore!

Era mattina presto. Charlie Hodge, Rex Mansfield e Lamar Fike erano con Elvis. Freddie Bienstock, manager delle Hill and Range Music e responsabile per scovare nuovi repertori per Elvis e suo cugino Jean Aberbach , erano ad aspettarli alla stazione.
La prima visita all’alba fu il Notre-Dame e il Sacre-Coeur. Fu bello vedere la citta’ svegliarsi dalla collina del Sacro cuore. Elvis scherzo’ con Charlie: “questo non lo potevamo vedere a Tupelo, eh?”.


La suite all’hotel Prince-de-Galles sulla Avenue George V al numero 33 era stata prenotata da Freddie. La prima cosa che il gruppo volle fare dopo aver lasciato le valigie all’hotel fu incamminarsi verso gli Champs-Elysées.
Tutti erano vestiti casual meno che Elvis, in uniforme militare. Il primo di giugno era stato promosso a caporale.

Un fotografo lo riconobbe subito all’uscita dell’hotel. Poso’ senza problemi davanti alla vetrina del negozio Barclay. Il proprietario tenne la foto e la utilizzo’ piu’ tardi a scopi pubblicitari “Quando Elvis si congedera’, pensera’ subito ad una nuova collezione di Barclay..”.
Il gruppo cammino’ lungo la Rue Quentin-Bauchart, quella che porta agli Champs- Elysées.
Elvis si fermo’ davanti al cinema Biarritz, dove era in programma il film italiano “Inferno in citta’”. Poi, sul viale, Elvis si soffermo’ a guardare le locandine del film “Rio Bravo”, che erano in mostra al cinema teatro Elysées.
Un motociclo Solex, un ibrido tra una bicicletta ed un motorino (quelli col motore sulla forca anteriore – n.d.a.) sveglio’ la curiosita’ di Elvis.



Allo stesso momento Elvis ed i suoi compagni di viaggio furono circondati da alcune persone che chiesero loro di scattare delle foto e di avere degli autografi. Elvis fu poi filmato (a colori !) all’altezza del dance club Mimi-Pinson. Si sedettero ad un tavolo del ‘Le Paris Café’. Un lustrascarpe di colore si offerse di lustrargli le scarpe, mentre Elvis salutava tranquillo tutti quelli che lo riconoscevano. Era felice di quel viaggio e Parigi. Quella citta’ tiro’fuori il meglio di Elvis.
Un fotografo svedese Jan Frinlund,che era in vacanza nella citta’, fece fuori due rullini per fotografare l’avvenimento. Quindi, di promessa tranquillita’ e discrezione, nemmeno l’ombra.
Ad un certo punto la folla di curiosi si fece cosi’grande che Elvis ed il suo gruppo dovettero entrare nel cinema ed uscirne da una porta di servizio sul retro per scappare.



Subito dopo si trovarono a posare per una foto davanti al caffe’-ristorante Foquet, conosciuto luogo di incontro dell’alta societa’ parigina.
Cento metri separano l ‘hotel Prince-de-Galles e gli Champs-Elysées.

Cento metri fu la folla che segui’ il gruppo di Elvis quando fecero rientro all’hotel! Elvis voleva prepararsi per la “nuit parigina”. Ogni componente del gruppo ricevette da Elvis 100 dollari, non per acquistare dei vestiti nuovi, ma per dare mance al personale dei negozi di abiti! I conti sarebbero stati saldati da Elvis stesso piu’ tardi. Elvis non acquisto’ nulla, volle usare la sua divisa.


Mercoledi’ 17 giugno 1959 alle ore16.30 Freddie Bienstock organizzo’ una conferenza stampa nella lounge dell’hotel. Elvis non aveva alcuna voglia di essere intervistato, ma Freddie lo convinse dicendo che la stampa lo acclamava. Non e’ che avesse avuto problemi col rilasciare interviste, ma sapeva che doveva stare attento a quello che avesse detto.
“..Sono sempre pronti ad interpretare cio’ che dico e ad inventarsi storie…” disse Elvis a Charlie e Rex. Rex era particolarmente impressionato da quello che stava accadendo in quei giorni. Egli aveva gia’ assistito ad interviste a Elvis a Memphis e Fort Hood, ma essendo proveniente da un piccolo paesino del Tennessee e trovandosi in una grossa citta’ come Parigi con cosi’ tanta gente e attenzione intorno a se’, tempo fa dichiaro’ che - “…Ogni giorno dovevo tirarmi dei pizzicotti per verificare se non stessi sognando. Sembrava che fosse arrivato il presidente degli Stati Uniti a Parigi. Giornalisti e fotografi ovunque. Senza tutte queste persone ed attenzioni Elvis si comportava come ognuno di noi, ma sotto i riflettori era un’altra persona”.



Elvis aveva appena compiuto 24 anni, ma se la cavo’ benissimo con la stampa francese. Erano presenti anche personaggi televisivi e giornalisti di altri Paesi, fra cui alcuni della AFN (The Armed Forces Network – La rete delle Forze Armate).
Charlie Hodge stava al lato sinistro di Elvis, mentre Lamar Fike al destro. All’inizio dell’intervista Elvis era un po’ sulle sue, ma poi il ghiaccio si sciolse e rispose con piacere alle domande degli intervistatori. Alcune delle sue risposte furono: “…Si, l’esercito mi piace, e’ piu’ salutare e meno stancante che salire sul palco…”, “…I tedeschi conoscono ed amano la mia musica, ma in divisa mi trattano come come tutti gli altri…”, “…Parigi? Che citta’ fantastica! Tutti quei caffe’ lungo i marciapiedi…E le donne…. Sembra che non abbiano mai fretta…”. “Brigitte Bardot? E’ l’ottava meraviglia del mondo!”. “Cosa faccio a Parigi? Mi perdo tra la folla e assaporo il piacere di questa esperienza.”
La giornalista Micheline Sandrel gli chiese alcune cose per conto della televisione e lo trovo’ un vero gentiluomo. Elvis conquisto’ tutti. Disse di non essere preoccupato per la sua carriera, che avrebbe voluto dedicarsi al cinema e che era contento che gli amici e la famiglia lo avevano seguito fino in Germania per stargli vicino.

Dava impressione di tranquillita’. Il giornalista Paul Giannoli del giornale Intransigen Paris scrisse che rimase colpito dalla eleganza in cui Elvis era vestito. Un completo nero con camicia bianca e cravatta nera. Si sarebbe aspettato un Elvis piu’ casual e meno ‘gentleman’! Invece Elvis fece l’intervista compostamente seduto ad un lungo tavolo, quindi non “l’Elvis the Pelvis” che si sarebbero aspettati. Elvis riusci’ cosi’ in pochi minuti a cancellare quella imagine negative che la stampa aveva su di lui.

Alla fine della conferenza la giornalista Micheline Sandrel intervisto’ e filmo’ Elvis in un ufficio adiacente. Elvis fu contento di come ando’ l’intervista e poso’ senza problemi con chiunque glielo avesse richiesto.



Elvis ebbe un corto colloquio con una bellissima giornalista. La coppia fu fotografata da Daniel Camus, un fotoreporter del giornale Paris Match. Fu detto che dalle foto sembrava che i due stessero flirtrando. Piu’ tardi, Elvis e questa giornalista mozzafiato furono visti davanti all’ingresso dell’hotel. Elvis saluto’ la ragazza con un bacio sulla mano. La serata continuo’ su una Cadillac Convertibile bianca, auto che Elvis affitto’ per una visita di Parigi con gli amici.


Fine prima parte.
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