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  #151  
Vecchio 10-12-2006, 18:09
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Hurt, se non sappiamo in che posto si trova allora ci sono anch'io.
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  #152  
Vecchio 10-12-2006, 19:01
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Credo sia il noto Rolling Stone di Milano...
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  #153  
Vecchio 11-12-2006, 08:25
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si confermo e' a Milano almeno che non sia un omonimo in altra citta'.....fatemi sapere per cortesia...
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  #154  
Vecchio 11-12-2006, 08:48
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Trovato questo:


Si balla rock’n’roll ricordando Elvis


Il sabato sera del Rolling Stone si apre con un omaggio al re del Rock'n'roll, l'indimenticato Elvis Presley. La serata chiamata «rock'n'roll style» prevede spazio dedicato alla musica rock, elettronica e dance hall.
Dietro la console Danny Virgilio e Vincent Dj.
Non solo musica così come non solo celebre cantante fu Presley che andò oltre l'arte che rappresentava diventando una vera e propria icona a tutto tondo della cultura pop del XX secolo.
I battenti della serata aprono alle ore 23.30, la quota di ingresso è fissata a 10 euro.
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  #155  
Vecchio 11-12-2006, 11:03
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ma tutti i sabati? non ne ho mai sentito parlare....strano!!
cercherò di informarmi da un'amica che ha una vita mondana molto piena!!
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  #156  
Vecchio 11-12-2006, 16:05
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Non credo tutti i sabati solo questo che viene!!

Informati e facci sapere grazie!!
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  #157  
Vecchio 15-12-2006, 05:57
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ANDRO' VELOCISSIMAMENTE A COMPRARE IL NR. 6 DELL'EUROPEO
14/12/2006
L'Europeo: un numero molto rock



Viaggio tra i miti: da Elvis ai Nirvana

L'europeo è in edicola con un numero tutto dedicato al rock. Da Elvis Presley ai Nirvana, passando per gli U2, fino ai Rolling Stones: centosessanta pagine per gli amanti del genere nato negli anni Settanta e che ancora oggi fa vendere milioni di dischi. Daniele Protti presenta "Rock, 1956-2006" venerdì 15 dicembre dicembre a Milano, insieme al critico e scrittore Riccardo Bertoncelli, lo "chaperon" che guida alla scoperta del rock.

Riccardo Bertoncelli, critico e scrittore, è il Cicerone che conduce nel viaggio proposto dal mensile "L'Europeo" alla scoperta del Rock. Un intero numero dedicato al genere, nato negli anni Cinquanta, che ha fatto sognare e trasgredire una generazione e che si è imposto nel panorama musicale con vigore e successo.

"L'Europeo" ha deciso di dedicare il sesto numero del bimestrale ai grandi nomi del Rock. Così, grazie alla guida di Bertoncelli, i lettori possono avventurarsi nei meandri più nascosti e inediti degli autori e cantati che hanno fatto grande la scena musicale internazionale.

"Dal 1956 è rockmania" titola la presentazione curata dal direttore Protti che insieme al critico e scrittore Bertoncelli, presenta il nuovo numero de L'Europeo venerdì 15 dicembre a Milano, nella sala Dino Buzzati di Via Blazan 3. Da qui si snoda il percorso che vede ai blocchi di partenza lui, l'inimitabile Elvis. Un nome che ha fatto storia, quello dell'ex-camionista di Memphis che, alla fine degli anni '50, con i suoi pantaloni di pelle attillati faceva impazzire le adolescenti e preoccupare gli adulti che gridavono alla rivoluzione sessuale. Definito "il re del rock and roll, Elvis è andato oltre l'arte musicale che rappresentava ed è diventato una vera e propria icona della cultura pop e del XX secolo.





Il percorso prosegue all'insegna delle firme top della musica rock: spazio alla grinta di Tina Turner, giovanissima e già tigre del palcoscenico nel 1969, alla forza innovativa del grande Eric Clapton, che ha saputo passare dal blues duro e puro ed è riuscito ad arrivare persino alla techno, fino alla prorompente energia dei Queen, apparsi a inizio anni '70 e diventati leggenda.

Questi, però, sono solo alcuni dei nomi che compongono il viaggio dell'Europeo: tanti altri protagonisti del rock vengono raccontati da parole e immagini storiche, fotografie che fermano momenti irripetibili, di storia e di vita. Come quella che immortala gli U2, "gli ultimi re del rock".

"Il rock'n'roll mi ha dato tutto e io mi sento come se dovessi dare tutto al rock'n'roll", ha detto Bruce Springsteen. Sulla scia di questa passione si è mossa la realizzazione del numero 6 de L'Europeo, "Rock 1956-2006".

DA TGCOM
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  #158  
Vecchio 15-12-2006, 07:46
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ANDRO' VELOCISSIMAMENTE A COMPRARE IL NR. 6 DELL'EUROPEO
14/12/2006
L'Europeo: un numero molto rock



Viaggio tra i miti: da Elvis ai Nirvana

L'europeo è in edicola con un numero tutto dedicato al rock. Da Elvis Presley ai Nirvana, passando per gli U2, fino ai Rolling Stones: centosessanta pagine per gli amanti del genere nato negli anni Settanta e che ancora oggi fa vendere milioni di dischi. Daniele Protti presenta "Rock, 1956-2006" venerdì 15 dicembre dicembre a Milano, insieme al critico e scrittore Riccardo Bertoncelli, lo "chaperon" che guida alla scoperta del rock.

Riccardo Bertoncelli, critico e scrittore, è il Cicerone che conduce nel viaggio proposto dal mensile "L'Europeo" alla scoperta del Rock. Un intero numero dedicato al genere, nato negli anni Cinquanta, che ha fatto sognare e trasgredire una generazione e che si è imposto nel panorama musicale con vigore e successo.

"L'Europeo" ha deciso di dedicare il sesto numero del bimestrale ai grandi nomi del Rock. Così, grazie alla guida di Bertoncelli, i lettori possono avventurarsi nei meandri più nascosti e inediti degli autori e cantati che hanno fatto grande la scena musicale internazionale.

"Dal 1956 è rockmania" titola la presentazione curata dal direttore Protti che insieme al critico e scrittore Bertoncelli, presenta il nuovo numero de L'Europeo venerdì 15 dicembre a Milano, nella sala Dino Buzzati di Via Blazan 3. Da qui si snoda il percorso che vede ai blocchi di partenza lui, l'inimitabile Elvis. Un nome che ha fatto storia, quello dell'ex-camionista di Memphis che, alla fine degli anni '50, con i suoi pantaloni di pelle attillati faceva impazzire le adolescenti e preoccupare gli adulti che gridavono alla rivoluzione sessuale. Definito "il re del rock and roll, Elvis è andato oltre l'arte musicale che rappresentava ed è diventato una vera e propria icona della cultura pop e del XX secolo.





Il percorso prosegue all'insegna delle firme top della musica rock: spazio alla grinta di Tina Turner, giovanissima e già tigre del palcoscenico nel 1969, alla forza innovativa del grande Eric Clapton, che ha saputo passare dal blues duro e puro ed è riuscito ad arrivare persino alla techno, fino alla prorompente energia dei Queen, apparsi a inizio anni '70 e diventati leggenda.

Questi, però, sono solo alcuni dei nomi che compongono il viaggio dell'Europeo: tanti altri protagonisti del rock vengono raccontati da parole e immagini storiche, fotografie che fermano momenti irripetibili, di storia e di vita. Come quella che immortala gli U2, "gli ultimi re del rock".

"Il rock'n'roll mi ha dato tutto e io mi sento come se dovessi dare tutto al rock'n'roll", ha detto Bruce Springsteen. Sulla scia di questa passione si è mossa la realizzazione del numero 6 de L'Europeo, "Rock 1956-2006".

DA TGCOM
L'HO COMPRATO ...... CI SONO 10 PAGINE DEDICATE AD ELVIS CON BELLE FOTO IN BIANCO E NERO
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  #159  
Vecchio 16-12-2006, 20:18
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L'ho comprato anch'io, sono 8 euro spesi bene fino all'ultimo centesimo!!! Grazie mille per averci informato! Oltre Elvis vengono ricordati altri grandi miti! Ci sono un pò di errorini nella rivista ma... spesso mi dimentico che siamo in Italia, quello che l'Europeo ci ha dato è già tantissimo!
Grazie ancora!
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  #160  
Vecchio 16-12-2006, 20:21
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Mi fa piacere che ti sia piaciuto!!!

E' vero ci sono delle imperfezioni, ma finalmente gli viene dato un valore.... e non male quelle cose dette da Elvis, buttate qua e là tra le pagine
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  #161  
Vecchio 16-12-2006, 20:32
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E' vero ci sono delle imperfezioni, ma finalmente gli viene dato un valore.... e non male quelle cose dette da Elvis, buttate qua e là tra le pagine
Quoto!!!
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  #162  
Vecchio 16-12-2006, 20:46
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Comprato anch'io oggi...grandioso!!
Certo potevano mettere delle foto di Elvis dei suoi live anni 50 invece che del militare .
E poi???Sarò ignorante ma...i Beatles non è che abbiano fatto rock...diciamo più pop, almeno credo. E che dire dei grandi Queen a cui son state dedicate 2 misere pagine??? Mah...mistero
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  #163  
Vecchio 26-12-2006, 09:06
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Questo testo è stato letto lo scorso giugno nell’ambito del convegno Un oceano di suoni (Università di Genova) al quale il nostro collaboratore ha pure partecipato in veste di curatore.
Pierangelo Castagneto


how Elvis become white


C’è una credenza largamente diffusa tra le popolazioni dell’Africa equatoriale, specialmente tra gli Yoruba e i Mandingo stanziati nella valle del Niger. Si dice che quando dopo un parto gemellare uno dei due nati muore, l’altro, il sopravvissuto ne acquista tutte le forze vitali, le qualità, e in un certo senso ha vita nell’altro gemello, rendendolo più forte, speciale. Gli schiavi giunti dall’Africa nelle Americhe hanno portato con sé questa come molte altre simili credenze. Nel Sud degli Stati Uniti in particolare, tra la comunità degli schiavi tali superstizioni si sono perpetuate, spesso amalgamandosi con le diverse pratiche cristiane dando vita a forme sincretiche di religione. Tra i bianchi del Sud, malgrado che tali credenze siano state inevitabilmente considerate espressioni primitive di paganesimo, e quindi d’inferiorità, quest’apparato rappresentativo magico-simbolico di matrice africana della realtà ha assunto un certo significato, fino a diventare un elemento –o una sorta di frame of reference- del Sud stesso.
E’ probabile che l’8 gennaio del 1935 –più precisamente alle quattro del mattino– quando Elvis Aron Presley nacque dopo che –trentacinque minuti dopo, per continuare nella mitologia elvisiana- la madre, Gladys Presley, aveva dato alla luce un altro bambino nato morto, Jesse Presley, gemello di Elvis, qualcuno in famiglia abbia pensato a quella vecchia diceria africana. Quel che è certo, è che lo stesso Presley, nel corso della sua esistenza, farà molte volte riferimento al fatto, essendo fermamente convinto, come ebbe a dire in un’intervista del settembre del 1956, che “quando uno dei gemelli moriva, l’altro ereditava la forza di entrambi”.
La famiglia Presley, Gladys e Vernon, in quegli anni vivono a East Tupelo, Mississippi, cittadina reclamizzata nella WPA Guide to the Magnolia State come “forse il migliore esempio nel Mississippi di ciò che i commentatori contemporanei chiamano il Nuovo Sud”. In buona sostanza però, Tupelo era la casa di molti di quegli operai ‘poveri e bianchi’ e di quei mezzadri che potevano alimentare una visione di un’industria che sorgeva nel mezzo di un ambiente di tradizione agricola. Una società dai vincoli razziali ben definiti, dove bianchi e neri dividevano uno spazio definito secondo le regole che Jim Crow imponeva, ma dove, come in una descrizione faulkneriana –Tupelo dista poche miglia da Oxford-, bianchi e neri erano indissolubilmente legati allo stesso, speso tragico destino.
Nell’estate del 1946, la famiglia Presley lascia East Tupelo per trasferirsi in città. North Green Street è situata in un quartiere abbastanza rispettabile, ma abitato da gente di colore rispettabile. “Sebbene” ricorda Guralnick, “la casa affittata dai Presley fosse stata concepita come una delle due o tre case “bianche” della zona, essi si trovavano circondati da famiglie di colore, chiese frequentate da gente di colore, club sociali frequentati da gente di colore e scuole per alunni di colore”. Fu in questo contesto che Elvis, frequentava la settima classe, aveva iniziato a suonare la chitarra. La musica intorno al giovane Elvis era quanto di più vario si possa immaginare in virtù della racially mixed community di Tupelo. Se il gospel ascoltato durante i servizi religiosi della First Assembly of God Church costituirà una delle componenti irrinunciabili del futuro linguaggio musicale di Elvis –soprattutto in termini di voice addressing: non a caso Presley riconoscerà per tutta la sua carriera l’enorme debito musicale verso i Blackwood Brothers, un quartetto bianco di gospel assai popolari all’epoca nell’area-, il country, lo swing, il bluegrass, l’hillibilly, di artisti quali Ernst Tubb, Bill Monroe, Hank Snow, Jimmie Rodgers, Hank Williams, Red Foley, Bob Willis, trasmessi dalla stazione radio locale WELO, rappresenterà un elemento essenziale nell’alchimia di quello che sarà il rock’n’roll. C’era poi ovviamente la musica degli afroamericani, quella trasmessa dalle radio e quella che usciva dai locali per la gente di colore di Tupelo, come l’Elks Club, “dove magari un piccolo gruppo che aveva preso come modello Louis Jordan poteva suonare Ain’t Nobody Here But Us Chickens, o dove Jimmy Lunceford o Earl “Fatha” Hines potevano fermarsi a bere qualcosa dopo aver suonato a un ballo tenuto all’Armory, ai Fairgrounds, giù in centro”.
Per ragioni legate alla non cristallina condotta paterna – già nel 1937, Vernon era stato arrestato per emissioni di assegni falsi, nel 1948 era nuovamente incappato nella rete della legge questa volta per traffico illegale di alcolici- la famiglia Presley nel novembre del 1948 si trasferì a Memphis.
La città del Tennessee, importante nodo stradale e ferroviario, nel corso del Novecento è stata la capitale commerciale, economica e culturale del Midsouth, rappresentando un formidabile polo di attrazione per la gente di colore di una vasta aerea e tappa fondamentale negli spostamenti migratori verso le città industriali del Nord. In particolare, dagli anni Venti fino alla Depressione, ma anche successivamente nei primi anni Cinquanta, la celeberrima Beale Street costituiva il maggior punto di riferimento non solo del Delta ma della Black America, eclissando persino Harlem. Da un punto di vista strettamente musicale, Memphis, punto di riferimento urbano per il vicinissimo Delta, svolse pertanto un ruolo particolarmente significativo nell’evoluzione del blues. Quando Elvis giunse in città, la scena quanto mai stimolante era dominata da artisti del calibro di Howlin’ Wolf, BB King, Bobby Bland, Sonny Boy Williamson, solo per citarne alcuni.
“Cucinano, mangiano e dormono in un’unica stanza. Bagno in comune. Niente privacy. Hanno bisogno di una sistemazione migliore. Le persone da me intervistate sono la Signora Presley e il figlio. Un bravo ragazzo. Sembrano persone davvero a posto e meritevoli di essere aiutate. Si consiglia un alloggio in Lauerdale, se possibile, vicino al luogo di lavoro del marito”. Questo è il rapporto di un incaricato della Memphis Housing Authority in seguito alla richiesta di Vernon Presley al fine di ottenere un alloggio dalla pubblica amministrazione. Cosa che accadde: Elvis con la famiglia si sistemarono infatti nelle Lauerdale Courts, un complesso di case popolari nel pieno centro della città.
E’ a Memphis che la formazione dello stile elvisiano prende forma. Da un punto di vista musicale l’insieme delle radio della città formavano una specie di lampada di Aladino di stili e prospettive diverse. L’emittente WHBQ di Dewey Philips trasmetteva regolarmente gli hit degli artisiti neri più in voga al momento: da Booted di Rosco Gordon, a She Moves Me di Muddy Waters, da Lonesome Christmas di Lowell Fulson alla nuovissima Dust My Broom di Elmore James. Bastava cambiare stazione, passando alla WDIA, una radio definita “La Stazione Madre deu Negri”, per poter ascoltare BB King, Howling Wolf, Sonny Boy Williamson ed altri maestri del blues. Ogni sabato sera c’erano poi le trasmissioni del Grand Ole Opry. Ma è a Memphis che Elvis, vagabondando per Beale Street con la sua compagnia di amici, darà inizio a quella spettacolare operazione di racial crossing che lo renderà celebre. Innanzi tutto assumerà un look del tutto eterodosso: capelli scuriti, acconciati alla maniera degli afroamericani con abbondante uso di brillantina, basette tipiche dei camionisti, abiti dai colori elettrici acquistati in negozi come quello dei fratelli Lansky, in Beale Street, che rifornivano i più famosi cantanti artisti neri di blues e rhythm and blues. Questa graduale adozione di un “black style” avrebbe lasciato a dir poco interdetti molti. Come ricorderà James Blackwood, uno dei membri del celebre quartetto gospel, “Un sacco di persone erano spaventate da Elvis perché era così diverso dagli altri. Arrivava con i suoi capelli lunghi e le basette e quei pazzeschi abiti, e nessuno sapeva come prenderlo”. In un certo senso, Elvis stava materializzato quel white nigger che Norman Mailer avrebbe descritto nel famoso saggio del 1959.
In questo breve scritto Mailer aveva codificato “l’etica del rinnegato”, che combinava elementi bohemien alla delinquenza giovanile, alla lower-middle-class “average white”, all’hipster, il tutto permeato da una irresistibile attrazione per la cultura nera:

Sapendo che tutta la sua vita sarebbe stata una guerra, nient’altro che guerra, scriveva Mailer, il Negro difficilmente poteva concedersi le sofisticate inibizioni della civiltà, cosicché per sopravvivere egli manteneva integra l’arte della primitività, egli viveva in un presente ingigantito, egli si conservava per i vizi del sabato notte, abbandonando i piaceri della mente per i più obbligatori piaceri del corpo, e nella sua musica dava voce al carattere e alla qualità della sua esistenza, alla sua rabbia e alle infinite forme di gioia, lussuria, languore, rabbia, spasmo, presa, urlo e disperazione del suo orgasmo.
Un “urban male renegade”, alla Jemes Dean verrebbe da dire, un reietto autoemarginato che nella visione di Mailer incarnava una sorta di risposta esistenzialistica ad un periodo caratterizzato da un estremo conformismo sociale. Vivere pericolosamente al margine, significava pertanto liberarsi dalla gabbia di una cultura regimentata, i cui limiti razziali erano scandalosamente invalicabili.
Ma nell’analisi di questa riformulazione della whiteness confluivano altri elementi. Secondo il critico Eric Lott, Elvis sarebbe stato un esemplare continuatore di quella tradizione di blackface minstrelsy, -una forma di intrattenimento sviluppatasi del Nord degli Stati Uniti intorno alla metà dell’Ottocento- nella quale artisti bianchi si mascheravano da neri per assumerne, di fatto, le caratteristiche di virilità, una pratica di appropriazione razziale, che consentiva ad artisti bianchi di “diventare neri, di acquisire the cool, virility, humility, abandon, or gaité de couer che erano le essenziali componenti dell’ideologia bianchi rispetto alla mascolinità nera”.
“If I could find a white man who had the Negro sound and the Negro feel, I could make a million dollars”. Questa frase, forse la più citata nella storia del rock’n’roll appartiene, riportata in vario modo, a Sam Phillips, proprietario della Sun Records. Quando il diciottenne Elvis entrò per la prima volta al 706 di Union Street negli studi di registrazione della Sun era l’agosto del 1953. Elvis incise un hit pop del 1949, My Happiness, -quello che nelle sue intenzioni doveva essere un regalo per il compleanno della madre- Marion Keisker, la segretaria di Phillips, annotò sulla sua scheda personale: “Interessante. Buon cantante di ballate. Tenere a mente”. Sin dagli esordi, Sam Phillips, giovane intraprendente nativo di Florence, Alabama, con anni di esperienza nel campo radiofonico, aveva pensato di dar vita ad una casa discografica che potesse dare un’opportunità di incidere ad “alcuni dei migliori artisti di colore” del Mid South. Così, nei primi mesi del 1953, negli studi della Sun Records erano stati realizzati dischi di grande successo come Bear Cat di Rufus Thomas, Feelin’ Good di Junior Parker, e Just Walkin’ In the Rain dei Prisonaires. Quello che accadde nel luglio del 1954, più precisamente tra il 5 e il 6 luglio, negli studi della Sun, quando si incontrarono Elvis Presley, Scotty Moore, e Bill Black è storia. Con l’incisione di That’s All Right, un blues di Arthur “Big Boy” Crudup, si era prodotta quell’alchimia tra musica bianca e nera che Sam Phillips stava disperatamente cercando.
Quale fosse il debito di Elvis nei confronti della musica nera lo si deduce guardando al materiale, dieci pezzi in tutto, che Elvis incise per la Sun dal quel luglio 1954 fino all’agosto del 1955. Di questi ben cinque – That’s All Right, Milkcow Blues Boogie, Good Rockin’ Tonight, Mystery Train, Baby Let’s Play House, possono essere rubricati sotto la categoria di blues o rhythm and blues. Sarà lo stesso Presley, qualche anno dopo, a riconoscere la sua matrice musicale: “ La gente di colore lo ha cantato e suonato [il rock’n’roll] nella stessa maniera in cui io ora lo faccio, man, per più anni di quanto io ne possa sapere,” disse in un’intervista al Charlotte Observer nel 1956. “ Lo hanno suonato così nelle loro baracche e nei loro juke joints e nessuno se ne è accorto fino a quando l’ho sistemato io. L’ho preso da loro. Giù a Tupelo, Mississippi, ero solito ascoltare Arthur Crudup picchiare sulla sua chitarra nella maniera in cui ora io lo faccio e pensavo che se avessi avuto un posto dove potevo sentire tutto quello che il vecchio Arthur sentiva, sarei stato un musicista come nessun altro”.
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  #164  
Vecchio 26-12-2006, 09:08
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Il successo delle prime incisioni di Elvis fu scandaloso. Fu soprattutto l’impossibilità di connotare il suo stile, che trasgrediva ad ogni classificazione razziale, a sconcertare. Sam Phillips, nell’introdurre il suo artista a Horace Logan, organizzatore del Lousiana Hayride, una manifestazione dedicata essenzialmente ad un pubblico bianco amante della country music, per ottenere un’apparizione di Elvis, una dovette ribadire più volte che si trattava di un “white boy”, tanto spiazzante risultava in quel contesto la sua sonorità. Non tutti i critici sono concordi nel riconoscere però questa, per così dire, discendenza. Nelson George, un scholar nero, nel suo classico studio The Death of Rhythm and Blues, pur ammettendo che il giovane Presley “più di ogni altra stella del rock’n’roll arrivò vicino a catturare la esibita sessualità di molti artisti neri di R&B”, e ancora che la sua musica “aveva spaventato genitori e guardiani della segregazione razziale”, non ha il timore di affermare che Elvis, come la sua carriera adulta avrebbe dimostrato, fosse “un artista con limitate ambizioni musicali e nessuna reale dedizione a quello stile nero che lo avevano reso così pericoloso”.
Quello che rendeva veramente pericoloso Elvis in quegli anni non era in ogni caso solo la sua musica; era il modo in cui sul palco interpretava la musica, erano quelle “lascive contorsioni che eccitavano la folla”, come ebbe a dire in un rapporto il capo della polizia di Louisville, a sconcertare l’America benpensante e maccartista degli anni Cinquanta. Un uso del corpo –Elvis the Pelvis- tipico degli afroamericani, e per questo inaccettabile. Era un rifiuto di un intero fenomeno, il rock’n’roll, che accanto ad artisti bianchi quali Presley, all’interno del quale si vedevano primeggiare artisti neri quali, Chuck Berry, Little Richard, Fats Domino, Bo Diddley. Nel Sud segregazionista, in particolare, gli attacchi a quelli che venivano definiti “congo rhythms” o “jungle music” si fecero più virulenti. Il rock’n’roll, accanto alla storica decisione pronunciata il 17 maggio 1954 dal chief justice Earl Warren, comunemente ricordata come Brown vs. Board of Education of Topeka, Kansas, che dichiarava incostituzionale la separazione scolastica su base razziale – il famigerato principio “separate but equal”- , sembrarono essere due fattori che, nel promuovere l’integrazione razziale, avrebbero messo in moto un processo di dissoluzione morale della società americana.
Quand’è che Elvis diventò bianco?
Se si prende in considerazione la produzione di Presley dal momento dell’abbandono della Sun per la RCA (agosto 1955) fino alla sua partenza per il servizio militare in Germania (marzo1958 , il legame con la musica nera resta più che solido. In questo periodo, grazie anche e/o soprattutto a canzoni di artisti neri o da rese popolari da, quali I Got A Woman (Ray Charles); Money Honey (Drifters); My Babe Left Me e So Glad Yo’re Mine (Big Boy Crudup); Tutti Frutti (Little Richard); Lawdy, Miss Clawdy (Lloyd Price); Shake, Rattle and Roll (Big Joe Turner); Hound Dog (Big Mama Thorton); Don’t Be Cruel e All Shook Up (Otis Blackwell); I Need You So (Ivory Joe Hunter); One Night (Smiley Lewis), alle quali per altro andrebbero aggiunte quasi tutte le composizioni del duo Jerry Leiber e Mike Stoller, -due autori considerati in ragione della loro vena bluesy “white negroes” dal critico sopraricordato Nelson George - canzoni quali Jailhouse Rock, Treat Me nice, Baby I Don’t Care, King Creole, Elvis costruisce la sua regale leggenda.
Nel suo ritorno in sala d’incisione, (Elvis Is Back, 1960) la scelta delle canzoni è ancora fortemente black-oriented: c’è la classica versione di Fever, ancora di Otis Blackwell, il blues standard Reconsider Baby di Lowell Fulsom, o le bluesy songs quali Dirty, Dirty Feeling di Leiber e Stoller, A Mess of Blues di un altro leggendario duo di autori Doc Pomus e Mort Shuman.
Ma è proprio da questo momento che, tuttavia, Elvis “take off” la sua blackness seguendo una consolidata tradizione dell’entertainment tipica dei blackface performers: raggiungere il successo assumendo sembianze afroamericane per poi, una volta raggiunto il successo, abbandonarle e rientrare nei confini razziali di appartenenza. Così come molti altri che prima di lui avevano reso popolare la cultura afroamericana, Presley “aveva iniziato ai margini della whiteness” sottolinea David Roediger “ma col passar del tempo durante la sua carriera finì per controllare i confini razziali da una posizione razziale di maggiore controllo”. Ovviamente, principale artefice/colpevole di questo processo di igiene razziale dell’immagine di Elvis sarebbe secondo molti il suo manager, fac totum, il Colonello Tom Parker. E’ indubbio che il nuovo corso della carriera artistica di Elvis sotto l’egida di Parker sia stata segnata in questo senso: la ventina di film che Presley interpretò negli anni Sessanta sembrano essere una prova evidente del suo ingresso nel “white business”. Simbolicamente per altro, Parker aveva sancito il “crossing back” della linea del colore da parte di Elvis al ritorno del servizio militare con un’apparizione del suo protetto al Frank Sinatra Timex Show, mandato in onda il 12 maggio del 1960 dalla ABC. Qui Elvis, duettando con “The Voice”, paga il suo tributo al simbolo stesso della celebrità etnica bianca: quel Frank Sinistra i cui dischi venivano dati come premio per il concorso “Why I Hate Elvis”, e che aveva definito il rock’n’roll un genere “cantato, suonato e scritto per lo più da scimmiotti cretini”. Rinchiuso a Graceland, una mansion situata appropriatamente, si potrebbe dire, a Whitehaven nella suburbia di Memphis, Elvis andò via via perdendo tutti i contatti con quelle radici nere che avevano contraddistinto la sua musica, quel suono magicamente prodotto negli studi della Sun.
Sul finire degli anni sessanta, dopo un decennio passato ad interpretare una seria infinita di sciocchi film e incidere esangui canzoni, Elvis ebbe un sussulto. L’occasione gli fu fornita da quello che viene ricordato come The’68 Comeback Special, un programma trasmesso nel dicembre del 1968 dalla NBC. Si tratta di uno spettacolo di circa un’ora, dove numeri musicali in stile Broadway con balletti, coreografie, orchestrazione, si alternano a una performance “unplugged” che vede impegnato Elvis con i suoi vecchi parterns dei tempi della Sun, Scotty Moore e D.J. Fontana. In questa parte dello show Elvis rispolvera i vecchi classici con una verve e una carica a volta inaudita. Indossando una vestito di pelle nera, quasi a richiamare la “blackness” della sua musica, scherza con gli amici sugli esordi ormai lontani, –“quando abbiamo cominciato, nel 1912?” dice rivolgendosi a Scotty Moore- ribadisce una volta per tutte l’origine del rock’n’roll - “ci sono stati grandi cambiamenti nella musica, grandi miglioramenti(…) mi piacciono alcuni dei nuovi gruppi, i Beatles, i Byrds e altri ancora (…) ma la loro musica, il rock’n’roll è essenzialmente gospel e rhythm and blues e da essi è scaturita”. Per alcuni minuti Elvis si rituffa in un passato che ormai non gli appartiene più: aggredisce la chitarra con una furia inaudita, i movimenti del suo corpo –la sua celebre smorfia del labbro, l’ondeggiare sensuale delle anche- sono per una volta ancora quelli scandalosi del King of rock’n’roll, un re che da tempo ha lasciato il suo trono vuoto.
Tra le canzoni proposte c’è né una in questo senso particolarmente significativa, Baby, What You Want To Me Do, un blues del grande Jimmy Reed, che Elvis esegue per ben otto volte nei sei giorni di registrazione dello spettacolo. Questa canzone diventa una sorta di ossessione: Elvis ne sembra attratto irrimediabilmente, ripeterla più e più volta sembra essere un tentativo di esorcizzare quei demoni –blue devils- del passato che ancora si agitavano dentro di lui e mai lo avrebbero abbandonato.
Lo show si conclude con un brano, If I Can Dream, scritto per l’occasione da un autore nero Earl Brown. Composta alla vigilia di grandi tragedie americane, gli assassini di Robert Kennedy e Martin Luther King, Jr, la canzone è un accorato appello alla riconciliazione e alla pace, un richiamo alla fratellanza e alla comprensione universale. Elvis la canta con grande trasporto, in uno dei rari casi in cui egli non presta alcuna attenzione ai limiti formali. Ma ormai si è compiuto un processo irreversibile: indossando un abito candido, dopo aver tagliato il cordone ombelicale che legava ad un tempo, Elvis, come ci ricorda Eric Lott, sembra così definitivamente sancire “la necessaria soppressione della blackness in the making of American whiteness”.
Da questo momento Presley sarà quell’icona della cultura bianca americana che noi ben conosciamo: l’Elvis con i suoi abiti bianchi, fregiati dall’aquila americana, dei celebri concerti a Las Vegas o alle Hawaii, Elvis fotografato con il presidente Nixon, o con il segregazionista governatore dell’Alabama George Wallace, Elvis amministrato in maniera più che spregiudicata dal Colonnello Parker, autorecluso a Graceland, protetto dalla Memphis Mafia. Nelle registrazioni di questi anni, riaffiora d’ogni tanto nella scelta di alcuni canzoni, quella radice nera che così fortemente aveva marcato la sua produzione iniziale: così non possono essere dimenticati alcune straordinarie incisioni blues quali Tiger Man di Joe Hill Louis, My Babe di Little Walter, Merry Christmas, Baby, di Johnny Moore, Just A Little Bit, di Rosco Gordon, Stranger In My Hometown di Percy Mayfield, o ancora brani di Ivory Joe Hunter, uno degli autori neri preferiti da Elvis.
Recentemente lo storico Pete Daniel, riferendosi alla situazione del Sud degli Stati Uniti negli anni Cinquanta ha parlato di “lost revolutions”, proprio ad indicare come in quegli anni sia andata perduta una grande occasione per la società americana, soprattutto in riferimento all’integrazione razziale, e che la musica per un momento avesse potuto essere il veicolo per questo potenziale rivoluzionario cambiamento. Elvis fu uno degli attori di questa rivoluzione mancata: come altri non seppe trarre le estreme conseguenze da tale processo.
Forse, citando le celebri parole di Karl Marx, si può concludere dicendo che “gli uomini fanno la propria storia nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione”.
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  #165  
Vecchio 27-12-2006, 07:33
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22/12/06
La casa editrice propone per la prima volta i leggendari film in DVD del mitico "Re del rock'n'roll".
Campagna di comunicazione televisiva a supporto del lancio.


Milano, Dicembre 2006 - Edizioni Master S.p.A. , leader nel mercato editoriale della Digital Technology e Home Entertainment , amplia il proprio portafoglio prodotti lanciando in edicola la "Elvis Collection " , la collezione esclusiva dei leggendari film di "The King", il mitico Elvis Presley , per la prima volta in DVD Video. A partire dalla prima uscita, in edicola in questi giorni con il film "Viva Las Vegas" , il primo fascicolo e il poster di Elvis al prezzo speciale di 5,90 euro, i tantissimi fans del "Re del rock'n'roll" potranno, dunque, finalmente collezionare i capolavori del proprio idolo in versione restaurata e rimasterizzata in digitale. L'intera raccolta prevede 14 uscite complessive, con cadenza quindicinale .

Più che una collezione, un vero e proprio tributo ad un personaggio fondamentale nella storia del cinema e della musica americana . Atteggiamento da duro, occhi e sorriso magnetici, fascino da vendere, voce da sogno, una vita vissuta al massimo fino alla prematura morte nel 1977 ad appena 42 anni, per molti Elvis Presley è arte , per molti altri è cultura, per tutti è America. Con oltre un miliardo di dischi venduti in tutto il mondo , Elvis Presley ha venduto più di ogni altro artista nella storia dell'industria discografica mondiale. Ma il Re di Memphis non era solo uno straordinario cantante, era un artista a 360° gradi, capace di stravolgere e ridisegnare tutte le regole dello show-business. E come le sue canzoni, indimenticabili sono le sue interpretazioni cinematografiche , dalla commedia al musical, dal western al dramma. Grazie alla "Elvis Collection" sarà possibile rivivere tutte le emozioni di quei leggendari film nella purezza della qualità digitale: "Viva Las Vegas", "Fratelli Rivali-Love Me Tender", "Il delinquente del Rock & Roll", "L'Idolo di Acapulco", "Frankie e Johnny", "Stella di fuoco " e tanti altri. In ogni uscita i lettori troveranno, inoltre, un fascicolo cartaceo per conoscere la storia, i retroscena e tutte le curiosità dell'affascinante vita del Re del Rock'n'Roll.

Per il lancio della collezione dei film di Elvis Presley, il management aziendale ha strutturato, con la collaborazione di Vizeum Milano , una campagna di comunicazione televisiva a sostegno della prima e della seconda uscita , con l'acquisto di spazi pubblicitari da 15 secondi sulle maggiori emittenti nazionali , principalmente all'interno della programmazione preserale e di prime time. La raccolta è pubblicizzata, inoltre, su tutte le testate del Gruppo Edizioni Master e attraverso attività 'below the line' nei punti vendita di tutta Italia.


http://edizionimaster.it/rassegnasta...240&lingua=ita
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  #166  
Vecchio 27-12-2006, 08:20
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Finalmente un articolo italiano degno di Elvis !!!!!!!!!!!!!




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  #167  
Vecchio 27-12-2006, 08:46
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Infatti!!! Attendo con molta ansia la neve...
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  #168  
Vecchio 27-12-2006, 09:42
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Ho un solo rammarico e cioè che ne faranno uscire solo 14.

Mi piacerebbe includessero anche Charro e Follow That Dream che non so come reperire.

Che ne dire se scriviamo tutti alla Master per ringraziare e fare anche le nostre richieste?
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  #169  
Vecchio 27-12-2006, 15:55
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Per me andrebbe bene...! Voi altri che ne dite?
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  #170  
Vecchio 27-12-2006, 16:43
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Come scritto qui http://www.grazielvis.it/forum/showt...4975#post24975 , io l'ho già fatto, ma mi unisco, molto volentieri, ad una petizione comune
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  #171  
Vecchio 28-12-2006, 08:57
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Come scritto qui http://www.grazielvis.it/forum/showt...4975#post24975 , io l'ho già fatto, ma mi unisco, molto volentieri, ad una petizione comune
Credo proprio che oggi lo farò anch'io, tu hai scritto a questo indirizzo, contact@edmaster.it, giusto?
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  #172  
Vecchio 28-12-2006, 09:02
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Esatto..... quello che ho trovato sul libricino allegat al DVD!!

Secondo me più siamo e meglio siamo !!!
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  #173  
Vecchio 28-12-2006, 12:13
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Ok perfetto, grazie!
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  #174  
Vecchio 30-12-2006, 06:50
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Elvis Presley è sempre il re (dei francobolli)

Si sa che Elvis Presley è il King, ma è il re anche tra i collezionisti statunitensi di francobolli. Il Postal Service degli USA ha reso noto il risultato di un'inchiesta svolta in 10.000 nuclei famigliari degli Stati Uniti e volta a stabilire chi sia il personaggio più popolare tra quelli la cui immagine è servita da francobollo. E il King regna. La serie del 1993 con Elvis è infatti stata acquistata in 124 milioni di esemplari e si ritrova al numero uno di questa particolare lista. I filatelici hanno poi posto al numero due, con oltre 87 milioni di pezzi, la serie Meraviglie d'America; in terza posizione la serie Fiori Selvatici, con 76 milioni. La serie Rock & Roll/Rhythm & Blues è quarta ma veramente ad una incollatura (è il caso di dirlo) dalla terza posizione: solamente 200.000 unità dividono i Fiori Selvatici dalla serie musicale. In Top 10, per la cronaca, anche le serie dedicate ai supereroi, agli insetti, a Walt Disney, alle leggende del baseball ed a Marilyn Monroe.
(29 dic 20006)
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  #175  
Vecchio 02-01-2007, 22:00
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Per coloro che vivono a Bologna e dintorni

Elvis' day - Keep on Rockin’
Festa di compleanno del mitico Elvis
Domenica 07 gennaio 2007 - ore 18:30 - Mercati Generali


Domenica 7 gennaio 2007 Renny Zapato e l’Associazione Culturale MIAbox sono lieti di presentare la festa Buon Compleanno Elvis.
Si esibiranno sul palco: Adel’s, Perry from Bologna, Greg (Iene) from Roma, Lara Luppi (vocalist “Jumpin’ Shoes”) from Bologna, Brando, Blasco, François (vocalist “Coccinelle”), Appaloosa Victor.
Con la partecipazione speciale di Dario Salvatori, Direttore artistico “Radioscrigno” RAI.
Ingresso a partire dalle ore 18,30.

Blasco Small Combo inaugurerà la serata con il cocktail di benvenuto.

Durante la serata Hot Food Rock’n’Roll – American Hot dogs delle canzoni di Elvis, esibizione di gigantografie inedite di Elvis Presley e proiezione di video.
Ingresso + cocktail/aperitivo di benvenuto euro 10
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  #176  
Vecchio 02-01-2007, 22:43
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Elvis' day - Keep on Rockin’
Festa di compleanno del mitico Elvis
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Domenica 7 gennaio 2007 Renny Zapato e l’Associazione Culturale MIAbox sono lieti di presentare la festa Buon Compleanno Elvis.
Si esibiranno sul palco: Adel’s, Perry from Bologna, Greg (Iene) from Roma, Lara Luppi (vocalist “Jumpin’ Shoes”) from Bologna, Brando, Blasco, François (vocalist “Coccinelle”), Appaloosa Victor.
Con la partecipazione speciale di Dario Salvatori, Direttore artistico “Radioscrigno” RAI.
Ingresso a partire dalle ore 18,30.

Blasco Small Combo inaugurerà la serata con il cocktail di benvenuto.

Durante la serata Hot Food Rock’n’Roll – American Hot dogs delle canzoni di Elvis, esibizione di gigantografie inedite di Elvis Presley e proiezione di video.
Ingresso + cocktail/aperitivo di benvenuto euro 10

Bologna,
ARRIVO!!

Ci sono Perry e Lara, i migliori: non posso mancare.
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  #177  
Vecchio 02-01-2007, 23:05
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Ehm.. brutte notizie..
i "mercati generali" non sono a Bologna ma a Catania.
Infatti pensavo: "...'sto navigatore mi fa impazzire... perchè la statale 417 mi dice che è a Catania?!" poi sono andata sul sito di Perry, ho trovato il collegamento al sito http://www.mercatigenerali.org/index.php e mi son messa a piangere..
Il navigatore ha ragione, mi costa dirlo ma è così.. argh!
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  #178  
Vecchio 05-01-2007, 08:06
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c'è anche questo tra i memorabilia...



First Movie - Love Me Tender, November 1956 - The movie premieres and becomes a smash hit the world over, becoming the basis of Elvis’ movie career that would amass 30 more films. Choose one or all of these Elvis Presley 50th Anniversary collectibles. Each lighter is limited to 2,000 consecutively numbered pieces and packaged in a distinctive, consecutively numbered shadowbox, suitable for self-display.
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  #179  
Vecchio 08-01-2007, 08:58
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22/2/2005

Figli d'arte, Elvis Jr. in Italia

Concerto in Molise il 27 febbraio


Indosserà l'abito che suo padre utilizzò per l'ultimo concerto e si cimenterà in alcuni brani cult di "the king", da "Love me tender" a "In the ghetto". Molti fan di Elvis sono già in fibrillazione anche se a esibirsi nella cittadina di Miranda, in provincia di Isernia, sarà soltanto il figlio del mito: Elvis Aaron Presley. Lo show è previsto per il 27 febbraio presso il palazzetto dello sport locale.


Elvis Aaron Presley Jr tiene ormai da anni concerti in tutto il mondo, partecipa a tutte le aste che riguardano il padre e possiede sette auto di Elvis. Evidentemente non soffre del complesso da "figlio d'arte", anzi, ha capito come far fruttare l'invidiata parentela.

Aaron, figlio illegittimo di Presley, ha ricevuto legalmente il suo nome dalla Corte Federale degli Stati Uniti dopo che, la stessa Corte aveva acquisito una serie di documenti tra cui il testamento del cantante, l'esame del Dna e alcune testimonianze giurate.

Per questo che sarà l'unico concerto italiano di Presley Jr. Miranda si trasformerà in una piccola Graceland. Nel piccolo centro montano Aaron interpreterà i successi immortali di Elvis sfoggiando l'abito indossato dal padre durante i concerti storici.

I fan di "the king" si sono già mobilitati per prenotare i biglietti: "Questo - hanno commentato gli organizzatori - ci dà la certezza che sarà un grande evento. Sicuramente non saranno poche le difficoltà per raggiungere Miranda, non è escluso che ai fan dell'immortale Elvis invieremo delle cartine per raggiungere più facilmente Miranda".


mo questo ki è?????
ecco una sua foto...
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  #180  
Vecchio 08-01-2007, 10:06
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L'articolo è del 2005 e se ne è parlato anche qui.

Sinceramente non vedo nessuna somiglianza con Elvis, piuttosto è più simile ad un suo impersonator.?

Se è vero che è stato provato essere figlio di Elvis, come mai Lisa Marie non divide l'eredità?
Era previsto nel testamento di Elvis.

Per me non è vero, che sia figlio di Elvis Presley !!!!
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  #181  
Vecchio 08-01-2007, 10:19
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nn c vedo un briciolo di elvis in lui....scusate!
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  #182  
Vecchio 08-01-2007, 10:24
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farebbe meglio anche lo fosse a cambiarsi......
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  #183  
Vecchio 10-01-2007, 12:25
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Scusate ragazzi se con ritardo porto i saluti da parte di Perry di Bologna:
Domenica sera, sono andato all'Elvis day catanese, mi aspettavo di meglio riguardo l'organizzazione (tipo stand ecc.), c'era solo un pò di proiezione del comeback, due cadillac all'entrata, ma al momento che i musicisti hanno iniziato a suonare ho apprezzato tantissimo le loro capacità, molto molto bravi, tra tutti il chitarrista degli Adel's, Geraci, Blasco bravissimo al contrabbasso e Perry di Bologna, eccezionale,l'ho conosciuto, un ragazzo davvero umile e bravissimo al piano, mi trovavo proprio accanto a lui mentre suonava, parlandogli del fan club ha voluto mandare i suoi saluti.
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  #184  
Vecchio 10-01-2007, 13:59
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Grande Perry!!!!
Lo conosco bene anch'io
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  #185  
Vecchio 11-01-2007, 08:56
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Da La Repubblica.

In mostra le foto che ritraggono la star e l'allora presidente Usa durante un incontro alla Casa Bianca, nel dicembre del 1970

Elvis e Nixon, la strana coppia
un cult la loro stretta di mano


Presley aveva scritto una lettera alla Casa Bianca, voleva contribuire alla lotta contro le droghe e i comunisti



La stretta di mano fra Elvis e Nixon

DA un parte l'icona planetaria del rock'n'roll, mito immortale e fra i più chiacchierati della storia della musica e della cultura pop. Dall'altra, uno dei presidenti più discussi e contestati della storia degli Stati Uniti. Un incontro durato circa mezzora, alla Casa Bianca. Gli elementi per farne una circostanza-cult ci sono tutti, se non fosse per l'improbabilità dei personaggi. Elvis Presley e Richard Nixon, insieme nella Stanza Ovale della Casa Bianca. Eppure è successo. Era il 21 dicembre del 1970, una stretta di mano testimoniata dal bianco e nero dell'epoca che la "Richard Nixon Presidential Library & Birthplace", a Yorba Linda, in California, ha deciso di mostrare al pubblico in occasione di quello che sarebbe stato il 72esimo compleanno di The King, l'8 gennaio. Ma se l'accoppiata può apparire bizzarra, ancor di più lo è il motivo che la originò.

Elvis aveva scritto una lettera al presidente degli Stati Uniti, chiedendo in che modo avrebbe potuto contribuire alla battaglia contro la diffusione delle droghe, e nella quale vantava credenziali che - secondo lui - avrebbero potuto fargli rivestire il ruolo di agente federale. "Ho studiato a fondo il tema dell'abuso di droghe - scriveva il cantante - e le tecniche di lavaggio del cervello adottate dai comunisti, e credo di essere a buon punto per poter fare qualcosa di buono".

Con quella lettera in mano, a bordo di una lunga limousine, con indosso una giacca di velluto nero, due medaglioni al collo, un orologio d'oro e gli occhiali scuri, Presley si presentò alla Casa Bianca. I servizi segreti lo fecero parlare con Egil Krogh, figura importante dell'amministrazione Bush e molto vicino al presidente, infatti anche lui finirà in galera con l'esplosione del Watergate. A onor del vero, Krogh, fan confesso di Elvis, fu molto felice di incontrarlo. Quello gli espose i suoi buoni propositi, e al consulente di Nixon parve in buona fede.

Due ore e mezza dopo, la rockstar entrò nella Sala Ovale. "E si gelò - racconta oggi Krogh all'Associated Press - probabilmente perché si rese conto di dove era finito. Io lo accompagnai alla scrivania, dove Nixon lo stava aspettando". The King e The President parlarono per circa mezzora, durante la quale Presley mostrò al presidente americano alcune foto di sua figlia, e i tesserini di varie forze di polizia del Paese, e chiese se poteva averne uno del US Bureau of Narcotic and Dangerous Drugs. Nixon glielo concesse, non prima però di aver girato la richiesta anche al capo della Narcotici.

Presley chiese ufficialmente che quell'incontro rimanesse segreto. Ci riuscì per un anno, poi il Washington Post tirò fuori la storia, il 27 gennaio del 1972. Da allora, la Nixon Library ha fatto di quell'incontro uno spunto di business: t-shirt, tazze da tè, bloc-notes, orologi e la foto della stretta di mano, che a tutt'oggi resta la più venduta allo shopping del museo.

(10 gennaio 2007)
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  #186  
Vecchio 11-01-2007, 13:24
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Su questo non la penso come il Re!
Secondo me incontrare quel folle di Nixon è stato un errore...
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  #187  
Vecchio 11-01-2007, 13:36
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Su questo non la penso come il Re!
Secondo me incontrare quel folle di Nixon è stato un errore...
Credo che Elvis sarebbe andato alla Casa Bianca, chiunque fosse stato il Presidente degli Stati Uniti.... aveva uno spirito molto patriottico

Inoltre il suo obiettivo era avere il distintivo della narcotici, quindi ha mirato all'obiettivo.

Forse (e magari dico una bestialità) è più servito a Nixon incontrare Elvis, per rivalutarsi agli occhi degli americani
Rispondi Citando
  #188  
Vecchio 11-01-2007, 14:18
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Forse (e magari dico una bestialità) è più servito a Nixon incontrare Elvis, per rivalutarsi agli occhi degli americani
Già, secondo me è proprio così!
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  #189  
Vecchio 12-01-2007, 07:33
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fa parte della personalità di elvis questo gesto,naturalmente qualcosa di assolutamente mitico!!!!!!
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  #190  
Vecchio 12-01-2007, 15:43
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12/1/2007

I capelli più belli?Quelli di Elvis

Lo ha decretato un sondaggio

Come dimenticare il movimento del bacino e il ritmo forsennato del rock 'n roll di Elvis Presley. Ma è anche grazie al suo ciuffo che è diventato un aicona della musica mondiale. Un sondaggio pubblicato dal Sun l'ha eletto "miglior acconciatura di sempre". Forse non tutti lo sanno ma Elvis era biondo e si è tinto di nero negli anni '20. E tra gli italiani? Non mancano gli esempi di capigliature famose: da Moira Orfei a Raffaella Carrà.
Al secondo posto del sondaggio inglese non poteva mancare la procace Marilyn Monroe, seguita dalla raffinatissima Audrey Hepburn, che con "Colazione da Tiffany" ha dettato lo stile nel mondo del cinema degli anni '60. Quarto posto per la compianta Principessa Diana e i suoi capelli corti. Infine il leggendario Bob Marley e la sua acconciatura "rasta".

In Italia non possiamo non pensare ai capelli di Moira Orfei (vero nome Miranda Orfei). La sua immagine coi capelli raccolti come un turbante le fu consigliata dal produttore cinematografico Dino De Laurentiis, che le suggerì anche di cambiare nome. Raffaella Carrà con il suo caschetto biondo è diventata una icona della televisione italiana, immutata nel tempo. E poi ancora il biondo accecante di Ivana Spagna, con la capigliatura aggressiva e provocante che ne fece un idolo degli anni '80 sulla scia dei successi "Easy Lady" e "Jealousy".

E ancora Little Tony che si è dichiaratamente ispirato al look di Elvis Presley. Il rosso fulvo di Rita Pavone, i capelli morbidi e setosi dal look elegante di Sofia Loren. Infine due mostri della musica italiana come Lucio Dalla che spesso si è tinto i capelli, anche di biondo e Renato Zero che dallo stile aggressivo degli inizi carriera è passato a un taglio sobrio.

http://www.tgcom.mediaset.it/spettac...lo343888.shtml
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  #191  
Vecchio 12-01-2007, 15:46
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Forse non tutti lo sanno ma Elvis era biondo e si è tinto di nero negli anni '20.
Forse non tutti lo sanno?? Grazie al cielo non tutti lo sanno!!! Negli anni '20 Elvis non era ancora nato!!!
L'Italia non si smentisce MAI! Ignoranti!!!

Ultima Modifica di Clint Reno : 12-01-2007 15:51
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  #192  
Vecchio 12-01-2007, 16:27
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Sì, effettivamente anch'io sono rimasta un po' lì quando ho letto "..negli anni '20".
Oh, negli anni '20 cominciano a diffondersi le prime radio, tra l'altro molto ingombranti ma di prezzo relativamente contenuto..

(e si balla il fox trot, che è papà del lindy, che è papà del boogie, che a sua volta è papà del rock)
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  #193  
Vecchio 12-01-2007, 18:10
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Forse non tutti lo sanno ma Elvis era biondo e si è tinto di nero negli anni '20.



E' vero che sbaglio anche io le date , ma almeno non scrivo sulle testate giornalistiche!!!!!!
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  #194  
Vecchio 12-01-2007, 20:02
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E' vero che sbaglio anche io le date , ma almeno non scrivo sulle testate giornalistiche!!!!!!
Ahah... tu sei un'esperta, altro che sbagliare date!
Io dico che i giornalisti del TGcom dovrebbero informarsi bene prima di scrivere cretinate simili, è il loro lavoro!
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  #195  
Vecchio 14-01-2007, 16:31
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All'asta quest'anno la collezione di Elvis avuta rubando 4 tonnellate di monete

Qualcuno forse ricorderà la curiosa notizia pubblicata da Rockol un anno fa. Lo scorso 12 gennaio si riportava che Julie Wall, una 46enne impiegata britannica ossessionata da Elvis Presley, era stata scoperta ed incriminata per aver illegalmente sottratto alle casse che doveva controllare, per conto di un ente pubblico, una somma pari a 879.000 euro. La cifra era stata rubata dalla Wall in forma bizzarra: la donna, che "prelevava" gli spiccioli per la sua insana mania dai depositi di otto parcheggi comunali a Sleaford, Lincolnshire, aveva fatto sparire nel corso degli anni ben 4 tonnellate di monete. L'impiegata, alla fine della giornata lavorativa, usciva sempre dall'ufficio con due sacchetti del supermarket rigonfi; i colleghi pensavano che fosse la spesa che effettuava durante l'intervallo per il pranzo, invece i sacchetti erano pieni di spiccioli che le servivano per comprare in modo spasmodico souvenir del King.
Giunge ora notizia che il Crown Prosecution Service, dopo aver effettivamente stabilito che la collezione della Wall ha un valore di circa 800.000 euro, ha deciso di vendere tutto all'asta. Gary Balch, direttore dell'unità di confisca, ha riferito che, tra i numerosissimi "memorabilia" di Presley ammassati dalla donna, figura anche un raro vinile giapponese di "Love me tender" che è stato valutato attorno alle 3000 sterline, circa 4400 euro. Ad organizzare l'asta, o forse due aste, sarà la Bamfords Auctioneers & Valuers del Derbyshire, che potrebbe "approfittare" del trentesimo anniversario della scomparsa del King, nel prossimo agosto, per mettere in piedi l'evento.
(13 gen 2007)
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  #196  
Vecchio 14-01-2007, 16:42
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fantastica nel suo genere!!!!!!




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All'asta quest'anno la collezione di Elvis avuta rubando 4 tonnellate di monete

Qualcuno forse ricorderà la curiosa notizia pubblicata da Rockol un anno fa. Lo scorso 12 gennaio si riportava che Julie Wall, una 46enne impiegata britannica ossessionata da Elvis Presley, era stata scoperta ed incriminata per aver illegalmente sottratto alle casse che doveva controllare, per conto di un ente pubblico, una somma pari a 879.000 euro. La cifra era stata rubata dalla Wall in forma bizzarra: la donna, che "prelevava" gli spiccioli per la sua insana mania dai depositi di otto parcheggi comunali a Sleaford, Lincolnshire, aveva fatto sparire nel corso degli anni ben 4 tonnellate di monete. L'impiegata, alla fine della giornata lavorativa, usciva sempre dall'ufficio con due sacchetti del supermarket rigonfi; i colleghi pensavano che fosse la spesa che effettuava durante l'intervallo per il pranzo, invece i sacchetti erano pieni di spiccioli che le servivano per comprare in modo spasmodico souvenir del King.
Giunge ora notizia che il Crown Prosecution Service, dopo aver effettivamente stabilito che la collezione della Wall ha un valore di circa 800.000 euro, ha deciso di vendere tutto all'asta. Gary Balch, direttore dell'unità di confisca, ha riferito che, tra i numerosissimi "memorabilia" di Presley ammassati dalla donna, figura anche un raro vinile giapponese di "Love me tender" che è stato valutato attorno alle 3000 sterline, circa 4400 euro. Ad organizzare l'asta, o forse due aste, sarà la Bamfords Auctioneers & Valuers del Derbyshire, che potrebbe "approfittare" del trentesimo anniversario della scomparsa del King, nel prossimo agosto, per mettere in piedi l'evento.

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  #197  
Vecchio 14-01-2007, 18:50
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All'asta quest'anno la collezione di Elvis avuta rubando 4 tonnellate di monete

Qualcuno forse ricorderà la curiosa notizia pubblicata da Rockol un anno fa. Lo scorso 12 gennaio si riportava che Julie Wall, una 46enne impiegata britannica ossessionata da Elvis Presley, era stata scoperta ed incriminata per aver illegalmente sottratto alle casse che doveva controllare, per conto di un ente pubblico, una somma pari a 879.000 euro. La cifra era stata rubata dalla Wall in forma bizzarra: la donna, che "prelevava" gli spiccioli per la sua insana mania dai depositi di otto parcheggi comunali a Sleaford, Lincolnshire, aveva fatto sparire nel corso degli anni ben 4 tonnellate di monete. L'impiegata, alla fine della giornata lavorativa, usciva sempre dall'ufficio con due sacchetti del supermarket rigonfi; i colleghi pensavano che fosse la spesa che effettuava durante l'intervallo per il pranzo, invece i sacchetti erano pieni di spiccioli che le servivano per comprare in modo spasmodico souvenir del King.
Giunge ora notizia che il Crown Prosecution Service, dopo aver effettivamente stabilito che la collezione della Wall ha un valore di circa 800.000 euro, ha deciso di vendere tutto all'asta. Gary Balch, direttore dell'unità di confisca, ha riferito che, tra i numerosissimi "memorabilia" di Presley ammassati dalla donna, figura anche un raro vinile giapponese di "Love me tender" che è stato valutato attorno alle 3000 sterline, circa 4400 euro. Ad organizzare l'asta, o forse due aste, sarà la Bamfords Auctioneers & Valuers del Derbyshire, che potrebbe "approfittare" del trentesimo anniversario della scomparsa del King, nel prossimo agosto, per mettere in piedi l'evento.
(13 gen 2007)


incredibbbbile..
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  #198  
Vecchio 16-01-2007, 17:05
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Un articolo degno di nota!!!


«VIA MUCCIOLI? MEGLIO VIA PRESLEY»

Tratto dal "Corriere della sera" del 15 gennaio 2007, p.21

di Francesco Battistini


«Quante vite ha salvato Elvis Presley?». Andrea Muccioli non se la ricorda Walk a mile in my shoes: cammina un miglio nelle mie scarpe, cantava The Pelvis, mettiti nei miei panni solo un'ora, prima di criticarmi o d'insultarmi. O d'ignorarmi: «Io non ho mica niente contro Elvis, eh? Però è un fatto che non c'è riminese nella storia di Rimini che abbia salvato più riminesi di mio padre. Obiettivamente: è più eroe lui o Elvis Presley?».


Camminando anche meno d'un miglio per il centro di Rimini, il figlio di Vincenzo Muccioli potrà presto incrociare i nuovi luoghi che la giunta del centrosinistra ha deciso d'intitolare: via Elvis Presley, parco Giovanni Paolo II, viale Musatti e poi una sfilza di felliniani largo Otto e Mezzo e vicolo Dolce Vita... Muccioli, niente. Ignorato. A undici anni dalla morte, nella sua città natale il fondatore di San Patrignano è un signor nessuno. Non bastano i ventimila ospitati in ventinove anni nella più grande comunità d'Europa, né il 72 per cento di tossici recuperati e restituiti a una vita, né le venti città che a «papà Sanpa» hanno già dedicato indirizzi e statue: da Milano a Bologna, da Roma a Verona, da Foggia a Sanremo, da Pescara a Catania, da Parma alla vicina Riccione...

Non conta che i vigneti e le scuderie siano diventati un modello imitato nel mondo e da dieci anni stiano nel libro delle consulenze Onu. A Rimini, una via Vincenzo Muccioli Filantropo fa rabbrividire chi non dimentica le polemiche sui metodi duri, il processo per l'omicidio del tossicodipendente napoletano Roberto Maranzano, le denunce per le violenze e i suicidi. C'è da sempre il niet della sinistra radicale. Il sindaco della Margherita, Alberto Ravaioli, capisce e s'adegua: «Nessun veto politico — è la sua spiegazione un po' vaga —. Il tema è dibattuto, sarà il tempo a risolverlo. Personalmente, non m'appassiona e spero che non crei fossati. Preferisco occuparmi di cose più concrete: i rapporti con la comunità sulle problematiche sanitarie, l'inserimento nelle attività lavorative...».


C'è sempre una strada che fa storia, a Rimini. Che sia quella di Zampanò o delle stragi del sabato sera o dei ragazzi che Muccioli ha strappato alla droga. Anche il nome San Patrignano nasce da una strada, era il primo indirizzo della comunità nella frazione di Coriano, ed è su una strada che torna a dividere. È partita una petizione online, più di 1.500 nomi raccolti, grandi e piccole firme a protestare contro l'amnesia di Rimini: il comico Paolo Cevoli, la ciellina Emilia Smurro, Mimmo Paladino, i registi Julian Schnabel e Luciano Mannuzzi, i milanisti Costacurta e Maldini con le mogli Martina Colombari e Adriana, il centauro Dovizioso, il tennista Volandri, il nuotatore Magnini, Ombretta Colli, l'ex delfino craxiano Luca Josi, Micol Sabbadini dei celebri rampolli di Milano Young... Sta anche per nascere un comitato internazionale, mobilitazione tipo quella che Montanelli scatenò al «processo delle catene», 1984, quando Muccioli fu assolto dall'accusa di torturare i tossici.

«Con quel che abbiamo passato — spiega Andrea —, l'ostinazione del sindaco farebbe sorridere mio padre. Ravaioli aveva già promesso la via Muccioli otto anni fa. Ma siccome non è un coraggioso, mi chiese di raccogliere mille firme a sostegno. Gliene raccolsi quindicimila! Adesso è ostaggio di Rifondazione, che non so perché ce l'ha con noi. E s'è rimangiato la parola». Tace e per opportunità non firma Letizia Moratti, sindaco di Milano e storica sponsor di Sanpa, ma c'è chi parla d'una telefonata solidale: «È una goccia che scava la roccia e qualcosa si muoverà», promette Muccioli junior. Che questa, almeno questa di Elvis dovrebbe saperla: to right the rightable wrong, riparare il riparabile errore



http://www.antiproibizionisti.it/notizia.asp?n=5762
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  #199  
Vecchio 17-01-2007, 12:35
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No so se è gia stato postato ma in questo articolo preso da InterneT riguarda anche Elvis, si tratta di un film di prossima uscita intitolato "Hound Dog".
Scandalosa DakotaPolemiche sull'interpretazione dell'attrice dodicenne in Hound Dog che debutterà al Sundance Festival, in cui è vittima di stupro e viene spesso ripresa in scene di nudo
Ha solo dodici anni ma Dakota Fanning è già un’attrice con un curriculum di tutto rispetto alle spalle. Il debutto a soli 7 anni, nel 2001 a fianco di Sean Penn in Mi chiamo Sam, grazie al quale è diventata la più giovane attrice nominata per lo Screen Actors Guild Award e si è aggiudicata il premio riservato a giovani attori dalla Broadcast Film Critics Association. Poi le esperienze accanto a Denzel Washingotn (Man of fire), Tom Cruise ( La guerra dei mondi) e Robert de Niro (Nascosto nel buio).
In questi giorni la baby attrice sta facendo parlare parecchio di sé. La sua interpretazione nel film Hound dog, scritto e diretto da Deborah Kampmeier, che debutterà il 22 gennaio al Sundance Film Festival, è infatti bersaglio delle polemiche dei cattolici estremisti perché affronta uno dei maggiori tabù hollywoodiani: la violenza su minori. Il suo personaggio nel film - storia dark di abusi e violenze nel sud rurale degli Stai Uniti - è infatti vittima di uno stupro e l’attrice compare in diverse scene nuda o con un solo paio di mutandine addosso.
La madre di Dakota, Joy, e la sua agente Cindy Osbrink, sono state accusate di sfruttamento. Eppure le sue donne sono convinte che proprio questa interpretazione così dura potrebbe far vincere alla giovane attrice il suo primo Oscar. «Non sono mai stata così orgogliosa di lei - dice la Osbrink - l’ho vista in alcuni spezzoni ed è sempre più brava».

E Robin Wright Penn, interprete e produttroce della pellicola, aggiunge: «Il soggetto e il tema trattati sono molto forti. Ma io sono rimasta affascinata dalla sceneggiatura perchè, stupro a parte, è una storia sui rapporti e la comprensione umana e su una giovane ragazza che pur non avendo avuto fortuna nella vita, trova la propria salvezza nella musica di Elvis Presley e riesce a sopravvivere».
Queste polemiche ricordano un po’ quelle che accompagnarono le interpretazioni di Brooke Shield e Jodie Foster, baby prostitute rispettivamente in Pretty baby (a 13 anni nel 197 e Taxi Driver ( a 14 anni nel 1976). Ma evidentemente, considerata la carriera di successo di entrambe le attrici e la loro “longevità” nello star system hollywoodiano, la mamma di Dakota e la sua agente ci hanno visto lungo. (Libero News)

Che ne dite? Si addice con la canzone di Elvis. Un argomento un pò forte Quello delo stupro.
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  #200  
Vecchio 17-01-2007, 13:05
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No so se è gia stato postato ma in questo articolo preso da InterneT riguarda anche Elvis, si tratta di un film di prossima uscita intitolato "Hound Dog".
Scandalosa DakotaPolemiche sull'interpretazione dell'attrice dodicenne in Hound Dog che debutterà al Sundance Festival, in cui è vittima di stupro e viene spesso ripresa in scene di nudo
Ha solo dodici anni ma Dakota Fanning è già un’attrice con un curriculum di tutto rispetto alle spalle. Il debutto a soli 7 anni, nel 2001 a fianco di Sean Penn in Mi chiamo Sam, grazie al quale è diventata la più giovane attrice nominata per lo Screen Actors Guild Award e si è aggiudicata il premio riservato a giovani attori dalla Broadcast Film Critics Association. Poi le esperienze accanto a Denzel Washingotn (Man of fire), Tom Cruise ( La guerra dei mondi) e Robert de Niro (Nascosto nel buio).
In questi giorni la baby attrice sta facendo parlare parecchio di sé. La sua interpretazione nel film Hound dog, scritto e diretto da Deborah Kampmeier, che debutterà il 22 gennaio al Sundance Film Festival, è infatti bersaglio delle polemiche dei cattolici estremisti perché affronta uno dei maggiori tabù hollywoodiani: la violenza su minori. Il suo personaggio nel film - storia dark di abusi e violenze nel sud rurale degli Stai Uniti - è infatti vittima di uno stupro e l’attrice compare in diverse scene nuda o con un solo paio di mutandine addosso.
La madre di Dakota, Joy, e la sua agente Cindy Osbrink, sono state accusate di sfruttamento. Eppure le sue donne sono convinte che proprio questa interpretazione così dura potrebbe far vincere alla giovane attrice il suo primo Oscar. «Non sono mai stata così orgogliosa di lei - dice la Osbrink - l’ho vista in alcuni spezzoni ed è sempre più brava».

E Robin Wright Penn, interprete e produttroce della pellicola, aggiunge: «Il soggetto e il tema trattati sono molto forti. Ma io sono rimasta affascinata dalla sceneggiatura perchè, stupro a parte, è una storia sui rapporti e la comprensione umana e su una giovane ragazza che pur non avendo avuto fortuna nella vita, trova la propria salvezza nella musica di Elvis Presley e riesce a sopravvivere».
Queste polemiche ricordano un po’ quelle che accompagnarono le interpretazioni di Brooke Shield e Jodie Foster, baby prostitute rispettivamente in Pretty baby (a 13 anni nel 197 e Taxi Driver ( a 14 anni nel 1976). Ma evidentemente, considerata la carriera di successo di entrambe le attrici e la loro “longevità” nello star system hollywoodiano, la mamma di Dakota e la sua agente ci hanno visto lungo. (Libero News)

Che ne dite? Si addice con la canzone di Elvis. Un argomento un pò forte Quello delo stupro.
Mi risultava che avessero sospeso le riprese, per mancanza di fondi ?
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  #201  
Vecchio 17-01-2007, 13:14
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Come dico io l'ho visto adesso su LIbero in data 15/11/2007 per cui lunedì.Non so se adesso in questi giorni abbiano deciso di sospenderlo. Ho trovato anche che non volevano più farlo vedere per le scene un pò troppo forti.
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  #202  
Vecchio 17-01-2007, 16:31
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Avevo letto della sospensione già a metà del 2006...... poi non so come è finita?
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  #203  
Vecchio 25-01-2007, 07:15
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Pink disperata, è morto Elvis (il suo cane)

Uno dei grandi amici di Pink, Elvis, è morto: la cantante è scoppiata in lacrime quando ha visto il corpo senza vita del suo amato cane. Pink era andata s sbrigare alcune commissioni ed aveva lasciato Elvis, un bulldog, nel giardino sul retro della sua villa di Los Angeles. Era accaduto numerose altre volte, ed il cane non aveva mai manifestato problemi. Ma, al ritorno a casa, Pink ha visto con orrore che il cane era annegato in piscina. L’artista ed il marito Carey Hart erano molto affezionati ad Elvis anche perché il cane era stato loro regalato da Lisa Marie Presley, figlia di Elvis Presley.
(24 gen 2007)
Rispondi Citando
  #204  
Vecchio 25-01-2007, 09:49
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Pink disperata, è morto Elvis (il suo cane)

Uno dei grandi amici di Pink, Elvis, è morto: la cantante è scoppiata in lacrime quando ha visto il corpo senza vita del suo amato cane. Pink era andata s sbrigare alcune commissioni ed aveva lasciato Elvis, un bulldog, nel giardino sul retro della sua villa di Los Angeles. Era accaduto numerose altre volte, ed il cane non aveva mai manifestato problemi. Ma, al ritorno a casa, Pink ha visto con orrore che il cane era annegato in piscina. L’artista ed il marito Carey Hart erano molto affezionati ad Elvis anche perché il cane era stato loro regalato da Lisa Marie Presley, figlia di Elvis Presley.
(24 gen 2007)
Mi dispiace tanto!!! Poveretto...
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  #205  
Vecchio 25-01-2007, 11:39
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Mi dispiace immensamente....!! Che dolore lo so....!!

Chissa' come ha fatto??? Che roba.....i cani nuotano per istinto...mi pare....
Rispondi Citando
  #206  
Vecchio 25-01-2007, 18:04
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E' vero i cani sanno nuotare meglio di noi,mah probabile un infarto magari mentre faceva la sua nuotatina,i bulldog sono molto delicati....anche il mio morì all'improvviso!
Rispondi Citando
  #207  
Vecchio 26-01-2007, 10:09
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Si ecco magari e' successo questo...vero.....povero.....che dispiacere.....

Mi dispiace tanto tanto anche per te Faby...... sai ti capisco....
E' un dolore davvero garnde e se poi improvviso...ancora peggio.........

Si sono molto delicati...anche quello della mia collega e' andato cosi all'improvviso....

e ho anche vissuto io queste esperienze......mamma mia...
Rispondi Citando
  #208  
Vecchio 26-01-2007, 18:03
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Renata ti dirò se dovessi acquistare un'altro bulldog non lo farei mai,sono cani meravigliosi ma x quanto puoi curarli con la dieta,stare attenta su tutto all'improvviso muoiono senza un motivo apparente! E' troppo triste,anche se io ho uno zoo in pratica ed ho subito la perdita di animaletti spesso...è triste xchè anche se sono solo cani o gatti soffri molto x l'infinita tenerezza che ti trasmettono,loro nn posso dirci quando stanno male purtroppo
Rispondi Citando
  #209  
Vecchio 26-01-2007, 18:20
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Infatti, perdere un animale a cui si è affezionati è qualcosa di veramente orribile...
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  #210  
Vecchio 06-02-2007, 12:08
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Apro questo topic con l'idea di inserire aggiornamenti vari con riferimenti ad Elvis e non prettamente dedicati a lui, essendoci già il topic Articoli.

Se siete d'accordo postiamo qui quelle segnalazioni che ci arrivano dagli aggiornamenti internet.

Ecco alcuni che mi sono arrivati oggi:


Il 3 aprile esce la colonna sonora del documentario dedicato a Joe Strummer
"The Future is Unwritten", la colonna sonora dell'omonimo documentario su Joe Strummer diretto da Julien Temple, uscirà il 3 aprile attraverso la Legacy Recordings. Nel disco è presente una versione live inedita di I'm So Bored With The U.S.A. insieme a brani cantati da MC 5, Elvis Presley, Nina Simone, U-Roy, Bob Dylan e Woody Guthrie. Fresco di debutto al Sundance Film Festival, il film uscirà questa estate nei cinema e sarà disponibile su DVD dal prossimo autunno.

Fabrizio Biffi


================================================== ==

YOKOHAMA (GIAPPONE): GALA' PER I 100 ANNI DI KAZUO OHNO, OSPITE CARLA FRACCI
di redazione Viaroma100.net

YOKOHAMA (GIAPPONE) - Il 27 e 28 gennaio si è tenuto un importante evento in Giappone a Yokohama.


Sono stati festeggiati i 100 anni del grande ballerino di “butoh” Yazuo Ohno.
Come fotografa ufficiale di Carla Fracci, che è stata una delle più importanti ospiti occidentali dell’evento, ho raccontato in immagini la celebrazione che ha visto in scena i più importanti ballerini di danza giapponese tradizionale e contemporaneea come: Hideo Kanze, Akira Kasai, Akaji Maro, Kim Maeja, e alcuni dei più rappresentativi ballerini occidentali della danza classica e contemporanea, tra cui Ismael Ivo, Carla Fracci, Pina Baush.
Un evento davvero memorabile e soprattutto molto emozionante per la presenza sul palcoscenico di Yazuo Ohno, che accompagnato dal figlio Yoshito ha interpretato un brano di Elvis Presley da lui adorato.
Sono felice e commossa per essere stata testimone di un evento così rappresentativo per la danza internazionale. Lucia Baldini


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  #211  
Vecchio 15-02-2007, 16:05
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SONO INCIAMPATA PER CASO IN QUESTO SITO...E SONO RIMASTA A BOCCAPAERTA! B-o
Ma e' veramente una compagnia aerea...o e' un qualcosa di virtuale?
Illuminatemi!

http://www.elvisairlines.it/index.ph...tpage&Itemid=1
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  #212  
Vecchio 15-02-2007, 17:07
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ehm... sono andata a vedere..
ma è un simulatore?
leggete qui

Welcome to Elvis Airlines Flights List

EVS2582006-08-08Elvis AirlinesRoberto AntonettiESSAUUEE110MEJ01:53:45Poor
EVS6882006-08-05Elvis AirlinesRoberto AntonettiEKSBESSA105MEJ01:26:23Perfect
EVS11572006-07-27Elvis AirlinesRoberto AntonettiKDENKSFO284MEJ02:08:42Very Bad
EVS1432006-07-25Elvis AirlinesRoberto AntonettiLKKVEPSC78MEJ00:52:45Horrible
EVS3502006-05-13Elvis AirlinesRoberto AntonettiLICJLIEO104MEJ01:05:44Crash

Total Flight made: 5
total flight time: 07:27:19
Total passengers carried: 681
Total Cargo: 75809 kg

---------------------------------------------

Guardate i risultati
c'è anche il forum.. per ora zero post, magari mi registro..
vi saprò dire
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  #213  
Vecchio 16-02-2007, 00:46
hurt hurt Non in Linea
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E poi ci chiediamo perché in Italia non si parla di Elvis?????? Perchè questo è il modo in cui viene presentato agli italiani

Elvis Presley Aloha From Hawaii Via Satellite (reissue 199 1973 BMG

Francesco Donadio Extra Music Magazine


E’ strano come il passaggio del tempo cambi la percezione delle cose, nonché l’importanza delle stesse. Nel 1973, quando il music biz andava pazzo per le varie signore dei canyon e per i dinosauri del prog, tifare per Elvis Presley corrispondeva ad essere considerati dei paria, “out” e nostalgici, né più né meno come i fan di Liberace. All’alba del nuovo millennio, la situazione è totalmente cambiata: l’hippie sound ci appare come un brutto sogno, qualcosa di irrimediabilmente polveroso, e il prog è universalmente disprezzato, almeno fino al prossimo revival. Elvis, al contrario, e in particolare l’Elvis di cui si tratta qua (quello grasso di Las Vegas, per intenderci) oggi è totalmente al passo con il più moderno zeitgeist. Kitsch, stravagante e pomposo come un film di Almodovar, l’Elvis che nel gennaio del 1973 andò ad Honolulu a recitare nell’ultimo grande atto della sua carriera (un concerto trasmesso live via satellite in tutto il mondo) era un uomo a pezzi: separato dalla moglie Priscilla, imbolsito anzichenò e prossimo a quell’annichilimento da pillole che lo avrebbe portato al Creatore di lì a 4 anni. “Aloha from Hawaii” è decadenza pura, la perfetta esemplificazione di quel grande esperimento di crossover di tutti i generi musicali USA che Presley volle tentare, con risultati alterni, fin dai giorni del suo “comeback show” del 1968 alla NBC. Un antesignano, in questo. Nel corso della lunga esibizione Elvis sembra sempre perfettamente in controllo della sua vasta audience. Fin troppo in controllo, distaccato. Anzi: pare proprio che non gliene possa importare di meno. Eppure la sequenza iniziale è travolgente: a partire dal rombo di “Also Sprach Zarathustra”, a cui segue una vivace “CC Rider” e quello che era il singolo del momento, la rockeggiante “Burning Love” (tra parentesi, uno dei migliori episodi dell’Elvis anni ’70). Sono presenti, purtroppo, i momenti strappalacrime di cui “quell’” Elvis era innamorato, come “You Gave Me A Mountain” o “What Now My Love” (di Gilbert Becaud, nientemeno). Elvis prova perfino ad intepretare due cavalli da battaglia di Frank Sinatra, “My Way” e “Something”, e fallisce miseramente nel confronto. E’ un bel fallimento, però, davvero da “beautiful loser”: quell’Elvis, come detto, era un uomo sull’orlo di una crisi di nervi. C’è spazio per un medley in onore dei vecchi tempi del rock’n’roll, per una “Fever” a cui l’artista di Memphis riesce a conferire un tocco d’ironia. C’è una grande, eroica “Suspicious Minds” (un racconto breve sul fallimento del suo matrimonio) e una finale, hawaiana “Can’t Help Falling In Love” da accendini alzati. In questa ristampa sono presenti altri 5 brani che Elvis incise al termine del concerto di Honolulu unicamente per il pubblico USA, tutti tratti dal suo vecchio film “Blue Hawaii” del ’61 tranne l’ultimo, una ottima versione dell’hit folk “Early Morning Rain”, scritta da Gordon Lightfoot e portata al successo da Peter Paul & Mary nel 1965. Also Sprach Elvis…
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  #214  
Vecchio 16-02-2007, 08:14
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MA QUESTO L'HAI MAI VISTO L'ALOHA???? ELVIS GRASSO E A PEZZI???? MA HA VISTO UN INCONTRO DI SUMO PER CASO???? E POI QUESTA GENTE VIENE PURE PAGATA PER SCRIVERE CERTE SCHIFEZZE" "L'Elvis grasso di Las Vegas". Ma l'ha mai visto "The Lost PERFORMANCES"? Era magrissimo nella registrazione del 1970. E poi cos'è tutto questo colpevolizzare le persone grasse? C'è una cosa che non vi ho mai detto. Io sono sempre stata non dico anoressica, ma quasi, non per scelta, semplicemente potevo svuotare il frigo in un millesimo di secondo e non ingrassare. Purtroppo soffro quotidinamente di cefalea a grappolo, così', due anni fa, ho iniziato una cura. Ora sto bene....ma guardate cosa sono ora... La cura è a base anche di cortisone. Nel prossimo topic mi vedrete in una foto scattata due mesi fa. Non potrò più tornare ad essere 38 Kg., perchè se smetto le pastiglie, ricomincia il mal di testa. Allora, secondo "giornalisti" come quello, cosa dovrei fare, SPARARMI???
SCUSATE LO SFOGO!
Marzia.
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  #215  
Vecchio 16-02-2007, 08:16
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http://outdoors.webshots.com/photo/2...51094985zVkWvy
...ecco cosa sono diventata...
Marzia.
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  #216  
Vecchio 16-02-2007, 09:18
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Marzia, la cosa più importante è che tu possa aver trovato il modo per vivere meglio, a prescindere dall'ingrassare o meno.

Per me questi non sono giornalisti, sono gentaglia, della peggior specie. perchè, oltre che considerarsi intelligenti, scrivono questi articoli solo per fare sensazionalismo o per non scostarsi dalla massa e magari inneggiano ad un Marylin Manson, solo perchè così fa audience.

Io, di tutto cuore, gli auguro di diventare un barcone che non riesce nemmeno a muoversi..... poi lo vado a trovare e insieme guardiamo l'ALOHA FROM HAWAII, magari scopre che anche gli piace!!!!

Peccato che questa gentaglia è quella che con il titolo nobiliare di critico musicale, continua a portare avanti l'immagine di Elvis in questo modo
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  #217  
Vecchio 16-02-2007, 09:54
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ma ditegli di andare aff......
(scusa lisa lo so che le parolacce non vanno scritte ma........)
da andiamo a beccarlo che gli sputo!!!
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  #218  
Vecchio 19-02-2007, 08:37
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Aloha From Hawaii decadenza pura. Con questa le ho sentite veramente tutte... o forse no...!
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  #219  
Vecchio 19-02-2007, 08:40
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Leggete la trama di questo film... E' basato su eventi realmente accaduti, anche la parte riguardante il filmato di Elvis a Cleveland...

http://www.zabriskiepoint.net/node/2837



Una delle più grandi truffe mediatiche viene portata sullo schermo: l'esistenza di un documentario sui famosi alieni di Roswell. Ciò accadeva nel 1995 ad opera di due ragazzetti inglesi. Una truffa che ancora oggi divide gli esperti sull'autenticità del filmato (girato in casa, o almeno ci vogliono far credere, dai due con dei loro amici). Filmato che si basa su un documento originale che, sempre i due dicono di aver visto. Quindi grandissima e gigantesca balla o verità? Di certo uno dei casi più controversi e buffi che sia mai accaduto e che il regista Jonny Campbell, tra ironia e grottesco, ci racconta in questa storia che segue fedelmente i racconti dei due, Ray Santilli e Gary Shoefield, che tra verità, mezze verità e fantasia, ci mostra sia la verità sul famoso filmato di Roswell ma anche quello che potrebbe accadere se il filmato esistesse per davvero. Ed infatti il film si ferma su questa ultima ipotesi. Esiste o non esiste questo famoso filmato?
Il regista sfrutta il mezzo del documentario per raccontare questa storia di immagini in immagini (di cinema in cinema), di parallelo come le immagini possano ingannare molto più delle parole. Delle abili immagini costruite ad hoc per ingannare chiunque, o comunque chi vuole essere ingannato. Chi crede negli alieni, gli ufologi che vogliono assolutamente trovare qualche prova dell'esistenza di "altri" nell'universo. Campbell usa uno sguardo disincantato e brillante, tra humour ed ironia, un mix perfetto per narrare questa storia al limite con una dissezione dei due protagonisti per mostrare ogni loro sfaccettatura. Taglio che gli serve per dare una in/credibilità alla storia per poter coinvolgere e divertire e lasciare, al tempo stesso, con l'idea che tutto possa essere vero nella finzione più totale. Ma allora cosa manca al film per essere un "filmone"? Forse quella giusta tensione, forse quella sfacciataggine di andare oltre alla "verità" dei due per rendere ancora più in/credibile il racconto... Forse, ma di una cosa siamo certi Alien Autopsy manca di tensione grottesca per fare entrare anima e corpo nella storia, rimanendo un buon film ma senza arrivare a vette più alte per farlo assurgere a capolavoro. I prodomi c'erano tutti, ma è mancato il coraggio, o la forza, o la decisione di creare qualcosa di totalmente fuori di testa...
Aprile 1995. Londra. Due amici molto legati ma molto diversi tra loro, Ray e Gary. Il primo vive di piccoli espedienti e il secondo lavora in uno studio legale. Dopo che a Ray viene sequestrato tutto il materiale che contrabbanda, cassette di film pirata, si rivolge all'amico per poter dissequestrare il suo materiale.
Ma le cose non vanno come dovrebbero andare e Ray convince Gary ad andare negli States per acquistare altro materiale, ma questa volta del materiale legale, ovvero delle cose su Elvis Presley e del concerto che fece a Cleveland. Così trovano un documentario del concerto di Presley, ma senza audio, un documentario che sperano faccia la loro fortuna. Ma il venditore, Harvey, di questa merce gli propone un altro affare... Acquistare un documentario girato nel 1947 a Roswell dove si vede l'autopsia di un alieno! M ai due non hanno i soldi necessari per l'acquisto e si rivolgono ad un mezzo delinquente inglese per aver i 30.000 dollari che chiede Harvey. Una volta portato il film a Londra lo proiettano tra amici ma non si vede nulla. Aver aperto dopo 50 anni la confezione di metallo ha innescato un processo chimico per il quale la pellicola si sta distruggendo è così che i due amici pensano di rigirare il documentario così com'era creando un falso artigianale: il regista operatore è il loro amico che gestisce un fast food, l'addetto agli effetti speciali è il loro macellaio, il corpo dell'alieno viene fatto dall'anziano compagno della nonna di Gary, e quest'ultimo e Ray fanno i due medici addetti all'autopsia. Una volta realizzato lo fanno vedere al loro finanziatore... Che si commuove "non siamo soli... mi hai reso felice...".
Quindi 114 reti televisive li contattano per avere il filmato. E i due, e i loro amici, cominciano a vedere assegni con diversi zero. Ma ora le cose si fanno più complicate: tutti vogliono vedere la pellicola originale che loro non hanno... loro hanno in mano solo della pellicola moderna che non possono far vedere...
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  #220  
Vecchio 19-02-2007, 09:28
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Mia cara Marzia l'importante e' star bene e migliararsi sempre......e non diamo retta a questa gente di stato mentale assai ....ridotto....e non dico altro ......e non esagerare....te lo dico io sei a posto...meglio che non mi guardi a me allora....e ....lascia stare che non sa nemmeno stare al mondo e solo estistere per fama e soldi ...si sa che questo mondo c'e' l'orribile e schifoso basta far cronaca....ma vorrei che capitasse al loro di essere messi in pubblico in una certa maniera....vedrai che non si divertono...
Rispondi Citando
  #221  
Vecchio 19-02-2007, 09:49
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Grazie Puccy, 6 un'amica, davvero!!! Clint!!!! Adesso ci mischiano pure il King con fatti successi(????) a Roswell nel '47? Ma quando non sanno a chi gettare fango, Elvis ci deve sembre essere di mezzo??? Scusa, ma poi la storia come continua? I 2 amici, dovo aver visto gli assegni con parecchi zero, come fanno con il filmato??
Marzia1969

DANKE GRANDE SCHUMI!
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  #222  
Vecchio 23-02-2007, 06:57
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I grandi personaggi della scienza, della musica e della politica alle grandi tragedie come la guerra
Dall'Europa all'America i nuovi "narratori" affidano il loro racconto alle immagini per le strade


Graffiti, la Storia sui muri del mondo
l'enciclopedia universale è spray art


di GIANNI VALENTINO
Una volta c'erano i diari. Poi le enciclopedie. Quindi le foto, i filmati tv e i link a internet. Ma quella che resiste al passare del tempo, in ogni angolo del pianeta, è l'arte povera. Realizzata con una vernice, pochi colori e molta inventiva: la spray-art. Per essere precisi, i graffiti, o gli stencil (i cartoncini sagomati usati per disegnare sui muri e sulle saracinesche spruzzando con le bombolette colorate, come fossero formine per giocare sulla sabbia). Ognuno lascia per strada il tributo che vuole, per celebrare un regista, un leader politico, una rockstar, uno scienziato, un genio della pittura o una maschera del cinema.

Per esempio a Tijuana, la città al confine tra Mexico e Usa trovi le icone degli scienziati Albert Einstein e LouisPasteur. Sui muri di Varsavia, il viso del signore del reggae Bob Marley. Altrove, Papa Giovanni Paolo II che fuma una canna, Charlie Chaplin con una divisa da carcerato, la Venere di Botticelli in atteggiamento sadomaso. Basta una vernice, una forma pre-stampata, e la creazione è pronta per essere moltiplicata a uso e consumo delle nuove generazioni.

Cinema. Memorabile l'espressione di Robert De Niro in "Taxi Driver" di Martin Scorsese: la storia del tassista-giustiziere non cede al tempo e ancora adesso si tramanda sui muri delle metropoli. Così come quelle di Marlon Brando e Al Pacino, rispettivamente ne "Il padrino" (nella galleria una foto scattata a Glasgow) e in "Scarface" di Brian De Palma (qui un'immagine da New York City, con tanto di avviso: "Il mondo è nostro"). Non sono da meno il Jack Nicholson di "Qualcuno volò sul nido del cuculo", Audrey Tautou, interprete de "Il favoloso mondo di Amélie", un classico horror come "L'esorcista" (foto scattata in Germania), la sensuale e terribile Uma Thurman di "Kill Bill", il maghetto "Harry Potter" e gli occhiali a cuoricino e il lecca-lecca di "Lolita".

Politica e storia. Gli street-artist non dimenticano. La politica estera di George W. Bush è continuamente oggetto di satira. Capita così di ammirare un bacio sulle labbra tra il presidente degli States e l'ex dittatoreiracheno Saddam Hussein O di trovare sui muri del centro un faccione di Bin Laden accanto all'antica scritta dal sapore western "Wanted".

A zig zag nella Storia, invece, si recuperano il paficista Gandhi su un esterno di periferia, un insolito subcomandante Marcos a riposo, Che Guevara con gli occhiali stilizzati sul simbolo del dollaro o in serie di serigrafie alla Warhol. Mentre sorprende il primo piano, decisamente irriverente, di Papa Giovanni Paolo II, che fuma una canna.

Pittura. I geni della tavolozza. Dagli italiani Botticelli e Leonardo Da Vinci - strepitose le trasformazioni in chiave sadomaso della "Venere" e post-hippie della "Gioconda" - agli spagnoli Pablo Picasso e Salvador Dalì. In loro compagnia finisce "L'urlo" di Edward Munch. Dicevamo dei geni della pittura: è lecito includere nel gruppo il calciatore Diego Armando Maradona? Forse sì, se pensiamo che i suoi goal non erano comuni gesti atletici ma invenzioni di forme e movimento muscolare.

Musica. John Lennon che nel 1969 scrive "Give Peace a Chance", e i graffitisti rendono ultrasecolare il suo auspicio. Ray Charles sistemato su una cassetta per le lettere, Bob "rasta" Marley che si gode la sua ganja in Polonia, i Beatles finiti sotto una grondaia qualunque. Il sorriso abbagliante di James Brown che chiede sex and love al mondo intero. David Bowie - non importa se nei panni di Ziggy Stardust o in quelli del Duca Bianco - che ribadisce per l'ennesima volta di sentirsi un "rebel". Jimi Hendrix che impugna con la mano sinistra la sua inseparabile Fender Stratocaster ed Elvis, Elvis Presley, accanto al quale si materializza il dilemma infinito: "Uccidere i nostri miti" o portarli nel tempo dentro di noi?

(21 febbraio 2007)


http://www.repubblica.it/2007/02/sez...-graffiti.html
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  #223  
Vecchio 25-02-2007, 09:01
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La più sexy di tutti i tempi? Angelina Jolie

Secondo l'inchiesta condotta dal britannico Channel 4 il suo compagno Brad Pitt si è piazzato quinto e davanti a George Clooney, giunto solo settimo
Londra, 24 feb. (Adnkronos/Ign) - L'attrice statunitense Angelina Jolie, 31 anni, è la persona più sexy di tutti i tempi. Lo afferma un'inchiesta condotta dal canale britannico Channel 4 sulle persone più affascinanti di sempre. Jolie, madre di tre bambini, supera persino Marilyn Monroe, piazzatasi al terzo posto, e il suo compagno e attore Brad Pitt che occupa la quinta posizione.

Mentre George Clooney, che l'anno scorso People aveva incoronato ancora una volta l'uomo più sexy dell'anno, è 'solo' al settimo posto. Una rivalsa per l'interprete di 'Fight Club' che era stato ''geloso'', aveva malignato allora Clooney, del successo dell'amico.

Seconda posizione invece per Elvis Presley. Fra i primi dieci compare inoltre la cantante pop australiana Kylie Minogue, all'ottavo posto.
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  #224  
Vecchio 25-02-2007, 09:01
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Emi: salta intesa su vendita musica online senza protezione

24.02.2007 - 18:22
NEW YORK - Niente accordo tra la casa discografica britannica Emi e i distributori di musica online, come Microsoft e Apple, per offrire file musicali senza protezione antipirateria. I colloqui tra la storica casa discografica dei Beatles, Frank Sinatra ed Elvis Presley - che peraltro naviga in pessime acque proprio per il crollo delle vendite dovuto in buona parte alla pirateria via Internet - e il gruppo capitanato da Microsoft, Apple, Yahoo e Amazon.com si sono arenati sui termini economici.

Emi infatti ha chiesto un pagamento anticipato per compensare il rischio di distribuire musica senza un software che protegga dalla duplicazione illimitata dei brani musicali. Ma la somma offerta sarebbe stata rifiutata da Emi perché troppo bassa, secondo quanto scrive l'agenzia Bloomberg che cita fonti vicine alla vicenda le quali, però, non hanno voluto rivelare l'entità della cifra.

Torna così in alto mare la spinosa questione della tutela del copyright nell'era internet, quando invece solo due settimane fa sembrava ormai cosa fatta l'accordo che avrebbe fatto di Emi la prima major a distribuire brani musicali senza restrizioni. Una mossa che avrebbe spaccato il fronte del no costituito da Universal, Sony-BMG e Warner Music, costrette peraltro ad allinearsi al nuovo corso.
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  #225  
Vecchio 04-03-2007, 08:17
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Per i genovesi e dintorni

XXII MOSTRA MERCATO del DISCO, CD e DVD USATO E DA COLLEZIONE

GENOVA. 3 MAR. Organizzata dall’associazione culturale Kolosseo, sabato 3 e domenica 4 marzo, si rinnova a Genova l’appuntamento con la “Mostra mercato del disco, del cd e del dvd usato e da collezione”. La manifestazione che si svolgerà alla Fiera Internazionale, sarà aperta al pubblico dalle 10 alle 19 e vedrà la partecipazione di circa 100 espositori italiani e stranieri. Alla mostra mercato sarà possibile trovarvi dischi e cd in ogni formato, d’ogni genere musicale: dalla musica italiana al rock, passando attraverso punk, funky e jazz. Chiunque potrà esporre, scambiare, acquistare, vendere o semplicemente farsi valutare dischi, cd e materiale musicale di vario genere. Fra le tante curiosità, un vinile rosso firmato Led Zeppelin. Si tratta di “Reunion in N. Y. C.” del 1988 con Jason Bonham, il figlio del batterista scomparso (disco stampato in cento copie). Accanto ai Led Zeppelin, c’è pure Bob Dylan con Jerry Garcia, già leader dei Grateful Dead, in un’edizione americana del 1980. Tra le mille voci collezionate non può mancare Bruce Springsteen: la registrazione del concerto di Barcellona del tour di “Tunnel of Love” del 1988. Un disco che vale da 50 a 100 €. Novità e pezzi rari attendono i visitatori allo stand della milanese On Sale Music a partire dal primo laser disc di musica italiana, pezzo da collezione veramente raro, datato 1990 (edizione limitata di 2.000 copie) con Fabrizio De André, Paolo Conte, Lucio Dalla, Ivano Fossati, Francesco Guccini e Pino Daniele. Ancora più interessante la “lacca” (provino) del 1960 per il Festival di Sanremo in versione voce e pianoforte: “Un uomo vivo” di Gino Paoli, “Benzina e cerini” di Giorgio Gaber, “Lei” di Sergio Endrigo e l’inedita “La macchina dei sogni” di Enzo Jannacci. C’e anche il libro “Elvis. Tutta la produzione italiana di Elvis Presley”, 275 pagine a colori di Maurizio Maiotti e Augusto Morini, distribuito dalla On Sale Music, sia il cd “Omaggio a Lucio Battisti” del maestro Giuseppe Mazzoleni, contenete brani soft classic eseguiti con pianoforte e violino, edito da On Sale Music e City Record. Nel corso della mostra mercato sarà possibile trovare anche videocassette di gruppi, dvd, magliette, manifesti, fanzine e gadgets di diverso tipo, tutti inerenti il mondo musicale.
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  #226  
Vecchio 06-03-2007, 06:25
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Celentano: l'Elvis Presley italiano



Nasce il 6 gennaio 1938 al 14 della mitica via Gluck da genitori pugliesi.

Sul finire degli anni '50, quando dall'America, sull'onda del boogie-woogie, arriva un nuovo tipo di musica Celentano s'innamora del rock seguendo gli spettacoli di Ghigo Agosti .

Nel 1957 esordisce accompagnato dai Rock Boys (tra cui, Giorgio Gaber alla chitarra, Enzo Jannacci al pianoforte e Luigi Tenco al sax).

Seguono canzoni come Il tuo bacio è come un rock, Ciao ti dirò, Il ribelle o Nessuno crederà.

Nel '61 Celentano arriva secondo a Sanremo, scandalizzando il pubblico voltandogli le spalle, ma la sua Ventiquattromila baci è un pieno di vendite.

Nel ‘62 trionfa al Cantagiro e con Stai lontana da me da vita al Clan: una comune artistica in cui Celentano riunisce parenti e vecchi amici (Ricky Gianco , Don Backy , i Ribelli , Detto Mariano , Pilade , Gino Santercole , Natale Massara, ecc.).


I successi continuano inarrestabili: Ciao ragazzi, Pregherò, Grazie prego scusi, Tre passi avanti, Mondo in mi 7a, Il ragazzo della via Gluck, La coppia più bella del mondo, Azzurro di Paolo Conte, Chi era lui, Torno sui miei passi, fino a

Chi non lavora non fa l'amore con la quale vince Sanremo in coppia con Claudia Mori .



Parallelamente inizia l'attività cinematografica con varie apparizioni e con la prima vera parte da protagonista in Serafino di Pietro Germi del '68.

Nel '74 dirige, scrive, sceneggia, interpreta e produce Yuppi Du.

Gli anni '70 lo vedono quasi costantemente in classifica con brani che hanno fatto la storia della canzone italiana: Una carezza in un pugno, Sotto le lenzuola, Storia d'amore, Prisencolinensinainciusol, Un albero di trenta piani e Svalutation.

Alla fine del decennio decide di chiudere con i concerti dopo che, nel 1979, raduna nelle piazze e negli stadi oltre 950.000 persone.

Continua ad incidere regolarmente ma fino alla fine degli anni '90, i suoi dischi La pubblica ottusità, Il re degli ignoranti, Quel punto non saranno mai baciati da grande successo.

Le sue discusse apparizioni televisive lasciano sempre il segno: Fantastico 8, che tra una frecciata e una pausa spazza via tutti i record di audience.

Poi Svalutation e ancora Francamente me ne infischio, che grazie a una formula originale conquista 14 milioni di persone.

Nel 1998 incide un album con Mina; i due vendono ben 1.600.000.


Il '99 è l'anno di Io non so parlar d'amore, scritto con Mogol e Gianni Bella che raggiunge i 2 milioni di copie vendute.


Nel 2000 Esco di rado e parlo ancora meno vende 1.800.000 copie ed entra trionfante nel nuovo millennio.

In Tv è l'ora di 125 milioni di caz..te che scatena una marea di polemiche per il titolo e per i monologhi...ma come sempre, gli ascolti sono altissimi.

Il 2002 è l'anno di Per Sempre.

Il 2004 è la volta di C'è Sempre Un Motivo, album molto elaborato dove
è presente un inedito di Fabrizio De André e un duetto in creolo con la grande Cesaria Evora.


Il 20 ottobre 2005 inizia il contestatissimo show televisivo Rockpolitik. Una lotta coi dirigenti Rai per ottenere completa libertà editoriale: e il risultato è un enorme successo e ascolti record.

Una sola pecca: non aver mai citato e invitato nessuno dei rockers che lo precedettero e che lo misero sul trampolino di lancio in quella memorabile seconda metà degli anni '50.

Ma come si dice, nessuno è perfetto.

Il 10 novembre 2006 esce in tutta Italia Unicamente Celentano una mega raccolta (cofanetto in tre cd) che raccoglie 42 canzoni di Adriano dal 1957 a oggi. C'è anche un inedito duetto con Paul Anka in Diana che diventa ora Oh Diana.

Secondo Musica & Dischi a metà gennaio aveva venduto già 350.000 copie.

In 50 anni di carriera ha venduto qualcosa come più di 70 milioni di dischi nel mondo. Altro che crisi del mercato...


http://rockinroad.blogosfere.it/2007...-italiano.html
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  #227  
Vecchio 06-03-2007, 07:23
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x me è l'unico vero mito italiano...
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  #228  
Vecchio 06-03-2007, 14:46
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Quote:
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x me è l'unico vero mito italiano...
Per me uno dei pochissimi...
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  #229  
Vecchio 06-03-2007, 15:45
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Anche se lo sappiamo già, ecco come lo racconta il TGCOM del 5/03/2007

Elvis, l'ugola migliore di sempre

Sondaggio Gb: Aretha Franklin seconda

Non accenna ad appassire la leggenda di "The king". A ben mezzo secolo dal suo debutto discografico e trent'anni dopo la sua scomparsa, è sempre Elvis il migliore: "la più grande voce di tutti i tempi" è la sua. Lo ha decretato la rivista britannica "Q", stilando la classifica delle migliori ugole della storia del pop-rock. Alle spalle di Presley, gli esperti del magazine indicano Aretha Franklin e Frank Sinatra.
Significativo che soltanto tre cantanti della top 10 sono ancora in vita: si tratta, oltre che della Franklin, di Robert Plant e Mick Jagger piazzatisi rispettivamente all'ottavo e nono posto. In classifica, alle spalle del terzetto Presley-Franklin-Sinatra, compaiono Otis Redding e John Lennon, quindi Marvin Gaye e Kurt Cobain. Decimo posto per Jeff
Buckley. Del tutto ignorati, come prevedibile, gli artisti italiani, anche se un posticino per Bocelli o Modugno potevamo forse spuntarlo, vista la notorietà planetaria di entrambi...

La rivista britannica ha anche selezionato per uno speciale "muro della vergogna" i cantanti che a dispetto della fama raggiunta sarebbero i peggiori di tutti i tempi. Alla gogna sono stati messi senza molti complimenti Ozzy Osbourne, Mariah Carrey, Celine Dion e Yoko Ono.

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  #230  
Vecchio 07-03-2007, 10:30
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Anche se lo sappiamo già, ecco come lo racconta il TGCOM del 5/03/2007

Elvis, l'ugola migliore di sempre

Sondaggio Gb: Aretha Franklin seconda

Non accenna ad appassire la leggenda di "The king". A ben mezzo secolo dal suo debutto discografico e trent'anni dopo la sua scomparsa, è sempre Elvis il migliore: "la più grande voce di tutti i tempi" è la sua. Lo ha decretato la rivista britannica "Q", stilando la classifica delle migliori ugole della storia del pop-rock. Alle spalle di Presley, gli esperti del magazine indicano Aretha Franklin e Frank Sinatra.
Significativo che soltanto tre cantanti della top 10 sono ancora in vita: si tratta, oltre che della Franklin, di Robert Plant e Mick Jagger piazzatisi rispettivamente all'ottavo e nono posto. In classifica, alle spalle del terzetto Presley-Franklin-Sinatra, compaiono Otis Redding e John Lennon, quindi Marvin Gaye e Kurt Cobain. Decimo posto per Jeff
Buckley. Del tutto ignorati, come prevedibile, gli artisti italiani, anche se un posticino per Bocelli o Modugno potevamo forse spuntarlo, vista la notorietà planetaria di entrambi...

La rivista britannica ha anche selezionato per uno speciale "muro della vergogna" i cantanti che a dispetto della fama raggiunta sarebbero i peggiori di tutti i tempi. Alla gogna sono stati messi senza molti complimenti Ozzy Osbourne, Mariah Carrey, Celine Dion e Yoko Ono.

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Grazie hURT. Un articolo da urloo!!
Marzia1969

DANKE GRANDE SCHUMI!
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  #231  
Vecchio 07-03-2007, 20:42
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...ecco cosa sono diventata...

Ti abbraccio con amore fraterno.
Roby
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  #232  
Vecchio 08-03-2007, 19:37
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Questa notizia è di 2 anni fa e davvero non la sapevo !!!!

Elvis uno davvero "toast"



Un pane in cassetta con l'immagine di Elvis Presley. E' l'ultima trovata che il panificio inglese Kingsmill propone ai fans del 're del rock'n'roll' per celebrare il suo 70esimo compleanno che cadra' l'8 gennaio prossimo. A partire da quel giorno saranno infatti sugli scaffali dei supermercati inglesi migliaia di fette di pane bianco, in edizione limitata, che riproducono il profilo del cantante, con tanto di 'ciuffo' e il naso aquilino. Ogni confezione sar` accompagnata dallo slogan 'By appointment to the King', 'fornitori del re'. Anche se Elvis e' scomparso da 27 anni, Kingsmill ritiene che questa sia un'opportunita' per i fans di 'toastare' letteralmente il loro King. Il panificio ha dovuto lottare a lungo per convincere gli impresari di Elvis ad usarne l'immagine per i suoi spot pubblicitari da 7 milioni di dollari. Basato sull'unica visita del cantante in Gran Bretagna, lo spot e' una sorta di finto documentario in cui Elvis compare nei panni insoliti del fornaio, e confessa la propria passione per il pane Kingsmill. (Ansa,15 dicembre).
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  #233  
Vecchio 08-03-2007, 19:51
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Carina questa trovata....anche io vorrei tostare Elvis....xchè a noi mai nulla?????
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  #234  
Vecchio 08-03-2007, 20:09
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Elvis uno davvero "toast"



Un pane in cassetta con l'immagine di Elvis Presley. E' l'ultima trovata che il panificio inglese Kingsmill propone ai fans del 're del rock'n'roll' per celebrare il suo 70esimo compleanno che cadra' l'8 gennaio prossimo. A partire da quel giorno saranno infatti sugli scaffali dei supermercati inglesi migliaia di fette di pane bianco, in edizione limitata, che riproducono il profilo del cantante, con tanto di 'ciuffo' e il naso aquilino. Ogni confezione sar` accompagnata dallo slogan 'By appointment to the King', 'fornitori del re'. Anche se Elvis e' scomparso da 27 anni, Kingsmill ritiene che questa sia un'opportunita' per i fans di 'toastare' letteralmente il loro King. Il panificio ha dovuto lottare a lungo per convincere gli impresari di Elvis ad usarne l'immagine per i suoi spot pubblicitari da 7 milioni di dollari. Basato sull'unica visita del cantante in Gran Bretagna, lo spot e' una sorta di finto documentario in cui Elvis compare nei panni insoliti del fornaio, e confessa la propria passione per il pane Kingsmill. (Ansa,15 dicembre).
Ahah, si, mi ricordo di questa trovata...!
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  #235  
Vecchio 08-03-2007, 20:36
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Si, lo ricordo anche io, ho anche visto il pane in questione...!
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  #236  
Vecchio 08-03-2007, 20:41
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Eccolo qui il pane da toast con il profilo di Elvis!!



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Vecchio 09-03-2007, 21:11
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Si l'ho visto anche io su un libricino che mi ha regaleto un mio amico che fa il pasticcere
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  #238  
Vecchio 14-03-2007, 06:35
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In questo articolo viene citato anche questo sito

E brava la nostra Lisa, il grazielvis ormai è famoso su scala nazionale ed è visitato anche dai giornalisti italiani !!!!!!!!!!!!
Spettacolo




Previsto per il 16 agosto il film di Adam Muskiewicz 'The Truth About Elvis'
1977-2007, continua la 'caccia' a Elvis Presley


Avvistamenti, ipotesi fantasiose e persino una taglia. A trent'anni dalla scomparsa, il mistero che avvolge la morte del Re tiene banco tra i bit della rete

document.write(""); ascolta la notizia document.write("");
Roma - 13 mar. (Ign) - Elvis nascosto su un'isola lontana, Elvis agente segreto dell'Fbi, Elvis in Alaska, Elvis ormai settantenne che si aggira nel parco della Graceland Mansion (Memphis), la villa in cui visse per 20 anni e nel cui bagno fu trovato senza vita. Ma a trent'anni di distanza la morte di Elvis Presley per alcuni è ancora un mistero. E come ogni anno la ricorrenza della sua scomparsa, il 16 agosto 1977, riapre la caccia alla verità.

Sull'argomento sono stati scritti libri, pagine di quotidiani e periodici, sono stati fatti servizi e programmi televisivi. Ma è internet a fare la parte del leone. Il sito www.elvislives.net, ad esempio, elenca 10 teorie per cui il Re del rock'n roll è vivo. La prima sostiene che sia stato messo nel programma protezione testimoni con una nuova identità dopo il famoso incontro con Richard Nixon. C'è poi la storia del nome scritto sbagliato sulla lapide (Elvis Aaron Presley anziché Elvis Aron Presley), le fotografie del corpo nella bara che lo fanno sembrare una statua di cera, le contraddizioni riguardo alle circostanze del decesso. Lascia poi interdetti la notizia che nel 2002 una etichetta indipendente ha pubblicato un album, 'Kingtinued', dove si sente la voce di Presley che canta almeno 14 canzoni mai esistite prima del 1977.

Ma c'è di più. Adam Muskiewicz, scrittore, attore e produttore cinematografico, attraverso il sito www.elviswanted.com lo scorso anno ha annunciato una ricompensa di 3 milioni di dollari a chi proverà che Elvis è vivo e vegeto. Intervistando teorici, esperti, autori e amici intimi del Re, Muskiewicz ha deciso di produrre anche un documentario, il cui trailler è disponibile sul sito www.truthaboutelvis.com, che dovrebbe uscire proprio in occasione del trentesimo anniversario della (presunta) morte. Nella pellicola, dal titolo 'The Truth About Elvis', verranno analizzati fatti e persone, il rapporto dell'autopsia, la villa di Graceland, la Memphis Mafia e la questione del nome sulla sua lapide. Si prenderanno inoltre in considerazione i motivi per i quali Presley puo' aver simulato la sua morte e chi puo' averlo aiutato in tutto questo. Interessanti alcune testimonianze che riportano: "Nessuno sa perché due settimane prima di morire abbia detto che doveva andare via, e che non avrebbe avuto più la possibilità di vedere le persone care. Perché ha detto una cosa del genere?". Oppure: "Gente che lavorava all'ospedale, ancora adesso sostiene che il corpo che fu portato in ospedale non era quello di Elvis Presley". Linda Thompson racconta: "Mia madre era al funerale, e qualche giorno dopo disse: 'Sì, oggi fanno delle cose miracolose con le statue di cera; molte persone pensano che lui sia alle Bahamas'''. "Mi ricordo una persona che guardò al corpo nella bara e mi disse, no, non è Elvis", dice una donna, mentre un'altra afferma: "Elvis Presley è venuto nel nostro ristorante e ha ordinato un wopper cheeseburger, senza cipolle e patatine".

Molte poi le teorie bizzarre che si susseguono nella rete e negli anni la leggenda per chi non si rassegna o per chi vuole continuare la 'caccia' a Elvis ha avuto molte versioni. Il forum del sito www.grazielvis.it, ad esempio, riporta un articolo nel quale si afferma che una donna in visita a Graceland, dopo essere entrata in una zona proibita al pubblico, si è trovata davanti un uomo su una sedia a rotelle a cui ha scattato una foto prima che i guardiani la portassero via. La foto è stata quindi consegnata a un detective che si occupa di identikit di persone scomparse, il quale ha dichiarato che, secondo lui, l'uomo sulla sedia a rotelle era Elvis Presley. In particolare, la donna ha detto che quando le guardie l'hanno portata via, continuava a ripetere loro di aver visto Elvis Presley. E la cosa che l'ha stupita più di tutto è stato che queste non abbiano negato e nemmeno si siano comportate come se lei fosse stata una visionaria.

C'è poi la teoria esposta da Massimo Polidoro che nel suo libro 'Elvis è vivo' vuole The King celato sotto lo pseudonimo John Carpenter, le cui iniziali J.C. stanno per Gesù Cristo, mentre lavora come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga.

Tutte queste teorie si basano su un concetto spiegato da Polidoro, che si richiama alla 'verità delle emozioni', come la chiama lo scrittore. E cioè che non si può accettare l’idea che qualcuno fuori dal comune sia morto per una casualità, e quindi nulla diventa più credibile dell’incredibile.
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  #239  
Vecchio 17-03-2007, 07:42
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Poichè lo trovo volgarmente irriverente, preferisco postare il link, così lo legge solo chi ne ha veramente voglia.

http://www.carmillaonline.com/archiv...05/000274.html
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  #240  
Vecchio 17-03-2007, 08:10
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abbastanza volgare come recensione....ma no comment,nn ho visto il film,diciamo così....
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  #241  
Vecchio 19-03-2007, 06:31
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Londra Con un concerto al Madison Square Garden di New York per amici, vip, parenti e fan sir Elton John festeggerà, il prossimo 25 marzo, il suo sessantesimo compleanno . Per loccasione la pop star batterà anche un record: arriverà, primo artista nella storia, alla sua esibizione numero 60 presso la prestigiosa sala della Grande Mela. I biglietti sono già in prevendita e costano dai 70 ai 256 dollari. Reginald Kenneth Dwight, in arte Elton John, è nato il 25 marzo 1947 a Pinner, un sobborgo di Londra. Appassionato di musica e pianoforte inizia a suonare alletà di tre anni, vincendo a undici una borsa di studio alla Royal Academy of Music di Londra. Il padre, pilota della Royal Air Force e trombettista per hobby, cerca di impedire al figlio di ascoltare i dischi di Elvis Presley e Buddy Holly che la moglie Sheila acquista ogni settimana. Ma visto che il signor Dwight è per lo più lontano da casa, il piccolo Reginald ha comunque lopportunità di passare le sue giornate tra i vinili.

Nel 1960, a tredici anni non ancora compiuti, forma il primo gruppo, i Corvettes (dal nome di una popolare schiuma da barba). Sette anni dopo incontra grazie a un annuncio il compositore di testi Bernie Taupin. E a quel punto che il cantante decide di farsi chiamare Elton Hercules John prendendo a prestito i nomi di due amici musicisti, Elton Dean e John Baldry. Il primo album del duo, Empty Sky, esce nel 1969 e non ottiene unaccoglienza molto positiva.

Ma le cose cambiano quando la giovane star pubblica l'album che porta il suo nome Elton John (1970), che grazie allhit Your song lo catapulta subito in classifica facendogli guadagnare, sulla stampa statunitense, lappellativo di 'nuovo messia del rock'. A metà anni 70, Elton è una vera e propria star: recita nel film Tommy ricavato dallomonima opera rock degli Who, il suo nome appare nella 'Walk of Fame' di Hollywood e John Lennon lo raggiunge sul palco del Madison Square Garden di New York per un grande concerto.

La sua notorietà inizia tuttavia a declinare dopo la separazione professionale da Taupin, avvenuta nel 1976 in seguito alluscita del doppio album Blue Moves. Nel 1979, dopo uninterruzione durata due anni, Elton torna in tour diventando la prima rockstar europea a suonare in Unione Sovietica. Nel frattempo, Taupin torna a collaborare con lui per lalbum 21 at 33.

Dopo unoperazione alla gola per un tumore benigno nel 1987, Elton, ancora non totalmente riabilitato, decide comunque di intraprendere un tour che lo porterà a suonare in Australia con la Melbourne Symphony Orchestra. Nel 1988 si disfa del suo guardaroba e di tutti gli oggetti accumulati in anni di sfrenato shopping, ripulendo la sua immagine. Poi, superato un difficile periodo legato alleccesso di droghe, Elton ritorna con Reg strikes back, un album che lo riporta nelle posizioni alte delle classifiche. Inizia un lungo tour e si impegna a raccogliere fondi per la lotta al virus dellHiv, costituendo la Elton John Aids Foundation. Ritornato al lavoro a pieno ritmo, nel 1994 compone in collaborazione con Tim Rice la colonna sonora del film Disney Il Re Leone. Lanno successivo pubblica il suo miglior disco degli anni 90, Made in England, in bilico tra orchestrazioni e pezzi rock. Nel 1997 canta e incide in memoria dellamica Lady Diana un vecchio classico rivisto e corretto per l'occasione, Candle in the wind, lanno successivo è nominato Sir. Tra pochi giorni, fra le soprese che Sir Elton ha voluto fare ai suoi fans in occasione del suo 60esimo compleanno, ci sarà anche la pubblicazione di un cd/dvd dal titolo Rocket man - The definite hits.
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  #242  
Vecchio 19-03-2007, 21:18
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PAZZI:

http://www.xtm.it/DettaglioUltimissi...timissima=2516
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  #243  
Vecchio 19-03-2007, 22:54
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mi fossi trovato io la band avrebbe fatto la fine del busto in porcellana.
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  #244  
Vecchio 20-03-2007, 11:59
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"..il cantante della band britannica, a tre quarti dello show ha scaraventato a terra un busto in porcellana di Elvis Presley.."

Certo che alle volte non puoi proprio evitare di pensare che la stupidità umana è sconfinata.
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  #245  
Vecchio 20-03-2007, 12:03
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Questa è quella che chiamerei "INVIDIA" il tizio sa che non arriverà mai al livello di Elvis....se rompere un suo busto gli da soddisfazione allora ben venga....sarà l'unica della sua vita....neanche lo conosco questo gruppo!!!
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  #246  
Vecchio 28-03-2007, 16:13
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anche se è un articolo vecchi almeno qualcuno scrve qlcs di carino su elvis e la sua musica...





A 25 ANNI DALLA MORTE UNA GRANDE RACCOLTA DI SUCCESSI: ELV1S #1 CHARTS HITS

Giusto nel caso ci fosse ancora qualche dubbio, una persona che ascoltasse questo album dovrebbe archiviare per sempre la questione del significato musicale, dell'impatto culturale, e del compimento artistico di Elvis. Da Heartbreak Hotel a Suspicious Minds", da Hound Dog a Crying in the Chapel, l'album Elvis #1 charts hits rivela una moltitudine di inclinazioni, una varietà di stili, e una portata emotiva che rende inutile ogni tentativo di catalogazione musicale.
"A chi assomigli musicalmente?" venne chiesto ad Elvis quando per la prima volta mise piede nei famosi studi della "Sun recording" all'età di 18 anni. "Non assomiglio a nessuno" replicò. E la risposta all'inevitabile domanda che seguì: "Quale tipo di musica suoni?" fu semplicemente: "Suono tutti i generi". E proprio questo fece la sua fortuna. Come tanti grandi attori e cantanti, Elvis possedeva inconsciamente la capacità di imitare chiunque ammirasse: cantanti country & western come Hank Snow, artisti rhythm and blues come Jackie Wilson, performers di quartetti gospel come Jake Hess. Ma alla fine è risultata un'impronta musicale differente da tutte le altre, sia cantasse una ballata 'tremolante' come Love Me Tender o un rock energico come Hard Headed Woman. E un grande complimento gli venne rivolto direttamente da Jake Hess, leader del gruppo gospel 'The Statesman', il preferito di Elvis: "Ha il dono di diventare un tutt'uno con la canzone, sembra viva ogni parola di essa"
Ai non più giovani alcune di queste canzoni potrebbero suonare familiari, ma risulterebbe difficile richiamare alla mente l'immediatezza del loro primo impatto; parte del piacere che provano nell'ascoltarle deriva di sicuro dalla memoria, ma penso che, se potessero accantonare per un momento il contesto in cui queste furono apprezzate per la prima volta, considerandole nella loro essenzialità (come accade per me), la freschezza, la vera emotività, il semplice divertimento di queste proromperebbe senza dubbio. Elvis Presley incoraggiò l'inizio di una rivoluzione; credeva fermamente nel sogno democratico, e noi dobbiamo continuare ad essere coinvolti nel medesimo impegno, sforzandoci incessantemente di raggiungere ciò che lui ha sempre rincorso ed in un certo senso anche rappresentato, questa convinzione nella libertà e nelle infinite possibilità che la sua musica simboleggia.

Federico Andreoletti e Costanza Capraio, Liceo Scientifico SEVERI, Milano
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  #247  
Vecchio 28-03-2007, 16:48
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Ai non più giovani alcune di queste canzoni potrebbero suonare familiari, ma risulterebbe difficile richiamare alla mente l'immediatezza del loro primo impatto; parte del piacere che provano nell'ascoltarle deriva di sicuro dalla memoria, ma penso che, se potessero accantonare per un momento il contesto in cui queste furono apprezzate per la prima volta, considerandole nella loro essenzialità (come accade per me), la freschezza, la vera emotività, il semplice divertimento di queste proromperebbe senza dubbio.
Bellino quest'articolo, soprattutto trovo molto bella e molto vera questa frase
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  #248  
Vecchio 28-03-2007, 16:49
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molto bello questo articolo

ciaoooooooooooooooo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!
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  #249  
Vecchio 28-03-2007, 18:16
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molto bello questo articolo

ciaoooooooooooooooo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!
Vero, bell'articolo!!!
Ciao Filippoooooo! Chi si rilegge!!! Fatti vivo più spesso sul forum!
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  #250  
Vecchio 28-03-2007, 19:08
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Elvis Presley incoraggiò l'inizio di una rivoluzione; credeva fermamente nel sogno democratico, e noi dobbiamo continuare ad essere coinvolti nel medesimo impegno, sforzandoci incessantemente di raggiungere ciò che lui ha sempre rincorso ed in un certo senso anche rappresentato, questa convinzione nella libertà e nelle infinite possibilità che la sua musica simboleggia.


Federico Andreoletti e Costanza Capraio, Liceo Scientifico SEVERI, Milano
Bellissima la chiusura dell'articolo

Non importa se ha 5 anni, fa sempre piacere leggere recensioni di questo tipo.

Chissà se Federico Andreoletti a Costanza Capraio sono leggono questo forum

Sarebbe bello, se facessero parte della comunità GE , vero????
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  #251  
Vecchio 28-03-2007, 21:48
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  #252  
Vecchio 28-03-2007, 21:49
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ho sbagliato l'ultima faccina
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  #253  
Vecchio 30-03-2007, 06:34
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Compie 30 anni la saga cinematografica di Guerre Stellari e le poste statunitensi - che nei giorni scorsi avevano già annunciato la loro partecipazione alle celebrazioni con varie iniziative - emetteranno il 25 maggio (giorno dell'anniversario del primo film della serie) un foglietto con ben 15 francobolli da 41 centesimi.


A segnalarlo è il sito filatelico specializzato "vaccari news", secondo il quale è possibile che il foglietto possa insidiare il primato di vendite detenuto dal francobollo da 29 centesimi dedicato ad Elvis Presley: uscito nel 1993, questo francobollo ha registrato una vendita di oltre 124 milioni di esemplari.



I francobolli di Guerre Stellari mostrano praticamente tutti i personaggi più famosi della saga. Le poste USA hanno anche attivato un concorso fra i fans della serie di film di George Lucas e "travestiranno" numerose cassette postali come il famoso "droide R2-D2", che nella versione italiana del primo film del 1977 venne ribattezzato "C1-P8" .
(ANSA)
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  #254  
Vecchio 31-03-2007, 07:05
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Elvis Presley A 30 anni dalla morte, Q lo incorona la voce del secolo.

Ernesto Assante racconta il mito del rock'n'roll

Lezioni a 33 giri:

Domenica 1 aprile all'Auditorium: Elvis 56

di Giorgio Casari

Rimane il re del rock'n'roll, Elvis Presley. A trent'anni dalla sua morte, avvenuta il 16 agosto del 1977, la rivista specializzata Q lo ha appena incoronato il miglior cantante di tutti i tempi. La "voce" per antonomasia, insomma, davanti a nomi quali Aretha Franklin (seconda), Frank Sinatra (terzo), Otis Redding e, a sorpresa, John Lennon ("non tecnicamente brillante, ma espressivo"). Un merito che si lega, secondo la giuria di Q (composta da giornalisti specializzati e musicisti), al fatto di aver reso sensuale, eccitante, qualsiasi genere abbia incrociato. Un ottimo modo, insomma, per cominciare le celebrazioni del trentennale, che culmineranno ad agosto con i raduni di Graceland, a Memphis, la casa-museo che aveva riempito di ogni cimelio, ancora da vivo.

Elvis scomparve il 16 agosto del 1977, a 42 anni, ufficialmente per aritmia cardiaca. In realtà era schiavo da anni di droghe e antidepressivi, ma soprattutto del suo mito. Un mito che ancora oggi sopravvive, e che proprio nel '77 il punk non aveva minimamente scalfito: i Sex Pistols dicevano ai loro primi concerti "amiamo Elvis, odiamo tutti gli altri".
Un mito che lo aveva riportato in tv nel 1968, a cantare tutto vestito di pelle nera come Marlon Brando ne Il selvaggio e con il ciuffo eternamente ribelle, per mostrare a chi amava i Beatles che lui era meglio. Risultato, milioni di spettatori. Il suo concerto alle Hawaii, trasmesso via satellite il 14 gennaio 1973, assistettero almeno un miliardo di persone. Più di quelle davanti alla tv per lo sbarco sulla Luna del 1969.

Aveva inciso il suo primo singolo il 5 luglio del 1954 - That's All Right

per una piccola etichetta indipendente, la Sun Records di Sam Phillips. Phillips stava dando forma a quella generazione di star del rock'n'roll che avrebbe annoverato fra le sue fila Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Johnny Cash e lo stesso Elvis. La sua ossessione era "trovare un bianco che cantasse come un nero" e in quel giovane camionista aveva trovato un interprete pressoché perfetto. Fino alla sua chiamata alle armi, nel '58, Presley sorprese gli ascoltatori con uno stile viscerale, capace di singhiozzare e di essere intensamente poetico, di rivedere country e blues innescando grandi sussulti ritmici.

I Sessanta e soprattutto i Settanta avrebbero annacquato la sua carica espressiva dirompente, portandolo verso un timbro da cantante confidenziale, sempre più vicino, ironia della sorte, a quel Frank Sinatra (non a caso soprannominato 'The Voice', la voce) al quale era spesso stato contrapposto e del quale si era sempre dichiarato estimatore. In questa classifica il titolo di voce del secolo scorso passa quindi di mano, e ci sentiamo di essere d'accordo con chi l'ha compilata.
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  #255  
Vecchio 31-03-2007, 14:02
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In realtà era schiavo da anni di droghe e antidepressivi, ma soprattutto del suo mito.
Vero! Sante parole... soprattutto del suo mito!
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Vecchio 04-04-2007, 06:29
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Dvd Elvis Presley, The ’68 Comeback Special DVD, 2005

Scritto il 3 Aprile, 2007 in Recensioni Dvd Musicali
Se stai cercando guai…sei capitato nel posto giusto” (da “Tiger Man”)
Una frase simile sentita uscire dalla smorfia di Elvis è un’esperienza che redime, sconquassa e fa esclamare convinti “oh yeah!”. (una frase simile, poi, la si pronuncia indossando non solo una giacca di pelle nera, ma anzi, vestendo un intero completo di pelle nera, calzante come un guanto.) Il redentore degli anni ’50, per essere ancora l’indiscutibile sciamano, anzi, l’incontestabile Re, con l’arrivo del ’68, doveva prima di tutto redimere se stesso. Ed è ciò che fece col suo “ritorno”.
Però stiamo attenti, lo show televisivo che la NBC cucì su Elvis non significò rinnegare il passato prossimo (24 film di discutibile fattura) per riabilitare quello remoto (la nascita del rock n roll). Anzi, fu una perfetta fusione delle due esperienze con la risultante del Re più in forma che si sia visto dai tempi di “Heartbreak Hotel”: da una parte l’autentico maestro nella più congeniale veste di rockstar che incendia le mutande delle fanciulle in platea; dall’altra il divertito attore musicale nel ruolo dell’ex galeotto che rimorchia la squinzia in un bordello - sincero e ironico tributo alla sua recente e prolifica esperienza di attore a Hollywood.
L’intenzione iniziale del Colonnello Parker era ben diversa: Elvis avrebbe intonato canti natalizi per le famiglie cristiane d’America. Fortunatamente il ’68 aveva scosso anche i network americani, lasciando il Colonnello nel ruolo di manager a suo modo capace, ma anacronistico per impartire decisioni definitive. La fiducia che Elvis diede al regista Steve Binder e agli scrittori dello show venne premiata con la creazione di uno spettacolo talmente azzeccato da diventare, nell’immaginario collettivo, uno dei documenti principi dell’icona Elvis (forse non a caso, chi vi scrive, nella sua camera ha proprio un poster di Elvis nella mise di pelle di cui sopra).
L’idea di riportare il Re al suo pubblico, non solo usando lo strumento che l’aveva reso grande in così larga scala (la televisione), ma anche il pubblico in scena, fu abbastanza improvvisa, tanto che la produzione fu costretta in grande velocità ad arruolare il numero sufficiente di persone da far sedere intorno al palchetto centrale. Vennero chiamati i parenti di chi lavorava nello studio, nonché ragazzi nel fast-food di fronte che si stavano mangiando un cheesburger. Il risultato è splendido e l’audience è assolutamente sincera: ci sono ragazzi quasi disincantati ma comunque sorpresi se non addirittura inebetiti nel vedere a pochi metri Elvis in persona che canta, balla, si inginocchia, chiude gli occhi, suda… e poi altri invece totalmente infervorati e adoranti, in lacrime isteriche da fan.
Altra sorpresa “in fieri” fu quella del momento dedicato ai “vecchi amici”, ovvero quando Elvis, nel suo palchetto catartico, si siede e con la chitarra, accompagnato dai vecchi compagni degli esordi di Memphis quali Scotty Moore e DJ Fontana, ripropone classici come “Blues Suede Shoes”, “That’s Alright” e “Heartbreak Hotel”. Momento che sarebbe dovuto durare neanche dieci minuti ma che si spinse ben oltre diventando forse il fulcro di tutto lo show: Elvis scherza coi compagni, ironizza sulla sua smorfia, canta e suona divertito mentre la band lo asseconda. Ai loro piedi il giovane pubblico assiste seduto a terra come in una festa confidenziale.
Le parti “preconfezionate” dello special non hanno ovviamente questa genuinità, comunque l’impatto emotivo è indiscutibile di fronte a brani come “Memories” – scritta da Mac Davies e inseguito assurta ad evergreen per le numerosissime rivisitazioni - o quando, a conclusione del programma, indossando un elegante abito bianco, canta “If I Can Dream”: song che il solito Colonnello aveva definito “non adatta a Elvis” e che invece si dimostrò la perfetta conclusione per il ritorno sulle scene del Re.
Ricordando l’evento Chris Beard (tra gli scrittori dello special) confermò appropriatamente “Era commosso perché era l’ultima canzone dello spettacolo, secondo me, non voleva finire”. E la storia ha scritto che Elvis non ha mai finito.
Vacho Varela
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Vecchio 04-04-2007, 07:33
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uao!!!!!perfetta recensione,ottima!!!!!
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  #258  
Vecchio 05-04-2007, 06:44
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http://www.rockol.it/vetrina-4362/El...LTIMATE-GOSPEL


ULTIMATE GOSPEL
Rca




Elvis Presley

In una delle note riportate nel booklet di questo disco viene riportata una frase di Gladys Presley, madre di Elvis, la quale afferma che, fin da piccolissimo, il figlio amava la musica gospel che si cantava in chiesa e pur non sapendo le parole cercava di intonare la melodia con la voce. La conferma arrivò poi in futuro quando Elvis, nel corso della sua carriera, pubblicò ben quattro dischi gospel a carattere religioso: nel 1957 un EP di quattro canzoni dal titolo “Peace in the Valley”; al ritorno dal servizio militare (1960) un tributo ai suoi quartetti da chiesa favoriti “His Hand in Mine”, supportato ai cori dei Jordanaires; “How Great Thou Art” nel 1966 e nel 1972 “He Touched Me”.
“Elvis ultimate gospel” raccoglie tutti i brani gospel incisi dall’artista di Memphis, venticinque episodi tratti dalle registrazioni originali e rimasterizzati con la nuova tecnologia DSD.

TRACKLIST:
“How great thou art”
“So high”
“Amazing grace”
“Crying in the chapel”
“You’ll never walk alone”
“Swing down sweet chariot”
“In my father’s house”
“Milky white way”
“His hand in mine”
“I believe in the man in the sky”
“Where could I go but to the Lord”
“If the Lord wasn’t walking by my side”
“Run on”
“He touched me”
“Bosom of Abraham”
“Lead me, guide me”
“Joshua fit the battle”
“If we never meet again”
“I, John”
“Reach out to Jesus”
“Who am I?”
“Help me”
“An evening prayer”
“Take my hand, precious Lord”
“(there’ll be) Peace in the valley (for me)”
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  #259  
Vecchio 05-04-2007, 06:59
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Vecchio 06-04-2007, 06:28
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SPETTACOLI & CULTURA

Si intitola "33 dischi senza i quali non si può vivere" il libro di Gino Castaldo e Ernesto Assante

Dai Beatles agli U2: una lista per raccontare l'epoca d'oro del rock e non soloI migliori album della nostra vita viaggio in cinquant'anni di musica

di RITA CELI





ROMA - Il titolo del libro può suonare eccessivo ma 33 dischi senza i quali non si può vivere (Einaudi, 13,50 euro, in libreria dal 10 aprile) di Ernesto Assante e Gino Castaldo non è solo una lista di album, tutti in vinile e a 33 giri, ma è il racconto appassionato e motivato di un'epoca, da Elvis Presley agli U2. Critiche e proteste sono già messe in conto dagli autori, perché la scelta è, ovviamente, arbitraria ma i criteri che hanno portato ai 33 titoli (più un singolo, Imagine di John Lennon) sono precisi: si tratta di dischi di "incomparabile bellezza", opere straordinarie che hanno segnato profondamente la storia della musica, gettando le basi per quello che sarebbe venuto dopo. In altre parole, sono i cd che oggi non dovrebbero mancare in una discoteca che voglia colpire al cuore con le perle della musica degli ultimi 50 anni.

Non sono "i" migliori album, ma sono "dischi senza i quali è impossibile vivere" scrivono gli autori nell'introduzione, "e sono talmente pochi che potrebbero essere portati con noi sull'isola deserta per garantirci una gradevole sopravvivenza dopo un terribile naufragio". Solo un caso li posiziona tra 1956 (con Ella Fitzgerald e Elvis Presley) e il 1994 (l'anno di Grace di Jeff Buckley), preceduto da Achtung Baby degli U2 (1991) e Le nuvole (1990) dell'unico italiano in lista, Fabrizio De André.



La maggior parte degli album raccontati nel libro sono stati realizzati negli anni Sessanta - dai Beatles ai Rolling Stones, Bob Dylan e Jimi Hendrix, da James Brown ai Velvet Underground - e soprattutto durante i 70, decennio che si apre con Led Zeppelin IV, Who's Next degli Who, e ancora Bob Marley, Brian Eno, Pink Floyd, per chiudersi con London Calling dei Clash. Una breve coda negli anni 80 per citare Graceland di Paul Simon o Born in the Usa di Bruce Springsteen.

Assante e Castaldo ammettono con rammarico che in questa loro lista "i dischi nati nell'era del cd sono realmente pochi" perché negli ultimi 15 anni gli album "hanno iniziato prima a perdere valore e poi a perdere senso". "La musica, che all'inizio del secolo si era materializzata diventando disco, sta cominciando a smaterializzarsi di nuovo, fisicamente inesistente" proseguono. "Se fino a quindici anni fa potevamo identificare la musica e il supporto, oggi la musica trasformata in un bit non occupa alcuno spazio fisico". Ma a questa rivoluzione "assoluta e totale" nel modo di fruire la musica non corrisponde una creatività in grado di sbalordire, come invece è accaduto con ognuno dei 33 dischi analizzati nel libro.

Come Revolver dei Beatles: "In quel periodo poteva capitare che un album cambiasse completamente il corso della musica pop, e Revolver fu uno di questi". Oppure Highway 61 Revisited di Bob Dylan: "Agli inizi degli anni '60 le canzoni di Dylan caddero come una pioggia di folgorazioni poetiche su un mondo in attesa messianica. Con lui il rock'n'roll impara a parlare una nuova lingua". Oppure London Calling dei Clash: "Ci sono dischi che funzionano da spartiacque, e London Calling è un'importante boa messa a galleggiare nella tempesta del tempo. Non è possibile capire cosa sia accaduto al rock nel passaggio tra gli anni 70 e 80 se non ci si immerge completamente nel caleidoscopio di suoni di questo album".

Del disco scelto per Fabrizio De André scrivono: "E' un incipit memorabile, forse tra i più belli mai immaginati". O ancora, parlando di Marvin Gaye: "Difficile immaginare il soul senza What's Going On. Perché è un capolavoro, il vertice della creatività e dell'arte di questo artista, ma soprattutto perché è il disco che consente alla definizione di soul music di compiersi". Pagina dopo pagina ogni album viene raccontato, scoperto, analizzato fino a svelare le motivazioni della scelta. Anche per maestri come i Pink Floyd: "Dopo aver scoperto cosa c'era in quella misteriosa faccia scura della Luna, il rock non è stato più lo stesso, ha assunto dimensioni colossali, è diventato altro da sé".

Naturalmente ognuno è libero di condividere o criticare le scelte di Assante e Castaldo che, per proseguire il gioco con un sondaggio per Repubblica.it, hanno allungato la lista a 50 titoli: ancora una volta molti saranno scontenti, ma è solo un gioco.

(5 aprile 2007)
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  #261  
Vecchio 06-04-2007, 15:09
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Elvis ‘The King’ statue returns to public view at the Las Vegas Hilton

Elvis Presley’s life-size bronze statue, which stood in the Las Vegas Hilton Hotel lobby for oh, so many years, is back in public view. First dedicated in 1978, the somewhat ungainly pose of Elvis, guitar slung over his shoulder and holding a microphone in his left hand, was re-dedicated June 21.

But it wasn’t inside the hotel. This time, Elvis the Pelvis has been kicked outdoors to a garden area, standing atop a pedestal with embedded spotlights. A new bronze plaque at the rock ‘n’ roll idol’s feet reads:

ELVIS: “THE KING” OF LAS VEGAS
An eight-year exclusive run
in the Las Vegas Hilton Showroom
837 consecutive sold-out performances
entertained some 2.5 million people
enough to fill the Rose Bowl 25 times over!
LAS VEGAS’ ALL-TIME FAVORITE, AND SUCCESSFUL PERFORMER



Elvis Presley’s Las Vegas connection was given a boost by his 1964 film “Viva Las Vegas!” opposite Ann-Margret, who drove him wild before Elvis could drive his racing car in the first Las Vegas Grand Prix.
Those were delirious days for the rock performer and fans. But now, the fame and recognition are ebbing. And his bronze statue is now outdoors where it inevitably will be bombed by birds of all feathers, and where many a mutt could lift a leg to leave a liquid signature.
Such is the nature of fame, a bird with paper wings.



June 22, 2006

ki mastica inglese puòraccontarci quello ke è stato scritto,io c faccio un macello con l'inglese
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  #262  
Vecchio 06-04-2007, 15:43
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Ecco Enzo!


La stuatua in bronzo di Elvis Presley a grandezza naturale, che per anni si è retta nell'atrio dell'Hilton Hotel di Las Vegas, è tornata alla vista del pubblico.
Inaugurata per la prima volta nel 1978, la posa un po' sgraziata di Elvis, con la chitarra imbracata sulla spalla e il microfono nella mano sinistra, è stata re-inaugurata il 21 Giugno.
Ma non era all'interno dell'hotel.
Questa volta Elvis The Pelvis è stato posizionato nel giardino esterno sopra ad un piedistallo.
Sulla nuova placca in bronzo si legge:
ELVIS IL RE DI LAS VEGAS:
una corsa durata 8 anni consecutivi nella Showroom dell'Hilton Hotel
837 concerti che hanno fatto il "tutto esaurito"
intrattenendo circa 2.5 milioni di persone
L'ARTISTA PREFERITO E CHE HA AVUTO PIU' SUCCESSO A LAS VEGAS.

Il primo legame di Elvis Presley con Las Vegas fu nel 1964 per il film "Viva Las Vegas" insieme ad Ann-Margret, che lo fece impazzire prima che si mettesse alla guida della sua auto da corsa nel primo Gran Premio di Las Vegas.
Quelli furono giorni di delirio per la stella del rock e i suoi fans.
Ma ora la fama e il riconoscimento stanno calando...E ora questa statua è fuori dalle porte, dove sarà bombardato da uccelli di tutte le razze e dove uno stupido cane potrà alzare la zampa per lasciarci la sua firma in forma liquida.
Questo è il prezzo della fama!

LISA
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  #263  
Vecchio 06-04-2007, 15:48
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Eh che cavolo, questo articolo è partito bene ed è finito malissimo, xò magari è la stessa delusione del giornalista del fatto che l'abbiano messa fruoi? Mah, fatto sta che forse è anche meglio xchè può essere ammirata meglio nn credete? magri lo hanno fatto proprio x questo!
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  #264  
Vecchio 13-04-2007, 07:01
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Susanne Bürner - 50 000 000 can't be wrong

Supportico Lopez 32

Sede Via Supportico Lopez, 32, Napoli 80137
Altre informazioni Tel +39 081 445759 | info@supporticolopez.com | http://www.supporticolopez.com

Mappa

Data di apertura venerdì 13 aprile 2007
Data di chiusura venerdì 25 maggio 2007
Orari:
martedì/venerdì 15.00/19.00 Gli artisti correlati Susanne Bürner

Comunicato della mostra : Susanne Bürner - 50 000 000 can't be wrong

Molto del lavoro di Susanne Bürner è sugli spazi vuoti, sugli spazi fuori dalla cornice principale che costituiscono la parte superflua di una proiezione, per il protagonista dei video così come per gli spettatori, per le loro emozioni ed esperienze.
Alcuni dei suoi video sono su gruppi di persone la cui attenzione è focalizzata su qualcosa che è fuori da loro stessi, qualcosa che, allo stesso tempo, resta invisibile allo spettatore. Già nel video finistère (2005) il soggetto sono i fans. Ma il gruppo di spettatori è isolato dal contesto originale ed è posto su uno sfondo neutro. Così l’attenzione dello spettatore del video è focalizzata sugli ammiratori, solitamente marginali nella sua percezione, che esprimono, attraverso mimica e gestualità, le loro forti aspettative e la loro proiezione nella star.
Allo stesso tempo lo spettatore del video si trova esso stesso in una posizione di aspettativa, diventando così un doppio del fan.
Il video in mostra 50 000 000 CAN’T BE WRONG ripropone il tema dei fans ma pone l’enfasi sulla relazione tra la star e i suoi ammiratori concentrandosi su una singola “superstar”: Elvis Presley.
Qui, Elvis, definisce se stesso attraverso i suoi ammiratori, che costituiscono il suo ambiente e la sua immagine in negativo e la Bürner tenta di approfondire proprio l’aspetto che riguarda la definizione di una persona attraverso il suo riflesso negli altri.
Oltre i Beatles, Elvis è stata una delle più grandi star di culto di tutti i tempi. Diversamente da altri artisti dopo di lui, Elvis era capace di ipnotizzare ed eccitare il pubblico attraverso delle esibizioni dal vivo sensazionali. Il video utilizza proprio questi momenti e, sebbene siano tutti tratti esclusivamente da documentari su Elvis, il suo nome non è mai menzionato.
Il risultato finale sono solo fans. L’oggetto del loro desiderio è invisibile. Alcune volte tracce di Elvis sono cancellate digitalmente. I cartelloni con i messaggi e le scritte degli ammiratori appaiono vuoti. Il soggetto reale del video rimane invisibile, si può percepire solo attraverso la reazione dei suoi “seguaci” ed è riflesso nelle espressioni di desiderio dei loro volti che attraversano diversi decenni del secolo scorso.
Il titolo del video è tratto da una compilation di brani di Elvis dal 1959, a cui molti altri gruppi hanno fatto riferimento, diventando una delle raccolte di maggiore successo e più influenti nella storia della musica.

Music: Steven Trafford
Special Effects: Julia Pfeiffer, Aleksander Cigale
6:24 min., b/w, sound
Il video 50 000 000 CAN’T BE WRONG è stato realizzato con il sostegno del Senato di Berlino.

Si ringrazia Giti Nourbakhsch - Berlino
La mostra è realizzata con il supporto di Enrico Fornello - Prato

Susanne Bürner

Born in Ellwangen/Jagst, Germany 1970
1993 - 1998 Media Arts at the Hochschule für Gestaltung, Karlsruhe (Diploma)


One Person Exhibitions (selected)

2007 “50.000.000 can’t be wrong”, Supportico Lopez, Naples
2005 “finistère”, Galerie Giti Nourbakhsch, Berlin
“songs from out there”, Sassa Trülzsch, Berlin
2002 “Dissolve”, Galerie Giti Nourbakhsch, Berlin
2001 Galerie Borgmann Nathusius, Cologne (with Gary Ward)
2000 “Fotografie”, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe (with Barbara Trautmann and Günther Förg)
Galerie K & S, Berlin (with Daniel Roth)
1999 “Trees”, Graduate Studios UCLA Culver City, Los Angeles, USA
“Trees”, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe (with Candida Höfer)
1997 Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe


Group Exhibitions (selected)

2007 "I´m a Future Melancholic", tank.tv, Tate Modern, London
2006 “Nicht weit vom Stamm”, Galerie Konrad Fischer, Düsseldorf
Domaine Olivier de Serres, Ardèche, France
Busan Biennale, Busan, Korea
GASC, Gimhae, Korea
tank.tv, ICA London
“artists make videos”, Goethe Institut, Amman, Jordanien
Film Festival Max Ophüls Prize, Saarbrücken (screening “Lux 1: Where are we going?” & screening “Lux 2: Can you see me?”))
2005 “A Haunting”, Castlefield Gallery, Manchester
„Rencontres Internationales Paris/Berlin #9“, Jeu de Paume, Paris (a.o.)
“One Night Screening. Video Art From 4 Countries”, Beirut Humanities Buildings (Goethe Institut) Beirut
“placements”, Galerie Store 52°31’52”13°22’55”, Berlin (curated by Andrew Cannon)
“acid rain”, Glasbox, Paris (curated by Vincent Honoré)
“Videonale 10”, Kunstmuseum Bonn
“Radiodays”, CTP de Appel Amsterdam
2004 „KURZDAVORDANACH“, Photographische Sammlung/SK Stiftung Kultur, Cologne (curated by
Wilhelm Schürmann)
„Rencontres Internationales Paris/Berlin #8“, Grande Halle de la Villette, Paris
“Missing Time”, Hong Kong Art Centre, Hong Kong (video program curated by Laurent Grasso)
„playlist“, Palais de Tokyo, Paris
“Zwischenwelten”, HfBK Dresden, Oktogon
2003 „Géographies #3“, Chantal Crousel, Paris
Schmidt-Rottluff sholarship holders exhibit, Kunsthalle Düsseldorf
“Hot, Blue & Righteous”, Galerie Giti Nourbakhsch
Akademie Schloss Solitude, Stuttgart
“Passages”, Le musée de Valence, art 3, Le Bel Image, Valence
2002 “Golden Week”, Kodama Gallery, Osaka, Japan & side 2, Tokyo, curated by Eva Svennung
(Toasting Agency)
“A Need of Realism”, Solitude in Schloss Ujazdowski, Warszawa, Poland
2001 “Papier”, Galerie Borgmann Nathusius, Cologne
“Not At Home”, Römerstr. 2, Stuttgart, curated by Gary Ward and Susanne Bürner
“Circles No. 5”, Montana Sacra, ZKM Karlsruhe, curated by Christoph Keller
“CamoShow”, Museum Wiesbaden, curated by Alexis Vaillant and Léonor Nuridsan
1999 “Insight Out”, Kunstraum Innsbruck, Austria, Kunsthaus Hamburg,
Kunsthaus Baselland, Switzerland, (catalogue)
1998 Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe
“Gang Bang”, Galerie Margit Haupt, Karlsruhe, curated by Christoph Keller



Grants & Residencies

2006 Residency Villa Arson, Nice
2004 Grant Stiftung Kunstfonds, Bonn
2002 Art 3, Residency of Baden-Wurttemberg and Region Rhône-Alpes in Valence, France
Karl Schmidt-Rottluff Grant
2000 - 2001 Residency at Akademie Schloss Solitude, Stuttgart
1998 - 1999 Visiting Scholar Graduate Program Fine Arts, UCLA Los Angeles, California, USA
(Grant Studienstiftung des deutschen Volkes)
1997 - 1999 Grant Studienstiftung des deutschen Volkes, Bonn



Publications

„Fog Book“, Revolver Frankfurt, 2003
„Susanne Bürner“, Karl-Schmidt-Rotluff Förderungsstiftung, Berlin 2003
„Vanishing Points“, Art 3, Valence & Revolver Frankfurt
Jednoczensnie (simultaniously), Zamek Ujazdowski, Warschau & Revolver, Frankfurt (with Daniel Roth, Gregor Sander and Gary Ward)
The Window, Revolver Frankfurt

Articles

2005
Vincent Honoré on Susanne Bürner, contemporary 21, issue 71/ video, pp. 34 – 37

2004
Dominic Eichler on Susanne Bürner, Frieze art Fair Yearbook 04/05

2003
Catherine Francblin, “geographies #3”, art press #298, p. 84
Marie de Brugerolle, “passages at art3 (review)”, artpress, # 292, July-August, pp. 76-77
Eva Svennung, “Susanne aime Smoke Gets in Your Eyes”, in: “Vanishing Points. Susanne Bürner”, art3, Valence & Revolver, Frankfurt a.M.
Johan Hartle, “Image Events”, in: “Vanishing Points. Susanne Bürner”, art3, Valence & Revolver, Frankfurt a.M.

2002
Miriam Bers on Susanne Bürner, tema celeste, issue 93, Sept.-Oct., p. 100

Inaugurazione venerdì 13 aprile 2007 dalle 19.00 alle 22.00

13 aprile - 25 maggio 2007

SUPPORTICO LOPEZ 32
Via Supportico Lopez 32 (Trav. di Via Vergini)
80137 Napoli Italia
Tel./Fax 081 445759
info@supporticolopez.com
http://www.supporticolopez.com
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Vecchio 15-04-2007, 08:45
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IL “PRINCIPE DI SAVOIA”
Le bizzarre gesta di un giovane dal bell’aspetto mettono a subbuglio il centro di Udine.

Curioso episodio di cronaca l’altro giorno a Udine. Un giovane di 35 anni, elegantemente vestito e dai modi compiti, ha provocato una certa animazione, aggirandosi per le vie del centro seguito da un piccolo drappello di accompagnatori che lo apostrofava ad alta voce con titoli quali “principe”, “altezza”, “altezza reale”.

La comparsa, fin dalle prime ore del mattino, dell’insolito drappello non è passata inosservata e ben presto una piccola folla di curiosi e sfaccendati si è radunata attorno a quello che alcuni presentavano come “l’erede al trono d’Italia”. Incalzato dalle domande dei cronisti subito accorsi, il protagonista della chiassata ha affermato di chiamarsi Emanuele Filiberto di Savoia, di aver vissuto molti anni all’estero e di essere venuto in città per promuovere una sua associazione.

Si è inseguito saputo che a tal fine, godendo evidentemente di una certa disponibilità economica, aveva addirittura affittato il Salone del castello per un convegno dall’ambizioso titolo “I giovani risorsa del terzo millennio”.

La prima tappa del bizzarro pellegrinaggio è stata la statua equestre di Vittorio Emanuele II che si trova all’interno dei giardini Ricasoli e che il Filiberto vorrebbe fosse spostata in piazza Libertà, davanti al municipio (perentoria, in tal senso, la sua richiesta al Comune: “dobbiamo dire al sindaco o a chi compete questa decisione, di rimettere la statua al suo posto”).

In precedenza il gruppo era stato al centro di un inusuale ricevimento all’interno della sede della Provincia di Udine. A sorpresa il presidente dell’ente, Marzio Strassoldo, forse memore del passato nobiliare o perchè colpito dalle credenziali del giovanotto, gli ha aperto le porte di Palazzo Belgrado, inventando per l’occasione un “Comitato d’onore” e intrattenendolo con una serie di orazioni di circostanza che, per la verità, il Filiberto è parso ascoltare senza grandi entusiasmi.

Controllata a distanza con una certa bonomia da un paio di guardie municipali, la pittoresca brigata (che nel frattempo aveva assunto uno spiccato carattere femminile) si è quindi diretta verso il centro di Udine, attraversandolo tutto fino a giungere in piazza San Giacomo. Dove il “principe” si è intrattenuto per circa un’ora attorniato da un rumoroso gruppo di giovani studentesse delle scuole medie che lo avevano riconosciuto come il protagonista di alcune comparsate televisive.

Tra gridolini, coretti e richieste di autografi si è fatta l’ora del pranzo (debitamente consumato in un locale poco distante).

Nel pomeriggio, dopo il “convegno” in Castello, il giovane ha inanellato l’ultimo successo riuscendo a farsi ricevere dal magnifico rettore dell’ateneo friulano, Furio Honsell, che lo ha ascoltato con molta cortesia, dando mostra di accogliere per buona la promessa della creazione di una borsa di studio dedicata “allo studio della famiglia reale”. È stata l’ultima impresa del Filiberto, prima di dileguarsi senza lasciare traccia.

Non è la prima volta che a Udine accadono episodi di questo tenore. Nell’aprile del 1925 una giovane che si spacciava per la sorella minore della zarina di Russia, riuscì a farsi ricevere in diversi salotti e a farsi mantenere per oltre una settimana da un avvocato di fede monarchica, prima che un fonogramma da Roma ricordasse che la famiglia dello zar era stata sterminata dai bolscevichi nel 1918.

Nel dicembre del 1947 un vecchio vestito di rosso convinse una ventina di liceali a seguirlo per alcuni chilometri alla ricerca della propria slitta e delle renne che la trainavano. Fu tradito dalla fluente barba bianca posticcia che si staccò per l’umidità.

Il 16 settembre 1977, infine, un quarantenne piuttosto appesantito, con vistose basette e una giacca di jeans con le frange e che affermava di chiamarsi Elvis Presley fu protagonista di un improvvisato concerto rock in piazza Primo Maggio. Sparì nel nulla prima che si potesse accertare che il vero Presley era deceduto un mese prima.
In tutti questi casi, tuttavia, la notizia non aveva occupato più di un trafiletto in cronaca. Stupisce constatare che le gesta del “principe di Savoia”, invece, hanno occupato le prime pagine delle nostre gazzette e hanno goduto di ampi servizi nei nostri telegiornali regionali.

Per fortuna ora la normalità è stata ripristinata e il traffico delle carrozze ha ripreso a scorrere regolare.



http://www.nuovofriuli.com/read.asp?code=2007.0406.02
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  #266  
Vecchio 19-04-2007, 06:35
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Edizioni, le canzoni di Lieber&Stoller (Presley, Drifters) alla Sony/ATV

Mentre il mercato del disco ristagna, il business delle edizioni musicali al contrario è in fermento, oggi che la proprietà dei copyright (i diritti di sfruttamento delle canzoni) è di nuovo più importante di quella dei “master”, le registrazioni sonore che molti hanno imparato a procurarsi gratis su Internet. Sony/ATV, la società legata alla multinazionale nipponica di cui è socio (almeno per qualche tempo ancora) Michael Jackson, ha fatto da questo punto di vista un investimento sicuramente redditizio: staccando un congruo assegno (si dice da otto cifre) si è assicurata il catalogo dei leggendari Jerry Lieber e Mike Stoller, autori (il primo come paroliere, il secondo come compositore musicale) di innumerevoli successi ed evergreen per conto di Elvis Presley (“Jailhouse rock”, “Hound dog”) e di un piccole plotone di artisti r&b della prima ora, molti dei quali legati all’etichetta Atlantic: Coasters (“Yakety yak”, “Charlie Brown”), Drifters (“On broadway”), Clovers (“Love potion no. 9”) e tanti altri, tutti saccheggiatissimi, tuttora, da cinema e pubblicità.
I due ex titolari, che dal 1987 sono inclusi nella Rock and Roll Hall of Fame e che condividono una “stella” sul famoso Walk of Fame di Hollywood, continueranno a ricevere la quota di royalty che spetta loro come autori dei brani, ma per il resto sarà Sony/ATV a godere dei frutti del repertorio: “Un dono divino”, ha commentato entusiasta il neopresidente della società Marty Bandier, mentre Jackson ha diramato un comunicato stampa per ricordare come Lieber & Stoller abbiano “definito un’era, e l’elenco degli artisti che hanno inciso le loro canzoni assomiglia a un almanacco del rock and roll”.

Da Rockol (18 Apr 2007)
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  #267  
Vecchio 21-04-2007, 00:29
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Musica: Ritorno di Bublé in un disco pieno di emozioni

20 aprile 2007 alle 10:07 — Fonte: repubblica.itvoteWidget(299620, 0) voti
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‘Sono un osservatore sullo stato dell’amore’: con queste parole il crooner Michael Bublé ha presentato il suo ultimo lavoro discografico dal titolo ‘Call me irresponsible’, che in Italia uscirà venerdì 27 aprile.
Un album nel quale Bublé ha voluto lasciare spazio ai sentimenti e alle emozioni, sotto tutti i punti di vista, anche in fase di registrazione. ‘Ho voluto incidere molte canzoni dal vivo in studio perche’ credo che spesso l’assenza di errori e la ricerca della perfezione assoluta tolgano spazio alle emozionì. Così, come è successo per ‘Always On My Mind’ — che alcuni critici inglesi hanno definito la miglior versione mai incisa, addirittura superiore a quella di Elvis Presley — ‘sono entrato in studio, ho chiuso gli occhi, ho pensato ai miei amori, alle sofferenze, al senso di colpa e ho cantato’.
‘Call me irresponsible’ contiene 13 brani, 11 grandi classici del passato di compositori del calibro di Leonard Cohen, Eric Clapton, Cy Coleman e Gamble and Huff oltre a due canzoni originali scritte da Bublé, tra cui il singolo d’esordio ‘Everything’ e il brano ‘Lost’. ‘Volevo che questo fosse un album che facesse trasparire una crescita, ma anche che fosse in qualche modo innovativo. In questo senso ho scelto i pezzi’. Così si va da ‘The Best is yet to come’, resa famosa da Sinatra e dalla Fitzgerald a ‘I’m your man’ di Leonard Cohen definita ‘disperata, dark, sexy’. Anche troppo per Bublé che racconta di una telefonata con lo stesso Cohen che per lui, canadese, è ‘paragonabile a Dio’.
‘L’ho ringraziato — spiega l’italocanadese — per aver scritto un pezzo così bello, gli ho detto che lo avevo registrato e che avrei voluto farglielo ascoltare e lui mi ha detto ‘fantastico’. Poi ho aggiunto che avrei voluto aprirci i concerti anche se il pezzo è talmente sexy che alcuni uomini mi potrebbero tirare sul palco le mutande…‘. Importante infine per il cantante l’allegra salsa ‘It had better be tonight (meglio stasera) dove, spiega Buble’, ‘canto ben quattro parole in italiano. Io sono contento ma mio nonno e’ molto arrabbiato perché sono solo quattrò.
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  #268  
Vecchio 21-04-2007, 11:10
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QUANDO C'ERA ELVIS...
di Gianluca Marras

















potrebbe iniziare così un racconto, ricco di ricordi.


Nell'agosto del 1977 moriva Elvis Presley.


A poco più di un mese dalle celebrazioni in suo onore, abbiamo già dimenticato, o forse attendiamo una nuova occasione per ricordare il Re del Rock'n'Roll.


Finite le celebrazioni, ancora una volta si sono spenti i riflettori su uno dei personaggi più affascinanti della storia della musica e il post anniversario è tutto per i nostalgici, o per coloro che amano le atmosfere più intense.


E allora come non lasciarsi trasportare dalla ricerca di indizi sulla sua morte? Quanti, in fondo, sperano di trovare tante prove che Elvis sia ancora vivo? C'è chi tutti questi indizi li ha messi in rete, e chi invece li ha esposti in un museo tutt'altro che virtuale.


In fondo come non giustificare tanto rumore intorno a colui che ha rivoluzionato la musica?


I più attenti agli aspetti economici, dicono che Elvis, dopo la sua morte, abbia generato un giro d'affari notevolmente superiore a quello di quando era in vita. Intorno al suo personaggio ruota un universo di oggettistica, che spazia dal più classico cartonato a grandezzanaturale (curioso che molti abbiano misure differenti), fino al termometro e al monopoli. Per coloro che della morte di Elvis sono convinti esiste persino l'Elvis Detector, che avvisa se il suo spirito si aggira nei dintorni …ovvio niente scettici!


Le pantofole che raffigurano Elvis

John Lennon affermò che "prima di Elvis non c'era nulla", e poco importa se al suo primo concorso canoro Elvis arrivò secondo, e importa ancora meno se qualcuno, a distanza di anni, ha fatto diventare Elvis il simbolo dei mali d'America.

Quello che ancora affascina, soprattutto chi di Elvis ha sempre sentito parlare ma era troppo piccolo negli anni '70, sono le storie che parlano di lui. Pochi fogli di carta, siano essi il certificato di nascita, il referto della polizia che intervenne dopo la sua morte, o le pagine scritte a mano da Elvis stesso, divenute poi oggetto di studio per i grafologi, vengono letti con la stessa velocità di un avvincente romanzo giallo.




Quando c'era Elvis...
















Possiamo fare qualche domanda, Elvis?


Cosa pensava Elvis di se stesso? C'è qualcosa che non avrebbe rifatto?


Come si rilassava il re del Rock'n'Roll?


Le risposte direttamente dalla voce di PresleyLe leggende urbane assumono contorni sempre più reali, come quella sulla quarta Harley Davidson esposta a Graceland.


E a cavallo di quella Harley immaginiamo Elvis con indosso uno dei suoi imprevedibili e sgargianti costumi di scena, dimenticandoci che se davvero fosse vivo non li indosserebbe.


La ricerca di qualcosa che ci avvicini a Elvis continua, nella speranza di capire un po' di più il fenomeno Rock'n'Roll.


Lo inseguiamo sui set cinematografici dei suoi film, giudicati forse mediocri da molti, ma la cui colonna sonora era certamente di effetto.


Lo ammiriamo in compagnia di tutte le donne che sono comparse in quelle pellicole, e che qualche fan ha pensato bene di presentarci.


Il palcoscenico era il luogo dove Elvis si esprimeva al meglio, e liberava tutta la sua energia. Chi ha avuto il privilegio di assistere ad un suo spettacolo dal vivo, lo racconta così...
Ma c'è anche un intero sito dedicato ai suoi concerti, con notizie di ogni genere.

E dopo aver sbirciato in ogni angolo della carriera di Elvis, riusciamo solo a immaginare cosa hanno provato le migliaia di persone che avevano acquistato il biglietto per il concerto del 17 agosto a Portland, prima tappa della tournée che non iniziò mai.


Un piccolo viaggio, alla cui conclusione si arriva con un po' di amaro in bocca.


E' realistico pensare che Elvis sia davvero morto, e ci sentiamo in diritto di ascoltare le parole pronunciate dal padre per ringraziare quanti avevano partecipato al dolore della famiglia.


Anche se, in fondo in fondo…




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  #269  
Vecchio 26-04-2007, 01:35
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fino al 25.IV.2007
Susanne Bürner
Napoli, Supportico Lopez
Un video che indaga sulla periferia dell’evento. Raccontando un artista attraverso la sfrenata passione dei suoi fan. Un modo per farci riflettere su quello che di solito non vediamo: le emozioni degli spettatori…

pubblicato martedì 24 aprile 2007
Nel piccolo e suggestivo spazio di Supportico Lopez, project space curato da Gigiotto Del Vecchio e Stefania Palumbo, infilato nel cuore di uno dei quartieri più caratteristici e difficili di Napoli, la Sanità, arriva 50.000.000 can’t be wrong, video della giovane artista berlinese Susanne Bürner, realizzato lo scorso anno con il sostegno del Senato di Berlino.
La Bürner, come già nel suo precedente Finistère, esposto a Berlino nel 2005 e alla Tate Modern di Londra in collettiva lo scorso gennaio, torna a lavorare sugli spazi al di fuori dalla cornice principale, sulla “periferia dell’evento”, come suggerisce lo stesso Del Vecchio. Per indagare ciò che, nell’enfasi dell’evento e del suo racconto mediatico, solitamente nessuno nota: le emozioni degli spettatori. Per fare ciò, necessariamente, l’oggetto dell’ammirazione, qui come nel suo lavoro precedente, rimane fuori dall’inquadratura, perché davvero l’attenzione dello spettatore possa spostarsi dal centro alla periferia e concentrarsi su di essa.
In 50.000.000 can’t be wrong l’oggetto della devozione dei fan è un personaggio ben preciso, un artista, la cui identità, però, non è mai apertamente svelata. Che poi si tratti di Elvis Presley può apparire chiaro solo agli occhi più attenti da una serie di indizi disseminati qua e là nel filmato. Ma la Bürner si premura di cancellare dai cartelli e dagli striscioni qualsiasi scritta, trasformandoli in uno stuolo di lenzuoli bianchi. Anche l’ultima inquadratura che si sposta lentamente dal pubblico verso il palco si interrompe prima che possa apparire la figura dell’artista.
Così il video assume una doppia valenza. Oltre a descrivere da vicino le emozioni del pubblico dei fan, diventa un modo per raccontare anche lo stesso artista, attraverso le reazioni da lui suscitate nel suo pubblico.

E in effetti è impossibile non pensare alla straordinaria grandezza del personaggio, pur non sapendo di chi si tratta, alla sua capacità magnetica di stregare folle oceaniche di pubblico mentre si osservano, inquadrate in primissimo piano e non di contorno o di sfondo come al solito, le urla, i pianti, il delirio dei fan, in special modo delle donne, la loro assoluta devozione.
Il video, della durata di 6 minuti e 24 secondi, composto da immagini di repertorio in bianco e nero, racconta, in sequenza cronologica, tutta la carriera di Elvis attraverso questo metodo speculare, dagli anni Cinquanta ai Settanta, assumendo così anche la valenza di racconto di un’epoca. Ma, durante la proiezione, si fa presto ad accorgersi che qualcosa stride. L’assedio dei paparazzi, la polizia, la ressa, insieme alla musica incalzante e vagamente inquietante composta da Steven Trafford, contribuiscono a determinare un’atmosfera pesante, che si cala come un velo sullo spettacolo dell’entusiasmo collettivo. Il video, in sostanza, non si limita a raccontare i fatti dal punto di vista degli spettatori, ma ci spinge a svolgere una profonda riflessione sull’origine e la manifestazione delle emozioni e, in fondo, sui complessi meccanismi della mente umana.

andrea nastri
mostra visitata il 20 aprile 2007
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  #270  
Vecchio 26-04-2007, 08:15
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Ho sempre immaginato un duetto come questo, ritenendo che sarebbe stato il TOP dei TOP

Da AGI NEWS

PER CELINE DION UN DUETTO CON ... ELVIS PRESLEY


Celine Dion sara' protagonista di un duetto decisamente eccezionale questa sera nella trasmissione televisiva 'American Idol': grazie all'uso della tecnologia, la cantante di 'My heart will go on' cantera' infatti insieme a Elvis Presley. La Dion cantera' cosi' un grande successo del re del rock'n'roll, 'If I can dream' in una puntata speciale del programma grazie alla quale si raccoglieranno fondi da destinare in beneficenza per i poveri di Africa e America. La Dion si e' detta molto 'eccitata' dall'idea di poter duettare, se pure chiaramente in modo virtuale, con Elvis. (AGI) - Los Angeles, 25 apr. -
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  #271  
Vecchio 26-04-2007, 08:18
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ke bel modo di fare beneficenza,un duetto da urlo direi!!!!
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  #272  
Vecchio 26-04-2007, 08:22
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Hai capito, la Celine Dione che duetta con Elvis per beneficienza, se ci fosse ancora sarebbe fiero di farlo per beneficienza.
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  #273  
Vecchio 26-04-2007, 08:34
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E pensare che Parke le aveva messo gli occhi adosso per farle da manager???

La perdita di Elvis è servita anche a salvare Celine Dion!!!!!!!!
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  #274  
Vecchio 26-04-2007, 08:44
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Questo si infilava dapertutto, pure con la Celin Dion.
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  #275  
Vecchio 26-04-2007, 10:11
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Che duetto!

Bellissimo, peccato nn riuscire a vedere il risultato, mi piacerebbe proprio ascoltarli!
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  #276  
Vecchio 26-04-2007, 14:39
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Io ho sempre detto che bisognerebbe ucciderlo di nuovo il (parker).
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  #277  
Vecchio 26-04-2007, 14:54
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Hurt complimenti per gli articoli, beh direi che sarebbe un duetto sensazionale
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  #278  
Vecchio 26-04-2007, 15:20
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  #279  
Vecchio 26-04-2007, 15:29
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siiiiiiiiiii,gradevolissimo......wow....
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  #280  
Vecchio 26-04-2007, 15:43
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Cavoli è magnifico, da pelle d' oca
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  #281  
Vecchio 26-04-2007, 16:04
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Elvis e Celine....WOW!!!
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  #282  
Vecchio 26-04-2007, 16:13
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Che impressione!

Wow!!
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  #283  
Vecchio 26-04-2007, 19:21
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troppo bello!!!!!!!!!!!!
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  #284  
Vecchio 27-04-2007, 13:34
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Ecco cosa dice oggi il TGCOM, sull'avvenimento, con questa foto del nostro amatissimo Elvis Presley



Celine Dion duetta con...Presley

Nel brano "If I can dream"

Dopo l'esperimento nel 1991 del duetto virtuale tra Natalie Cole e il defunto padre Nat King Cole sulle note di "Unforgettable", ecco che si ripete un altro "miracolo musicale". Celine Dion è stata protagonista di un duetto ad "American Idol" con Elvis Presley grazie all'uso della tecnologia. I due hanno cantato un grande successo del re del rock'n'roll, "If I can dream". Al termine dello show la Dion si è detta molto "eccitata e commossa".




La Dion ha pubblicato il nuovo disco "D'elles" solo per il mercato francese, l'ultimo singolo tratto dal disco è "Immensité". Non si sa ancora se "D'elles" verrà "tradotto" in inglese. Di certo la Dion sta facendo le cose con molta calma, dopo aver calcato le scene per cinque anni al Caesars Palace di Las Vegas con lo show "A new day". L'artista centellina le sue comparsate televisive e anche la produzione di dischi per dedicarsi anche alla sua famiglia e al figlio René-Charles di cinque anni.
L'occasione di esibirsi ad American Idol era ghiotta per duettare con il mito del rock'n'roll. La canzone "If I Can Dream" è stata incisa da Elvis nel giugno del 1968, due mesi dopo l'uccisione di Martin Luther King. La canzone è stata presentata ufficialmente lo stesso anno durante una trasmissione della NBC dedicata ad Elvis. L'artista l'ha proposta in versione inedita...con intonazioni gospel. La hit è rimasta nella classifica Billboard's Hot 100 al numero 12 per ben tredici settimane, vendendo oltre un milione di copie.
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  #285  
Vecchio 27-04-2007, 14:43
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quanto amo elvis ragazzi,mi riempie tanto saxe ke ancora oggi si parli di lui!!!!
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  #286  
Vecchio 27-04-2007, 14:45
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Raga, questi due sono le leggende delle leggende. Se penso che Celine ha l'età di Lisa Marie....e qui mi fermo.....altrimenti divento polemica!
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DANKE GRANDE SCHUMI!
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  #287  
Vecchio 28-04-2007, 06:56
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Angelina Jolie



Da trasgressiva dark lady ad angelo splendente
Nome: Angelina Jolie Voight
Data e luogo di nascita: 4 Giugno 1975, Los Angeles, California, USA

di Francesca Pellegrini


Nome: Angelina Jolie Voight
Data e luogo di nascita: 4 Giugno 1975, Los Angeles, California, USA
I soffici capelli d'ebano, il penetrante sguardo ammaliatore e quelle labbra turgide sulle quali morire fanno di Angelina Jolie una bellezza leggendaria. Conturbante, intelligente e sexy ai limiti dell'inverosimile, questa bollente dea dalla chioma corvina si contraddistingue per la sua personalità decisamente sfaccettata. Trasgressiva, controversa, ambigua, complessa: dispensando dichiarazioni scioccanti e sfoggiando atteggiamenti poco ortodossi, la star ha sempre amato far parlare di sé, sino a guadagnarsi il meritato titolo di "Very Bad Girl".
Ma la ragazzaccia che un tempo ostentava una provocatoria anima nera, si è ora tramutata in una donna virtuosa, un rilucente angelo ambasciatore di pace. Sei anni dopo aver trionfato con Un Uomo da Marciapiede, l'Academy Actor Jon Voight e la consorte Marcheline Bertrand danno alla luce la piccola Angelina Jolie, cosi chiamata per omaggiare i paesi tanto cari a papà: l'Italia e la Francia.
La bimba ha ereditato dal padre radici ceche e, da parte di mamma, discendenze franco-irochesi. Sin dall'infanzia la pellicola preferita della bimbetta è Dumbo, l'elefante volante. Nel 1978 i genitori divorziano e la fanciullina va a vivere con la madre e l'adorato fratellino maggiore James Haven, con il quale si diverte a girare filmetti amatoriali.
Alla tenera età di sette anni, Angie debutta nello spettacolo al fianco di papà, nella commedia d'azzardo "Cercando di uscire". È durante le elementari che emerge il suo lato dark (inizia a collezionare coltelli) ma viene fuori anche l'aspetto più altruista della giovane: la Jolie, infatti, organizza una campagna studentesca a favore dell'insegnate di ginnastica che rischia di essere ingiustamente licenziato. Così, grazie alla sua tenacia, il maestro conserva il posto di lavoro.
Ormai quattordicenne, Angelina intraprende una breve parentesi come modella ma entra anche nel prestigioso Lee Strasberg Theatre Institute. Teen-ager problematica dall'animo gotico, la liceale, a causa del suo aspetto tenebroso, diviene molto impopolare al Beverly Hills High School. Questa emarginazione da parte dei compagni che la denigrano, la porta all'autolesionismo, tanto da causarsi evidenti cicatrici sul corpo. Fortunatamente il periodo infelice giunge al termine e l'adolescente, conseguito il diploma, fa il suo ingresso al laboratorio cinematografico Met Theatre.
Nel 1995 si aggiudica una parte nel cyborg-thriller Hackers di Iain Softley. In quel periodo, l'attrice in erba si invaghisce della top model orientale Jenny Shimizu con la quale dà origine a un flirt ultra-discusso ma poi, cambia rotta e sposa il collega Jonny Lee Miller.
Tra il 1997 e il '98, lavora per il piccolo schermo: indossa i panni di Cornelia, seconda moglie del chiacchierato governatore dell'Alabama George Wallace nell'omonima mini-serie, nonché quelli della modella Gia Marie Carangi nel lungometraggio televisivo prodotto dalla HBO. Per entrambi i ruoli, la Jolie si aggiudica due meritatissimi Golden Globe. Tuttavia, dare forma al personaggio di Gia, indossatrice lesbica ed eroinomane morta di AIDS nel 1986, lascia segni indelebili nel cuore di Angelina, ferite che la conducono quasi sull'orlo del precipizio. Naufragato il matrimonio con Miller, la stella prende una pausa iscrivendosi all'USC School of Cinema di New York, dove si laurea qualche tempo dopo.
Nel 1999 viene scritturata accanto a Denzel Washington ne Il Collezionista di Ossa, ma anche nel pluripremiato dramma psichiatrico Ragazze Interrotte. Nell'opera diretta da James Mangold, la nostra Angie si cimenta nelle schizoidi vesti della socio-patica Lisa Rowe. La spiazzante performance che riesce a rubare la scena persino a una veterana come Winona Ryder si aggiudica un Oscar nella categoria Miglior Attrice non Protagonista.
Nel corso della premiazione, la diva scandalizza pubblico e critica dichiarando il folle amore che la lega al fratello, suggellato addirittura da un bacio sulle labbra. Il giorno seguente alla notte degli Academy, i tabloid la definiscono immorale e incestuosa ma lei, ovviamente, smentisce tali insinuazioni.
Poi, alle soglie del nuovo millennio, la Jolie perde la testa per l'accattivante Billy Bob Thornton, il quale molla la bionda fidanzata Laura Dern per fuggire a Las Vegas e convolare a giuste nozze con la star. Audaci, eccentrici e peccaminosi, i coniugi Thornton diventano la coppia più calda e bizzarra di Hollywood. La loro forte passione è sigillata da un patto di sangue: entrambi, infatti, portano al collo una fiala con il plasma del partner.
Nel 2001, Angelina parte alla volta della Cambogia per girare con il padre le avvincenti avventure della tostissima eroina Lara Croft, in Tomb Raider. La devastante situazione di questa terra afflitta dalle guerre la colpisce intensamente, tanto da farla entrare in contatto con le Nazioni Unite. Dopo aver girato il toccante Amore Senza Confini, l'artista giunge in Sierra Leone, assieme all'Alto Commissariato per i rifugiati dell'O.N.U., per offrire il suo prezioso supporto ai bambini del Terzo Mondo. Divenuta ambasciatrice delle Nazioni Unite, la Jolie si profonde vivamente nelle più disparate missioni umanitarie che la impegnano in ogni angolo del globo.
Nel 2002 adotta un bimbo cambogiano che chiamerà Maddox: la ragazza dall'indole dark e provocatoria adesso non esiste più, al suo posto vi è una madre meravigliosa, una donna il cui scopo è aiutare il prossimo. Dodici mesi dopo, Angie chiede il divorzio dal marito, eccessivamente assorbito dal lavoro per comprendere le scelte caritatevoli della moglie. Purtroppo, nemmeno il preoccupato papà Jon condivide questa sua ammirevole predilezione: la diva, cosi, prende la drastica decisione di chiudere ogni rapporto con il padre. Tuttavia, la star può sempre contare sul sostegno di mamma Marcheline e dell'inseparabile fratello James.
Nel gennaio 2004, inizia le riprese dell'action casalingo Mr. & Mrs. Smith: il set fu galeotto. Tra la stella e il sensuale Brad Pitt si fa largo il vero amore. Il sentimento che Pitt nutre per la Jolie lo induce a separarsi dalla mogliettina Jennifer Aniston, fin troppo presa dalla sua mediocre carriera d'attrice. Nell’anno successivo, Brad accompagna Angelina in Etiopia per una missione molto speciale: adottare la piccola Zahara Marley. Nel maggio 2006, i fidanzati più ammirati del pianeta concepiscono il loro primo figlio: la deliziosa Shiloh Nouvel. Nel medesimo periodo Angie viene ingaggiata da Robert De Niro nel noir L'ombra del potere - The Good Shepherd.
Il 28 gennaio 2007 la madre della diva muore stroncata dal Cancro: aveva cinquantasette anni. E dopo il nuovo arrivato, il vietnamita Pax Thien, l'attrice ha fatto richiesta ai suoi avvocati di procedere con l'adozione di una bimba del Chad. Nel 2008 rivedremo la contesissima e talentuosa Jolie nel bellico A Mighty Heart di Michael Winterbottom, nonché nel mystery di Clint Eastwood The Changeling. Nel tempo libero l'artista ascolta la musica di: Madonna, Elvis Presley, Frank Sinatra e dei Clash.
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  #288  
Vecchio 28-04-2007, 06:59
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Elvis Presley
Pino Farinotti
Nome: Elvis Aron Presley Data e luogo di nascita: 8 Gennaio 1935, Tupelo, Mississippi, USA Data e luogo di morte: 16 Agosto 1977, Memphis, Tennessee, USA

di Pino Farinotti


Nome: Elvis Aron Presley
Data e luogo di nascita: 8 Gennaio 1935, Tupelo, Mississippi, USA
Data e luogo di morte: 16 Agosto 1977, Memphis, Tennessee, USA
L'attività di Presley. come attore è semplicemente una conseguenza della sua strepitosa carriera di cantante. I film con Presley, quasi sempre, erano un pretesto per le sue canzoni. E anche se le sue doti recitative erano assolutamente irrilevanti, la sua presenza era tale da riempire le sale. Coi suoi film, negli anni Sessanta Presley rilamciò, alla MGM il genere musical, tramontato da almeno un decennio. Le storie erano sospettosamente simili, Elvis girava il Paese in cerca di lavoro, lo trovava, ora come bagnino, ora come barista o pugile, e poi, con la chitarra cominciava a cantare e a ballare, mentre intorno a lui si formava una piccola folla, soprattutto di ragazzine incantate. Se i film non sono stati all'altezza del suo personaggio vanno sicuramente menzionati i due documentari che lo riguardano Elvis That's the Way R is (Denis Stander 1970) e Elvis on tie Tour (Pierre Adidge e Robert Abel 1972). Da questi filmati emerge il disagio, la fatica e il dolore della carriera, specie finale di un personaggio arrivato in cima al mondo a vent'anni gestito senza riguardo dai suoi manager, dedito all'alcol e alle droghe, letteralmente sformato e consumato, pronto a morire poco più che quarantenne.
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  #289  
Vecchio 28-04-2007, 07:29
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mmhhhh,ok,ok!!!!!
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  #290  
Vecchio 28-04-2007, 07:45
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Anche lei ascolta grandi interpreti tra cui Elvis. Bene
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  #291  
Vecchio 28-04-2007, 07:48
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dedito all'alcol
Ma quando mai???
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  #292  
Vecchio 28-04-2007, 07:51
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pino farinotti secondo me sniffa la muffa
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  #293  
Vecchio 28-04-2007, 07:56
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Putroppo negli articoli dei giornali italiani, è ricorrente parlare di un Elvis dedito all'alcool.

Sono le affermazioni come queste che hanno distrutto l'immagine di Elvis, in Italia!!

E' da una vita che lo leggo e ogni volta mi incavolo

Perchè non si documentano prima di scrivere??
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  #294  
Vecchio 28-04-2007, 07:58
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pino farinotti secondo me sniffa la muffa
Ahahahahahah
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  #295  
Vecchio 28-04-2007, 08:08
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una gran marea di cavolate...ma ki è ke le pubblica certe idiozzie.....mah?????
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  #296  
Vecchio 28-04-2007, 08:13
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Qualche idiota. In Italia si tende a scrivere idiozie su Elvis così la gente pensa sempre male, se non conosci un persone come fai a giudicarla.
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  #297  
Vecchio 28-04-2007, 10:48
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Che articolo di fuffa..
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  #298  
Vecchio 29-04-2007, 17:19
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In Italia, ci sono sempre persone che leggono meno.
Adesso ho capito il perchè,basta gurdare i giornalisti,si fa per dire,che ci sono nel belpaese.
Scrivono solo, ed esclusivamente cose che dice, il loro editore.
Vorrei essere smentito,ma ho ragione.
Faccio una domanda:
In un paese normale non l'Italia,a chi deve rendere conto un giornalista?
Rispondetemi,grazie.
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  #299  
Vecchio 29-04-2007, 21:22
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rispondendo a te ask, presumo che un giornalista debba rispondere solo alla sua integrità e onesta morale...ossia , presumo, che per essere giornalisti si è spinti dalla PASSIONE di rendere partecipi la collettività, dare voce ai fatti, informare senza limiti di censura o o altro genere di "modificazioni", insomma scrivere è un po' DARE A CHI NON HA "PAROLA"......
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Vecchio 29-04-2007, 21:41
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rispondendo a te ask, presumo che un giornalista debba rispondere solo alla sua integrità e onesta morale...ossia , presumo, che per essere giornalisti si è spinti dalla PASSIONE di rendere partecipi la collettività, dare voce ai fatti, informare senza limiti di censura o o altro genere di "modificazioni", insomma scrivere è un po' DARE A CHI NON HA "PAROLA"......
Cara Silvia, mi dispiace dirtelo, ma molto spesso gli articoli servono per completare una pagina.

Eticamente parlando, dovrebbe essere come dici tu, ma se si vogliono vendere giornali, anche nel caso in cui si voglia DARE A CHI NON HA PAROLA, devi infilarci qualcosa che faccia SENSAZIONE..... alla faccia della professionalità, che dovrebbe imporre una vera preparazione sull'argomento trattato. Invece c'è sempre qualcosa che non viene detto, o al contrario si gonfia per poter attirare l'attenzione.
Non deve esistere la censura, l'unica cosa che DEVE esistere, è la cronaca dei fatti esattamente come stanno, senza interpretazioni personali, altrimenti si tace. Le interpretazioni le dà il lettore.

Nel caso specifico di Elvis, il 99% degli articoli postati su questo forum, dimostrano chiaramente che i giornalisti continuano sull'onda dell'Elvis drogato, ciccione, aggiungendoci pure la balla colossale del dedito all'alcool, solo perchè il popolino ha bisogno del gossip, per evitare di guardare ciò che succede "a casa sua".

Io non ritengo che questa sia informazione, ma alterazione dei fatti fino alla vera diffamazione
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