Discussione: Una giornata a Tupelo
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Vecchio 23-03-2011, 08:00
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Ci avviamo ormai alla conclusione della nostra visita. L’unica cosa che ci rimane da fotografare è la chiave della città a forma di chitarra che il 3 Settembre del 1956 venne offerta ad Elvis durante il suo ritorno trionfale a Tupelo. Ma ecco che arriva un guardiano e ci proibisce lo scatto. All’inizio crediamo di aver capito male: forse intendeva dire “no flash”. E invece no, il suo era proprio un “no foto”. Lo stesso divieto incontrato all’interno della casetta!! MAH!! Il nostro inglese è troppo scarso per metterci a chiedere spiegazioni, anche perché non ci interessa più di tanto: ormai le nostre fotografie le abbiamo scattate. Peccato solo per la chiave! La fissiamo per un po’ e così ci appaiono davanti agli occhi le immagini di quel giorno straordinario, così importante per la famiglia Presley. Il sogno si era realizzato: il denaro era arrivato e insieme ad esso anche la fama, il successo. Non potevano chiedere di più al destino. Gladys, in verità, appare un po’ in imbarazzo, mentre Vernon è al settimo cielo. Elvis scherza a proposito del fatto che per la prima volta non dovrà trovare un modo per entrare alla fiera senza pagare. Si è persa la spettacolare parata in suo onore, ma riesce a godersi pienamente gli omaggi, gli applausi e le urla. «Cosa provi riguardo a tutto questo immenso rispetto, tornare a casa dopo tutti questi anno e vedere che tutti escono (per la strada) e vengono a vederti? Gli chiede un giornalista e lui confessa:«E’ una sensazione stupenda. Una cosa che volevo da molto». I concerti che fece furono incredibili. La cosa che colpisce di più è l’enormità della folla presente e l’isteria collettiva. Elvis sembra quasi un puntino che a malapena si scorge in mezzo ad un mare di gente in delirio. Che effetto possono fare su un essere umano esperienze come questa? Come riescono a cambiargli la vita? Certi pensieri ci lasciano sopraffatti . Abbiamo bisogno di sederci e approfittiamo del primo appoggio disponibile. Ripercorriamo mentalmente tutto il tragitto fatto finora all’interno del museo e poi la nostra mente va oltre, molto più lontano…Dove, direte voi. Bè, ecco……..
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