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Vecchio 08-08-2006, 14:38
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Predefinito Re: Intervista A Lamar Fike

D. Pensi che la tabella di marcia di Las Vegas con 2 spettacoli a notte ha contribuito al declino fisico ed emotivo di Elvis?


LF: Assolutamente. Le sue motivazioni si erano indebolite e desiderava esibirsi. Nessuno va a Las Vegas e suona per 4 settimane, lo fanno per una settimana soltanto. Quattro settimane è una maratona e la ripetizione di 60 spettacoli in quel periodo può essere veramente monotono e l’indebolimento del corpo e della mente.


D. A partire dall’inizio degli anni 70, le incisioni di Elvis avevano molto spirito country. Questo era l’espressione dell’amore di Elvis per questo genere ed il suo aumento di popolarità verso il pubblico. Quale pensi sarebbe stata l’indirizzo musicale di Elvis se non fosse morto?


LF: Credo che avrebbe continuato a fare canzoni con grande attenzione verso il genere. Elvis era molto in sintonia con i cambiamenti della musica e lo ha dimostrato la sua carriera, era capace di adattarsi. LA sua influenza sul pubblico più giovane può essere cambiato nel corso degli anni, ma sarebbe stato ancora una forza musicale importante, come è sempre stato.


LA GENTE DELLA VITA DI ELVIS


D. Lamar, in una o due parole, come puoi descrivere:


Gladys Presley: dolce e gentile
Vernon Presley: Una conchiglia dura, ma morbida dentro

Minnie Mae Presley: Totalmente innocente

Marty Lacker: Sincero, onesto

Billy Smith: Senza falsità

Joe Esposito: Arrogante e con false bravate

Charlie Hodge: Piacevole e campagnolo

Alan Fortas: Astuto uno dei miei migliori amici

Red West: Veramente un amico

Sonny West: Non smette mai di parlare

Larry Geller: superficiale ma che credeva di essere profondo

Have Hebler: Piacevole e bonaccione

George Klein: Supponente sapeva di più di quello che faceva

Marvin "Gee Gee" Gambill Jr.: Semplice

The Colonel: Complicato

David Stanley: Onesto e riflessivo

Billy Stanley: Sembrava sempre perso

Rick Stanley: Divertente

Dee Presley: Interessante
Priscilla Presley: Biologicamente fortunata
Ann-Margret: Dolce gentile e bella

Shelley Fabares: Come sopra

Linda Thompson: Divertente, che sapeva ridere e immensamente bella

Ginger Alden: Plastica

Dr Nick: Ambizioso e interferente

Joan Deary: Non l’ho conosicuta

Felton Jarvis: Un ambizioso e bravo uomo di musica

Lamar Fike: Brillante, meravigliosamente piacente e irresistibile


GLI ULTIMI ANNI

D. Alcune persone dicono che Elvis avrebbe voluto diventare un predicatore. Che cosa ne pensi?


LF: No, no assolutamente no


D. Le idiosincrasie di Elvis. Quali erano le cose di Elvis che ti
frustravano e ti disturbavano?


LF: Scegli una.


D: Nell’aprile del 1973 al Lake Tahoe, fu uno dei momenti più bassi della carriera di Elvis. Molti giornali descrivevano gli spettacoli di Elvis come “Sveglia, sei flaccido” Qual’era il problema in quel momento?


LF: In quel periodo Elvis era stanco di tutto. Vegas e I tours erano diventati monotoni. Elvis iniziava a prendere peso e non c’era più la sua capacità creativa. Era un segno delle cose che sarebbero arrivate.


D. Durante il periodo di Elvis super poliziotto quali sono state le cose che hai più notato?


LF: Il suo sogno era essere un poliziotto e questo era un modo per vivere il suo sogno. Era veramente preso nel catturare i malviventi. Conosceva moltissimi poliziotti inclusi quelli della narcotici. Principalmente ci infilavamo in piccole cose. Elvis si metteva la divisa di poliziotto e noi uscivamo mentre lui bloccava il traffico. Avrebbe fermato un ragazzo, dicendogli che stava andando troppo veloce e gli faceva una paternale sulla sicurezza. Noi giravamo attorno ad Elvis con una Mercedes blue ed Elvis diceva: “andiamo qui, Lamar. A fare ordine e servire al legge”. Occasionalmente andava a caccia rincorrendo le persone negli intestate. Non prendevano la multa, ma un autografo. Quando Elvis era alticcio, la sua mente si caricava e le cose diventavano più grandi della vita.


D. La Vegas Aprile 1975 Fool’s Day. Tu ed il Colonello siete saliti sul palco vestiti da Babbo Natale e si faceva una battaglia dell’acqua. Il suono sembrava veramente un fischio. Che cosa è successo quella sera per provocare un tale casino?


LF: Era semplicemente un fatto di noia. Elvis non sapeva che l’avremmo fatto ma data la sua professionalità, stette al gioco dandoci il nostro minuto di celebrità e poi tornò a fare il suo lavoro. Il pubblico rideva da pazzi. Anche questo mise in evidenza com’era il Colonnello.


D. Da quello che si sa, nel 1975 Elvis dovette sopportare un numero di episodi che gli fu difficile sopportare. Come pensi abbia influito sulla sua salute fisica ed emozionale?


LF: Era veramente preoccupato, come pure molti degli altri ragazzi. Ma cosa potevamo fare? Potevamo cercare di dirgli vacci piano, abbi cura di te, ma alla fine non potevamo fare niente per lui. Doveva farlo da solo, e tristemente non l’ha fatto. Sarebbe stato bello rimproverare qualcuno o qualcun altro per il declino di Elvis e l’eventuale morte ma la realtà è che non puoi salvare qualcuno che non vuole salvarsi.


D. Al suo 41° compleanno era a Vail, in Colorado. Si pensava sarebbe stata una vacanza da sogno. Cosa è successo?


LF: Non era un sogno. Elvis era piuttosto fatto e fuori di testa. Stava prendendo molto Dilaudin e minacciava di uccidere chiunque gli stesse intorno. Dio mio, un paio di volte icostrinse il Dr. Nick a fargli più ricette. Quella volta prendeva anche tante anfetamine che non l’hanno aiutato.


D. Nel 1976 vivevi e lavoravi a Nashville. Qual’era il tuo rapporto con Elvis e la MM, a quel tempo?


LF: Non c’era alcun cambiamento, lavoravo per lui.
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