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Vecchio 22-06-2010, 19:42
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: 1969-Conferenza stampa + articolo

Tradurre questa recensione del primo concerto di Elvis all’ International Hotel, il 31 luglio 1969, scritta dal giornalista inglese Ray Connelly e originariamente pubblicata il 2 agosto 1969 sul London Evening Standard, per me, è stato come vivere il sogno di essere presente a quello show del 1969.
Date spazio alla vostra immaginazione e vi arriverà di tutto e di più!

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Per 28 giorni, due volte a sera, per un’ora intera Elvis ha lavorato, sudato, ha fatto piroette che facevano rabbrividire, ha gorgheggiato e cantato, a modo suo ha grugnito ed emesso gemiti, attraversando 20 canzoni. E’ stato un ritorno sensazionale.

Magro come un bastone, non dimostra più di 23 anni, anche se ne ha 34, dopo 9 anni di assenza va avanti e indietro sul palco imbarazzato come un ragazzo che sta per incontrare i genitori della sua fidanzata, per la prima volta.
Difficilmente butta lo sguardo verso il pubblico, composto principalmente da persone oltre i 30 anni, visto che i giovanissimi non potevamo certo affrontare il costo del biglietto e si tuffa direttamente in Blue Suede Shoes, continuando con I Got A Woman e That’s All Right Mama, prima di ritenere che fosse arrivato il momento per parlare un po’.

Per oltre un’ora ha portato se stesso fino allo sfinimento, muovendosi per tutto il tempo sul palco in modo selvaggio e sexy, allungandosi più volte per raggiungere un fazzoletto o un guanto porto dalle eleganti signore in prima fila, letteralmente in estasi.
Nonostante le sue prime fans siano ormai cresciute e ora sono diventate mamme, Elvis è rimasto quel ragazzo del Sud impacciato, timido, ma un dinamico performer.

Come coriste aveva un gruppo di ragazze, le Sweet Inspirations, che insieme agli Imperials aggiungevano forza ad una band di sei uomini al piano, alla batteria, al basso e tre chitarre.

La combinazione era perfetta è non c’era una gran necessità di un’orchestra di 30 elementi che solo occasionalmente interveniva in aiuto a qualche ballata come Love Me Tender and Can't Help Falling In Love (With You) and Yesterday.

E’ difficile descrivere l’esatto appeal dell’uomo. Vero è che è un grande cantante, con grande ritmo, ma c’è di più. Ha un aspetto e uno stile perfetti a cui si aggiunge un carisma magnetico.

Avendo visto il suo show, ora mi è più facile capire come sia diventato la leggenda che è nella musica pop.

A sorpresa l’applauso più grande e più intenso, anche se ce ne sono stati sempre, è arrivato quando ha cantato una canzone che si chiama Suspicious Minds, il suo prossimo disco e quasi sicuramente il suo 51° milione di dischi venduti.

Mentre lo spettacolo era concentrato principalmente su una selezione dei suoi maggiori successi, Elvis ha trovato il tempo anche per inserire delle grandi versioni della canzone di Ray Charles “Can’t Stop Loving You” e di quella di Chuck Berry “Johnny B Goode”.

E’ stata una notte memorabile.
La notte in cui Elvis Presley, il fondatore di quella che oggi è la musica moderna, ha scoperto di essere ancora uno dei più grandi performers che esistano ed è tornato a fare quello che ha sempre fatto meglio.

Ottenere l’intervista è stato molto più complicato che raggiungerlo, dal momento che l’International Hotel, in fermento dopo l’enorme pubblicità avuta nelle prime settimane, è stata particolarmente generosa con i giornalisti piovuti da tutto il mondo per vedere se Presley era ancora così eccitante come lo si ricordava.

Dopo 3 giorni e 3 notti di rifiuto di farmi vedere la sua star, il Colonnello finalmente ha cambiato idea (come mi era stato detto che avrebbe fatto) e mi ha concesso solo 5 minuti per prepararmi tutto il necessario.

Nell’intervallo tra i due spettacoli, accompagnato dalle sue guardie del corpo, sono stato portato nel backstage e poi nel suo camerino. Dovevo essere veloce, aveva detto il Colonnello.
Infatti un’ora dopo ero già nella mia stanza e dettavo al telefono il mio articolo per la prima edizione della mia pagina, in uscita la mattina dopo.

“Alle volte quando, a casa, cammino nella stanza e vedo tutti quei dischi d’oro appesi alle pareti, penso che appartengano ad un’altra persona, non a me. Non riesco a credere che si tratti proprio di me.”
E’ Elvis Presley che parla, lui la leggenda.
L’uomo che virtualmente ha dato il via al rock ‘n roll, così come lo conosciamo oggi.
L’uomo che ha cambiato il corso della musica pop, lui che ha aiutato a cambiare il corso della storia della società.
Perché è stata esattamente questa l’influenza di Elvis Presley, il ragazzo di Tupelo, MS colui che probabilmente ha più hits di chiunque altro al mondo.
E’ praticamente impossibile raggiungere Presley.
Guardie del corpo, con pistole e walkie-talkie, sono le sue ombre giorno e notte.
Per avere un trattamento VIP e poter incontrare l’uomo che è diventato una leggenda, ci vogliono interminabili trattative con il suo manager, Col. Tom Parker,

E quando te lo trovi davanti, come si parla ad una leggenda?

E’ stravaccato su un divano rosso stile spagnolo, nel salotto della sua suite e sorseggia una bibita analcolica dalla bottiglia. Le pareti sono ricoperte di telegrammi, tra cui uno dei Beatles.

Indossa il vestito nero, in stile karate, disegnato per questo tour e i suoi capelli, tinti di un nero intenso, scendono come sempre bagnati sul viso con il medesimo stile che lui stesso creò 14 anni fa. Ora le sue basette sono molto lunge e di un color nero inchiostro.

E’ terribilmente bello, direi i miglior profilo cinematografico che esista dai tempi di Rodolfo Valentino. Preparato adeguatamente potrebbe sembrare lo stereotipo del giocatore d’azzardo, di un film. Ma, così dice, lui non ha mai giocato d’azzardo.

Come un classico signore del Sud, si gira per salutarmi con un entusiasmo quasi atletico, poi tocca i suoi grandi anelli che apparentemente si direbbero incastonati di diamanti e il braccialetto in argento con il suo nome. Sembra sempre leggermente nervoso. La stanza è piena di amici e aiutanti. Non ci sono donne. Priscilla Presley, la donna che Elvis ha sposato due anni fa, è nella suite al 30° piano e Lisa, la loro bambina di 18 mesi, è rimasta in una delle case in California.

Il Colonnello guarda la sua creazione come una madre benevola, interrompendo solo quando si parla di soldi. C’è una storia, ma potrebbe essere una diceria, secondo la quale si dice che lui si prende il 50% dei guadagni di Elvis. Se è vero, grazie a Presley da oggi in poi dovrebbe diventare mult-.multi milionario.

“Non abbiamo deciso di venire qui per i soldi” dice Elvis ridendo di fronte a questa prospettiva assurda, che, dopo tutto, gli porterebbe altre 225.000 sterline “Negli ultimi 9 anni, ho sempre voluto tornare su un palco e la cosa si è insediata dentro di me definitivamente nel 1965, a tal punto che lo sforzo è diventato intollerabile. Non ne potevo più e non credo che avrei potuto resistere ancora a lungo. Questo è il momento giusto. I soldi- Non ne capisco niente e non mi interessa sapere. Vedetevela voi.

Ride, buttando la testa all’indietro, mostrando la sua dentatura perfetta, sorprendendomi con l’umiltà del suo sguardo e la lunghezza esagerata delle sue ciglia.

“Possiamo solo dire questo” dice il Colonnello con quel suo fare casereccio e folcloristico. “Il Colonnello non ha niente a che fare con le finanze di Mr. Presley. Tutto viene gestito da suo padre, Mr. Vernon Presley e il suo contabile.
Il Sig. Presley Sr, che per chi non l’avesse mai visto è una versione più robusta e grigia di suo figlio, annuisce e prende un’altra birra dal bar. “Se vuole può buttare via tutti i suo soldi. Non mi interessa” aggiunge il Colonnello.

“Ora posso dire di aver assolto ad ogni dovere, da quando ho lasciato l’esercito nel 1960” dice quasi in tono di scuse” e da oggi in poi lavorerò facendo cose molto più serie e meno film. Non sarei onesto con voi se dicessi che non mi sono vergognato di alcuni films che ho fatto e delle canzoni che ho cantato. Vorrei poter dire che erano buone, ma non posso. Ci sono stati dei momenti in cui ero estremamente frustrato per quell’aspetto della mia carriera. Se si fanno 3 film all’anno, come si può pensare di trovare 12 pezzi buoni per ognuno di loro? Sapevo che buona parte erano pessime canzoni e andavo fuori di testa, ma dovevo farle, perché integravano la situazione.
Provo molto più piacere ad esibirmi davanti ad un pubblico, come ho fatto stasera, che qualsiasi canzone per un film. Come fa a piacerti se ti ritrovi a dover cantare una canzone a qualcuno che hai appena picchiato?”

“Come concili il matrimonio con lo show business?” gli chiedo
Lui fa una pausa e sorride “Molto attentamente - solo molto attentamente”
E ancora “Tua moglie è contraria al fatto che sei tornato ad essere un sex symbol?”
“No. Abbiamo in programma di diventare una grande famiglia. Quando ti sposi diventi più consapevole e responsabile. Diventare padre mi ha fatto capire che è la cosa più importante che ti possa capitare nella vita.”

Il matrimonio, però, non ha ridotto la sensualità dei suoi movimenti. Il suo ginocchio sinistro vibra quando canta, la chitarra diventa ancora una specie di mitragliatore fallico, mentre con il microfono sembra che simuli una scena di stupro. E poi ci sono i suoi commenti improvvisati sul palco, pieni di doppi sensi.

“Non tirarmi il filo, cara” ha detto ad una fan che per raggiungerlo aveva tirato il filo del microfono.

La prima sera della sua performance una signora del pubblico ha iniziato a spogliarsi, tanta era l’eccitazione. Un’altra si è tolta le mutandine, dandogliele affinché si asciugasse la fronte.
Lui molto riconoscente ha accettato, si è asciugato la faccia nei volants e poi gliele ha ributtate.
Dopo lo spettacolo, mentre calava il sipario, giovani donne sono saltate sul palco pur di aggrapparsi al collo del loro idolo.

Fu proprio questa sensualità che 14 anni fa allarmò gli uomini di chiesa fino a chiedere che venisse censurato e messo in prigione, facendogli poi vincere il titolo di Elvis The Pelvis.
In quei giorni i suoi movimenti erano considerati osceni. I suoi vestiti erano dorati come le sue Cadillac e la sua immagine era quella di un giovane irriverente.

In ogni caso se si vuole andare avanti e capire la musica di coloro che sono al di sotto dei 30 anni, bisogna conoscere Elvis Presley. Lui fu l’inizio della generazione del rock e dopo lo sconvolgente impatto che ebbe nel 1956, niente sarebbe più stato lo stesso.

In Inghilterra i fans ne erano particolarmente avidi.
“Non so perché sono sempre stati così leali” dice Elvis “Sono davvero fantastici nei miei confronti. Non riesco ancora a credere a quante lettere sono arrivate in tutto questo periodo. So di aver detto per anni che devo visitare la Gran Bretagna e voglio farlo, promesso, ma al momento, motivi personali non me lo permettono. Ora dovrò fare molto spettacoli in America. Sono molto soddisfatto della reazione che ho ricevuto qui. Sono tremendamente soddisfatto. Ecco perché questo business è tutto per me. Ci potranno essere anche dei film, ma sicuramente più seri di quelli che ho fatto. E presto farò un altro show televisivo per la NBC”.

Ora è più magro di quello che è stato per anni e il lavoro che fa ogni sera sul palco gli fa perdere peso ulteriormente. Sembra un 20enne.

“Non capisco” dice, con quella sua cadenza lenta ”Tutti continuano a dirmi che sembro più giovane. Non so come ho fatto. Quando facevo quei film mi ero appesantito tutto in una volta, ma sono dimagrito molto velocemente”

E’ incredibilmente amichevole e genuino.
Una volta che si è abbassata la barriera, non ti trovi davanti una leggenda, ma un ragazzo normale, disponibile, caldo e collaborativo.
Fa tutto il possibile per rispondere alle domande, ma evita quando gli chiedo il nome di qualcuno a cui vorrebbe assomigliare.

“Non posso” risponde

E’ anche molto timido. Ha pochi amici nello show business: forse Tom Jones è quello che gli è più vicino.

“Suppongo sia perché sono solo un ragazzo del Sud e non ho mai avuto a che fare con gente di spettacolo. Io ho i miei amici”

Però ricorda bene il suo incontro con i Beatles, durante la Beatles mania ed in modo particolare ricorda il loro road manager, Mal Evans.
“Ho registrato Hey Jude” racconta “Sono molto interessanti e sperimentali, ma mi piacciono particolarmente quando cantano - She Was Just Seventeen, You Know What I Mean' – e canta, suonando una chitarra immaginaria, nello stile di Lennon.

“Hai visto il telegramma che mi hanno inviato?” chiede Elvis con evidente orgoglio

Il mondo pop è cambiato in una notte, con la riapparizione dell’uomo che tutti conoscono come il Re.
Ricordate quello che vi dico: Sta per diventare immenso di nuovo!








Anche se i filmati sono tratti dall'On Tour e il TTWII, le basi sono quelle del tour del 1969



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