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Vecchio 20-07-2006, 20:13
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Intervista A Ronnietutt

INT. Hai mai parlato da uomo a uomo, delle sue cose personali?

RT. Si l’ho fatto. Mi sarebbe piaciuto se avessimo parlato di certe cose

INT. Intendi sulle droge?

R.T Non sarò mai capace di scagliare una pietra contro nessuno, perché io avevo il mio ruolo. E tutto il resto del gruppo ma, come diciamo noi, per grazia di Dio, si va avanti. Ma non mi sono mai reso conto di niente di quello che stava facendo, perché non ci siamo mai esposti o preso droghe insieme. Non era una cosa che ci riguardava. Io non so se lui abbia mai preso qualche droga seria , se non che …. C’erano gli alti e bassi. Aveva bisogno di qualcosa per rilassarsi, dopo lo spettacolo aveva bisogno di abbassare la sua carica. Ed era un uomo molto impulsivo. Aveva preso una pillola per dormire e se non faceva effetto in 5 minuti, se ne prendeva una manciata. Ecco com’era! E quando ne usciva, doveva prendere qualcosa per alzarsi. Questo era il concetto delle droghe. Non credo che questo abbia fatto bene al suo cuore. Credo che, nella sua vita, non abbia mai preso droghe pesanti. C’è una conversazione particolare che ho fatto con lui che, ricordo è stato un momento molto toccante. Mi invitò al suo posto, ed era molto coinvolto per quello che stava succedendo, con il suo divorzio. E siccome stava appunto attraversando il suo divorzio, volle chiacchierare con me ed avere la mia compagnia. E’ una cosa che mi ha riempito di orgoglio, e cercai di dire a Elvis: Qualsiasi cosa mi chiederai di darò la migliore risposta che posso darti. Pensai che non era proprio quello che voleva sentirsi dire. Era molto molto coinvolto sul suo divorzio. Non riusciva a capire perché una donna volesse divorziare da lui, quando era l’idolo di milioni di donne in tutto il mondo. Era un’immagine nella sua mente che non poteva ….. Disse: non riesco, non riesco proprio a capirlo” ed io dissi “hey, qualche volta è cosi che vanno le cose”

INT. Hai visto in lui qualche cambiamento dopo il divorzio

RT Penso di poter dire di sì, nonostante avesse un’altra donna che si prendeva cura di lui, nello specifico Linda Thompson. Lo amava molto. Mia moglie Donna e lei, erano amiche. Uscivano insieme molto, e guardavano gli shows insieme. E io ho parlato con Linda. In definitiva lei voleva sposarsi. Ero anche molto legato a Kathy Westmoreland, che era molto legata a lui. Anche Kathy voleva sposarlo, e Kathy ed io eravamo piuttosto uniti, quando incontrai mia moglie! E’ vero, eravamo una famiglia molto unita (ride)

INT. Sembra che, dopo il divorzio, i concerti di Elvis siano andati più in discesa.

RT. Teneva questi lunghi monologhi. Credo che fosse alla ricerca di….. Era il tipo di persona che aveva bisogno di cose nuove. Aveva bisogno di essere ispirato per certe cose. E personalmente ritengo che il lavoro non gli stesse dando questo. Dal mio punto di vista, credo che a quel punto della sua vita avrebbe dovuto viaggiare. Avremmo dovuto fare quegli spettacoli dove li stiamo facendo adesso. Avrebbe dovuto girare tutta l’Europa, avrebbe dovuto andare in Asia, avrebbe dovuto girare il mondo. Nessun altro artista dei nostri tempi potrebbe andare in tutti i posti dove avrebbe potuto andare lui. Ciò che intendo, non c’era posto dove l’uomo non potesse andare. Non c’era posto dove non sarebbe stato il benvenuto. Penso che Elvis Presley sia conosciuto persino nelle zone più remote della Russia! Prova a pensarci. Secondo la mia opinione era fortemente depresso… , perché non riusciva ad esprimere se stesso…. Ma credo anche che sapesse che la sua depressione, fosse parte della sua frustrazione.

INT. Forse un altro aspetto di lui, fu quella sua insicurezza che hai menzionato prima, tipo: “Piacerò?”

RT Questo è vero. E’ assolutamente vero. Ma so per certo, che aveva la volontà di farlo. So che voleva andare,. Ma evidentemente, da qualche parte gli arrivavano informazioni sbagliate.

INT. Suppongo che fu difficile da uno show di alto livello, come l’Aloha, passare dritto alla routine di Las Vegas. Deve essere stato deprimente.

RT Anch’io lo penso. Ripeto. Era come un animale in gabbia, passare da una cosa di così elevata qualità, ad una cosa così povera solo per….. Lui aveva bisogno di andare avanti e indietro. Non aveva bisogno di stare lì fermo e fare le cose che lui faceva. Per riprendere quello che ho già detto: perché è tornato là? Qualcuno gli aveva detto che doveva farlo. E’ una vergogna. Io so che esisteva un gruppo di management chiamato Management III e avevano Led Zeppelin ed altri, che lavoravano anche con Elvis. Questi non avevano un controllo esclusivo, ma lavoravano con l’ufficio del Colonnello. Uno dei loro soci viaggiava con noi, e da lui sono venuto a sapere che stavano cercando di acquistare il suo contratto, dal Colonnello, perché avevano capito perfettamente quello che stava succedendo. Aveva bisogno di girare il mondo. Aveva bisogno di cambiare completamente la mentalità di cui abbiamo parlato prima. E di conseguenza penso….. e personalmente sento, che in qualche modo è morto di noia. Aveva molto poco per cui guardare avanti. L’ho visto anche nella sua vita. Ho cenato con lui. Ho visto la ragazza che era con lui. Era là giusto per una cavalcata. Secondo quanto ho notato, a lei non interessava niente di lui, ma è la mia opinione. Quando ti sei circondato da persone come quelle, allora ….. Lui non si rendeva conto di quanto fosse entrato in una depressione seria. Un’altra parte della tragedia è stata che è rimasto intrappolato nell’immagine che aveva creato. Non si poteva concedere di tenere il suo vero colore di capelli. L’avevano convinto a tingerseli nero inchiostro. E i suoi capelli erano bianchi come la neve, bianchi come la mia barba. Ma non gli è mai stato permesso!

INT. Non gli è stato permesso?

RT, Da chi? Non so da chi. Forse quelli che lo hanno influenzato, dicendo: “hey, sembri più giovane così” Questa era la sua vera tragedia, perché doveva sempre apparire come Elvis Presley. Questo poi è stato accentuato da persone come i parrucchieri e quel tipo di gente. Si tingeva i capelli, si tingeva gli occhi. Avevo l’abitudine di guardarlo sempre, e il nero proprio colava sul viso. Lui lavorava sodo e sudava molto. E gli scendeva il nero sul viso. Sembrava, mascara di tipo economico, assomigliava ad Alic Cooper, veramente (ride). Allora andavo da Charlie Hodge “Charlie, che diavolo state mettendo negli occhi di quel ragazzo? Non vedi che gli sta scendendo tutto il nero sul viso?”

INT. La gente spesso diceva: “il senno di poi, non è senno”, ma guardando oggi, agli ultimi anni, non è difficile capire perché ha finito così il suo percorso. Secondo te, c’erano dei segnali che avrebbe potuto finire così male?

RT Ho potuto solo vedere che era uno degli uomini più elastici che io abbia mai conosciuto. C’erano periodi in cui era fuori forma, che eravamo a due settimane dal tour e stavamo provando o qualcosa del genere, e abbiamo detto: “Come farà a rimettersi in sesto per il tour?” Sicuramente, due settimane più tardi allo show della prima sera, lui arrivava e appariva grande. Era come se fosse entrato in una cabina telefonica per indossare la sua “Uniforme di Elvis Presley”, come Superman. E’ stato grande e meraviglioso. Lo vedevo fare così, su e giù, così tante volte nel 1977 e quel CBS Special…. Non posso guardarlo. Non voglio guardarlo. E’ stata una delle cose peggiori, invece che una delle migliori, e i miei ricordi di lui, sono sempre al suo stato migliore. Preferisco non pensare alle cose brutte. Secondo me è che, ovviamente, era malato molto più seriamente di quello che si fosse capito, anche se io l’avevo capito. Perché devi sapere che lui non era uno che si lamentava. Non era il tipo di persona che diceva: “oh, non mi sento bene, non posso esibirmi”. Ricordo che andai a trovarlo prima dello show, e lui era seduto. Aveva uno asciugamano bagnato sugli occhi. Poi, più avanti, abbiamo capito che aveva qualche problema, c’erano…… talmente tante lampadine, tutta quella luce….. Faceva così male ai suoi occhi! Non avevamo una buona squadra per le luci. Avrebbero dovuto esserci quattro spot, e avrebbero dovuto essere diretti sul suo viso, per tutto il tempo. Non sapevano come distribuirle adeguatamente. Perciò aveva la luce costantemente diretta sulla faccia. Noi entravamo prima di lui agli spettacoli e vedevamo come i suoi occhi lacrimassero abbondantemente. Ti dispiaceva per lui, ma pensavi: “Hey, capita”. Ma come ho già detto, tutti eravamo concordi a dire che fosse più malato di quello che ognuno di noi sperasse che fosse, o che riuscisse veramente a capire quanto lo fosse. Ma pensi sempre: “Vedrai, starà bene, ne uscirà” perché lo ha fatto sempre. Ma non riusciva più a farlo. Lo aveva fatto già troppe volte.
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