Discussione: Una giornata a Tupelo
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Vecchio 17-03-2011, 10:53
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Vicino la vecchia chiesetta c’è una cappella costruita dopo la morte di Elvis con le donazioni di amici e fan. In essa avrebbe dovuto essere conservata una Bibbia del cantante gentilmente donata da Vernon alla città di Tupelo, ma noi non l’abbiamo trovata. Al suo posto, sul leggio, c’è sì una copia del testo sacro, ma una copia del tutto anonima e la cosa ci è dispiaciuta parecchio. Purtroppo, non siamo riusciti a capire perché quanto pubblicizzato sulle guide non corrispondesse a realtà.
Seduti su uno dei banchi di fronte alle vetrate istoriate abbiamo pensato a tante cose. Cose relative alla religiosità di Elvis. La nostra non è stata una riflessione sistematica, ci siamo limitati a mettere a fuoco dei ricordi. C’è tornato in mente, per esempio, ciò che egli ha dichiarato in un’intervista rilasciata agli inizi della sua carriera:«Credo che tutto ciò che c’è di buono a questo mondo venga da Dio… Non credo che potrei cantare in questo modo se Dio non l’avesse voluto. Canto per volere di Dio, non per il mio». E questo comportava degli obblighi, come confessò agli amici: doveva comportarsi bene, altrimenti Dio si sarebbe ripreso tutto. Quindi la nostra mente si è soffermata sugli anni ’60, quando il cantante sentì il bisogno di prendere le distanze dalla sua vita da star, abbandonando passatempi e divertimenti mondani per dedicarsi alla filosofia e alla meditazione. Ai suoi amici leggeva spesso la Bibbia, di cui conosceva molti passi a memoria, e passava gran parte del suo tempo a confrontare sistemi religiosi e spiritualità diverse, in una ricerca personale che lo portasse a scoprire il vero volto di Dio. Infine, abbiamo pensato agli ultimi anni della sua vita, quando Elvis, prostrato, si rivolgeva a Dio per chiedere forza e a Lui lanciava appelli accorati:«Aiutami Signore a superare tutto questo. Sono così stanco di tutto ciò. Credo che vorrei dormire per sempre….Fammi vedere una strada per uscire da questi problemi…». Tutti questi voli pindarici, non hanno fatto altro che confermare in noi una certezza. Il rapporto di Elvis con Dio era tutt’altro che sereno: il cantante era troppo poco introspettivo per speculazioni di carattere metafisico che gli fornissero certezze assolute. Ma era un rapporto sincero, che forse trovava la sua piena realizzazione solo nella musica. Il coinvolgimento di Elvis durante l’esecuzione di brani gospel colpisce profondamente: mentre canta egli sembra riuscire a trovare l’Onnipotente e a comunicare con Lui. Ed è una grande lezione per tutti, non solo di umiltà ma anche di fede, quella che un giorno, durante un concerto, Elvis ha dato. A delle donne che urlavano “Elvis tu sei il re!”, egli, serio, ha risposto:«No, l’unico re è Gesù Cristo».


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