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Paradise
Ad Elvis, entrato nella mia vita come un uragano.
8 gennaio 1935
Questo è il giorno di una storia
A cui ricorre la memoria
Di una vita assai splendente
Che s’impresse in ogni mente.
Siamo qui per festeggiare
Ma vogliamo ricordare
Anche il caro gemellino
Mai abbracciato fratellino.
In un gelido mattino
Il travaglio è ormai vicino
Li separan poche ore
Uno vive, l’altro muore.
E per Gladys è un grande strazio
Ma un vagito non da spazio,
il bambino vivo strilla
e non basta camomilla.
Il suo cuor s’intenerisce
E la mamma reagisce
Accarezza il freddo Garon
Porge il seno ad Elvis Aron.
Son due vite separate
Ancor prima d’esser vissute;
uno grande ardito e fiero
un nel freddo cimitero.
Sotto un grigio e triste cielo
Passan gli anni di Tupelo
Cambierà la vita ad Elvis
Quando partirà per Memphis.
Non si sa com’è e com’era
Questa è una nuova primavera
La fortuna è ormai sicura
E comincia l’avventura
Tutti noi sappiamo già
Come poi la vita andrà
Tante gioie e poi dolori
Che non si vedono da fuori.
Ma ripenso a quel gennaio
Freddo e gelido brumaio
Le speranze grandi attese
Di una mamma al nono mese.
Dolce e bello è ricordare
E vogliamo festeggiare
Ma una lacrima chissà
Se sul viso scorre già.
(P.T.)
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Magnifica questa poesia, Paradise!!!!!
Bravissima!
LISA