Discussione: Viaggio a Memphis
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Vecchio 14-09-2007, 21:00
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Ge743 Re: Viaggio a Memphis

Bene, siamo arrivati all'edificio che Elvis fece costruire per giocare a racketball con i suoi amici, infatti finalmente ho capito che quella sera stava giocando a racketball e non a tennis, e durante la pausa amava suonare il piano a parete per intrattenere gli amici.
Entro in questo edificio e davanti a me vedo un flipper, due pareti a specchio, una spalliera sulla parete di sinistra con agganciata una panca per lo stratching, e ai due lati due poltrone marrone scuro, in pretica un misto tra palestra e sala giochi, ma il tutto racchiuso in un ambiente di 5 metri di profondità e 4 metri di larghezza.
Mi volto a destra e noto un livello più basso mentre ascolto in cuffia la guida elettronica che pronuncia questa frase (su per giù): " ora state vedendo la stanza in cui Elvis suonò l'ultima volta prima di andare in bagno" e poi ci fu un breve silenzio, un silenzio che mi fece stringere il cuore, dall'alto dov'ero ancora, cercavo di ricostruire quei momenti, immaginavo lui seduto davanti a quel piano mentre intonava un gospel...



... se chiudete gli occhi lo sentite anche voi...


... ora questo momento è dentro di me e dentro di voi, qui in questa stanza ci sono rimasto, credo, almeno 20 minuti, ho sceso i pochi scalini che mi separavano da lui cosi piano che mi sembrava di fluttuare ad un palmo da terra, osservavo con commozione quel pianoforte chiuso che è stato l'ultimo strumento suonato da Elvis, ero solo in quella stanza, solo con il mio sogno davanti a me, ho immaginato di vederlo alzarsi e andare in casa per recarsi al ... bagno, in questo momento feci un segno della croce, e ho continuato ad andare avanti, oltrepassando questa porta si entrava nel campo da racketball, ora invece è diventata la stanza dei trofei post-morte, contornati da alcune jump-suit degl'ultimi concerti, comprese le eagle jump-suit, senza fiato, ossrvavo questa stanza a bocca aperta, alta non meno di 7 metri, larga almeno 5 metri ha gli angoli a 45° e profonda 6 o 7 metri, era fantastica, tutte le pareti erano tappezzate di nero e vi erano appesi tutti i cd d'oro di platino compresi i singoli, era tutto un luccichio, in basso ai piedi di tutto questo bel vedere sulla sinistra c'erano le jump-suit, la tiger, le due eagle, la maya la butterfly e altre due di cui non ricordo il nome ma altrettanto belle, era per me un continuo avere la pelle d'oca, davanti a me poi c'erano alcuni trofei, ringraziamenti e la bandiera americana chiusa in una teca in lutto, i desegni dei francobolli e un bellissimo vetro serigrafato con il suo volto.
Adesso questa è la porta che esce sul viale che accompagna i fan verso il giardino, da lontano inizio a vederlo, adesso non capisco se il mio cuore vuole continuare a battere o se vuole fermarsi, vedevo una piccola fila di ammiratori mentre vicino a me a destra c'era la piscina, non è molto grande, l'acqua sembrava finta perchè non si notava un piccolo movimento quasi si fosse congelato da quella volta, iniziava anche a girarmi la testa.
Voltandomi intorno osservavo i prati e la casa come non li avevo mai visti, mi avvicinavo e iniziavano a sfilare i primi omaggi che sono arrivati da ogni parte del mondo, ormai ero arrivato, osservo il prato e la prima targa è in ricordo del fratello gemello Jessie Garon Presley, una targa piccola per un grande ricordo e per un amore perso alla nascita, ancora un passo e la donna più amata da Elvis era li, Gladys Love Smith Presley, una donna che nel dolore di un parto ha fatto nascere una leggenda, un passo ed ecco il padre, Vernon Elvis Presley, ... adesso prendo fiato perchè vi giuro, mi tremano le gambe, tra poco vedrò con i miei occhi la tomba di Elvis dopo anni che l'ho vista su foto e in filmati, un passo ed eccomi vicino a lui, alcuni regali adornano la sua tomba, fiori, peluche, bandierine, foto e poesie, l'iscrizione dice: ELVIS AARON PRESLEY january 8, 1935 august 16, 1977, faticavo sempre di più a tenere il ritmo del respiro regolare, ero davanti al mio idolo, colui che mi ha accompagnato nella mia vita con la sua voce e la sua musica, finalmete potevo rendergli omaggio e ringraziarlo...




... sono felice, e dopo il segno della croce e un grazie non posso non ringraziare anche la nonna Minnie Mae Presley.
Il mio cammino ricomincia percorrendo il viale che mi porta alla zona dove si prende la navetta per tornare nell'area accoglienza dei fun. continua
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