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Vecchio 23-11-2008, 18:29
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Elvis Golden Fans
 
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Predefinito Re: Il Dr. Nick ci spiega.....tante cose

D.: Vorrei sapere da te qualcosa circa i tentativi fatti dai medici di Las Vegas per aiutare Elvis a perdere peso. Com’è andata?

Dr. Nick: Avevano immaginato che un modo per fargli perdere peso fosse farlo dormire 3 settimane consecutive, svegliandolo solo per assumere dei liquidi.
Alla fine del ciclo Elvis era aumentato di altre 10 libbre!

D.: Un buon riposo non è sufficente come dieta! Quale ritieni fosse, secondo te, il problema di salute più serio che aveva Elvis?
Molti fans direbbero che il suo problema più serio fosse l’assunzione di farmaci.

Dr. Nick: Alcuni fans sono veramente ignoranti su come sono andate le cose realmente.
Elvis aveva una disfunzione al colon, in quanto era nato senza una delle terminazioni nervose che arrivano al colon e al piccolo intestino.
Sono terminazioni che determinano il corretto movimento dell’intestino stesso. Un problema ancora più grande era che, mancandogli questo nervo che crea la spinta, il suo intestino non riusciva a fare un percorso corretto.
Di conseguenza il colon di Elvis diventava sempre più grande e quindi, al momento dell’autopsia, era enorme. Ecco qual’era la causa di quel suo stomaco enorme.
Elvis aveva chiesto di fare un intervento per togliere una parte del suo colon e volle anche sapere come mai non si potesse fare.
Ne parlammo con due o tre medici, ma poiché si trattava di Elvis Presley, non vollero intervenire.
Negli anni ’70 non era un intervento di routine e questi medici avevano il terrore di fare quel genere di intervento chirurgico.
Oggi non sarebbe un problema e non ci penserebbero due volte.
Il problema era serio perché nel momento in cui si arriva al punto ad avere un accumulo di materiale nella pancia, questo può infettarsi.
Si può sopravvivere oppure si può morire nel momento stesso in cui i batteri arrivano al sangue e provocano la setticemia.
Questa è la verità su quella che era una delle sue malattie.

D.: Da cosa era causata la sua voce impastata quando cantava?

Dr. Nick: E’ successo quella volta in cui andai a Vegas o Palm Spring ed Elvis mi aveva fatto arrabbiare molto. Mi insultò e così me ne andai. Elvis uscì e trovò roba pesante. Però non era una cosa che faceva spesso.

D.: Suppongo che questa roba non arrivasse da quello che si può definire un medico, vero?

Dr. Nick: Non so da dove gli fosse arrivata. Elvis mi insultò con ogni titolo possibile e, così nel tour successivo, fu seguito da un altro medico.
Il nuovo medico cambiò ogni farmaco della mia terapia per sostituirla con tranquillanti molto forti.
Il problema era che tra i loro effetti collaterali c’era il drastico abbassamento della pressione sanguigna, con tempi d’effetto anche molto molto lunghi. L’effetto poteva durare poche ore fino ad arrivare anche a 24 ore.
Elvis non riusciva a svegliarsi, quindi usciva che era ancora rintontito e mezzo addormentato, tanto da non riuscire a fare i suoi spettacoli e a muoversi.

D.: Vernon e il Colonnello sono mai intervenuti?

Dr. Nick: Io e il Colonnello non eravamo così uniti, ma mi chiamò e mi chiese se potevo unirmi al tour, perché erano tutti sconvolti dal suo comportamento.
Gli risposi che non sarei andato a meno che Elvis non mi avesse chiamato e si fosse rimangiato tutto quello che mi aveva detto. Solo così forse avrei potuto tornare sui miei passi.
Quella sera, Elvis fece un altro brutto show e così il Colonnello mi chiamò nuovamente dicendomi che gli shows erano terribili e io dovevo tornare. Elvis rovinava ogni cosa, non riusciva a ricordarsi quello che faceva sul palco. Il Colonnello disse che avevano assoluto bisogno che io tornassi, altrimenti non riuscivano ad immaginare cosa sarebbe successo.
Così, alla fine, Elvis mi chiamò, mi disse che gli dispiaceva di quanto era successo e mi chiese di tornare. Così feci.
A quel punto mi resi conto che non assumendo quel particolare farmaco, i suoi show non avrebbero avuto problemi.
Che io sappia, questa fu l’unica occasione, in cui Elvis ebbe problemi durante le sue perfomances.
Io ero determinato ad abbandonare tutto anche perché la mia famiglia ce l’aveva con me perché non ero mai a casa. I miei pazienti abituali erano arrabbiati con me perché dicevano che mi occupavo solo di Elvis e mi preoccupavo solo per lui, mentre invece trascuravo loro.

D.: Però scegliesti di tornare in tour con Elvis, per rimediare al danno fatto dall’altro medico?

Dr. Nick: Sai, quando Elvis era in ospedale stava bene. Riceveva tutta l’attenzione che voleva. L’unica cosa che non prendeva erano le droghe, perché ogni cosa doveva passare attraverso le infermiere dell’ospedale.
Decisi che questo doveva continuare anche quando fosse tornato a casa, così dissi ad Elvis che non gli avrei più dato medicine tramite terze persone e che gliele avrei date io personalmente.
Perciò mandai un’infermiera in pianta stabile a Graceland dicendo ad Elvis che lei sarebbe rimasta lì per seguire sua nonna.
Qualora Elvis avesse avuto bisogno di qualcosa durante la notte, lei sapeva cosa fare. Non gli ho mai rilasciato qualcosa direttamente.

D.: Ti passò mai per le mani qualcosa di quello che veniva dato ad Elvis, da quei bravi dottori di sua fiducia di Las Vegas o Los Angeles?

Dr. Nick: Ci fu una sola cosa buona che imparai una volta, andando a casa di Elvis.
Ero salito in bagno per prendere qualcosa che lui aveva lasciato vicino al lavandino.
Trovai 3 bottiglie, con migliaia di pillole all’interno di ognuna. C’erano stimolanti, anfetamine, valium e codeina. Quando buttai via quelle pillole, Elvis diede di matto. Così le disposi sul cassettone. Prova ad immagina quanto sia difficile gestire un uomo adulto, come se fosse un bambino. Dovevi essere lì per dargli la medicina quando ne aveva bisogno. Era un adulto e avrebbe dovuto essere in grado di leggere le etichette da solo. Ci volle parecchio tempo perché la capisse.

D.: Intendi dire che parte del problema di Elvis era che aveva una personalità predisposta alla dipendenza?

Dr Nick: Oh sì certo!
Ci fu una volta, quando Elvis tornò dalla California che era quasi morto. Appena “scaricato” dal suo aereo, lo portammo dritto in ospedale. Quella volta un altro medico, in California, gli sparò dosi e dosi di Demerol, un antidolorifico. Il corpo di Elvis era entrato in stato di shock e fui costretto a disintossicarlo in ospedale.

D.: Se c’erano questi segni di poli farmacologia, perché non fu ricoverato più spesso?

Dr. Nick: Lo ricoverai all’ospedale parecchie volte e il termine poli farmacologia non significa niente. Qualsiasi paziente che ha il cancro che cammina per strada o qualsiasi altra persona che ha disturbi importanti, prendono 6, 8 o 10 tipi diversi di farmaci.

D.: Ma i dosaggi di Elvis diventarono così alti perché era assuefatto agli effetti?

Dr. Nick: No, non credo che nessun farmaco gli creasse questo problema. Ti faccio un esempio. Il suo consumo era più elevato quando faceva concerti on the road perché per lui, erano molto più importanti che gli altri shows. Aveva sempre paura che qualora non avesse dormito abbastanza, non avrebbe fatto un buon concerto.
Quando veniva a casa dai tours passava una settimana, 10 giorni e anche due settimane senza che prendesse niente.
Se Elvis ne fosse stato dipendente, non avrebbe potuto stare senza prenderle.
Perciò ritengo che non fosse assuefatto a nessun farmaco.

D.: Quindi stai dicendo che Elvis aveva il controllo delle sue assunzioni?

Dr. Nick: No, non ne aveva il controllo, noi lo avevamo.
Quando tu sei dipendente da qualcosa, non hai bisogno di dirlo, vuoi quella droga e basta.
Non è una cosa sulla quale hai un controllo mentale.
E un po’ contorto ma, è vero che Elvis aveva una personalità predisposta alla dipendenza e avrebbe voluto che, in qualsiasi momento, ci fosse qualcuno che gli dava qualche medicina.

D.: Secondo te, Elvis è mai arrivato al punto di capire che stava creando dei danni alla sua salute.

Dr. Nick: Sì, se ne era reso conto, ma quando hai bisogno di qualcosa non riesci ad essere razionale. Cercai di portarlo in una clinica, ma a quel tempo non ce n’erano molte in giro. Riuscii a trovarne una solo in Arkansas.

D.: Abbiamo sentito che c’era tutta una serie di farmaci che prendeva prima e dopo ogni show.

Dr. Nick: Sì questo è vero. Elvis aveva molti problemi di artrite e soffriva molto anche di problemi al disco della schiena e del collo. Avevamo anche capito che se faceva un certo numero sul palco, poi aveva un male tremendo. Lui girava il collo in continuazione e faceva un sacco di piroette, oltre a fare diverse mosse di karate che mettevano la sua schiena sotto sforzo.
Naturalmente tutto questo doveva essere trattato esattamente come qualsiasi altro infortunio sportivo.

D.: Quindi stai dicendo onestamente che tutto ciò che tu stesso hai prescritto ad Elvis era necessario e non c’era niente di extra?

Dr. Nick: Sì, l’unica cosa che non era necessaria era il placebo.

D.: E cos’era?

Dr. Nick: Il modo più semplice per fare un placebo è aprire una capsula, togliere la medicina e al posto del farmaco inserire zucchero, o sale. Era questo che facevamo. Tutto il resto veniva dato per delle giuste motivazioni.

D.: Puoi raccontarmi qualcosa circa la storia del racquetball?

Dr. Nick: Avevamo coinvolto Elvis nel racquetball perchè volevamo creare una catena in tutti di Stati Uniti. Elvis non aveva messo soldi nell’affare ma aveva dato il suo accordo affinché venisse usato il suo nome. Sin dall’inizio suo padre non era contento di tutta questa cosa, perché non ci capiva niente. Fu il primo affare nel quale entrò Elvis, senza che suo padre vi avesse a che fare. Vernon non era, nemmeno lontanamente, un uomo d’affari. Così uno dei responsabili del progetto a Palm Springs, scoprì che un altro degli altri ragazzi che facevano parte del business, aveva ricevuto dei soldi e una macchina. Io e gli altri non ne sapevamo niente. Lui ne parlò direttamente con Elvis, senza mettere al corrente anche noi e, di conseguenza, Elvis pensò che stavamo tramando qualcosa alle sue spalle. Suo padre venne a sapere tutto e gli suggerì di togliersi dall’affare.

D. Questo significa che Elvis, per il progetto del racquetball, non ti imprestò mai soldi?

Dr. Nick: Solo verso la fine, Elvis mise circa $100,000. Gli erano arrivate un sacco di fatture da pagare ed erano intestate a lui. Erano fatture che non ci sarebbero state se lui fosse rimasto nell’affare.

D.: Puoi risollevarci un po’ il morale, raccontandoci quali sono i ricordi più significativi che hai di Elvis?

Dr. Nick: Direi che è quella volta che mi sparò (ride).
Suo padre era appena stato dimesso dall’ospedale, dopo aver avuto un attacco di cuore.
Elvis era andato dal dentista e gli aveva chiesto degli antidolorifici. Praticamente ne aveva comprato un paio di sacchi… tipo drogheria. Io gli dissi che non glieli avrei lasciati e, da lì, lui iniziò a sparare. Mi meravigliai che a suo padre non fosse venuto un altro attacco di cuore. Una pallottola colpì qualcosa nella stanza e rimbalzò su di me, ferendomi al petto.

D.: Questa cosa sembra terrificante. Penso, che per un attimo, tu fossi preoccupato.

Dr. Nick: Io non ero preoccupato quanto Elvis (ride)

D.: So che tutti voi andavate molto d’accordo. Ci sono altre storie che puoi raccontarci? Tipo qualcuna successa on the road

Dr. Nick: Una volta, spavemmo da morire uno dei ragazzi.
Gli avevamo messo della tintura rossa in una caramella che poi mangiò. Quando andò a fare la pipì, pensò che fosse sangue. Venne da me e mi disse che non avrebbe tirato l’acqua fino a che io non avessi visto quello che gli era successo. Gli risposi che sarei andato da lui solo dopo aver terminato la mia telefonata, anche se invece non stavo proprio parlando al telefono con nessuno. Lui andava avanti e indietro aspettando che io finissi.
Nel frattempo gli avevamo inculcato la tesi che Felton Jarvis aveva capito di essersi ammalato al rene, fino a perderlo, perché aveva urinato sangue.

D.: Decisamente non c’era crudeltà tra voi!! (ride)
Credo tu abbia da raccontarci anche qualcosa di divertente, successa al concerto di Capodanno del 1975 a Pontiac?

Dr. Nick: Quella sera Elvis era nervosissimo. Faceva tremendamente freddo e lui aveva il terrore che la sua gola non avrebbe resistito. Visto il tempo e tutto quello che stava succedendo, Elvis insisteva affinché da Las Vegas arrivasse in aereo il suo otorinolaringoiatra. Gli dissi che avevo un amico otorino e che gli avrebbe dato un’occhiata. Chiamammo il mio amico per fargli controllare la gola, ma senza dare spiegazioni ad Elvis, che, a quel punto, avrebbe voluto uccidermi.

D.: Si trattava di un vero medico, vero ?

Ridono entrambi

D.: Bene, so che il tuo tempo è prezioso. Grazie di avermi incontrato e permesso di parlare a cuore aperto.

Dr. Nick: Nessun problema, è stato un piacere!
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