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Vecchio 26-01-2011, 09:34
Ariadne Ariadne Non in Linea
Elvis Big Fans
Utente Gold
 
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Predefinito Re: Gli stati d'animo di Elvis

Nel 1975, dopo il ricovero di Agosto, Elvis tracorse un lungo periodo di convalescenza a casa, durante il quale a poco a poco cominciò a riprendersi. Tuttavia, il dott. Nichopoulos si faceva poche illusioni: i riscontri clinici del suo paziente erano sempre più preoccupanti (fegato 'grasso', colesterolo altissimo ecc.) e, soprattutto, non c'era modo di contenere i suoi continui sbalzi d'umore. Quest'ultimi, probabilmente, erano scatenati dalle 'pillole', ma comunque riflettevano una predisposizione genetica a pericolosi cicli alterni di euforia e di depressione.
Il tragico epilogo lo conosciamo tutti: negli ultimi anni Elvis appariva, per dirla con le parole del giornalista B. Burk, come "un uomo che attraversa le difficoltà della vita, uno che, se non dà il benvenuto alla morte, quanto meno non dà l'impressione che la fine sia una cosa sgradita". Il cantante stesso, in una lettera scritta agli inizi del 1977, ha dato sfogo al suo tormento interiore."Ho appena cominciato a vivere la mia vita, a divertirmi un pò. Ma se penso a tutto quello che ho perso, il dolore mi attanaglia; ed è lentissimo ad andarsene.. Il mio cuore è così giovane, sembra nuovo- pensare che sto invecchiando mi rende molto triste. Signore, lasciami semplicemente ridere ed essere il clown che sono. Ti prego, donami dignità e grazie. Così da avere la forza di affrontare... Questi giorni che sembrano scorrere via velocemente. Lasciami ancora un pò di tempo per fare tutto quello che posso. Così affrontare la morte non sarà un problema. Ti prego Signore, esaudisci la mia preghiera, ti chiedo solo questo" . Se si considerano le compromesse condizioni di salute del cantante in quel periodo, così come le delusioni e i dispiaceri che da un pò di tempo era costretto a sopportare, il suo stato d'animo non stupisce affatto .
Di sicuro, però, deve aver provocato non poco stupore la confessione fatta dal giovane Presley, neoconsacrato re del rock'n'roll, al reverendo Hamill nella Pasqua del 1957. "Padre, sono il ragazzo più triste che abbia mai visto. Ho più denaro di quanto ne possa spendere. Ho migliaia di fan, e ho molte persone che si spacciano per i miei amici, ma sono triste. Non sto facendo quello che mi ha insegnato, e sto anche facendo cose che mi ha detto di non fare". Probabilmente l'idolo delle folle cominciava a rendersi conto del prezzo da pagare in cambio della celebrità. Al giornalista B. Johnson l'anno precedente aveva detto: "Sa che tutto cambia quando succedono ose del genere? Non posso più essere quello che ero".

Alla prossima
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